N. 4 2014 - Assofond

N.4 2014
ASSOFOND
FEDERAZIONE
NAZIONALE
FONDERIE
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N. 4 2014
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sommario
industria
fusoria
ASSOFOND
in igne vita
ASSOFOND
FEDERAZIONE
NAZIONALE
FONDERIE
Pubblicazione bimestrale tecnico-economico ufficiale
per gli atti dell’Associazione Nazionale delle Fonderie
Autorizzazione Tribunale di Milano
n. 307 del 19.4.1990
Direttore Responsabile
Silvano Squaratti
Economico
Trend economico Fonderie: segnali incoraggianti ..................................................................................10
Legge 231/01: Responsabilità amministrativa delle società. Linee guida Assofond
per la realizzazione di un modello organizzativo e gestionale..........................................................18
Progetto di Razionalizzazione dei processi di Fonderia
I° Incontro tematico, 25 giugno 2014 - IL CUBILOTTO: un forno fusorio efficiente .............. 20
Il Congresso Assofond giunge alla XXXII Edizione ............................................................................ 30
Rubrica Legale
L'evoluzione da un modello di subfornitura «pura» all'appalto e la consapevolezza
del carico di responsabilità - VIII Workshop Legale: 23 luglio 2014 ....................................36
Direzione e redazione
Federazione Nazionale Fonderie
20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54
Tel. 02/48400967 - Telefax 02/48401282
www.assofond.it - [email protected]
Gestione editoriale e pubblicità
S.A.S. - Società Assofond Servizi s.r.l.
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Amministrazione e abbonamenti
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Tecnico
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Efficienza energetica nei sistemi di alimentazione .................................................................. 42
Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano
Fluidità delle leghe leggere da fonderia. Parte II – Le leghe Al-Si ..........................................50
La spettroscopia LIBS per la misurazione continua dei metalli al camino –
Il progetto Emilibs ..............................................................................................................................58
I vantaggi della cogenerazione nell’industria fusoria - Generazione elettrica
e preriscaldo della carica metallica: un’opportunità concreta per l’efficienza ..................72
L’importanza della metallurgia “Metallurgia generale” (trentesima parte)........................74
In breve
Zanardi Fonderie S.p.A.: Fondere la ghisa raffreddando i costi ..............................................90
Innovare usando l’esperienza ..........................................................................................................92
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la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata
insindacabilmente al giudizio della Redazione.
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Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto
viene pubblicato rimane agli Autori stessi.
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Da ormai più di un anno, Assofond effettua indagini presso
i propri associati con cadenza
trimestrale i cui dati vengono
riassunti su di un report studiato appositamente per fornire
agli operatori del settore un
quadro sintetico e generale sull’andamento dei principali
aspetti dell’industria di fonderia, ovvero “un’istantanea” sui
trend produttivi, del fatturato e
relativa quota sui mercati esteri, utilizzo capacità produttiva,
mercati di destinazione dei getti prodotti, giorni all’incasso e
percentuale dei crediti scaduti.
Nei paragrafi che seguono, viene riportato un estratto dei tre
report relativi al secondo trimestre 2014, ed ognuno inerente ai tre comparti principali
dell’industria di fonderia: ghisa,
acciaio e non ferrosi (alluminio
e zinco nel dettaglio).
Gli indici proposti sono calcolati con base fissa al primo trimestre 2013, inizio delle rilevazione periodiche.
economico
Trend economico Fonderie:
segnali incoraggianti
(rispettivamente +18% e +21%
produzione, +20% e +31% fatturato) mentre la ghisa accusa un
leggero ribasso rispetto al primo trimestre del 2014 (+17%
rispetto a produzione 2013,
+4% rispetto a fatturato 2013).
Ghisa
PRODUZIONE E FATTURATO
Rispetto al primo trimestre del
2013, l’indice destagionalizzato
registra una flessione di 16
punti rispetto al trimestre precedente, difatti passa dal valore
133 a 117. In termini congiunturali, questa flessione si determina in un -11% del secondo
trimestre 2014 rispetto al primo dello stesso anno, anche se
i giorni medi lavorati, dichiarati
dal campione, sono in aumento
In linea generale, il comparto risultato più tonico, sia da un
punto di vista dei livelli produttivi che di quelli del fatturato, è
quello dell’acciaio, forte anche
di un trend meno altalenante
(+18% produzione rispetto all’inizio del 2013, +26% fatturato).
Anche alluminio e zinco registrano incrementi importanti
Industria Fusoria 4/2014
10
(18 giorni rispetto ai 16,9). A
subire il calo maggiore sono i livelli produttivi della ghisa grigia
(-13% rispetto al trimestre precedente) mentre la ghisa duttile si ferma al -8%.
Se si passa a considerare i valori tendenziali, la produzione registra comunque un’importante crescita rispetto al secondo
trimestre dell’anno passato: i livelli produttivi totali della ghisa
salgono di un +15%, sintesi del
+18% della ghisa grigia e del più
risicato +5% della ghisa duttile.
Anche il fatturato segue lo
stesso andamento al ribasso rispetto al primo trimestre del
2013, sebbene di entità inferiore: l’indice destagionalizzato
passa da 109 a 104 (-5 punti).
La ghisa grigia si flette di più rispetto alla ghisa duttile: se la
prima registra -7 punti, la seconda ne perde solo 2.
economico
Tutti i mercati committenti sono proiettati soprattutto verso
il mercato domestico, con quote superiori all’80% del fatturato e messo in relazione alle
vendite di ciascun comparto;
fanno eccezione la siderurgia, la
cui quota verso l’Italia è pari al
73%, ma soprattutto l’automotive dove questa percentuale
diminuisce fino al 57%.
Quest’ultimo risulta anche il
mercato più esportatore verso
i Paesi UE, con una quota relativa del 41%. Gli altri mercati
con incidenze significative verso l’UE sono la meccanica varia, la trattoristica e la siderurgia (tutte al 19%) e a seguire altri mercati non menzionati dalle fonderie (15%).
La siderurgia è l’unico mercato
con una quota significativa verso i Paesi extra UE (8%).
INCASSI E CREDITI SCADUTI
I livelli di fatturato del secondo
trimestre 2014 rispetto allo
stesso trimestre del 2013 sono
in crescita, +4% il dato generale, mentre si attesta ad un +5%
l’incremento della ghisa grigia
ed ad un +3% quello della ghisa
duttile.
Il mix produttivo fra ghisa grigia
e duttile è comunque costante
nel tempo e quest’ultima rappresenta il 26% dei getti prodotti.
69% a fine 2013 e al 71% nel
primo trimestre del 2014.
Dalla fotografia scattata da questa rilevazione, si evince che i
giorni medi all’incasso su clienti nazionali è sempre su livelli
abbastanza alti, vale a dire intorno ai 95 giorni. Un leggero
miglioramento si è avuto nel
secondo trimestre 2014 (96)
ma il periodo migliore rimane
l’ultimo trimestre 2013.
MERCATI DESTINAZIONE
Il settore della meccanica varia è
il principale mercato di destinazione con il 32% di quota sul fatturato di vendita totale. A seguire, l’automotive con il 20%, la
trattoristica con il 16% e le macchine per movimento terra con
il 10%. Le quote residuali rappresentano il 22% del mercato.
Diversa è la situazione sui
clienti esteri, sia in termini di
valori assoluti, la media dei
giorni difatti è nettamente inferiore e pari a 57, sia in termini
di trend che risulta lievemente
discendente: da 58 giorni degli
ultimi due periodi si passa ai già
citati 57.
La quota di fatturato estero, in
media, passa dal 29% al 27% del
trimestre rilevato: se da un lato
la quota relativa alla ghisa grigia
rimane costante al 26%, la ghisa
duttile vede diminuire la propria quota estera di 5 punti percentuali, passando dal 32% sul
fatturato totale al 27%.
In progressiva crescita è il dato
dell’utilizzo della capacità produttiva che, nel secondo trimestre 2014, fissa la media al 74%.
I due periodi precedenti hanno
rilevato percentuali inferiori: al
11
Industria Fusoria 4/2014
economico
La media dei crediti scaduti è
sempre intorno all’8%, così come rilevato il trimestre scorso.
Anche la ripartizione fra giorni
fatturazione rimane simile: 35%
per crediti a 30gg, 22% per
quelli a 60gg e fino al 43% per
le fatture emesse a 90gg.
Acciaio
acciai inossidabili (-14%).
Nel mix produttivo i legati rimangono quelli più prodotti
(58% del totale) anche se in
leggera flessione rispetto al
60% del terzo trimestre 2013.
Il fatturato, a parità di indice,
cresce anche di più rispetto ai
livelli produttivi: è +26% l’incre-
PRODUZIONE E FATTURATO
L’indice destagionalizzato che
fissa la base di riferimento al
primo trimestre del 2013 indica
un significativo incremento
(+18%): è la variazione più alta
degli ultimi quattro trimestri ed
è in contro tendenza rispetto al
primo trimestre del 2014. All’inizio dell’anno, difatti, pur avendo una crescita delle tonnellate
prodotte pari al +4% rispetto al
primo trimestre 2013, è comunque risultata inferiore all’ultimo
trimestre del 2013 (+12%).
La variazione fra il primi due
trimestri dell’anno in corso,
sempre in termini destagionalizzati, è pari al +13%, con la variazione più significativa del
+19% degli acciai al carbonio, il
+14% degli acciai legati e +3%
per gli inossidabili.
In termini tendenziali, la crescita è sempre importante e pari
al +21% fra il secondo trimestre 2014 e il corrispettivo del
2013. Ciò che si evince è la forte crescita degli acciai legati
(+23%) e di quelli al carbonio
(+27%) contro bilanciati da
un’importante flessione degli
Industria Fusoria 4/2014
12
mento sul primo trimestre
2013, dopo il tonfo del primo
trimestre 2014 il cui valore si è
attestato a 93.
In questo caso, sia nell’indice a
base 2013, sia nelle variazioni
tendenziali, l’incremento maggiore lo ha registrato il fatturato in
relazione ai getti di acciai legati:
nel primo caso si ha un incremento del +55%, mentre rispetto al secondo trimestre 2013 la
variazione è stata pari al +42%.
Rispetto al secondo trimestre
del 2013, le fonderie di acciaio
hanno comunque registrato
una crescita del +17% in termini di fatturato totale. L’unica
flessione che si è avuta in termini di valori tendenziali è
quella inerente agli acciai inossidabili (-8%).
La quota di fatturato estero
media rimane costante e pari al
25% del fatturato totale, analogamente al trimestre precedente. A vedere abbattuta la
propria incidenza sono gli ac-
economico
po, vale a dire 45 giorni. In questo caso l’andamento è costante negli ultimi tre periodi rilevati.
La media dei crediti scaduti si
attesta al 10% dei crediti commerciali totali, all’interno dei
quali quelli emessi con fatture a
30 giorni rappresentano la
maggioranza (58%); a seguire
vengono i crediti a 90 giorni
(23%) ed infine quelli a 60 giorni (19%).
Non ferrosi
ciai al carbonio, dal 10% al 1%;
l’unico valore ad aumentare è il
39% degli acciai inossidabili rispetto al 24% del periodo precedente.
In aumento anche la capacità
produttiva che risulta mediamente pari al 78%.
MERCATI DESTINAZIONE
Molte fonderie che hanno risposto all’indagine indicano in
altri mercati la quota più importante del fatturato (34%): si
valuterà in futuro come esplicitare questi mercati.
Per gli altri mercati si ha una
forte diversificazione, con ripartizioni simili: 16% il mercato
della meccanica e della siderurgia, 15% quello dell’edilizia e
14% l’industria estrattiva. Tutti
gli altri rappresentano il 5%.
All’interno di ciascun mercato,
le destinazioni rilevate sono per
lo più italiane, per i mercati più
importanti (altri, meccanica, siderurgia ed edilizia) con percentuali sopra il 60%; vale lo
stesso per mercati minori come
l’industria navale, ferroviaria e
dei mezzi di trasporto.
Diverse invece le incidenze per
il mercato dell’industria estrattiva che divide esattamente a
metà le destinazioni domestiche
e quelle verso i Paesi UE.
I soli mercati che interessano i
Paesi extra UE sono la meccanica (7%) l’edilizia e la siderurgia (entrambe al 5%).
INCASSI E CREDITI SCADUTI
I giorni medi all’incasso da
clienti nazionali rimangono
piuttosto alti e si attestano sui
90gg. L’andamento è in diminuzione rispetto all’ultimo trimestre 2013, per cui si erano rilevati 93 giorni.
Per essere pagati dai clienti
esteri ci vuole la metà del tem-
PRODUZIONE E FATTURATO
Dopo un primo trimestre
2014 in discesa rispetto al trimestre precedente, sia alluminio che zinco aumentano la distanza rispetto al primo trimestre 2013, rispettivamente con
un incremento del +18% e del
+21%.
La variazione percentuale più
accentuata, rispetto al primo
trimestre 2014, è quella del
comparto dello zinco (+7%)
mentre l’alluminio si ferma al
+3%.
Una nota sugli altri metalli (per
cui è in corso una verifica) che
crescono del +14% rispetto all’inizio del 2014, ma perdono
moltissimo rispetto al primo
periodo del 2013.
In termini tendenziali è sempre
lo zinco a registrare le performance migliori, fino al +17%
durante questo secondo trimestre e rispetto al corrispettivo del 2013. Anche l’alluminio
cresce, anche se di intensità inferiore (+5%).
Il mix produttivo conferma la
predominanza di getti di alluminio sul totale (93%).
Il fatturato dell’alluminio, considerando l’indice destagionalizzato con base fissa al primo trimestre 2013, è tornato a quota
+20%, così come nell’ultimo
trimestre del 2013. In costante
aumento, dal quarto trimestre
2013 in poi, il fatturato dello
zinco che si attesta a +31%.
13
Industria Fusoria 4/2014
economico
stanziale invarianza, ma su incidenze maggiori e sopra il
70%.
Si riscontra, al contrario degli
altri indici considerati, un calo
nella percentuale media di utilizzo della capacità produttiva,
in questo caso rilevata per
tutti i metalli. Il calo dal 76% al
75% dell’ultimo trimestre è
dato dall’elevata variabilità fra
i valori delle fonderie di alluminio.
MERCATI DESTINAZIONE
La metà dei getti prodotti dalle fonderie non ferrose è destinata al mercato dei mezzi di
trasporto (51%). Il secondo
mercato per importanza sui
fatturati aziendali è la meccanica con il 29%. Tutti gli altri
settori di interesse si pongono al di sotto del 7%, ad iniziare dal mercato dei beni di
consumo, poi l’edilizia ed ingegneria elettrica ed infine altri
non definiti (3%).
Le fonderie non ferrose presentano una forte propensione
ai mercati UE: ingegneria elettrica e mercato dell’edilizia
esportano più del 50% del fatturato relativo. Gli altri mercati, pur avendo la quota maggioritaria sull’Italia, presentano comunque incidenze importanti:
meccanica (30%) mezzi di trasporto (39%) beni durevoli
(31%) ed altri (40%).
Quest’ultimo presenta anche
una percentuale interessante
per i Paesi extra UE e pari al
10%, seguito con il 4% dalla
meccanica.
I valori tendenziali confermano questa maggiore spinta dello zinco (+11% rispetto al secondo trimestre del 2013) rispetto all’alluminio (+8%).
Le quote percentuali di fatturato sull’estero risultano al
40% sul totale, per il trimestre
rilevato, per ciò che concerne
l’alluminio, in lieve ripresa rispetto ai trimestri precedenti.
Lo zinco rimane su una so-
Industria Fusoria 4/2014
14
economico
INCASSI E CREDITI SCADUTI
Risultano pressoché costanti,
negli ultimi tre trimestri, i giorni all’incasso per i clienti nazionali (94). Di molto superiori rispetto ai giorni attesi per i
clienti stranieri: anche qui l’andamento è sostanzialmente lineare, anche se guadagna due
giorni nell’ultimo trimestre, da
57 si passa a 55 giorni medi.
Molto alti i crediti scaduti, in
media si rileva il 15% sul totale dei crediti commerciali. Fra
questi, la maggioranza assoluta
del 57% la registrano quei
clienti a cui è stata emessa fat-
tura a 90 giorni, mentre la
quota dei 30 e 60 giorni fattu-
ra presentano percentuali simili ed intorno al 21%.
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possibile solo su invito personale.
Lo scopo di questo forum biennale è quello di
informare sulle tendenze di mercato e sulle opportunità di business per l'industria di Fonderia offrendo ai partecipanti interessanti occasioni di dibattito e confronto. In particolare rappresenta un luogo di incontro tra i massimi esponenti aziendali che
fanno parte della stessa Supply Chian: fornitori,
fonderie e committenti. Costituisce una vetrina
mondiale che grazie alle relazioni che si instaurano
e si consolidano a livello mondiale tra i partecipanti svolge anche un’azione efficace di divulgazione
delle potenzialità offerte dalla tecnologia di Fonderia per una penetrazione ed utilizzo sempre più intenso dei getti fusi ferrosi e non ferrosi. Quindi un
prezioso contributo per avvicinare nuovi potenzia-
15
Considerata l’importanza di tale congresso, Assofond è solita dedicare a tale tema un’apposita
sessione del proprio congresso che generalmente si tiene a poche settimane di distanza dell’IFF.
Nel programma del XXXII Congresso di Fonderia, Lecce 16-19 Ottobre, gli esiti dell’ottava edizione dell’IFF saranno illustrati ai congressisti dal
Presidente di Assofond, Roberto Ariotti ed il Presidente di Amafond, Francesco Savelli, nel corso
della sessione di Venerdì mattina alle 9.30 intitolata “Prospettive industria di fonderia con le conclusioni dell’International Foundry Forum di Venezia”.
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M. Favini
Legge 231/01:
responsabilità amministrativa delle società.
Linee guida Assofond per la realizzazione
di un modello organizzativo e gestionale
Il Decreto Legislativo 8 giugno
2001, n. 231, recante “Disciplina
della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle
società e delle associazioni anche
prive di personalità giuridica, a
norma dell’art. 11 della legge 29
settembre 2000, n. 300” ha introdotto per la prima volta nel
nostro ordinamento la responsabilità in sede penale degli enti per gli illeciti conseguenti alla commissione di un reato.
La responsabilità degli enti viene definita “amministrativa” dal
Decreto, anche se, la dottrina è
concorde nel sostenere che si
tratta di una responsabilità di
carattere sostanzialmente penale, che si aggiunge alla responsabilità penale dei soggetti
che hanno materialmente realizzato il fatto illecito.
configura ove sussista un “vantaggio dell’organizzazione”, o
anche solamente nel caso in
cui il reato sia commesso “nell’interesse dell’organizzazione”, senza che ne sia ancora
derivato necessariamente un
vantaggio concreto.
Si tratta di un sistema di responsabilità autonomo, caratterizzato da presupposti e conseguenze distinti da quelli previsti
per la responsabilità penale in
capo alla persona fisica.
La previsione di una responsabilità in capo agli enti, fa cadere
uno dei principi cardine del nostro ordinamento, risalente al
diritto romano secondo il quale “societas delinquere non potest”; in base a tale principio si
escludeva che le persone giuridiche potessero essere soggetti attivi di un illecito penale.
Tale responsabilità, che si aggiunge a quella della persona
fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito, si
Industria Fusoria 4/2014
18
In particolare, l’ente può essere
ritenuto responsabile se, prima
della commissione del reato da
parte di un soggetto posto in
posizione apicale o, anche, da
soggetti sottoposti all’altrui direzione ad essi funzionalmente
collegati, inclusi i soggetti non
necessariamente in organigramma, come ad esempio consulenti
o procacciatori, non abbia efficacemente attuato modelli di organizzazione e gestione idonei a evitare che si possano verificare i reati indicati nella norma.
economico
La responsabilità non sussiste,
per espressa previsione dell’art. 5, comma 2, del d.lgs.
231/2001, se le persone indicate hanno agito “nell’interesse
esclusivo proprio o di terzi”.
Quanto alle conseguenze, l’accertamento dell’illecito previsto dal decreto 231/01 espone
l’ente all’applicazione di gravi
sanzioni, che ne colpiscono il
patrimonio, l’immagine e la
stessa attività.
Nata per “contrastare” i reati
contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione,
truffa ai danni dello Stato, etc.),
tipicamente di natura dolosa, il
campo di applicazione della norma è stato successivamente
esteso ad altri reati, ed in particolare a reati di natura colposa
quali omicidio colposo e lesioni
gravi e gravissime commesse in
violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute
sul lavoro, ed ai reati commessi in violazione della normativa ambientale.
La “criticità” delle citate normative per il Settore della Fonderia, anche per le imprese di
piccola e media dimensione, ha
reso sempre più necessaria
l’attuazione di modelli organizzativi che potessero configurarsi idonei ad “esimere” le
Fonderia dalla responsabilità
definite dalla 231/01, a fronte
della commissione dei citati
reati da parte di soggetti ai vertici dell’organizzazione aziendale, od ad essi riconducibili.
Le sanzioni previste dal decreto 231/01, come accennato, sono di estrema gravità in quanto
colpiscono sia il patrimonio
dell’ente che la sua libertà di
azione: si tratta di pesanti sanzioni pecuniarie (nei casi dei
reati in campo di salute e sicurezza sul lavoro oscillano fra i
200.000 euro e 1.500.000 euro), da un lato, e interdittive
dall’altro, che possono arrivare
fino al commissariamento dell’attività; il Decreto prevede,
inoltre, le sanzioni accessorie
della confisca e della pubblicazione della sentenza.
I modelli organizzativi
e gestionali richiesti
dalla 231/01
La norma ha previsto la possibilità per l’ente di sottrarsi totalmente o parzialmente all’applicazione delle sanzioni, purché siano state rispettate determinate condizioni.
L’art. 6 del D.lgs. 231/01, infatti,
contempla una forma di “esclusione” da responsabilità dell’ente se si dimostra, in occasione di un procedimento penale per uno dei reati considerati (reati ”presupposto” di responsabilità), che l’organo dirigente dell’ente abbia adottato
ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la
commissione degli illeciti penali considerati, oltre ad avere effettuato una costante attività di
vigilanza sul funzionamento e
sull’osservanza del modello
stesso, attraverso un organismo dotato di “autonomi poteri di iniziativa e controllo”.
Il Modello Organizzativo ex
D.Lgs. 231/2001 deve essere
costituito da un insieme di norme che oltre a chiarire i contenuti della legge, indirizzino le
attività aziendali in linea con tali norme per prevenire la commissione delle tipologie di reati
“presupposto” contemplati dal
Decreto Legislativo.
Deve inoltre fornire indicazioni
sulle modalità con cui vigilare
sul funzionamento e sull’osservanza delle norme di legge e
del Modello Organizzativo
stesso.
In particolare il modello deve
rispondere alle seguenti esigenze:
• individuare le attività nel cui
ambito possono essere commessi i reati;
• prevedere specifici “protocolli” che definiscano le cor-
19
rette modalità operative e
decisionali dell’ente, in relazione ai reati da prevenire;
• individuare modalità gestionali delle risorse finanziarie
atte ad impedire la commissione dei reati;
• prevedere idonei “canali
informativi” verso l’organismo deputato alla vigilanza
sul modello e sul suo funzionamento;
• introdurre un “sistema disciplinare” idoneo a sanzionare
il mancato rispetto di quanto
definito nel modello.
Per agevolare il “percorso” necessario alla realizzazione ed
all’implementazione di un Modello Organizzativo e Gestionale (MOG) efficace, ASSOFOND ha ritenuto di sviluppare una Linea Guida di Settore per offrire alle imprese che
abbiano scelto di adottare un
modello di organizzazione e
gestione una serie di indicazioni e misure, specificatamente
“pensate” in relazione alle attività di Fonderia, ritenute in
astratto idonee a rispondere
alle esigenze delineate dal decreto 231/01, comunque “adattabili” alla specificità della singola impresa.
Le Linee Guida sono finalizzate
ad orientare le imprese nella
realizzazione dei citati MOG, in
particolare per quanto attiene
l’attività di “valutazione del rischio”, basilare per la costruzione di un adeguato strumento finalizzato ad evitare il coinvolgimento dell’impresa nel caso di commissione dei reati
presupposto, in particolare in tema di Salute e sicurezza sul lavoro ed in campo ambientale,
oltre che per i restanti reati inseriti nel campo di applicazione
della 231/01.
Intenzione di ASSOFOND, successivamente alla definizione
delle Linee Guida, è quella di
avvalersi della possibilità definita al comma 3 dell’articolo 6
della norma, di comunicarle al
Ministero della Giustizia per
verificare “ . . . l’idoneità dei modelli a prevenire i reati”.
Industria Fusoria 4/2014
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G. Corelli – M. Prando
S. Magri – A. Agosta
M. Bianchini – M. Della Fornace
M. Favini
Progetto di Razionalizzazione
dei Processi di Fonderia
I° Incontro tematico – Il cubilotto:
un forno fusorio efficiente
Lo scorso 25 giugno, presso il
Best Western Hotel Brescia Est
di Castenedolo (BS), si è tenuto
il primo di una serie di incontri,
fra Imprenditori e tecnici delle
fonderie associate, organizzati
da Assofond all’interno del progetto finalizzato alla Razionalizzazione dei processi di fonderia.
L’incontro, che ha visto una ampia partecipazione (circa 50
persone fra imprenditori, direttori di stabilimento e tecnici), è
stato dedicato al cubilotto, il
forno con cui sono nate, cresciute e si sono sviluppate la
maggioranza delle fonderie italiane.
Ai nostri giorni, questo forno,
profondamente evoluto e sviluppato nel processo, nel recupero energetico e nella gestione delle problematiche ambientali, rappresenta il mezzo fusorio utilizzato da piccole e grandi fonderie in particolare.
In Europa, Germania in testa, la
maggior quantità di ghisa fusa
viene ottenuta con questo
mezzo fusorio.
Dopo una introduzione di
Gualtiero Corelli (Assofond),
che ha riassunto gli obiettivi del
progetto di Razionalizzazione dei Processi di Fonderia
sono seguiti gli interventi di
Sergio Magri direttore di stabilimento della Fonderia di Tor-
Industria Fusoria 4/2014
bole, che ha descritto i vantaggi, in termini di efficienza, ottenuti dalla recente sostituzione
del proprio cubilotto con uno
che adotta le più recenti tecnologie, Angelica Agosta (Universal Sun) che ha parlato delle
possibilità di recupero energetico dai fumi caldi del cubilotto,
di Michele Bianchini (GE
Power & Water Heat Recovery
Solution) che ha parlato della
tecnologia ORC di General
20
Electric, Massimo Della Fornace (consulente Assofond)
che invece ha parlato dei materiali (combustibili e di carica)
alternativi per il cubilotto e, infine, Maurizio Prando (Assofond) ha parlato del sito dedicato al progetto di Assofond
(www.fonderiaefficiente.it).
Riportiamo, a firma di ciascuno
dei relatori, una sintesi degli interventi.
economico
Il Progetto di
Razionalizzazione dei
Processi di Fonderia
G. Corelli – Assofond
Tra le voci di costo che condizionano la competitività del
Settore delle Fonderie, la “bolletta energetica” si posiziona
ai primi posti.
Per ridurre l’incidenza della
“bolletta energetica”, è essenziale operare scelte gestionali
che perseguano obiettivi di riduzione dei consumi attraverso
il raggiungimento di elevati livelli di efficienza energetica, in
tutte le aree e/o fasi produttive,
non solo attraverso una corretta gestione del calore generato
ma evitando “sprechi” legati alle caratteristiche intrinseche di
macchine, impianti, processi, ma
anche e soprattutto, alle modalità di conduzione delle attività,
sempre più difficili da pianificare in relazione ad un mercato
che richiede maggiore flessibilità e capacità di gestione delle
richieste.
LA SITUAZIONE
DELLE FONDERIE ITALIANE
Da alcune analisi svolte sulle
principali fasi del ciclo produttivo di fonderia, e dai primi
confronti effettuati, sono
emersi ampi spazi di miglioramento delle performance delle Fonderie italiane in varie
aree operative.
I risparmi realizzabili, ovviamente, dipendono dal «livello
di partenza» considerato; maggiore è il livello di efficienza di
partenza e minore sarà lo spazio di miglioramento. In molti
dei casi analizzati tuttavia, i risultati ottenuti consentono risparmi di energie percentuali a
due cifre (fino al 20%).
Va sottolineato che risparmi
energetici significativi sono
raggiungibili sia a seguito di
modifiche tecnico impiantistiche che comportano investimenti, sia introducendo modifiche nelle modalità di gestione
dei processi, a “costo zero”.
LE
FINALITÀ DEL PROGETTO
La necessità di ridurre l’incidenza del “costo energetico”
per recuperare la competitività
delle Fonderie italiane, è stato
lo stimolo per intraprendere
un percorso ben più ambizioso,
consistente in una “revisione
critica” dell’intero processo di
fonderia per individuare gli spazi di razionalizzazione esistenti.
Nel quadro sopra descritto, si
inserisce il progetto che ASSOFOND ha deciso di realizzare con le finalità seguenti:
1. realizzare uno strumento
che possa aiutare l’imprenditore in una costante opera di
razionalizzazione
dei
propri processi produttivi, organizzativi e gestionali al fine di recuperare, il
più possibile, i margini di redditività della propria azienda
ed aumentarne, conseguentemente, la competitività.
Razionalizzazione dei processi, in ottica di riduzione
dei costi e di ottimizzazione delle risorse energetiche in particolare, ma
anche di razionalizzazione di
tutti gli altri aspetti legati alle attività della Fonderia quali ambiente, salute e sicurezza dei lavoratori, attraverso una attenta analisi delle prassi operative e delle
modalità gestionali.
2. aggiornare le tecniche considerate BAT (Best Available
Techniques – Migliori Tecniche Disponibili), alla luce delle esperienze maturate dalle
imprese del Settore a livello
internazionale e nel nostro
paese, anche attraverso una
rilettura critica dei documenti europei applicabili alle
attività di Fonderia.
I principali strumenti, accessibili agli imprenditori a vari livelli
(in funzione delle capacità di investimento consentita dai bilanci aziendali), attraverso i quali è
possibile perseguire gli obiettivi di razionalizzazione sono:
la Tecnologia ed i Sistemi
Organizzativi.
È indubbio, infatti, che innova-
21
zione ed aggiornamento
tecnologico non possono fare a meno di adeguate modalità
organizzative e gestionali
che ne garantiscano l’utilizzo
efficiente (minimo costo, massimo guadagno).
Il cubilotto moderno,
ultima evoluzione
presso la Fonderia
di Torbole
S. Magri – Fonderia di Torbole
Fonderia di Torbole, nell’Agosto 2013, ha sostituito il tino
del cubilotto, che era operativo
dal 1997.
Si è deciso di installare il sifone
a pressione, in alternativa del
tradizionale sifone atmosferico,
e il tino refrattariato a spessore ridotto.
La scelta di un cambio più radicale è stata fatta, considerando le migliori performance del
nuovo sistema e che ormai la
quasi totalità delle installazioni
utilizza questa tecnologia come verificato a seguito di varie
visite nelle più importanti fonderie europee.
L’installazione, compresa la rimozione del vecchio tino, le
opere per le fondazioni e tutte le attività correlate, ha richiesto 4 settimane ed il 02
settembre 2013 il cubilotto è
stato avviato con successo.
Nel corso dell’incontro organizzato da Assofond il 25 giugno scorso, era stato presentato un ampio report fotografico relativo alle varie fasi dell’installazione. In questo documento si intende brevemente
riassumere le efficienze ed i
miglioramenti implementati ed
in buona parte conseguiti con
la nuova tecnologia.
Le principali differenze tra i
forni sono illustrate negli
schemi seguenti. In particolare
si nota che la separazione della ghisa e della scoria fusa avviene in un bacino separato e
non nel crogiolo del cubilotto.
Questo influenza positivamente alcuni aspetti di processo di
seguito descritti.
Industria Fusoria 4/2014
economico
Cubilotto con sifone atmosferico
Cubilotto con sifone in pressione
Fig. 1
I miglioramenti sono sia per la
parte meccanica che di processo (Fig. 1).
PARTE
MECCANICA:
1. Ottimizzazione delle dimensioni per la capacità fusoria.
Risulta più gestibile la quantità di ghisa oraria da produrre in base all’assorbimento delle linee di formatura.
2. Ottimizzazione della testa per
il controllo della pressione ed
una migliore pre-separazione
delle polveri grossolane.
La nuova testa del cubilotto,
ha migliorato la gestione dell’aspirazione con una temperatura nel post-combustore
più costante e stabile, favorendo un significativo risparmio di gas metano del bruciatore principale nella ca-
mera di combustione, che
nella fase fusoria non interviene mai.
Il dato di consumo attuale risulta essere inferiore a 2 m3
di gas per tonnellata di
ghisa fusa a fronte di un dato storico di circa 6 m3 per
ton di ghisa.
3. Nuovo metodo di raffreddamento della testa.
Il sistema precedente di raffreddamento della testa con
acqua “ferma” nella vasca ed
il raffreddamento, anch’esso
ad acqua, dell’intercapedine
esterna, ha sempre creato
problemi per accumuli di incrostazioni e conseguente
mancato raffreddamento di
alcuni settori, soggetti quindi
a frequenti rotture. Il nuovo
Nuova camera di aspirazione
Nuovo ring spruzzatori
Fig. 2
Industria Fusoria 4/2014
metodo con refrattario
esterno e vasca interna vuota e raffreddata sulle pareti,
risulta essere più affidabile
con una gestione migliore e
più accessibile (Fig. 2).
4. Nuovi ring spruzzatori in tre
settori.
5. Toro del vento con isolamento interno in ceramica
per minori perdite di temperatura e maggiore durata.
6. Tino conico per un migliore
raffreddamento con ridotta
probabilità di formazione di
incrostazioni.
7. Anello in metallo sotto la testa a protezione del refrattario.
8. Riduzione del refrattario nel
tino da 300 a 100 mm.
9. Ottimizzazione delle tubiere
con forma conica.
22
economico
Analisi temporale del carbonio (C)
Analisi temporale del Silicio (Si)
Fig. 3
PROCESSO:
1. Maggiore stabilità di C e Si
Le analisi (linea rossa), con
prelievo di ghisa prima che
entri nell’avanforno, mostrano un sensibile miglioramento nella stabilità del Carbonio
rispetto al cubilotto precedente (linea blu) ed un miglioramento anche se meno
evidente per il silicio (Fig. 3).
2. Temperatura di spillata più alta.
A fronte di un utilizzo di coke
leggermente più alto(0,20,4%), la temperatura di spillata è mediamente 25-30°C
più alta. Secondo alcuni studi
il risparmio di energia è pari a
230W x 1°C x 1 ton di ghisa
prodotta.
3. Minori perdite di Si.
Il valore di ossidazione del Silicio per questi forni è mediamente del 25%, nel nostro caso vi è stato un recupero di 1
punto rispetto al cubilotto
con sifone atmosferico con
valori di perdita tra 26-28%.
4. Minore quantità di ghisa in fase di svuotamento e gestione
più semplice e meno gravosa
per gli addetti (Fig. 4).
5. Consumi di refrattari ridotto.
Il valore di consumo di refrattario per il cubilotto con sifo-
Schema del sifone
in pressione a vento spento
Fig. 4
ne atmosferico era di 1,40 kg
per tonnellata di ghisa fusa. Il
nuovo valore, ad un anno di
utilizzo, risulta essere 0,8. La
frequenza degli interventi
prevede:
- Piccola riparazione esterna
settimanale del sifone scoria.
- Ogni 2-3 settimane riparazione completa del sifone.
- Ogni 3-4 mesi riparazione
bacino.
I risultati raggiunti ed il corretto
rapporto fra questi e l’investimento hanno confermato ampiamente la validità delle scelte.
Recupero energetico
dai fumi del cubilotto,
perché nulla vada
sprecato
A. Agosta – Universal Sun
Le aziende, in questo particolare momento storico, puntano
ancora di più alla riduzione dei
costi energetici come fattore
critico di successo.
Le fonderie sono caratterizzate
da una forte produzione di calore che normalmente viene disperso in atmosfera oppure parzialmente recuperato, sul modello «tedesco», per la produzione
di acqua calda ad uso riscaldamento o, in rari casi, di processo;
recuperare il calore prodotto per auto-produrre energia elettrica attraverso il ciclo organico di Rankine rappresenta una buona opportunità per ridurre i costi
mettendo a reddito ciò che
oggi si spreca.
Infatti, nelle fonderie in cui è
23
presente un sistema di recupero per la produzione di acqua
calda, data la forte stagionalità
dei carichi termici, il calore disponibile resta quantitativamente importante e normalmente viene dissipato impiegando energia elettrica per il
funzionamento di dry-cooler.
Laddove non è presente il sistema di recupero, vengono attualmente impiegati sistemi
tradizionali di abbattimento
delle temperature, ovvero
quench tower o air cooler, che
per costi di esercizio e canoni
di manutenzione rappresentano una spesa rilevante nel bilancio aziendale.
In entrambi i casi, utilizzare il
calore sprecato per alimentare
un ciclo ORC, non solo rappresenta un’opportunità di reddito, ma consente anche di ottimizzare e migliorare la gestione operativa per effetto del
mancato utilizzo di dry-cooler,
quench tower o air cooler.
Il ciclo di Rankine, alla base del
ciclo a vapore, è un ciclo termodinamico endoreversibile
composto da due trasformazioni adiabatiche e da due isobare, attraverso il quale il calore viene trasformato in lavoro.
La particolarità del sistema
ORC è l’utilizzo di un fluido organico con basse temperature
di cambiamento di stato che
consentono, a fronte di un minore dislivello termico, e quindi
di una minore energia estraibile, di sfruttare fonti termiche a
media temperatura.
Lo schema di processo prevede un circuito a fluido vettore
Industria Fusoria 4/2014
economico
(olio diatermico o acqua surriscaldata) che recupera il calore
sensibile dal flusso di gas esausti in uscita dal processo produttivo attraverso uno scambiatore di calore; il fluido vettore così riscaldato attraversa
un evaporatore nel quale cede
calore per la vaporizzazione
del fluido organico.
Il fluido organico sotto forma
di vapore espande quindi in una
turbina direttamente collegata
ad un generatore elettrico.
Il vapore viene poi condensato
(mediante raffreddamento ad
aria o ad acqua) e quindi riportato allo stato liquido per poi
essere pompato nuovamente
nell’evaporatore completando
così la sequenza del ciclo.
Il componente chiave del sistema appena descritto, dal punto
di vista dell’impatto sul processo produttivo, è lo scambiatore
di calore il cui dimensionamento non può prescindere da:
• analisi della composizione dei
fumi: in base ai contenuti deve essere scelto il sistema di
pulizia più adeguato;
• rispetto dell’equilibrio delle
pressioni nella linea fumi: le
perdite di carico introdotte
devono essere compatibili;
• rispetto delle temperature:
un sistema di controllo e regolazione adeguato deve garantire le temperature di
progetto di eventuali sistemi
di filtrazione posti a valle.
Anche l’analisi del sistema di
espulsione dei fumi esistente
(aspirante o premete) deve essere condotta in modo tale da
individuare la soluzione migliore di inserimento dello scambiatore di calore (presenza o
meno di by-pass).
Per quanto riguarda la taglia
dell’ORC da installare, essa deve essere scelta in modo tale da
massimizzare le ore di suo funzionamento così da garantire la
massima produttività: una valutazione errata, eseguita sui picchi di carico termico, comporta
un’eccessiva parzializzazione o
stop della macchina (con consumi degli ausiliari non ottimizzati) con conseguenze sul bilancio energetico del sistema.
Industria Fusoria 4/2014
Dimensionare l’intervento
sul base load e prevedere
un sistema ORC modularizzato (più moduli di taglia inferiore a quella di base-load) consente l’esercizio full time dell’impianto.
La tecnologia consolidata, uno
studio meticoloso del processo
nonché uno studio economico
finalizzato alla costruzione di
una proposta contrattuale mirata, consente in entrambe le
casistiche risultati industriali
notevoli che si traducono in business plan particolarmente interessanti. I tempi di ritorno
stimabili vanno dai 3 anni in caso di inserimento sul circuito
olio ai 5 anni in caso di totale
revamping dei sistemi di dissipazione.
Il generatore GE
Clean Cycle: ORC di
piccola taglia per il
recupero energetico
in impianti industriali
M. Bianchini – GE Power &
Water
Un generatore ORC di piccola taglia ed in grado di funzionare anche a basse temperature permette di recuperare calore da molteplici fonti e di
trasformare tale calore in
energia elettrica che può essere immessa in rete.
Diversi aspetti devono essere
tenuti in considerazione affinché una tecnologia possa essere applicata con successo in un
determinato settore. Nel caso
particolare del recupero energetico in impianti industriali,
ed in particolare nelle fonderie, si possono individuare i seguenti fattori:
• Le sorgenti termiche disponibili per il recupero possono variare da impianto a impianto sia in termini di temperature che di fluido disponibile (fumi in uscita dal cubilotto oppure olio diatermico utilizzato in uno scambiatore di raffreddamento
fumi).
24
• Tali sorgenti termiche non
sono disponibili continuamente e a livelli costanti di
energia ma seguono l’andamento del ciclo produttivo
aziendale (carico parziale,
fermate, …).
• Gli impianti vengono realizzati in siti che sono, prima di
tutto, dedicati alla produzione di beni industriali e non di
energia. E’ necessario quindi
che l’aggiunta di un impianto
per il recupero energetico
non “ostacoli” le normali attività industriali. Non dovranno essere richieste risorse, in termini di tempo
dedicato e conoscenze specifiche, al personale già presente in sito.
• La maggior parte degli impianti di generazione saranno di taglia piccola e medio
piccola (P installata < 1
MWel) per questo i costi di
esercizio e di manutenzione
devono essere minimi per
non annullare il vantaggio
economico creato dall’energia elettrica autoprodotta.
Il generatore GE Clean Cycle
consente di fornire una soluzione ai punti sopra riportati. Si
tratta di un assieme completamente assemblato e testato in
fabbrica e già operante in numerosi impianti nel mondo, con
conseguenti vantaggi dal punto
di vista della realizzazione dell’impianto e dell’affidabilità.
La dimensione dell’impianto
viene adattata alla disponibilità
di energia termica con un approccio modulare: vengono installati più unità della stessa
macchina in parallelo.
Fig. 5
economico
La connessione tra l’alternatore e la rete elettrica attraverso un doppio sistema di
conversione
AC/DC
e
DC/AC permette di svincolare il numero di giri del rotore
dalla velocità di sincronismo
fornendo due importanti vantaggi:
• La turbina può variare la velocità di rotazione adeguandola alle condizioni di lavoro in caso di funzionamento
a carico parziale. In questo
modo il generatore può lavorare a carico parziale in
base alla disponibilità di calore dal processo produttivo senza bruschi cali di efficienza.
• La turbina funziona ad alti
regimi di rotazione consentendo di realizzare un generatore di dimensioni molto
compatte rispetto ad unità
di pari potenza ma funzionanti a bassa velocità. Il
gruppo di generazione può
essere inserito in un container di dimensioni standard
consentendo di realizzare
un impianto in tempi molto
rapidi e con opere civili ridotte al minimo (Fig. 5).
permettono di realizzare impianti di recupero energetico
in ambienti industriali utilizzando una tecnologia consolidata e di semplice gestione.
L’utilizzo di materiali
alternativi, dai costi
di conferimento a
valore di materia
prima
M. Della Fornace –
Consulente Assofond
Tutti i processi producono
prodotti e sottoprodotti. Ad
alcuni di questi, non riuscendo
ad individuare un utilizzo conveniente, diamo il nome di rifiuti.
Certamente i processi di fonderia, sostanzialmente quello
legato al metallo e quello legato alla formatura, producono
sottoprodotti che, in molti casi vengono conferiti come rifiuti e come tali smaltiti. Ogni
tonnellata di getti prodotti genera da 5 a 10 Kg di rifiuti
smaltiti con un costo complessivo annuo di 40 milioni di euro pari al 1,4 % del fatturato
del settore.
Il fluido organico utilizzato,
della famiglia degli idrofluorocarburi (gas normalmente utilizzati in applicazioni di condizionamento e refrigerazione),
non è classificato come fluido
pericoloso e quindi è molto
facile da gestire dal punto di
vista della sicurezza.
Se opportunamente selezionati
e trattati possono essere destinati al riutilizzo in altri processi industriali previo opportuni
controlli, come i test di cessione per esempio, e secondo la
normativa DM 5.02.98.
L’assieme turbina – generatore, realizzato senza parti soggette a lubrificazione ed usura
(cuscinetti a levitazione magnetica senza lubrificazione,
assieme girante – alternatore
ermetico senza tenute rotanti
sull’albero), minimizza i costi
di manutenzione in termini di
materiali e manodopera.
Tutte queste caratteristiche
Normalmente le fonderie tendono a conferire il rifiuto tal
quale come viene generato ed
i processi di trattamento e di
rigenerazione vengono affidati
ad aziende terze, specializzate,
o all’utilizzatore finale. Poiché
la movimentazione interna ed i
trasporti generano disagi ambientali e costi è preferibile
trattare sul luogo di produzio-
ne fornendo un prodotto
pronto per l’utilizzo.
Premesso che l’efficienza di
ogni processo si evidenzia anche e soprattutto nella massimizzazione del prodotto e
quindi nella minimizzazione
dei sottoprodotti, maggiore
sensibilità ed attenzione vanno
posti alle possibilità di riutilizzo di tali sottoprodotti nell’ambito del processo che li ha
generati o nell’ambito degli altri processi presenti nel sito
industriale.
Le fonderie che utilizzano il
cubilotto come mezzo fusorio,
hanno in tale forno la macchina più adatta per recuperare
metalli e ferroleghe dalle polveri di abbattimento dei fumi e
dalle terre di fonderia.
Il cubilotto non è solo un
mezzo fusorio ma anche un
carboriduttore degli ossidi.
Da alcuni anni presso fonderie
francesi e tedesche in particolare si recuperano polveri introdotte tal quali attraverso le
tubiere o bricchettate con leganti a base di cemento (blocchetti) o per costipazione
meccanica (bricchette o nocelle). Molto importanti il contributo degli Istituti di ricerca
specializzati e dei politecnici
(1). Altrettanto importante la
sensibilità e la disponibilità degli Enti preposti ai controlli
ambientali perché consentano
di effettuare prove con materiali alternativi, sempre nel rispetto delle normative.
Al fine di ridurre i leganti, materiali in aggiunta costosi in acquisto, nella fusione e nella gestione a causa dell’aumento
delle loppe, sarebbe da preferire la costipazione meccanica
dove l’aggiunta dei leganti normalmente non supera il 2%
contro il 20% di cemento nei
blocchetti. L’uso di materiali
(1) Per esempio un progetto, condotto da IfG, in collaborazione con il Teaching and Research Field Technology for Energy Raw Materials
(Lehr – und Forschungsgebiet Technologie der Energierohstoffe – TEER) alla RWTH University ad Aachen, mira a sostituire la maggiore quantità possibile di coke di fonderia con biomassa senza riduzione della qualità e senza incorrere in problemi nel processo di fusione. Questo
significa che le materie prime rinnovabili, di origine prevalentemente nazionali, oggi possono essere impiegate nel processo di fusione.
25
Industria Fusoria 4/2014
economico
adeguati come amidi e bentoniti permettono buone resistenze meccaniche sia a freddo che
a caldo intorno ai 900-1.400 °C
nella fase della carboriduzione.
Carboriduzione che deve essere favorita dall’intimo contatto,
nella bricchetta, fra gli ossidi ed
il carbonio. Quest’ultimo può,
anzi deve, essere quello che si
genera come sfridi, nella movimentazione del carbon coke
dai piazzali al caricamento nel
forno.
Possono essere prodotte
bricchette con la sola polvere
del coke che, in forma di grosse caramelle, possono sostituire in parte i blocchi di carbon coke.
Ci sono situazioni o sottoprodotti per i quali non conosciamo tutte le possibilità di utilizzo e tantomeno quanto è stato
fatto in altri paesi europei o da
parte di altre fonderie europee. E’ il caso dell’utilizzo delle
scorie e del portale www.euroslag.com recentemente individuato da una fonderia.
L’utilizzo di rottami economici
e altri materiali ferrosi e car-
boniosi a basso costo rappresenta una opportunità per ridurre i costi del metallo ed un
contributo, che possono dare
le fonderie, al riutilizzo di sottoprodotti provenienti da altre
attività industriali.
Si invertono, in questo caso, le
parti. Le fonderie da generatrici di rifiuti diventano utilizzatrici di rifiuti o meglio sottoprodotti. Condizione già ampiamente sperimentata in altri
settori industriali quali i cementifici, per esempio.
L’uso dei propri sottoprodotti
e di quelli generati da altri processi va fatto con attenzione
sperimentando e verificando
non solo la qualità del risultato ma anche le problematiche
impiantistiche, gestionali ed
eventualmente ecologiche.
Al di là dei costi, si tratta di
prendere coscienza di quanto
sia ingiusto scaricare sulle
generazioni future i nostri
rifiuti nascondendoli in discarica ed acquisire conoscenze
delle possibilità e delle esperienze fatte da altre fonderie
ed in altri settori industriali in
Europa e nel mondo. Assofond, attraverso il suo sito
specializzato www.fonderiaefficiente.it vuol dare un contributo anche in questa direzione.
La pubblicazione dei
risultati del progetto:
il sito:
www.fonderiaefficiente.it
M. Prando – ASSOFOND
Al progetto di ASSOFOND è
stato dedicato il sito web
www.fonderiaefficiente.it nel
quale sono pubblicati i risultati del lavoro.
L’accesso al sito è libero e ciascun utente, dopo essersi registrato, ha la opportunità di
commentarne i contenuti.
Per chi fosse interessato, sono
disponibili tutti gli approfondimenti di tipo tecnico e gestionale relativi al Forno Cubilotto e tutte le presentazioni dei
relatori che hanno partecipato all’incontro del 25 giugno
scorso.
Il prossimo incontro sarà programmato tra i mesi di Settembre ed Ottobre e sarà dedicato alla
gestione dell’aria compressa.
Industria Fusoria 4/2014
26
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M. Favini
Si tiene a Lecce il 16 e 17 Ottobre 2014 la XXXII edizione
del Congresso Nazionale Fonderie, il tradizionale appuntamento biennale che focalizza
l’attenzione non solo sugli operatori del Settore, ma di tutti
gli stakeholder della filiera, dai
fornitori di prodotti, di macchine, impianti e tecnologie, ai Settori clienti attorno ai principali
temi economici di interesse.
Il leitmotiv sarà l’internazionalizzazione: “Esportare di più
si può, si deve”, attorno al
quale si svilupperanno gli interventi dei relatori e i dibattiti
delle tavole rotonde.
Diverse le aree di argomento in
cui si strutturerà l’edizione di
quest’anno: l’internazionalizzazione, le prospettive dell’industria di Fonderia a livello mondiale e quelle dei settori committenti, il passaggio generazionale e la “corporate governance”, temi di politica economica:
la svalutazione fiscale competitiva e la detassazione dei fattori
produttivi. Linee tematiche scelte con oculatezza e valutate al
fine di discutere e parlare di
problematiche concrete che le
aziende affrontano quotidianamente. Saranno ulteriormente
toccate le tematiche ambientali,
da sempre al centro dell’attività
dell’Associazione, fondamentali
per uno sviluppo sostenibile del
Settore.
La prima sessione affronterà
l’internazionalizzazione. Ci si
interrogherà sulla necessità di
questa scelta strategica sopratIndustria Fusoria 4/2014
economico
Il Congresso Assofond
giunge alla XXXII Edizione
tutto a seguito dell’ultima crisi
scoppiata nel 2008, ma anche
sulla presenza di Fonderie italiane all’estero capaci di confermare abilità imprenditoriali e di
ingegno, livelli prestazionali elevati per qualità e affidabilità. In
una parola il tanto decantato
”Made in Italy”. Ma anche la
virtù di conseguire, attraverso
l’internazionalizzazione e le necessità che inevitabilmente impone, un’autentica crescita nella direzione di un più moderno
assetto dell’impresa. Queste le
motivazioni che hanno indotto
Assofond a mettere al centro
del proprio XXXII Congresso
il tema dell’internazionalizzazione della Fonderia. Gli interventi e le due tavole rotonde
previste hanno il fine di ridurre
il deficit informativo sull’argomento e di offrire alle Imprese
del Settore e a tutti i Congressisti che seguiranno i lavori, un
ampio panorama sulle esperienze dei mercati già collaudati, ma soprattutto di approfondimento sulle promettenti
nuove frontiere di sviluppo. Il
focus sarà incentrato sui Paesi
dell’Africa e del Mediterraneo
e sulle capacità di tali economie
di trainare, attraverso il proprio sviluppo manifatturiero,
l’export del “getto di Fonderia”. Per raggiungere lo scopo
Assofond ha invitato tra il panel dei relatori Assafrica & Mediterraneo, l’Associazione imprenditoriale del Sistema Confindustria specializzata a rappresentare e supportare le imprese italiane operanti o interessate a svilupparsi nei 70 Paesi del Mediterraneo, Africa e
30
Medio Oriente. L’analisi mira
all’individuazione dei mercati
sui quali concentrare maggiore
attenzione nei prossimi anni,
attenzione che tenga conto
della ridotta esperienza delle
Fonderie su questo contesto
estero, pur vantando a livello
nazionale capacità imprenditoriali di primaria importanza.
Obiettivo finale da raggiungere
tramite analisi e approfondimenti successivi a questo primo step congressuale, è giungere a disegnare una nuova
geografia dell’export per le nostre imprese di Fonderia, mettendo a loro disposizione strumenti che le orientino in queste aree, in funzione della propria specializzazione produttiva. Non meno importante sarà
l’identificazione del modello di
business più adeguato ad intercettare la domanda di getti
proveniente da tali Paesi.
Il successo dell’Industria italiana di Fonderia sui mercati globali si è manifestato nell’ultimo
decennio in presenza di una
struttura dimensionale di piccola scala, che non ha condizionato la capacità di esportare in
modo troppo penalizzante. Ciò
in quanto il nostro modello
produttivo ha consentito un
buon collocamento nella catena del valore, al traino dei grandi gruppi internazionalizzati di
cui le Fonderie sono fornitori
importanti. Un caso esemplare
è rappresentato dai grandi costruttori di autoveicoli con stabilimenti di assemblaggio nei
mercati più tradizionali. Le
competenze chiave che atten-
economico
gono a questo modello di business sono in primo luogo quelle di tipo manifatturiero/industriale; l’aspetto produttivo è
prevalente rispetto alle abilità
più prettamente legate alla distribuzione. La minore dimensione media delle imprese italiane si riflette in modo significativo sul grado di internazionalizzazione del settore per la
vendita diretta sul mercato locale. In questo secondo paradigma di business il peso della
distribuzione e la complessità
delle reti di vendita richiedono
competenze e risorse finanziarie adeguate per le quali la dimensione aziendale potrebbe
divenire un fattore critico.
Un’attività di promozione delle
esportazioni deve essere accompagnata o proceduta da
una politica di consolidamento
delle dimensioni d’impresa.
Questo è un tema che il nostro
Settore affronta da tempo e sul
quale Assofond non mancherà
di ritornare nell’ambito delle
sessioni di lavoro del Congresso, anche se con sfumature ed
enfasi diverse: il tema di una gestione manageriale dell’impresa
rispetto al ruolo dominante del
fondatore, quello del passaggio
generazionale dal fondatore ai
successori e quello delle aggregazioni di impresa.
Il Congresso approfondirà i tipi
di supporto e di garanzie che le
Istituzioni pubbliche, sia regionali che nazionali, possono fornire a sostegno del processo di
internazionalizzazione, tenendo
conto al contempo della struttura e capacità finanziaria delle
nostre imprese. La presenza
del Vice Ministro dello Sviluppo
Economico, Carlo Calenda,
sarà un’occasione per approfondire i punti del piano
straordinario per il Made in
Italy 2015 che il Governo italiano varerà a settembre.
Il tema dell’internazionalizzazione sarà trattato con un taglio assolutamente pragmatico
nel corso della prima tavola rotonda, con le testimonianze di
Fonderie italiane che hanno già
intrapreso questa strategia, e
durante la seconda con l’esperienza attestata dalle imprese
committenti.
Tra gli strumenti a disposizione
delle Imprese per affrontare la
competizione globale, l’ambiente ha assunto negli ultimi anni
importanza crescente, diventando uno strumento di competitività per le imprese, in un mercato che sempre più richiede una
“qualità del prodotto” intesa
non più solamente come rispondenza a standard tecnici,
ma come performance dell’Impresa in cui gli aspetti ambientali sono valutati alla stregua della
qualità intrinseca del bene.
Se questo assunto è vero per la
gran parte delle attività industriali, è tanto più rilevante per
quelle attività tradizionalmente
associate ad immagini di maggiore impatto ambientale, interno ed esterno all’Impresa,
quali quella da sempre associata, il più delle volte erroneamente, alle Fonderie.
Al di là del doveroso rispetto
dei vincoli imposti dalla legislazione ambientale, il futuro delle
Fonderie sarà sempre più legato alla possibilità di coniugare
in modo armonico impresa e
ambiente, facendo proprio il
concetto di sviluppo sostenibile sempre più presente nelle
politiche economiche.
Nonostante l’impegno e le risorse profusi per il miglioramento dell’ambiente interno
ed esterno all’Impresa, l’immagine della Fonderia resta radi-
cata a vecchi concetti e pesa
negativamente nei rapporti con
le componenti sociali esterne
all’impresa; negli ultimi anni il
Settore ha destinato una quota
rilevante degli investimenti per
migliorare l’ambiente interno
ed esterno all’impresa, implementando Sistemi di gestione
di Ambiente, salute e sicurezza,
conformi agli standard tecnici
internazionali.
Per garantire un futuro alle Imprese del nostro settore è necessario continuare a sviluppare
criteri di gestione idonei ad assicurare non soltanto il rispetto
dei requisiti di legge vigenti, ma
anche la conformità nel tempo
agli obiettivi di una attenta politica ambientale, in termini economicamente sostenibili; la realizzazione di tali sistemi organizzativi, è perseguibile grazie al
salto culturale nel management
aziendale, oltre a disponibilità di
risorse da investire nel costante
processo di miglioramento delle performance ambientali delle
Fonderie.
In tal senso le Imprese italiane
aderenti ad ASSOFOND si sono impegnate fin dal 2002, sottoscrivendo un Manifesto Ambientale che ad oggi ha portato
le Fonderie ad implementare
compiuti Sistemi organizzativi
per la gestione degli aspetti
ambientali, sul modello della
normativa internazionale ISO
14.001.
Riportiamo di seguito una prima bozza del programma delle
due giornate di Congresso.
XXXII CONGRESSO – SESSIONI TECNICHE
Per ciò che attiene la parte tecnico-scientifica del Congresso,
questa si svolgerà:
Venerdì 21 e Sabato 22 novembre 2014
presso il Polo Universitario di Brescia.
In primo piano, come di consueto, l’innovazione e la competitività
del Settore. Le sessioni saranno, anche quest’anno, due: una dedicata alle presentazioni inerenti i metalli ferrosi, l’altra di interesse dei
metalli non ferrosi. È inoltre previsto, per l’occasione, l’allestimento
di apposti stand espositivi delle aziende Sponsor.
Per questo appuntamento seguiranno comunicazioni di dettaglio.
31
Industria Fusoria 4/2014
economico
PROGRAMMA
Giovedì 16 Ottobre 2014
I lavori saranno moderati da Luca Orlando, giornalista del Sole 24 ORE.
14.00 Registrazione partecipanti
14.30 Inaugurazione del Congresso: benvenuto ai Congressisti e presentazione da parte del Presidente Assofond Roberto Ariotti
• Export motore della “ripresa”: virtù o necessità?
Trasformazione degli scambi: dall’internazionalizzazione all’export. La fonderia fuori dall’Europa
domestica, dai primi timidi passi ad oggi. Quali evoluzioni possibili alla luce della lunga crisi del
2008? Roberto Ariotti – Presidente Assofond
• Le imprese italiane fuori dall’Europa domestica. Qual’è l’orientamento, quali gli approcci, quali le opportunità, quali le condizioni competitive richieste per il successo
in questi mercati? Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• Quali strumenti e quali politiche a supporto per intervenire su nuovi mercati? Esponente del Ministero dello Sviluppo Economico.
• “Far diventare i mercati più lontani, più prossimi”: Scenari di crescita di Africa e Mediterraneo: i fattori che guideranno l’espansione economica ed il potenziale di crescita
di questi mercati Pierluigi D’Agata – Direttore Generale Confindustria Assafrica & Mediterraneo,
Laura Dell’Agostino – Centro Studi Assafrica
Quali i modelli di business richiesti alle fonderie italiane per operare nei mercati non tradizionali, fuori dall’Europa domestica? Qual’è lo scenario competitivo in cui saranno chiamate ad operare e come?
17.00 Tavola rotonda ”Fonderie italiane nel mondo”
Imprenditori di fonderia con esperienze all’estero: come è iniziata la sfida e quali gli sviluppi?
18.00 Conclusione lavori
20.00 Cena gentilmente offerta da Gerli Metalli - Preceduta da un interessante momento di approfondimento
culturale – presso Chiostro dei Domenicani
Venerdì 17 Ottobre 2014
I lavori saranno moderati da Luca Orlando, giornalista del Sole 24 ORE.
9.30 Inizio lavori
• Prospettive industria di fonderia con le conclusioni dell’International Foundry Forum
di Venezia Roberto Ariotti - Presidente Assofond, Francesco Savelli Presidente Amafond
10.00 Tavola rotonda: ”Prospettive dei settori committenti”
Imprenditori dell’industria committente inquadrano l’andamento dei propri settori di riferimento e
le esperienze all’estero
12.00 La famiglia Imprenditoriale nel contesto attuale: Rischi e sfide da affrontare
Luca Petoletti, Partner TEH-Ambrosetti e Responsabile dell’area Governo delle Imprese Familiari
13.00 Buffet
14.30 Intervento di Roberto Ariotti - Presidente Assofond
• Manifesto ambientale
• NOTAF: messaggio alle Istituzioni sulla svalutazione competitiva
15.00 Rappresentazione teatrale: “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, dedicata alla promozione della cultura della legalità
16.00 Tavola Rotonda Politico-Economica
Confronto con esponenti politici sulle condizioni per la competitività del settore. Tra le altre, il “tavolo”, trae le conclusioni e discute su quali orientamenti sono necessari e di quale contributo la politica può dare alla competitività del sistema industriale italiano
17.30 Conclusioni - Una “sessione di lavoro” che chiuda i due giorni di congresso attraverso un confronto tra i relatori e rappresentanti delle fonderie
18.00 Chiusura Congresso
20.15 Cena gentilmente offerta da Sidermetal - Preceduta da un interessante momento di approfondimento culturale - presso Tenuta Lucagiovanni
Industria Fusoria 4/2014
32
economico
PROGRAMMA TOUR
Giovedì 16 Ottobre solo per accompagnatori (pomeriggio)
15.45 Visita Città di Lecce
LECCE è celebre per il suo patrimonio architettonico, unico nel suo genere e di straordinario effetto scenografico.
La visita guidata comprende Lecce barocca e Lecce romana e prevede un’accurata illustrazione dei monumenti di più
significativo interesse storico e artistico. Il percorso si articola interamente a piedi tra le strade e i suggestivi vicoli
del centro storico e comprende l’illustrazione dei seguenti monumenti: Porta Napoli; Obelisco; Piazza Duomo (Cattedrale, Campanile, Seminario, Episcopio, Propilei); Piazza Sant’Oronzo (Anfiteatro, Sedile, Chiesetta di San Marco,
Colonna Via Appia, Statua del Santo); Basilica di Santa Croce ed ex monastero dei PP Celestini; Chiesa del Gesù; Chiesa di Sant’Irene.
Venerdì 17 Ottobre solo per accompagnatori (tutto il giorno)
9.00 Partenza - Visita Otranto - Tratto di costa - Pranzo ‘La Cutura’- Visita ‘La Cutura’
OTRANTO, oltre a meravigliosi valori paesaggistici, conserva un pregevole centro storico medievale raccolto entro
le mura del XVI secolo. La visita guidata prevede l’illustrazione dei monumenti più celebri del patrimonio architettonico: Porta Alfonsina; Fortificazioni; Castello (esterno); Cattedrale romanica dell’XI secolo con all’interno il magnifico mosaico pavimentale l’ “Albero della Vita” del 1163, opera di straordinaria importanza artistica e culturale. Sempre all’interno della Cattedrale la Cappella dei Santi Martiri e la Cripta. Passeggiata panoramica sulle mura.
CUTURA Il Giardino Botanico si trova nell’entroterra salentino non lontano da Otranto. E’ un’antica tenuta di campagna che si estende per 35 ettari di lecci ed ulivi, rinomata per la bellezza e la varietà della vegetazione mediterranea tipica della zona abbellita da serre, aiuole, boschetti, viali e giardini.
Sabato 18 Ottobre per tutti (tutto il giorno)
9.00 Partenza - Visita Gallipoli - Gallipoli - Pranzo autogestito - Visita Galatina
GALLIPOLI, la “città bella”, come vuole l’origine greca del suo nome, è circondata da mura bastionate trasformate
in suggestiva passeggiata sul mar Ionio. Il borgo antico si trova su un’isoletta collegata alla terraferma da un antico
ponte. Il percorso include i seguenti monumenti: Castello (esterno); Chiesa del Canneto; Fontana ellenica; Cattedrale barocca dedicata a Sant’Agata che all’interno conserva un’autentica pinacoteca con pregevoli dipinti di scuola napoletana; Torre dell’Orologio; Chiesetta della Purità.
GALATINA è un’elegante cittadina celebre per la basilica orsiniana di Santa Caterina d’Alessandria, risalente al ‘300,
di notevoli proporzioni, con nove cicli di affreschi di pregevole fattura del XIV secolo. Notevole anche la chiesa matrice di San Pietro e Paolo dalla maestosa facciata barocca e la cappella di San Paolo delle tarante. E’ utile prevedere una sosta per gustare il delizioso pasticciotto, il tipico dolce salentino.
Domenica 19 Ottobre per tutti (mattina)
9.00 Visita Entroterra e strutture produttive (Ceramiche F.lli Colì, Tessitura Fondazione Le Costantine, …). In alternativa città di Lecce.
33
Industria Fusoria 4/2014
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M. Pisanu
Rubrica Legale
M. Favini
L'evoluzione da un modello
di subfornitura «pura» all'appalto e la
consapevolezza del carico di responsabilità
VIII Workshop Legale: 23 luglio 2014
tazione e co-design sul progetto, proponendo soluzioni innovative per la realizzazione dei
manufatti.
Note Introduttive
Il miglioramento del posizionamento competitivo del Settore
Fonderie lungo la frontiera tecnologica e commerciale, negli
ultimi anni, è stato possibile,
per molte realtà grazie ad una
maggiore specializzazione della
propria offerta che ha portato
ad un aumento dei servizi correlati al core business. Ciò ha
permesso di valorizzare il proprio know how, sviluppando efficienze ed innovazione e curando maggiormente il rapporto
di partnership con il cliente. Il
consolidamento dell’integrazione lungo la filiera, volto a
fornire un getto sempre più
prossimo ad un componente finito e pronto per il montaggio,
ha assunto sfumature diverse
che vanno dall’offerta di lavorazioni meccaniche alla ricerca di
semplici suggerimenti al cliente, fino ad effettuare co-proget-
Industria Fusoria 4/2014
A fronte di questa maggiore
proattività delle Fonderie che
sta portando verso un ampliamento del valore del getto, trova corrispondenza una parallela evoluzione del rapporto con
il Cliente che appare sempre
più articolato e strutturato. La
prima evidenza che emerge è
legata al trasferimento del carico di responsabilità dal Committente alla Fonderia, non sempre esplicitamente segnalato.
Tra le più frequenti perplessità
che le associate sollevano in tema legale vi è proprio la qualifica del rapporto Cliente-Fonderia dal quale deriva una diversa
disciplina e tutela giuridica. Nel
corso dei diversi appuntamenti
legali che si sono succeduti negli ultimi 3 anni (2011-2013) si
è ampiamente dibattuto sul
percorso evolutivo del rapporto Cliente-Fonderia da una fattispecie contrattuale di subfornitura “pura” verso una configurazione di appalto. All’interno
di questo spettro è possibile
collocare tutte le relazioni che
intercorrono tra le Fonderie
ed i propri Committenti. Ciò
36
che è importante per ciascuna
Fonderia è saper riconoscere il
grado di maturità/evoluzione
che ha avuto il proprio rapporto.
Focus del Workshop
IL TERZO CONTRATTO:
ANCORA SUL RAPPORTO
CLIENTE-FONDERIA
Lo Studio Legale di Assofond,
tramite gli Avv. Marianna Brugnoli e Alberto Grigolo, ha proposto di tornare ancora sul tema
in oggetto con lo scopo di ridefinire, alla luce dello stato dell’arte e delle più recenti impostazioni, il rapporto cliente/fonderia; in particolare sulla base
di alcuni spunti emersi da un’interessante pronuncia della Cassazione a sezioni unite del novembre 2011. Di tale recentissimo sviluppo dottrinale, e soprattutto giurisprudenziale, che
è quello che poi conta quando
si entra in contenzioso, è utile
che gli associati siano consapevoli. La Cassazione ha stabilito
infatti che l’intervento correttivo giudiziale può anche prescindere dalla classificazione
“ufficiale” del rapporto come
subfornitura o meno.
La giurisprudenza è arrivata a
sostenere che anche laddove
rubrica legale
non si rientrasse nella subfornitura ogni rapporto squilibrato
tra imprese può godere dell’intervento correttivo giudiziale
in caso di abuso del diritto. L’abuso del diritto si configura
quando nell’esercizio di un diritto soggettivo, formalmente
rispettoso della cornice legale
attribuitagli, vengono seguite
modalità che implicano una
sproporzione ingiustificata tra
il beneficio del titolare del diritto ed il sacrificio ricadente
su una qualche «controparte».
La tematica dell’abuso del diritto richiama il noto “caso Renault”. La casa automobilistica
Renault recede improvvisamente dal contratto che aveva
stipulato con 60 concessionarie di automobili. I concessionari, cui viene revocata la licenza, si costituiscono in un’associazione e la questione finisce
in giudizio. La Cassazione prende posizione sull’argomento, riconoscendo all’abuso di diritto
il ruolo di principio generale
del diritto civile, con una sentenza esemplare per chiarezza
e completezza.
Oggi, grazie a tale sentenza (Cass. civ. Sez. Unite del
25/11/2011, n. 24906), c’è
un’applicazione analogica
dei principi della subfornitura ad altre fattispecie
contrattuali. Dal punto di
vista dell’abuso del diritto
non è più rilevante la fattispecie contrattuale in
quanto è possibile ottenere
la medesima tutela se è dimostrabile una situazione
di squilibrio economico ovvero sia ravvisabile un significativo squilibrio tra i
diritti e gli obblighi delle
parti.
Una rivoluzione, che lascia ancora aperti diversi interrogativi
sulla sua concreta implementazione, ma che certamente fa intravedere nuove frontiere per
la tutela dei diritti dell’imprenditore e, forse, nuovi spazi per
la costruzione di un rapporto
più egualitario fra i clienti e le
Fonderie. In definitiva, da un
certo punto di vista, lo si può
considerare un utile strumento
di tutela che in qualche modo
toglie i mille pensieri che nascono dall’annosa domanda
“ma sono un subfornitore o un
appaltatore?”.
Fino a poco tempo fa, la disciplina dell’abuso di dipendenza economica non era
applicabile a rapporti contrattuali differenti dalla
subfornitura.
ESEMPLIFICAZIONE DI ABUSO
DEL DIRITTO
Spesso nei contratti “alieni” (definiti tali quelli con una controparte
estera) viene chiesto un “Performance Bond”, ovvero una garanzia globale di buona esecuzione
del contratto rilasciata a favore
del Committente che si attua attraverso il meccanismo bancario.
E’ accaduto che il fornitore, non
riuscendo ad ottenerlo dalla Banca, abbia offerto in cambio al
committente una prestazione monetaria cash ben superiore al valore del performance richiesto. Al
rifiuto dell’adempimento della
controparte che esigeva fermamente quanto previsto dal contratto (ovvero una garanzia della
Banca), ha fatto seguito un intervento del giudice che ha ravvisato
in tale comportamento un esercizio abusivo del diritto, consistente
appunto nel rigettare una prestazione che, seppur diversa rispetto
a quanto pattuito dalle parti, era
migliorativa. Il giudice ha valutato
tale atto del Committente totalmente privo di utilità per lo stesso
e addirittura pregiudizievole per il
fornitore.
E’ stato così inibito alla controparte di rifiutarsi di eseguire il contratto con il versamento di una
somma cash piuttosto che di un
performance bond, non curanti
del fatto che l’affidabilità attestata da un PB, per un imprenditore,
può avere un valore economico
superiore rispetto all’economicità
spicciola. Da qui emerge la pericolosità di questi interventi giudiziari in alcuni ambiti.
Alla luce di quanto sopra, bisognerebbe sempre interrogarsi
circa la convenienza, ad esem-
37
pio, ad ottenere dei contratti
super garantisti, che proprio
per questa eccessiva tutela
possono ricadere nell’abuso
del diritto o comunque essere
giudicati tali dall’intervento di
un giudice.
Quindi, come hanno tenuto a
precisare gli avvocati, l’effetto
potenzialmente rivoluzionario di questo concetto
del “Terzo Contratto” incide sull’autonomia contrattuale delle parti, che può
essere ex post messa in discussione dal giudice, sia
nel bene che nel male.
IL TERZO CONTRATTO,
L’EVOLUZIONE LEGISLATIVA,
NOZIONE...
L’evoluzione legislativa degli ultimi anni ha mostrato principalmente la coesistenza di due
modelli di contratto: il primo
contratto ed il secondo contratto.
Il primo contratto, di derivazione liberale, negoziato da contraenti esperti e simmetrici,
aspira al massimo grado di libertà, e richiede al legislatore
un intervento minimo finalizzato a salvaguardarne l’autonomia. Trattasi del contratto concluso in maniera paritaria, disciplinato dal nostro Codice
Civile (esempio: appalto, vendita, etc.) e le parti hanno uguale
rango giuridico (esempio imprenditore-imprenditore, privato-privato..).
Il secondo contratto, corrispondente a quello che intercorre
tra professionista e consumatore (esempio impresa-consumatore), vede coinvolti attori
asimmetrici. In questa fattispecie l’asimmetria è presunta e
come tale necessita, invece,
del massimo controllo, al fine
di tutelare il contraente debole (norme del codice del consumo).
Lentamente, ci si è resi
conto che anche nei rapporti tra imprenditori
spesso sussiste una differente forza contrattuale
tra le parti e che l’abuso
del potere contrattuale da
Industria Fusoria 4/2014
rubrica legale
parte di un contraente ai
danni dell’altro, anche se
avviene tra imprenditori,
danneggia il mercato ed i
consumatori stessi. Da
questa osservazione è nata
l’esigenza di offrire tutela
anche
all’imprenditore
“debole”. Non risulta facile
definire a priori quali siano gli
imprenditori meritevoli di particolare tutela, dal momento
che le ragioni della loro debolezza sono dovute a fattori momentanei e contingenti rinvenibili nello specifico rapporto
con la controparte; da qui la
constatazione che non si tratta
di una situazione assoluta, ma
relativa, in quanto riferita allo
specifico rapporto con un altro
imprenditore, ben potendo lo
stesso contraente in altre situazioni rivestire la posizione
di parte forte. Inoltre, e questo
è il dato che merita di essere
maggiormente sottolineato, tali
condizioni di “sudditanza” possono essere le più svariate, come ad esempio la dipendenza
tecnologica, oppure economica, l’avere sostenuto particolari
investimenti non reimpiegabili,
ecc.
Dal 2011 è emersa una “terra
di mezzo” chiamata il terzo contratto.
NOZIONE
Il terzo contratto rappresenta una
categoria di recente elaborazione
dottrinale e si caratterizza per
un’asimmetria non tanto di natura informativa, come nel secondo
contratto, quanto economica. Riguarda contratti conclusi tra soggetti formalmente paritari, ma
con posizioni di forza diverse.
Quindi una parte si trova in una
posizione di sudditanza economica relativa, non assoluta, in cui gli
elementi contingenti vanno individuati caso per caso.
Le fattispecie contrattuali che
tipicamente vedono come parte un imprenditore debole e
come tali sussunte al terzo
contratto sono rappresentate
dalla disciplina relativa alla
subfornitura (L.192/1998); dalla
disciplina prevista dal D.lgs
231/2002, relativa alla lotta
Industria Fusoria 4/2014
contro i ritardi di pagamento
nelle transazioni commerciali
ed, infine, dalla disciplina prevista per il contratto di franchising dalla L. 129/2004.
Queste sono le tipiche discipline dalle quali è stato astratto
ex post il concetto del terzo
contratto che si caratterizzano
per alcuni tratti comuni:
• obblighi di forma e contenuto
e maggior disclosure;
• nullità a protezione;
• disposizioni di controllo.
Il Rapporto ClienteFonderia, Appalto o
Subfornitura?
Primo o Terzo
L’incontro è proseguito con un
riepilogo generale di alcuni
concetti già ampiamente dibattuti nei precedenti workshop e
dei quali vi proponiamo di seguito una sintesi.
NOZIONE DI CONTRATTO
DI APPALTO
Il Codice civile tratta del contratto di appalto e, all’art.
1655 recita: “l’appalto è il contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei
mezzi necessari e con gestione a
proprio rischio, il compimento
di un’ opera o di un servizio verso
un corrispettivo in denaro”.
NOZIONE DI CONTRATTO
SUBFORNITURA
L’art. 1 della legge n. 192/1998
contiene la definizione del contratto di subfornitura stabilendo che: “con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna
a effettuare per conto di una impresa committente lavorazioni su
prodotti semilavorati o su
materie prime forniti dalla
committente medesima, o si impegna a fornire all’impresa
prodotti o servizi destinati
ad essere incorporati o comunque ad essere utilizzati
nell’ambito dell’attività economica
del committente o nella produzione di un bene complesso, in
conformità a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche,
modelli o prototipi forniti dall’impresa committente”.
DI
38
PRINCIPALI DIFFERENZE TRA
APPALTO E SUBFORNITURA
La disciplina della subfornitura
nelle attività produttive introdotta dalla legge 18 giugno
1998 n.192 non si riferisce a
tutti i rapporti commerciali,
emersi nella prassi, tradizionalmente
qualificabili
come
subfornitura, ma solo a quelli
caratterizzati dalla “subalternità
progettual-tecnologica” del
subfornitore, in cui sia ravvisabile il presupposto peculiare
della necessaria conformità
dell’opera da realizzare a progetti esecutivi, conoscenze tecniche o tecnologiche, modelli e
prototipi forniti dal committente (ossia la c.d. lavorazione
per conto e la subfornitura di
prodotti o servizi, entrambi
con la ricorrenza del presupposto della strumentalità della
prestazione rispetto al ciclo
produttivo del committente)
ed esige, pertanto, la sussistenza della soggezione tecnologica
del subfornitore rispetto al
committente.
Tale requisito della soggezione
tecnologica è alla base della differenza tra il contratto di appalto (che, costituendo un’obbligazione di risultato, è caratterizzato dall’autonomia dell’appaltatore, con cui è comunque compatibile il controllo
esercitato dal committente) ed
il contratto di subfornitura caratterizzato dal controllo diretto ed integrale sull’esecuzione
dei lavori da parte del committente, il quale trasferisce al
subfornitore l’intero patrimonio conoscitivo sulla realizzazione di un determinato bene o
servizio.
L’appalto è invece caratterizzato dall’autonomia dell’appaltatore, in funzione della stessa
obbligazione di quest’ultimo,
che è di risultato e non di mezzi, e ciò è compatibile con il
controllo e la sorveglianza
esercitata dal committente al
fine di assicurarsi che l’opera
venga eseguita in conformità
delle regole dell’arte. L’appaltatore, dovendo però perseguire
il risultato dell’ opera, non deve
solo attenersi alle norme tecniche ed alle direttive dell’appal-
rubrica legale
tante, ma deve opporre le
eventuali necessarie obiezioni
di ordine tecnico.
Ad esempio, un NDA (Non-disclosure agreement) squilibrato a favore del Committente prima di
una richiesta di offerta, in cui le
informazioni confidenziali protette sono solo quelle fornite dal
Committente, è indice di subfornitura. Diverso è il caso della firma
di un accordo NDA bilaterale, con
il quale le parti si impegnano a
mantenere reciprocamente segrete le informazioni.
Il workshop è poi proseguito
con un taglio pragmatico, passando in rassegna le principali
sentenze che riassumono lo
stato della giurisprudenza ed
un vivace dibattito all’interno
del quale le Fonderie presenti
hanno trovato spazio per esprimersi con maggiore libertà
dando voce alle proprie espe-
rienze, dubbi, perplessità
creando così le condizioni ottimali per calarsi concretamente
e fino in fondo nelle situazioni
che le dinamiche di relazione
quotidianamente prospettano.
Il meeting si è così concluso
con l’esame di casi esposti dai
presenti che hanno avuto così
modo di confrontarsi con i legali dell’Associazione che hanno fornito consigli pratici agli
associati.
Schema guida riassuntivo appalto vs subfornitura
Subfornitura
Appalto
Definizione
Mezzi propri,
autonomia dell’appaltatore,
gestione del rischio
Parte di un lavoro complesso,
know-how del committente
Forma
Libera
Scritta
Recesso
Diritto del committente
a recedere unilateralmente
È nullo il patto che attribuisca ad una
delle parti di un contratto di subfornitura ad
esecuzione continuata o periodica la facoltà
di recesso senza congruo preavviso
art. 6 L 192/98
Interposizione
Divieto di subappalto se
non autorizzato dal
committente
Fino al 50% del valore della fornitura OK senza
autorizzazione del committente.
Con accordi anche oltre
Modifiche
e variazioni
Obbligo dell’appaltatore di
non modificare l’opera
promessa.
Diritto del committente
di ottenere variazioni
sull’opera
Il committente conserva la proprietà
industriale in ordine ai progetti e alle
prescrizioni di carattere tecnico da lui
comunicati al fornitore e sopporta i rischi
ad essi relativi. Il fornitore è tenuto alla
riservatezza e risponde della corretta
esecuzione
Responsabilità
L’appaltatore è tenuto alla
garanzia per le difformità e
i vizi dell’opera. Diritto del
committente di verificare
l’opera nel corso lavori
Funzionamento della qualità della parte
o dell’assemblaggio secondo prescrizioni
contrattuali
Prezzo
Stabilito dalle parti, altrimenti
tariffe o giudice. Revisione
solo per imprevedibili
maggiori oneri e non più
di 1/10 del corrispettivo
già convenuto
Il contratto deve fissare i termini di pagamento
della subfornitura, decorrenti dal momento
della consegna del bene o dal momento della
comunicazione dell’avvenuta esecuzione della
prestazione, e deve precisare, altresì, gli eventuali sconti in caso di pagamento anticipato
rispetto alla consegna
Termini di
pagamento
Libera contrattazione
Obbligati (60 gg, in casi eccezionali 90 gg)
Caratteristiche
contrattuali
Esecuzione
dell’opera
Termini
economici
Mancato
pagamento
Non necessita di costituzione in mora.
Committente deve al fornitore:
1) interessi
2) penale dopo i 30 gg
Messa in mora
Decreto di ingiunzione di pagamento
provvisoriamente esecutivo
39
Industria Fusoria 4/2014
ic
tecnico
o
J. Schaefer – T. Schaefer
T. Baginski
nic
t ec n
t
ec
o
tecnico
Efficienza energetica
nei sistemi di alimentazione
Per la creazione di un buon
getto, in aggiunta all’energia richiesta alla fusione, l’energia
addizionale e la sua somministrazione è necessaria in diversi
punti del processo produttivo.
Le materozze sono i principali
punti in cui l’energia addizionale viene immessa. Oltre all’aspetto economico di un moderno sistema di alimentazione
con un bilanciamento energetico ottimizzato, esiste anche il
vantaggio legato all’applicazione di tale sistema, che offre la
maggior possibilità di creare
geometrie più complesse e alimentarle in modo sicuro.
La fonderia industriale non può
evitare la globale tendenza e richiesta di utilizzare in modo
più efficiente materie prime e
additivi per massimizzare le
proprie prestazioni. I processi
produttivi delle fonderie hanno
un intenso consumo energetico, quindi hanno un grandissimo potenziale per il miglioramento nel campo dell’efficienza
energetica. Oltre alla fusione
stessa esistono nel processo
produttivo del getto altri stadi
che richiedono una fornitura
addizionale di energia. Uno dei
principale step che richiedono
questa energia addizionale è il
sistema di materozze di alimentazione. Attualmente la solidificazione direzionale è assicurata
tramite maniche esotermiche
di rivestimento delle materozze che selettivamente scaldano
il metallo di alimentazione e
Industria Fusoria 4/2014
rendono così possibile alimentare i punti nodali dei getti. Qui
il calore aggiuntivo viene fornito tramite l’azione contemporanea del calore offerto dalla
reazione esotermica e dalla fornitura di ulteriore metallo liquido che fluisce dalla materozza.
In aggiunta ai vantaggi economici di aggiungere una materozza con un bilancio energetico ottimizzato come ha anche
il vantaggio tecnologico di generare un nuovo metodo per
alimentare getti con geometrie
complesse in modo estremamente affidabile.
All’esposizione GIFA 2011,
GTP Schaefer ha introdotto lo
studio di un nuovo prodotto:
un sistema di alimentazione a
materozze con un bilanciamento termico ottimizzato. L’apporto di energia addizionale attraverso la materozza è minimizzato con un contrapposto
incremento di efficienza produttiva.
Posizionamento di un ECO-feeder a volume ottimizzato in un anima con spessore di parete
sottile.
42
tecnico
Stato dell’arte della
tecnologia applicata
FUNZIONE DELLE MANICHE
PER MATEROZZE NELLA
MODERNA PRODUZIONE
DI MASSA
Negli ultimi anni vi è stato un
incremento significativo di richiesta alle fonderie da parte
dei clienti di fornire in modo
affidabile parti con geometrie
di complessità crescente in
produzione di serie. La ragione
per questa complessità crescente è da ricercare, oltre che
nell’aggiunta di requisiti e funzioni aggiuntive al sistema in
generale, anche nella sistematica richiesta di riduzione di peso
per la riduzione dei consumi.
Oggi, l’uso della simulazione
gioca un ruolo primario. Grazie
alle ottimizzazioni offerte della
struttura utilizzando le simulazioni i principi di progettazione
utilizzati in natura sono stati
trasferiti alla progettazione industriale di getti. Nel settore
dei trasporti l’obiettivo della riduzione generale dei pesi è in
continua evoluzione per raggiungere una maggiore efficienza energetica, una riduzione
delle emissioni e la minimizzazione del rumore. Dal punto di
vista dei materiali l’utilizzo di
getti con ghisa ad elevato contenuto di Silicio con grafite sferoidale ha visto una particolare
e solida crescita. Questo è caratterizzato da una resistenza
ai carichi maggiore, una migliore lavorabilità, una migliore e
più uniforme distribuzione della durezza e della tenacità sulla
totalità del componente. Parallelamente ai costi di produzione ridotti, l’ottimizzazione di
materiali e progettazione ha tagliato i costi operativi (consumo di carburante) in particolare, simultaneamente ha aumentato ulteriormente gli stress
meccanici sui componenti. Per
raggiungere questi risultati in
conflitto tra di loro allo stesso
tempo, i progettisti usano un
metodo di costruzione con
spessori di parete minimali, con
i componenti irrigiditi selettivamente nei punti di carico e as-
semblaggio. Questi metodi di
costruzione evolvono creando
punti critici addizionali nei getti, che devono essere presi in
considerazione nella progettazione dei sistemi di alimentazione e delle luci di passaggio.
Mentre semplici componenti
possono essere alimentati solo
con pochi nodi che in alcuni casi possono essere uniti, i getti
complessi descritti in precedenza hanno un significativo ed
elevato numero di nodi che devono essere alimentati in modo
selettivo.
Per questa ragione materozze
di testata ed accessori sono
sempre più utilizzati nella produzione di massa di questi getti. Le materozze sono posizionate direttamente sui nodi rilevanti perché è lì che prende
posizione il punto finale di solidificazione e possono apparire
cavità dovute al ritiro del materiale (5-7%). Durante lo riempimento dello stampo le materozze sono posizionate nei
punti più alti e riempiti a loro
volta con metallo. Il lavoro della
materozza è quello di rilocalizzare il punto di ultima solidificazione dal getto oltre l’alimentatore influenzando selettivamente il processo di solidificazione.
SVILUPPO
DELL’EFFICIENZA
DEI SISTEMI DI ALIMENTAZIONE
NEL TEMPO
L’efficienza degli alimentatori
utilizzati nell’industria fusoria è
già aumentato significativamente
Materozza in sabbia naturale
negli ultimi trent’anni. La Fig. 1
mostra un confronto del risucchio del metallo nei classici sistemi di alimentazione. L’introduzione di ghisa sferoidale nelle
fonderie ha significato che con
l’utilizzo esclusivo di materozze
naturali o in sabbia si otteneva
un risucchio di metallo solamente del 10-15%. Per alimentare un getto di 20 kg, basandosi su un ritiro del 5% (1 kg),
7/10 kg di metallo liquido dovevano essere disponibili nella
materozza. In questo esempio
la fuoriuscita di metallo è ridotta al 30% grazie solamente alla
geometria della materozza. La
materozza di metallo rifusa è
reimmessa nel processo di colata e dev’essere nuovamente
preparata per il getto usando
energia ed elementi leganti.
Negli anni settanta gli isolanti
prima e le coperture esotermiche poi sono state utilizzate
migliorando la percentuale di
risucchio nel materiale del 2025% e incrementando la resa
della fonderie. Oltre alla maggiore efficienza le coperture
hanno il vantaggio di poter essere utilizzate come materozze
di testata per alcune geometrie, ad esempio superfici piane.
L’efficienza di questi alimentatori laterali è stata inoltre aumentata utilizzando isolanti o
coperture esotermiche.
Fin dagli anni novanta maniche
per materozze compatte e altamente esotermiche con anime
Camicia esotermica
Riscaldatore puntuale
Fig. 1 - Comparazione delle efficienze di diversi sistemi.
43
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
di rottura sono state utilizzate
in modo sempre crescente. Con
una possibilità di suzione del 6070% queste materozze sono decisamente migliori a quelle descritte in precedenza. Questi accessori possono così caricarsi di
differenti funzioni. Dipendendo
dalla lega e dalla geometria della
parte possono anche assistere
lo riempimento (ad esempio
fornendo calore aggiuntivo al
collo dell’alimentatore usando
piastre esostermiche) o minimizzando i costi di pulizia in
produzione di serie con la riduzione della sezione del collo
della materozza (anime di rottura in sabbia di quarzo).
MATEROZZE UTILIZZATE OGGI
In relazione all’applicazione ed
alle richieste del cliente, attualmente esistono tre differenti tipi
di materozze di alimentazione.
• Materozze coibentate: in
questo caso la geometria
esterna è costituita da materiale isolante, la cui conduttività termica è significativamente inferiore rispetto a
quella delle sabbie silicee dello stampo. Grazie a questa
scarsa conduttività l’energia
(il calore) viene mantenuta
all’interno dell’alimentatore
più a lungo ritardando la solidificazione del metallo liquido presente all’interno. In
questo modo si ottiene un rilascio del materiale nello
stampo o nel nodo critico
per un tempo maggiore.
• Materozze esotermiche: le
materozze più popolari di
questo genere hanno un rilascio energetico dovuto alle
proprietà esotermiche che
varia con flussi da medi ad intensi. Quando il fuso entra in
contatto con le pareti della
materozza il calore apportato
innesca le reazioni esotermiche, che sono basate sul metodo Goldschmidt. L’energia
fornita come calore tramite la
reazione è un altro metodo
per ritardare la solidificazione. La geometria della materozza e le proprietà esotermiche permettono di avere
elevati valori di suzione del
materiale nella materozza.
Industria Fusoria 4/2014
• Materozze esotermiche coibentate: questo tipo di alimentatori altro non è che la
combinazione dei due precedenti. In questo caso i materiali con proprietà esotermiche sono mescolati con particelle coibentanti. In questo
modo è possibile fornire
energia al metallo tramite le
reazioni esotermiche e mantenere un elevato livello di
isolamento al termine delle
reazioni.
ANALISI INIZIALE
DELL’EFFICIENZA ENERGETICA DEI SISTEMI DI ALIMENTAZIONE ATTUALI.
Al termine delle analisi va specificato che l’attuale situazione
delle materozze usate sul mercato per la produzione in larga
scala offre una performance già
abbastanza ottimizzata per il
processo produttivo. L’applicazione tecnologica ha però continuato a portare avanti l’evoluzione per poter posizionare le
materozze sempre più a contatto dei nodi rilevanti e garantendo anche una ottimizzazione dei
costi di pulizia. Negli ultimi anni
alle fonderie sono stati forniti
sistemi di alimentazione sempre
più flessibili che possono venire
facilmente adattati alle applicazioni individuali.
In aggiunta al modulo termico
della materozza anche il livello di
suzione raggiungibile è un indice
dell’efficienza del sistema. Questo è probabilmente l’indice più
rilevante nel processo di una
fonderia, come la resa del sisteRiscaldatore Puntuale
ma di colata ha una influenza decisiva sull’efficienza e capacità
dell’intero sistema di produzione. Se il Fonditore ha la possibilità di migliorare la sua resa può
utilizzare l’esistente capacità residua dell’impianto (la fonderia,
l’area di produzione stampi, e le
unità di pulizia) producendo così
più “buoni getti” con gli stessi sistemi, come ad esempio macchine, uomini e consumo energetico. Questo è anche il motivo per
cui le aziende utilizzano le maniche esotermiche per materozze
in modo sempre più sistematico.
Come già descritto in precedenza in questo articolo la massa del
rivestimento esotermico della
materozza rilascia l’energia in
modo selettivo al processo con
un andamento definito. Guardando in modo preciso i profili di
temperatura vicino agli alimentatori si può notare che solo una
parte dell’energia fornita dalle
reazioni esotermiche viene assorbita dal metallo nella materozza. L’alimentatore esotermico
è circondato da sabbia di fonderia, che ha una conduttività termica relativamente alta, per permettere la solidificazione ed il
raffreddamento del getto in modo più rapido possibile. Confrontando le superfici critiche mostrate schematicamente in Fig. 2
possiamo definire: La superficie 1
di contatto camicia/metallo che
permette l’assorbimento del calore della camicia esotermica da
parte del metallo e la superficie
2 di contatto camicia/stampo
che consente la dispersione del
ECO-feeder
Fig. 2 - Rilascio dell’energia delle materozze esotermiche in uno stampo in sabbia.
44
tecnico
calore dalla camicia. Risulta chiaro che la superficie 2 è decisamente maggiore, con una risultante frazione maggiore di calore
disperso nella sabbia dello stampo. Sorge quindi naturale domandarsi come sia possibile fornire l’energia esotermica in modo più efficiente dirigendola direttamente all’interno della materozza, e con che metodo.
Approccio di
ottimizzazione
“isolamento
parziale/direzionale”
PRINCIPIO DELL’”ISOLAMENTO
PARZIALE/DIREZIONALE”
Contro il ritorno di energia delle
materozze esotermiche allo
stampo in sabbia come precedentemente descritto, l’obiettivo
è progettare un sistema di alimentazione che fornisca una
porzione della propria energia
maggiore al metallo di alimentazione del getto. In altre parole,
direzionando la solidificazione
del metallo, evitando di trasferire
energia allo stampo. In pratica
questo può essere ottenuto solamente mescolando le proprietà del rivestimento, energia
esotermica e coibentante. La difficoltà è che nei sistemi in uso attualmente l’effetto coibentante è
minimizzato dalla presenza del
componente esotermico della
miscela, in quanto i due elementi
sono mescolati insieme. Inoltre
una possibile approccio di ottimizzazione è definito in virtù del
fatto che l’energia all’interno della materozza è “diretta”. È da notare che questo principio non è
implementabile attraverso l’uso
di maniche con una distribuzione
di massa omogenea.
IMPLEMENTAZIONE NEL
SISTEMA DI ALIMENTAZIONE
Un possibile miglioramento del
principio di coibentazione parziale e direzionale descritto in
precedenza è che la massa della
camicia della materozza deve
avere due caratteristiche termiche diverse contemporaneamente. La massa deve avere una
elevata caratteristica esotermica
per fornire al metallo fuso all’interno della materozza la maggior
quantità possibile di energia, evitando però la possibilità di ottenere riscaldamenti localizzati
tropo intensi. IN più è richiesta
anche una elevata capacità termoisolante in modo da scambiare con l’esterno (le pareti dello
stampo) la minore quantità di
energia possibile. È già stato spiegato che la massa della camicia
dell’alimentatore non può essere
omogenea, conseguentemente
deve venir assemblato con una
tecnica modulare. Con questo
concetto è stato svilupato l’ECO-feeder in modo cooperativo
tra GTP Schaefer e Thomas Baginski della Georg Fischer
GmbH.
L’ECO-feeder è una camicia per
materozza modulare che consiste in due masse. Lo strato interno consiste in uno strato altamente esotermico che rallenta o
orienta la solidificazione ed il raffreddamento del metallo al suo
interno, come un alimentatore
esotermico tradizionale di uso
comune, utilizzando la sua energia latente. La superficie interna
di questo strato è quella tramite
la quale si ha il trasferimento di
energia al metallo fuso. Per ridurre l’energia ceduta allo stampo
all’esterno lo strato di materiale
esotermico è ricoperto da uno
strato di materiale isolante.
La coibentazione significa che
l’energia dispersa al materiale
dello stampo è ridotta o minimizzata.
PRIMA ANALISI
DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
Riducendo l’energia dispersa
dalla massa esotermica della materozza attraverso la sua superficie esterna allo stampo è possibile ottenere materozze con
un modulo più alto senza modificarne la geometria. A titolo di
esempio si è applicato l’ECOfeeder di taglia ridotta ed una
media reazione esotermica ad
una piastra-modulo di prova, ed
è stato possibile riempirla, quando con una semplice materozza
esotermica, anche con geometrie esterne maggiori, si ottenevano un significativo numero di
cavità anche nel collo dell’alimentatore e nella zona di transizione tra piastra e materozza. I
risultati della simulazione mostrano l’utilizzo di un ECO-feeder in confronto con una materozza convenzionale, mostrati in
Fig. 3, e confermati da una serie
di esperimenti (Fig. 4).
Fig. 4 - Piastra modulo con cavità.
Fig. 3 - Risultati di simulazione termiche tra l’ECO-feeder e una materozza esotermica.
45
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
ESTENSIONE
DELL’UTILIZZO
DI QUESTE MANICHE PER
MATEROZZE
Il modulo di raffreddamento più
elevato a parità di geometria ha
significato un apertura in termini di possibilità di utilizzo per un
utilizzo ottimale e completo del
sistema, migliorando così l’ottimizzazione del sistema parti degli alimentatori possono venir
posizionate all’interno dei blocchi di anime, invece di avere
massicci alimentatori laterali.
Per la prima volta è anche possibile posizionare una materozza molto vicina al contorno del
getto sfruttando l’effetto esotermico (Fig. 5).
Prima dell’avvento di questa
tecnologia l’utilizzo al cuore del
getto era particolarmente limitato da due fattori. Primo: lo
spazio a disposizione è fortemente limitato per una materozza che fornisse un modulo
di raffreddamento adeguato. In
secondo luogo le anime, o le
parti interne dello stampo possono venire surriscaldate in
modo rilevante utilizzando materozze esotermiche in congiunzione con il metallo liquido
dell’alimentatore. Il surriscaldamento circostante può generare quelle che vengono definite
“superfici di non raffreddamento” con variazione del modulo
di raffreddamento della zona. IN
aggiunta questa situazione può
favorire la formazione di cavità
secondarie ed inibire la formazione della pelle di raffreddamento dello stampo in queste
aree. Come spiegato in precedenza L’uso di un ECO-feeder
può ridurre la quantità di volume necessario (vedi Fig. iniziale). In aggiunta la coibentazione
esterna della materozza esotermica ad inserto può prevenire o
almeno ridurre il surriscaldamento interno delle anime adiacenti e le corrispondenti parti
del getto.
La materozza compatta genera
Fig. 5 - Posizionamento di un ECO-feeder direttamente sul bordo del getto 1.
quindi grandi vantaggi alla struttura del getto. Se sono presenti
canali di risalita a volte questi
devono venire allontanati dal
getto. Questo significa un allungamento del collo di alimentazione che deve essere accettato. Questo allungamento porta
ad un possibile congelamento
nei colli con la conseguente formazione di cavità. Con gli ECOfeeder di dimensione limitata è
possibile posizionarli in vicinanza dei contorni del getto senza
influenzarne l’equilibrio termico, anche in caso di pareti sottili. Questo vantaggio è applicabile anche a materozze di testata
in getti complessi con strette
sezioni di passaggio.
PROSPETTIVE PER
L’ECO-FEEDER
Nel caso dei primi alimentatori progettati, dopo alcuni test
pratici sono state poi eseguite
diverse simulazioni sperimentali al computer per materozze di diverse geometrie in progettazione. Questo processo
ha permesso di produrre geometrie diverse a basso costo.
Le risultanti sono state poi testate nella pratica su speciali
piastre a modulo noto dette
piastre modulo. Gli esperimenti sono stati eseguiti su piastre
con una dimensione che veni-
va variata di 0.1 cm alla volta.
Questo aggiustamento fine ha
permesso di confrontare i dati
sperimentali con le simulazioni
computerizzate.
Conclusioni
L’ECO-feeder può contribuire
a fornire un valore aggiunto
fornendo efficienza energetica
nei sistemi di alimentazione dei
getti e conseguentemente nelle fonderie. In aggiunta alla
possibilità di influenzare positivamente fattori chiave come la
produttività, il riciclo del materiale e la affidabilità del processo, questo sistema offre ai fonditori possibilità di progettazione di cui non si era immaginato finora. Le materozze possono venire applicate più vicine
a punti chiave del contorno
con elevati moduli in posizioni
di spazi critici La cooperazione
delle due aziende autrici mostra come sia importante la
necessità di sviluppi congiunti
di approcci innovativi per arrivare a soluzioni che aiutano lo
sviluppo di processi migliorativi per fonderie e fornitori.
Tratto da Casting Plant and
Tecnology N. 3/2013
Traduzione: Francesco Calosso
ERRATA CORRIGE
Informiamo che l’autore dell’articolo pubblicato a pag. 84 di industria fusoria N. 3 2014 è M. Gaverini,
dell’Azienda Universal Sun e non J. Schaefer – T. Schaefer – T. Bginski come erroneamente riportato.
Ci scusiamo per il disguido.
Industria Fusoria 4/2014
46
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D. Caliari – G. Timelli
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o
tecnico
Fluidità delle leghe leggere da fonderia
Parte II – Le leghe Al-Si
La fluidità è una proprietà fisica
che caratterizza un materiale allo stato liquido; questa proprietà
influenza la dinamica di riempimento degli stampi, da cui dipende direttamente la qualità dei
getti finali realizzati. Nonostante
l’importanza che questo aspetto
riveste in fonderia, le conoscenze su questo fronte sono ancora
molto limitate. Pochi dati sono
disponibili e, a volte, tra loro in
contrapposizione; inoltre, sono
state condotte indagini approfondite e dettagliate solo un
numero limitato di leghe. In questo lavoro si ripercorre un’analisi
della letteratura scientifica soffermandosi sulle variabili che influenzano maggiormente la fluidità di una lega e ponendo particolare attenzione ai dati disponibili su leghe Al-Si da fonderia,
molto diffuse nel settore automobilistico e aeronautico.
Introduzione
La fluidità di una lega metallica allo stato liquido è un aspetto che
riveste primaria importanza in
fonderia; infatti da questa proprietà dipende la dinamica di
riempimento degli stampi, fattore che influenza direttamente la
qualità finale dei getti. Scarse caratteristiche di fluidità comportano difficoltà nel riempimento
delle cavità, con conseguenze negative in termici economici e
produttivi; l’esiguità delle conoscenze su questa proprietà e la
presenza di dati contraddittori in
letteratura limitano molto la risoluzione di queste problematiche. Le incongruenze tra quanto
Industria Fusoria 4/2014
pubblicato si spiegano considerando che ancora oggi non esiste un metodo standardizzato
per misurare la fluidità di una lega |1|; anche le diverse procedure operative non seguono dei
protocolli standard e questo
conduce a una grande variabilità
di condizioni al contorno. A
questa problematica si aggiunge
la scarsa ripetibilità dei risultati
che generalmente affligge i test
impiegati, dovuta al fatto che le
procedure implementate sono
molto sensibili a variabili difficili,
se non impossibili, da controllare.Tra le variabili che influiscono
maggiormente i risultati vi è la
temperatura: piccole oscillazioni
comportano importanti disturbi
sulle lunghezze ottenute. In
questo lavoro si propone un
riepilogo delle conoscenze utili
per approfondire queste problematiche.
Le principali variabili che influenzano la fluidità di una lega sono:
• la temperatura di colata (surriscaldamento del bagno);
• la temperatura dello stampo o
della forma in sabbia;
• la conducibilità termica del metallo e dello stampo;
• il coefficiente di scambio termico metallo-stampo (i.e. interazione metallo-stampo);
• la geometria e la sezione della
cavità dello stampo;
• la composizione chimica e l’intervallo di solidificazione della
lega;
• le proprietà fisiche del metallo;
• il battente metallostatico;
• la tensione superficiale;
• il livello di pulizia del bagno
(presenza di inclusioni/ossidi);
50
• la velocità del flusso;
• le condizioni ambientali (tem-
peratura, umidità, ecc…).
Diversi studi hanno verificato e
quantificato l’influenza esercitata
sulla fluidità di alcune di queste
variabili; è il caso, ad esempio,
della temperatura di colata, della
geometria e della sezione della
cavità dello stampo, della composizione chimica, del battente
metallostatico, della pulizia del
bagno e della velocità del flusso.
Di contro, non sono presenti
studi sistematici e dettagliati delle altre variabili di interesse. Si
aggiunga, inoltre, che alcune tra
le variabili sopra menzionate sono difficili da monitorare in modo preciso e affidabile.
Il livello di
surriscaldamento
del bagno liquido
Il livello di surriscaldamento (o surriscaldamento) del bagno è la differenza tra la temperatura di colata della lega e quella di liquidus
della stessa. A parità di tutte le
altre variabili, la fluidità aumenta
linearmente con il surriscaldamento del bagno |2-8|. Incrementare il surriscaldamento rappresenta la soluzione più efficace
per migliorare la fluidità |7|. Di
contro, per una singola lega la
tendenza di questa relazione lineare non solo varia a seconda
del metodo di misura applicato,
ma dipende anche dalle condizioni con cui uno stesso test è
svolto. In Fig. 1, dove sono riportati i risultati di una serie di pro-
tecnico
ve di fluidità eseguite su una lega AlSi7, è possibile notare come la relazione lineare tra fluidità e temperatura cambi al variare di una specifica condizione
di prova; in questo caso i cambiamenti sono dovuti alla variazione di sezione della cavità in
cui è stato fatto scorrere il metallo a parità di tutti gli altri parametri utilizzati.
Al contrario, da prove condotte
su leghe Al-Si ipereutettiche, è
emerso che la fluidità di queste
leghe aumenta con la temperatura fino a un livello di surriscaldamento pari a 100÷150°C, mentre oltre questa soglia ogni incremento di temperatura non
comporta significativi miglioramenti nella fluidità |2|. Questo
comportamento è da attribuirsi
a fenomeni di turbolenza che si
generano nel bagno liquido e che
influiscono sulla composizione
chimica locale della lega colata
|2|. Ciò evidenzia ulteriormente
l’estrema sensibilità alle variabili
dei test di fluidità. Di Sabatino
|2,5| ha condotto diverse prove
su leghe della serie AlSi7Mg tramite l’ausilio di una spirale archimedea e anche da questi risultati
è stata rilevata una dipendenza
lineare della fluidità dalla temperatura. La Fig. 2 mostra i risultati
ottenuti a tre diversi livelli di
temperatura (700, 715, 730°C).
Fig. 2 - Fluidità di una lega AlSi7Mg, misurata tramite spirale archimedea, al variare della temperatura di colata; viene inoltre indicata l’equazione di regressione |2,5|.
La composizione
chimica della lega
La composizione chimica caratterizza la fluidità di una lega; cambiamenti nel tenore degli elementi in lega comportano variazioni dell’intervallo tra liquidus e
solidus, con conseguenze dirette
sulla modalità di solidificazione.
Secondo Flemings et al. |2| la
modalità di solidificazione influisce significativamente sulla fluidità di un metallo ed è stato rilevato che la lunghezza percorsa
da un metallo prima di solidificare (Lf) è inversamente proporzionale all’ampiezza dell’intervallo liquidus-solidus |1,2|, fatta eccezione per le leghe colate tramite
processi di pressocolata |2,9|.
Piccole aggiunte di elementi in
Fig. 1 - Fluidità di una lega AlSi7. I risultati mostrano una correlazione lineare con la temperatura di colata |3|; le diverse pendenze sono da attribuirsi alle diverse sezioni dello stampo
utilizzate, indicate in figura.
51
lega e la presenza di impurezze
riducono significativamente la
fluidità |2,7,8|. In Fig. 3 è possibile
riscontrare l’effetto negativo sulla fluidità dovuto alla diminuzione del grado di purezza di un bagno di Al, mentre la Fig. 4 illustra
l’effetto di piccole aggiunte di
stagno |3|. Questi studi confermano che l’effetto negativo sulla
fluidità si “affievolisce” al diminuire del grado di purezza e che la
presenza di alcuni elementi in
tracce non influisce in modo apprezzabile sulla fluidità.
Metallo puro e lega con composizione eutettica mostrano, per
ogni sistema, la massima fluidità.
È stato infatti evidenziato come
la fluidità aumenti al crescere
della frazione eutettica, ovvero
di una struttura che solidifichi in
modo isotermico. Vi sono però
alcune eccezioni, tra le quali le
leghe del sistema Al-Si. Lang |3|
ha riscontrato che le leghe Al-Si
presentano la massima fluidità
intorno al 17-18% pond. di silicio, ovvero oltre la composizione eutettica (Fig. 5); altri studi
|2,7,8,10| hanno confermato
questa tendenza. Tale effetto è
dovuto al calore latente del silicio, che è 4,5 volte superiore a
quello dell’alluminio; questo influisce perciò sulla cinetica di solidificazione aumentando i tempi
di solidificazione, a tutto vantaggio della fluidità. Questo beneficio si manifesta fino al 17-18% di
Si in lega, perché oltre tale livello
la fluidità si riduce in seguito alla
formazione di particelle di silicio
primario che ostacolano l’avanzamento del flusso liquido.
In generale, per quanto riguarda
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
sono ritornate simili a quelle della lega base |7|. Aggiunte di Fe in
una lega A413 hanno ridotto la
fluidità sia nel caso della lega base, sia nel caso della lega modificata con Mn |12|. Aggiunte di Mn
a una lega A356 sembrano non
influire apprezzabilmente sulla
fluidità |7|. Di contro, uno studio
condotto su una lega AlSi8 ha
fornito risultati contraddittori rispetto a quanto sopra riportato,
avendo rilevato un incremento
di fluidità in seguito all’aumento
della concentrazione combinata
di Fe, Mn e Zn |8|.
Fig. 3 - Influenza del grado di pulizia sulla fluidità dell’alluminio puro, rilevata con il metodo
della spirale archimedea |2|.
Fig. 4 - Influenza del tenore iniziale di stagno sulla fluidità di leghe binarie Al-Sn |3|.
l’influenza sulla fluidità dovuta
all’aggiunta di elementi alliganti
all’alluminio, si trovano, a volte,
risultati tra loro in contraddizione. L’effetto di Fe, Mg,Ti e Sr sulla
fluidità di una lega AlSi7 è stato
approfondito da Di Sabatino
|2,4| a diversi livelli di surriscaldamento del bagno liquido
(70°C e 130°C) e svolgendo
prove con uno strip mould test.
Per condurre questo studio il tenore di ogni elemento considerato è stato variato indipendentemente dagli altri; in particolare,
il Fe è stato portato da 0,01% a
0,24%, il Ti da 0% a 0,20%, lo Sr
da 0% a 0,02% e il Mg da 0% a
Industria Fusoria 4/2014
0,45%. Dai risultati è emerso che
il magnesio ha un’influenza sulla
fluidità più marcata e apprezzabile rispetto a Sr, Ti e Fe; inoltre, le
aggiunte di magnesio hanno un
effetto deleterio sulla fluidità a
ogni livello di temperatura indagato. In Tab. 1 sono riportati i risultati di questo studio. Questi
dati sembrano confermare quanto riportato anche da Fleming et
al. |2,4|. Di contro altri lavori
hanno rilevato una diminuzione
di fluidità in seguito ad aggiunte
di Fe |7,8,10-12| e Zn |11|. In particolare, l’incremento del tenore
di Fe in una lega A356 fino al
massimo livello consentito ha
comportato una diminuzione di
fluidità, mentre oltre questa soglia le caratteristiche del metallo
Cercando comunque di pervenire a una sintesi, per quanto possibile, si può dedurre che non sono rilevabili significative variazioni di fluidità in seguito a piccole
aggiunte di Fe, Zn, Mg e Mn, in
quanto le differenze rilevate sperimentalmente ricadono all’interno delle generiche forchette
di variabilità dovute all’errore
dei vari metodi di prova impiegati |4|.
Uno studio analogo |11| è stato
condotto applicando un vacuum
fluidity test a diversi livelli di surriscaldamento su quattro leghe
Al-Si da pressocolata, che differivano per diversi tenori di rame,
magnesio, manganese, silicio e
zinco. In Tab. 2 sono visualizzate
le composizioni chimiche delle
leghe studiate mentre in Fig. 6 i
risultati, dai quali si deduce che il
silicio e il magnesio influiscono
maggiormente sulla fluidità ri-
Fig. 5. Effetto del silicio sulla fluidità del sistema binario Al-Si |2|; le leghe Al-Si presentano la
massima fluidità intorno al 17-18% di silicio, ovvero oltre la composizione eutettica, in contrasto con quanto accade nella maggioranza delle leghe metalliche.
52
tecnico
Surriscaldamento del bagno
70°C
Surriscaldamento del bagno
130°C
Variazione di
fluidità (%)
Effetto sulla
fluidità
Variazione di
fluidità (%)
Effetto sulla
fluidità
3.2
2.89
+
+
3.42
4.78
-
trascurabile
12.35
-
20.77
Parametri
Sr
Ti
Fe
Mg
trascurabile
-
Tab. 1 - Risultati delle prove svolte da Di Sabatino |5|. Il livello di surriscaldamento del bagno
e il tenore di ognuno dei 4 elementi considerati sono state variabili indipendenti.
spetto agli altri elementi alliganti.
In particolare l’aggiunta di silicio
aumenta la fluidità mentre l’aggiunta di magnesio la diminuisce.
Tutti gli studi condotti confermano comunque che il livello di surriscaldamento ha un’influenza
più marcata sulla fluidità rispetto
alla composizione chimica
|2,3,7,11|.
La pulizia del bagno
liquido
La presenza di inclusioni e ossidi
flottanti nel bagno comporta una
significativa riduzione della fluidità del metallo poiché riduce la
frazione solida critica che blocca
il flusso di metallo liquido |2, 8|.
Kwon e Lee |2| hanno studiato
l’effetto di inclusioni d’ossido
sulla
fluidità
di
leghe
AlCu4.5Mn0.6 e AlSi7Mg impiegando uno strip mould test; da
questi studi è emerso che colare
il metallo in aria comporta un
aumento del tenore di ossidi che
influenza negativamente la fluidità. Secondo Crepeau et al. |2|
la rimozione delle inclusioni flottanti da un bagno di lega A356 favorisce significativamente la flui-
Lega #
Si
1
2
3
4
11.59
11.36
9.62
8.75
Fe
Cu
Mn
50% di boccame e sfridi di lavorazione, e applicando il vacuum
fluidity test a diverse temperature
di colata del metallo stesso. Da
questo studio è emerso che la
fluidità del bagno contaminato,
sempre inferiore rispetto a quella della lega pulita, cresce comunque linearmente con la temperatura nell’intervallo compreso tra 580 e 680°C, mentre oltre
Mg
Zn
Ti
Sn
Pb
Na
0.87 1.663 0.179 0.093 0.999 0.041 0.034 0.158 0.0002
0.77 1.79 0.166 0.171 1.163 0.04 0.036 0.112 0.0003
0.82 1.98 0.152 0.206 0.475 0.035 0.024 0.049 0.0001
0.85 2.2
0.2 0.15 1.146 -
Tab. 2 - Composizione chimica (%pond) delle leghe impiegate nello studio di fluidità eseguito
da Timelli et al. |11|.
dità: in particolare, questa può
incrementare fino al 40% a una
temperatura di colata di 700°C
circa. Un lavoro più sistematico è
stato condotto da Di Sabatino
et. al. |2,13| su una lega A356 con
3 differenti livelli di contaminazione del bagno a una temperatura di colata di 700°C: lega base, 20% di rottame, 50% di rottame, ove il rottame impiegato era
composto da sfridi di lavorazione. In Fig. 7 sono riportati i risultati di questo studio, da cui si
può notare che l’aggiunta di sfridi di lavorazione riduce significativamente la fluidità della lega, ma
oltre una certa soglia non si notano differenze apprezzabili tra
diversi livelli di contaminazione
|2,13|.
Timelli e Bonollo |12| hanno
svolto un’indagine sulla fluidità di
una lega Al-Si-Cu da pressocolata contaminata con l’aggiunta di
Fig. 6 - Risultati delle prove di fluidità condotte da Timelli et al. |11|
su quattro diverse leghe da pressocolata.
53
i 680°C la fluidità si mantiene costante. L’aggiunta di materiale inquinato al bagno, infatti, induce
una presenza di ossidi e inclusioni superiore rispetto alla lega
non contaminata, e questo influenza negativamente la fluidità
poiché diminuisce la frazione solida critica che blocca il flusso del
metallo. Inoltre, all’aumentare
della temperatura di colata, crescono di entità i fenomeni di turbolenza e di stirring nel bagno, e
conseguentemente viene prelevato metallo con una maggiore
concentrazione di ossidi e inclusioni.
È stata infine studiata l’influenza
sulla fluidità dovuta alla presenza di idrogeno disciolto nel bagno ed è emerso come questo
non influenzi significativamente
la fluidità della lega, così come la
presenza di altri gas disciolti
|2,14,7|.
Fig. 7 - Fluidità di una lega A356 colata a 700°C con differenti livelli di inquinamento: A356 standard, A356 + 20% di rottame, A356 + 50% di rottame. Le deviazioni standard sono mostrate come barre d’errore |2,13|.
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
Trattamenti
preliminari del bagno:
affinazione e modifica
Sono reperibili diversi studi sugli
effetti dell’affinazione del grano
sulla fluidità e molti di questi risultano tra loro in contraddizione |2|. L’incongruenza di quanto
pubblicato è dovuta al fatto che i
risultati delle prove di fluidità sono estremamente influenzati dalla modalità di esecuzione delle
specifiche procedure applicate;
infatti, in ogni prova intervengono variabili difficilmente gestibili
e controllabili che possono influire significativamente sui risultati finali senza però che ne venga misurata e riportata l’entità.
Accade così che vengano rilevate variazioni di fluidità che in
realtà non sarebbero attribuibili
alle specifiche operazioni di affinazione.
Non fanno eccezione i risultati
pubblicati su operazioni di affinazione di leghe Al-Si con affinante
composto da AlTiB, tra loro contrastanti e da cui è difficile ricavare conclusioni affidabili a causa
di un’elevata dispersione dei risultati |1,8|. Considerando i risultati nella loro globalità sembra
comunque che non si possa rilevare nessuna influenza significativa sulla fluidità in seguito ad affinazione su leghe della serie AlSi7
con aggiunte di AlTiB |2,14,7|.
Anche per quanto riguarda aggiunte di modificanti come Sr e
Na, i risultati in letteratura sono
tra loro contraddittori |2|.
•
Altre variabili
di interesse
Diversi studi hanno permesso di
valutare in modo quantitativo, o
semi-quantitativo, l’influenza sulla
fluidità dovuta ad altre variabili
oltre a quelle precedentemente
citate. Tra queste vi sono:
• effetto della verniciatura dello
stampo: a parità di tutte le altre
condizioni, la fluidità risulta
maggiore su stampi verniciati
rispetto a quelli non trattati,
poichè la verniciatura ha generalmente l’effetto di diminuire
il coefficiente di scambio termico all’interfaccia metallo-stam-
|1| D. Apelian, M.M. Makhlouf, Casting characteristics
of aluminum die casting alloys, DOE/ID—13716,
2002.
|2| M. Di Sabatino, Fluidity of aluminium foundry alloys, PhD thesis, Norwegian University of Science and Technology (NTNU), 2005.
|3| J. Campbell, Castings, Oxford, ButterworthHeinemann, 2003, 74-96.
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Influence of temperature and alloying elements on
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Campbell Symposium”, Ed. M. Tiryakioglu and
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Int J Cast Met Res 18 (2005) 59-62.
|6| M. Di Sabatino, L. Arnberg, S. Brusethaug, D.
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|7| B. A. Dewhirst, Castability Control in Metal Casting
via Fluidity Measures: Application of Error Analysis
to Variations in Fluidity Testing, PhD thesis, Faculty
of the Worcester Polytechnic Institute (WPI),
2008.
Industria Fusoria 4/2014
•
•
•
po a tutto vantaggio della fluidità;
velocità di flusso e battente
metallostatico: Tiryakioglu et
al. |2| hanno rilevato che la fluidità di una lega A355 è proporzionale ad h0.1, dove h è il battente metallostatico; la velocità
di flusso dipende dal battente, e
la fluidità dipende anche dalla
velocità |3|;
coefficiente di scambio termico: questo coefficiente è un indice di quanto efficacemente
viene smaltito il calore dal metallo durante il suo raffreddamento alla forma, e una sua riduzione comporta un aumento
di fluidità;
calore latente: è una proprietà
fisica del metallo che influisce
direttamente sul tempo di solidificazione del metallo stesso, e
un suo aumento comporta un
incremento della fluidità;
temperatura dello stampo: la
differenza di temperatura tra il
metallo in fase di solidificazione
e le pareti dello stampo regola
il flusso termico, e un aumento
di questa differenza comporta
tempi di raffreddamento minori con riduzione della fluidità.
|8| K.R. Ravi, R.M. Pillai,K.R. Amaranathan, B.C. Pai,
M. Chakraborty, Fluidity of aluminum alloys and
composites: A review, J Alloys Compd 456 (2008)
201-210.
|9| Qingyou Han, Hanbing Xu, Fluidity of alloys under
high pressure die casting conditions, Scripta mater
53 (2005) 7-10.
|10| P. Pucher, H. Antrekowitsch, H. Bottcher, H. Kaufmann and P. J. Uggowitzer, Influence of compositional variations on microstructural evolution, mechanical
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|11| G.Timelli, F. Bonollo, Fluidity of aluminium die castings alloy, Int J Cast Met Res 20 (2007) 308-311.
|12| E. Taghaddos, M.M. Hejazi, R. Taghiabadi, S.G.
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|13| M. Di Sabatino, L. Arnberg, S. Rorvik, A. Prestmo,
The influence of oxide inclusions on the fluidity of A7wt.%Si Alloy, Mater Sci Eng A 413-414 (2005)
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|14| M. Di Sabatino, L. Arnberg, Effect of grain refinement and dissolved hydrogen on the fluidity of A356
alloy, Int J Cast Met Res 18 (2005) 181-186.
54
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Le fonderie soggette ad autorizzazioni (in base alla normativa in
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Per quanto riguarda la misurazione dei metalli, i metodi di riferimento utilizzati richiedono
la campionatura del particolato, seguita da un’analisi di laboratorio. Questo articolo descrive i risultati del progetto
Le emissioni
metalliche in fonderia
L’obiettivo globale del programma EMILIBS era quello di sviluppare un sistema per misurare e
monitorare costantemente le
composizioni in metalli pesanti
degli scarichi incanalati delle installazioni industriali, in modo da
aiutarle ad adempiere ai loro obblighi regolamentari.
Riguardo alla misurazione dei
metalli, i metodi di riferimento
attualmente utilizzati richiedono
un campionamento del particolato e dei metalli gassosi e la successiva analisi in laboratorio; per
questo, tali metodi non consentono un monitoraggio continuo
e in tempo reale degli scarichi di
un’installazione industriale.
A questo scopo, è stato sviluppata una strumentazione da campo
basata su una distinzione chimica
Industria Fusoria 4/2014
Le emissioni di inquinanti atmosferici derivati dalla fusione
dipende da molti parametri di
elementale, eseguita con la tecnica LIBS.
Lo sviluppo iniziale e i test di laboratorio sono stati condotti
dall’IVEA, dal CNRS e dall’INERIS; la fattibilità di questa nuova
tecnica è stata quindi valutata su
rame, manganese, cobalto, piombo e nickel, con limiti di rilevamento inferiori al 10% dei limiti
di legge. Sono state condotte due
campagne di misurazioni in fonderia, con l’aiuto del CTIF sui
processi di fusione, per monitorare sul campo e in tempo reale
la concentrazione del rame e del
manganese emessi alla ciminiera.
I risultati ottenuti hanno confermato l’appropriatezza dell’uso
della LIBS per il monitoraggio dei
metalli pesanti in un ambiente industriale.
58
produzione. Questi includono
la qualità delle cariche metalliche, presumibilmente contaminate da olio e altre impurità,
l’uso di combustibili (coke, gas
od olio combustibile), e l’uso di
additivi per il trattamento del
metallo, che generano prodotti
di reazione. Tuttavia, è soprattutto la natura della lega fusa ad
influenzare la composizione delle emissioni metalliche. I principali metalli emessi sono elencati
per tipo di lega in Tab. 1. La concentrazione delle emissioni varia molto col passare del tempo; si hanno emissioni più elevate durante la carica e durante il trattamento del metallo.
Gli obblighi
per le fonderie
Le fonderie, in particolare quelle soggette ad autorizzazione
(regolamenti in materia di protezione dell’ambiente) sono
obbligate a quantificare le loro
emissioni e ad accertarsi che
rimangano al di sotto dei limiti
fissati dalle autorizzazioni
emesse dalle Autorità competenti.. Queste regole si applicano alle fonderie con una capacità produttiva superiore alle
10 tonnellate giornaliere di ghisa o acciaio, o alle 2 tonnellate
di leghe di alluminio o di rame.
(I riferimenti normativi ed i limiti riportati si riferiscono alla
legislazione francese).
tecnico
Sorgente
Fusione di metalli
non ferrosi
Fusione di metalli ferrosi
Lega
Principali metalli emessi
Alluminio
Al, Cu, Mn, Pb, Sn, Sb, Zn
Magnesio
Al, Mg, Zn
Rame
Rame
Cupralluminio
Rame-piombo/alluminio
Ottone
Cu
Al, Cu, Mn, Ni
Cu, Ni, Pb, Sn, Zn
Cu, Ni, Pb, Zn
Ghisa
Specialmente: Cd, Cu, Mn, Zn
Emessi dalle ghise: Cr, Ni, Mo
In quantità minore: As, V, Sn, Mg
Acciaio
Al, Cr, Mn, Mg, Mo, Ni, Zn
Fusione di rottami ferrosi
Comunemente: Cd, Pb
(qualità della carica mediocre), Zn
Possibili: Al, Bi, B, Cr, Co, Cu, Sn
Tab. 1 - Principali emissioni atmosferiche di inquinanti metallici nel corso della fusione.
Inquinante
Polveri (TSP)
Limiti di emissione
40 mg/Nm3 per una velocità di emissione maggiore di 1 kg/h
100 mg/Nm3 per una velocità di emissione minore di 1 kg/h
Cadmio+Tallio+Mercurio (Cd+Ti+Hg) 0,1 mg/Nm3 per un flusso di massa maggiore di 1 g/h
Mercurio (Hg)
0,05 mg/Nm3 per un flusso di massa maggiore di 1 g/h
Piombo (Pb)
1 mg/Nm3 per un flusso di massa maggiore di 10 g/h
As+Se+Te
1 mg/Nm3 per un flusso di massa maggiore di 5 g/h
Sb+Cr+Co+Cu+Sn+Mn+Ni+V+Zn
5 mg/Nm3 per un flusso di massa maggiore di 25 g/h
Tab. 2 - Limiti di emissione per installazioni classificate (art. 27, ordinanza del 2 febbraio 1998).
Inquinante
Polveri (TSP)
Cadmio, Mercurio
Piombo e suoi composti
Arsenico, Selenio e Tellurio,
e loro composti
Antimonio, Cromo, Cobalto, Rame,
Stagno, Manganese, Nichel, Vanadio,
Zinco e loro composti
Tasso
di emissione Obblighi di legge
Valutazione in continuo del contenuto di polve5-50Kg/h
ri degli scarichi, con l’uso, ad esempio, di un opacimetro
Misurazione in continuo delle emissioni di pol>50 kg/h
vere con un metodo gravimetrico
>10g/h
>100 g/h
>50g/h
Misurazione giornaliera delle emissioni su una
campionatura rappresentativa presa in continuo
>500g/h
Tab. 3 - Valori limite del flusso oltre ai quali è richiesto il monitoraggio (art. 59, ordinanza del 2 febbraio 1998).
L’ordinanza del 2 febbraio 1998
(riguardo le installazioni soggette ad autorizzazione in base
alle regole sulle installazioni
classificate), presa come riferimento negli ordini prefettizi,
stabilisce i limiti di emissione,
elencati in Tab. 2.
Il monitoraggio delle polveri e
dei metalli è obbligatorio per
emissioni a grande portata, come indicato in Tab. 3.
A partire dall’inizio degli anni
2000, il settore della fonderia è
stato monitorato attentamente
59
dalle Autorità competenti per
le installazioni classificate per le
emissioni di polveri, metalli e
composti volatili organici. Il monitoraggio continuo delle polveri tramite opacimetro è già richiesto in molte fonderie aventi
grande capacità produttiva.
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tecnico
Filtro essiccatore
lavaggio
tubo per
campionamento
collegato ad
una pompa
Foto 1 - Esempio di campionamento di
particolato e metalli gassosi eseguito col
metodo di riferimento.
Si nota che l’ordinanza richiede
“una misurazione giornaliera
effettuata continuamente su
una campionatura rappresentativa”, il che può essere interpretato come una richiesta di
misurazione continua, anche se
in realtà i metalli vengono raccolti al massimo per 2 ore al
giorno e analizzati in laboratorio. Data l’evoluzione delle leggi, in particolare per l’incenerimento dei rifiuti, è molto probabile che la misurazione in
continuo dei metalli diventi obbligatoria per grandi quantità di
emissioni, una volta diventata
tecnicamente fattibile.
Tecniche esistenti per
la misurazione
discontinua dei metalli
Attualmente, i metalli ai camini
della fonderia sono misurati secondo il metodo di riferimento
descritto nello standard XP X
43-051 (Giugno 2001), intitolato “Determinazione delle emissioni totali di metalli pesanti ed
altre sostanze specifiche”. Questo è un metodo di analisi chimica piuttosto scomodo e lungo in termini di tempo, e spesso la rappresentatività dei campioni è scarsa.
Questo metodo, nel luogo di
misurazione, richiede:
• Campionatura isocinetica di
un volume noto di effluente
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gassoso da una condotta o da
una ciminiera per uno specifico intervallo di tempo e ad
una velocità di flusso controllata (meno di due ore).
• La raccolta su un filtro (membrana fibra in lana di roccia)
delle polveri contenute nel
gas campionato.
• La raccolta della frazione gassosa dei metalli dopo il passaggio del flusso di gas dentro
recipienti di lavaggio contenenti soluzioni assorbenti.
• La mineralizzazione del campione filtrato in un contenitore chiuso di politetrafluoretilene.
• La preparazione del liquido
assorbente e delle soluzioni
di risciacquatura per l’analisi.
• La conseguente analisi chimica in laboratorio.
Le tecniche di analisi raccomandate sono la spettrometria
ad assorbimento atomico (sorgente: forno in grafite; analisi:
spettrometria ad assorbimento
atomico), la spettrometria di
massa al plasma (sorgente: torcia al plasma; analisi: spettrometria di massa), e la spettrometria ad emissione atomica al
plasma (sorgente: torcia al plasma; analisi: spettrometria ad
emissione atomica).
Quest’ultima tecnica, usata nella maggior parte dei casi, implica il trasferimento del materiale, già vaporizzato, ad una torcia
al plasma in cui l’aerosol viene
atomizzato prima di essere
analizzato con la spettrometria
ottica. La diseccitazione degli
elementi contenuti nel plasma
è accompagnata dall’emissione
di picchi luminosi le cui lunghezze d’onda sono caratteristiche degli elementi emittenti
e delle intensità delle loro concentrazioni.
Principi della tecnica
LIBS e comparazione
delle prestazioni con
le tecniche
raccomandate dal metodo di riferimento
La tecnica LIBS, ossia spettroscopia di plasma indotto da laser, consiste nel concentrare un
raggio laser (quasi sempre pulsato) su di un oggetto (solido, liquido o gassoso), per determinarne la composizione elementale. Il laser riscalda un piccolo
volume del campione (una piccola quantità di materia) e lo
porta allo stato di gas ionizzato,
o di plasma. La luce emessa da
questo plasma viene poi analizzata con la spettroscopia ad
emissione, e fornisce informazioni sulla composizione della
materia irradiata. La Fig. 1 illustra il principio della tecnica.
La LIBS è analoga a tutti i metodi di spettroscopia ad emissione atomica di riferimento
nel fatto che consente l’analisi
simultanea di tutti gli elementi
della tavola periodica di Mendeleev.Tuttavia, la LIBS presenta
vantaggi che la distinguono dagli altri metodi:
analisi spettrale della luce di plasma
composizione chimica del materiale,
compresi gli elementi più leggeri
formazione di un plasma
spettro
ottico
laser
plasma
illuminazione del materiale con un laser
Fig. 1 - Principio di funzionamento della tecnica LIBS.
60
tecnico
• È relativamente semplice da
utilizzare.
• Non richiede la preparazione
dei campioni: questo è uno
dei vantaggi principali.
• È rapida, e consente di effettuare misurazioni in tempo
reale.
• Permette l’accesso a spazi
confinati tramite una feritoia,
e può effettuare un’analisi a
distanza.
• Può analizzare qualsiasi tipo
di campione: liquido, solido,
gas, aerosol.
• È poco ingombrante: esistono
sul mercato sistemi di analisi
portatili.
Per quanto riguarda le prestazioni, la tecnica LIBS è ritenuta
avere limiti di rilevamento dello
stesso ordine di grandezza del
metodo ICP-AES. Il metodo
ICP-MS ha limiti di rilevamento
molto migliori (2 o 3 ordini di
grandezza di differenza) rispetto alla LIBS e all’ICP-AES, ma i
campioni necessitano di preparazione, e la strumentazione è
più ingombrante.
La tecnica LIBS
e il suo sviluppo
UN METODO
IN RAPIDA CRESCITA
Introdotta nel 1960, la tecnica
LIBS ha beneficiato, a partire
dagli anni 2000, dello sviluppo
tecnologico delle sue parti costitutive: i laser sono diventati
sempre più piccoli e necessitano di meno manutenzione, il sistema di rilevamento è divenuto sempre più sensibile e, in ultimo, gli strumenti di acquisizione dati consentono una trasmissione più veloce delle informazioni. Questi miglioramenti
tecnici hanno contribuito a migliorare la performance intrinseca dell’analisi sperimentale.
La disponibilità commerciale
degli spettrometri 2D rende
possibile oggigiorno registrare
uno spettro di emissione correttamente scomposto, attraverso una banda spettrale molto larga (di solito da 200 a 950
nm). Questo rende possibile
l’analisi simultanea di tutti gli
elementi della tavola periodica
con l’utilizzo di un singolo o di
pochi fasci laser.
vamento più bassi per alcuni
elementi leggeri come alluminio, cobalto, magnesio, nichel,
sodio, silicio e vanadio.
ANALISI ATMOSFERICHE
Tuttavia, è da notare che le soluzioni tecniche LIBS disponibili
in commercio vengono proposte principalmente da fabbricanti di componenti ottici (laser, spettrometri), e non da fabbricanti di strumenti di misura.
Per questo motivo, le soluzioni
proposte non sono ad esempio
adeguate al monitoraggio delle
emissioni industriali. I limiti di
rilevamento delle soluzioni
commerciali sono molto alti (in
percentuale), e i laser utilizzati
sono ancora troppo ingombranti nella loro configurazione
utente.
IL
CONTROLLO DEL PROCESSO
La tecnica LIBS viene attualmente utilizzata in metallurgia
per controllare, in linea, i processi produttivi di acciaio e alluminio.
Gli strumenti di misura disponibili sul mercato sono trasportabili (pesano qualche decina di
chili) e possono essere collocati in laboratorio e sulle linee di
produzione. In fonderia, la tecnica LIBS si confronta con la
spettroscopia ottica ad emissione di scintilla S-OES (sorgente: scarica elettrica, analisi:
spettrometria dell’emissione),
con un limite di rilevamento da
1 a poche decine di ppm.
ANALISI
DI CAMPIONI SOLIDI
DI SUOLO
L’analizzatore LIBS portatile
(meno di 7 kg di peso) può rilevare e mappare direttamente
le sostanze inquinanti in terreni
contaminati. Viene anche usato
per analizzare lotti di materiale
grezzo (e.g. scarti di cantiere) a
monte delle linee di produzione. I limiti di rilevamento vanno
da alcune decine ad alcune migliaia di ppm a seconda dell’elemento e della configurazione.
La tecnica LIBS è competitiva
nei confronti della fluorescenza
a raggi X (sorgente: raggi X,
analisi: spettrometria a raggi X),
ma quest’ultima ha limiti di rile-
61
A livelli nazionali ed internazionali, alcuni laboratori universitari di ricerca e alcuni istituti di
ricerca applicata hanno iniziato
ad interessarsi all’applicazione
della LIBS al monitoraggio diretto di particolato e inquinanti
gassosi in determinate industrie (incenerimento di rifiuti,
energia nucleare).Sono stati ottenuti limiti di rilevamento
(DL) soddisfacenti per alcuni
metalli, con valori da 2 a 5 parti
per miliardo per manganese,
berillio e cromo, e da 40 a 600
parti per miliardo per ferro,
mercurio, arsenico, antimonio,
cadmio, zinco, nichel e piombo.
Non esiste ancora in commercio un analizzatore LIBS per la
misurazione delle emissioni alla
ciminiera. L’attuale tecnica LIBS
è già adatta al monitoraggio dei
metalli, ma alcuni DL sono ancora inadeguati all’applicazione.
Molte possibilità di miglioramento sono state trovate, e se
applicate operativamente possono migliorare i DL attuali di
molti ordini di grandezza. In aggiunta a questa ottimizzazione
dei DL della tecnica LIBS, è necessaria una valutazione della
performance strumentale di un
prototipo sperimentale.
Il progetto Emilibs
È stato lanciato un progetto
dall’INERIS (Institut National
de l’Environnement industriel
et des Risques) allo scopo di
sviluppare un prototipo di strumentazione adatta a lavorare
sul campo basato sulla tecnica
LIBS, e di valutare le sue prestazioni nell’analisi delle emissioni
atmosferiche.
Il progetto ha riunito l’IVEA
(una ditta specializzata nella
progettazione e produzione di
attrezzature per l’analisi LIBS),
Environnement SA (produttore
di attrezzature per la misurazione continua delle emissioni),
CNRS (Plasma Laser and Pho-
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
tonic Processes Laboratory) e
CTIF. Il risultato atteso era costituito da un prototipo operativo capace di quantificare in
continuo le emissioni industriali di metalli pesanti dalle ciminiere a intervalli dell’ordine di
pochi minuti. Nel contesto di
questo progetto, è stato chiesto al CTIF di organizzare due
campagne di rilevamenti nella
sua fonderia sperimentale e nel
sito industriale di una fonderia
di rame, per applicare la tecnica
LIBS.
Risultati del progetto
OTTIMIZZAZIONE
IN LABORATORIO
Studi preliminari svolti da IVEA,
CEA, INERIS e CNRS sono serviti per ottimizzare la tecnica.
Sono state sviluppate due configurazioni LIBS per il monitoraggio in linea o per la caratterizzazione raggruppata delle
emissioni gassose industriali:
• LIBS “in linea”: apparecchiatura che analizza particelle concentrando il laser direttamente in una cella di analisi (analisi diretta), in cui circola il flusso di gas che trascina l’aerosol.
• LIBS “a gruppi”: raccolta delle
particelle emesse in substrati,
e successiva analisi degli stessi
con un’appropriata configurazione del LIBS (analisi indiretta).
A questo scopo, accanto alla
tecnica LIBS è stata usata la seguente attrezzatura: due generatori di micro particelle, un
Synaptec CH-GA75 e un
VOAG 3450 TSI; un analizzatore di massa in tempo reale
TEOM 1400 per misurare la
concentrazione in peso, e uno
spettrometro APS modello
3321 per la distribuzione delle
dimensioni delle particelle generate.
La Fig. 2 mostra il principio della configurazione della LIBS “in
linea”. Il flusso dell’aerosol da
analizzare viene condotto nella
cella di analisi da un sistema di
pompaggio. Il raggio laser viene
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Inserimento dell’aerosl
Cella di analisi
lente di focalizzazione
lente di raccolta
Nd:YAG Laser 1064 m
cannocchiale per
ingrandimento del fascio
spettrometro
sincronizzazione
Fig. 2 - Diagramma della messa in opera sperimentale della tecnica LIBS per gas e aerosol.
concentrato sulla cella, generando così un plasma nell’aerosol. La luce emessa dal plasma
viene raccolta da una fibra ottica connessa ad uno spettrometro munito di rilevatore. Nel
caso della LIBS “a gruppi”, la
cella di analisi viene rimpiazzata
da un filtro.
Il segnale è stato innanzitutto
studiato ed ottimizzato in laboratorio per calibrare il sistema
LIBS per la concentrazione in
peso; successivamente, sul campo, i risultati ottenuti col metodo LIBS e con quello di riferimento sono stati confrontati,
studiando prima di tutto le particelle di rame.
OTTIMIZZAZIONE DEL SEGNALE
NELL’ANALISI DIRETTA: METODO
DELL’ANALISI CONDIZIONALE
È stato sviluppato un metodo
di analisi condizionale, consistente nell’ignorare gli spettri
privi di punti di interesse, allo
scopo di aumentare il
segnale/rumore ed ottenere
così limiti di rilevamento appropriati per lo studio.
Questo perché, in una serie di
spettri LIBS ottenuti da un aerosol diluito, vi è un gran numero di spettri privi di informazioni spettrali significative (il plasma non ha vaporizzato particelle contenenti gli elementi in
esame), e una piccola parte di
spettri contenenti informazioni
(presenza di particelle che hanno interagito col plasma in
espansione).
Per determinare se uno spettro LIBS è stato ottenuto dall’emissione di una particella no-
62
tevole presente nel volume del
plasma, viene scelto un picco
minimo di emissione per ciascun elemento, corrispondente
agli spettri ottenuti con plasmi
privi di particelle in molte migliaia di spari laser. Usando gli
spettri identificati come portatori di informazioni, l’intensità
media del picco in questione
viene calcolata per determinare l’intensità equivalente Iequi,
corrispondente ad un livello di
campionatura del 100%. Dato il
livello di campionatura effettivo
(rapporto tra il numero di
spettri identificati Nhit e il numero totale di spettri Ntot) è
possibile determinare l’intensità reale Itrue del segnale dell’elemento in questione presente nell’aerosol, tramite la
seguente equazione:
OTTIMIZZAZIONE DEL
SEGNALE NELL’ANALISI DIRETTA:
STUDIO DEL SEGNALE LIBS
COME FUNZIONE DELLA
DIMENSIONE DELLE PARTICELLE
Sono stati effettuati studi complementari usando il generatore VOAG 3450 della TSI, che
produce particelle di dimensioni omogenee, utili a determinare la dimensione massima delle
particelle che possono essere
completamente vaporizzate
dal plasma laser-indotto. È stato
rilevato che c’è una saturazione
del segnale LIBS tra 7 e 8 µm di
diametro.
Dato questo studio preliminare, le curve di calibrazione uti-
tecnico
mentale CTIF di Sèvres (92), su
un processo di fusione del rame.
Sono state effettuate sette serie di misurazioni, ciascuna delle quali includeva:
• Una registrazione degli spettri LIBS, sul campo e in tempo
reale, con 6000 spari laser
per ciascuno spettro.
• L’arricchimento di un filtro di
fibra di quarzo ultra puro per
l’analisi LIBS a gruppi su filtro.
• Una misurazione di riferimento (per consentire la calibrazione del LIBS sul campo), che
richiedeva un campionamento su un filtro al quarzo e uno
tramite un gas cleaner per l’analisi della fase gassosa. Le misurazioni sono state effettuate al laboratorio ICP/AES.
La Fig. 3 mostra l’attrezzatura
utilizzata
scarico
dispositivo
di filtrazione
cella LIBS
per l’analisi
diretta
filtro per
particolato
filtro per
particolato
pompa
14,5 l.min-1
flussometro
forno
recipiente
di lavaggio
pompa
14,5 l.min-1
linea di campionamento LIBS
linea di campionamento del metodo
di riferimento
Fig. 3 - Descrizione delle attrezzature utilizzate nella campagna di prove al CTIF.
soglia di emissione per i metalli
pesanti a 5 mg/m3 per 10 metalli, o a 500 µg/m3 per ciascun
metallo (art. 27 della legge del
2 febbraio 1998).
Campagna di
rilevamenti nella
fonderia sperimentale
CTIF
CONFIGURAZIONE
DELLA MISURAZIONE
Si è svolta, dal 15 al 16 ottobre
2009, una campagna di rilevamenti presso la fonderia speri-
I filtri per il metodo di riferimento sono stati arricchiti
contemporaneamente a quelli
usati per la misurazione LIBS
indiretta. Così, conoscendo il
contenuto in rame dei filtri arricchiti per il metodo di riferimento e i volumi raccolti in ciascuna delle linee, si può determinare il contenuto in rame dei
filtri arricchiti per il metodo
LIBS. Sono stati confrontati 7
filtri arricchiti con particelle di
rame con contenuti variabili tra
0,15 e 22,5 µg/cm2 (vedi Fig. 4,
dove si può osservare chiaramente il picco del rame).
ILIBS (u.a.)
lizzabili per le misurazioni LIBS
quantitative di un aerosol costituito da particelle micrometriche di rame sono state ottenute in laboratorio, per le analisi
LIBS dirette e indirette.
I limiti di rilevamento (DL) per
l’analisi del rame sono stati stimati in 9,5 µg/m3 per l’analisi in
linea e in 50 µg/m3 con un tempo di arricchimento di 4 minuti
per l’analisi raggruppata. Dati
questi primi risultati, lo studio è
stato esteso ad ulteriori 4 metalli (Mn, Co, Pb e Ni) per l’analisi in linea, e le corrispondenti
curve di calibrazione sono state ricavate in laboratorio come
per il rame. Ad eccezione del
nichel, per il quale la generazione dell’aerosol e il dispositivo
di caratterizzazione era fuori
scala e alterava i risultati, sono
state ottenute curve di calibrazione lineari. I limiti di rilevamento erano tra i 12 e i 34
µg/m3. Le due configurazioni
della LIBS, in linea e a gruppi,
hanno mostrato limiti di rilevamento promettenti per le analisi sul campo descritte successivamente.
Questi risultati hanno dimostrato il potenziale delle analisi
LIBS continue sul campo sui
metalli pesanti negli scarichi
delle fonderie rispetto agli
standard in voga, che fissano la
RISULTATI DEI RILEVAMENTI
LIBS A GRUPPI
lunghezza d’onda (nm)
Fig. 4 - Spettro LIBS ottenuto sul filtro 2 (2,06 µg/cm2 di rame) e sul filtro 4 (3,96 µg/cm2
di rame).
63
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
senzialmente di potassio induce significativamente un effetto
di matrice per l’emissione del
rame.
RISULTATI DEI
LIBS DIRETTI
Fig. 5
• curva di calibrazione (misurazione LIBS indiretta)
Δ Filtro con matrice in fibra
◊ Filtro con strato di potassio
Tra i sette filtri arricchiti durante questi rilevamenti sul campo, 4 hanno mostrato un deposito di potassio in superficie
(dati da microscopio elettronico a scansione). Questa presenza di potassio sembra essere legata all’uso di un flusso
deossidante o alla presenza di
carbone sulla superficie del
metallo liquido durante la fusione. La Fig. 5 mostra la curva
di calibrazione ottenuta con i 7
filtri arricchiti sul campo.
La forma della curva di calibrazione è globalmente lineare, ma
è difficile determinare la sua
pendenza, perché i punti non
sembrano essere allineati. Questa osservazione potrebbe indicare la presenza di effetti di
matrice. È necessario ricordarsi
che la dicitura “effetti di matrice” si riferisce al fatto che il segnale emesso da un dato elemento dipende dal suo ambiente fisico-chimico, il che significa
che la sua reazione all’eccitazione di un laser varia in base
alla natura della matrice in cui
esso si trova.
Se i dati dei filtri altamente arricchiti in potassio si distinguono dai dati dei filtri senza potassio, le due curve di calibrazione sono due linee rette con
pendenza differente. La sensibilità della misurazione si riduce
per i filtri altamente arricchiti
in potassio (pendenza meno
accentuata della linea di calibrazione), giustificando l’affermazione secondo la quale la
presenza di uno strato fatto es-
Sono state registrate serie da
1000 spettri nell’analisi LIBS diretta. È stata applicata l’analisi
condizionale al picco di rame a
324,7 nm, con una sensibilità
due volte superiore, in ciascuna
di queste serie (vedi Fig. 6). La
curva di campionamento è stata creata usando le analisi eseguite dall’ICP su un filtro, con i
valori dell’intensità del LIBS
mediati sul periodo di campionamento del filtro.
La Fig. 7 mostra due curve di
calibrazione per due picchi di
rame.
Date simili condizioni di campionamento (velocità del flusso di campionatura, tempo di
analisi), l’analisi diretta ha un
limite di rilevamento di 25
µg/m3, contro i 90 µg/m3 dell’analisi indiretta eseguita su
substrati (nella migliore delle
ipotesi, cioè in assenza di potassio). In breve, l’analisi diretta è più efficace in termini di
limiti di rilevamento nel contesto di queste prove. È anche
più facile da eseguire, perché
non sono necessari dispositivi
o materiali consumabili (substrati) per il campionamento.
Sembra tuttavia che questi risultati ottenuti sul campo non
siano altrettanto validi rispetto a quelli di laboratorio, molto probabilmente a causa di
problemi di instabilità stru-
concentrazione di rame in peso (µg/m3)
lunghezza d’onda (nm)
Fig. 7 - Curve di calibrazione del rame in analisi diretta.
Fig. 6 - Spettro LIBS ottenuto in analisi diretta.
Industria Fusoria 4/2014
RILEVAMENTI
64
tecnico
sistema di cattura delle emissioni
atmosferiche con sistema di
rimozione polveri a ciclone
spettrometro
con telecamera
fonderia
unità laser
tempo
essiccatore
pompa sistema
linea di
LIBS
campionamento
Fig. 8 - Evoluzione del segnale dell’analisi condizionale del picco di
324,7 nm durante la colata.
mentale. La Fig. 8 mostra l’evoluzione dell’intensità della LIBS rilevata con l’analisi condizionale
durante la fusione di barre di rame (fusione di 30 kg di rame puro senza aggiunta di barre deossidanti).
Sono state osservate grandi variazioni del contenuto di particolato di rame nelle emissioni durante il processo di fusione, in
particolare con una significativa
diminuzione tra la fusione del
metallo (7.50-8.18) e la fase di
mantenimento (8.18-9.02). Alla
luce dei risultati ottenuti, questo
abbassamento del contenuto è
attribuito ad una diminuzione del
numero delle particelle emesse
nel corso del getto, con le dimensioni delle particelle rimaste costanti durante la fusione.
I due punti di alta intensità (alle
8.20) durante la fase di mantenimento corrispondono ad un
breve periodo durante il quale
l’addetto alla fusione ha purificato e mescolato il metallo fuso.
Usando la curva di calibrazione
ottenuta, è stato possibile misurare quantitativamente il contenuto di rame su valori dell’ordine di 180 µg/m3. Non sono stati
osservati effetti di matrice, sottolineando l’appropriatezza di
questa tecnica per il monitoraggio delle emissioni in cui la miscela, il contenuto in polvere o la
natura chimica variano significativamente. Tuttavia, ciò non significa che questi effetti non esista-
laser
Foto 2 - Layout della linea di rilevamento LIBS.
no per alcuni elementi in particolare, ma sottolinea la complessità del loro rilevamento tramite
analisi in linea.
Campagna
di rilevamenti in una
fonderia industriale
PREPARAZIONE DELLA
FONDERIA E DEL
CAMPIONAMENTO
Nell’ottobre 2011, è stata condotta una campagna di rilevamenti presso la fonderia INOXYDA, una fonderia di bronzo e alluminio in Alta Normandia.
La fonderia è soggetta ad autorizzazioni in base alle regole sulle
installazioni classificate, perché la
sua capacità di fusione supera le
10 tonnellate giornaliere di leghe
di rame. Questa fonderia è stata
scelta perché, presumibilmente,
emetteva due sostanze inquinanti interessanti per il progetto: rame e manganese. In più, il siste-
ma di scarico delle emissioni catturate sopra la fornace di fusione ha facilitato l’installazione delle apparecchiature (a pavimento). È stata impiegata per questa
campagna una strumentazione
robusta, disegnata dall’IVEA nel
corso del progetto, in modo da
essere operativa in ambienti di
fonderia difficili (presenza di polveri, vibrazioni etc.): il modello
MobiLIBS AirLIBS (vedi foto 2).
In questa particolare versione, la
strumentazione AirLIBS lavora
alla lunghezza d’onda di 64 nm.
Questa lunghezza d’onda, nell’infrarosso, serve tra le altre cose
ad ottenere le alte concentrazioni di potenza (nell’ordine di molti TW/cm2) necessarie per produrre plasmi stabili e riproducibili nell’aria.
METODO DI MISURAZIONE
E DIFFICOLTÀ INCONTRATE
NELLA QUANTIFICAZIONE
Le analisi LIBS per le misurazioni
del rame sono state eseguite dalle 8.05 alle 12.00. Durante que-
Foto 3 - Caricamento delle barre di cupralluminio (a sx) e dei rifiuti elettronici (a dx).
65
Industria Fusoria 4/2014
tecnico
Installazione
della cappa
rimozione della cappa+carica
di cupralluminio e alluminio
0,325
carica di rifiuti carica di rifiuti
elettronici
elettronici
e mantenuto liquido prima della depurazione e della colata
negli stampi).
Conclusione
Fig. 9 - Evoluzione dell’intensità degli spettri notevoli misurate per il rame durante la fusione.
sto lasso di tempo, sono stati determinati più di 60 punti di misura, prima per il rame, poi per il
manganese. Ciascuna delle serie
di spettri è stata elaborata con
l’analisi condizionale, integrata
nel software AnaLIBS dell’IVEA.
Sono state eseguite misurazioni
anche col metodo di riferimento, per ottenere risultati quantitativi. Sfortunatamente, una falla
nel sistema di campionamento
delle particelle sui filtri ha alterato i risultati, rendendo impossibile la quantificazione.
MONITORAGGIO DELLE
EMISSIONI DI RAME
La Fig. 9 mostra l’evoluzione
dell’intensità della LIBS indicata
dall’analisi condizionale durante
la fusione.
In questa figura, si può notare
che dalle 8.05 in avanti l’intensità della LIBS aumenta significativamente. Questo corrisponde
alla messa in opera della cappa
di aspirazione sopra la fornace
di fusione, il che ha causato la
messa in circolo degli effluenti
nel circuito di evacuazione.
Dalle 8.28 alle 8.40, la cappa è
stata rimossa per consentire le
operazioni di caricamento.
Dalle 8.00 alle 8.30 sono state
caricate barre da 450 kg di cupralluminio, mettendoci molto
tempo ad incorporarsi nel metallo liquido (il diametro della
fornace era più piccolo di quello della barra). L’intensità del
picco è massima, e viene osservata 20 minuti dopo il periodo
di carica. Per i rifiuti elettronici,
l’incorporazione è stata più veloce (dalle 8.57 alle 9.38), perché i rifiuti erano meno voluminosi e densi.
ANALISI DELLE EMISSIONI DI
MANGANESE
Per il manganese, le analisi LIBS
sono state effettuate dalle 9.40
alle 12. Il numero di spettri notevoli era molto piccolo, il che
si spiega con il basso livello di
emissioni alla fine del ciclo di
fusione (il metallo è stato fuso
|1| G. Gallou “Etude et optimisation de la spectroscopie sur plasma induit par laser (LIBS) pour le
suivi en continu des polluants émis par les
sources fixes”, Thèse de doctorat de I’Université Claude Bernard Lyon I, soutenue le 28 septembre 2010.
|2| G. Gallou, IVEA “Projet Emilibs - Mise en ceuvre
de I’Airlibs lors des mesures en laboratoire et
en Fonderie” - 21/12/2011.
Industria Fusoria 4/2014
Il progetto EMILIBS ha confermato la superiorità della tecnica
LIBS nei confronti delle tecniche di analisi usate attualmente
per l’analisi dei metalli presenti
nelle emissioni in atmosfera: essa infatti consente una misurazione continua, senza campionamento, con limiti di rilevamento
molto simili.
Gli esperimenti condotti in fonderia sulle misurazioni del particolato di rame presente negli
effluenti hanno dimostrato la
fattibilità della tecnica LIBS per
il monitoraggio continuo sul
campo di questo inquinante.
Tuttavia, l’attrezzatura usata necessita ancora di ottimizzazione, in particolare nella scelta del
laser, del rilevatore, e del sistema di acquisizione dati, in modo
che possa lavorare in maniera
indipendente ed effettuare misurazioni continue su una ciminiera, in un ambiente proibitivo
(vibrazioni, umidità, calore, etc.).
Un capitolato tecnico è stato
redatto al termine del progetto
dai due costruttori partecipanti
(IVEA e Environnement SA), descrivendo le funzioni e caratteristiche principali delle soluzioni
validate, con una valutazione dei
costi e un elenco di punti passibili di miglioramento, nell’ottica
di una messa in produzione e di
una commercializzazione.
Tratto da Fonderie N. 27
agosto/settembre 2012
Traduzione: Francesco Calosso
|3| E. Fréjafon, INERIS, Rapport d’avancement du
projet Emilibs “Suivi en temps réel des métaux
lourds dans des effluents gazeux canalisés par
technique optique d’analyse élémentaire (LIBS)”
- 05/04/2010.
|4| G. Gallou, J.B. Sirven, C. Dutouquet, 0. Le Bihan,
E. Frejafon “Aerosol analysis by LIBS for monitoring of air pollution” Aerosol Science and
Technology 45 (2011) : 908-916.
66
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t
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o
tecnico
M. Gaverini
I vantaggi della cogenerazione
nell’industria fusoria
Generazione elettrica e preriscaldo della carica metallica:
un’opportunità concreta per l’efficienza
Un impianto di cogenerazione,
se correttamente dimensionato ed esercito, rappresenta ad
oggi uno dei sistemi più efficienti per la produzione combinata di energia: tale efficienza si
manifesta concretamente in risparmi consistenti sulla spesa
energetica e, di conseguenza, in
brevi tempi di ritorno.
Ulteriore fattore critico di successo per questo tipo di soluzione è rappresentato dalla
possibilità di accesso al meccanismo dei Certificati Bianchi, i
quali contribuiscono al rientro
economico parallelamente al
risparmio effettivo di energia
primaria (i titoli CAR – cogenerazione ad alto rendimento –
vengono rilasciati per ben 10
anni dall’entrata in esercizio
dell’impianto).
L’applicazione di tale tecnologia
alle fonderie era ad oggi limitata dalla difficoltà di reperire
utenze termiche, interne al
processo produttivo, compatibili con i livelli termici dei motori a combustione interna, ovvero acqua a circa 85/90°C impiegata per il raffreddamento
delle camicie, dell’olio lubrificante, della miscela aria-combustibile (intercooler) e dei fumi di scarico.
Proprio la quota parte di energia termica dei fumi di scarico
rappresenta un’importante risorsa nel processo fusorio, in
quanto ha caratteristiche di
temperatura del tutto compati-
Industria Fusoria 4/2014
bili con il preriscaldo del semilavorato in ingresso nel forno
di fusione.
Le fonderie di ghisa, in particolare quelle che impiegano forni
elettrici a crogiolo, hanno un
meccanismo di caricamento del
forno alimentato da materiale
proveniente direttamente dai
mezzi di trasporto (tipicamente automezzi telonati) e dalle
aree di stoccaggio; il preriscaldo di tale materiale, finalizzato
all’abbattimento dell’umidità in
esso presente nonché all’esecuzione di un primo salto termico precedente alla fusione,
consentirebbe un notevole risparmio energetico, nonchè un
aumento della qualità del materiale.
Questa pratica, perseguita fino
a pochi anni fa tramite l’impiego di bruciatori a gas metano e
a fiamma viva aveva però problematiche legate al costo del
combustibile e all’ossidazione
della superficie del minerale
esposto alla fiamma, ed è stata
quindi abbandonata.
Universal Sun, avvalendosi
dell’esperienza di un professionista con consolidata esperienza nel settore, ha ripreso questo argomento eseguendo delle prove strumentali: la soluzione consiste nella sostituzione
dei bruciatori a fiamma viva
con uno scambiatore fumi/minerale accoppiato ad un motore endotermico; l’energia termica presente nei fumi garanti-
72
35%
Energia
elettrica
GAS
IMPIANTO DI
COGENERAZIONE
Energia termica
55%
Dispersioni
10%
sce l’innalzamento della temperatura del minerale tale da garantire da un lato la totale evaporazione dell’umidità presente nella materia prima, dall’altro un risparmio in termini di
energia elettrica da immettere
nei forni.
Al fine di massimizzare il recupero termico, il calore prodotto dal motore in termini di acqua calda viene infine impiegato
per la climatizzazione degli ambienti, in modo da massimizzare il rendimento globale del sistema di cogenerazione, e farlo
quindi rientrare nella definizione CAR (cogenerazione ad alto
rendimento), con tutti i benefici ad essa connessi.
Prove sperimentali a supporto
di questo progetto hanno dimostrato la sua efficienza nonché la sua affidabilità e confermano il raggiungimento di
obiettivi concreti: risparmio, efficienza e, soprattutto, il miglioramento della qualità del prodotto finale.
Michele Gaverini - Universal Sun srl
t
tecnico
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o
L’importanza della metallurgia
Trentesima parte
Come è noto Metallurgia generale è il
1° Volume della Collana “La Metallurgia delle ghise”, edita dalla Commissione Tecnica
Assofond, composta da tre pubblicazioni:
• Volume 1° - Metallurgia generale
• Volume 2° - Ghise grigie
• Volume 3° - Ghisa malleabile e ghisa
sferoidale
Metallurgia Generale: 389 pagine suddivise in tre capitoli:
• Capitolo I – Il diagramma di stato Fe-C
• Capitolo II – Dalla Teoria alla pratica
• Capitolo III – Il laboratorio metallurgico
unitamente a l’Appendice “Le ghise e l’azione degli elementi in lega” e comprendenti indice Analitico, dei Nomi e Generale.
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tecnico
CONTINUA
87
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Rappresentiamo da più di cento anni la realtà leader indipendente attiva nella produzione e commercializzazione di Coke per le fonderie.
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presenti adattandosi agli impianti all’interno della fonderia.
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pulizia ad aria Tipo (FS)
1
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3
4
5
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10
11
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15
Cappa di ingresso
Compartimento gas sporchi
Maniche piatte con elementi
distanziatori
Telaio supporto maniche
Compartimento aria pulita
Parete a fessura con sistema a molla
Carrello di pulizia con ugello
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Stazione guida del carrello di pulizia
Stazione di comando con disco
di posizionamento
Struttura di supporto
Tramoggia di raccolta polveri
con coclea di scarico
Piattaforma di accesso e manutenzione
10
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1
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a
Ingresso gas sporchi
4
b Uscita gas puliti
Uscita polveri
d Ingresso aria di pulizia
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e
brev
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b
ve
P. Norse
in breve
Zanardi Fonderie S.p.A.:
Fondere la ghisa raffreddando i costi
Esempio di risparmio
energetico elettrico
nel settore produttivo
delle fonderie
Zanardi Fonderie S.p.A. (Minerbe – PD), azienda di famiglia
giunta oggi alla quarta generazione, produce getti in ghisa
sferoidale. Un’azienda che è sul
mercato dal 1931, sa che i costi
di gestione sono importanti
per la competitività, fermi restando i fondamentali di qualità
e flessibilità che da sempre
contraddistingono
questa
realtà produttiva ben nota nel
settore.
La strategia aziendale è quella
di andare verso l’ottimizzazione dell’efficienza produttiva del
sistema. Per migliorare in particolare l’efficienza energetica
Zanardi si è rivolta alla G.B.M.
S.p.A. di Milano, azienda commerciale con una lunga tradizione di fornitura anche nel
mondo delle fonderie. La
G.B.M. ha immediatamente
coinvolto la Emerson Industrial
Automation Italy S.p.A. che si è
prontamente attivata per verificare la possibilità di ridurre il
consumo energetico del sistema centralizzato di aspirazione
dei fumi, impianto determinante per la salute degli operatori
e con un rilevante consumo
energetico.
L’esperto di Energy Saving di
Emerson Industrial Automa-
Industria Fusoria 4/2014
Fig.1 - Esempi della produzione Fonderie Zanardi. La vera forza dell’azienda risiede nelle
spiccate capacità di co-progettazione che permettono di sviluppare con nuovi materiali più
performanti come la ghisa ADI.
tion, con la collaborazione del
Direttore della Produzione della Zanardi, ha acquisito i dati disponibili, nonché un chiaro
quadro del funzionamento dell’impianto e delle esigenze prestazionali ed economiche richieste. L’obiettivo evidente,
era automatizzare la regolazione di portata del sistema d’aspirazione abbattendo i consumi elettrici. Il responsabile tecnico della Zanardi Fonderie, ha
fornito ai tecnici Emerson numerose informazioni sull’andamento dei consumi, sulle portate necessarie al corretto funzionamento del sistema in tutte le sue fasi produttive (es. colata, scorificazione, spillata,
ecc..) e dettagli sulle ore operative annue del sistema. Sono
state inoltre analizzate le pro-
90
blematiche relative all’uso di
sensori per la regolazione della
pressione differenziale (tra
condotta e pressione atmosferica), propendendo poi per l’uso di un sistema privo di strumenti “vulnerabili”, andando ad
operare in ambiente a temperature elevate e con polveri
abrasive.
In base ai dati raccolti sono stati ipotizzati diversi scenari di
adeguamento della portata
d’impianto ai fabbisogni specifici d’ogni fase, definendo una
soluzione tecnica semplice ed
efficace: sostituire il motore attuale con un motore con miglior rendimento e controllarlo
con un inverter Emerson Industrial Automation. L’ipotesi è
stata presentata, con una rela-
in breve
dustriale, il ventilatore consuma mediamente meno di
1200kWh/giorno contro i precedenti 2000 kWh/giorno. Un
risparmio del 40% sulla bolletta
elettrica. Il risparmio ottenuto,
confrontato con i costi complessivi dell’operazione (consuntivati) porta ad un tempo
d’ammortamento dell’investimento inferiore ai due anni nelle attuali condizioni produttive.
Fig. 2 - Quadro inverter IP54 modello MD2 della Emerson Industrial Automation, alta efficienza e ingombri ridotti.
A tutto ciò occorrerà sommare i TEE di tipo 1 che questo
progetto ottiene, cifre tutt’altro che trascurabili e che portano il tempo d’ammortamento a frazioni dell’anno.
zione tecnico-economica dettagliata che definiva un tempo
di ammortamento inferiore ai
due anni di esercizio, intenzionalmente senza considerare i
certificati bianchi ottenibili sull’impianto.
Giunti alla prima verifica teorica la Zanardi Fonderie ha coinvolto l’integratore responsabile
dell’automazione del processo,
la Progelta (Rubano – PD), per
definire il metodo di interfacciamento e regolazione dell’inverter, per la modulazione della portata del ventilatore. Il sistema, gestito con un PLC ed
un sinottico su PC (Fig. 1), comunica con l’inverter in Profibus adattando il riferimento di
portata alle varie fasi ben note
al PLC stesso.
L’intervento, di taglio conservativo, prevede la contestualizzazione del sistema inverter in
parallelo all’esistente avviamento elettromeccanico; ciò permette di utilizzare il sistema antecedente come by-pass d’emergenza per il nuovo quadro
inverter.
Il quadro inverter Powerdrive
MD2 è stato posizionato in
campo, in prossimità del motore, i costi per la posa dei cavi
motore, di alimentazione e dei
segnali si sono però rivelati
maggiori dello stimato in fase
progettuale. Il motore Leroy
Fig. 3 - Pagina di controllo del ventilatore sul sinottico sviluppato dalla Progelta di Rubano (PD).
Somer è andato agilmente a
sostituire quello precedemente
utilizzato, durante una pausa
produttiva programmata di alcuni giorni.
Dal momento della messa in
servizio del sistema sono ripartite le registrazioni dei consumi
post intervento. Il sistema ha
ben risposto dal punto di vista
funzionale e la riduzione di
portata in talune fasi operative
non pregiudica le capacità di
aspirazione reali del sistema.
Infine con grande soddisfazione di tutti gli attori di questo
progetto di Energy Saving In-
91
In conclusione possiamo evincere che con un semplice, ma
efficace, intervento di ristrutturazione del sistema di aspirazione la Zanardi Fonderie
S.p.A. ha ridotto i consumi elettrici e reso meno inquinante il
processo produttivo. Tutto con
una semplice e provata soluzione analizzata e prodotta dalla
Emerson Industrial Automation
Italy S.p.A..
Paolo Norse - Emerson Industrial
Automation Italy S.p.A. - Rozzano
(MI)
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in bre
ve
e
brev
in
in
ve in bre
e
r
b
ve
in breve
Innovare usando l’esperienza
Innovare usando l’esperienza, è quello che la Società
Reiter & Crippa, Presezzi
Extrusion Group, è riuscita
a fare grazie alla presenza nella società di tecnici di elevata
caratura e consolidata esperienza sia metallurgica che produttiva nel settore alluminio.
Le commesse acquisite per la
fornitura di un Forno Fusorio
Fisso Doppia Camera 70 t e di
un Impianto completo di fonderia comprendente Decotizzatore per rottami di alluminio,
Forno Fusorio Fisso da 80 t e
Abbattitore Fumi, lanciano
Reiter & Crippa nello scenario
del settore fonderia con concreti esempi di impianti che
hanno la capacità di produrre
con elevate prestazioni di
qualità, risparmio energetico e minimo impatto ambientale in accordo alle Best Available Techniques Europee.
no a singola camera attualmente installato:
• Possibilità di aumentare la
percentuale di materiale inquinato nel mix di carica.
• Riduzione delle emissioni di
CO, HC, polveri.
• Riduzione del consumo di
gas naturale per tonnellata di
alluminio prodotta.
• Aumento della resa fusoria.
dalla carica. L’efficienza della
combustione del materiale organico sarà controllata tramite
una sonda laser di misura della
concentrazione di ossigeno.
Il forno sarà dotato di agitatore elettromagnetico (stirrer)
per la circolazione del bagno liquido tra le due camere; il travaso del metallo fuso sarà eseguito tramite pompa direttamente al forno di attesa.
Il nuovo forno a doppia camera
consentirà di conseguire i seguenti vantaggi rispetto al for-
Forno fusorio
doppia camera
Il forno fusorio statico a doppia
camera da 70 t utilizzerà per il
riscaldamento della camera calda una coppia di bruciatori rigenerativi, mentre per la camera fredda, dove verrà caricata la
totalità del materiale contaminato, sarà impiegato un bruciatore metano-ossigeno, assistito
da ulteriori lance di iniezione
ossigeno, per l’ossidazione del
materiale organico proveniente
Industria Fusoria 4/2014
92
Le camere saranno gestite con
controllo di temperatura separato in modo da ottenere una
temperatura di volta ottimale
per il riverbero ed il riscaldo del
bagno nella camera calda, ed
una idonea per la pirolisi del
rottame contaminato nella camera fredda. La scoria prodotta
nella camera fredda sarà trattenuta dal setto e non potrà contaminare la camera calda.
La gestione ottimizzata della
combustione in camera fredda
consentirà sia la riduzione delle emissioni inquinanti, e quindi
in breve
la possibilità aumentare la
quantità di rottame con organico nel mix di carica, sia un risparmio energetico nella fusione, grazie al completo sfruttamento del potere calorifico
dell’organico contenuto nella
carica.
La limitata temperatura di volta
e pareti della camera fredda
consentirà di minimizzare sia la
dispersione di calore dovuta alle aperture della porta, sia la
produzione di scoria.
Impianto
di decotizzione
Impianto completo per il riciclaggio di materiale contaminato con la più verde
delle tecnologie e basso
consumo energetico.
Basato sulla tecnologia della
pirolisi, il Decoater permette
di processare in modo economico ed ecologico rottami di
alluminio contaminati da sostanze organiche quali vernici,
oli e grassi.
I rottami di alluminio vengono
immessi nel tamburo rotante
dove i materiali organici vengono eliminati mediante scambio termico convettivo.
Un vento caldo di gas inerte,
forzato in controcorrente nel
forno pirolitico tramite speciale ventilatore mantiene a
450/500°C la temperatura interna al tamburo.
A queste temperature acqua,
oli, grassi, vernici e altre sostanze organiche, vaporizzano
producendo un gas pirolitico.
Il rottame lascerà il forno ad
una temperatura di 350-380
°C, non sarà ossidato e sarà
privo di residui carboniosi, dopo vagliatura a eliminare le
parti fini sarà inviato al forno
fusorio, dove verrà fuso con il
minimo impiego di energia e
con la minima ossidazione
possibile.
I gas esausti prodotti in un post-combustore ad alta temperatura sono riciclati al forno
rotante per il proseguo del
processo di pirolisi; solo una
porzione, in eccesso, viene scaricata all’esterno del circuito.
100-120°C e quindi inviata al
sistema di depurazione fumi.
Tutto il processo è stato studiato ed ingegnerizzato utilizzando tutte le Best Available
Techniques (BAT)
Europee.
Questo Decoater è in grado di
processare 7 t/h di rottami di
alluminio con max 5% di organico assicurando un’ottima resa fusoria all’interno del forno
posto a valle e consumi energetici estremamente ridotti.
Gli impianti sono tutti forniti
chiavi in mano. La struttura
Questo gas è convogliato verso un secondo post-combustore per l’abbattimento del
CO e del COT (come da
D.Lgs 152/2006) e successivamente inviato verso un circuito in depressione a cui è collegato un Quencher. Il gas in
uscita dal Quencher viene
quindi miscelato con aria aspirata da cappe poste in vari
punti dell’impianto fino a raggiungere temperature di circa
operativa Reiter & Crippa ha la
capacità di assistere i clienti sia
nella fase di montaggio ed avviamento degli impianti sia durante tutta la fase produttiva volta
al raggiungimento, in tempi brevi, della produzione a regime.
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ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
ASK Chemicals . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Mazzon F.lli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
Metal Trading . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1V/13
Metef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
Montalbetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
B
Brain Force . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
N
Nitor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
C
Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 - 3
D
Dega e Grazioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/I2
E
Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
EKW Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 - 47
Emerson Industrial Automation . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
Engin Soft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
F
Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 11/13
Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 - 89
Foseco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
G
Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 - 29
Gerli Metalli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
Guerra autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
H
Heinrich Wagner Sinto
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina
III
Omar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/12
Omnysist . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/14
P
Pangborn Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/14
Protec-Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina II
R
RC Informatica
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo
II/13
S
Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina IV
Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/14
Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina 1
Sibelco Italia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/13
Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
Siderweb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I1
Simi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo III/I1
Sofram . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo IV/I1
Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40-41
T
Techmek . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/I1
Tesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Tiesse Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/13
TTE Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/11
U
Universal Sun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
Ubi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
I
Imf. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
Italiana Coke. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
Industria Fusoria 4/2014
O
96
W
Weiland Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I1
Wire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 11/I2
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