Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/MI • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx • XXXXXX pag. xx FOCUS/ MATERIALI/ EDILIZIA PUBBLICA a pag.8 Geotessile e geosintetici a pag. 13 www.giornaleingegnere.it N. 6 - Giugno 2014 Il caso dello stadio di Brasilia realizzato per i Mondiali di calcio in Sud America PENSIERI IN LIBERTÀ In campo l’ingegneria e l’architettura italiana dott. ing. Franco Ligonzo Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti 1563 ITALIAN STYLE titolo titolo titolo titolo titolo titolo titolo dott. arch. Valeria Bottelli prof. arch. Alessandro Trivelli n un momento, come questo, di grande crisi del merItivicato immobiliare e della professione, uno degli obietprioritari dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, dott. ing. Stefania Ferrante L o Stadio Nazionale di Brasilia, meglio noto come il “Mané Garrincha”, sarà uno dei princi- pali stadi per la Coppa del Mondo 2014 e per l’occasione ospiterà sette partite, inclusa la finale per il terzo posto. Il nome è un omaggio alla leggenda del calcio Ma- né Garrincha che con la nazionale del Brasile vinse la Coppa del Mondo nel 1958 e nel 1962. Energia, la leva dell’efficienza per crescere e competere S e vuole rimanere la seconda manifattura d’Europa e la quinta del Mondo l’Italia ha bisogno di una base industriale forte e competitiva, in termini sia di produzione che di investimenti, quale motore principale di crescita economica e di occupazione. Ma la competitività richiede un contesto stabile, semplice e prevedibile, con una migliore regolamentazione, ivi compresa una politica corrente in materia di energia e clima che assicuri prezzi dell’energia accessibili e margini per competere, sicurezza dell’approvvigionamento e il conseguimento dei previsti obbiettivi climatici e ambientali. L’INTERVENTO La nuova manifattura che sconvolge il mondo prof. dott. Giuseppe Lanzavecchia Come ho già scritto in altre occasioni su questo Giornale oggi con la crisi e la disoccupazione, cittadini, lavoratori e - innanzitutto - politici, insistono con le vecchie soluzioni, invece di cercarne di nuove, mentre tutte le attività del passato sono via via destinate a essere compiute da macchine, informatiche e robotiche. Ho scritto anche che alle persone rimarranno soltanto quelle innovative e creative. È scarsamente utile pertanto trovare posti di lavoro per attività destinate, prima o poi, a scomparire e quindi a creare nuova disoccupazione. Ad esempio, si ripropone l'edilizia, il vecchio cavallo di battaglia delle soluzioni arcaiche, ignorando che in Cina nei mesi scorsi la WinSun Decoration Design Engineering 3D ha stampato 10 case in un solo giorno. segue a pag. 12 a pag. 7 uò sembrare un caso: su P due numeri successivi di TIME sono apparsi due articoli sostanzialmente sullo stesso tema e complementari. Il primo di Robert D. Kaplan parla di ritorno alla geopolitica, il secondo di Rana Foroohar parla di deglobalizzazione. Abituati, come siamo, a pensare al Pianeta come un tutt’uno e allo sviluppo economico, dovunque si verifichi, come a un pozzo accessibile a tutti, forse abbiamo qualcosa di nuovo cui pensare. “Old World Order” How geopolitica fuels endess chaos a pag. 3 a pag. 5 L’EDITORIALE prof. ing. Pierangelo Andreini paesaggisti e conservatori della provincia di Milano è l’attivazione di una strategia complessa e articolata volta all’incentivazione delle opportunità di internazionalizzazione della professione. L’Ordine ha quindi recentemente formato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di sviluppare il tema dell’internazionalizzazione partendo da quanto già fatto in passato, per costituire entro l’inizio del prossimo anno una rete di relazioni, un corpo di supporto e alcuni strumenti operativi volti a facilitare lo sviluppo della professione dell’architetto all’estero. Geopolitica e deglobalizzazione INGEGNERI Ecco il nuovo Codice deontologico dott. ing. Giovanni Manzini Lo scorso maggio è stato emanato il nuovo Codice deontologico degli Ingegneri, deliberato dal Consiglio Nazionale della categoria. La nuova edizione del Codice, necessaria per recepire la normativa sulle professioni regolamentate e la conseguente regolamentazione attuativa, è stata elaborata dopo un iter consultivo che ha visto protagonisti gli Ordini territoriali e le Consulte regionali, che hanno fatto luce sia sulle istanze prettamente locali, sia su quelle istanze derivanti dalla pratica delle varie aree e competenze professionali. Il nuovo Codice deontologico si presenta con un’articolazione più sistematica, una facilità di lettura e comprensione più agevole, consentendo ai destinatari di individuare con immediatezza la tipologia di obbligo cui si è tenuti e l’interesse che l’obbligo deontologico intende proteggere. Le novità del nuovo Codice sono essenzialmente raggruppabili nelle seguenti aree. n vengono introdotte le “Premesse”, non contemplate nella previa versione; n viene chiaramente indicato l’ambito di applicazione, stabilendo come destinatari del Codice “gli iscritti ad ogni settore e in ogni sezione dell’Albo, … “ e comprendendo non solo gli Ingegneri liberi professionisti, ma tutti gli appartenenti alla categoria, operanti sia in forma individuale sia in forma associata; n viene introdotto l’obbligo di assicurazione professionale; n viene introdotta la responsabilità deontologica anche della società di Ingegneri iscritta all’Albo per fatto commesso dall’Ingegnere nell’ambito delle attività svolta dalla società per cui è socio; n viene introdotto l’obbligo per tutti gli Ingegneri di rispettare il Codice deontologico e di farlo rispettare; n vengono eliminate le norme di attuazione, i cui precetti sono rinvenibili nel nuovo articolato; n il corpo codicistico, composto di 23 articoli, viene suddiviso in 7 Capi, dedicati rispettivamente a: parte generale (Capo I), doveri generali (Capo II), rapporti interni (Capo III), rapporti esterni (Capo IV), rapporti con l’Ordine (Capo V), incompatibilità (Capo VI) e disposizioni finali (Capo VIII). and old-schhool conflicts in the 21st century”. By Robert D. Kaplan (31 March 2014); Forget about the world being flat. Forget technology as the great democratizer. Forget the niceties of international law. The worldwide civil society that the elites thought they could engineer is a chimera. Geography will not be easily tamed. “Molti policy makers e thinkers occidentali, cresciuti in condizioni di sicurezza e prosperità senza precedenti, si sono formati intellettualmente nel “dopo-guerra fredda”, quando generalmente si credeva che una nuova serie di regole razionali avrebbe guidato la politica estera. segue a pag. 12 N. 6 - Giugno 2014 5 il GIORNALE dell’INGEGNERE MONDIALI DI CALCIO Il tanto made in Italy nello stadio di Brasilia segue da pag. 1 Lo stadio preesistente, costruito nel 1974, è stato completamente smantellato e, a seguito dei lavori di espansione, ha aumentato la propria capacità da 42.000 a oltre 70.000 spettatori. Inoltre, grazie al suo nuovo design monumentale e alla sua posizione centrale nella collezione di architettura ultramoderna che fa di Brasilia un patrimonio dell’Unesco, lo Stadio è diventato il nuovo emblema della città. I lavori di ampliamento/rifacimento sono stati affidati alla società governativa NovacapTerracap e da questa suddivisi in lotti per i lavori civili mentre la copertura in acciaio attraverso la società brasiliana Entap è stata realizzata dalla Cimolai S.p.A. di Pordenone. DESCRIZIONE GENERALE DELLA STRUTTURA DI COPERTURA La singolarità dell’edificio consiste nelle sue 288 colonne alte 46 m che ne circondano l’intero perimetro e su cui appoggia l’anello di compressione in calcestruzzo. Lo stesso anello funziona da supporto per la copertura composta da cavi metallici ed elementi di carpenteria a supporto delle membrane e del policarbonato. Il concetto strutturale del tetto si basa sul principio della ruota della bicicletta combinato con una struttura di copertura sospesa. La geometria di base del tetto consiste in un cerchio i cui 48 assi radiali in tensione reagiscono come i raggi della ruota della bicicletta tra l’anello di compressione esterno in calcestruzzo e l’anello di trazione interno in cavi. Lo schema circolare consente la massima ottimizzazione e modularizzazione degli elementi strutturali coinvolti portando a simmetria ed omogeneità le forme. Le strutture radiali, lunghe oltre 60 metri, sono realizzate da capriate “miste” ovvero strutture in profilato d’acciaio combinate con un sistema di funi pretese. Le funi sono spiroidali chiuse con diametro d=95mm, denominate radial cables, e collegano l’anello di compressione esterno con quello di tensione interno con funzione di cavi portanti su cui, mediante morsetti fusi, sono fissati gli elementi tubolari che vanno a dar corpo alla capriata stessa. Le capriate si innestano, come detto, al corpo centrale teso, composto da un anello di funi disposto sul livello inferiore, il ring cable, con 8 funi chiuse del diametro d=100 mm ciascuna. Tra una capriata e l’altra, a distanza costante, sono inseriti una serie di elementi metallici, i membrane arches, che oltre a stabilizzare le capriate stesse donano ondulazione all’intera copertura realizzata con membrane in PTFE. La parte terminale di ciascuna capriata si completa con uno sbalzo di 17,5 m ricoperto con lastre di policarbonato compatto extra chiaro. La copertura principale dello stadio garantisce la protezione alla totalità degli spalti mentre la parte interna, corrispondente al campo di gioco, è lasciata scoperta ma si prevede l’installazione in futuro di un tetto retrattile. LA PROGETTAZIONE: Una interessante coincidenza da sottolineare è: tre generazioni di architetti apparte- Lo Schema circolare della copertura, vista da interno stadio. Il montaggio in quota delle capriate e dei “membrane arches” DATI PRINCIPALI 3.000 ton di struttura metallica 7.000 m di funi chiuse tipo FLC 160 ton di morsetti per cavi, fusi in acciaio GS 18NiMoCr 3 6 85.000 m2 di membrane PTFE nenti alla stessa famiglia hanno preso parte alla progettazione dello stadio Mané Garrincha in tempi diversi. Costruito nei primi anni ‘70, lo stadio è stato progettato da Icaro Castro Mello, architetto e atleta di fama internazionale nonché padre e nonno di quelli che sarebbero divenuti gli autori del nuovo design in occasione della Coppa del Mondo 2014. A quaranta anni dal primo progetto realizzato da Icaro, spetta infatti ad Eduardo e Vincent Castro Mello raccogliere la sfida e creare il design del nuovo stadio di Brasilia soddisfacendo non solo gli standard FIFA ma anche i nuovi concetti di sostenibilità 70 mila Lo stadio preesistente, costruito nel 1974, è stato completamente smantellato e, a seguito dei lavori di espansione, ha aumentato la propria capacità da 42.000 a oltre 70.000 spettatori. al punto da ricevere la LEED Platinum, la più alta certificazione di sostenibilità ambientale. La fase esecutiva è stata sviluppata con la collaborazione fra lo studio di ingegneria tedesco Schlaich Bergermann and Partners (SBP) e gli architetti del gruppo Gerkan Marg and Partners (GMP). La Cimolai ha sviluppato tutta la ingegneria di dettaglio supportandola con le analisi locali e utilizzando la modellazione ad elementi finiti. Con l’ausilio dei software Bocad e Tekla è stato quindi realizzato un modello tridimensionale della struttura con la definizione di tutti i dettagli per la redazione dei disegni costruttivi. LA REALIZZAZIONE DELL’OPERA Uno dei requisiti fondamentali nella realizzazione dello Stadio Nazionale di Brasilia è stata la tolleranza molto ristretta nella fabbricazione da parte della Cimolai di tutti gli I collegamenti in quota elementi di carpenteria metallica componenti la copertura. Al fine, infatti, di consentire valori alti di pretensione del sistema di funi, è stato richiesto che gli elementi in carpenteria metallica venissero fabbricati con tolleranze non usuali se confrontate con quelle usualmente adottate per strutture in acciaio di analoga tipologia. Questa precisione ha consentito di utilizzare al massimo la capacità portante dei cavi e contemporaneamente di evitare effetti secondari. Per alcuni elementi come le piastre di ancoraggio, a causa dell’entità degli sforzi da trasferire ed ai dettagli di collegamento progettati, è stato richiesto l’utilizzo di acciaio speciale Z25-Z35 con elevata resistenza nella direzione perpendicolare al piano di laminazione. Il controllo geometrico da parte del sistema di qualità della Cimolai durante la produzione degli elementi principali della capriata ha garantito che non ci fossero inconvenienti nella fase di assiematura a terra e nel successivo posizionamento in quota. IL MONTAGGIO DELLA COPERTURA Il montaggio della struttura è avvenuto sostanzialmente in tre fasi principali: il montaggio delle piastre in acciaio in corrispondenza di ciascun punto di ancoraggio dei cavi a ridosso dell’anello di compressione in calcestruzzo armato, il “big lift” ed infine l’assiemaggio e montaggio in quota della copertura. Nell’agosto del 2012 la posa in opera della prima piastra di ancoraggio ha dato il via al montaggio della copertura. Le differenti logiche di tolleranze tra le opere in c.a. e le strutture metalliche hanno imposto, già in fase di progettazione, accorgimenti tecnici che permettessero la compatibilità e non interferissero con le piccolissime tolleranze della rete di funi chiuse. Successivamente, con il campo di gioco libero dai mezzi, in preparazione del “Big Lift”, sia nel pitch che su parte delle gradinate è stata stesa la rete Il montaggio della membrana in ETFE di cavi con messa in tensione tramite 48 strand jacks; una volta raggiunti i corretti valori di tensione nel rispetto delle fasi definite dal progettista per assicurare la stabilità strutturale, l’intera rete di cavi ha iniziato a sollevarsi fino alla fase di connessione fra i cavi radiali e le piastre di ancoraggio attraverso i 48 lug plates, vere e proprie cerniere tra i punti fissi di ancoraggio nell’anello di compressione e le funi radiali. Al termine del big lift il montaggio è proseguito con l’installazione delle capriate, degli elementi di connessione, di controventamento e della comsol 27 struttura a sbalzo a sostegno del policarbonato. Parallelamente al montaggio delle strutture metalliche secondarie di completamento è iniziata l’installazione delle membrane e del policarbonato. A conclusione si è effettuata l’installazione di tutte le strutture accessorie. L’opera è stata completata non solo rispettando i vincoli tecnici imposti dal progettista ma anche i tempi ristrettissimi richiesti per garantire lo svolgimento delle attività propedeutiche di collaudo e di allestimento per la partita d’esordio della FIFA Confederations Cup 2013 svoltasi il 15 giugno 2013 tra Brasile e Giappone (e conclusasi con un 3-0 per i padroni di casa). *Project Manager Stadio Nazionale di Brasilia Cimolai S.p.A. dott. ing. Stefania Ferrante
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