Centro Studi C.N.I. - 19 febbraio 2014 INDICE RASSEGNA STAMPA Centro Studi C.N.I. - 19 febbraio 2014 MERCATO DELLE COSTRUZIONI Sole 24 Ore 19/02/14 P. 36 Senza edilizia non ripartono domanda interna e lavoro Lorenzo Bellicini 1 Dallo sblocca-cantieri opere per 5 miliardi Alessandro Arona 2 19/02/14 P. 19 Processo con tutele per la radiazione Patrizia Maciocchi 3 20/02/14 P. 13 Avvocati delle proprie cause perse Alessandro De Nicola 4 OPERE PUBBLICHE Sole 24 Ore 19/02/14 P. 36 DEONTOLOGIA PROFESSIONI Sole 24 Ore AVVOCATI Espresso AGENZIA DIGITALE Sole 24 Ore 19/02/14 P. 8 A regime l'agenzia per l'Italia digitale 5 19/02/14 P. 34 L'Università forma i geologi del petrolio 6 FORMAZIONE Sole 24 Ore PATTO DI STABILITÀ Sole 24 Ore 19/02/14 P. 16 Unioni comunali, vincoli rinviati Patrizia Ruffini 7 19/02/14 P. 34 Fermata la ricerca sulle acque Luigia Ierace 8 19/02/14 P. 18 Sistri, «doppio binario» più lungo Paola Ficco 9 19/02/14 P. 29 Equipollenza, l'Ue non molla Benedetta Pacelli 10 Sole 24 Ore 19/02/14 P. 15 Fotovoltaico, obbligo di Catasto Gian Paolo Tosoni 11 Sole 24 Ore 19/02/14 P. 15 Piccoli impianti senza vincoli Antonio Iovine 13 Valentina Errante 14 AMBIENTE Sole 24 Ore SISTRI Sole 24 Ore COMMERCIALISTI Italia Oggi FOTOVOLTAICO PREVIDENZA PROFESSIONISTI Messaggero 19/02/14 P. 15 In derivati i soldi delle pensioni dei medici: persi 250 milioni Sole 24 Ore 19/02/14 P. 19 Per le Casse dismissioni senza vincoli 15 19/02/14 P. 28 Medici, integrativa senza costi 16 MEDICI Italia Oggi Indice Rassegna Stampa Pagina I I NTERVENTO Senza edilizia non ripartono domanda interna e lavoro di Lorenzo Bellicini a crisi che il nostro paese sta vivendo è una crisi di "domanda interna e di lavoro. La domanda che qui pongo è se può ripartire veramente la domanda interna, se può ripartire il lavoro, senza che ripartano il settore delle costruzioni e l'immobiliare. La nostra convinzione è che senza questi due settori la domanda interna non ripartirà facilmente.A sostegno di questa convinzione potremmo portare vari elementi, ma qui basta un fatto statistico oggettivo. La crisi di reddito è generata dalla pesantissima crisi del lavoro: come ci racconta l'Istat, i disoccupati in Italia sono ormai 3,2 milioni. La disoccupazione è l'esito di due dinamiche: da un lato si riducono i posti di lavoro di chi già lavorava; dall'altro non si creano posti di lavoro per la nuova domanda. Tra il terzo trimestre del 20o8 e il terzo trimestre del 2013 si sono persi in Italia 1.118.ooo di posti di lavoro (nel 2008 gli occupati erano 23,5 milioni nel 2013, sono scesi a 22,4): di questi ben 430.000 posti di lavoro si sono persi nel settore delle costruzioni, che è passato dagli oltre due milioni di occupati del 2008 ai a 1.574.000 del 2013. La caduta occupazionale ha interessato tutti i settori di attività economica: l'agricoltura ha perso 8o.ooo occupati, i servizi ne hanno perso 71.000, ma in particolare oltre al settore delle costruzioni, la crisi occupazionale ha colpito l'industria in senso stretto dove si sono persi 536.000 posti di lavore. In termini percentuali le costruzioni hanno perso il 21,5% degli occupati pre-crisi, l'industria in senso stretto ilio,6°i0, l'agricoltura l'8,9% e i servizi lo o,5° o. Ma c'è da dire che l'analisi delle tavole input-output ci dice che le industrie che lavora- Mercato delle costruzioni no per il settore delle costruzioni sono molte, e possiamo stimare prudenzialmente che dei 536.000 occupati persi nell'industria, almeno 200.000 lavoravano nell'indotto delle costruzioni. La stessa crisi dei servizi ha poi a che fare con il settore delle costruzioni e con l'immobiliare, basti pensare ai progettisti, agli agenti immobiliari, all'attività dei notai o alla distribuzione di materiali edilizi, sistemi e componenti utilizzati in edilizia. In sostanza si può sostenere, prudenzialmente, che più della metà della perdita di posti di lavoro è dovuta al settore delle costruzioni e all'immobiliare. Nessun settore economico, nonostante i timidi segnali degli ultimi mesi nel comparto agricolo e in quello industriale stretto, sembra essere in grado di coprire questo vuoto rapidamente. Potrebbe invece farlo il settore delle costruzioni con una azione di rilancio degli investimenti basata sui lavori pubblici. È vero che gli incentivi fiscali perle ristrutturazioni stanno procedendo risultati interessanti, manonbastano. Tra 2006 e 2013, considerando anche gli investimenti in fonti energetiche rinnovabili, in Italia si sono persi avalori costanti 36 miliardi di euro; Dinamica degli occupati Settori di attività economica, variazione % 2008/2013 Agricoltura -8.9 - ------------------- Industria Costruzioni -10,6 -21,5 ------------------- Servizi -0.5 Fonte: elab. Cresme su dati Istat 1 nel settore tradizionale delle costruzioni, quindi senza le fonti energetiche rinnovabili, la caduta degli investimenti è stata, avalori costanti, di 51 miliardi di euro. In breve per rilanciare l'occupazione nel settore delle costruzioni servono almeno 30 miliardi di euro in tre anni: lo miliardi di euro all'anno in più di quello che è previsto dai programmi di spesa. In questo modo le costruzioni tornerebbero a crescere quasi del 3%io nel primo anno, la crescita occupazionale sarebbe di 130.000 occupati. L'investimento sarebbe quanto mai produttivo perché potrebbe realizzarsi in un momento in cui sta per arrestarsi la caduta, e quindi si potrebbe produrre un effetto assai importante di accelerazione e fiducia che agisce positivamente sulla timidezza dei segnali di ripresa. Inoltre l'investimento può non essere un semplice sostegno al settore, dato che nel paese vi sono priorità urgenti sulle quali si deve agire: il territorio e la sua salvaguardia, le scuole e gli ospedali da mettere in sicurezza antisismica, il patrimonio pubblico da efficientare energeticamente, nuovi programmi di rigenerazione urbana che siano in grado di moltiplicare i fondi strutturali europei e risorse private, sono tutte priorità per il paese. Non è possibile? Non ci sono le risorse? Un solo esempio: tra 2009 e 2012, nel pieno della crisi, sono stati investiti, perché sostenuti dagli incentivi, 66 miliardi di euro nel settore fotovoltaico, buona parte dei quali sono serviti ad acquistare pannelli stranieri a un costo superiore anche del 7000 a quello attuale. Sul latte versato non si può piangere, ma si possono fare i conti bene su quello che si può fare ora. Direttore Cresme 0 R]PRODOZ]ON E RISERVATA Pagina 1 j. Al via Tem, Pedemontana, Agrigento-Caltanissetta, piani Anas e Rfi Dallo sblocca - cantieri opere per 5 miliardi Obiettivi raggiunti al 100% dove il «decreto del fare» prevedeva scadenze Alessandro Arona Le scadenze "penalarevoca dei fondi" fissate per le infrastrutture in attuazione del decreto Fare (69/2013) hanno raggiunto nelloo0io dei casi gli obiettivi sblocca-cantieri che si prefiggevano (l'inchiesta completa sul sito di «Edilizia e Territorio»). Entro il 31 dicembre è stato firmato tra la concessionaria e le banche il closing (finanziamento) della Tem, la nuova tangenziale est di Milano, opera da 2,1 miliardi di euro finanziata per 330 milioni di euro conil D1Fare; e sempre entro fine anno la Regione Veneto ha approvato tutti i progetti esecutivi per le Pedemontana, project financing da 2,25 miliardi, come prescritto per ottenere i 370 milioni di euro in più dallo Stato. Opere pubbliche Ma nel decreto Lupi del 18 luglio 2013, che ha assegnato 1.478 dei 2.819 milioni sbloccati dal Dl 69 per le infrastrutture, non c'erano solo maxi opere. Alla scadenza del 31 dicembre sono state appaltate per il70°o delvalore le piccole opere di ammodernamento dei pianiAnas (300 milioni) e Rfi (Rete ferroviaria italiana, 361 milioni). E i target sono stati infine centrati per il secondo lotto della superstrada Anas Agrigento-Caltanissetta (finanziata per i 9o milioni mancanti su 770 purché i cantieri, all'1°io di Sal, raggiungessero il 1o%). Niente da fare, invece, ma si trattava solo di 27 milioni su 1.478, e non per infrastrutture bensì per l'acquisto di treni, per la ferrovia Aosta-Ivrea-Chivasso: la Regione Valle d'Aosta non è riuscita ad aggiudicare la gara entro il 31 dicembre, e ora rischia la revoca. Con il sistema della scadenzatagliola il Decreto Fare ha prodotto finora effetti rapidi, oltre che per i 1.478 milioni (meno 27 milioni) del Dm Lupi di luglio, anche per i 15o milioni del Piano scuole e i 6o per il Quadrilatero stradale Marche-Umbria. Nel primo caso era lo stesso D169 a fissare la scadenza del 28 febbraio per l'affidamento dei lavori, scadenza che sarà rispettata, salvo nelle quattro regioni (Veneto, Abruzzo, Campania e Puglia) dove i ricorsi al Tar hanno costretto il governo (Dl Milleproroghe) a concedere quattro mesi in più. Nel caso Quadrilatero (6o milioni per il sub-lotto 2.1) è stato il Cipe afissare il termine del 31 dicembre per arrivare a19o°io dei lavori: obiettivo raggiunto. Effetto immediato hanno prodotto anche l'ok ad appaltare subito il piano sicurezza Rfi (300 milioni, tutto affidato alle imprese) e i 91 milioni a Strade dei Parchi per le complanari della A24 (cantieri accelerati). In sostanza, dunque, gli obiettivi sblocca-cantieri sono stati raggiunti per due miliardi di finanziamento su 2,8, e questo ha consentito di sbloccare opere per 5,5 miliardi. In particolare è stata data certezza (aggiungendo risorse pubbliche per 700 mi- lioni) ai due maxi-project financing per Pedemontana Veneta (2,3 miliardi) e Tem (2,1) che procedevano al ralenti. Dove invece non c'erano scadenze precise (finanziamenti per 767 milioni) il risultato è stato molto meno univoco e rapido. Così il Piano 6mila Campanili (10o milioni per mini-opere nei piccoli comuni), che ha selezionato a inizio gennaio i primi progetti, ma non ha scadenze per i lavori; così la metropolitana M4 a Milano (172 milioni di nuovi fondi), che continua a non avere certezze sul piano finanziario e probabilmente non sarà pronta per l'Expo 2015; la metropolitana di Napoli, tratta stazione-aeroporto (113 milioni), dove ci sono voluti sei mesi per la delibera Cipe e non ci sono date certe per l'avvio dei cantieri; e poi il piano scuole dell'Inail (300 milioni) che non ha sostanzialmente fatto passi avanti; e infine la tratta autostradale Rho-Monza (55 milioni in più), che procede a rilento ma che dovrebbe riuscire a rispettare la scadenza Expo. 9 RIPR OD DZIO NE RISERVATA Pagina 2 ) i. Serve l'iter disciplinare Processo con tutele per la radiazione Patrizia Maciocchi Via libera alla radiazione dall'Albo perilragioniere condannato per bancarotta fraudolenta, se al verdetto dei giudici segue il procedimento disciplinare. La Corte di cassazione, con la sentenza38oi depositata ieri, respinge il ricorso del professionista contro il Consiglio nazionale per contestare la massima punizione che gli era stata inflitta. Il ricorrente credeva di avere dalla sua la sentenza con cui la Corte costituzionale (2 del 1999) aveva dichiarato l'illegittimità d ell'ordinamento professionale (articolo 38 del Dpr 1068/1953) dei ragionieri e periti commerciali, per la parte in cui prevede la radiazione di diritto dall'albo per chi ha riportato una condanna penale per alcuni tipi di reati, fra cui l'appropriazione indebita e la bancarotta fraudolenta. Per il ragioniere la sua situazione era sovrapponibile a quella in cui si era trovato il collega coinvolto nel procedimento esaminato dalla Consulta, che aveva portato a dichiarare il contrasto della norma con la Carta. Al ricorrente era però sfuggita una differenza non di poco conto, che la Cassazione è pronta a sottolineare. La sentenza della Corte costituzionale si riferisce, infatti, alla radiazione automatica senzail passaggio obbligato at- Deontologia professioni traverso il procedimento disciplinare che, nel caso del ricorrente, c'erainvece stato conesito a lui sfavorevole. La giustizia interna al Consiglio dell'ordine, dopo aver verificato il ruolo di gestione svolto dal ricorrente, come amministratore di fatto della società fallita, aveva considerato il suo comportamanto tanto grave da aver leso la dignità, il decoro e la moralità richiesti per l'esercizio della professione. Secondo la Cassazione le circostanze utilizzate dal ragioniere per negare la gravità dei fatti che gli venivano contestati avevano, al contrario, finito per confermarla: «Pregressaincensuratezza, non eclatante entità della somma distratta, destinazione delle somme all'estinzione di un credito professionale». In questo modo precisano i giudici il ricorrente ha "dimostrato" la stretta connessione funzionale tra il tipo di reato che gli veniva contestato e le sue competenze professionali e la coincidenza totale della somma "stornata" con la liquidità della società; infine, aveva dato modo di verificare che la società fallita non aveva nessun credito nei suoi confronti. Radiazione meritata dunque, anche in considerazione «dell'ambiente locale e ristretto» in cui i fatti si erano svolti. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 3 Alessandro De Nicola Provocazioni Avvocati delle proprie cause perse lettori mi perdoneranno se questa volta non utilizzerò il consueto tono un po' leggero. Infatti, volendo commentare il nuovo codice deontologico degli avvocati e sapendo quanto la dignità e il decoro nelle espressioni e nelle critiche siano importanti per la categoria, cercherò di attenermi a tali canoni. Il nuovo codice deontologico della categoria introduce norme assurde. Come quella che vieta di rendere noti i nomi dei clienti o offrire prestazioni a domicilio. Di fatto si limita la possibilità di concorrenza L'argomento è importante: gli avvocati sono ormai circa 240 mila, costituiscono la maggioranza relativa dei nostri parlamentari e milioni di clienti sono interessati al comportamento dei loro professionisti. Inoltre, la corporazione si è distinta per battaglie molto tenaci relative a quelli che per alcuni sono privilegi o inefficienti restrizioni alla concorrenza, per altri la difesa di un ruolo costituzionalmente garantito. Insomma, una sorta di specchio delle dinamiche sociali italiane in tema di regolamentazione economica. IL NUOVO CODICE sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, in generale, illustra bene perché gli Ordini professionali hanno una loro funzione nell'assicurare la correttezza dei propri componenti. Le norme sui conflitti di interesse, l'accettazione degli incarichi, i rapporti tra colleghi, coi testimoni, i clienti o i minori, in parte sono contenute o potrebbero essere inserite in leggi ordinarie, ma formano un corpus tutto sommato utile. Quando invece si esaminano le disposizioni relative agli aspetti economici della professione la situazione cambia un po'. In positivo si può dire che non si cerca di reintrodurre surrettiziamente l'antico divieto del patto di quota lite, secondo cui l'avvocato può essere compensato con una percentuale del valore dell'affare o di quanto riesce a recuperare nel contenzioso. E una misura che facilita sia l'accesso alla giustizia di chi non ha mezzi sia la concorrenza dei giovani avvocati che possono offrire la formula "no win-no pay" (senza vittoria, niente parcella). Molto restrittive le norme sull'accaparramento di clientela: l'avvocato non deve offrire o corrispondere a colleghi o a terzi provvigioni o altri compensi quale corrispettivo per la presentazione di un cliente o per l'ottenimento di incarichi professionali. E Avvocati perché mai? È una pratica normale in ogni attività economica che anzi incoraggia la circolazione di clienti verso chi è più competente, invece che cedere alla tentazione di proporsi anche quando non si è troppo forti in materia. Se il tutto è fatto in modo trasparente e per iscritto sfuggono le differenze rispetto ad avere costosi dipartimenti interni di marketing, o come si dice ora, di business development. Passando all'informativa al pubblico, il livello di dettaglio è elevato. Ad esempio, l'avvocato non può nel presentarsi far riferimento a titoli, funzioni o incarichi non inerenti l'attività professionale. E perché mai? Se uno é stato presidente dell'Inter, oltre a sapere come far soffrire i tifosi, magari ne capisce qualcosa in tema di norme relative a gestione di squadre di calcio, acquisti di cartellino di giocatori (a volte brocchi) e così via. Sembra che la conoscenza del settore economico dove opera il cliente sia ininfluente per il legale il quale, seduto alla scrivania, dovrebbe limitarsi a dichiarare: "narra mihi factum dabo tibi ius". SECONDO IL CODICE , poi, non si può nemmeno render noto chi sono i propri clienti, persino col loro consenso, sebbene la prima cosa che un'impresa voglia sapere è se si sia maturata un'esperienza nel suo business e con chi, anche per evitare di affidarsi a qualcuno che assiste la concorrenza (Coca-Cola e Pepsi sono notoriamente incompatibili). Si tratta, come per altri casi, di proibizione solo italiana, assente negli altri ordinamenti, dove gli studi legali inseriscono le informazioni nei siti web accessibili... anche agli italiani. Si potrebbe continuare (curioso è il divieto per il professionista di offrire le proprie prestazioni al domicilio degli utenti. Letteralmente, se Apple chiama per fare una presentazione, il buon avvocato italiano dovrebbe dire "no, thank you"), ma può bastare. La consapevolezza che più concorrenza fa bene non solo ai clienti ma anche agli avvocati, specialmente quelli esposti al vento della globalizzazione, non sembra ancora essere maturata all'interno degli organi rappresentativi della categoria. E veramente un peccato. [email protected] Twitter @aledenicola Pagina 4 tt A regime ® l'agenzia per l'It ia digitale Dopo oltre un anno e mezzo di attesa diventa definitivamente operativa l'Agenzia per l'Italia digitale. Nei giorni scorsi è stata pubblicato in «Gazzetta» lo statuto, rimasto a lungo in stand by, che ora farà girare a pieni giri l'organismo disegnato per diventare il braccio operativo del Governo nell'attuazione dell'agenda digitale: dalla diffusione della bandalarga e ultra larga alla digitalizzazione della Pa fino alla creazione di una identità digitale per ogni cittadino. L'Agenzia, che avrà a disposizione 130 persone, lavorerà sotto il controllo di Palazzo Chigi - un punto questo fortemente voluto dall'ex premier Letta che aveva tentato di dare un nuovo impulso all'agenda digitale - e opererà in base alle strategie che saranno messe a punto da un «Comitato di indirizzo». Un organismo, questo, che in sostanza prenderà il posto dall'unità di missione guidata da Francesco Caio - commissario nominato da Letta e ora in scadenza - e dove siederanno un rappresentante nomitato da Palazzo Chigi con compiti di coordinamento e altri membri nominati da ministeri (Sviluppo economico, Miur, Pa, Economia), Regioni oltre ai rappresentanti del Tavolo permanente per l'innovazione e l'Agenda digitale italiana. La nomina del Comitato dovrebbe essere uno dei primi compiti del nuovo Governo presieduto daRenzi, anche se non è escluso del tutto che il Governo uscente firmi il decreto di nomina dell'organismo facendolo rientrare nell'ordinaria amministrazione. Da verificare anche la conferma dell'attuale direttore generale, Agostino Ragosa. RIPRODUZIONE RISERVATA Agenzia digitale Pagina 5 L'Università forma i geologi del petrolio POTENZA - - Non c'è Nimby nei luoghi della cultura. Nell'Università della Basilicata è appenapartito, infatti, ilMaster di secondo livello in "Petroleum Geoscience" per lo studio geologico dei giacimenti petroliferi promosso in collaborazione con Total e Shell. Un corso per preparare esperti nell'analisi geologica delle aree da cui si estrarrà il petrolio, con lezioni frontali esclusivamente in lingua inglese, l'utilizzo di software innovativi, seminari e campagne di studio nell'Appennino lucano e nei giacimenti locali. Figure professionali altamente qualificate e fortemente richieste dal settore, quali gli esperti di sviluppo dei campi petroliferi (field development) che in questo percorso formativo, seguiranno anche attività seminariali tenute da tecnici delle compagnie sponsor del Master ed un training (team project) coordinato da Total e Shell. Tutte le attività didattiche e seminariali saranno svolte nel Campus universitario di Potenza. La campagna (field course) sarà basata in particolare sull'osservazione in affioramento della geologia dell'Appennino meridionale, con particolare attenzione alle rocce presenti nel sottosuolo dei campi petroliferi della Val d'Agri e di Corleto Perticara (Potenza). Il Master, hanno spiegato il direttore commerciale di Shell Italia E&P, Tom Kj olberg, e il direttore dell'ufficio dirappresentanza di Potenza di Total E&P Italia, Giuseppe Cobianchi, rappresenta un'ottima opportunità di formazione sul territorio regionale, per acquisire competenze professionali rilevanti anche alivello internazionale e di interesse per le compagnie petrolifere. Competenze che potranno investire nel settore Oil & Gas, ma anche in altri campi delle geoscienze. L. Ier. Formazione Pagina 6 . `. Decorrenza dalterzo anno dopo la loro istituzione Unioni comunait vincoli rinvia' Patrizia Ruffini La nuova circolare sul patto di stabilità diramata ieri dalla Ragioneria Generale dello Stato (n. 6/2014) spiega per la prima volta le modalità applicative dell'assoggettamento al patto, a partire dall'anno in corso, delle unioni costituite dai comuni con popolazione fino a mille abitanti (comma 1, articolo i6, Dl 138/11). Le unioni in questione applicano la disciplina prevista per i comuni aventi popolazione corrispondente. Pertanto, l'assoggettamento alle regole del patto decorre - analogamente a quanto previsto peri comuni di nuova istituzione - dal terzo anno successivo a quello della loro istituzione; mentre la base di riferimento su cui applicare la percentuale è data dalle risultanze dell'anno successivo a quello della loro istituzione. La spesa corrente da considerare è quella desunta dai certifica- Patto di stabilità ti di conto consuntivo. Fra le novità targate 2014 che tutti gli enti devono tener presente la circolare ricorda il "bonus" investimenti di i miliardo. Gli spazi finanziari che siliberano in applicazione della norma vanno utilizzati esclusivamente per pagamenti in conto capitale datati nel primo semestre del 2014 (per cui i pagamenti in conto capitale che avverranno nel secondo semestre non potranno essere esclusi avalere sui predetti spazi finanziari); il controllo sarà effettuato con il monitoraggio semestrale. La circolare si sofferma an- -IVESTIMENTI Risorse finanziarie utilizzabili esclusivamente peri pagamenti in conto capitale datati nel primo semestre dei 2014 che sul fondo svalutazione crediti, in merito al quale conferma che i relativi stanziamenti non rilevano ai fini del saldo finanziario di competenza mista, poiché non sono oggetto di impegno, ma confluiscono nel risultato di amministrazione vincolato. Sul punto la Ragioneria generale precisa anche che tali voci non rilevano fin dalle previsioni, superando in questo modo la posizione più rigida della Corte dei conti (deliberazione 287/2012 della Toscana) che in passato era intervenuta sul punto. Anche se la Circolare nulla dice in proposito, è daritenere che analogo trattamento vada riservato al fondo crediti di dubbia esigibilità che negli enti in sperimentazione dell,armonizzazione contabile ha mandato in soffitta il fondo svalutazione crediti. Come ogni anno, le istruzioni della Ragioneria si confermano un utile vademecum per applicare correttamente il patto, particolarmente apprezzato dagli enti con meno di cinquemila abitanti, costretti a fare i conti con questo vincolo dapoco più di un anno. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 7 La Basilicata non concede l'autorizzazione a Eni-Syndial per gli impianti della Val d'Agri ata la ricerca sulle acque Posto il veto al progetti pilota per il riutilizzo dei residui dell'estrazione Luigia Ierace POTENZA La Basilicata ha detto "no" al progetto pilota per il riutilizzo afini industriali delle acque diproduzione del giacimento petrolifero della Val d'Agri in Basilicata. Unimpianto sperimentale, frutto di unaricerca congiunta tra Eni Esplorazione & Produzione e Syndial (la società del gruppo specializzata nel trattamento delle acque), finalizzato ad aumentare la sostenibilità ambientale del sito industriale di Viggiano in provincia di Potenza dove si trova il Centro Olio, riducendo ifabbisogni idrici, gli smaltimenti ad impianti esterni el'impatto sullaviabilità locale oltre a creare al tempo stesso nuove opportunità di occupazione e sviluppo sostenibile per ilterritorio. La sperimentazione non si è potuta condurre in Basilicata perché la Regione nelmaggio scorso ha posto il veto all'impianto pilota che, invece, ha trovato via libera nelle Marche e sta dando i risultati attesi. È l'ennesimo esempio dei freni burocratici e amministrativi legati alle estrazioni petrolifere delgiacimento lucano dove operano Eni e Sliell. Il nuovo no è arrivato dopo la cosiddetta "moratoria" sulle attività estrattive, la legge varata dalla Regione nella passata legislatura, ma poi bocciata dalla Corte Costituzionale. La sperimentazione riguarda un tema particolarmente sensibile: quello delle acque diproduzione, del loro smaltimento e della possibilità di un utilizzo futuro nell'industria. Durante l'attività estrattiva di idrocarburi (a oltre 3 mila metri di profondità), insieme Gli scarti della lavorazione vengono trasportati nell'area di Pisticci e vengono sottoposti alla depurazione ........................................................................... ad olio egas, è associ atauna quantitàdi acqua che viene anch'essaconvogliata al Centro Olio Vai d'Agri (Cova) dell'EnidiViggiano e, dopo la separazione con processi fisici dagli idrocarburi, è destinata alla reiniezione nello stesso giacimento da cui proviene, secondo le raccomandazioni e best practices dell'attività petrolifera mondiale, riconosciute dalle Autorità di vigilanzae recepite anche dallanormativa ambientale italiana. Unapraticache hatrovato, però, forti opposizioni locali, al punto che la proce- dura autorizzativa del secondo pozzo direiniezione dei giacimento "Vai d'Agri", denominato "Monte Alpi 9", è ferma in Regione e al Comune di Grumento Nova. In attesa, l'unica alternativa po ssibile è stata quella del trasferimento diparte delle acque di stratoprodotte insieme agli idrocarburi all'impianto di trattamento reflui di Tecnoparco (società partecipata della Regione Basilicata) nell'area industriale di Pisticci scalo in Val Basento, scelta, comunque, altrettanto contestata per l'incidenza di miasmi e traffico dimezzipesanti destinati al trasporto delle acque di strato. Per questo la Regione ha garantito l'impegno economico di 1,3 milioni di curo anche per la copertura delle vasche. Tuttavia, resta ancora aperta la questione della piena sostenibilità ambientale delle attività della centrale di trattamento di Viggiano, che utilizza importanti quantitàdi acqua, specialmente perlagenerazione di vapore acqueo, necessario per il corretto funzionamento della Centrale. Eni e Syndial hanno messo a punto un processo di trattamento innovativo delle acque di produzione che porti ad una loro depurazione e al riutil izzo per scopi industriali con le finalità di miniinizzare l'impatto ambientale; ottimizzare la risorsa idrica con riutilizzo in- dustriale; favorire la crescita nel territorio di una nuova opportunità industriale ed impiantistica con finalità ambientali, digrandevalenza tecnologica e potenziale in termini di sviluppo su tematiche di grande attualità nel paese. Si è così arrivati allaprogettazione e realizzazione di un impianto pilota mobile e modulare, costituito da più unità di piccole dimensioni assemblabili, che può trattare una portata di acqua di circa 5 metri cubi all'ora. Il progetto pilota, che prevedeva una campagna sperimentale di un mese per massimo i.ooo mc di acqua, dovevaessererealizzato nell'area del consorzio Asi, limitrofo allacentrale ditrattamento di Viggiano. Ma è arrivato il veto del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata. I123 maggio 20131'Ufficio CompatibilitàAmbientale della Regione Basilicata harichiesto l'assoggettabilità a V alutazione di impatto ambientale (Via) dei progetto pilota. Unprocedimento che avrebbe richiesto presumibilmente alcuni anni, sarebbe stato incompatibile, allungando in modo imprevedibileitemnpi direalizzazione, con le finalità di ricerca dei progetto pilota. Mentre irisultati della sperimentazione sarebbero stati essenziali per valutare in maniera esatta l'impatto ambientale dell'installazione. La quota della Basilicata La percentuale di petrolio italiano prodotto nella Regione Le tonnellate di petrolio italiano E la produzione complessiva del 2012 (4,6 milioni nel 2013) ® RIPRODUZIONE RISERVATA Sul territorio. Uno degli impianti Eni in Val d'Agri, in Bas cata Ambiente Pagina 8 Fino a dicembre moratoria sulle sanzioni e tenuta di registri e formulari su carta Sistri, «doppio binario» più 1 tavolo tecnico del ministero le proposte di semplificazione Paola Ficco La moratoria sulle sanzioni Sistri si allunga di cinque mesi e la loro applicazione decorre dal 1 'gennaio 2015 anziché dal i°agosto 2014. Anche il "doppio binario" per l'utilizzo dei tradizionali registri e formulari cartacei in aggiunta all'uso del Sistri si prolunga fino alla fine dell'anno. Queste le conseguenze dell'emendamento approvato dall'aula di Montecitorio nella seduta del 17 febbraio al testo del Ddl di conversione del decreto legge 150/2013 (il Milleproroghe). Tutto il resto rimane nel solco tracciato dall'articolo n del decreto legge 101/2013 (legge 125/2013). Ora il Dl Milleproroghe torna al Senato per la definitiva conversione in legge (entro i128 febbraio). La modifica incide sul comma 3-bis dell'articolo n che aveva: riservato il Sistri ai rifiuti pericolosi; ridisegnato i soggetti obbligati all'adesione e all'utilizzo del Sistri; fatto decorrere l'applicazione delle sanzioni e la cessazione del sistema del doppio binario di tracciabilità (cartacea e informatica) alla data de11° agosto 2014. Inoltre tale articolo n aveva individuato due date di partenza distinte in ragione della categoria di appartenenza di enti e imprese obbligati al sistema di tracciabilità dei rifiuti. Il i ottobre 2013, infatti, sono partiti ge- le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Campania. Tuttavia, sui soggetti obbligati sono in arrivo novità poiché per oggi il ministero dell'Ambiente ha convocato una riunione del tavolo tecnico di monitoraggio nella quale il Ministero presenterà gli esiti del collaudo del sistema e svolgerà una sintesi dei tavoli tecnici svolti (interoperabilità, microraccolta e trasporto intermodale). Inoltre presenterà lo schema di un decreto di "semplificazione" che, tuttavia, contiene nulla di quanto fin dal 20111e imprese chiedono in termini di procedure e semplificazioni informatiche. Lo schema ricorda il pagamento al 3o aprile 2014 dei contributi Sistri nella misura e con le modalità attualmente previste. Reinterpreta i soggetti obbligati e stabilisce (in virtù della "delega" conferita dall'articolo n del Dl 101/2013) che al Sistri non sono tenute le imprese che effettuano lavorazioni artigiane con meno di 1o dipendenti, pro- Id¡Jla.com Sotto esame le regole peri condomini che risultano morosi Sul quotidiano della Casa & del Territorio di oggi sono presenti, tra l'altro, i seguenti articoli: ,Sospensione dei servizi comuni ai condomini morosi UniCredit mette sul piatto 4,5 miliardi per i mutui . A fine anno gli spread scenderanno al2 per cento www.casaeterritorio.ilsoie24ore.com duttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi. Aggiunge agli esclusi i produttori iniziali di: rifiuti speciali pericolosi qualificabili come imprenditori agricoli ex articolo 2135; rifiuti da attività di demolizione, costruzione e attività di scavo (ferma restando la disciplina dei sottoprodotti); rifiuti da attività commerciali e di servizio. Costoro assicureranno la tracciabilità con registri e formulari, anche se trasportano in conto proprio i rifiuti pericolosi e sono iscritti all'Albo gestori ai sensi dell'articolo 212, comma 8. Lo schema dispone che trasportatori di rifiuti urbani del territorio della Campania iscritti all'Albo gestori ai sensi dell'articolo 212, comma 5 del decreto legislativo 152/2oo6, possono dotarsi della chiavetta Usb per la sola sede legale o in alternativa di altre chiavette per ogni unità locale (oltre a una chiavetta per ogni autoveicolo). Il contributo va pagato per ogni unità locale e per ogni autoveicolo. C) RIPRODUZIONE RISERVATA r ', Confermato peril3 marzo l'obbligo della tracciabilità elettronica peri produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi ........................................................................... stori di rifiuti pericolosi e nuovi produttori. Resta confermato che lunedì 3 marzo partiranno i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi (compresi quelli che ne effettuano la sola attività di stoccaggio in R13 o in D15); gli enti e le imprese che trasportano rifiuti speciali pericolosi da loro stessi prodotti; i Comuni e Sistri Pagina 9 CO11114IERCIALISTl/Stop alla nonna srill accesso automatico al registro dei revisori Equipollenza, l'Ue non molla Senza esami integrativi si rischia la DI procedura d'infrazione BENEDETTA PACELLI Europa non molla la presa sull'accesso automatico per i com- merc i alisti al registro dei revisori. E il Parlamento è costretto a trovare una quadratura del cerchio, per assecondare il parere della Ue secondo il quale «senza esami integrativi» l'Italia incapperebbe certamente in una procedura d'infrazione, rimandando il tutto ad un ulteriore regolamento del ministero della giustizia da emanare entro 20 giorni dall'approvazione del decreto Milleproroghe. Proprio in corso di conversione del provvedimento (dl 150/2013), l'altro ieri, è arrivato l'ultimo avvertimento dell'Unione europea. La Ue, infatti, ha fatto arrivare sul tavolo della commissione Affari costituzionali dove era in discussione il mille proroghe in questi giorni, un parere che, contrariamente a quanto affermato dal ministero dell'istruzione e università, ritiene l'esame di Stato per dottore commercialista mancante di alcune materie Commercialisti necessarie per una piena equipollenza con l'esercizio dell'attività di revisore. L'ennesima conferma di una posizione già assunta dalla Commissione europea, e che ItaliaOggi ha potuto visionare, in risposta a un parere richiesto dal ministero dell'economia «sulla compatibilità o meno di una eventuale misura del legislatore italiano finalizzata a rendere equipollente l'esame di abilitazione all'esercizio della professione di dottore commercialista ed esperto contabile all'esame di idoneità professionale per i revisori legali in base alla direttiva comunitaria 2006/43/Ce». Secondo il parere a firma del direttore Capitali e Imprese della Ue Ugo Bassi, infatti, «un'eventuale misura nazionale di equipollenza» (..), senza l'eventuale previsione di esami integrativi nei settori professionali più qualificanti per la revisione legale risulterebbe contraria ai dettami della direttiva europea, pur non prevedendo questa esplicitamente tale principio né la normativa il suo decreto di recepimento (dlgs 39/10). Il punto, sempre leggendo il parere, è che l'esame di abilitazione alla professione di commercialista (art. 4, dlgs 139/05) prevede la verifica di competenze profes- sionali «che sembrano differire in modo significativo da quanto previsto per l'abilitazione allo svolgimento dell'attività di revisore». A questo punto la palla stadi nuovo nelle mani di quel ministero che già mesi fa aveva licenziato il regolamento sull'esame di idoneità per l'accesso (ora fermo in attesa degli sviluppi parlamentari) al registro facendo sostanzialmente tabula rasa del principio dell'equipollenza fino ad ora esistente e stabilendo, però la possibilità di esoneri per i commercialisti. Ora Via Arenula in meno di tre settimane, come ha spiegato Francesco Sisto, presidente della Commissione affari costituzionali, «dovrà indicare in un decreto quali sono gli elementi di differenziazione tra i due ruoli professionali. Il parere dell'Europa infatti è stato chiaro in questo senso è ha indicato che per l'esame di abilitazione alla professione di commercialista manca la verifica sulla competenza in sei materie. Dobbiamo adeguarci per evitare procedure d'infrazione». Pagina 10 La circolare 36/E delle Entrate chiarisce che occorre procedere all'operazione per le strutture più grandi Fotovoitaico, obbligo di Catasto Al bivio fra iscrizione e revisione della rendita in ogni caso imposte più elevate Gian Paolo Tosoni L'accatastamento degli impianti fotovoltaici ha trovato forse la soluzione definitiva con la circolare 36/E del 19 dicembre 2013 delle Entrate. In particolare, per gli impianti fotovoltaici a terra, considerati b eni immobili, è previsto l'accatastamento nella categoria D/i "opifici". Se invece di impianti a sé stanti, come nel primo caso, ritratta di strutture poste su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili, non si dovrà effettuare un autonomo accatastamento, maprocedere alla rideterminazione della rendita dell'immobile a cui i pannelli sono connessi. Se questa aumenta dipiù del15° o rispetto alvalore ori- LE Gli impianti a terra sono beni immobili mentre quelli sugli edifici sono rilevanti se accrescono il valore del fabbricato del 15% ........................................................................... ginario, il proprietario è tenuto a comunicare la variazione all'agenzia del Territorio (si veda l'altro articolo in pagina). Se l'impianto è costruito in forza di diritto di superficie, va accatastato autonomamente e quindi dovrebbe assumere la categoria di opificio; infatti nella fattispecie il proprietario dell'impianto è diverso da quello dell'immobile sottostante. In ultimo la circolare considera in ogni caso come beni mobili, e dunque non meritevoli di accatastamento, gli impianti di "modesta entità". La circolare considera anche il caso di impianti fotovoltaici "rurali", prevedendo il loro accatastamento nella categoria D/lo, a condizione che siano asserviti ad una azienda agricola «esistente» con un terreno di estensione non inferiore ai lomila metri quadri e che la potenza dell'impianto non risulti superiore ai 200 Kw. In questi casi, l'impianto potrà essere censito come D/io anziché D/i, purché alla dichiarazione di accatastamento si alleghi l'autocertificazione dei requisiti di ru- Fotovoltaico ralità su modello conforme. Aifini delle imposte ricolnprese nella Imposta unica comunale (Iuc), ovvero Imu, Tasi e Tari, il diverso accatastamento ha notevoli ripercussioni. Nel caso di immobili censiti autonomamente in categoria D/1, si dovrà procedere al calcolo dell'Imu e delle altre imposte gravanti sugli immobili in base al valore catastale derivante dalla dichiarazione di accatastamento. Per Imu e Tasi (tariffa sui servizi non divisibili), partendo dal valere catastale dell'immobile, si dovrà procedere al calcolo delle imposte, ricordando che la somma delle due aliquote non dovrebbe poter superare il 1o,6 per mille e comunque l'aliquota Tasi dovrà essere compresa tra l'1 e il 2,5 per mille, ma si è in attesa di decreto. Per la Tari (tariffa rifiuti) la base imponibile sarà ancora data dalla superficie calpestabile e varranno specifiche aliquote determinate dai Comuni in modo dagarantire l'integrale copertura dei costi sostenuti per la raccolta rifiuti; pertanto non dovrebbe colpire gli impianti fotovoltaici. Nel caso, invece, di immobile già censito per cui si renda necessaria lavariazione del valore catastale, si dovrà procedere al ricalcolo dell'Imu rispetto a quello dell'anno precedente. Lavariazione catastale determinerà, infatti, un aumento proporzionale della base imponibile ai fini Imu e Tasi. Gli impianti fotovoltaici "rurali" censiti nella categoria D/io sono esenti da Imu colpe previsto dal comma 708 della legge 147/13 per gli immobili rurali strumentali, mentre aifini Tasipotranno essere soggetti al massimo all'aliquota dell'1 per mille, con possibilità per i Comuni di prevedere anche ulteriori riduzioni. Ovviamente la ruralità è garantita qualoravengano rispettate le condizioni stabilite dalla circolare dell'Agenzia32/2009 e inparticolare che il fatturato della attività agricola sia superiore a quello dellaproduzione di energia elettrica, tariffa incentivante esclusa, ovvero che il terreno coltivato anche in comuni non confinanti sia pari ad almeno lo ettari per loo kw. © RI PRO D DIO NE RISE R VAIA Pagina 11 Le regole da seguire i Impianti fotovoltaici a terra Se occupano un volume dai 150 metri cubi in su i Impianti su edifici , lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili Solo se, rideterminando la rendita dell'immobile a cui i pannelli sono connessi, questa aumenta di più del15% Casa unifamiliare composta da unità abitativa più autorimessa, tettoia o soffitta/cantina (censite separatamente), con impianto fotovoltaico costruito sul tetto di una delle tre unità immobiliari, ma asservito a tutte e con potenza inferiore a 9 kW(n. 3 unità x3 kW/unità). Complesso residenziale costituito anche da La rendita è calcolata n proporzione al valore capitale con riferimento al biennio economico 1988-89, applicando un saggio di fruttuosità (tariffe d'estimo vigenti). La metodologia di stima generalmente da utilizzarsi in queste casistiche (costo di ricostruzione decurtato per vetustà) è stata riassunta dall'agenzia del Territorio nella circolare n. 6/2012. Peresempio, considerato un costo attuale di 5000 €/Kw per un Fotovoltaico un rilevante numero di unità immobiliari che beneficia dall'impianto, questo però ha una potenza complessiva inferiore a 3 kW per ogni unità (per esempio 30 kW con 10 unità) 03 I Quando, anche se l'impianto è superiore ai 3 kw per unità, l'incremento di rendita determinato dall'impianto è inferiore al 15% dell'importo originario impianto di 4Kw, la rendita catasta le che gli competerebbe, con riferimento al biennio economico 1988-89, è pari a circa €114,00 (ipotesi di immobile in categoria del gruppo A o C per il quale è previsto un saggio di redditività dell'1%). Se quindi l'unità immobiliare dove è installato ha una rendita di 760 euro, non c'è obbligo di accastamento (114 euro è meno del 15%di 760) Pagina 12 Semplificazione legata alla potenza complessiva e alle unità servite le 40 40 40 e 1« v- icc o- i impianti senza vincoli Antonio Iovine Con la circolare 36 del 19 dicembre 2013 delle Entrate, emessa dopo l'incorporazione dell'agenzia del Territorio, vengono riassunti in forma organica gli adempimenti previsti sotto il profilo catastale e fiscale per gli impianti fotovoltaici, in precedenza disciplinati autonomamente dalle due Agenzie. Per gli impianti di modesta rilevanza si ricorda che la risoluzione 3 del 6 novembre 2008 dell'agenzia delTerritorio, dopo avere specificato che i pannelli fotovoltaici costituiscono impianti da considerare fissi ai fini catastali, già aveva esonerato dall'obbligo di accatastamento quelli «aventi modesta potenza e desti- Fotovoltaico nati prevalentemente ai consumi domestici». Con la nota 31892 del 22 giugno 2012 dell'agenzia del Territorio viene precisato che è necessario procedere, con dichiarazione di variazione da parte del soggetto interessato, allaridetermninazione della rendita catastale dell'unità immobiliare a cui l'impianto risulta integrato quando lo stesso ne incrementa il valore capitale (o la relativa redditività ordinaria) di una percentuale pari al 150o o superiore, in accordo alla prassi estimativa adottata dall'amministrazione catastale. E in tal senso l'agenzia del Territorio ha dato istruzioni con la circolare 1/2006: il rapporto tra redditività impianto e red- ditività abitazione va eseguito con valori riportati al 1988-89, data di riferimento delle attuali rendite iscritte in catasto. Con la circolare 36, nell'ottica diunamaggiore chiarezza, fermo restando l'obbligo sopra ricordato di variazione catastale nel caso incui l'impianto comportal'incremento della originaria rendita di una percentuale pari o superiore al 15° 0, sono stati forniti alcuni parametri oggettivi per individuare i casi in cui non sussiste l'obbligo di accatastamento (e gli impianti sono considerati beni mobili). Si tratta dei casi in cui: lapotenzanominale dell'impianto fotovoltaico non e superiore a 3 kilowatt per ogni unità immobilia- re sei vita dall'impianto stesso; sw- la potenza nominale complessiva, espressainkilowatt, non è superiore atre volte ïl numero delle unità immobiliari le cui parti comuni sono servite dall'impianto, indipendentemente dalla circostanza che sia installato al suolo oppure sia architettonicamente o parzialmente integrato ad immobili già censiti a1 catasto edilizio urbano; as-perle installazioni ubicate al suolo, H volume individuato dall'intera area destinata all'intervento (comprensiva, quindi, degli spazi liberi che dividono i pannelli fotovoltaici) e dall'altezza relativa all'asse orizzontale mediano dei pannelli stessi è inferiore a15o metri cubi. ® RI P RODD ZIO NE RISERVATA Pagina 13 In derivati i soldi delle pensioni dei medici: persi 250 milioni L'I NCH IESTA ROMA Tre miliardi di euro investiti in derivati. La perdita calcolata, soltanto su otto dei tanti prodotti finanziari sottoscritti dall'Ente nazionale di previdenza dei medici e dentisti, è di 250 milioni di euro. Operazioni ad altissimo rischio, contro le direttive dello statuto Enpam che prevedeva criteri di prudenza per garantire le prestazioni previdenziali ai medici. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Corrado Fasanelli hanno chiuso il primo filone dell'indagine relativa alle spregiudicate operazioni finanziarie promosse e sottoscritte dall'ex presidente dell'ordine ed ex parlamentare di Forza Italia, Eolo Parodi, dal consulente per l'attività di gestione dei fondi e direttore generale, Leonardo Zongoli, dal docente universitario componente del cda esperto in materia di investimenti mobiliari, Maurizio Dallocchio, e dal responsabile del servizio gestione finanziaria dell'ente, Roberto Roseti. Otto episodi di truffa aggravata, ma anche ostacolo all'attività di vigilanza, perché nei bilanci e nelle comunicazioni ai ministeri dell'Economia, del Lavoro e della Salute gli indagati confermavano l'adozione di criteri «prudenziali di individuazione e ripartizione del rischio nella scelta degli investimenti già definiti». Ora rischiano di finire sotto processo. LE INDAGINI I militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dal generale Giuseppe Bottillo, hanno concluso gli accertamenti relativi alla gestio- Previdenza professionisti ne del patrimonio mobiliare dell'ente a partire dal 2006. Soltanto otto degli investimenti in derivati sono stati presi in esame. Milioni di euro finiti in obbligazioni strutturate, come la "Oak Harbour", emessa dalla Saphir Finance plc e proposta da Lehman Brothers. Un'operazione da 20 milioni di euro. E tutte le volte, gli indagati avrebbero indotto in errore il cda dell'ente e violato la delibera del 2004 che stabiliva criteri di prudenza. Alcuni pro- QUATTRO RISCHIANO IL PROCESS : LE RISORSE DELL'ENPAM INVESTITE I TITOLI A RISCHIO SEBBENE 10 STATUTO DELL'ENTE 10 VIETASSE Bank, la banca Jp Morgan e la Barclays bank London. Vanno invece avanti le indagini sugli investimenti nel settore immobiliare. Un altro filone di inchiesta, che aveva portato all'iscrizione sul registro degli indagati di Parodi e dei consulenti finanziari. LE PENSIONI Una rassicurazione agli iscritti arriva inveca dall'Enpam. La Fondazione, si legge in una nota, risulta parte offesa nel procedimento. E il presidente Alberto Oliveti precisa: «Le pensioni degli iscritti oggi sono comunque al sicuro, nel 2011 siamo intervenuti sulla governance del patrimonio, mettendolo in sicurezza, e nel 2012 abbiamo dimostrato la sostenibilità del nostro sistema previdenziale a oltre mezzo secolo». Valentina Errante dotti finanziari ad alto rischio, dopo le perdite, sono anche stati ristrutturati con un ulteriore impiego di capitali e un'esposizione ancora maggiore al rischio. Dei quasi tre miliardi di euro del patrimonio mobiliare il 77 per cento è finito in prodotti strutturati. Parodi, come presidente, ha sottoscritto i contratti «consapevole - si legge nel capo di imputazione - dell'esistenza di un rischio di mancato rimborso del capitale e del rendimento previsto». Per la procura gli indagati avrebbero assicurato «ai componenti del comitato investimenti prima e al cda poi» che le obbligazioni strutturate garantivano il rimborso del capitale alla scadenza e assicuravano un rendimento cedolare sicuro e redditizio. A ottenere un «ingiusto profitto» dalle scelte degli indagati la Lehman Brothers, la Deutsche Pagina 14 I Per le Casse dismissioni senza vincoli Le Casse professionali sfuggono al raggio d'azione della legge che detta le regole sullagestione dei beni immobili degli enti previdenziali pubblici. Con l'ordinanza 61343, depositata ieri, il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso cautelare di alcuni inquilini che affermavano il loro diritto alla prelazione nell'acquisto degli appartamenti di proprie- Previdenza professionisti tà della Cassa ragionieri, nei tempi e nei modi dettati dalla legge 4010 del 2001. Secondo i ricorrenti la norma, pur riguardando gli enti pubblici, doveva essere applicata anche alla Cassa dei ragionieri che non avrebbe mutato la natura di ente pubblico dopo la trasformazione in persona giuridica di diritto privato (Dlgs 509/94). Per il tribunale, che richiama anche la Cassazione (sentenza 21988 del ton) non è così.1 paletti della legge 410/2001 valgono solo per gli enti previden ziali ancora pubblici alla data della sua entrata in vigore, ma non per quelli privatizzati. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 15 PER I GIOVANI Me d ici, i n t eg ra tiv a se n z a c o sti La Fondazione Enpam permetterà ai giovani medici e agli odontoiatri di iscriversi gratuitamente alla previdenza complementare . Grazie a un contributo messo a disposizione dall'Ente di previdenza, i camici bianchi di età inferiore a 35 anni potranno aprire una posizione presso FondoSauità, fondo pensione complementare del settore, senza pagare costi di ingresso. L'iscrizione consentirà di cominciare a costruirsi una pensione di secondo pilastro, di beneficiare da subito di deduzioni fiscali e di maturare anzianità contributiva utile a diminuire la tassazione al momento del pensionamento. Il numero dei giovani professionisti potenzialmente interessati supera le 47 mila unità. L'obiettivo dell'Enpam è quello di sensibilizzare i giovani sulla necessità di garantirsi una rendita aggiuntiva oltre a quella derivante dalla pensione di primo pilastro. Sul sito internet www.fondosanita. it è disponibile la scheda di adesione. Per informazioni è possibile contattare la segreteria ai numeri 0648294333 o 06 48294631 , oppure inviare un'email all'indirizzo [email protected]. Medici Pagina 16
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