Municipio Roma I Centro Mozione n. 64 del 23.10.2014 Prot. n. CA/143569/2014 Oggetto: Richiesta di ritiro licenziamenti degli artisti del coro e dell’orchestra del Teatro dell’Opera Proponenti: A.L. Secchi (PD), J. Argilli (SEL), S. Tozzi (FDI), T. Giuntella (PD), M. Cioffari (SEL), G. Manca (SEL), Y. Trombetti (PD), S. Lilli (PD), N. Naim (L.C. Marino), S. Marin (L.C. Marino), L. Aubert S. Marchi (La Destra) PREMESSO CHE Il Teatro Costanzi rappresenta la storia e la memoria della lirica italiana. Qui Pietro Mascagni mise in scena la prima nel 1890, de La Cavalleria Rusticana e fece il direttore artistico nel 1909. Sempre nel teatro lirico di Roma, Giacomo Puccini rappresentò la prima della Tosca, il 14 Gennaio 1900, indissolubilmente legata a Roma e la Fanciulla del West diretta da Arturo Toscanini, e Ruggero Leoncavallo mise in scena la prima di Maia. Senza considerare i grandi direttori d’orchestra che vi hanno diretto. Toscanini, Von Karajan, Abbado, Sinopoli, Maazel, fino a Riccardo Muti e tanti altri nomi immortali della musica. La crisi del sistema lirico italiano, basato sul modello delle Fondazioni di diritto privato ex Decreto Legislativo 367/1996, ha assunto dimensioni, caratteristiche e gravità tali da condurre il Governo e l’allora Ministro Bray, a predisporre – a fronte di un indebitamento consolidato complessivo del sistema lirico che in quel momento di aggirava intorno ai 350 milioni di euro - misure ed interventi finanziari straordinari da parte dello Stato, contenute nell’articolo 11 del Decreto Legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito con modificazioni del Parlamento dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112. Con l’approvazione del citato decreto legge, sono stati stanziati, tra l’altro, 75 milioni di euro per la costituzione di un fondo di rotazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, avente la finalità di sostenere i piani di risanamento dei bilanci, la ristrutturazione del debito, nonché la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo, fino al 50 per cento di quello in essere al 31 dicembre 2012, e una razionalizzazione del personale artistico delle fondazioni; il successivo decreto legge, il n. 83 del 31 maggio 2014, convertito con modificazioni dalla legge 106/2014, ha disposto che il fondo di rotazione di cui al periodo precedente fosse incrementato di 50 milioni di euro per l’anno 2014, portandolo alla cifra complessiva di 125 milioni di euro. CONSIDERATO CHE nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 2 ottobre 2014, il Sindaco di Roma e Presidente del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, Ignazio Marino, e il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, Carlo Fuortes hanno annunciato la decisione del Cda della fondazione lirica romana di procedere al licenziamento collettivo dell’intera orchestra e del coro. VISTO CHE le disposizioni recate dal DL 91/2013 e dal DL 83/2014, nel prevedere che i piani di risanamento delle fondazioni coinvolgano anche il personale dipendente in forma stabile e nello stabilire norme di primo grado proprio in materia di rapporti di lavoro tra fondazioni e loro lavoratori dipendenti, prescrivono in materia di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che esso possa essere “instaurato esclusivamente a mezzo di apposite procedure selettive pubbliche”. Norme a carattere prescrittivo in materia di contrattazione collettiva nel settore lirico sinfonico, nonché disposizioni in materia di personale dipendente dalle fondazioni lirico-sinfoniche, sono, peraltro, dettate dal DL 64/2010, dove, agli artt. 2 e 3 sono stabilite regole vincolanti sulla stipula e sugli obblighi discendenti dai contratti di lavoro subordinato tra le fondazioni liriche e il personale dipendente; le fondazioni lirico sinfoniche rientrano nell’elenco delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato dello Stato ai sensi dell’articolo 1, comma 3 della legge 31 dicembre 2009, n.196, e sono beneficiarie dei finanziamenti pubblici statali provenienti dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) in ragione dello svolgimento di attività di produzione e diffusione culturale di pubblico interesse, nonché “per quanto di competenza alla formazione professionale dei quadri artistici”, quadri artistici che dal 1 gennaio 2015, stante la decisione del CdA della fondazione romana, il Teatro dell’Opera di Roma Capitale non avrà più nel proprio organico; stanti le norme di cui alla precedente premessa che consentono l’accesso a fondi straordinari per il risanamento dei deficit strutturali delle Fondazioni Lirico Sinfoniche tramite presentazione di un piano di rientro che implichi, tra l’altro, la razionalizzazione delle piante organiche a partire dal personale amministrativo e tecnico dipendente a tempo indeterminato. TENUTO CONTO che nei giorni scorsi si è aperta la procedura di licenziamento in blocco solo per la massa artistica costituita dagli artisti del coro e dell'orchestra, costituita da 180 addetti, su un totale di circa 460 dipendenti tra tecnici e amministrativi complessivi del Teatro. Che solo la parte artistica è stata assunta con concorso internazionale, garantendo la trasparenza degli atti amministrativi e la selezione dei maestri migliori per l'Ente Lirico. Che sulla stampa sono state diffuse notizie atte a screditare l'intera massa artistica, come quelle che definiscono "privilegi" indennità assolutamente comprensibili e ammontanti a cifre ridicole, e notizie non corrette, come l'altra che sostiene che i maggiori teatri internazionali si affidano ad orchestre esterne, mentre le realtà più prestigiose al mondo, come quelle della Germania, della Svizzera, della Francia, dell'Austria e degli Stati Uniti sono viceversa interne alle fondazioni. Che la notizia del licenziamento ha destato sconcerto nel mondo della Cultura e autorevoli esponenti come Salvatore Accardo e altri direttori di orchestra e musicisti di primo piano italiani e stranieri hanno fortemente stigmatizzato l'accaduto. Che la Commissione Cultura del I Municipio, riunitasi in due diverse sedute, ha avuto modo di approfondire accuratamente molti aspetti che riguardano la gestione del Teatro, ritenendo che la questione del deficit non possa ricadere sulla parte artistica Che l'esternalizzazione della parte artistica, a detta di molti esperti, può comportare un abbassamento del livello qualitativo dell'offerta culturale del Teatro dell'Opera e un danno di immagine per la città di Roma CONSIDERANDO Che per tre anni il bilancio del teatro risultava chiuso in pareggio. Che nei magazzino del Teatro giace un patrimonio in costumi, scenografie e bozzetti, alcuni realizzati da grandissimi scenografi o artisti come Giorgio De Chirico e che questo, oltre a non essere utilizzato rimane inaccessibile al pubblico. TUTTO CIÒ PREMESSO IL CONSIGLIO DEL MUNICIPIO ROMA I CENTRO Esprime solidarietà ai lavoratori del coro e dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, rigettando le ventilate ipotesi di esternalizzazione. INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE A far ritirare immediatamente la procedura di licenziamento attivata dalla Direzione del Teatro, convocando un tavolo con le rappresentanze sindacali e i rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali per studiare soluzioni alternative a quella adottata per il risanamento del deficit economico del Teatro. A Verificare tutte le voci di bilancio alternative sulle quali intervenire per avviare una operazione di razionalizzazione della spesa. Ad avviare un percorso di valorizzazione di questa eccellenza della Città di Roma, anche attraverso la tutela valorizzare questa eccellenza italiana, anche attraverso la tutela e un miglior utilizzo del patrimonio giacente nei magazzini del Teatro. Il Presidente, assistito dai Consiglieri Curcio, Argilli e Aubert, che fungono da scrutatori, pone in votazione, per alzata di mano, la suestesa proposta di Mozione che risulta approvata all’unanimità con 18 voti favorevoli, nessun contrario e 3 astenuti (Consiglieri D’Ubaldo,Ricciardelli, Curcio). Il Segretario F.to M.P. Bellini Il Presidente del Consiglio F.to Yuri Trombetti
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