Progetto ambiente Dentro il bosco, più e più Scuola primaria di Giais- cl. 3^-4^-5^ Istituto Comprensivo Aviano Anno scolastico 2013-14 I funghi Che cosa sono? I funghi nascono, crescono e vivono nel terreno e quindi sono esseri viventi, questi a differenza delle piante, non presentano, un colore verde tipico dei vegetali. I funghi infatti non possiedono la clorofilla, sostanza particolare che permette ai vegetali di fabbricare,attraverso la fotosintesi il loro cibo. E proprio per l’assenza di clorofilla che i funghi non fanno parte del regno vegetale, ma sono stati inseriti in un regno tutto per loro : il regno dei Funghi che comprende numerosissime specie, circa 100.000, di cui conosciamo solo una piccola parte come i funghi a cappello che spuntano nei prati e nei boschi dopo la pioggia; ma sono funghi anche le muffe. I funghi hanno una notevole capacità di adattamento che permette loro di vivere in tutti gli ambienti sfruttando qualsiasi sostanza come nutrimento. Infatti le cellule del corpo del fungo sono circondate da una sostanza chiamata chitina che rende i funghi molto resistenti e capaci di sopportare alte temperature. Le parti del fungo Come è fatto un fungo? Micelio Il corpo di un fungo,detto micelio, è costituito da una serie di filamenti, le ife, formate da una fila aggrovigliata di cellule disposte una dietro l’altra. Il micelio si trova nascosto sotto il terreno, da cui assorbe acqua e nutrimento. Il frutto del micelio è quello che noi raccogliamo e chiamiamo impropriamente fungo e che in realtà si chiama corpo fruttifero. Il vero fungo è il micelio. Il corpo fruttifero Il corpo fruttifero è formato dal gambo su cui poggia il cappello Il cappello può essere di varie forme , di vari colori ed è ricoperto da una sostanza che può essere vellutata, vischiosa, asciutta … Anello e la volva Sul gambo ci sono altre strutture, come l’anello e la volva, involucri che racchiudono il fungo. L’anello ha il compito di proteggere le parti sotto il cappello dove si trovano le spore (seme del fungo che serve per la riproduzione) Tubuli e lamelle La parte inferiore del cappello può avere varie forme: tubuli o lamelle. I tubuli sono sottili tubicini disposti sotto il cappello sulle cui pareti si formano le spore.Danno l’aspetto spugnoso al fungo. Le lamelle sono sottili lamine disposte anch’esse sotto il cappello. Immagine tratte da Universo scienze- Fabbri editore Come si nutrono i funghi ? Come sappiamo i funghi non possiedono la clorofilla e quindi non sono in grado di costruirsi il cibo, infatti non sono autotrofi (il termine deriva dal greco” autos” se stesso, “trophia “nutrimento e significa essere in grado di fabbricarsi da soli il nutrimento). I funghi sono eterotrofi , e come gli animali, per nutrirsi devono trovare delle sostanze già pronte per essere consumate. E proprio a seconda di come si producono “il mangiare” che possiamo distinguere i funghi in: PARASSITI SAPROFITI SIMBIONTI PARASSITI : i funghi che vivono a spese di altri esseri viventi, che attaccano e danneggiano generalmente alberi, perlopiù deboli o malati a cui sottraggono il cibo fino a provocare , a volte , la morte. Sono funghi parassiti la peronospora della vite, della patata e del pomodoro e quelli che provocano la malattia del grano e la ruggine del mais. SAPROFITI : funghi che si nutrono di resti di animali e di vegetali morti come il legno e le foglie, trasformandoli di nuovo da materia organica in materia inorganica (non vivente) cioè vanno a formare humus. Vengono chiamati gli spazzini del bosco. Sono funghi saprofiti alcuni funghi a cappello , l’orecchione del pioppo, il prataiolo, l’ovolo… SIMBIONTI : funghi che stabiliscono un rapporto di reciproco vantaggio con un altro organismo, generalmente una pianta e più precisamente con le radici di questa pianta . La pianta riceve dal fungo acqua e sali minerali, mentre il fungo riceve dalla pianta le sostanze organiche prodotte dalla fotosintesi.Questa unione si chiama micorriza ( dal greco mjkè = fungo e riza = radice). Il tartufo è in simbiosi con la quercia e il porcino con il castagno. Parassiti Saprofiti Immagini tratte da Universo scienze- Fabbri editore Simbionti Il porcino con il castagno Come nasce il fungo? Scopriamo il processo che porta alla nascita dei corpi fruttiferi. I funghi si riproducono in due modi: 1) Si riproducono attraverso le spore che cadendo sul terreno in condizioni adatte di umidità e temperatura, germinano dando origine alle ife, dalle quali nasce un nuovo micelio e quindi un nuovo corpo fruttifero visibile che noi chiamiamo fungo. 2)La zona fertile che ritrova sotto il cappello del fungo, produce milioni di spore “maschili” e “femminili” le quali, giunte a maturazione , cadono e, trasportate dal vento e più raramente dall’acqua , si disperdono nel terreno. Quando la spora cade in un luogo adatto e trova le condizioni ideali di umidità germina, producendo un filamento chiamato ifa che cresce e si ramifica sotto il terreno, ma anche nel legno degli alberi, dando origine al micelio primario. Per produrre il corpo fruttifero però è necessario che il micelio maschile si unisca a un micelio femminile prodotto da un’altra spora; solo da questo incontro potrà generarsi il Micelio secondario ,che dopo una ramificazione potrà generare il corpo fruttifero, il quale ,a sua volta, produrrà altre spore. immagine tratta da internet Le famiglie dei funghi Gli studiosi hanno classificato i funghi in base a delle caratteristiche simili che presentano, formando così dei grandi gruppi chiamati scientificamente FAMIGLIE. All’interno di ogni famiglia, per essere più precisi, a ogni fungo è stato attribuito un “nome “ e un “cognome” in lingua latina, per differenziarlo ulteriormente da tutti gli altri funghi che appartengono alla stessa famiglia. Ecco alcune tra le principali famiglie dei funghi: FAMIGLIA AMANITACEE Tra i funghi commestibili più pregiati è l’ovolo buono, Amanita caesarea che appena uscita dal terreno ha il corpo fruttifero avvolto in un velo bianco, tanto da sembrare un uovo. Quando cresce, si forma un cappello di colore rosso-arancio e un gambo giallo. Talvolta questo re dei funghi commestibili può essere scambiato con il velenoso ovolo malefico l’Amanita muscaria,che appena nato gli è simile mentre da adulto presenta un cappello rosso a chiazze bianche, molto pittoresco tanto da essere il fungo preferito nelle illustrazioni dei libri di fiabe. AMANITA CAESAREA commestibile AMANITA MUSCARIA velenos AMANITA PHALLOIDES O TIGNOSA VERDE velenoso e mortale Questo fungo ha il cappello verdognolo e il gambo bianco ed è il più velenoso di tutti. FAMIGLIA DELLE BOLETACEE Vi appartengono quei funghi con un corpo fruttifero regolare, carnoso spesso di grandi dimensioni e con il gambo centrale.IL loro cappello ,nella parte inferiore, ha un aspetto spugnoso per la presenza di numerosissimi tubuli contenenti le spore. Questa zona si stacca con facilità dal cappello.Appartengono a questa famiglia i Boletus edulis che è il porcino commestibile e i Boletus satanas che è il porcino invece malefico. PORCINO COMUNE Commestibile PORCINO MALEFICO velenoso FAMIGLIA ROSSULACEE Questa famiglia contiene funghi che appartengono a due generi diversi. IL genere delle Russulacee, dal termine russulus cioè rosseggiante, e il genere Lactarius, nome che deriva dalla caratteristica di contenere al loro interno una sostanza simile al latte. In generale, tutti questi funghi hanno un corpo fruttifero a cappello che spesso si presenta leggermente bombato all’interno e possiedono lamelle contenenti spore di vario colore: bianche, gialle e ocra. La sua carne è piccante ed ha un odore gradevole un po’ mielato. Svariate specie sono commestibili altre sono tossiche e provocano avvelenamento. RUSSULA RUBRA Russula rossa Tossico LACTARIUS VELLEREUS Lattario vellutato Tossico FAMIGLIA CLAVARIACEE Clavaria da clava per la loro forma.Appartengono a questa famiglia funghi di forme estremamente variabili. I più conosciuti però possiedono un corpo fruttifero carnoso, a volte gelatinoso, che presenta perlopiù una base unica. Da questa base partono una serie di rametti suddivisi, a loro volta, in altri ancora più piccoli simili a dei “coralli”. Le spore di questi funghi sono di colore giallo ocra. La sua carne è bianca priva di odore. Le specie mangerecce di questa famiglia sono conosciute con il nome di ditola o manina. La clavaria aurea si consiglia di non consumarne in quantità eccessiva perché potrebbe avere effetti lassativi. CLAVARIA AUREA Commestibile CLAVARIA BOTRYTIS Commestibile Valore nutritivo Da questa immagine è comprensibile che il valore nutritivo dei funghi, anche se subisce delle variazioni da specie a specie, è limitatissimo in quanto è composto soprattutto da acqua e non potrebbe mai sostituire gli altri piatti a base di carne, uova, legumi …, molto più nutrienti. Il valore dei funghi è soprattutto di natura gastronomica infatti, grazie al loro odore e al loro sapore, si possono realizzare delle pietanze molto deliziose. ATTENZIONE ! I funghi possono essere molto pericolosi! Le tossine contenute nei funghi sono sostanze organiche complesse che distruggono i globuli rossi del sangue oppure agiscono sul sistema nervoso provocando tremiti ,aumento o diminuzione battito cardiaco e delirio. Possono causare problemi sul sistema digerente, attaccando il fegato e provocando gravi disturbi (nausea e diarrea) e, in alcuni casi, la morte. Queste sostanze velenose vengono divise in due categorie : VELENI TERMOLABILI cioè eliminabili con la cottura, e i VELENI TERMOSTABILI cioè ineliminabili. Per difendersi dai rischi d’intossicazione da funghi bisogna, prima di tutto, non fidarsi mai di raccoglitori dilettanti che sostengono di conoscere i funghi. Gli unici autorizzati a distinguere i funghi buoni dai cattivi sono i micologi, esperti di funghi che si trovano nelle strutture sanitarie. Oggi per raccogliere funghi in Italia bisogna aver ottenuto uno speciale patentino dopo aver seguito un corso e sostenuto un esame. I TUBERI Il tubero è un organo sotterraneo di alcune piante, che si forma per ingrossamento del fusto, delle redici o delle foglie.Il principale scopo dei tuberi è quello di accumulare sostanze di riserva come l’amido e lo zucchero che servono ad assicurare la sopravvivenza delle piante durante l’inverno. Possiamo distinguere i tuberi in : • tuberi selvatici commestibili come le erbe selvatiche (finocchi, il dente di leone o tarassaco, cicoria…) • ciclamini … • tartufo Il tubero è formato dalle radici che avvolgono il tubero stesso (bulbo); dal fusto diviso in due parti: una parte interrata di forma sferica e una parte esterna che è rappresentata dal fiore più o meno semplice Finocchio selvatico Cicoria Tarassaco Ciclamini IL TARASSACO . IL tarassaco o il dente da leone è una delle più comuni erbe spontanee in Italia. E’ inconfondibile con le sue foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli, simili a margherite, e soprattutto i grandi “pompon” pieni di semi che i bambini si divertono a soffiare. Il tarassaco cresce spontaneo in Italia ed è di facile coltivazione; benché reperibile in commercio, i semi si possono facilmente recuperare anche da una pianta selvatica. Si propaga non solo attraverso i semi trasportati dal vento, ma anche attraverso la potente radice che se si decide di estirparlo, occorre fare grande attenzione a estrarre l’intera radice, o la pianta tornerà a germinare anche da un minuscolo frammento. Come raccoglierlo Del tarassaco si possono raccogliere le sole foglie tenere, i fiori o la radice. Proprietà Ben note sono le proprietà medicinali del tarassaco ( il suo nome deriva dal greco “rimedio” guarigione): ha proprietà digestive, antinfiammatorie e depurative soprattutto per il fegato. Le foglie sono ricche di vitamine A, B,C e D, nonché di sali minerali come il ferro, potassio e zinco. Me è soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi. Il suo lattice bianco è un rimedio tradizionale per le verruche. In cucina Le foglie giovani del tarassaco si possono aggiungere a insalate e panini, mentre tutte le foglie sono adatte a preparare le minestre e frittate. I fiori sono tradizionalmente usati per fare un tipo di vino e i boccioli sott’aceto vengono consumati come capperi. Le foglie fresche sono utilizzate nell’alimentazione dei conigli. LA CICORIA La cicoria viene definita come una pianta erbacea perenne ed è riconoscibile per la presenza di fiori color celeste ed è stata utilizzata fin dall’antichità dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per via delle sue proprietà benefiche. L’altezza massima della cicoria può superare il metro e mezzo. La radice è la parte più utilizzata a scopo medicinale e contiene sostanze zuccherine e amare. Inoltre contiene potassio, calcio e ferro e vitamine. IL FINOCCHIO SELVATICO Pianta erbacea perenne con fusto eretto, ramificato e i fiori sono gialli riuniti in ampi ombrelli. In Italia è diffusa particolarmente lungo le zone costiere, dal piano ai 1000 metri. Le foglie vanno utilizzate fresche e, dopo averle essiccate all’ombra, vanno battute delicatamente per raccogliere i frutti maturi (semi). Proprietà terapeutiche Il finocchio è depurativo Uso in cucina I semi si abbinano alla porchetta e alla carne grassa. Le foglie si usano nelle insalate, piatti di pesce, salse e aceti. Finocchio selvatico I CICLAMINI pianta tuberosa a foglie caduche , originaria dell’Europa centrale ed orientale e del Medio Oriente. Il piccolo tubero appiattito produce alcune foglie tondeggianti o cuoriformi, di colore verde scuro, con zonature argentee, sono invece rossastre sulla pagina inferiore; dall’autunno inoltrato fino alla primavera producono sottili fusti rossastri, su cui sboccia un singolo fiore nei toni del rosa e del rosso, o anche bianco candido, spesso con occhio di colore contrastante. Quando i fiori appassiscono si forma una capsula contenente numerosi semi fertili; ogni tubero produce alcune foglie e numerosi fiori, per un periodo di tempo abbastanza prolungato. I semi sono fertili, quindi nell’arco degli anni si producono nuove piante, e nuovi tuberi; in questo modo si costituiscono vere e proprie colonie tappezzanti, molto decorative anche se non in fiore. Con l’aumentare della temperatura il fogliame si dissecca e durante i mesi più caldi dell’anno i tuberi vanno in riposo vegetativo. Esposizione questi piccoli fiori prediligono le posizioni ombreggiate ; non temono il freddo, mentre temono i luoghi aridi e molto caldi; durante i mesi caldi è consigliabile ricoprire il terreno con fogliame, in modo da mantenerne il terreno fresco e leggermente umido, non troppo esposto alla calura. Terreno prediligono un terreno fresco e profondo, abbastanza ricco di materia organica e di elementi nutritivi. Si possono coltivare anche in vaso, ricordando di dissotterrare i tuberi periodicamente e di spostare i tuberi piccoli in contenitore singolo. I tuberi di ciclamino vanno interrati per 3-5 centimetri, lasciando tra i tuberi uno spazio di 8-15 cm. Moltiplicazione in primavera inoltrata è possibile dissotterrare i tuberi e dividete i piccoli tuberi da quelli più grandi, in modo che si sviluppino al meglio; i ciclamini producono sementi fertili, che si sviluppano rapidamente se trovano un terreno fresco ed umido. Ciclamino dei boschi - Cyclamen coum la principale causa di sofferenza per i ciclamini e l’acqua: durante i mesi freschi un terreno spesso inzuppato d’acqua favorisce lo sviluppo di marciumi, durante l’estate invece la siccità può provocare anche il completo disseccamento dei tuberi. Immagini tratte da internet I TARTUFI I Tartufi appartengono alla famiglia Tuberaceae (tuberi) con il corpo fruttifero sotterraneo , e crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni alberi, in particolare querce e lecci con i quali stabiliscono un rapporto simbiotico (cioè la pianta riceve dal fungo acqua e sali minerali ,mentre il fungo riceve dalla pianta sostanze organiche prodotte dalla fotosintesi). Il tartufo viene individuato con l’aiuto dei cani e raccolto a mano. E’ un alimento estremamente pregiato e ricercato, molto costoso. Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta e ha lo scopo di attirare gli animali selvatici (maiale,cinghiale,tasso, ghiro, volpe). I MUSCHI Caratteristiche del muschio. Siamo abituati a vederlo in presepi o ad immaginarlo in sottoboschi ombrosi. Ma il muschio è una pianta ricca di sorprese. Oltre a quell’aspetto ordinato e soffice, è una pianta molto resistente, che permette una varietà molteplice di applicazioni. Pioniere, insieme a molte altre specie, di quel che fu la terra alle origini, il muschio appartiene alla folta famiglia delle Briofite, ovvero più di 23 mila piante, suddivise in tre classi, dallo sviluppo evolutivo differente. Nel muschio non vi sono fiori, frutti e semi, ma solo alcuni piccoli fusti che presentano un filamento con un rigonfiamento, detto sporogonio, che contiene le spore. Quando sono mature, queste cadono a terra e germinano, producendo dei piccoli filamenti verdi che produrranno a loro volta i veri e propri elementi sessuali maschili e femminili. I muschi sono piccoli vegetali molto primitivi, che crescono in luoghi umidi, sul terreno, sulle rocce e sulla corteccia degli alberi, di solito sulle parti esposte a nord. Essi formano lo strato più basso della vegetazione boschiva, sono provvisti di clorofilla. La loro riproduzione avviene per mezzo di spore* contenute in una caratteristica capsula (urna), chiusa da un opercolo e sostenuta da un peduncolo (seta). Costituiscono un microambiente che offre cibo e rifugio a minuscoli organismi, come alghe, insetti terricoli, piccole chiocciole e licheni. Il muschio infatti non ha radici vere e proprie, ma solo quelle per aderire al substrato, ovvero ancoranti e temporanee. Non è considerato un parassita perché ha radici poco sviluppate, che non danneggiano la corteccia, però può ospitare numerosi parassiti, che vi trovano un ambiente ideale per riprodursi e nascondersi dai predatori. Diventa un problema invece quando si diffonde su un prato, perché essendo una pianta tappezzante, tende a coprire ogni area, soffocando le altre erbe. L’infestazione è favorita da eccessi di acqua, che possono essere ridotti con un drenaggio. Il muschio comunque svolge un’azione importante anche sul contesto in cui cresce. In natura infatti, permette una maggiore protezione del terreno in cui è radicato, perché rallenta la velocità e la forza dilavante dell’acqua piovana, favorendone anche l’assorbimento progressivo, poiché funge da spugna. *SPORE: cellule riproduttrici che germinando producono un nuovo individuo. Ecologia e distribuzione Requisito fondamentale per la crescita dei muschi è la presenza di acqua o comunque di condizioni di umidità per lunghi periodi. Per la crescita necessitano inoltre di un substrato di crescita relativamente stabile, di un'adeguata esposizione al sole e di una temperature favorevole. Molti muschi comunque riescono a sopravvivere a periodi di siccità o congelamento attraverso un meccanismo non ancora chiaramente compreso. I muschi crescono preferibilmente nel terreno, spesso sui resti di loro precedenti generazioni o di altre piante, ma anche sulle rocce nude e negli ambienti acquatici. Alcuni muschi crescono su resti di animali in decomposizione, sulla superficie delle foglie, nelle saline, alla base di ciottoli di quarzo o in ambienti ricchi di rame. Alcune specie sono cosmopolite*, molte crescono in zone limitate. Le briofite sono distribuite in tutto il mondo: uniche eccezioni le regioni aride, dove però possono crescere in microambienti umidi, e gli ambienti con acqua salata. Le briofite sono più abbondanti nelle regioni con clima costantemente umido, regioni tropicali e subtropicali; nelle regioni artiche o alpine si possono formare tappeti molto estesi che influenzano la tipologia di vegetazione e le sue dinamiche. *SPECIE COSMOPOLITA: che cresce ovunque. Produzione del muschio La semina del muschio è un’operazione nel complesso molto semplice, anche se in realtà non si tratta di una vera e propria semina, ma di una riproduzione vegetativa, che non richiede grandi conoscenze di florovivaismo. I LICHENI Caratteristiche dei licheni. I licheni sono organismi molto particolari: essi sono importanti costituenti della vegetazione di molti ecosistemi, e alcune specie riescono a vivere in condizioni ambientali decisamente proibitive, ad esempio nel deserto o in alta montagna, ma non è necessario andare lontano per trovarli; generalmente basta osservare con attenzione i tronchi degli alberi o i muretti ai lati delle strade, per notare delle macchie di vari colori (grigio, verde, giallo), forme (croste, foglioline, cespugli in miniatura) e dimensioni (talvolta anche notevoli), diverse dai muschi e diverse da qualsiasi altro organismo. I Licheni sono particolari organismi nati dalla simbiosi di un fungo e di un’alga che, collaborando nello svolgimento delle funzioni metaboliche, riescono a sopravvivere in ambienti in cui da soli non riuscirebbero a crescere. Sono organismi originati da una associazione tra funghi ed alghe in cui i due componenti traggono reciproco vantaggio. I funghi forniscono acqua e sali minerali, garantendo all’alga un ambiente di crescita favorevole, e ricevono in cambio le sostanze organiche nutrienti, come ad esempio gli zuccheri, che l'alga produce grazie alla fotosintesi clorofilliana. Tale rapporto permette ai licheni di crescere in un’ampia varietà di ambienti non colonizzabili dai due partner isolati (rocce, cortecce, suolo, ma anche muri di cemento, statue, tegole, vetrate), ma le condizioni che spesso si verificano nelle città sono troppo estreme anche per loro. Il corpo del lichene (tallo) assume una forma e delle proprietà profondamente diverse rispetto a quelle dei singoli organismi che lo compongono. Esistono tre diverse forme di crescita: • LICHENI CROSTOSI O ENDOLITICI, sono particolari forme di licheni che crescono nella pietra calcarea, rimanendo visibili solamente nella loro parte superficiale. Tutto il corpo del lichene, chiamato tallo, ha colorazioni poco appariscenti, dal bianco al grigio scuro, salvo rare eccezioni vistosamente colorate in rosa o azzurro o giallo. Per individuare la loro presenza, oltre che avere un occhio esercitato, basta cercare sulla superficie delle pietre dei dischetti neri o colorati (arancio, rosso mattone, bruno, azzurro), di un millimetro circa di diametro, alcuni dei quali producono delle microscopiche forature nella roccia che viste con la lente d’ingrandimento possono sembrare dei piccoli crateri. I licheni endolitici sono molto più diffusi di quanto si possa immaginare, soprattutto nei luoghi umidi sui massi isolati nelle radure o ai margini del bosco, sulle rocce all’imbocco di cavità naturali o sui muretti a secco. Alcune specie che tollerano l’esposizione ad intensità luminose maggiori, si trovano anche sui sassi dei ghiaioni esposti al sole, creando curiose macchie colorate che spiccano fra il bianco accecante dei sassi. • LICHENI FOGLIOSI, che possono crescere su qualsiasi superficie. Si presentano fissati ad un supporto che può essere la nuda roccia o una corteccia, ma accade di ritrovarli anche sulle tegole di vecchi tetti, sulle rocce calcarenitiche, sui tronchi di alberi e arbusti spontanei e sui rami di mandorlo, fico e pero. • LICHENI FRUTICOSI O CESPUGLIOSI, che pendono dai rami e dai tronchi degli alberi o crescono sulle ceppaie più vecchie, formando cespuglietti rigidi e molto ramificati, alti alcuni centimetri e di colore grigio bruno. I più appariscenti e i più frequenti nei boschi montani sono proprio i fruticosi, noti anche come barbe di bosco. Alcune specie sono commestibili e rappresentano soprattutto durante l’inverno un’utile integrazione nella dieta di molti ungulati. Le sostanze licheniche vengono anche usate dall'uomo, come ad esempio: • coloranti tessili; • usi alimentari; • cosmetici; • antimicrobici; • antivirali; • antifungini; • antimutageni e antitumorali; • fotoprotettivi. La sensibilità agli inquinanti e la capacità di assorbire sostanze dall'atmosfera, li rende ottimi indicatori della qualità dell’aria, in quanto assorbono le sostanze a loro necessarie direttamente dall'atmosfera e, grazie alle loro capacità di assorbimento, sono in grado di accumulare una grande quantità di metalli dispersi nell'aria. La concentrazione di questi metalli viene determinata analizzando i talli dei licheni. I licheni vennero utilizzati da quasi tutte le popolazioni dell’antichità soprattutto come risorsa d’emergenza in caso di carestia (es. succedanei* della farina di cereali). I licheni vengono anche impiegati come additivi nell’industria profumiera e cosmetica. *SUCCEDANEO: sostituto. LE PIANTE SELVATICHE PUNGITOPO Famiglia : Nome scientifico : Nome locale : Inglese : LILIACEAE RUSCUS ACULEATUS RUSTOLES BUTCHER’S BROOM Portamento : è una pianta sempreverde, caratterizzata da numerose spine e forma dei cespugli molto intricati. Radice : radici legnose. Fusto : turioni che assumono portamento eretto e rigido, alti anche un metro di colore molto scuro. Foglie : le vere foglie non sono visibili nella parte aerea della pianta in quanto sono delle piccole squame che avvolgono la parte sotterranea del fusto e sono di colore rossastro - bianco. Fiori : di solito compaiono a partire dal mese di febbraio fino a giugno. Frutto : è una bacca di colore rosso vivo e contiene uno - due semi. Propagazione – riproduzione : per seme. CURIOSITA’ Del pungitopo si utilizza il rizoma che va raccolto in autunno o all’inizio della primavera, prima della comparsa dei turioni. Va ripulito dalla terra e quindi tagliato e fatto essiccare al sole o in stufa e conservato in sacchetti di carta. Il rizoma può essere utilizzato per uso interno come tintura da bere per le infezioni delle vie urinarie; come decotto e come diuretico. Gli antichi romani usavano il pungitopo come talismano perchè credevano che piantandolo intorno alla casa allontanasse i malefici. Poiché in molte regioni il pungitopo è considerato simbolo di buon augurio, specialmente durante il periodo natalizio, la sua raccolta indiscriminata ha fatto si che sia diventata una specie protetta in molte regioni italiane. PUNGITPO ORTICA Il nome ortica deriva dal latino “urere = bruciare” Famiglia : URTICACEAE Nome scientifico : URTICA DIOICA –URTICA URENS Nome locale : ORTIA Inglese : NETTLE Portamento : piante erbacee annuali o perenni, alte dai 50 ai 150 cm che nascono spontanee ovunque. Radice : rizomatosa, strisciante, provvista di numerose radichette. Fusto : eretto quadrangolare a sezione Foglie : ovali – cuoriformi, provviste di picciolo con i margini dentati e ricoperte da numerosi peli urticanti. Fiori : sono piccoli e poco appariscenti , di colore verdastro , riuniti in lunghe spighette che compaiono da giugno a ottobre. Frutto : è un achenio che contiene un solo seme. Propagazione – riproduzione : per seme. CURIOSITA’ Esiste una specie chiamata Ortica bianca che in realtà non è un’ ortica , pur essendo una pianta ricoperta di peli non è urticante e non possiede le proprietà terapeutiche , anzi se ne sconsiglia l’uso in quanto pare che contenga amine. L’ortica è tra le piante selvatiche sicuramente la più attrezzata. Sia l’Urtica dioica che l’Urtica urens sono utilizzate per le loro proprietà. E’ una pianta ricca di vitamina C, clorofilla, Sali minerali ( silicio, ferro, calcio, manganese e potassio). Dell’ortica si utilizzano tutte le parti della pianta, finchè è giovane, eccetto i semi. Le foglie possono essere raccolte tutto l’anno, meglio se in primavera – estate. Il rizoma e le radici vanno raccolti in autunno. Per raccogliere l’ortica bisogna munirsi di guanti in quanto i suoi peli urticanti penetrano molto facilmente nella pelle dando una sensazione di prurito che però scompare dopo pochi minuti. Le parti di questa pianta possono essere usate come decotto, come succo, come infuso, come sciroppo, per le minestre o i risotti e le frittate. In molte tradizioni popolari si crede che una pianta di ortica allontani i fulmini se gettata nel focolare. In passato dai fusti delle piante di ortica si ricavavano fibre tessili praticamente indistruttibili, simili alla canapa. Questa pratica è ancora diffusa in alcune popolazioni della Siberia Occidentale. Inoltre è un ottimo colorante per i tessuti delicati quali la lana (le foglie tingono di verde mentre le radici di giallo). Dell’ortica si utilizzano tutte le parti della pianta, finchè è giovane, eccetto i semi. Le foglie possono essere raccolte tutto l’anno, meglio se in primavera – estate. Il rizoma e le radici vanno raccolti in autunno. Per raccogliere l’ortica bisogna munirsi di guanti in quanto i suoi peli urticanti penetrano molto facilmente nella pelle dando una sensazione di prurito che però scompare dopo pochi minuti. Le parti di questa pianta possono essere usate come decotto, come succo, come infuso, come sciroppo, per le minestre o i risotti e le frittate. In molte tradizioni popolari si crede che una pianta di ortica allontani i fulmini se gettata nel focolare. In passato dai fusti delle piante di ortica si ricavavano fibre tessili praticamente indistruttibili, simili alla canapa. Questa pratica è ancora diffusa in alcune popolazioni della Siberia Occidentale. Inoltre è un ottimo colorante per i tessuti delicati quali la lana (le foglie tingono di verde mentre le radici di giallo). ORTICA LE FELCI Famiglia Nome scientifico Nome locale Nome inglese : POLYPODIACEAE : DRYOPTERIS FILIX-MAS : FELET (friulano) : FERN La classe delle felci è ricca di piante dalle forme eleganti e leggiadre. Presentano foglie ampie e finemente suddivise , che ricordano le penne degli uccelli, dette fronde. Amano l’ombra e l’umidità e si trovano in tutte le regioni della Terra, sopratutto nei tropici. Qui vivono sia forme nane di pochi millimetri, sia felci arboree alte fino a 20 metri. Nelle nostre zone vive la “felce maschio”, usata come pianta medicinale, la “felce reale”, grande e maestosa, la “lingua cervina” e la “ruta di muro”, una piccola felce che vive aderente ai vecchi muri o ai tronchi. Qualche volta capita di vedere la superficie di piccoli stagni o di fontane poco curate ricoperte da un tappeto di minuscole foglioline lobate, di solito si tratta della “felce marsilea” detta anche quadrifoglio acquatico, che fa parte delle ormai felci acquatiche. Le felci sono piante cormofite : sono costituite da un fusto, da radici e foglie e sono le prime piante terrestri ad avere un sistema di trasporto dei fluidi potendo così crescere in altezza. Sono sprovviste di organi di riproduzione, cioè dei fiori. Per riprodursi producono delle spore ben visibili sulla pagina inferiore delle foglie. IMPORTANZA STORICA DELLE FELCI Piante del tipo delle felci, però molto più grandi, coprirono immense estensioni di terreno in passate epoche geologiche. Rimaste sepolte, in seguito ai movimenti di assestamento del nostro pianeta, sotto vari strati di terreo, esse formarono, insieme con altri resti vegetali, giacimenti di carbone. Da queste piante, inoltre, attraverso un processo evolutivo, si formarono le piante con fiori, le quali fecero la loro apparizione sulla terra quando le felci esistevano già da moltissimo tempo. Le felci più primitive risalgono al Giurassico. Le specie viventi sono circa 10.000 LE FELCI ANIMALI DEL SOTTOBOSCO La donnola Il moscardino Il picchio Il ramarro Il pettirosso Il tordo bottaccio La cinciallegra Il fringuello Manufatti realizzati dalle cl. 3^-4^-5^ Escursioni nei colli di Giais Escursione a Tarvisio Hanno collaborato alla realizzazione del progetto: “Dentro il bosco, più e più” Gli insegnanti del plesso di Giais: Brocca Marisa Rosa Gastaldo Germana Luce Angela Astolfi Laura Basso Luca Stefano Sacco Cinzia Gli alunni classi 3^-4^-5^- Giais Si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità: l’ins. Boschian Bailo Renzo che ci ha accompagnato durante le escursioni sul territorio di Giais.
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