COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA
EMBARGO
Il contenuto di questo comunicato stampa ed il relativo
rapporto non devono essere citati o riassunti dalla stampa
prima del 10 settembre 2014, 17:00 GMT
(13:00 New York, 19:00 Ginevra, 22:30 Delhi, 02:00 - 11
settembre 2014 Tokyo)
UNCTAD/PRESS/PR/2014/32∗
Original: English
Traduzione senza correzione e non ufficiale (Italien)
LA SFIDA FISCALE: LA RESPONSABILITÀ DI GENERARE ENTRATE FISCALI
ADEGUATE IN UN MONDO GLOBALIZZATO NON PUÒ ESSERE LASCIATA ALLE
SOLE AUTORITÀ NAZIONALI, IL RAPPORTO DELL'UNCTAD DICE
Politiche multilaterali e nazionali sono necessarie per arginare l'emorragia fiscale
dalla concorrenza fiscale, le pratiche di elusione fiscale e l'ingiusta distribuzione
delle rendite derivate da risorse naturali
Ginevra, 10 settembre 2014 - I governi dei paesi ricchi e di quelli poveri dovrebbero essere in grado di
finanziare gli investimenti e le altre spese pubbliche necessarie per soddisfare le esigenze dei loro
cittadini per una vita più prospera e sicura. Generare un gettito fiscale nazionale consistente è di
fondamentale importanza, poiché nel lungo periodo si può fare un maggiore affidamento sulle entrate
fiscali che sugli aiuti internazionali e poiché sono più sostenibili rispetto al debito pubblico, e anche meno
soggette a condizioni che limitano lo spazio di azione politica.
Nel processo di sviluppo, i paesi devono aumentare la spesa pubblica per le infrastrutture, i servizi di
base ed i trasferimenti sociali. Allo stesso tempo, l'aumento del livello medio di reddito favorisce
l'ampiamento della base imponibile e rende più affidabile la riscossione fiscale da parte dello Stato. Pur
considerando il rilievo delle differenti condizioni politiche, lo spazio fiscale e lo sviluppo economico sono
tradizionalmente evoluti insieme.
Ma secondo il rapporto "Trade and Development 2014" (Commercio e Sviluppo 2014)1 lanciato oggi,
l'attuale struttura dell'economia globale sta rendendo difficile per i paesi aumentare le entrate pubbliche e
scegliere liberamente come strutturare la propria politica fiscale. L'abbassamento delle tariffe commerciali
ha ridotto significativamente i ricavi da tasse doganali, mentre la maggiore mobilità dei capitali ed il
diffondersi di paradisi fiscali hanno notevolmente modificato le condizioni di tassazione del reddito e della
ricchezza. La concorrenza fiscale tra i paesi ha il potenziale di scatenare una "corsa al ribasso" fiscale nel
tentativo di attrarre o trattenere gli investimenti esteri. Le aliquote d'imposta sulle società e sul reddito
sono diminuite sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo, mentre l'incidenza dell'imposta
sul valore aggiunto e di altre imposte indirette è aumentata. Una struttura fiscale più fragile è diventata
anche più regressiva.
* Contacts: UNCTAD Communications and Information Unit, +41 22 917 58 28, +41 79 502 43 11, [email protected],
http://unctad.org/press
1
Il Rapporto (Vendita No. E.14.II.D.4, ISBN: 978-92-1-112877-2) può essere richiesto dal "United Publications Sales and
Marketing Office" all'indirizzo indicato di seguito o da agenti di vendita delle Nazioni Unite in tutto il mondo. I clienti possono
inviare gli ordini o richieste a: United Publications Sales and Marketing Office, 300 E 42nd Street, 9th Floor, IN-919J New York,
NY 10017, United States. tel.: +1 212 963 8302, fax: +1 212 963 3489, e-mail: [email protected], https://unp.un.org.
UNCTAD/PRESS/PR/2014/32
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Una gran parte dei flussi finanziari illeciti - che fanno uso di tutti i tipi di meccanismi per eludere il controllo
giudiziario e normativo - passa attraverso i centri finanziari off-shore, con sede in "giurisdizioni segrete".
Fra l'8 ed il 15 per cento della ricchezza finanziaria netta delle famiglie è detenuto in paradisi fiscali, la
maggior parte non registrata. La conseguente perdita di entrate pubbliche è stimata fra i 190 ed i 290
miliardi di dollari l'anno (in Euro fra i 144 ed i 220 miliardi), di cui circa un terzo proveniente dai paesi in
via di sviluppo (cifre queste pari a due terzi del' assistenza annuale ufficiale allo sviluppo!). Per le
imprese, il principale veicolo di evasione o elusione fiscale, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo,
è l'uso improprio di "prezzi di trasferimento" (cioè quando le imprese internazionali fissano prezzi per i
beni ed i servizi forniti all’interno del gruppo in modo da generare un profilo di bilancio che riduca al
minimo l’imposizione fiscale). Per via di questa elusione fiscale i paesi in via di sviluppo perdono oltre 160
miliardi di dollari l'anno (o circa EUR 120 miliardi), ben al di sopra di quanto non ricevano in aiuti allo
sviluppo dai paesi più ricchi.
L'architettura fiscale internazionale non è riuscita finora ad adattarsi a pieno a questa realtà. Il Rapporto
"Trade and Development 2014" (Commercio e Sviluppo 2014) sostiene che i centri finanziari offshore
e le giurisdizioni segrete che li ospitano sono pienamente integrati nel sistema finanziario globale, e che
gran parte del commercio e dei flussi di capitali (compresi gli investimenti diretti esteri) vengano
convogliati attraverso di loro. Utilizzare tali giurisdizioni è ormai parte della prassi commerciale per la
maggior parte delle grandi imprese e delle banche. Inoltre, i fornitori più importanti di segretezza
finanziaria sono alcuni fra paesi più grandi e più ricchi del mondo (o aree specifiche all'interno di quei
paesi). Cambiare questo sistema richiede dunque non solo la conoscenza degli aspetti tecnici, ma anche
una leadership politica forte.
In molti paesi in via di sviluppo lo spazio fiscale è ancora fortemente condizionato dalle operazioni delle
imprese operanti nel settore estrattivo. Il Rapporto sottolinea come gli incentivi fiscali offerti a queste
imprese siano stati eccessivamente onerosi in termini di entrate pubbliche mancate. I calcoli
dell'UNCTAD su un campione di paesi in via di sviluppo ricchi di risorse naturali mostrano come tra il
2004 e il 2012 i governi abbiano raccolto solo fra il 17 ed il 34 per cento dei redditi generati nelle industrie
estrattive dominate da imprese private.
Il rapporto osserva che molti governi - sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo - stanno
cercando di migliorare nella riscossione delle imposte. Per quanto riguarda le politiche concernenti
industrie estrattive, questo ha significato la rinegoziazione o la cancellazione dei contratti esistenti,
l’aumento delle aliquote fiscali o dei tassi di royalty, l’introduzione di nuove tasse e la variazione delle
partecipazioni pubbliche nei progetti estrattivi. Per quanto riguarda i flussi finanziari illeciti, alcuni governi
stanno anche adottando norme antielusive che permettano di aumentare la probabilità che le pratiche
fiscali elusive siano dichiarate illegali. I governi possono anche affrontare più efficacemente gli abusi sui
prezzi di trasferimento, utilizzando prezzi di riferimento per un certo numero di beni scambiati, in
particolare per le materie prime.
Le misure multilaterali restano comunque della massima importanza per prevenire pratiche "beggar-myneighbour" (i.e. l'uso di politiche opportunistiche con effetti negativi sui partner commerciali) e stabilire
regole chiare e condivise che garantiscano che le imprese paghino le tasse nei paesi in cui effettivamente
conducono le loro attività e generano i loro profitti. Per quanto riguarda le industrie estrattive, l'Iniziativa
per la trasparenza dovrebbe essere resa obbligatoria ed estesa: non dovrebbe concentrarsi solo sui
governi, ma anche sulle imprese produttrici e società di trading delle materie prime. C'è anche la
necessità di aumentare l'attenzione sul controllo e la responsabilità, nonché di rafforzare l'applicazione
delle norme fiscali e di condotta in base alle quali operano le industrie estrattive.
Il Rapporto riconosce i recenti sforzi volti a migliorare la trasparenza e lo scambio di informazioni in
materia fiscale. Tuttavia, queste iniziative sono per lo più portate avanti dai paesi più ricchi – alcuni dei
quali applicano regole non trasparenti influenzate da potenti corporazioni transnazionali. Questo fa si che
il dibattito multilaterale non tenga pienamente conto delle esigenze e delle opinioni della maggior parte
dei paesi in via di sviluppo ed in transizione. Sarà quindi importante dare un ruolo più prominente a
istituzioni come il Comitato di esperti delle Nazioni Unite sulla cooperazione internazionale in materia
fiscale e di prendere in considerazione l'adozione di una convenzione internazionale contro l'elusione e
l'evasione fiscale.
Data la loro importanza per molti paesi in via di sviluppo e per le economie in transizione, spazio fiscale e
questioni di governance dovrebbe essere una parte importante del programma di sviluppo post-2015.
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