Isa nel business oro, la diocesi dice no Claudio Puerari (foto), classe 1953, cremonese naturalizzato comasco, ex direttore generale della Banca di Trento e Bolzano, è stato nominato economo diocesano - o meglio direttore dell'ufficio per gli affari economici della Diocesi di Trento nella primavera 2010, per 5 anni, al posto di Renato Gislimberti. Siede nei cda di Btb e Isa, Bankitalia l'ha anche nominato commissario della dissestata Mantovabanca di Asola. PAOLO GREZZI TRENTO -1 piumini per i fighetti della neve? Nìhìl obstat, soprattutto se la cessione delle q u o t e Moncler frutta ad Isa una ventina di milioni. Vanno bene anche gli agiati ozi dei clienti dei resort del lusso sulle favolose coste sarde (leggi: Chia Laguna, 60 milioni investiti con il Fondo Cosimo I di Castello sgr). Nulla da eccepire sugli investimenti nelle lasagne bolognesi già pronte (Gustosi di Baitoni di Storo) e nei cosmetici (Chromavis, via il primo fondo immobiliare di Progressio sgr): entrambi necessari, a loro modo, p e r c h é mangiare e sfoggiare un look gradevole sono diritti universali dei cittadini-consumatori. Undicesimo: non speculare. Ma speculare su chi vende oro usato, e magari ci è costretto - strangolato dalla crisi - è troppo per una finanziaria di matrice saldamente cattolica. Almeno così la pensa l'Arcidiocesi di Trento, principale socio dell'Isa (controllata al 56% da vari enti ecclesiastici), che ha dato un informale, ma inequivocabile p a r e r e negativo all'operazione che il fondo Progressio Investimenti II, avviato da Progressio sgr, guidata dallo stesso Giorgio Franceschi che amministra l'Isa, sta valut a n d o per l'eventuale acquisizione (con 50 degli oltre 150 milioni del va- 4, wm I Il edadi Isa: in carica fino al 2013, è presieduto dall'ottantenne notaio della Val Camonica Giuseppe Camadini (foto), è un mix trentinsudtirolesé-lombardo-veneto. Vice è Cesare Chierzi, ad Giorgio Franceschi, consiglieri Michael Paul Atzwanger, Franco Bólner, Massimo Silvio Cincera, Karl Heinz Erckert, Mario Marangoni, Paolo Marega, Giovanni Pegoretti, Claudio Puerari, Bruno Tosoni, Enrico Zobele. lore) della catena dei negozi di acquisto dell'oro usato «Orocash». Il parrucchiere e monsignor Tisi. La notizia dell'interessamento di una società finanziaria di orbita Isa alla catena delle catenine - pubblicata prima dal s e t t i m a n a l e e c o n o m i c o «Il Mondo» e poi sviluppata dall'Adige ha creato sconcerto e irritazione neambienti di Curia. Tanto che, quano un fedele della parrocchia di S.Antonio ha espresso il proprio disappunto di credente sull'Adige (si veda il retroscena a destra), il vicario generale monsignor Lauro Tisi si è affrettato a invitarlo a un dialogo franco e senza opacità sugli investimenti finanziari della Chiesa tridentina. Non solo: la questione sarà posta all'attenzione della s e d u t a del Consiglio presbiterale diocesano convocata a gennaio. Miniera o terreno minato? Insomma, un piccolo t e r r e m o t o su una semplice ipotesi di investimento: a riprova che è materia sensibile, soprattutto in tempo di crisi e di sacrifici. Ovvio che Franceschi all'Isa fa soltanto il suo mestiere di investitore finanziario prudentemente dinamico, ma ci sono terreni dove il solo avventurarsi per valutare un affare è considerato già troppo dagli azionisti cattolici di riferimento dell'Isa. «No comment» dice Giorgio Franceschi. «No comment», gli fa eco ['«economo» diocesano Claudio Puerari. Ma è chiaro che tra i due non c'è unanimità di vedute sull'argomento. «Due diligence» in corso. L'ipotesi per ora è ancora aperta, è in corso la due diligence, la perizia sul valore dell'operazione per l'acquisizione (ipotizzata entro fine gennaio) della catena «Orocash», 400 negozi in Italia, di cui 7 in regione (a Trento, Rovereto, Arco, Cles, Borgo, Bolzano e Merano) e 50 in Spagna). «Orocash» è controllata dalla Handle Italia di Giuseppe e Marco Agostoni e Piergiorgio Biella. I negozi sono in parte in gestione diretta, in parte in franchising. Dovrebbe chiudere il 2011 con ricavi attorno ai 170 milioni, +40% sul 2010, e un margine lordo di 25 min: la catena potrebbe valere più di 150 milioni. I marchi di Progressio. I manager di Progressio sgr (il 51% è loro, cioè PTeam, 22% Fondazione Caritro, 12% Isa, 15% Mittel, a sua volta partecipata da Isa e Fondazione) Guido De Vivo e Filippo Gaggini trattano - col fondo Investimenti II - insieme a Hirsch &Co. per entrare in Handle Italia (che controlla «Orocash») col 70% diviso a metà. Con il fondo Investimenti I, Progressio tra l'altro ha puntato (felicemente) su Moncler e sui marchi di casualwear-sportswear di alta gamma (tra cui Henry Cotton's e Marina Yachting), e detiene la maggioranza di Chromavis, secondo operatore internazionale nella creazione di cosmetici, pgh
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