Egregore del Rito nell’Opera al Nero: i Maestri Eletti dei Nove di Lorenius (*) U na nota caratteristica del Rituale di Maestro Eletto dei Nove nell’alveo del Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm – tanto più determinante in quanto la si ritrova in varie ritualistiche del 9° grado nei c.d. Riti Egizi – è che il Candidato, dopo aver ricevuto l’indulgenza da parte del Saggissimo Re Salomone e prima di ricevere dal medesimo le “consegne” per eseguire la vendetta del vile assassino (o di uno degli assassini) del Maestro Hiram, addirittura in sede di giuramento promette e giura “per vendicare la Verità tradita e la Virtù perseguitata, se necessario, di immolare ai Mani di Hiram nostro Maestro i falsi fratelli ed i traditori che potrebbero aver intuito o riveSophia Arcanorm n.12 lato i segreti di questo grado illustre fra tutti”. Ecco che la vendetta è orientata finalisticamente ad un scopo oggettivo, perciò sostanziale, che consiste nella difesa (e nella conseguente vendetta, se necessaria, a causa degli attacchi subìti) dei valori sostanziali tipici del Rito Antico e Primitivo di MemphisMisraïm e – ci si permetta – che dovrebbero essere quelli dei veri Fratelli in generale: Verità e Virtù. Verità come assetto ontologico ed escatologico (in senso ovviamente iniziatico) della ricerca dell’Iniziato che non può non affidarsi al portato misteriosofico della Tradizione, ovvero allo studio ed in principal modo alla pratica pag. 5 1° trim. 2015 Egregore del Rito nell’Opera al Nero: i Maestri Eletti dei Nove (operatività!) delle varie branche delle Scienze Tradizionali (alchimia, ermetismo, gnosi, cabala…) per rigenerarsi e reintegrarsi con il Divino. Virtù come miglioramento di se stessi e del proprio Tempio interiore, quali non santi ma uomini di desiderio, nonché come difesa dei valori che la Tradizione ha tramandato per millenni al fine di permettere all’uomo di non smarrirsi nelle Tenebre della notte, ma di cercare la Luce. La Verità viene, non a caso, definita “tradita” così come la Virtù viene ritenuta “perseguitata”; inoltre, e non sembra un caso, la vendetta non è rivolta solo ai “traditori” ma specificamente ai “falsi fratelli”, operando un interessante distinguo tra “Fratelli” e “falsi fratelli” che non è certo frutto anche questa volta di mera casualità1. Peraltro, ulteriore distinguo viene effettuato, anche questa volta con senso compiuto, all’inizio del rituale di Iniziazione, a proposito dello “svolgimento della cerimonia di ricevimento al grado di Maestro Eletto dei Nove”, tra massoni profani e Massoni propriamente detti, da cui deriva logicamente che nel Rituale è espressamente detto che nell’alveo dei massoni, che dovrebbero essere tutti degli Iniziati, esistono, in realtà, persone (massoni profani) che nonostante l’Iniziazione (a questo punto rimasta virtuale) non hanno beneficiato di alcuna trasformazione interiore, quindi sono rimaSophia Arcanorm n.12 sti dei (vili) profani. Tali distinzioni e, soprattutto, l’orientamento finalistico della vendetta invece non sussistono (stranamente!?) in alcun modo nei Rituali denominati Scozzesi2, che si limitano a parlare di “autorità costituita” e di “potere legittimo”: nessun riferimento alla “Verità tradita” o alla “Virtù perseguitata” ma solo la rappresentazione scenografica di una vendetta fine a sé stessa. L’Eletto dei Nove deve essere un fido scudiero di un “potere legittimamente costituito”, senza che tale potere lo invii per uno scopo superiore; addirittura, secondo qualche forma ritualistica in uso ad alcuni Supremi Consigli (peraltro, numericamente cospicui), egli deve essere inviato nella società civile, nel mondo profano, avendo genericamente fiducia nell’ “opera massonica”, per compiere gli scopi che a lui detterà il Consiglio “legittimamente costituito”. Non vi è chi non veda la deriva kelseniana3 di tali assunti, lo sganciamento totale da valori oggettivi, la relativizzazione del tutto, ma, soprattutto, la dispersione dei portati giusnaturalistici che non possono (in questo caso sarebbe meglio dire: non potrebbero) non presiedere alla ricerca di giustizia, essendo evidente come l’Istituzione Massonica si ponga (rectius: dovrebbe porsi) al di fuori di contesti storici e/o politici particolari, quindi per ciò stesso rifacendosi a portati universali (id est: giusnaturalistici): pag. 6 1° trim. 2015 Egregore del Rito nell’Opera al Nero: i Maestri Eletti dei Nove invece, secondo le forme ritualistiche di codesti altri Riti, giustizia si fa non per uno scopo ben preciso, che sia predeterminato, ben chiaro dall’inizio a tutti in senso formale e, oltretutto, connotato da valori oggettivi ed ontologici, ma solo perché qualcuno, senza che si dica prima il perché e senza che vi sia uno stabile riferimento oggettivo, ha deciso che sia così. Ecco che la differenza tra il Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm e gli altri Riti - quanto al Grado di Maestro Eletto dei Nove di cui ci si occupa in questa sede4 - risulta essere assolutamente pregnante. Detto del portato sostanziale del 9° Grado all’interno del nostro Venerabile Rito, il Maestro Eletto dei Nove, penetrando all’interno della Caverna di Ben-Akar, umiliandosi5 ed assassinando con ferocia il proprio ego, il proprio lato oscuro nell’uccidere il traditore Abibala, accetta anche la “giusta vendetta”, volta – come spiegato supra – Sophia Arcanorm n.12 “a vendicare la Verità tradita e la Virtù perseguitata”, quindi accettando l’orientamento finalistico sopra ricordato e con ciò stesso la difesa dei valori propugnati e sostenuti dal Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm (che, lo si ricorda, dovrebbero essere pag. 7 1° trim. 2015 Egregore del Rito nell’Opera al Nero: i Maestri Eletti dei Nove quelli tipici della Libera Muratorìa in generale). Il Maestro Intimo, subito dopo aver tolto la benda al Candidato all’interno della Caverna di BenAkar, gli dice: “Fatevi coraggio, Fratello mio, ma ricordatevi che dietro il simbolico svolgimento dei nostri rituali, si cela la vostra vera accettazione morale e che le vostre azioni producono effetti, amplificati, in un altro mondo”. Come in alto, così in basso. Il Saggissimo, dopo aver accordato la grazia al novello Maestro Eletto dei Nove, afferma: “Alzatevi, Fratello mio, e considerate che tutto ciò che avete compiuto è una rappresentazione degli obblighi che oggi voi contraete … Dietro la semplicità e la povertà dei simboli e degli accessori rituali c’è, infatti, la vostra accettazione totale, che s’imprime su altri piani della coscienza ed attribuisce un’efficacia misteriosa a quest’accettazione”. Oltretutto, in modo più che esplicito, i Lavori si chiudono con l’esortazione del Saggissimo Maestro a “lasciare questo Tempio, per portare la Giustizia e la Luce nelle tenebre dell’iniquità del mondo profano”. E’, inoltre, sintomatico il doppio giuramento nella Catena di Unione consistente, oltre che nel custodire la riservatezza sui Lavori della Camera, nel “punire i traditori”, prima di rompere la Catena medesima6. Non sembra di poco conto il fatto che l’accettazione totale della difesa, nonché della eventuale conSophia Arcanorm n.12 seguente vendetta, della “Verità tradita” e della “Virtù perseguitata” si verifichi in Camera di Nono Grado, laddove inizia l’Opera al Nero, laddove la trasformazione alchemica avviene nelle viscere del proprio essere (la Caverna di Ben-Akar). L’assimilazione di queste realtà vissute nell’intimità del proprio cuore, nella profondità del proprio essere costituisce la “base” con cui confrontarsi da subito (in vista della successiva Opera al Bianco prima ed Opera al Rosso dopo ed in vista della finale “riconciliazione tra gli opposti”), attraverso cui operare il “distinguo” con il proprio ego, pag. 8 1° trim. 2015 Egregore del Rito nell’Opera al Nero: i Maestri Eletti dei Nove con il proprio lato oscuro (a livel- NOTE: lo microcosmico), a livello ancora 1) Anzi, la storia del Rito Antico e Primitivo di Memmicrocosmico con i “traditori” e i phis-Misraim (soprattutto del Misraim e dei rituali “falsi fratelli” (la storia insegna misraimitici) dimostra le persecuzioni (in qualche caso anche fisiche) subìte da Fratelli del Memphische i principali persecutori del Misraim ad opera di falsi fratelli; vale la pena notare nostro Venerabile Rito furono come tali persecuzioni, oltre che numerose, siamo proprio i falsi fratelli), nonché tra state spesso “organizzate” da varie presunte Obbedienze, tra cui spicca fra tutte il Grande Oriente di Luce e Tenebre su un piano più Francia per i suoi celeberrimi sforzi di soppiantare il nostro Venerabile Rito, unitamente e congiuntamenalto (a livello macrocosmico). Ecco che l’insistenza dei distin- te a quello di desacralizzare la Libera Muratorìa, facendola così diventare “altro” rispetto a quello che guo, nel corpo del Rituale di Mae- essa è stata per secoli, se non per millenni. Si consistro Eletto dei Nove, tra Massoni glia, a tale riguardo, la lettura di GASTONE VENTUI Riti Massonici di Misraim e Memphis, Atanòr propriamente detti e massoni RA, Edizioni, 1980. profani, tra Fratelli da una parte e falsi fratelli e traditori dall’altra, 2) Si è volutamente detto “denominati” Scozzesi perché i veri Scozzesi del 1600 e del 1700 avrebbero ne fa un Rituale di “separazione”, visto ben poco di eredità Scozzese nello Scozzesismo così come simboleggiato in modo addirittura definito “Antico ed Accettato” del 1800 plastico, oltre che negli ammoni- sino ai giorni nostri: in generale, per una rapida disamina, leggasi F. BRUNELLI, Principi e Metodi di menti del Maestro Intimo e del Massoneria operativa, Bastogi Editore, 2006, pagg. Saggissimo Re Salomone, proprio 19 e ss. nella Catena di Unione. 3) Hans Kelsen (Praga, 11.10.1881 – Berkeley, Ma l’imprimatur costituito 19.04.1973) fu giurista e filosofo del diritto, sostenidall’operazione magico- tore della “teoria pura del diritto”, possibile solo sganciando il diritto dalla natura, essendo il diritto cerimoniale, che si imprime su fenomeno sociale e non sovrapponibile ad aspetti altri piani della coscienza (oltre etico-morali legati invece a valori precostituiti, preche “su un altro mondo”) con le esistenti in natura e tipici del c.d. diritto naturale. potenti evocazioni delle parole sa- 4) In realtà, anche per moltissimi altri aspetti relaticre del grado (“N…” – “N…”) e dei vi sia a specifici gradi sia ancor più per l’impostazione totalmente diversa del Rito Antico e gesti rituali, è, allo stesso tempo, Primitivo di Memphis-Misraïm, che ha connotati un Sigillo di Unione tra i Fratelli preminenti di spiritualità (ovvero di re-integrazione del Rito volto alla difesa di quei con il Divino) e di operatività magica. valori cui tutta la Libera Murato- 5) L’impetrante deve camminare a ritroso: il Saggisrìa dovrebbe (anzi, deve) tendere: simo Re Salomone, nell’ammonire che egli “non deve offendersi per le mortificazioni imposte dai nostri Verità e Virtù, purtroppo tradite e mai usi, essendo l’umiltà e l’obbedienza il vero cammino perseguitate. Separazione tra Lu- della perfezione iniziatica”, spiega che “questo rituale ce e Tenebre, Unione tra Fratelli ha un significato profondamente esoterico e che diventerà realmente uno di noi solo quando avrà penevolta a “portare la Giustizia e la trato il segreto di questo passo”. Luce nelle tenebre dell’iniquità del Già in esordio del Rituale di Iniziazione al 9° Gramondo profano”: l’alchimia espri- 6) do, il Saggissimo Maestro aveva rivolto l’amme gli stessi concetti della Gnosi. monimento a tutti i Fratelli ad essere attenti e a (*) L’Autore ha già pubblicato questo articolo in altra rivista e ci ha fornito la dichiarazione liberatoria di insussistenza di diritti riservati. Sophia Arcanorm n.12 considerare che “lo svolgimento della cerimonia di Ricevimento al grado di Maestro Eletto dei Nove è più efficace di quanto i massoni profani generalmente non credano”. pag. 9 1° trim. 2015
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