SHOOTING IN ITALY: CINEMA 2013 TRA RECORD E INCREMENTI di Antonio Urrata Da cinque anni a questa parte, dopo il lieve arretramento registrato nel 2008, la produzione cinematografica mondiale è cresciuta a ritmi sostenuti. Per quanto riguarda la produzione specificamente europea, complici il contrastato andamento economico e la contrazione dei consumi, l’andamento è stato altalenante e a muoversi in controtendenza nel 2013 sono state in pratica solo due industrie, quella francese e quella italiana, che comunque si colloca all’interno della “top ten” mondiale. I produttori italiani, oltre a innalzare il massimo storico dei titoli d’iniziativa nazionale, portandolo a quota 156 film contro i 150 del 2012, hanno fissato quello dei film 100% italiani al tetto di 138, con un progresso di 6 opere rispetto al record del 2011. Infine, il 2013 ha visto il numero in assoluto più alto di produzioni realizzate in una stagione: 167. Se si considera l’andamento lungo un arco temporale più lungo, si evince che non si è trattato di un exploit: la produzione media di cinema – diminuita da 114,8 degli anni Ottanta a 100,7 degli anni Novanta –, nel primo decennio degli anni Duemila è arrivata a 120,7 per balzare, dal 2000 al 2013, a 131,1. Allo stesso modo, la media relativa alle opere 100% nazionali, dopo una caduta verticale da 98,2 titoli a stagione degli anni Ottanta a 85,9 negli anni Novanta, fino al 2010 ha registrato una graduale ripresa riportando l’indice a 91,2, ma soprattutto ha messo a segno un progresso ancora maggiore nelle annate immediatamente successive: arrivata nel 2012 alla soglia di 99 produzioni annue, nel 2013 – grazie al nuovo apporto di 138 opere – si è insediata per la prima volta oltre la fatidica barriera di 100 film per anno. Lo scorso anno, per la quarta stagione consecutiva, i titoli d’iniziativa italiana hanno inoltre rappresentato oltre il 90% del volume globale di prodotto offerto dalla cinematografia nazionale. A questo risultato ha senz’altro contribuito il flusso delle coproduzioni con partnership a maggioranza italiana, che ha dimostrato una sostanziale tenuta, malgrado il divario ancora esistente con gli altri operatori europei, e che sta contribuendo ad avviare un processo di diversificazione ed evoluzione delle tematiche e dei contenuti distintivi della cinematografia nazionale, da sempre in bilico tra denuncia e satira. Infatti, come testimonia la suddivisione per “genere” dei film sostenuti con i contributi governativi del Fondo Unico per lo Spettacolo del MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo), negli ultimi otto anni, 2 opere su 3 (esattamente il 66,16%) appartengono a questi due filoni. Il listino dei film prodotti e coprodotti in Italia nel 2013 esplicita una vitalità economica, artistica, culturale e sociale: se la produzione si consolida, infatti, aumentano i progetti, Fondazione Ente dello Spettacolo Via Aurelia, 468 · 00165 Roma · Telefono +39 06 96519200 · Fax +39 06 96519220 Email [email protected] · www.entespettacolo.org · Partita IVA 09273491002 - Codice Fiscale 97434740581 come si evince dall’andamento delle istanze presentate alla Direzione Generale per il Cinema del MiBACT per accedere ai contributi d’incentivazione a supporto delle opere prime e seconde, dei cortometraggi e dello sviluppo di sceneggiature originali. Negli ultimi 8 anni le richieste di accesso alle agevolazioni sono aumentate del 64,18% e conseguentemente il numero dei progetti riconosciuti eleggibili al sostegno dei fondi pubblici ha segnato un incremento (in valori assoluti e non monetari) del 90,14%. Il ciclo industriale 2013 del cinema italiano presenta un paradosso perché, mentre i livelli produttivi hanno raggiunto i loro massimi storici (167 titoli totali, 156 opere d’iniziativa italiana e 138 al 100% nazionali), le risorse economiche si sono ridotte da un anno all’altro da 493,1 milioni a 357,6 milioni di euro, tornando a dimensioni mai riscontrate dal 2007 in poi. Pur a fronte di un’iniezione di capitali sul mercato nettamente inferiore all’anno precedente, la produzione nazionale mostra tuttavia nella sua globalità un costo medio superiore al 2012, tornato sopra la soglia di 2 milioni di euro. In questo risultato, più che in altri, si rispecchia il consolidamento strutturale dell’industria del cinema nazionale, ed è proprio dalla classe più alta d’investimento, fra 7,5 e 8,5 milioni di euro, che si collocano i due lavori che nell’ultima stagione hanno raccolto risultati eccezionali: il premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino e il nuovo campione d’incassi nella storia del cinema nazionale, Sole a catinelle di Gennaro Nunziante, che ha richiamato al botteghino in soli tre mesi dal debutto (31 ottobre 2013) 8,004 milioni di spettatori, incassando 51.839.357 in totale milioni di euro. D’altro canto, riconoscimenti importanti come il Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2013 a Sacro GRA di Gianfranco Rosi e il Marc’Aurelio d’oro all’ottava edizione del Festival di Roma a TIR di Alberto Fasulo evidenziano la ripresa in Italia del genere documentario (per un totale di 745 titoli). Negli ultimi anni l’impegno delle film commission regionali nel finanziare fondi di sostegno per il genere doc e di festival, rassegne e concorsi hanno agevolato l’attività di centinaia di società e operatori del settore. Per quanto riguarda l’animazione – malgrado sia sempre il prodotto statunitense a conquistare le prime posizioni al box office – l’industria italiana, trainata da Rainbow di Iginio Straffi, Atlantyca di Pietro Marietti ed Elisabetta Dami e Mondo TV di Orlando Corradi, è un punto di riferimento nel panorama europeo perché, al di là del circuito theatrical, vanta una penetrazione di rilievo sul mercato casalingo, superando nell’home video il 24% dell’offerta. Altro traino della produzione è costituito dalla produzione di cortometraggi, fondamentali nel processo di formazione ed evoluzione della comunità professionale e della stessa industria cinematografica, costituendo il banco di prova più appropriato per le nuove generazioni di autori e tecnici. Sostenuta dagli strumenti pubblici di agevolazione (Fus del MiBACT, film commission regionali, programmi culturali di comuni e province), la produzione di cortometraggi può essere stimata ancora una volta attraverso le istanze presentate alla Direzione Generale per il Cinema in 126, 182 e 204 unità fra il 2011 e il 2013 (contro i soli 28, 26 e 38 del triennio 2008-2010): cifre che segnalano in corrispondenza investimenti collocabili fra 45 e 50 milioni di euro (con un totale di oltre 300 corti prodotti). In contrapposizione al trend cinematografico in generale crescita, l’andamento delle opere televisive ha seguito il percorso inverso, adeguandosi alla caduta del 17,6% della raccolta pubblicitaria, verificatasi fra il 2010 e il 2013. Nel 2013, per far fronte alla crisi, il comparto TV ha avviato un processo di rimodulazione dei propri palinsesti e di revisione delle strategie industriali e delle politiche commerciali. Dal 2008 al 2012 la committenza era scesa da 508 milioni di euro a 255 e il monte ore di fiction italiane trasmesse in prime time precipitato da 760 (dopo il picco assoluto di 799 del 2007) a 532, mentre le fiction d’importazione, soprattutto d’origine statunitense, erano arrivate a occupare una quota del 46% sulla messa in onda globale, contro il 12% di provenienza europea e il 42% nazionale. Nel 2013 l’offerta è risalita a un valore di quasi 300 milioni di euro (198 dei quali di fonte Rai). La messa in onda di repliche si è però pressoché triplicata e la quota media di share per i canali digitali è salita al 36,8% mentre quella delle reti ex analogiche è diminuita al 63,2% (nel 2008 era pari al 90%), tuttavia le opere nazionali sono tornate a occupare il 64% della programmazione in prime time contro il 36% di quelle estere. Riguardo alle sale, in Italia si è riscontrata nel 2013 una decrescita dei monosala: secondo i dati Cinetel in 8 anni sono scomparse 183 strutture. Parallelamente – in linea con gli altri paesi europei (Francia, Germania, Spagna) – sono diminuiti anche i multischermo (2-4 schermi), mentre sono migliorati i dati sui multiplex. Questi dati sono annualmente raccolti dall’Area Studi della Fondazione Ente dello Spettacolo ed elaborati nel volume Rapporto. Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia. Giunta alla sua sesta edizione, e per la prima volta coeditata con il MiBACT - DG Cinema, l’edizione offre una panoramica sulla situazione economica del settore cinematografico italiano e un confronto con le realtà culturali e industriali europee e mondiali, fornendo un’istantanea dei trend nel mercato del lavoro legato alla produzione filmica. Attraverso collaborazioni con altre realtà e attori di primaria importanza per il comparto, il Rapporto presenta inoltre una mappatura del processo di digitalizzazione e offre una serie molteplice di prospettive d’analisi e previsioni per il futuro. Il Rapporto è scaricabile gratuitamente in pdf in versione italiana e inglese dal sito www.cineconomy.com. Il sito, nato nel 2009 per offrire agli utenti una visione organica del Mercato e dell’Industria del Cinema, contiene anche una sezione “news” in continuo aggiornamento che alterna le notizie economiche più rilevanti tratte dai maggiori quotidiani e periodici italiani e internazionali ad approfondimenti e servizi realizzati dalla redazione, alla copertura dei maggiori Mercati dell’Audiovisivo (Cannes, Venezia, Roma, MipCom), dando spazio a una pluralità di voci e di punti di vista nonché offrendo un quadro unitario della situazione europea. Cineconomy non si rivolge soltanto a operatori, analisti e specialisti del settore, ma a quanti sono interessati a seguire da vicino i protagonisti e i meccanismi del necessario e strategico rinnovamento del mondo del cinema internazionale. Nel 2014 la Fondazione Ente dello Spettacolo partecipa al progetto “La bussola del cinema - Find your way shooting in Italy”, insieme alla Direzione Generale per il Cinema del MiBACT e Italian Film Commissions: portale web indirizzato principalmente alle produzioni italiane e straniere per orientarsi tra le offerte e le opportunità – sia in termini di finanziamenti sia di servizi – che il sistema italiano mette al servizio del settore cinematografico e audiovisivo. La bussola del cinema – che inizialmente sarà in italiano e in inglese, con il progetto di incrementare nel prossimo futuro il numero di lingue – si propone come una mappa di tutte le strutture attive, utili per conoscere le opportunità offerte dal territorio (come una mappa delle location disponibili) e accedere con facilità all’elenco di fondi e bandi messi a disposizione dallo Stato e dalle Regioni italiane. Antonio Urrata Direttore Fondazione Ente dello Spettacolo
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