Bollettino interno della Chiesa Cristiana Evangelica di Via Glauco, N.8 (CT) Domenica, 25 Maggio 2014 Lodiamo insieme il Signore! Predicazione a cura di Davide Ciaccio 1 In questo numero: Franco Puglisi 25/05 Lorenza Falco 26/05 Mario Patanè 30/05 Comunicazioni Interne pag. 2 Annunci comunitari Pag. 3 I sassi Pag.4 01/06/2014 Bambini: Paula Stoian Ragazzi: Marilena Saccone – Giusy Falco Pre-Adolescenti: Grazia Gueli Caro Diario Pag.5-6 Lo sguardo in alto Pag. 7 Porte Aperte Pag.8 Pregate … Pag.9 Grazie perchè Pag. 10 Hillsong Pag. 11 Diventa adoratore Pag. 12-13 La Coerenza Cristiana Pag. 13-14 Questa Settimana Pag. 16 Dal 26/05 al 01/06 Daniele C. – Giusy F. – Marilena Ricordiamo a tutti i fratelli che sono disponibili su “CD” al costo di 1.00 €, le predicazioni domenicali e gli studi biblici del venerdì; chi desiderasse averne una copia può rivolgersi a Gianluca Roccamo 2 Domenica 08 Giugno 2014 alle ore 17.30 al mare, entrata accanto lido dopolavorio ferroviario si svolgeranno i battesimi in acqua, chiunque ha il desiderio di battezzarsi, può rivolgersi a Davide Ciaccio. Uscita Agape – Senza tetto il 26 Maggio. Rivolgersi al fratello Rosario Patané. Il MEG presenta l'evento The God Story, spettacolo dal vivo che promuove la diffusione della più grande storia che ha cambiato milioni di persone. Interverranno vari ospiti da diversi paesi dell'Europa. 6 e 7 giugno 2014 dalle ore 21:00 in Piazza Teatro Massimo a Catania. 8 giugno 2014 dalle ore 21:00 presso l'anfiteatro di Belpasso. Ingresso libero. Si può acquistare il libro “La mente il campo di battaglia” di Joyce Meyer al prezzo di soli € 5,00 invece di € 12,00. Affrettatevi perché ci sono poche copie. Gli interessati si possono rivolgere alla sorella Daniela Scalia. La sorella Pina Gangemi ha il seguente numero telefonico: 3486641131. Si prega di sostituire il numero dell’elenco. Per i biglietti del concerto Hillsong London rivolgersi a Pippo Alberti. Parrucchiera a domicilio, Annamaria Candido (zia di Egidio). Servizi offerti: Taglio, Colore, Meches, Extension, telefono 3937797379. Il Banco delle opere di carità ha sospeso, sino a settembre, la distribuzione del banco alimentari, quindi è sospesa ogni distribuzione di beni alimentari all’interno della comunità. Anche l’appuntamento del 27 maggio salta. Sabato 07 Giugno Seminario per pastori e collaboratori. Si terrà a Vittoria al campo Bethel della Comunità curata dal pastore Giovanni Di Francia con inizio alle ore 10.00 e termine alle ore 18.30 (pranzo a sacco). Relatore della giornata il pastore Gaetano Di Francia. 3 I sassi! Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con sassi, circa 3cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di si. Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì. - Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno . - Allora il Professore tirò fuori da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero. “Ora,” disse il Professore non appena svanirono le risate, “voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita. -I sassi sono le cose importanti- la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli – le cose per la quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. -I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. -La sabbia è tutto il resto…… le piccole cose.” “Se mettete dentro il vasetto prima la sabbia,” continuò il Professore “ non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. -Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi cura dei sassi per prima – le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità… il resto è solo sabbia. NUCCIO PUGLISI 4 Venerdì 16 questa sera insieme al fratello Rosario M. abbiamo letto un brano molto conosciuto che si trova in Mt. 25:1-13 la parabola delle 10 vergini. Da questi versi abbiamo tratto degli elementi che possono esserci d’aiuto nel nostro cammino. Queste vergini hanno delle caratteristiche in comune ben precise (sono vergini, tutte desiderano incontrare lo sposo, tutte si addormentano…) ma c’è una distinzione che solo Dio può fare : alcune erano stolte, altre avvedute. Solo Dio può fare questa distinzione perché Lui solo può andare in profondità e scrutare i cuori, non sta a noi giudicare. Tutte si addormentarono. Dio nella Bibbia viene definito come Colui che non dorme e non sonnecchia, e spesso leggiamo l’invito a stare svegli, desti perché “la mezzanotte” sta per arrivare questo è proprio il momento in cui il sonno ci può cogliere. Oggi c’è una forte pressione sull’uso sbagliato del tempo ed il credente deve fare di tutto per recuperarlo, riconquistarlo perché tante sono le cose che purtroppo rischiano di addormentare la nostra vita spirituale. Le 5 vergini avvedute avevano i vasi pieni di olio e questo deve farci pensare alla pienezza dello Spirito Santo. Forse ci siamo dimenticati di riempire le nostre lampade per incontrare lo Sposo, abbiamo bisogno che le nostre lampade siano accese e che emanino del profumo, così non trascuriamo i nostri vasi ma ricerchiamo e realizziamo la pienezza del Suo Spirito. Sabato 17 Questa sera anche se in pochi, siamo stati grandemente benedetti dal nostro Dio. Abbiamo considerato quanto sia importante la fratellanza, l’amore di Dio che ci unisce gli uni e gli altri. Non dobbiamo sottovalutare questo ma anzi, dobbiamo essere sempre più uniti, incoraggiandoci e aiutandoci gli uni e gli altri. Un grande esempio lo ritroviamo in I Samuele 18:1-4, l ‘amicizia che nacque fra Davide e Gionathan. I due amici erano molto uniti, vivevano un rapporto simbiotico di stretta dipendenza al punto da star male anche quando l’altra persona era in pericolo o stava male etc. Dobbiamo prendere esempio da questi due amici, questo sicuramente ci aiuterà ad instaurare dei buoni rapporti coi nostri fratelli e sorelle. Domenica 18 siamo grati al Signore per il bellissimo incontro di questa mattina che è iniziato con una forte presenza del Suo Spirito tra noi. Il Signore ci ha anche dato la gioia di rivedere tra noi : i genitori di Gianluca R. che sono venuti a trovarci da Messina, Simone e Claudia V. da Milano e Salvo S. che è rientrato dalla Germania. Tutti hanno salutato la comunità con grande 5 affetto ed emozione ringraziando il Signore e anche la comunità per le preghiere. Il fratello Davide ha letto alcuni versi nel Vangelo di Marco 6:6-13 “ li mandò a due a due” questa è la frase su cui ci siamo soffermati in particolare. Perché Gesù li mandò a due a due? Subito si pensa al fatto che due valgono meglio di uno, perché possono sostenersi, incoraggiarsi… ma c’è di più. Se l’obiettivo di Gesù era quello di raggiungere più territori allora sarebbe stato più ovvio mandarli in 12 posti diversi invece che di 6. Ma a Gesù non piace l’individualismo dell’uomo, che sicuramente sarebbe stato agevolato dal fatto di andare da soli in questo caso ognuno avrebbe fatto ciò che voleva. Dio è per la collaborazione, Dio è per lo stare insieme, la Sua visione è corporale con diverse funzioni. Mandandoli a due a due li fece uscire dal gruppo e questo li spinse a fare personalmente, ad assumersi le proprie responsabilità ( è più facile nascondersi nel numero). Lo fece anche perché dovevano imparare a lavorare insieme. Stare insieme vuol dire confrontarsi e accordarsi. Gesù non diede loro l’opportunità di scegliersi per affinità o simpatia, ma fu Lui a decidere chi doveva andare insieme ,ricordiamo che essere collaboratori di Dio non vuol dire essere “soci alla pari” Lui stabilisce dove e con chi! Quando si lavora insieme bisogna perdere un po’ di sé stessi, questo è difficile ma è anche bello e può accadere quando c’è un obiettivo comune da raggiungere. Ognuno di noi contribuisce, tutti abbiamo qualcosa da dare e non dipende dalle affinità caratteriali, la diversità non deve essere motivo di rottura ma di ricchezza. Questo era per i discepoli un momento di confronto e di cambiamento perché stare insieme vuol dire cambiare, essere trasformati. Quando ci sono pericoli, minacce non si può affrontare tutto da soli ma unità, lavoro comune , corpo è ciò che Dio vuole. Martedì 20 S.M. La Stella Questa sera il fr. Mario V.ha ringraziato Dio per come è stato sempre al suo fianco anche nei momenti più difficili. Il fr. Vito M. ha letto in Ebrei 4 :1-13. Dio premette ai suoi figli di entrare nel suo riposo, di entrare in quella salvezza che Egli ha riservato per coloro che credono in Lui. Non dobbiamo dubitare su questa promessa. Il popolo d’Israele dubitò sulle parole di Dio, dimenticò facilmente i benefici che Dio aveva elargito loro, indurì il suo cuore e per questo solo in pochi poterono entrare nella terra che Dio aveva promesso loro. Riceviamo allora con fede le promesse che Dio ha per noi, senza dubitare e così Egli ci benedirà. Redatto da Agata Ciaccio in collaborazione con Valentina Liali. Alla prossima! 6 LO SGUARDO IN ALTO E come essi avevano gli occhi fissi al cielo, mentre egli se ne andava, due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesú, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo». Atti 1:1011. Era arrivato per Gesù il momento di salire al Padre e di lasciare i discepoli a compiere il lavoro di evangelizzazione. E’ vero che i discepoli non erano più all’oscuro riguardo a Gesù, l’ avevano visto risuscitato e per quaranta giorni da quel momento, avevano ascoltato i suoi insegnamenti. Ma l’ora della separazione per quanto il futuro si prospetti roseo è sempre triste. Erano sul monte degli Ulivi e avevano intuito che qualcosa di nuovo e straordinario stava per accadere , ma non avendo ancora ricevuto lo Spirito Santo non potevano comprendere i piani del Signore. Infatti essi rivolsero una sola domanda:” Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?” Ma il Signore rispose: “Non spetta a voi di sapere i tempi o i momenti che il Padre ha riservato alla propria autorità. Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra“ . Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo sottrasse ai loro sguardi. Sicuramente rimasero stupiti , forse anche smarriti per la distanza che si stava reando tra loro e il Signore. Quanti pensieri avevano nelle loro menti , ma improvvisamente vennero due messaggeri che li rassicurò sul futuro ritorno di Gesù. Allora ritornarono a Gerusalemme con gioia e lì si riunirono , quello fu il primo culto cristiano. Fratelli il vero culto cristiano richiede sempre separazione e solitudine. Erano all’aperto avevano per tempio la volta del cielo eppure erano separati dal mondo, erano soli ed avevano ascoltato e parlato con Gesù. Avevano ricevuto una promessa che li affidava allo Spirito Santo, il quale li avrebbe aiutati nel lavoro che Gesù stava affidando loro. Gesù era sparito verso l’ alto e loro Lo cercavano lì. I loro sguardi non andavano qua e là ma verso l’alto. La grandezza e la maestà del cielo poteva spaventarli ma i loro sguardi erano interessati da un punto ben preciso: dove si trovava Gesù, e mentre ancora guardavano ebbero il messaggio di consolazione. Se notiamo il messaggio di consolazione non arrivò quando guardavano giù ma quando i loro sguardi erano verso l’ alto. Chissà quante domande avrebbero voluto fare ai due messaggeri ma ricevettero le sole parole di cui avevano bisogno. Tra noi e Gesù c’è ancora la nuvola, che noi vorremmo superare e rivolgergli tante domande, ma il Signore ci dà un grande messaggio di consolazione, Egli tornerà con lo stesso cuore e con le stesse mani che benedicono, e ciò ci basta. I discepoli non rimasero fermi a riguardare ciò che avevano visto, ma scesero tra gli uomini questa era la loro missione. Dunque dobbiamo avere lo sguardo e la mente rivolti in alto verso Gesù , ma poi ci vuole anche l’ azione che ci porta tra gli uomini perché Lui ci manda a testimoniare al mondo. con affetto Carmelo Ciaccio 7 Sudan: Meriam non è fuori pericolo Il mondo parla di Meriam Yahia Ibrahim Ishag, giovane donna sudanese in carcere da settimane a causa della sua fede cristiana. Facciamo il punto sulla reale situazione, poiché ci rendiamo conto che girano molte notizie confuse su questa vicenda. Meriam nasce nel 1987 da madre etiope cristiano-ortodossa e da padre sudanese musulmano; quest’ultimo sparisce dalla sua vita quando lei aveva 6 anni, perciò la piccola cresce educata secondo i principi della fede cristiana. Nel 2012 Meriam si sposa in chiesa a Khartoum con Daniel Wani. La coppia oggi ha un bambino di 20 mesi di nome Martin e Meriam è al nono mese di gravidanza del loro secondo figlio, una gravidanza problematica che sta portando avanti in prigione. Il 17 febbraio scorso, infatti, le autorità sudanesi hanno arrestato lei e il piccolo Martin, dopo che qualcuno, definitosi “un parente”, ha portato alla loro attenzione il suo particolare matrimonio. Secondo la legge sudanese, le donne musulmane possono sposare solo degli uomini musulmani: dato che il padre di Meriam era musulmano, le autorità considerano Meriam una musulmana a tutti gli effetti e non riconoscono come valido il suo matrimonio con Daniel, in quanto cristiano. Il 4 marzo 2014, di fronte al tribunale Meriam ha dichiarato di essere cristiana e ha mostrato il suo certificato di matrimonio. Poi l’11 maggio, Meriam è stata condannata a morte per apostasia dalla Corte di Ordine Pubblico di El Haj Yousif (Khartoum), accusata di adulterio secondo l’art. 146 (il matrimonio con un cristiano da parte di una donna musulmana viene considerato adulterio) e di apostasia (abbandono della fede islamica) secondo l’art. 126 del Codice Penale sudanese. Nell’udienza del 15 maggio scorso la condanna è stata confermata dal giudice con queste parole: “Ti abbiamo dato 3 giorni per rinnegare la tua fede, ma tu insisti a non tornare all’islam, perciò ti condanno all’impiccagione”. Sì, perché di fronte alla minaccia di condanna a morte, Meriam non ha rinnegato la sua fede in Gesù. In carcere a Meriam e a Martin (il piccolo accusa problemi di salute a causa delle pessime condizioni igieniche) vengono negate le cure mediche; si aggiunga a tutto ciò la visita di leader religiosi islamici che a più riprese hanno esercitato forti pressioni affinché si converta all’islam. Le autorità, inoltre, hanno negato al marito di farle visita. La corte ha rinviato l’esecuzione della condanna a morte per impiccagione a dopo lo svezzamento del neonato, quindi dopo 2 anni dall’imminente parto. Il suo avvocato ha ora 15 giorni per ricorrere in appello alla sentenza. Secondo la CNN, un portavoce del parlamento sudanese, Faitih Izzy AlDeen, ha detto che nulla è scritto e che mancano ancora gli altri gradi di giudizio. In realtà Meriam, il bambino che porta in grembo e il piccolo Martin sono in pericolo. Il Sudan è all’11° posto della nostra WWList. A.C. 8 PRE GATE GLI UNI PER GLI ALTRI E’ necessario che facciamo crescere il nostro amore per gli altri attraverso la preghiera, che il Signore ponga in noi un autentico cuore pastorale, che ci renda sensibili alle necessità del nostro prossimo. Può essere la mia famiglia, i miei genitori, i miei fratelli, i miei amici. Quanto tempo investiamo nell’intercessione? Se hai in cuore l’intercessione ecco alcune richieste: Per Rosanna, Mimma e Rosina (problemi di salute) Per Camilla Citarella (problemi di salute) Per Cannavò Maria (problemi di salute) Per Angela Bruno (problemi di salute) Per Francesca Gullotta Per Daniela Ursino Per Sara Ventimiglia (problemi di salute) Per Salvatore (genero di Lesya, problemi di salute) Per Manuela, nuora di Nella (problemi di salute) Per Ivan, Orazio e Roberta Per Rosa Arcidiacono (problemi di salute) Per il piccolo Valerio (leucemia) Per il piccolo Atish (problemi di salute) Per Maria Iraci (problemi di salute) Per Rosaria Bruno (problemi di salute) Per Seby Lo Bello (problemi di salute molto gravi) Per Natascia Gangemi (problemi di salute) Per Agata Nicosia Per il matrimonio di Andrea Mancino e Chiara Castellano 31/05/14 Per il piccolo GianLuigi Per la famiglia Coco (Problemi di salute ed economici) Per Rosetta Romano (ricoverata in clinica Motta per accertamenti) E la lista non finisce qui …….. Segnala la tua richiesta di preghiera alla Segreteria. Molto può la preghiera! GRAZI PERCHE’ ………. 9 Da quando il Signore ha messo nel mio cuore di sostenere economicamente e con la preghiera un missionario Nepalese e avendo appurato che da sola, con le mie risorse, non l’avrei mai potuto realizzare. Dio stesso mi ha suggerito che avrei potuto chiedere aiuto nell’ambito della chiesa. Così tredici anni fa, diedi il via a questo progetto stupendo, trovai approvazione in tante persone serie e che da allora, nel corso di questi anni si sono alternate con altre persone. Ho sempre apprezzato e ringraziato tutti, perché con il loro contributo mi hanno aiutato a realizzare il sostentamento per il pastore Shashi Battharai che vive a Katmandù, Nepal. Il suo ministero è quello di portare, principalmente, il vangelo ed il messaggio della grazia nelle parti rurali del Nepal, dove non esistono ancora delle chiese. Shashi ha moglie e due figli. Oggi voglio ringraziare tutti i sostenitori di Shashi, grazie per la vostra serietà e per la costanza nel dare con amore puro. I tempi sono difficili per tutti e malgrado ciò, ci siete ancora. GRAZIE. Gagliano Basilio – Gueli Grazia – Scalia Carmelo – Russo Giusy – Raimondi Maria Angela – Saccone Marilena – Motta Maria – Sotera Mimma – Romano Rosetta – Langella Anna – Olindo Rosalba – Rubulotta Rita – Gangemi Pina. Cari uniamoci in preghiera per una settimana (dal 26 al 31 Maggio), per presentare a Dio, Shashi, la sua famiglia, il loro ministero e le loro necessità primarie. Certa che sarete con me in questo vi abbraccio tutti con affetto sviscerato in Cristo Gesù. Francesca Drago 10 11 Diventa adoratore – Atteggiamenti che impediscono l’adorazione Oltre alla condanna e al senso di colpa, rimangono molte altre insidie e impedimenti per l’adorazione. Il deterrente principale dell’adorazione si trova negli atteggiamenti sbagliati della mente e del cuore. L’orgoglio è senza dubbio l’ostacolo più grande all’adorazione. E’ l’orgoglio che ci fa gravitare verso l’adorazione smorzata e contenuta perché il nostro io non viene mai nutrito dall’adorazione fatta con tutto il cuore, è l’orgoglio che ci trattiene dall’innalzare le nostre voci senza timore nella comunità, è l’orgoglio che ci deruba della gioia e della liberazione che riceviamo quando ci prostriamo nella presenza di Dio, è l’orgoglio che ci chiude nella prigione della timidezza e della soggezione spirituale, è l’orgoglio che trova delle scuse. L’orgoglio non si assume mai le responsabilità e mai riconosce le proprie colpe. L’essenza dell’adorazione è la sottomissione e l’umiltà verso Dio, adorare significa abbassare noi stessi e innalzare Dio. Eppure abbiamo sviluppato la capacità straordinaria di adorare Dio senza sacrificare la nostra compostezza. Battere le mani o alzarle nell’adorazione richiede molta umiltà. Siamo pronti ad adorare in maniera diversa, secondo l’impulso e l’impronta dello Spirito Santo, indipendentemente dall’opinione degli altri? L’orgoglio è sensibile ai giudizi altrui nell’adorazione e proprio nel momento in cui il Signore dovrebbe prendere il primo posto, ci preoccupiamo più dell’opinione degli uomini che di quella di Dio. L’orgoglio è peccato! Non fare mai qualcosa perché gli altri ti stanno guardando, e non trattenerti mai dal fare qualcosa perché gli altri ti stanno guardando! L’adorazione spesso soffre di una specie di edonismo “a rovescio”. L’edonismo è una filosofia della vita moderna che identifica il bene con il piacere. Applicando ciò all’adorazione suonerebbe più o meno così: “Se non ti senti di adorare, non ti preoccupare. Dio comprende la tua debolezza e non ti giudicherà!”. E’ importante che si partecipi all’adorazione specialmente quando non ci si sente di farlo, noi non adoriamo perché ci sentiamo di farlo, ma perché Gesù Cristo ne è degno! Un altro atteggiamento sbagliato nell’adorazione è quello della presunzione. In modo frivolo e leggero arriviamo al culto di adorazione vantando il diritto di avvicinarci a Dio anche se abbiamo vissuto egoisticamente tutta la settimana e pretendiamo la grazia di Dio aspettando che lo Spirito Santo ci benedica copiosamente senza nessun sacrificio, senza nessun impegno nella preghiera e senza nessun pentimento da parte nostra. Un altro male che può affliggere l’adorazione è lo “spettacolarismo”. E’ facile essere trascinati così tanto nell’osservare tutto ciò che succede nel culto che non adoriamo affatto! L’Apostolo Paolo non ha mai menzionato il “ministero dello spettatore”, ma siamo stati tutti chiamati a partecipare attivamente. Il Dr. Graham Truscott fece un paragone tra l’adorazione e il calcio descrivendo la partita come migliaia di spettatori di esercizio fisico che guardano squadre bisognose di riposo. Alcune comunità hanno la mentalità degli spettatori nei loro culti e quello che succede sul pulpito domina così tanto l’attenzione di tutti che nessuno partecipa all’adorazione. L’adorazione non è eseguita da qualcuno per conto di altri, nessuno può adorare Dio al posto di qualcun altro. Tutti noi siamo stati chiamati ad offrire sacrifici di ringraziamento al Signore. La vera adorazione deve andare oltre le dinamiche comunitarie e portarci a una vera comunione personale con Dio. Il sentimentalismo può ostacolare l’adorazione: è quello che nasce quando la musica ci appassiona più del messaggio dei canti. I canti più familiari possono diventare sentimentali e perdono la capacità di stimolare la nostra mente verso l’adorazione. Chi guida l’adorazione deve considerare la potente influenza che la musica ha sulle emozioni e deve scegliere canti che non diano solo una 12 risposta a livello emotivo, ma che tocchino tutto il nostro essere: corpo, anima e spirito. E’ il messaggio del canto che può trasformarci. La musica serve ad aprire e intenerire il nostro cuore verso Dio ma non bisogna mai darle un’importanza maggiore di quella che ha. Sant’Agostino osservò: “Quando la voce di colui che canta mi commuove più delle parole cantate, confesso di aver peccato”. Un altro atteggiamento sbagliato nell’adorazione è fingere la devozione, pronunciare le parole di un canto sapendo che il nostro cuore non partecipa al messaggio. Nulla è più ripugnante per Dio dell’ipocrisia. Durante un’epoca della storia d’Israele, il popolo faceva sacrifici agli dei pagani e poi andava ad offrire anche dei sacrifici a Dio, che disse tramite il profeta Amos:“Io odio, disprezzo le vostre feste, non prendo piacere nelle vostre assemblee solenni. Se mi offrite i vostri olocausti e le vostre offerte,io non le gradisco;e non tengo conto delle bestie grasse che mi offrite in sacrifici di riconoscenza. Allontana da me il rumore dei tuoi canti!Non voglio più sentire il suono delle tue cetre!”(Amos 5:21-23). Dio preferisce vederci con la bocca chiusa piuttosto che sentire la nostra adorazione priva di sincerità. Un altro atteggiamento pericoloso è la paura della “manipolazione”. E’ irrilevante vedere se l’approccio di chi guida l’adorazione è appropriato o meno, infatti, spesso il vero problema è il rifiuto di adorare solo perché il modo in cui guida quella persona ci irrita. Dio rimane degno dell’adorazione! Un ultimo atteggiamento che bisogna cambiare, è quello nascosto nelle ultime parole di una comunità morente: “Noi non abbiamo mai fatto così”. Proprio per questo motivo dobbiamo farlo! Sicuramente l’adorazione andrà migliorando se ci sforziamo di provare delle cose nuove e se siamo disposti a scoprire tutto ciò che Dio vuole insegnarci riguardo ad essa. Diventare un adoratore è un privilegio e una sfida me, soprattutto, è ciò che diletta il cuore di Dio più di ogni altra cosa. Non basta che i credenti siano preparati ad adorare senza riserve me è indispensabile che chi guida venga alla giusta conoscenza del ruolo dell’adorazione nella vita comunitaria. I nostri culti saranno efficaci quando l’adorazione sarà guidata con uno scopo ben preciso. Dio ci benedica, Domenico Santangelo. Lettura settimanale della Bibbia Dal 25 al 31 Maggio Dom. 25 Lun. 26 Mar. 27 Mer. 28 Gio. 29 Ven. 30 Sab. 31 Numeri 28-30 Numeri 31-32 Numeri 33-34 Numeri 35-36 Deuter. 1-2 Deuter. 3-4 Deuter 5-7 13 LA COERENZA CRISTIANA (Tema trattato nella presentazione del libro: < La Retta Via. Un testimone “Scomodo” >) < La Retta Via. Un testimone “scomodo” > è stato scelto come titolo per questo libro perché il sottoscritto, come credente in Cristo e suo servitore, ha avvertito come necessità primaria il ritorno dei veri cristiani a tutta la Parola di Dio, per lasciarsi da essa FORMARE e di conseguenza INFORMARE secondo l’ortodossia, (dal gr. antico Orthós – “retto – diritto – retto credere”– Dóksa – “opinione”), non come scelta confessionale, ma come conoscenza ed esperienza della fede la cui validità si afferma nell’orto-prassi e, di conseguenza, con una crescita morale e spirituale coerente, cioè secondo gli insegnamenti della Parola di Dio. Possiamo, anzi, dobbiamo, date le nostre radici evangeliche e protestanti, ri-scoprire e valorizzare le cinque dichiarazioni fondamentali del protestantesimo: 1) Sola Scriptura (con la sola Bibbia) 2) Sola Fide (con la sola fede); 3) Sola Gratia (con la sola grazia); 4) Solus Christus (soltanto Cristo); 5) Soli Deo Gloria (per la gloria di Dio solo). Tali affermazioni rispecchiano nella totalità il messaggio apostolico della chiesa del primo secolo e tutti noi insieme possiamo affermare categoricamente che "Fondati sulla sola Scrittura, crediamo che la giustificazione è per sola grazia, attraverso la sola fede, a causa di Cristo soltanto, e tutto alla sola gloria di Dio". Ogni confessionalismo deve essere sottoposto allo scrutinio della Parola di Dio, perché le Scritture sono ispirate da Dio, mentre le confessioni sono il prodotto della chiesa, ovvero l’opera di uomini fallibili. Oggi ciò non basta, e siamo onestamente e serenamente convinti della necessità di introdurre o integrare all’interno della RIFORMA protestante, e ben chiaramente, due punti fondamentali della conoscenza biblica. 1) Elevare il < dogma >, ritenuto tale in molti ambienti, della santissima Trinità di Dio a < dottrina > fondamentale del cristianesimo biblico evidenziando, secondo le Scritture, l’unità e l’indissolubilità della divinità di Padre, Figliolo e Spirito Santo. 2) Introdurre l’antropologia dello Spirito (Poiché, siccome il corpo è uno ed ha molte membra, e tutte le membra sono del corpo, benché 14 siano molte, formano un unico corpo, così ancora è di Cristo. Infatti noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito). E infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra come contemporanea opera di Grazia e giustificazione e come conseguenza di un processo di santificazione e consacrazione. Ciò comporterà una revisione di assolutismi inutili e sprezzanti e di una diástasis negazionista. All’interno del libro un capitolo è dedicato al fallimento della meccanicità della dogmatica negli enti religiosi, naturalmente di qualsiasi orientamento, perché sovrapponendosi l’un l’altro, facendo muro divisorio, si è determinata una frammentazione del movimento protestante in un arcipelago di ideologie che ci allontanano dall’unità spirituale dei credenti propugnata da Gesù medesimo nella preghiera sacerdotale. Dobbiamo ritrovare in Cristo soltanto tale unità pur mantenendo ognuno la propria identità, in una vera pluralità collettiva che ci permetta di capire profondamente quel che l’apostolo Paolo intendeva far rilevare alla chiesa di Corinto: « Voglio dire che ciascun di voi dice: Io son di Paolo; e io d'Apollo; e io di Cefa; e io di Cristo. Cristo è egli diviso? Paolo è egli stato crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? ». Dopodiché il lavoro passa ai teologi, ai dottori che guidano i vari movimenti evangelici per dialogare, confrontarsi, ricercare e dirimere per mezzo della guida dello Spirito Santo un utile e coerente percorso nel quale ciascuno potrà rispecchiarsi. Non intendiamo inscenare nessun genere di sincretismo religioso, né di inciuci o compromessi tra enti religiosi, ma ritornare con umiltà e fedeltà ai quattro principi spirituali che fecero crescere la chiesa primitiva: 1) Il pari consentimento; 2) La preghiera; 3) Il rompere il pane; 4) La comunione fraterna. Il tempo delle “guerre sante”, delle inquisizioni, dei roghi agli “eretici” è finito da molto tempo e s’avverte la necessità di un bel falò della petulanza e dell’ arroganza umana e pseudo religiosa lasciando al loro destino i falsi profeti che violano senza alcuna dignità né pudore la Sacra Scrittura di Dio. Sebastiano Mangano 15 D a l 2 6 /0 5 a l 0 1/0 6 Martedì 27 ore 19.30 Incontro a S. Maria la Stella Mercoledì 28 ore 19.00 Incontro ad Adrano Giovedì 29 ore 19.00 Prove di musica Venerdì 30 ore 20.00 Incontro di Preghiera Sabato 31 ore 19.30 Incontro “Quelli del sabato sera” Domenica 01 ore 10.00 Culto al Signore e Scuola Domenicale IN QUESTO NUMERO hanno collaborato: Davide Ciaccio, Agata Ciaccio, Paula Stoian, Francesca Drago, Marco Ciaccio, Nuccio Puglisi,Valentina Liali, Nello Mangano, Carmelo Ciaccio. Per qualsiasi informazione o segnalazione:348/5572459 (PAULA STOIAN) E-MAIL: [email protected] WEB: www.viaglauco.it CODICE IBAN: IT49 E 05034 16913 000000014371 16
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