DIPARTIMENTO AMBIENTE, TERRITORIO, POLITICHE DELLA SOSTENIBILITA' UFFICIO COMPATIBILITA' AMBIENTALE 75AB 75AB.2014/D.00188 21/3/2014 D. Lgs. n. 152/2006 - Parte II (e s.m.i.) - L.R. n. 47/1998 (e s.m.i.). Fase di SCREENING. Parere di assoggettamento alla procedura di V.I.A., ai sensi dell'art. 15 comma 1 della L.R. n. 47/1998 e dell'art 20 comma 4 del D. Lgs. n. 152/2006 - Parte II, relativamente al "Progetto relativo al permesso di ricerca di idrocaurburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera. Proponente: Delta Energy Ltd. Num. Impegno Bilancio Missione. Programma Capitolo Importo Euro Atto Num. Prenotazione Anno Num. Impegno Perente Num. Liquidazione Bilancio Missione. Programma Capitolo Importo Euro Num. Impegno Atto Num. Atto Data Atto Num. Bilancio Missione. Registrazione Programma Capitolo Importo Euro Num. Impegno Atto Num. Atto Data Atto Pagina 1 di 11 X IL DIRIGENTE VISTA la Legge Regionale n. 12 del 2 marzo 1996, recante “Riforma dell’organizzazione amministrativa regionale” e le successive modifiche ed integrazioni; VISTO il Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001, recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” e le successive modifiche ed integrazioni; VISTA la D.G.R. n. 11 del 13 gennaio 1998, recante “Individuazione degli atti di competenza della Giunta”; VISTA la D.G.R. n. 539 del 23 aprile 2008, recante “Iter procedurale delle Determinazioni e Disposizioni, Avvio del Sistema Informativo di Gestione dei Provvedimenti Amministrativi”; VISTA la D.G.R. n. 2017 del 5 ottobre 2005 (e s.m.i.), recante “Dimensionamento ed articolazione delle strutture e delle posizioni dirigenziali dei dipartimenti dell’area istituzionale della Presidenza e della Giunta. Individuazione delle strutture e delle posizioni dirigenziali individuali e declaratoria dei compiti loro assegnati”; VISTA la D.G.R. n. 2047 del 14 dicembre 2010, recante “Dirigenti regionali a tempo indeterminato. Conferimento incarichi di direzione delle strutture e delle posizioni dirigenziali dei Dipartimenti regionali dell’Area istituzionale della Presidenza della Giunta e della Giunta”; VISTA la D.G.R. n. 227 del 19 febbraio 2014, recante “Denominazione e configurazione dei Dipartimenti regionali relativi alle Aree istituzionali Presidenza della Giunta e Giunta Regionale”; VISTA la Legge Regionale del 14 dicembre 1998 n. 47 di disciplina della valutazione di impatto ambientale e norme per la tutela dell’ambiente; VISTO il D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 (e s.m.i.) – Norme in materia ambientale, recante “Norme in materia ambientale”, con particolare riferimento alla Parte Seconda recante “Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) e per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC); ATTESO che per decorrenza del termine indicato all’art. 35 del citato D. Lgs. n. 152/2006 (e s.m.i.), restano efficaci le disposizioni regionali vigenti (nel caso la L.R. n. 47/1998) se e in quanto compatibili con lo stesso D. Lgs. n. 152/2006; VISTA l’istanza prodotta dal società Delta Energy Ltd, registrata al protocollo dipartimentale in data 30 gennaio 2013 al n. 0019214/75AB, con la quale è stata chiesta la pronuncia di Verifica o Screening ai sensi della L.R. n. 47 del 14 dicembre 1998, per il “Progetto relativo al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera; CONSIDERATO che l’opera per la quale è stata richiesta la pronuncia di verifica è compresa nell’All. “B” della L.R. n. 47/1998 (punto 2, industria energetica lettera i) e che non ricade in aree naturali protette così come definite all’art. 4 comma 7 della stessa legge; RILEVATO che sulla base dell’istruttoria del funzionario incaricato, predisposizione del presente atto, risulta quanto segue: resa nella Iter amministrativo L’istanza di screening presentata dalla società Delta Energy Ltd è corredata della documentazione prevista dall’art. 13 della L.R. 47/1998. La documentazione per l’avvio del procedimento è stata completata con la nota della Società proponente, registrata al prot. dipartimentale in data 2/04/2013 al n. 0058744/75AB. Da essa si evince che: una copia della documentazione tecnica è stata depositata presso tutti i Comuni interessati con la seguente tempistica: o Comuni di Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico il 30/01/2013 o Comune di Bernalda il 31/01/2013; è stato pubblicato l’annuncio, ai sensi dell’art. 14 comma 1 della L.R. 47/1998, all’Albo Pretorio degli stessi Comuni con la seguente tempistica: o Comune di Bernalda dal 31/01/2013 al 1/03/2013, Pagina 2 di 11 o Comune di Montalbano Jonico dal 1/02/2013 al 18/03/2013, o Comune di Montescaglioso dal 22/02/2013 al 24/03/2013, o Comune di Pisticci dal 4/02/2013 al 6/03/2013, o Comune di Pomarico dal 31/01/2013 al 2/03/2013 è stata effettuata la pubblicazione dell’avviso del procedimento in corso sul Bollettino Ufficiale Regionale della Basilicata n. 3 del 1/02/2013, ai sensi dell’art 20, comma 2, del D. Lgs. 152/2006. Entro i termini previsti sono pervenute le seguenti osservazioni da parte del pubblico interessato, ai sensi dell’art. 14, comma 3, della L.R. 47/1998: o Associazione Forum Ambientalista (a firma del consigliere nazionale Gianni Palumbo), con nota registrata al prot. dipartimentale in data 19/03/2013 al n. 0050370/75AB, che dissente rispetto all’intervento per le seguenti motivazioni: interessamento dell’area IBA “Calanchi di Basilicata” che dovrebbe essere trasformata in ZPS, in virtù dell’insufficienza di tali aree nel territorio regionale, come sancito da diverse sentenze di condanna della Corte di Giustizia Europea; rischio idrogeologico e di inquinamento dei suoli causati dai prodotti utilizzati per l’estrazione dei prodotti petroliferi; inopportunità di nuove estrazioni petrolifere. o Gruppi politici “Uniti per Montescaglioso”, “UDC” ed “Italia dei Valori” di Montescaglioso (a firma dei consiglieri Vincenzo Zito, Pietro Buonsanti e Cosimo Franco), con nota registrata al prot. dipartimentale il 8/04/2013 al n. 0063073/75AB, che esprimono contrarietà al progetto per le seguenti motivazioni: presenza di aree ad alta valenza naturalistica quali IBA, SIC, ZPS, Riserva Naturale del Lago di San Giuliano, i Calanchi di Montalbano Jonico ed il Parco Regionale della Murgia Materana; rischio sismico (dovuto in particolare all’utilizzo di cariche esplosive per le ricerche petrolifere), inquinamento delle falde freatiche, dei suoli e dell’aria. Ai sensi dell’art. 14, comma 4, della L.R. 47/1998 sono pervenuti i seguenti pareri da parte delle Amministrazioni Comunali interessate: o Comune di Montalbano Jonico: nota n. 4136 del 18/03/2013 del Sindaco e dell’Assessore all’ambiente (registrata al prot. dipartimentale in pari data al n. 0049460/75AB), con la quale si esprime parere sfavorevole all’istanza in esame, in particolare, per le seguenti motivazioni: presenza della Riserva Naturale dei Calanchi di Montalbano Jonico, istituita con la L.R. n. 3 del 27/01/2011, che, invece, non viene considerata nella relazione di screening; elaborati a corredo dell’istanza con livello tecnico poco approfondito; rischio sismico dell’area. o Comune di Bernalda: delibera di Giunta Comunale n. 28/2013, trasmessa con nota n. 5049 del 19/03/2013 (registrata al prot. dipartimentale in data 20/03/2013 al n. 0050927/75AB), con la quale si esprime parere sfavorevole all’istanza in esame, in particolare, per le seguenti motivazioni: interessamento dell’IBA n. 196 “Calanchi della Basilicata”; mancanza di valutazioni circa la presenza di innumerevoli siti archeologici; presenza del Sito di Interesse Nazionale relativo all’area industriale della Val Basento; elaborati a corredo dell’istanza con livello tecnico poco approfondito; rischi per il polo turistico particolarmente sviluppato dell’area. o Comune di Pisticci: delibera di Giunta Comunale n. 40/2013, trasmessa con nota n. 7466 del 20/03/2013 (registrata al prot. dipartimentale in data 21/03/2013 al n. 0052610/75AB), con la quale si esprime parere sfavorevole all’istanza in esame con motivazioni analoghe a quelle espresse dal Comune di Bernalda sopra riportate. o Comune di Montescaglioso: delibera di Giunta Comunale n. 42/2013, trasmessa con nota n. 4595 del 9/04/2013 (registrata al prot. dipartimentale in data 19/04/2013 al n. 0071524/75AB), con la quale si esprime parere sfavorevole all’intervento in esame in quanto si ritiene non compatibile con le esigenze del territorio comunale. Relazione di screening L’area in istanza denominata “La Capriola” presenta un’estensione di 188,10 kmq e ricade interamente nella provincia di Matera in particolare nei Comuni di Montescaglioso, Pomarico, Pisticci, Bernalda e, per una piccola parte, Montalbano Jonico. Obiettivo della presente proposta prevede l’acquisizione di nuovi dati geofisici dell’area, basati sulla sismica a riflessione e sulla loro interpretazione secondo le più innovative conoscenze, per la valutazione delle potenzialità geo-minerarie del sottosuolo, ed in particolare della possibile presenza di accumuli di idrocarburi economicamente sfruttabili. Quadro di riferimento progettuale Il programma lavori proposto prevede due fasi operative principali: una fase di esplorazione e una fase di perforazione. I risultati derivanti da ogni fase saranno integrati con tutte le altre informazioni esistenti e/o Pagina 3 di 11 acquisite al fine di una migliore valutazione del potenziale minerario del sottosuolo nell'area in esame. La prima fase operativa sarà di tipo esplorativo e prevedrà una serie di operazioni atte al miglioramento delle conoscenze della situazione geologica del sottosuolo e all'identificazione di possibili accumuli di idrocarburi economicamente sfruttabili. Questa fase sarà composta da: Studio geologico: gli studi geologici e geofisici comprenderanno l'interpretazione di tutti i dati di sottosuolo disponibili (sondaggi, sismica) e l'integrazione con i dati bibliografici e di affioramento su analoghi di superficie e di sottosuolo che presentano le stesse caratteristiche geologiche dell'area in esame. Durante questa fase verranno svolti studi di terreno al fine di meglio comprendere la distribuzione spaziale e le relazioni geometriche delle unità bacinali presenti, la distribuzione degli intervalli porosi all’interno dei calcari della piattaforma Apula e le caratteristiche del reticolo di fratture associato a calcari cretacei. I risultati di questi studi e analisi verranno utilizzati per aggiornare e dettagliare il modello geologico e petrolifero già in possesso. Verranno, inoltre, analizzate le foto da satellite che ricoprono l’area in istanza per meglio comprendere ed individuare i principali lineamenti strutturali che interessano l’area, per meglio comprendere il pattern di fratturazione che si può riscontrare anche all’interno degli eventuali serbatoi. Acquisto, rielaborazione ed interpretazione di linee sismiche 2D preesistenti: verranno acquistati e rielaborati, secondo le tecnologie più all'avanguardia nel settore, i dati sismici disponibili dell'area interessata per un totale di 50 km di linee sismiche. Acquisizione, elaborazione ed interpretazione di nuovi dati sismici di tipo 2D: qualora, dopo le fasi precedenti, fosse necessario acquisire altri dati di sottosuolo di tipo sismico per meglio delineare accumuli di idrocarburi di tipo liquido o gassoso nei livelli potenziali descritti nella relazione tecnica, e per meglio definire la migliore ubicazione del pozzo esplorativo, la Società proponente si impegnerà ad acquisire ed elaborare un totale di circa 80 km di linee sismiche 2D. Qualora gli studi svolti nella precedente fase operativa confermino le potenzialità minerarie dell'area in esame, evidenziando la presenza di trappole che abbiano la capacità di contenere quantità economicamente sfruttabili di idrocarburi e la contemporanea presenza di rocce madre, rocce serbatoio e rocce di copertura, la Società proponente si impegnerà a perforare almeno un pozzo esplorativo all'interno dell'area in oggetto la cui profondità finale sarà indicativamente di circa 2300 metri e sarà comunque in funzione delle caratteristiche geologiche ritrovate. Questa eventuale fase operativa sarà sottoposta ad una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale. L’indagine geofisica è la metodologia scientifica che, attraverso l’interpretazione di dati registrati in superficie relativi alle differenti proprietà fisiche delle rocce che costituiscono il nostro pianeta, consente di ottenere un’immagine del sottosuolo. Il metodo sismico a riflessione consiste nel captare in superficie, tramite appositi sensori (geofoni), i gruppi di onde riflessi dalle varie superfici di discontinuità, registrando il tempo necessario all’onda elastica indotta artificialmente per tornare alla superficie del suolo. La scelta della sorgente di energia è legata a diversi fattori tra i quali, profondità di investigazione (profondità che si vuole raggiungere), caratteristiche geomorfologiche, risoluzione sismica che si vuole ottenere, modello geologico e litologie esistenti, compatibilità ambientali. La sorgente di energia può essere di diversi tipi: Massa battente: si basa sull’impulso inviato nel terreno dalla caduta libera di una massa di acciaio pesante tra i 50 e 300 kg, da un’altezza di circa 1 m su una piastra isolata acusticamente. Vibroseis: l’energizzazione del rilievo sismico avviene facendo propagare nel terreno attraverso una piastra vibrante appoggiata al suolo, un impulso di breve durata di tipo ondulatorio avente un ampiezza di frequenze note (8-100 Hz). Esplosivo: l’energizzazione avviene attraverso la detonazione di cariche esplosive poste all’interno di pozzetti. Le singole cariche sono preconfezionate in tubi rigidi di plastica antistatica di vario peso, la quantità di carica per ogni singolo scoppio è scelta in funzione della risposta sismica della penetrazione desiderata, della profondità del pozzetto e delle condizioni di superficie. La profondità dei pozzetti di scoppio varia tra 10 e 30 m. Schematicamente il rilievo sismico verrà attuato secondo le seguenti fasi: creazione di un database dei potenziali proprietari; contatti con le autorità locali e richiesta autorizzazioni amministrative; primi contatti con i proprietari; prime valutazioni dei topografi; ulteriore contatto con i proprietari; rilievo topografico; stesura cavi e posizionamento geofoni; energizzazione; registrazione lungo il tracciato sismico; ispezione delle aree interessate dalla attività per il recupero del materiale; Pagina 4 di 11 stima eventuali danni, rimozione materiale e ripristino del territorio. In funzione dell’obiettivo, con la definizione delle caratteristiche tecniche del rilievo ed in base a queste, verrà pianificata l’ubicazione preliminare dei punti di energizzazione e di quelli di registrazione. Entrambi sono solitamente posti lungo profili rettilinei di lunghezza variabile da pochi km a diverse decine di km. L’ubicazione effettiva dei profili sarà realizzata successivamente a sopralluoghi in loco, tenendo presenti le varie caratteristiche ambientali (tipi e quantità di essenze vegetali, manufatti, siti archeologici etc.) e della morfologia territoriale. Quadro di riferimento programmatico e vincolistico Relativamente al quadro di riferimento programmatico e vincolistico sono stati analizzati i seguenti strumenti territoriali di pianificazione ed il sistema vincolistico presente nell’area: Piano di Assetto Idrogeologico: il territorio in esame risulta interessato dal Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino della Basilicata. Dalla consultazione della cartografia tecnica relativa, nell’area in istanza si evidenzia la presenza di parti soggette a rischio idrogeologico elevato e molto elevato, poste nei pressi degli abitati di Pisticci e Bernalda. Aree naturali protette: l’area del permesso di ricerca non interessa aree naturali protette né aree afferenti alla Rete Natura 2000; i siti SIC/ZPS IT9220255 “Valle Basento-Ferrandina Scalo” e SIC IT9220085 “Costa Ionica Foce Basento” sono ubicati ad una distanza rispettivamente di 4,6 km, dal confine nord-occidentale, e 7,2 km, dal confine sud-est dell’area di permesso. Si segnala la presenza, nella parte centrale ed occidentale dell’area, della IBA (Important Bird Area) n. 196 “Calanchi di Basilicata”, quale area prioritaria per la conservazione dell’avifauna. Vincolo archeologico: i territori comunali intersecati dal perimetro dell’istanza sono interessati da alcune piccole aree di interesse archeologico quali: l'area archeologica di Metaponto (frazione di Bernalda) della seconda metà del VII sec. a.C., i ritrovamenti archeologici che interessano il Comune di Montescaglioso presenti in più parti del centro abitato e in quelle periferiche (Portico, Pagliarone, Difesa S. Biagio, Sterpina) risalenti tra il VII ed il III secolo a.C., il sito archeologico denominato “Pomarico Vecchio”, piccolo insediamento con le caratteristiche di un avamposto fortificato collocabile nella seconda metà del VI sec. a.C. e sino al III sec. a.C. e l'Area Archeologica dell'Incoronata di Pisticci, in località San Teodoro. Si precisa che i lavori non prevedono l’interessamento di aree di interesse archeologico o beni di interesse storico-architettonico e comunque non sono previsti scavi e/o movimenti di terra che possono modificare lo strato superficiale e profondo del suolo. Piani Territoriali di Area Vasta: la L.R. n. 3/1990 ha istituito 6 Piani Territoriali, nessuno dei quali interessa l’area in esame. Quadro di riferimento ambientale Il territorio relativo all’area di studio risulta parzialmente montuoso, vista la vicinanza dell’adiacente Catena Appenninica, con la presenza di modesti rilievi soprattutto nella parte nord-occidentale del blocco. In prevalenza sull’area insistono rilievi di natura collinare in relazione alle propaggini più esterne della catena che sono caratterizzate da un paesaggio meno aspro dovuto ad una dolce diminuzione delle pendenze avvicinandosi verso la linea della costa ionica. La relazione di screening ha analizzato le seguenti caratteristiche ambientale del territorio: Atmosfera: la Regione Basilicata ha realizzato una rete di rilevamento della qualità dell’aria in grado di effettuare un monitoraggio completo sulla maggior parte del territorio regionale. Da una analisi dell’inventario regionale delle emissioni, risulta che la Regione Basilicata, data anche la struttura del suo sistema produttivo, non presenta eccessive criticità per ciò che riguarda le emissioni di inquinanti in atmosfera. Si ricorda inoltre che il tipo di attività proposto ha carattere temporaneo e reversibile. Geologia: l’intera zona ricade all’interno di diversi domini geologici-strutturali quali la Catena Appenninica meridionale, un complesso sistema deformativo costituito da faglie e sovrascorrimenti prodotto dall’interazione di sedimenti appartenenti sia a domini di placca continentale europea sia a quelli africani. Gli Appennini meridionali fanno parte dell’orogenesi del Mediterraneo centrale e sono costituiti da una pila di sedimenti e unità tettoniche derivanti dalla deformazione dei diversi domini Mesozoici e Cenozoici. La catena montuosa rappresenta il risultato di una complessa collisione continentale durante il NeogeneQuaternario tra la Placca Africana (più precisamente il Promontorio Apulo o Placca Adria) e la Placca Europea (Blocco Sardo-Corso). L’area in istanza ricade nella fascia dei sovrascorrimenti appenninici, andando a collocarsi nel quadrante meridionale della Catena Appenninica Meridionale. In questo settore l’intero orogene è caratterizzato da tre grandi sistemi geologico-strutturali, legati tra di loro da un punto di vista geodinamico: l’Appennino Campano-Lucano, l’Avanfossa Bradanica e l’Avampaese Apulo. Nel dettaglio, l’area oggetto di studio, ricade in corrispondenza delle propaggini più esterne dell’Avanfossa Bradanica. La geologia di superficie dell’area di studio non appare particolarmente articolata; si tratta, in prevalenza, di formazioni geologiche costituite da depositi marini plio-pleistocenici e in piccola parte da sedimenti Pagina 5 di 11 continentali olocenici associati all’attività dei corsi d’acqua e rielaborati dal dilavamento superficiale. Partendo stratigraficamente dal basso, sono visibili: Le Calcareniti di Gravina: presenti principalmente nel settore occidentale del blocco a partire dal centro abitato di Pisticci, presenti orograficamente sia a destra che a sinistra del Fiume Basento. Sono costituite da calcareniti fossilifere con vario grado di cementazione e porosità, con uno spessore massimo di circa 60 m e poggianti su limi e limi sabbiosi fossiliferi, caratterizzati dalla presenza di un elevato contenuto in carbonati; le argille affiorano ampiamente nella zona in corrispondenza della parte inferiore e media dei versanti. Depositi marini: organizzati in terrazzi in varie quote disposti grossomodo parallelamente alla linea di costa, i quali ricoprono il settore orientale del blocco; Depositi alluvionali attuali/olocenici: frutto dell’incessante attività dei principali corsi d’acqua che attraversano il blocco di studio (il Basento e il Cavone); Coperture detritiche: parzialmente rielaborate per dilavamento presenti a sprazzi nella parte settentrionale del blocco. Nella zona sono inoltre presenti in corrispondenza della parte bassa dei versanti, lembi di antichi depositi terrazzati mentre lungo gli alvei dei corsi d'acqua si rinvengono depositi alluvionali di età recente. Infine nella parte medio-superiore dei versanti si trovano accumuli di vecchie frane attualmente stabilizzate. Da un punto di vista geomorfologico il territorio interessato dall’area in istanza presenta una morfologia mista tra montuosa e collinare dal profilo moderatamente aspro, influenzata dalle caratteristiche del substrato e dall’attività erosiva delle acque superficiali. In concomitanza di eventi piovosi di una certa intensità, laddove affiorano rocce con una permeabilità limitata e le acque hanno un tempo di infiltrazione nel suolo molto elevato, i fenomeni erosivi risultano molto intensi incidendo profondamente i versanti. L’assetto morfologico della collina di Montescaglioso (posta nel settore nord-orientale dell’area) è caratterizzato da un terrazzo i cui bordi corrispondono a lineamenti morfologici riconducibili a grandi frane relitte, innescatesi in sistemi morfoclimatici diversi da quello attuale. Tutto il bordo del terrazzo è condizionato da forme concave, riferibili ad aree evolutesi a seguito di antichi fenomeni franosi, all’interno delle quali si è impostato e sviluppato un reticolo idrografico caratterizzato da una elevata capacità erosiva che ha dato luogo a profondi fenomeni di erosione lineare. L’area risulta, inoltre, interessata dalla presenza di aree calanchive, prodotte dall’azione degli agenti atmosferici su terreni ad elevata componente argillosa. Relativamente al rischio idrogeologico, il Piano Stralcio vigente dell’Autorità di Bacino della Basilicata individua diverse aree a rischio frane maggiormente concentrate nei pressi dei piccoli centri abitati di Pisticci, nel settore occidentale del blocco, e di Bernalda in quello centro-orientale; questi dissesti sono legati all’elevata plasticità delle unità geologiche presenti nell’area che caratterizzano i maggiori terreni di copertura sia del bacino del Basento, sia del Cavone. Per quanto concerne le aree inondabili all’interno della zona oggetto dell’istanza, il settore maggiormente interessato è quello centrale del blocco con andamento NO-SE e coincide con le aree limitrofe al letto del Fiume Basento. L’altro settore del blocco interessato da rischio esondazione, anche se con entità chiaramente minori poiché legate al minore corso d’acqua del fiume Cavone, è quello sud-occidentale. Relativamente al rischio sismico, l’area ricade in un settore con un grado di sismicità medio-basso con valori di accelerazione al suolo compresi tra 0.075 - 0.15 g. Uso del suolo: le principali produzioni e le relative specializzazioni agricole nella zona in esame riguardano le coltivazioni cerealicole e l’olivicoltura. Il restante territorio montano e collinare presenta un tipo di agricoltura tradizionale ed estensiva, basata sulla pastorizia. In particolare nell’area si evidenzia che: la destinazione d’uso maggiormente presente è riferita ai seminativi in aree non irrigue e la sua distribuzione è abbastanza omogenea all’interno dell’area; buona presenza è data dagli uliveti che riguardano principalmente il settore meridionale del blocco laddove la morfologia del suolo inizia ad addolcirsi; un’altra porzione significativa è rappresentata da superfici occupate da boschi di latifoglie che sono principalmente presenti nel settore settentrionale e concentrate sui rilievi più significativi presenti all’interno dell’area di studio; le colture annuali associate a colture permanenti fanno parte della categoria delle zone agricole eterogenee che caratterizzano principalmente le zone meridionali; nei territori limitrofi ai centri abitati di Pisticci e Bernalda sono presenti zone adibite ad attività industriali o commerciali associate a zone caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea. Ambiente idrico: l’area di studio ricade a cavallo tra i bacini idrografici del Fiume Bradano, a nord-est, del Fiume Basento, nel settore centrale, e del Fiume Cavone, nella porzione sud-occidentale. Il bacino idrografico del fiume Basento, che occupa quasi interamente l’area di permesso, si sviluppa per 149 km di lunghezza con un tipico corso d‘acqua mediterraneo a carattere torrentizio. Presenta una Pagina 6 di 11 morfologia caratterizzata da zone montuose e collinari e nella parte terminale è pianeggiante. Dal punto di vista geologico le formazioni affioranti sono modeste: si ritrovano rocce permeabilissime come i calcari madreporici a noduli di selce, del trias, calcari compatti cretacei e qualche lembo di dolomia. I corpi idrici sotterranei sono da ricondursi ad acquiferi di tipo alluvionale dovuti allo sviluppo delle principali aste fluviali che caratterizzano l’assetto idrografico. Flora a fauna: l’identificazione della vegetazione naturale presente è stata desunta dalla verifica della Carta Forestale della Regione Basilicata, realizzata dall’INEA. La fisionomia principale è rappresentata dalla macchia mediterranea, presente in maniera sparsa nell’intera area di permesso, costituita da: macchia a leccio con altre sclerofille, macchia termofile a lentisco e macchia mista di altre sclerofille. Sono presenti inoltre: formazioni a gariga, con lentisco e rosmarino e cisto, soprattutto nella porzione centrale, e boschi di pini mediterranei con Pino d’Aleppo, Pino Domestico e Pino Marittimo, posizionati a ridosso dei vertici sud-occidentali e nord-orientali dell’area di permesso. Si segnala, inoltre, la diffusa presenza di vegetazione igrofila di salici ed ontani, che si sviluppa lungo il corso del fiume Basento. Dal punto di vista faunistico, le specie più rappresentative sono: il Nibbio reale (Milvus milvus), l’Averla capirossa (Lanius collurio), la Ghiandaia marina (Coracias garrulus), la Monachella (Oenanthe hispanica), lo Zigolo capinero (Emberiza melanocephala), il Lanario (Falco biarmicus), il Gufo reale (Bubo bubo). Analisi degli impatti potenziali Le operazioni di rilievo sismico avranno carattere di cantiere mobile temporaneo, infatti al termine dell’acquisizione dei dati tutte le attrezzature verranno rimosse. Durante la fase dell’indagine geofisica (condotta utilizzando come fonte di energizzazione i vibroseis), le possibili interazioni con l’ambiente circostante sono da considerarsi piuttosto limitate, visto il tipo di attività, ed il carattere temporaneo, localizzato e reversibile di tutte le azioni previste, e sono rappresentate essenzialmente da rumore, vibrazioni e occupazione del suolo. Si precisa, inoltre, che l’attività di energizzazione non andrà ad interessare le seguenti aree: alvei, invasi e corsi d'acqua tutelati; complessi archeologici (siti e monumenti) ufficialmente riconosciuti, edifici di pregio architettonico e centri storici; aree protette. Sono stati verificati gli impatti riferiti alla possibile effettuazione di nuove linee sismiche che hanno portato alle seguenti considerazioni: Rumore: il rumore provocato dall’utilizzo del vibroseis presenta un valore di 79 Leq medio in dB (A) che risulta inferiore a quasi tutti i mezzi meccanici normalmente utilizzati in un cantiere edile (escavatori, autocarri, gru, ecc.). Questo valore a 100 m di distanza si abbassa a circa 40 dB(A), rispettando i limiti di legge previsti dalla vigente normativa, atteso che per l’area in esame (classificata come “area particolarmente protetta”) i valori limite sono di 50 dB(A) per le ore diurne e di 40 dB(A) per le ore notturne; Vibrazioni: utilizzando i valori medi di una campagna di acquisizione sismica 2D simile a quella in oggetto, si evidenzia come, già ad una distanza di 50 metri dal punto sorgente, i valori di ampiezza registrabili possono raggiungere valori massimi dell’ordine dei 3-5 mm/sec e, quindi, compatibili con i valori di tutela assoluti approvati dalle norme DIN 4150-3 “Vibrazioni nell’edilizia – Parte 3: effetti sugli edifici”, ritenute maggiormente significative in quanto più restrittive tra le norme internazionali vigenti; Subsidenza: l’attività di prospezione geofisica, condotta utilizzando come fonte di energizzazione i vibrosises, non prevede movimenti di terra, né interazione con l’assetto geologico strutturale del sottosuolo. Inoltre, non è prevista l’estrazione di nessun tipo di materiale, sia esso liquido, solido o gassoso, per cui si determina l’assenza di interazioni in grado di generare fenomeni di subsidenza nell’area oggetto di istanza o delle zone limitrofe; Occupazione del suolo: si tratta di un fattore d’impatto e durata limitata nel tempo dal momento che al termine delle operazioni si provvederà al recupero dell’area indagata ed alla restituzione dell’originaria destinazione d’uso. Inoltre, l’impatto potenziale durante la fase di cantiere sarà estremamente ridotto, dato che le attrezzature presentano modeste dimensioni e, di fatto, l’attività è assimilabile al passaggio ed alla temporanea sosta di macchine agricole. Si precisa che l’esatta identificazione delle linee di prospezione geofisica saranno definite solo a seguito dell’ottenimento del decreto che accordi la titolarità del permesso di ricerca idrocarburi in esame, emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico; Atmosfera: l’attività oggetto del presente studio potrà provocare impatti del tutto trascurabili sulla qualità dell’aria, considerato che non sono previsti punti emissivi fissi e che l’unico impatto in atmosfera possa derivare dagli automezzi, del tutto assimilabili alle emissioni prodotte dai mezzi agricoli utilizzati abitualmente nella zona; Ambiente idrico: l’impatto sull’ambiente idrico è pressoché nullo, in quanto l’attività in esame non prevede l’approvvigionamento idrico superficiale e sotterraneo e non sono previsti scarichi né di acqua, né di reflui legati all’attività di acquisizione sismica; Pagina 7 di 11 Rifiuti: l’attività in oggetto non prevede alcuna produzione di rifiuti; Ecosistemi, flora e fauna: per analizzare e stimare gli eventuali impatti che l’attività in progetto potrebbe provocare su ecosistemi, flora e fauna, è stata utilizzata la metodologia rappresentata dalla matrice ambientale di Leopold che individua gli effetti provocati dalle azioni previste. Lo studio condotto ha espresso risultati con probabilità di interazione tra le attività di prospezione sismica e le componenti ambientali estremamente basse (meno del 10% del valore massimo raggiungibile nella maggioranza dei casi), per le seguenti considerazioni: il rilievo topografico avrà influenze estremamente basse su tutte le componenti ambientali. Infatti è previsto l’utilizzo della viabilità esistente (strade, piste, sentieri), senza la necessità di lavori di movimento di terra per l’accesso di personale e mezzi; lo stendimento ed il posizionamento, con successiva rimozione, dei cavi e dei geofoni avverrà manualmente; l’attività di energizzazione presenta interazioni di importanza limitata con l’ambiente sia per le basse frequenze usate (comprese tra 12 -100 Hz) e di breve durata (pochi secondi), che per il posizionamento non rigido delle linee che consentirà di servirsi pienamente della viabilità esistente; l’attività di ricerca andrà ad interessare esclusivamente aree non protette, non tutelate e non di pregio. Valutazione della Relazione di Screening La relazione di screening analizza, in maniera sintetica, le possibili interazioni tra il programma dei lavori previsti con le diverse componenti ambientali interessate. Lo studio condotto risulta influenzato dalla natura stessa del programma dei lavori che consisterà, inizialmente, nello studio geologico dell’area mediante l’acquisizione e la reinterpretazione di linee sismiche esistenti, per il quale gli eventuali impatti si possono considerare nulli e/o poco significativi per l’assenza di veri e propri interventi da realizzare. Soltanto a titolo indicativo vengono descritti i lavori relativi ad eventuali nuove linee sismiche, con uso di vibroseis, per le quali non è possibile la valutazione dei possibili impatti sulle componenti biotiche ed abiotiche in quanto risulta ancora da definire l’esatta individuazione sul territorio. Relativamente al quadro di riferimento programmatico sono stati analizzati gli strumenti di pianificazione vigenti, dal quale si evince che le aree interessate non sono assoggettate a particolari tutele in quanto non sono presenti aree naturali protette, aree della Rete Natura 2000 e Piani Paesistici di Area Vasta. Si sottolinea, invece, la mancanza di una puntuale verifica degli strumenti di pianificazione a livello comunale che avrebbe permesso di individuare, tra l’altro, eventuali aree destinate a particolari indirizzi di tipo naturalistico, turistico e/o produttivo. Il quadro di riferimento progettuale risulta poco esaustivo in quanto le operazioni relative al rilievo sismico vengono descritte in maniera standardizzata, con assenza di riferimenti certi e valutabili; vengono riportate le diverse fasi lavorative relative ad rilievo sismico classico per le quali non è possibile la valutazione delle ricadute ambientali sul contesto di riferimento. Relativamente alle osservazioni pervenute a questo Ufficio durante la fase di consultazione pubblica, si controdeduce quanto segue: Associazione Forum Ambientalista: Osservazione Interessamento di area IBA. Rischio idrogeologico ed inquinamento dei suoli. Inopportunità di nuove estrazioni petrolifere per motivi socio-economici e di pregio paesaggistico delle aree interessate Controdeduzione Le aree IBA non sono aree naturali protette, ai sensi della vigente normativa, per cui la loro presenza non può essere considerata un vincolo ambientale mentre possono essere prese in considerazione per una attenzione particolare soprattutto nei confronti dell’avifauna. L’osservazione fa riferimento essenzialmente ad una eventuale fase di perforazione di un pozzo che non risulta essere oggetto della presente valutazione. Osservazione ritenuta non pertinente in quanto troppo generica e riferita sostanzialmente all’intero contesto regionale. Gruppi politici “Uniti per Montescaglioso”, “UDC” ed “Italia dei Valori” di Montescaglioso: Osservazione Controdeduzione Presenza di aree ad alta valenza naturalistica. Tutte le aree naturali menzionate non sono interessate dall’area di ricerca; relativamente Pagina 8 di 11 Rischio sismico ed inquinamento falde freatiche, dei suoli e dell’aria. Comune di Montalbano Jonico: Osservazione Presenza della Riserva Naturale dei Calanchi di Montalbano Jonico. Elaborati tecnici poco approfonditi. Rischio sismico. Comune di Bernalda: Osservazione Presenza dell’area IBA. Presenza siti archeologici Elaborati tecnici poco approfonditi. Rischi per il polo turistico. all’area IBA si rimanda a quanto già espresso in precedenza. L’osservazione fa riferimento essenzialmente ad una eventuale fase di perforazione di un pozzo che non risulta essere oggetto della presente valutazione. Controdeduzione L’area naturale menzionata non è interessata dall’area di ricerca. Si condivide l’osservazione soprattutto per quanto riguarda destinazioni colturali in atto, attività agricole e pianificazione territoriale comunale. Idem come sopra. Controdeduzione Idem come sopra. Nella relazione di screening si sottolinea che l’attività di ricerca non sarà prevista a carico di siti archeologici. Idem come sopra. Non si ritiene che l’attività turistica dell’area, concentrata a ridosso della fascia costiera, possa subire impatti significativi atteso che l’area di permesso è ubicata in posizione geografica più interna. Comune di Pisticci: idem come per il Comune di Bernalda. Comune di Montescaglioso: l’osservazione si ritiene generica in quanto non vengono forniti dati che supportano quanto dichiarato in merito alla incompatibilità dell’intervento con le esigenze del territorio comunale. Relativamente al quadro di riferimento ambientale, lo studio condotto risulta poco esaustivo soprattutto in merito all’uso del suolo, sia in termini descrittivi che grafici (l’allegato 2 “Corine land cover” è stato prodotto in scala non adeguata e con la mancanza di base aerofotogrammetrica); si sottolinea, in particolare, la mancanza di dati più circostanziati in merito a destinazioni colturali, produzioni agricole e colture di pregio. Nonostante l’area di ricerca non sia interessata dalla presenza di aree naturali protette, si evidenzia che il territorio in esame presenta indubbie peculiarità naturalistico-ambientali rappresentate da estese superfici boscate, concentrate soprattutto nelle porzioni settentrionale e meridionale, e dall’ampio alveo fluviale del fiume Basento che occupa la parte centrale dell’area. Si ritiene, inoltre, insufficiente l’analisi e la valutazione di impatti a carico del sistema calanchivo, diffusamente presente nell’area, che rappresenta una peculiarità naturalistica consolidata ed una criticità geologica da preservare e tutelare. A fronte del programma dei lavori previsti, ed in virtù anche dei possibili futuri sviluppi rappresentati dai rilievi sismici oltre che dalla perforazione di pozzi esplorativi, si ritiene, quindi, opportuno avere un quadro di riferimento ambientale più dettagliato rispetto a quello riportato nella Relazione di Screening per poter valutare il quadro di compatibilità ambientale delle attività di progetto ed esprimere un parere adeguatamente motivato. L’adeguamento del quadro di riferimento ambientale si ritiene necessario con particolare riferimento a: sistema idrogeologico, destinazioni agricole, colture di pregio, flora, fauna ed ecosistemi. Sulla base della documentazione esaminata per il “Permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico, della Provincia di Matera, non si possono escludere impatti significativi sull’ambiente e, pertanto, si propone di assoggettare il programma di che trattasi alla Fase di Valutazione, ai sensi dell’art. 15 della L.R. n. 47/1998 e dell’art. 20 del D. L.vo n. 152/2006 – Parte II (e s.m.i.). RITENUTO, sulla base della succitata istruttoria, che per il “Progetto relativo al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni Pagina 9 di 11 di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera, non si possono escludere impatti significativi sull’ambiente; RICHIAMATO che il parere di cui al presente atto, reso ai sensi della L.R. n. 47/1998, è riferito alla sola compatibilità ambientale dell’opera di che trattasi e che, pertanto, lo stesso non costituisce né sostituisce in alcun modo ogni altro parere o autorizzazione necessaria alla effettiva esecuzione dei lavori di che trattasi; DETERMINA Di assoggettare, ai sensi dell’art. 15, comma 1, della L.R. n. 47/1998 e dell’art. 20, comma 4, del D. Lgs. n. 152/2006 – Parte II (e s.m.i.), alla procedura di V.I.A., il “Progetto relativo al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera, proposto dalla società Delta Energy Ltd. Di richiamare che il procedimento di V.I.A. dovrà essere attivato dal proponente con le modalità stabilite dalla L.R. n. 47/1998 (e s.m.i.) e del D. L.vo n. 152/2006 – Parte II (e s.m.i.). Di specificare espressamente che il parere di cui al presente atto, reso ai sensi della L.R. n. 47/1998 e del D. L.vo n. 152/2006 – Parte II (e s.m.i.), è riferito alla sola compatibilità ambientale dell’opera e che, pertanto, lo stesso non costituisce né sostituisce in alcun modo ogni altro parere o autorizzazione necessaria al rilascio del permesso di ricerca di che trattasi. Di trasmettere copia della presente Determinazione Dirigenziale: - alla Società proponente; - all’Ufficio Regionale Geologico ed Attività Estrattive per i successivi adempimenti di competenza, unitamente ad una copia delle osservazioni pervenute all’Ufficio scrivente; - ai Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera, per dovuta conoscenza. Donato Natiello Nicola Grippa Salvatore Lambiase Pagina 10 di 11 D. Lgs. n. 152/2006 - Parte II (e s.m.i.) - L.R. n. 47/1998 (e s.m.i.). Fase di SCREENING. Parere di assoggettamento alla procedura di V.I.A., ai sensi dell'art. 15 comma 1 della L.R. n. 47/1998 e dell'art 20 comma 4 del D. Lgs. n. 152/2006 - Parte II, relativamente al "Progetto relativo al permesso di ricerca di idrocaurburi liquidi e gassosi in terraferma denominato La Capriola" ricadente nei Comuni di Bernalda, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci e Pomarico della Provincia di Matera. Proponente: Delta Energy Ltd. Anna Roberti 25/03/2014 Maria Carmela Santoro Pagina 11 di 11
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