ANALISI DELLA PRESTAZIONE DEL TEAMGYM Dipartimento di Scienze del Movimento Umano e dello Sport Dottorato di Ricerca “Scienza dello Sport e Salute” -XXIII CicloSettore Disciplinare: M-EDF/02 “Metodi e didattiche delle attività sportive” Dottorando Dott. Roberta De Pero Tutore Prof. ssa Maria Francesca Piacentini ABSTRACT (versione italiana) Il TeamGym, una disciplina sportiva per molti aspetti simile alla ginnastica artistica, è praticato fin dal 1996 nel nord dell’Europa; in Italia il primo campionato nazionale di TeamGym si sé svolto nel 2002, dapprima inserito tra i programmi della Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) ed attualmente in quelli della Federazione Italiana Sport Acrobatici e Coreografici (FISAC). Il programma di competizione del TeamGym si articola su tre prove: tumbling, trampolino e corpo libero. Mentre il modello di prestazione della ginnastica artistica, lungi ancora dall’essere chiaramente definito, è stato lungamente studiato quello di questo nuovo settore di competizione non è stato ancora indagato. Dal momento che la prestazione in uno sport tecnico-combinatorio ad alto rischio, dipende da molteplici fattori come ad esempio antropometrici, fisiologici, nonché psicologici o anche biomeccanici, lo scopo del presente lavoro è stato quello di definire il modello di prestazione del TeamGym, durante reali competizioni, dal punto di vista bio-fisiologico, psicologico e tecnico. Hanno partecipato allo studio 14 ginnasti di TeamGym (7 maschi e 7 femmine) della squadra italiana senior (età media di 26 anni), che ha preso parte a competizioni nazionali (vincendo per tre anni di seguito il titolo di campioni d’Italia di TeamGym) ed internazionali (classificandosi all’ottavo posto su 23 partecipanti nel campionato europeo). Dall’analisi dei dati rilevati nello studio “Carico cardiaco della competizione di TeamGym” emerge che, sia durante la gara del campionato italiano che in quella del campionato europeo, le frequenze cardiache sono moderatamente elevate durante le prove a tutti e tre gli attrezzi. Più precisamente il tumbling sembra essere l’attrezzo che impone il carico interno minore (caratterizzato da frequenze inferiori all’85% della Fcmax), seguito dal trampolino (frequenze comprese tra l’86 ed il 95% della Fcmax) ed infine dal corpo libero (caratterizzato da frequenze pari e superiori all’86-95% della Fcmax ). Durante la prova del campionato europeo si evidenziano frequenze cardiache generalmente più elevate di quelle del campionato italiano agli attrezzi tumbling e trampolino. Le ipotizzate differenze delle frequenze cardiache nelle due gare sono state confermate e, dal momento che alle due competizioni hanno preso parte gli stessi ginnasti che hanno presentato lo stesso programma tecnico, l’incremento delle frequenze nella gara europea non si può ascrivere a un diverso carico interno degli atleti. Probabilmente perciò quest’incremento è stato dovuto ad altri fattori, e tra questi quelli psicologici potrebbero aver giocato un ruolo decisivo: l’alto livello della competizione, nonché l’importanza dell’evento in sé, le aspettative della squadra rispetto ad una possibile qualificazione in Europa, hanno probabilmente intimorito i ginnasti i quali hanno percepito una maggiore pericolosità dello stimolo durante la gara europea, ed hanno reagito con una maggiore attivazione fisiologica. Il lavoro “L’ansia nella competizione di TeamGym” è stato svolto al fine di individuare, nel panorama dei diversi strumenti di misurazione dell’ansia e delle sue componenti, quello che in maniera meno intrusiva e più indicativa avesse potuto spiegare i risultati della competizione sulla base degli errori tecnici commessi dagli atleti. Agli atleti, prima della competizione, sono stati somministrati due questionari, di cui uno [State-Trait Anxiety inventory (STAY-Y1) (Spielberger, 1983)] mirava alla misurazione dell’ansia di stato (stato psicologico spiacevole di risposta ad uno stimolo percepito pericoloso) (Spielberger, 1983) e l’altro [The competitive State Anxiety Inventory -2 (CSAI-2) (Martens et al., 1990)], delle sue componenti somatiche cognitive e di self-confidence. Dai risultati di questo studio, emerge chiaramente che l’ansia pre-competiviva può essere indicata come causa di circa l’80% degli errori commessi dagli atleti durante la gara; tra le sue componenti soltanto l’ansia somatica spiega parte degli errori commessi dagli atleti, indicando una zona fisiologica ottimale di attivazione corrispondente a medi livelli di ansia. Considerando l’alta capacità di stima della relazione tra le variabili ansia e capacità di prestazione evidenziata dal questionario STAY-Y, rispetto alla parziale relazione spiegata soltanto da una delle tre componenti dell’ansia misurata attraverso lo CSAI-2, si è stabilito di utilizzare il primo questionario per tutte le ulteriori indagini che avessero voluto indagare questo stato emotivo nei nostri atleti. Nell’anno agonistico successivo, pertanto, è stato deciso di monitorare le risposte emotive degli atleti in gare di differente livello includendo altri importanti fattori psicologici con particolare riguardo ai livelli di sel-efficacy (senso di auto-efficacia motoria) e di paura di farsi male. Dallo studio “Psychological changes to official TeamGym Competitions” emerge come la consapevolezza della propria auto-efficacia, possa mediare realmente i livelli di ansia negli atleti, specialmente in coloro che mostrano minor paura di farsi male. In media, gli atleti di TeamGym mostrano livelli di ansia minori rispetto a quelli mostrati nelle competizioni di ginnastica artistica e i livelli di ansia variano a seconda dell’importanza della gara. Come ipotizzato, durante la gara europea gli atleti hanno mostrato i livelli più alti di ansia probabilmente a causa dell’importanza dell’evento, o dell’alto livello tecnico degli avversari. La reazione emotiva alla competizione misurata soltanto attraverso dei questionari, non permette, però, di valutare istante dopo istante le reali variazioni degli stati psicologici durante l’arco di un’intera gara (Woodman e Hardy, 2003). Si è ritenuto pertanto opportuno, anche nella logica di un approccio multidisciplinare, indagare in maniera integrata le risposte psicologiche e fisio-biologiche allo stress. Nello studio “Pycho-physiological analysis of TeamGym competition” sono state quindi indagate le risposte psicologiche (livelli di ansia), fisiologiche (frequenza cardiaca) ormonali (cortisolo salivare) ed enzimatiche (amilasi salivare) alle richieste stressanti della competizione. Dall’analisi dei risultati emerge che, nonostante la competizione imponga un moderato carico interno (misurato attraverso la rilevazione della frequenza cardiaca), gli atleti la percepiscono come evento altamente stressante: le alte concentrazioni di amilasi salivare in gara, confrontate con quelle rilevate negli stessi orari in un giorno di riposo, ne sono testimonianza. I livelli di amilasi aumentano negli atleti ancor prima dell’inizio della competizione, dimostrando uno stato di pre-attivazione allo stress; il picco di tale enzima si riscontra dopo l’ultimo attrezzo (corpo libero) e la fase di recupero appare molto lenta: ancora dopo 30 minuti dalla fine della gara i livelli di amilasi risultano maggiori di quelli rilevati, allo stesso orario, in un giorno di riposo. Le concentrazioni di amilasi sono correlate anche, in due attrezzi (tumbling e corpo libero) con le frequenza cardiache massime; questi risultati sembrano confermare che i livelli di amilasi dipendano dall’intensità dell’esercizio. Che la competizione europea sia percepita dagli atleti come stressante, è evidenziato anche dalle correlazioni tra l’ansia di stato e gli incrementi percentuali di amilasi prima della gara. Al contrario dell’amilasi, le concentrazioni di cortisolo salivare non mostrano differenze né durante la gara, né con i valori a riposo. L’analisi della prestazione non può infine prescindere dallo studio accurato delle tecniche esecutive degli elementi acrobatici richiesti dal codice internazionale dei punteggi di TeamGym ai vari attrezzi. Nell’ultima parte del presente progetto di dottorato è stato pertanto dato spazio allo studio di alcuni elementi tecnici che, pur richiedendo una tecnica esecutiva simile a quella della ginnastica artistica, si riteneva potessero presentare delle differenze a causa delle particolari superfici sulle quali vengono eseguiti in questa nuova disciplina. Si è dato perciò spazio allo studio della prestazione al trampolino che è la novità assoluta di questa competizione; in particolare sono stati studiati i salti con diverse rotazioni in volo attorno all’asse longitudinale (avvitamenti), ed il volteggio Tsukahara. Dallo studio “Twisting run speed” è emerso che, anche nell’esecuzione di diversi salti con avvitamento al trampolino (un avvitamento e mezzo, doppio avvitamento e doppio avvitamento e mezzo), la velocità orizzontale acquisita con la rincorsa riveste un ruolo fondamentale nella determinazione della corretta riuscita del salto, spiegando circa l’80% degli errori commessi dai ginnasti in fase di arrivo al suolo. Inoltre la velocità della rincorsa risulta variare a seconda della difficoltà del salto, indicando l’importanza della componente della rincorsa nella determinazione della parabola di volo ottimale, durante la quale eseguire il numero di rotazioni previste. Nella determinazione della parabola di volo, è fondamentale anche considerare la modalità con cui gli atleti abbandonano il trampolino e precisamente la velocità del loro centro di massa, l’atteggiamento del corpo (angolo alle anche) e la posizione del corpo rispetto alla verticale (angolo d’uscita). Dall’analisi dei nostri risultati emerge che gli atleti di TeamGym riescono a raggiungere delle velocità notevoli al momento dello stacco dal trampolino, grazie al grande incremento di velocità verticale durante la fase di caricamento-spinta degli arti inferiori sul trampolino. Inoltre sono capaci di lasciare il trampolino con un atteggiamento del corpo quasi perfettamente teso (angolo alle anche di circa 170°) e quasi perfettamente perpendicolare al suolo (angolo d’uscita di circa 87°), in tutti e tre i tipi di salto. Il confronto di questi dati con quelli presenti in letteratura è del tutto parziale, in quanto si può solo far riferimento alle velocità e agli angoli corporei dei ginnasti che eseguono un salto volteggio, dove le richieste tecniche sono assolutamente diverse. Le velocità del centro di massa degli atleti di TeamGym sono nettamente superiori (a causa dell’utilizzo del trampolino al posto della pedana), e gli angoli corporei decisamente più ampi rispetto alla ginnastica. Infine, dalla comparazione di alcuni parametri del salto volteggio Tsukahara eseguito nella ginnastica artistica e nel TeamGym, non sono emerse delle evidenti differenze nella tecnica esecutiva del salto, nonostante la differente superficie sulla quale è eseguita la spinta degli arti inferiori e la diversa altezza della tavola. In particolare, la lunghezza degli ultimi tre passi della rincorsa, la velocità orizzontale al termine dell’ultimo appoggio della rincorsa, la lunghezza del presalto, la velocità d’entrata sul minitrampolino, il tempo di caricamento-spinta sul minitrampolino, l’angolo di uscita dallo stesso e il tempo del primo volo non sembrano differenziarsi in maniera evidente da quelli rilevati nella ginnastica artistica. L’analisi di questi risultati è di fondamentale importanza dal punto di vista tecnicometodologico; gli allenatori di TeamGym, al fine di ottenere la migliore prestazione tecnica negli avvitamenti e nel volteggio Tsukahara, devono porre particolare cura all’insegnamento delle prime fasi preparatorie di questi salti, in quanto sono i presupposti indispensabili non solo della giusta tecnica ma anche della possibilità di apprendimento di sempre più complessi gesti acrobatici. Concludendo, la competizione di TeamGym richiede da parte dell’atleta, la preparazione ed il controllo di un alto numero di variabili; compito dell’allenatore è quello di osservarle approfonditamente per cercare da un lato, di esaltare i punti di forza e, dall’altro, di risolvere le difficoltà del proprio atleta. Il miglioramento della capacità prestativa è un processo, non solo complesso, ma anche lungo; i risultati di questo lavoro confermano la necessità di un’analisi integrata e multidisciplinare della prestazione: un piccolo miglioramento di una sola delle variabili, può modificare la capacità prestativa di un ginnasta nel lungo processo verso l’eccellenza. ABSTRACT (English Version) TeamGym is a fairly new and popular for of Gymnastics including only Trampette, Tumbling and Floor exercises. Originating from Scandinavia, in 1996 the Union Europeenne de Gymnastique organized the first European Teamgym Championship in Finland. Since then, international competitions take place every two years, whereas national competitions are organized on a yearly basis. While artistic gymnastics has been closely studied during simulated competitive routines with respect to several aspects (anthropometric, bio-physiological, psychological and biomechanical), Teamgym has never been investigated. Thus, the aim of the present study was to describe the TeamGym performance model, during real competition situations, considering both bio-physiological [i.e. heart rate (HR), salivary cortisol (sC) and alpha-amylase (sA-A) responses], psychological (i.e. state anxiety; self-efficacy and fear of injury) and technical components of performance. Fourteen (7 males and 7 females) senior (age: 26±3) Italian TeamGym athletes participated at this study. The study “Cardiac Load in Teamgym performance”, aimed to investigate the internal load imposed by a TeamGym competition; data analysis showed a general medium/high cardiac load (i.e., Tumbling: <85% FCmax; Trampette: <85% e 86-95% FCmax; Floor: 86-95% and >95% FCmax); furthermore heart rate frequencies showed significantly higher values during the international competition compared to national one. Next study (“Anxiety in TeamGym competition”) aimed to investigate how TeamGym athletes approach competition from a psychological perspective, and on how individual differences could affect the performance. In particular, the correlation between anxiety and its components (i.e.cognitive and somatic anxiety, and self-confidence) and competition outcome in TeamGym athletes, were investigated. Athletes were administered the State-Trait Anxiety Inventory (STAY) (Spielberger, 1983) and the competitive State Anxiety Inventory -2 (CSAI-2) (Martens et al., 1990). During competition, gymnasts showed average levels of state anxiety (M=48.5±7.04), somatic (M=21±5) and cognitive anxiety (M=20.5±4.6) and self-confidence (M=20.1±6). The relations linking performance and anxiety indicated that less anxious gymnasts obtained less penalties compared to their counterparties. Only the somatic component of anxiety is correlated with the assigned penalties indicating an optimal activation zone corresponding to average levels of anxiety. In the study “Psychological changes to official Teamgym competitions” were investigated the relationship between state anxiety, self-efficacy and fear of injury in TeamGym athletes during national and European championships. TeamGym athletes showed average levels of state anxiety, fear of injury and self-efficacy. The competition level showed a positive effect on state anxiety, with the highest values emerging during the European Championship. Fear of injury and self efficacy explained respectively 43% and 68% of the variance in athlete’s anxiety. These findings suggest that this experimental paradigm can represent a useful model for understanding the psychological profiles of TeamGym athletes to implement systematic psychological training and counselling. Finally, in the study “Psycho-physiological analysis of Teamgym competition”, a multiple system approach of measurement, including the evaluation of physiological (i.e. heart rate frequencies), psychological (i.e. state anxiety), hormonal (i.e. salivary cortisol) and biological (i.e. salivary alpha-amylase) aspects, was applied to understand the psycho-physiological stress responses to competition in TeamGym athletes. Regardless of gender, TeamGym competition imposed a low exercise load (62% of the time exercising below 85% of HRmax during tumbling and trampette) on athletes, but induced a quite high level of both psychological and physical stress (sAA peak increased with a 3.53 fold induction compared to time-matched baseline). Secondly, while sA-A showed significantly higher values before and during competition with respect to baseline levels, sC concentrations remained stable throughout competition. Thirdly, state anxiety and sA-A levels were positively correlated. Finally, the psycho-physiological responses seem to influence competition outcomes. The last part of the Ph.D project aimed to describe several technical aspects of the acrobatic elements performed at trampette. Trampette competition requires the execution of at least one twist after a 25 metres run up. While the importance of the run speed has been largely investigated in artistic gymnastics specifically regarding vaulting performance, it has never been investigated in twisting at Teamgym trampette. The aim of the study “Twisting run speed” was to analyze the run speed of three different trampette somersaults [1 twist and a half (First), 2 twists (Second), 2 twists and a half (Third)] and to investigate if, and eventually how, the run speed can affect twisting performance. Data analysis showed significant differences (p<0.05) in the run speed only between the First and the Third somersault, with increasing speed according to the technical difficulty (First= 6.52 m/s; Third= 7.21 m/s). Furthermore, significant negative correlations between instant velocity of the last running step and twist score in the First and in the Third somersault, emerged. Data results highlighting the importance of the run speed in twisting are in line with vault run literature. The relationship between twist run speed and the technical difficulty of the somersaults indicate that a high speed run is advantageous for twisting in that gymnasts need sufficient momentum to direct into a high and long flight; the kinetic energy of the run is transformed into rotational energy probably like in vaulting performance. In the last study, concerning several aspects of Tsukahara vaulting, any difference emerged between the somersaults executed with trampette in TeamGym competition, and with springboard in artistic gymnastic. In particular, the length of the last three steps, the run up velocity, the angles of the body during the take off, and the flight time are similar to artistic gymnastics’ ones. In conclusion, TeamGym competition requires the monitoring and training of a great number of variables; coaches have to enhance athletes’ capabilities to improve their performance toward the excellence.
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