Dentro il bosco ,più e più cl 3-4-5

Progetto ambiente
Dentro il bosco, più e più
Scuola primaria di Giais- cl. 3^-4^-5^
Istituto Comprensivo Aviano
Anno scolastico 2013-14
I funghi
Che cosa sono?
I funghi nascono, crescono e vivono nel terreno e quindi sono esseri viventi, questi a
differenza delle piante, non presentano, un colore verde tipico dei vegetali. I funghi
infatti non possiedono la clorofilla, sostanza particolare che permette ai vegetali di
fabbricare,attraverso la fotosintesi il loro cibo. E proprio per l’assenza di clorofilla
che i funghi non fanno parte del regno vegetale, ma sono stati inseriti in un
regno tutto per loro : il regno dei Funghi che comprende numerosissime specie,
circa 100.000, di cui conosciamo solo una piccola parte come i funghi a cappello che
spuntano nei prati e nei boschi dopo la pioggia; ma sono funghi anche le muffe.
I funghi hanno una notevole capacità di adattamento che permette loro di vivere in
tutti gli ambienti sfruttando qualsiasi sostanza come nutrimento. Infatti le cellule del
corpo del fungo sono circondate da una sostanza chiamata chitina che rende i
funghi molto resistenti e capaci di sopportare alte temperature.
Le parti del fungo
Come è fatto un fungo?
Micelio
Il corpo di un fungo,detto micelio, è costituito da una serie di filamenti, le ife,
formate da una fila aggrovigliata di cellule disposte una dietro l’altra.
Il micelio si trova nascosto sotto il terreno, da cui assorbe acqua e nutrimento.
Il frutto del micelio è quello che noi raccogliamo e chiamiamo impropriamente
fungo e che in realtà si chiama corpo fruttifero. Il vero fungo è il micelio.
Il corpo fruttifero
Il corpo fruttifero è formato dal gambo su cui poggia il cappello
Il cappello può essere di varie forme , di vari colori ed è ricoperto da una sostanza
che può essere vellutata, vischiosa, asciutta …
Anello e la volva
Sul gambo ci sono altre strutture, come l’anello e la volva, involucri che racchiudono
il fungo. L’anello ha il compito di proteggere le parti sotto il cappello dove si trovano
le spore (seme del fungo che serve per la riproduzione)
Tubuli e lamelle
La parte inferiore del cappello può avere varie forme: tubuli o lamelle.
I tubuli sono sottili tubicini disposti sotto il cappello sulle cui pareti si formano le
spore.Danno l’aspetto spugnoso al fungo.
Le lamelle sono sottili lamine disposte anch’esse sotto il cappello.
Immagine tratte da Universo scienze- Fabbri editore
Come si nutrono i funghi ?
Come sappiamo i funghi non possiedono la clorofilla e quindi non sono in
grado di costruirsi il cibo, infatti non sono autotrofi (il termine deriva dal
greco” autos” se stesso, “trophia “nutrimento e significa essere in grado di
fabbricarsi da soli il nutrimento).
I funghi sono eterotrofi , e come gli animali, per nutrirsi devono trovare
delle sostanze già pronte per essere consumate. E proprio a seconda di
come si producono “il mangiare” che possiamo distinguere i funghi in:
PARASSITI
SAPROFITI
SIMBIONTI
PARASSITI : i funghi che vivono a spese di altri esseri viventi, che
attaccano e danneggiano generalmente alberi, perlopiù deboli o malati a
cui sottraggono il cibo fino a provocare , a volte , la morte.
Sono funghi parassiti la peronospora della vite, della patata e del pomodoro e quelli
che provocano la malattia del grano e la ruggine del mais.
SAPROFITI : funghi che si nutrono di resti di animali e di vegetali morti come il
legno e le foglie, trasformandoli di nuovo da materia organica in materia inorganica
(non vivente) cioè vanno a formare humus. Vengono chiamati gli spazzini del bosco.
Sono funghi saprofiti alcuni funghi a cappello , l’orecchione del pioppo, il prataiolo,
l’ovolo…
SIMBIONTI : funghi che stabiliscono un rapporto di reciproco vantaggio con un
altro organismo, generalmente una pianta e più precisamente con le radici di questa
pianta . La pianta riceve dal fungo acqua e sali minerali, mentre il fungo riceve dalla
pianta le sostanze organiche prodotte dalla fotosintesi.Questa unione si chiama
micorriza ( dal greco mjkè = fungo e riza = radice).
Il tartufo è in simbiosi con la quercia e il porcino con il castagno.
Parassiti
Saprofiti
Immagini tratte da Universo scienze- Fabbri editore
Simbionti
Il porcino con il castagno
Come nasce il fungo?
Scopriamo il processo che porta alla nascita dei corpi fruttiferi.
I funghi si riproducono in due modi:
1) Si riproducono attraverso le spore che cadendo sul terreno in condizioni adatte
di umidità e temperatura, germinano dando origine alle ife, dalle quali nasce un
nuovo micelio e quindi un nuovo corpo fruttifero visibile che noi chiamiamo fungo.
2)La zona fertile che ritrova sotto il cappello del fungo, produce milioni di spore
“maschili” e “femminili” le quali, giunte a maturazione , cadono e, trasportate dal
vento e più raramente dall’acqua , si disperdono nel terreno.
Quando la spora cade in un luogo adatto e trova le condizioni ideali di umidità
germina, producendo un filamento chiamato ifa che cresce e si ramifica sotto il
terreno, ma anche nel legno degli alberi, dando origine al micelio primario.
Per produrre il corpo fruttifero però è necessario che il micelio maschile si unisca a
un micelio femminile prodotto da un’altra spora; solo da questo incontro potrà
generarsi il Micelio secondario ,che dopo una ramificazione potrà generare il corpo
fruttifero, il quale ,a sua volta, produrrà altre spore.
immagine tratta da internet
Le famiglie dei funghi
Gli studiosi hanno classificato i funghi in base a delle caratteristiche simili che
presentano, formando così dei grandi gruppi chiamati scientificamente FAMIGLIE.
All’interno di ogni famiglia, per essere più precisi, a ogni fungo è stato attribuito un
“nome “ e un “cognome” in lingua latina, per differenziarlo ulteriormente da tutti
gli altri funghi che appartengono alla stessa famiglia.
Ecco alcune tra le principali famiglie dei funghi:
FAMIGLIA AMANITACEE
Tra i funghi commestibili più pregiati è l’ovolo buono, Amanita caesarea che
appena uscita dal terreno ha il corpo fruttifero avvolto in un velo bianco, tanto da
sembrare un uovo. Quando cresce, si forma un cappello di colore rosso-arancio e
un gambo giallo. Talvolta questo re dei funghi commestibili può essere scambiato
con il velenoso ovolo malefico l’Amanita muscaria,che appena nato gli è simile
mentre da adulto presenta un cappello rosso a chiazze bianche, molto pittoresco
tanto da essere il fungo preferito nelle illustrazioni dei libri di fiabe.
AMANITA CAESAREA
commestibile
AMANITA MUSCARIA
velenos
AMANITA PHALLOIDES O TIGNOSA VERDE
velenoso e mortale
Questo fungo ha il cappello verdognolo e il gambo bianco ed è il più velenoso di tutti.
FAMIGLIA DELLE BOLETACEE
Vi appartengono quei funghi con un corpo fruttifero regolare, carnoso spesso di
grandi dimensioni e con il gambo centrale.IL loro cappello ,nella parte inferiore, ha
un aspetto spugnoso per la presenza di numerosissimi tubuli contenenti le spore.
Questa zona si stacca con facilità dal cappello.Appartengono a questa famiglia i
Boletus edulis che è il porcino commestibile e i Boletus satanas che è il porcino
invece malefico.
PORCINO COMUNE
Commestibile
PORCINO MALEFICO
velenoso
FAMIGLIA ROSSULACEE
Questa famiglia contiene funghi che appartengono a due generi diversi.
IL genere delle Russulacee, dal termine russulus cioè rosseggiante, e il genere
Lactarius, nome che deriva dalla caratteristica di contenere al loro interno una
sostanza simile al latte.
In generale, tutti questi funghi hanno un corpo fruttifero a cappello che spesso si
presenta leggermente bombato all’interno e possiedono lamelle contenenti spore di
vario colore: bianche, gialle e ocra. La sua carne è piccante ed ha un odore gradevole
un po’ mielato. Svariate specie sono commestibili altre sono tossiche e provocano
avvelenamento.
RUSSULA RUBRA
Russula rossa
Tossico
LACTARIUS VELLEREUS
Lattario vellutato
Tossico
FAMIGLIA CLAVARIACEE
Clavaria da clava per la loro forma.Appartengono a questa famiglia funghi di
forme estremamente variabili. I più conosciuti però possiedono un corpo fruttifero
carnoso, a volte gelatinoso, che presenta perlopiù una base unica. Da questa base
partono una serie di rametti suddivisi, a loro volta, in altri ancora più piccoli simili a
dei “coralli”. Le spore di questi funghi sono di colore giallo ocra. La sua carne è
bianca priva di odore. Le specie mangerecce di questa famiglia sono conosciute con il
nome di ditola o manina. La clavaria aurea si consiglia di non consumarne in
quantità eccessiva perché potrebbe avere effetti lassativi.
CLAVARIA AUREA
Commestibile
CLAVARIA BOTRYTIS
Commestibile
Valore nutritivo
Da questa immagine è comprensibile che il valore nutritivo dei funghi, anche se
subisce delle variazioni da specie a specie, è limitatissimo in quanto è composto
soprattutto da acqua e non potrebbe mai sostituire gli altri piatti a base di carne, uova,
legumi …, molto più nutrienti.
Il valore dei funghi è soprattutto di natura gastronomica infatti, grazie al loro odore e
al loro sapore, si possono realizzare delle pietanze molto deliziose.
ATTENZIONE !
I funghi possono essere molto pericolosi!
Le tossine contenute nei funghi sono sostanze organiche complesse che
distruggono i globuli rossi del sangue oppure agiscono sul sistema nervoso
provocando tremiti ,aumento o diminuzione battito cardiaco e delirio.
Possono causare problemi sul sistema digerente, attaccando il fegato e
provocando gravi disturbi (nausea e diarrea) e, in alcuni casi, la morte.
Queste sostanze velenose vengono divise in due categorie : VELENI
TERMOLABILI cioè eliminabili con la cottura, e i VELENI
TERMOSTABILI cioè ineliminabili.
Per difendersi dai rischi d’intossicazione da funghi bisogna, prima di tutto,
non fidarsi mai di raccoglitori dilettanti che sostengono di conoscere i
funghi. Gli unici autorizzati a distinguere i funghi buoni dai cattivi sono i
micologi, esperti di funghi che si trovano nelle strutture sanitarie.
Oggi per raccogliere funghi in Italia bisogna aver ottenuto uno speciale
patentino dopo aver seguito un corso e sostenuto un esame.
I TUBERI
Il tubero è un organo sotterraneo di alcune piante, che si forma per ingrossamento del
fusto, delle redici o delle foglie.Il principale scopo dei tuberi è quello di accumulare
sostanze di riserva come l’amido e lo zucchero che servono ad assicurare la
sopravvivenza delle piante durante l’inverno. Possiamo distinguere i tuberi in :
• tuberi selvatici commestibili come le erbe selvatiche (finocchi, il dente di leone
o tarassaco, cicoria…)
• ciclamini …
• tartufo
Il tubero è formato dalle radici che avvolgono il tubero stesso (bulbo); dal fusto
diviso in due parti: una parte interrata di forma sferica e una parte esterna che è
rappresentata dal fiore più o meno semplice
Finocchio selvatico
Cicoria
Tarassaco
Ciclamini
IL TARASSACO
.
IL tarassaco o il dente da leone è una delle più comuni erbe spontanee in Italia. E’
inconfondibile con le sue foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli, simili a
margherite, e soprattutto i grandi “pompon” pieni di semi che i bambini si divertono
a soffiare. Il tarassaco cresce spontaneo in Italia ed è di facile coltivazione; benché
reperibile in commercio, i semi si possono facilmente recuperare anche da una pianta
selvatica. Si propaga non solo attraverso i semi trasportati dal vento, ma anche
attraverso la potente radice che se si decide di estirparlo, occorre fare grande
attenzione a estrarre l’intera radice, o la pianta tornerà a germinare anche da un
minuscolo frammento.
Come raccoglierlo
Del tarassaco si possono raccogliere le sole foglie tenere, i fiori o la radice.
Proprietà
Ben note sono le proprietà medicinali del tarassaco ( il suo nome deriva
dal greco “rimedio” guarigione): ha proprietà digestive, antinfiammatorie e
depurative soprattutto per il fegato. Le foglie sono ricche di vitamine A,
B,C e D, nonché di sali minerali come il ferro, potassio e zinco. Me è
soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi. Il suo lattice
bianco è un rimedio tradizionale per le verruche.
In cucina
Le foglie giovani del tarassaco si possono aggiungere a insalate e panini,
mentre tutte le foglie sono adatte a preparare le minestre e frittate.
I fiori sono tradizionalmente usati per fare un tipo di vino e i boccioli
sott’aceto vengono consumati come capperi. Le foglie fresche sono
utilizzate nell’alimentazione dei conigli.
LA CICORIA
La cicoria viene definita come una pianta erbacea perenne ed è
riconoscibile per la presenza di fiori color celeste ed è stata utilizzata fin
dall’antichità dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per via delle sue
proprietà benefiche. L’altezza massima della cicoria può superare il metro
e mezzo. La radice è la parte più utilizzata a scopo medicinale e contiene
sostanze zuccherine e amare. Inoltre contiene potassio, calcio e ferro e
vitamine.
IL FINOCCHIO SELVATICO
Pianta erbacea perenne con fusto eretto, ramificato e i fiori sono gialli
riuniti in ampi ombrelli. In Italia è diffusa particolarmente lungo le zone
costiere, dal piano ai 1000 metri. Le foglie vanno utilizzate fresche e, dopo
averle essiccate all’ombra, vanno battute delicatamente per raccogliere i
frutti maturi (semi).
Proprietà terapeutiche
Il finocchio è depurativo
Uso in cucina
I semi si abbinano alla porchetta e alla carne grassa. Le foglie si usano
nelle insalate, piatti di pesce, salse e aceti.
Finocchio selvatico
I CICLAMINI
pianta tuberosa a foglie caduche , originaria dell’Europa centrale ed orientale e del
Medio Oriente. Il piccolo tubero appiattito produce alcune foglie tondeggianti o
cuoriformi, di colore verde scuro, con zonature argentee, sono invece rossastre sulla
pagina inferiore; dall’autunno inoltrato fino alla primavera producono sottili fusti
rossastri, su cui sboccia un singolo fiore nei toni del rosa e del rosso, o anche bianco
candido, spesso con occhio di colore contrastante. Quando i fiori appassiscono si
forma una capsula contenente numerosi semi fertili; ogni tubero produce alcune
foglie e numerosi fiori, per un periodo di tempo abbastanza prolungato. I semi sono
fertili, quindi nell’arco degli anni si producono nuove piante, e nuovi tuberi; in questo
modo si costituiscono vere e proprie colonie tappezzanti, molto decorative anche se
non in fiore. Con l’aumentare della temperatura il fogliame si dissecca e durante i
mesi più caldi dell’anno i tuberi vanno in riposo vegetativo.
Esposizione
questi piccoli fiori prediligono le posizioni
ombreggiate ; non temono il freddo, mentre temono
i luoghi aridi e molto caldi; durante i mesi caldi è
consigliabile ricoprire il terreno con fogliame, in
modo da mantenerne il terreno fresco e
leggermente umido, non troppo esposto alla calura.
Terreno
prediligono un terreno fresco e profondo, abbastanza ricco di materia organica e di
elementi nutritivi. Si possono coltivare anche in vaso, ricordando di dissotterrare i
tuberi periodicamente e di spostare i tuberi piccoli in contenitore singolo. I tuberi di
ciclamino vanno interrati per 3-5 centimetri, lasciando tra i tuberi uno spazio di 8-15
cm.
Moltiplicazione
in primavera inoltrata è possibile dissotterrare i tuberi e dividete i piccoli tuberi da
quelli più grandi, in modo che si sviluppino al meglio; i ciclamini producono sementi
fertili, che si sviluppano rapidamente se trovano un terreno fresco ed umido.
Ciclamino dei boschi - Cyclamen coum
la principale causa di sofferenza per i ciclamini e l’acqua: durante i mesi freschi un
terreno spesso inzuppato d’acqua favorisce lo sviluppo di marciumi, durante l’estate
invece la siccità può provocare anche il completo disseccamento dei tuberi.
Immagini tratte da internet
I TARTUFI
I Tartufi appartengono alla famiglia Tuberaceae (tuberi) con il corpo fruttifero
sotterraneo , e crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni
alberi, in particolare querce e lecci con i quali stabiliscono un rapporto simbiotico
(cioè la pianta riceve dal fungo acqua e sali minerali ,mentre il fungo riceve dalla
pianta sostanze organiche prodotte dalla fotosintesi).
Il tartufo viene individuato con l’aiuto dei cani e raccolto a mano. E’ un alimento
estremamente pregiato e ricercato, molto costoso. Il tipico profumo penetrante e
persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta e ha lo scopo di attirare gli
animali selvatici (maiale,cinghiale,tasso, ghiro, volpe).
I MUSCHI
Caratteristiche del muschio.
Siamo abituati a vederlo in presepi o ad immaginarlo in sottoboschi ombrosi. Ma il
muschio è una pianta ricca di sorprese. Oltre a quell’aspetto ordinato e soffice, è una
pianta molto resistente, che permette una varietà molteplice di applicazioni.
Pioniere, insieme a molte altre specie, di quel che fu la terra alle origini, il muschio
appartiene alla folta famiglia delle Briofite, ovvero più di 23 mila piante, suddivise
in tre classi, dallo sviluppo evolutivo differente. Nel muschio non vi sono fiori, frutti
e semi, ma solo alcuni piccoli fusti che presentano un filamento con un
rigonfiamento, detto sporogonio, che contiene le spore. Quando sono mature, queste
cadono a terra e germinano, producendo dei piccoli filamenti verdi che produrranno
a loro volta i veri e propri elementi sessuali maschili e femminili.
I muschi sono piccoli vegetali molto primitivi, che crescono in luoghi umidi, sul
terreno, sulle rocce e sulla corteccia degli alberi, di solito sulle parti esposte a nord.
Essi formano lo strato più basso della vegetazione boschiva, sono provvisti di
clorofilla. La loro riproduzione avviene per mezzo di spore* contenute in una
caratteristica capsula (urna), chiusa da un opercolo e sostenuta da un peduncolo
(seta). Costituiscono un microambiente che offre cibo e rifugio a minuscoli
organismi, come alghe, insetti terricoli, piccole chiocciole e licheni.
Il muschio infatti non ha radici vere e proprie, ma solo quelle per aderire al
substrato, ovvero ancoranti e temporanee. Non è considerato un parassita perché ha
radici poco sviluppate, che non danneggiano la corteccia, però può ospitare numerosi
parassiti, che vi trovano un ambiente ideale per riprodursi e nascondersi dai predatori.
Diventa un problema invece quando si diffonde su un prato, perché essendo una
pianta tappezzante, tende a coprire ogni area, soffocando le altre erbe. L’infestazione
è favorita da eccessi di acqua, che possono essere ridotti con un drenaggio. Il
muschio comunque svolge un’azione importante anche sul contesto in cui cresce. In
natura infatti, permette una maggiore protezione del terreno in cui è radicato, perché
rallenta la velocità e la forza dilavante dell’acqua piovana, favorendone anche
l’assorbimento progressivo, poiché funge da spugna.
*SPORE: cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo.
Ecologia e distribuzione
Requisito fondamentale per la crescita dei muschi è la presenza di acqua o comunque
di condizioni di umidità per lunghi periodi. Per la crescita necessitano inoltre di un
substrato di crescita relativamente stabile, di un'adeguata esposizione al sole e di una
temperature favorevole. Molti muschi comunque riescono a sopravvivere a periodi
di siccità o congelamento attraverso un meccanismo non ancora chiaramente
compreso. I muschi crescono preferibilmente nel terreno, spesso sui resti di loro
precedenti generazioni o di altre piante, ma anche sulle rocce nude e negli ambienti
acquatici. Alcuni muschi crescono su resti di animali in decomposizione, sulla
superficie delle foglie, nelle saline, alla base di ciottoli di quarzo o in ambienti ricchi
di rame. Alcune specie sono cosmopolite*, molte crescono in zone limitate. Le
briofite sono distribuite in tutto il mondo: uniche eccezioni le regioni aride, dove però
possono crescere in microambienti umidi, e gli ambienti con acqua salata. Le briofite
sono più abbondanti nelle regioni con clima costantemente umido, regioni tropicali e
subtropicali; nelle regioni artiche o alpine si possono formare tappeti molto estesi che
influenzano la tipologia di vegetazione e le sue dinamiche.
*SPECIE COSMOPOLITA: che cresce ovunque.
Produzione del muschio
La semina del muschio è un’operazione nel complesso molto semplice, anche se in
realtà non si tratta di una vera e propria semina, ma di una riproduzione vegetativa,
che non richiede grandi conoscenze di florovivaismo.
I LICHENI
Caratteristiche dei licheni.
I licheni sono organismi molto particolari: essi sono importanti costituenti della
vegetazione di molti ecosistemi, e alcune specie riescono a vivere in condizioni
ambientali decisamente proibitive, ad esempio nel deserto o in alta montagna, ma
non è necessario andare lontano per trovarli; generalmente basta osservare con
attenzione i tronchi degli alberi o i muretti ai lati delle strade, per notare delle
macchie di vari colori (grigio, verde, giallo), forme (croste, foglioline, cespugli in
miniatura) e dimensioni (talvolta anche notevoli), diverse dai muschi e diverse da
qualsiasi altro organismo.
I Licheni sono particolari organismi nati dalla simbiosi di un fungo e di un’alga che,
collaborando nello svolgimento delle funzioni metaboliche, riescono a sopravvivere
in ambienti in cui da soli non riuscirebbero a crescere. Sono organismi originati da
una associazione tra funghi ed alghe in cui i due componenti traggono reciproco
vantaggio. I funghi forniscono acqua e sali minerali, garantendo all’alga un
ambiente di crescita favorevole, e ricevono in cambio le sostanze organiche
nutrienti, come ad esempio gli zuccheri, che l'alga produce grazie alla fotosintesi
clorofilliana. Tale rapporto permette ai licheni di crescere in un’ampia varietà di
ambienti non colonizzabili dai due partner isolati (rocce, cortecce, suolo, ma anche
muri di cemento, statue, tegole, vetrate), ma le condizioni che spesso si verificano
nelle città sono troppo estreme anche per loro.
Il corpo del lichene (tallo) assume una forma e delle proprietà profondamente
diverse rispetto a quelle dei singoli organismi che lo compongono.
Esistono tre diverse forme di crescita:
• LICHENI CROSTOSI O ENDOLITICI, sono particolari forme di licheni che
crescono nella pietra calcarea, rimanendo visibili solamente nella loro parte
superficiale. Tutto il corpo del lichene, chiamato tallo, ha colorazioni poco
appariscenti, dal bianco al grigio scuro, salvo rare eccezioni vistosamente colorate
in rosa o azzurro o giallo. Per individuare la loro presenza, oltre che avere un
occhio esercitato, basta cercare sulla superficie delle pietre dei dischetti neri o
colorati (arancio, rosso mattone, bruno, azzurro), di un millimetro circa di
diametro, alcuni dei quali producono delle microscopiche forature nella roccia che
viste con la lente d’ingrandimento possono sembrare dei piccoli crateri. I licheni
endolitici sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare, soprattutto nei
luoghi umidi sui massi isolati nelle radure o ai margini del bosco, sulle rocce
all’imbocco di cavità naturali o sui muretti a secco. Alcune specie che tollerano
l’esposizione ad intensità luminose maggiori, si trovano anche sui sassi dei
ghiaioni esposti al sole, creando curiose macchie colorate che spiccano fra il
bianco accecante dei sassi.
• LICHENI FOGLIOSI, che possono crescere su qualsiasi superficie. Si
presentano fissati ad un supporto che può essere la nuda roccia o una corteccia, ma
accade di ritrovarli anche sulle tegole di vecchi tetti, sulle rocce calcarenitiche, sui
tronchi di alberi e arbusti spontanei e sui rami di mandorlo, fico e pero.
• LICHENI FRUTICOSI O CESPUGLIOSI, che pendono dai rami e dai
tronchi degli alberi o crescono sulle ceppaie più vecchie, formando cespuglietti
rigidi e molto ramificati, alti alcuni centimetri e di colore grigio bruno. I più
appariscenti e i più frequenti nei boschi montani sono proprio i fruticosi, noti
anche come barbe di bosco. Alcune specie sono commestibili e rappresentano
soprattutto durante l’inverno un’utile integrazione nella dieta di molti ungulati.
Le sostanze licheniche vengono anche usate dall'uomo, come ad esempio:
•
coloranti tessili;
•
usi alimentari;
•
cosmetici;
•
antimicrobici;
•
antivirali;
•
antifungini;
•
antimutageni e antitumorali;
•
fotoprotettivi.
La sensibilità agli inquinanti e la capacità di assorbire sostanze dall'atmosfera, li
rende ottimi indicatori della qualità dell’aria, in quanto assorbono le sostanze a
loro necessarie direttamente dall'atmosfera e, grazie alle loro capacità di
assorbimento, sono in grado di accumulare una grande quantità di metalli dispersi
nell'aria. La concentrazione di questi metalli viene determinata analizzando i talli dei
licheni.
I licheni vennero utilizzati da quasi tutte le popolazioni dell’antichità soprattutto
come risorsa d’emergenza in caso di carestia (es. succedanei* della farina di cereali). I
licheni vengono anche impiegati come additivi nell’industria profumiera e cosmetica.
*SUCCEDANEO: sostituto.
LE PIANTE SELVATICHE
PUNGITOPO
Famiglia
:
Nome scientifico :
Nome locale
:
Inglese
:
LILIACEAE
RUSCUS ACULEATUS
RUSTOLES
BUTCHER’S BROOM
Portamento
: è una pianta
sempreverde, caratterizzata da
numerose spine e forma dei
cespugli molto intricati.
Radice : radici legnose.
Fusto : turioni che assumono
portamento eretto e rigido, alti
anche un metro di colore molto
scuro.
Foglie : le vere foglie non sono
visibili nella parte aerea della
pianta in quanto sono delle piccole
squame che avvolgono la parte
sotterranea del fusto e sono di
colore rossastro - bianco.
Fiori : di solito compaiono a
partire dal mese di febbraio fino a
giugno.
Frutto : è una bacca di colore
rosso vivo e contiene uno - due
semi.
Propagazione – riproduzione : per
seme.
CURIOSITA’
Del pungitopo si utilizza il rizoma che va raccolto in autunno o all’inizio della
primavera, prima della comparsa dei turioni. Va ripulito dalla terra e quindi tagliato e
fatto essiccare al sole o in stufa e conservato in sacchetti di carta.
Il rizoma può essere utilizzato per uso interno come tintura da bere per le infezioni
delle vie urinarie; come decotto e come diuretico.
Gli antichi romani usavano il pungitopo come talismano perchè credevano che
piantandolo intorno alla casa allontanasse i malefici.
Poiché in molte regioni il pungitopo è considerato simbolo di buon augurio,
specialmente durante il periodo natalizio, la sua raccolta indiscriminata ha fatto si che
sia diventata una specie protetta in molte regioni italiane.
PUNGITPO
ORTICA
Il nome ortica deriva dal latino “urere = bruciare”
Famiglia
: URTICACEAE
Nome scientifico : URTICA DIOICA –URTICA URENS
Nome locale
: ORTIA
Inglese
: NETTLE
Portamento
: piante erbacee
annuali o perenni, alte dai 50 ai
150 cm che nascono spontanee
ovunque.
Radice : rizomatosa, strisciante,
provvista di numerose radichette.
Fusto
: eretto
quadrangolare
a
sezione
Foglie : ovali – cuoriformi,
provviste di picciolo con i margini
dentati e ricoperte da numerosi peli
urticanti.
Fiori : sono piccoli e poco
appariscenti , di colore verdastro ,
riuniti in lunghe spighette che
compaiono da giugno a ottobre.
Frutto : è un achenio che contiene
un solo seme.
Propagazione – riproduzione : per
seme.
CURIOSITA’
Esiste una specie chiamata Ortica bianca che in realtà non è un’ ortica , pur essendo
una pianta ricoperta di peli non è urticante e non possiede le proprietà terapeutiche ,
anzi se ne sconsiglia l’uso in quanto pare che contenga amine.
L’ortica è tra le piante selvatiche sicuramente la più attrezzata. Sia l’Urtica dioica che
l’Urtica urens sono utilizzate per le loro proprietà. E’ una pianta ricca di vitamina C,
clorofilla, Sali minerali ( silicio, ferro, calcio, manganese e potassio).
Dell’ortica si utilizzano tutte le parti della pianta, finchè è giovane, eccetto i semi.
Le foglie possono essere raccolte tutto l’anno, meglio se in primavera – estate.
Il rizoma e le radici vanno raccolti in autunno.
Per raccogliere l’ortica bisogna munirsi di guanti in quanto i suoi peli urticanti
penetrano molto facilmente nella pelle dando una sensazione di prurito che però
scompare dopo pochi minuti.
Le parti di questa pianta possono essere usate come decotto, come succo, come
infuso, come sciroppo, per le minestre o i risotti e le frittate.
In molte tradizioni popolari si crede che una pianta di ortica allontani i fulmini se
gettata nel focolare.
In passato dai fusti delle piante di ortica si ricavavano fibre tessili praticamente
indistruttibili, simili alla canapa. Questa pratica è ancora diffusa in alcune
popolazioni della Siberia Occidentale. Inoltre è un ottimo colorante per i tessuti
delicati quali la lana (le foglie tingono di verde mentre le radici di giallo).
Dell’ortica si utilizzano tutte le parti della pianta, finchè è giovane, eccetto i semi.
Le foglie possono essere raccolte tutto l’anno, meglio se in primavera – estate.
Il rizoma e le radici vanno raccolti in autunno.
Per raccogliere l’ortica bisogna munirsi di guanti in quanto i suoi peli urticanti
penetrano molto facilmente nella pelle dando una sensazione di prurito che però
scompare dopo pochi minuti.
Le parti di questa pianta possono essere usate come decotto, come succo, come
infuso, come sciroppo, per le minestre o i risotti e le frittate.
In molte tradizioni popolari si crede che una pianta di ortica allontani i fulmini se
gettata nel focolare.
In passato dai fusti delle piante di ortica si ricavavano fibre tessili praticamente
indistruttibili, simili alla canapa. Questa pratica è ancora diffusa in alcune
popolazioni della Siberia Occidentale. Inoltre è un ottimo colorante per i tessuti
delicati quali la lana (le foglie tingono di verde mentre le radici di giallo).
ORTICA
LE FELCI
Famiglia
Nome scientifico
Nome locale
Nome inglese
: POLYPODIACEAE
: DRYOPTERIS FILIX-MAS
: FELET (friulano)
: FERN
La classe delle felci è ricca di piante
dalle forme eleganti e leggiadre.
Presentano foglie ampie e finemente
suddivise , che ricordano le penne degli
uccelli, dette fronde.
Amano l’ombra e l’umidità e si trovano
in tutte le regioni della Terra, sopratutto
nei tropici. Qui vivono sia forme nane di
pochi millimetri, sia felci arboree alte
fino a 20 metri. Nelle nostre zone vive la
“felce maschio”, usata come pianta
medicinale, la “felce reale”, grande e
maestosa, la “lingua cervina” e la “ruta
di muro”, una piccola felce che vive
aderente ai vecchi muri o ai tronchi.
Qualche volta capita di vedere la superficie di piccoli stagni o di fontane poco curate
ricoperte da un tappeto di minuscole foglioline lobate, di solito si tratta della “felce
marsilea” detta anche quadrifoglio acquatico, che fa parte delle ormai felci
acquatiche.
Le felci sono piante cormofite : sono costituite da un fusto, da radici e foglie e sono le
prime piante terrestri ad avere un sistema di trasporto dei fluidi potendo così crescere
in altezza.
Sono sprovviste di organi di riproduzione, cioè dei fiori.
Per riprodursi producono delle spore ben visibili sulla pagina inferiore delle foglie.
IMPORTANZA STORICA DELLE FELCI
Piante del tipo delle felci, però molto più grandi, coprirono immense estensioni di
terreno in passate epoche geologiche. Rimaste sepolte, in seguito ai movimenti di
assestamento del nostro pianeta, sotto vari strati di terreo, esse formarono, insieme
con altri resti vegetali, giacimenti di carbone.
Da queste piante, inoltre, attraverso un processo evolutivo, si formarono le piante con
fiori, le quali fecero la loro apparizione sulla terra quando le felci esistevano già da
moltissimo tempo.
Le felci più primitive risalgono al Giurassico. Le specie viventi sono circa 10.000
LE FELCI
ANIMALI DEL SOTTOBOSCO
La donnola
Il moscardino
Il picchio
Il ramarro
Il pettirosso
Il tordo bottaccio
La cinciallegra
Il fringuello
Manufatti realizzati dalle cl. 3^-4^-5^
Escursioni nei colli di Giais
Escursione a Tarvisio
Hanno collaborato
alla realizzazione del progetto:
“Dentro
il bosco, più e più”
Gli insegnanti del plesso di Giais:
Brocca Marisa
Rosa Gastaldo Germana
Luce Angela
Astolfi Laura
Basso Luca Stefano
Sacco Cinzia
Gli alunni classi 3^-4^-5^- Giais
Si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità:
l’ins. Boschian Bailo Renzo che ci ha accompagnato
durante le escursioni sul territorio di Giais.