La Rassegna Stampa del 19 febbraio 2014

Centro Studi C.N.I. - 19 febbraio 2014
INDICE RASSEGNA STAMPA
Centro Studi C.N.I. - 19 febbraio 2014
MERCATO DELLE COSTRUZIONI
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 36
Senza edilizia non ripartono domanda interna e lavoro
Lorenzo Bellicini
1
Dallo sblocca-cantieri opere per 5 miliardi
Alessandro Arona
2
19/02/14 P. 19
Processo con tutele per la radiazione
Patrizia Maciocchi
3
20/02/14 P. 13
Avvocati delle proprie cause perse
Alessandro De
Nicola
4
OPERE PUBBLICHE
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 36
DEONTOLOGIA PROFESSIONI
Sole 24 Ore
AVVOCATI
Espresso
AGENZIA DIGITALE
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 8
A regime l'agenzia per l'Italia digitale
5
19/02/14 P. 34
L'Università forma i geologi del petrolio
6
FORMAZIONE
Sole 24 Ore
PATTO DI STABILITÀ
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 16
Unioni comunali, vincoli rinviati
Patrizia Ruffini
7
19/02/14 P. 34
Fermata la ricerca sulle acque
Luigia Ierace
8
19/02/14 P. 18
Sistri, «doppio binario» più lungo
Paola Ficco
9
19/02/14 P. 29
Equipollenza, l'Ue non molla
Benedetta Pacelli
10
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 15
Fotovoltaico, obbligo di Catasto
Gian Paolo Tosoni
11
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 15
Piccoli impianti senza vincoli
Antonio Iovine
13
Valentina Errante
14
AMBIENTE
Sole 24 Ore
SISTRI
Sole 24 Ore
COMMERCIALISTI
Italia Oggi
FOTOVOLTAICO
PREVIDENZA PROFESSIONISTI
Messaggero
19/02/14 P. 15
In derivati i soldi delle pensioni dei medici: persi 250 milioni
Sole 24 Ore
19/02/14 P. 19
Per le Casse dismissioni senza vincoli
15
19/02/14 P. 28
Medici, integrativa senza costi
16
MEDICI
Italia Oggi
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
I NTERVENTO
Senza edilizia non ripartono
domanda interna e lavoro
di Lorenzo Bellicini
a crisi che il nostro paese
sta vivendo è una crisi di
"domanda interna e di lavoro. La domanda che qui pongo è se può ripartire veramente la domanda interna, se può
ripartire il lavoro, senza che ripartano il settore delle costruzioni e l'immobiliare. La nostra convinzione è che senza
questi due settori la domanda
interna non ripartirà facilmente.A sostegno di questa convinzione potremmo portare vari
elementi, ma qui basta un fatto
statistico oggettivo. La crisi di
reddito è generata dalla pesantissima crisi del lavoro: come
ci racconta l'Istat, i disoccupati in Italia sono ormai 3,2 milioni. La disoccupazione è l'esito
di due dinamiche: da un lato si
riducono i posti di lavoro di chi
già lavorava; dall'altro non si
creano posti di lavoro per la
nuova domanda. Tra il terzo
trimestre del 20o8 e il terzo trimestre del 2013 si sono persi in
Italia 1.118.ooo di posti di lavoro (nel 2008 gli occupati erano
23,5 milioni nel 2013, sono scesi
a 22,4): di questi ben 430.000
posti di lavoro si sono persi nel
settore delle costruzioni, che è
passato dagli oltre due milioni
di occupati del 2008 ai a
1.574.000 del 2013.
La caduta occupazionale ha
interessato tutti i settori di attività economica: l'agricoltura
ha perso 8o.ooo occupati, i servizi ne hanno perso 71.000, ma
in particolare oltre al settore
delle costruzioni, la crisi occupazionale ha colpito l'industria in senso stretto dove si sono persi 536.000 posti di lavore. In termini percentuali le costruzioni hanno perso il 21,5%
degli occupati pre-crisi, l'industria in senso stretto ilio,6°i0,
l'agricoltura l'8,9% e i servizi
lo o,5° o. Ma c'è da dire che l'analisi delle tavole input-output ci
dice che le industrie che lavora-
Mercato delle costruzioni
no per il settore delle costruzioni sono molte, e possiamo
stimare prudenzialmente che
dei 536.000 occupati persi
nell'industria, almeno 200.000
lavoravano nell'indotto delle
costruzioni. La stessa crisi dei
servizi ha poi a che fare con il
settore delle costruzioni e con
l'immobiliare, basti pensare ai
progettisti, agli agenti immobiliari, all'attività dei notai o alla
distribuzione di materiali edilizi, sistemi e componenti utilizzati in edilizia. In sostanza si
può sostenere, prudenzialmente, che più della metà della perdita di posti di lavoro è dovuta
al settore delle costruzioni e
all'immobiliare.
Nessun settore economico,
nonostante i timidi segnali degli ultimi mesi nel comparto
agricolo e in quello industriale
stretto, sembra essere in grado di coprire questo vuoto rapidamente. Potrebbe invece
farlo il settore delle costruzioni con una azione di rilancio
degli investimenti basata sui
lavori pubblici. È vero che gli
incentivi fiscali perle ristrutturazioni stanno procedendo risultati interessanti, manonbastano. Tra 2006 e 2013, considerando anche gli investimenti
in fonti energetiche rinnovabili, in Italia si sono persi avalori
costanti 36 miliardi di euro;
Dinamica degli occupati
Settori di attività economica,
variazione % 2008/2013
Agricoltura
-8.9
- -------------------
Industria
Costruzioni
-10,6
-21,5
-------------------
Servizi
-0.5
Fonte: elab. Cresme su dati Istat
1
nel settore tradizionale delle
costruzioni, quindi senza le
fonti energetiche rinnovabili,
la caduta degli investimenti è
stata, avalori costanti, di 51 miliardi di euro. In breve per rilanciare l'occupazione nel settore delle costruzioni servono
almeno 30 miliardi di euro in
tre anni: lo miliardi di euro
all'anno in più di quello che è
previsto dai programmi di spesa. In questo modo le costruzioni tornerebbero a crescere
quasi del 3%io nel primo anno, la
crescita occupazionale sarebbe di 130.000 occupati.
L'investimento
sarebbe
quanto mai produttivo perché
potrebbe realizzarsi in un momento in cui sta per arrestarsi
la caduta, e quindi si potrebbe
produrre un effetto assai importante di accelerazione e fiducia che agisce positivamente sulla timidezza dei segnali di
ripresa. Inoltre l'investimento
può non essere un semplice sostegno al settore, dato che nel
paese vi sono priorità urgenti
sulle quali si deve agire: il territorio e la sua salvaguardia, le
scuole e gli ospedali da mettere in sicurezza antisismica, il
patrimonio pubblico da efficientare
energeticamente,
nuovi programmi di rigenerazione urbana che siano in grado di moltiplicare i fondi strutturali europei e risorse private,
sono tutte priorità per il paese.
Non è possibile? Non ci sono le
risorse? Un solo esempio: tra
2009 e 2012, nel pieno della crisi, sono stati investiti, perché
sostenuti dagli incentivi, 66 miliardi di euro nel settore fotovoltaico, buona parte dei quali
sono serviti ad acquistare pannelli stranieri a un costo superiore anche del 7000 a quello attuale. Sul latte versato non si
può piangere, ma si possono fare i conti bene su quello che si
può fare ora.
Direttore Cresme
0 R]PRODOZ]ON E RISERVATA
Pagina 1
j. Al via Tem, Pedemontana, Agrigento-Caltanissetta, piani Anas e Rfi
Dallo sblocca - cantieri
opere per 5 miliardi
Obiettivi raggiunti
al 100% dove
il «decreto del fare»
prevedeva scadenze
Alessandro Arona
Le scadenze "penalarevoca
dei fondi" fissate per le infrastrutture in attuazione del decreto Fare (69/2013) hanno raggiunto nelloo0io dei casi gli obiettivi
sblocca-cantieri che si prefiggevano (l'inchiesta completa sul sito di «Edilizia e Territorio»).
Entro il 31 dicembre è stato firmato tra la concessionaria e le
banche il closing (finanziamento) della Tem, la nuova tangenziale est di Milano, opera da 2,1
miliardi di euro finanziata per
330 milioni di euro conil D1Fare;
e sempre entro fine anno la Regione Veneto ha approvato tutti
i progetti esecutivi per le Pedemontana, project financing da
2,25 miliardi, come prescritto
per ottenere i 370 milioni di euro
in più dallo Stato.
Opere pubbliche
Ma nel decreto Lupi del 18 luglio 2013, che ha assegnato 1.478
dei 2.819 milioni sbloccati dal Dl
69 per le infrastrutture, non
c'erano solo maxi opere. Alla scadenza del 31 dicembre sono state
appaltate per il70°o delvalore le
piccole opere di ammodernamento dei pianiAnas (300 milioni) e Rfi (Rete ferroviaria italiana, 361 milioni). E i target sono
stati infine centrati per il secondo lotto della superstrada Anas
Agrigento-Caltanissetta (finanziata per i 9o milioni mancanti
su 770 purché i cantieri, all'1°io di
Sal, raggiungessero il 1o%).
Niente da fare, invece, ma si
trattava solo di 27 milioni su
1.478, e non per infrastrutture
bensì per l'acquisto di treni, per
la ferrovia Aosta-Ivrea-Chivasso: la Regione Valle d'Aosta
non è riuscita ad aggiudicare la
gara entro il 31 dicembre, e ora
rischia la revoca.
Con il sistema della scadenzatagliola il Decreto Fare ha prodotto finora effetti rapidi, oltre
che per i 1.478 milioni (meno 27
milioni) del Dm Lupi di luglio,
anche per i 15o milioni del Piano
scuole e i 6o per il Quadrilatero
stradale Marche-Umbria.
Nel primo caso era lo stesso
D169 a fissare la scadenza del 28
febbraio per l'affidamento dei lavori, scadenza che sarà rispettata, salvo nelle quattro regioni
(Veneto, Abruzzo, Campania e
Puglia) dove i ricorsi al Tar hanno costretto il governo (Dl Milleproroghe) a concedere quattro
mesi in più.
Nel caso Quadrilatero (6o milioni per il sub-lotto 2.1) è stato il
Cipe afissare il termine del 31 dicembre per arrivare a19o°io dei
lavori: obiettivo raggiunto.
Effetto immediato hanno prodotto anche l'ok ad appaltare subito il piano sicurezza Rfi (300
milioni, tutto affidato alle imprese) e i 91 milioni a Strade dei Parchi per le complanari della A24
(cantieri accelerati).
In sostanza, dunque, gli obiettivi sblocca-cantieri sono stati
raggiunti per due miliardi di finanziamento su 2,8, e questo ha
consentito di sbloccare opere
per 5,5 miliardi. In particolare è
stata data certezza (aggiungendo risorse pubbliche per 700 mi-
lioni) ai due maxi-project financing per Pedemontana Veneta
(2,3 miliardi) e Tem (2,1) che procedevano al ralenti.
Dove invece non c'erano scadenze precise (finanziamenti
per 767 milioni) il risultato è stato molto meno univoco e rapido.
Così il Piano 6mila Campanili
(10o milioni per mini-opere nei
piccoli comuni), che ha selezionato a inizio gennaio i primi progetti, ma non ha scadenze per i
lavori; così la metropolitana M4
a Milano (172 milioni di nuovi
fondi), che continua a non avere
certezze sul piano finanziario e
probabilmente non sarà pronta
per l'Expo 2015; la metropolitana
di Napoli, tratta stazione-aeroporto (113 milioni), dove ci sono
voluti sei mesi per la delibera Cipe e non ci sono date certe per
l'avvio dei cantieri; e poi il piano
scuole dell'Inail (300 milioni)
che non ha sostanzialmente fatto passi avanti; e infine la tratta
autostradale Rho-Monza (55 milioni in più), che procede a rilento ma che dovrebbe riuscire a rispettare la scadenza Expo.
9 RIPR OD DZIO NE RISERVATA
Pagina 2
) i. Serve l'iter disciplinare
Processo con tutele
per la radiazione
Patrizia Maciocchi
Via libera alla radiazione
dall'Albo perilragioniere condannato per bancarotta fraudolenta, se al verdetto dei giudici segue il procedimento disciplinare. La Corte di cassazione, con la sentenza38oi depositata ieri, respinge il ricorso del
professionista contro il Consiglio nazionale per contestare la
massima punizione che gli era
stata inflitta.
Il ricorrente credeva di avere dalla sua la sentenza con cui
la Corte costituzionale (2 del
1999) aveva dichiarato l'illegittimità d ell'ordinamento professionale (articolo 38 del Dpr
1068/1953) dei ragionieri e periti commerciali, per la parte in
cui prevede la radiazione di diritto dall'albo per chi ha riportato una condanna penale per alcuni tipi di reati, fra cui l'appropriazione indebita e la bancarotta fraudolenta. Per il ragioniere la sua situazione era sovrapponibile a quella in cui si
era trovato il collega coinvolto
nel procedimento esaminato
dalla Consulta, che aveva portato a dichiarare il contrasto della norma con la Carta. Al ricorrente era però sfuggita una differenza non di poco conto, che
la Cassazione è pronta a sottolineare. La sentenza della Corte
costituzionale si riferisce, infatti, alla radiazione automatica
senzail passaggio obbligato at-
Deontologia professioni
traverso il procedimento disciplinare che, nel caso del ricorrente, c'erainvece stato conesito a lui sfavorevole. La giustizia
interna al Consiglio dell'ordine, dopo aver verificato il ruolo di gestione svolto dal ricorrente, come amministratore di
fatto della società fallita, aveva
considerato il suo comportamanto tanto grave da aver leso
la dignità, il decoro e la moralità richiesti per l'esercizio della
professione.
Secondo la Cassazione le circostanze utilizzate dal ragioniere per negare la gravità dei fatti
che gli venivano contestati avevano, al contrario, finito per
confermarla: «Pregressaincensuratezza, non eclatante entità
della somma distratta, destinazione delle somme all'estinzione di un credito professionale». In questo modo precisano i
giudici il ricorrente ha "dimostrato" la stretta connessione
funzionale tra il tipo di reato
che gli veniva contestato e le
sue competenze professionali
e la coincidenza totale della
somma "stornata" con la liquidità della società; infine, aveva
dato modo di verificare che la
società fallita non aveva nessun credito nei suoi confronti.
Radiazione meritata dunque,
anche in considerazione
«dell'ambiente locale e ristretto» in cui i fatti si erano svolti.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 3
Alessandro De Nicola Provocazioni
Avvocati delle
proprie cause perse
lettori mi perdoneranno se questa
volta non utilizzerò il consueto tono
un po' leggero. Infatti, volendo commentare il nuovo codice deontologico degli avvocati e sapendo quanto
la dignità e il decoro nelle espressioni e
nelle critiche siano importanti per la categoria, cercherò di attenermi a tali canoni.
Il nuovo codice
deontologico della
categoria
introduce norme
assurde. Come
quella che vieta
di rendere noti
i nomi dei clienti o
offrire prestazioni
a domicilio. Di
fatto si limita
la possibilità
di concorrenza
L'argomento è importante: gli avvocati
sono ormai circa 240 mila, costituiscono la
maggioranza relativa dei nostri parlamentari
e milioni di clienti sono interessati al comportamento dei loro professionisti. Inoltre, la
corporazione si è distinta per battaglie molto
tenaci relative a quelli che per alcuni sono
privilegi o inefficienti restrizioni alla concorrenza, per altri la difesa di un ruolo costituzionalmente garantito. Insomma, una sorta di
specchio delle dinamiche sociali italiane in
tema di regolamentazione economica.
IL NUOVO CODICE sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, in generale, illustra bene perché gli Ordini professionali
hanno una loro funzione nell'assicurare la
correttezza dei propri componenti. Le
norme sui conflitti di interesse, l'accettazione degli incarichi, i rapporti tra colleghi,
coi testimoni, i clienti o i minori, in parte
sono contenute o potrebbero essere inserite in leggi ordinarie, ma formano un corpus
tutto sommato utile.
Quando invece si esaminano le disposizioni relative agli aspetti economici della
professione la situazione cambia un po'.
In positivo si può dire che non si cerca di
reintrodurre surrettiziamente l'antico divieto del patto di quota lite, secondo cui
l'avvocato può essere compensato con una
percentuale del valore dell'affare o di quanto riesce a recuperare nel contenzioso. E una
misura che facilita sia l'accesso alla giustizia
di chi non ha mezzi sia la concorrenza dei
giovani avvocati che possono offrire la
formula "no win-no pay" (senza vittoria,
niente parcella).
Molto restrittive le norme sull'accaparramento di clientela: l'avvocato non deve offrire o corrispondere a colleghi o a terzi
provvigioni o altri compensi quale corrispettivo per la presentazione di un cliente o per
l'ottenimento di incarichi professionali. E
Avvocati
perché mai? È una pratica normale in ogni
attività economica che anzi incoraggia la
circolazione di clienti verso chi è più competente, invece che cedere alla tentazione di
proporsi anche quando non si è troppo forti
in materia. Se il tutto è fatto in modo trasparente e per iscritto sfuggono le differenze rispetto ad avere costosi dipartimenti interni
di marketing, o come si dice ora, di business
development.
Passando all'informativa al pubblico, il livello di dettaglio è elevato. Ad esempio, l'avvocato non può nel presentarsi far riferimento
a titoli, funzioni o incarichi non inerenti l'attività professionale. E perché mai? Se uno é
stato presidente dell'Inter, oltre a sapere come
far soffrire i tifosi, magari ne capisce qualcosa
in tema di norme relative a gestione di squadre
di calcio, acquisti di cartellino di giocatori (a
volte brocchi) e così via. Sembra che la conoscenza del settore economico dove opera il
cliente sia ininfluente per il legale il quale, seduto alla scrivania, dovrebbe limitarsi a dichiarare: "narra mihi factum dabo tibi ius".
SECONDO IL CODICE , poi, non si può
nemmeno render noto chi sono i propri
clienti, persino col loro consenso, sebbene
la prima cosa che un'impresa voglia sapere
è se si sia maturata un'esperienza nel suo
business e con chi, anche per evitare di affidarsi a qualcuno che assiste la concorrenza
(Coca-Cola e Pepsi sono notoriamente incompatibili). Si tratta, come per altri casi, di
proibizione solo italiana, assente negli altri
ordinamenti, dove gli studi legali inseriscono le informazioni nei siti web accessibili...
anche agli italiani.
Si potrebbe continuare (curioso è il divieto
per il professionista di offrire le proprie prestazioni al domicilio degli utenti. Letteralmente, se Apple chiama per fare una presentazione, il buon avvocato italiano dovrebbe dire
"no, thank you"), ma può bastare.
La consapevolezza che più concorrenza fa
bene non solo ai clienti ma anche agli avvocati, specialmente quelli esposti al vento della
globalizzazione, non sembra ancora essere
maturata all'interno degli organi rappresentativi della categoria. E veramente un peccato.
[email protected]
Twitter @aledenicola
Pagina 4
tt
A regime
®
l'agenzia
per l'It ia
digitale
Dopo oltre un anno e
mezzo di attesa diventa definitivamente
operativa
l'Agenzia per l'Italia digitale.
Nei giorni scorsi è stata pubblicato in «Gazzetta» lo statuto, rimasto a lungo in stand
by, che ora farà girare a pieni
giri l'organismo disegnato
per diventare il braccio operativo del Governo nell'attuazione dell'agenda digitale: dalla diffusione della bandalarga e ultra larga alla digitalizzazione della Pa fino alla creazione di una identità
digitale per ogni cittadino.
L'Agenzia, che avrà a disposizione 130 persone, lavorerà sotto il controllo di Palazzo Chigi - un punto questo fortemente voluto
dall'ex premier Letta che
aveva tentato di dare un nuovo impulso all'agenda digitale - e opererà in base alle
strategie che saranno messe
a punto da un «Comitato di
indirizzo». Un organismo,
questo, che in sostanza prenderà il posto dall'unità di
missione guidata da Francesco Caio - commissario nominato da Letta e ora in scadenza - e dove siederanno
un rappresentante nomitato
da Palazzo Chigi con compiti di coordinamento e altri
membri nominati da ministeri (Sviluppo economico,
Miur, Pa, Economia), Regioni oltre ai rappresentanti del
Tavolo permanente per l'innovazione e l'Agenda digitale italiana. La nomina del Comitato dovrebbe essere uno
dei primi compiti del nuovo
Governo presieduto daRenzi, anche se non è escluso
del tutto che il Governo
uscente firmi il decreto di
nomina dell'organismo facendolo rientrare nell'ordinaria amministrazione. Da
verificare anche la conferma dell'attuale direttore generale, Agostino Ragosa.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Agenzia digitale
Pagina 5
L'Università
forma
i geologi
del petrolio
POTENZA
- - Non c'è Nimby nei luoghi della cultura. Nell'Università della Basilicata è appenapartito, infatti, ilMaster
di secondo livello in "Petroleum Geoscience" per lo studio geologico dei giacimenti
petroliferi promosso in collaborazione con Total e Shell.
Un corso per preparare
esperti nell'analisi geologica
delle aree da cui si estrarrà il
petrolio, con lezioni frontali
esclusivamente in lingua inglese, l'utilizzo di software
innovativi, seminari e campagne di studio nell'Appennino lucano e nei giacimenti
locali. Figure professionali
altamente qualificate e fortemente richieste dal settore,
quali gli esperti di sviluppo
dei campi petroliferi (field
development) che in questo
percorso formativo, seguiranno anche attività seminariali tenute da tecnici delle
compagnie sponsor del Master ed un training (team
project) coordinato da Total
e Shell. Tutte le attività didattiche e seminariali saranno
svolte nel Campus universitario di Potenza.
La campagna (field course) sarà basata in particolare
sull'osservazione in affioramento della geologia dell'Appennino meridionale, con
particolare attenzione alle
rocce presenti nel sottosuolo dei campi petroliferi della
Val d'Agri e di Corleto Perticara (Potenza). Il Master,
hanno spiegato il direttore
commerciale di Shell Italia
E&P, Tom Kj olberg, e il direttore dell'ufficio dirappresentanza di Potenza di Total
E&P Italia, Giuseppe Cobianchi, rappresenta un'ottima
opportunità di formazione
sul territorio regionale, per
acquisire competenze professionali rilevanti anche alivello internazionale e di interesse per le compagnie petrolifere. Competenze che potranno investire nel settore
Oil & Gas, ma anche in altri
campi delle geoscienze.
L. Ier.
Formazione
Pagina 6
. `. Decorrenza dalterzo anno dopo la loro istituzione
Unioni comunait
vincoli rinvia'
Patrizia Ruffini
La nuova circolare sul patto di stabilità diramata ieri dalla Ragioneria Generale dello
Stato (n. 6/2014) spiega per la
prima volta le modalità applicative dell'assoggettamento al patto, a partire dall'anno in corso,
delle unioni costituite dai comuni con popolazione fino a mille
abitanti (comma 1, articolo i6,
Dl 138/11). Le unioni in questione applicano la disciplina prevista per i comuni aventi popolazione corrispondente. Pertanto, l'assoggettamento alle regole del patto decorre - analogamente a quanto previsto peri comuni di nuova istituzione - dal
terzo anno successivo a quello
della loro istituzione; mentre la
base di riferimento su cui applicare la percentuale è data dalle
risultanze dell'anno successivo
a quello della loro istituzione.
La spesa corrente da considerare è quella desunta dai certifica-
Patto di stabilità
ti di conto consuntivo.
Fra le novità targate 2014 che
tutti gli enti devono tener presente la circolare ricorda il "bonus" investimenti di i miliardo.
Gli spazi finanziari che siliberano in applicazione della norma
vanno utilizzati esclusivamente per pagamenti in conto capitale datati nel primo semestre del
2014 (per cui i pagamenti in conto capitale che avverranno nel
secondo semestre non potranno essere esclusi avalere sui predetti spazi finanziari); il controllo sarà effettuato con il monitoraggio semestrale.
La circolare si sofferma an-
-IVESTIMENTI
Risorse finanziarie
utilizzabili esclusivamente
peri pagamenti in conto
capitale datati nel primo
semestre dei 2014
che sul fondo svalutazione crediti, in merito al quale conferma che i relativi stanziamenti
non rilevano ai fini del saldo finanziario di competenza mista,
poiché non sono oggetto di impegno, ma confluiscono nel risultato di amministrazione vincolato. Sul punto la Ragioneria
generale precisa anche che tali
voci non rilevano fin dalle previsioni, superando in questo
modo la posizione più rigida
della Corte dei conti (deliberazione 287/2012 della Toscana)
che in passato era intervenuta
sul punto. Anche se la Circolare
nulla dice in proposito, è daritenere che analogo trattamento
vada riservato al fondo crediti
di dubbia esigibilità che negli
enti in sperimentazione dell,armonizzazione contabile ha
mandato in soffitta il fondo svalutazione crediti.
Come ogni anno, le istruzioni della Ragioneria si confermano un utile vademecum per applicare correttamente il patto,
particolarmente apprezzato
dagli enti con meno di cinquemila abitanti, costretti a fare i
conti con questo vincolo dapoco più di un anno.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 7
La Basilicata non concede l'autorizzazione a Eni-Syndial per gli impianti della Val d'Agri
ata la ricerca sulle acque
Posto il veto al progetti pilota per il riutilizzo dei residui dell'estrazione
Luigia Ierace
POTENZA
La Basilicata ha detto "no" al
progetto pilota per il riutilizzo afini
industriali delle acque diproduzione del giacimento petrolifero della
Val d'Agri in Basilicata. Unimpianto sperimentale, frutto di unaricerca congiunta tra Eni Esplorazione
& Produzione e Syndial (la società
del gruppo specializzata nel trattamento delle acque), finalizzato ad
aumentare la sostenibilità ambientale del sito industriale di Viggiano
in provincia di Potenza dove si trova il Centro Olio, riducendo ifabbisogni idrici, gli smaltimenti ad impianti esterni el'impatto sullaviabilità locale oltre a creare al tempo
stesso nuove opportunità di occupazione e sviluppo sostenibile per
ilterritorio.
La sperimentazione non si è potuta condurre in Basilicata perché
la Regione nelmaggio scorso ha posto il veto all'impianto pilota che,
invece, ha trovato via libera nelle
Marche e sta dando i risultati attesi. È l'ennesimo esempio dei freni
burocratici e amministrativi legati
alle estrazioni petrolifere delgiacimento lucano dove operano Eni e
Sliell. Il nuovo no è arrivato dopo la
cosiddetta "moratoria" sulle attività estrattive, la legge varata dalla
Regione nella passata legislatura,
ma poi bocciata dalla Corte Costituzionale. La sperimentazione riguarda un tema particolarmente
sensibile: quello delle acque diproduzione, del loro smaltimento e
della possibilità di un utilizzo futuro nell'industria. Durante l'attività
estrattiva di idrocarburi (a oltre 3
mila metri di profondità), insieme
Gli scarti della lavorazione
vengono trasportati
nell'area di Pisticci
e vengono sottoposti
alla depurazione
...........................................................................
ad olio egas, è associ atauna quantitàdi acqua che viene anch'essaconvogliata al Centro Olio Vai d'Agri
(Cova) dell'EnidiViggiano e, dopo
la separazione con processi fisici
dagli idrocarburi, è destinata alla
reiniezione nello stesso giacimento da cui proviene, secondo le raccomandazioni e best practices
dell'attività petrolifera mondiale,
riconosciute dalle Autorità di vigilanzae recepite anche dallanormativa ambientale italiana. Unapraticache hatrovato, però, forti opposizioni locali, al punto che la proce-
dura autorizzativa del secondo
pozzo direiniezione dei giacimento "Vai d'Agri", denominato "Monte Alpi 9", è ferma in Regione e al
Comune di Grumento Nova.
In attesa, l'unica alternativa po ssibile è stata quella del trasferimento diparte delle acque di stratoprodotte insieme agli idrocarburi
all'impianto di trattamento reflui
di Tecnoparco (società partecipata della Regione Basilicata)
nell'area industriale di Pisticci scalo in Val Basento, scelta, comunque, altrettanto contestata per l'incidenza di miasmi e traffico dimezzipesanti destinati al trasporto delle acque di strato. Per questo la Regione ha garantito l'impegno economico di 1,3 milioni di curo anche
per la copertura delle vasche.
Tuttavia, resta ancora aperta la
questione della piena sostenibilità ambientale delle attività della
centrale di trattamento di Viggiano, che utilizza importanti quantitàdi acqua, specialmente perlagenerazione di vapore acqueo, necessario per il corretto funzionamento della Centrale.
Eni e Syndial hanno messo a
punto un processo di trattamento
innovativo delle acque di produzione che porti ad una loro depurazione e al riutil izzo per scopi industriali con le finalità di miniinizzare l'impatto ambientale; ottimizzare la risorsa idrica con riutilizzo in-
dustriale; favorire la crescita nel
territorio di una nuova opportunità industriale ed impiantistica con
finalità ambientali, digrandevalenza tecnologica e potenziale in termini di sviluppo su tematiche di
grande attualità nel paese.
Si è così arrivati allaprogettazione e realizzazione di un impianto
pilota mobile e modulare, costituito da più unità di piccole dimensioni assemblabili, che può trattare
una portata di acqua di circa 5 metri cubi all'ora. Il progetto pilota,
che prevedeva una campagna sperimentale di un mese per massimo
i.ooo mc di acqua, dovevaessererealizzato nell'area del consorzio
Asi, limitrofo allacentrale ditrattamento di Viggiano. Ma è arrivato il
veto del Dipartimento Ambiente
della Regione Basilicata. I123 maggio 20131'Ufficio CompatibilitàAmbientale della Regione Basilicata
harichiesto l'assoggettabilità a V alutazione di impatto ambientale
(Via) dei progetto pilota. Unprocedimento che avrebbe richiesto presumibilmente alcuni anni, sarebbe
stato incompatibile, allungando in
modo imprevedibileitemnpi direalizzazione, con le finalità di ricerca
dei progetto pilota. Mentre irisultati della sperimentazione sarebbero
stati essenziali per valutare in maniera esatta l'impatto ambientale
dell'installazione.
La quota della Basilicata
La percentuale di petrolio italiano
prodotto nella Regione
Le tonnellate di petrolio italiano
E la produzione complessiva
del 2012 (4,6 milioni nel 2013)
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Sul territorio. Uno degli impianti Eni in Val d'Agri, in Bas cata
Ambiente
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Fino a dicembre moratoria sulle sanzioni e tenuta di registri e formulari su carta
Sistri, «doppio binario» più 1
tavolo tecnico del ministero le proposte di semplificazione
Paola Ficco
La moratoria sulle sanzioni
Sistri si allunga di cinque mesi e
la loro applicazione decorre dal
1 'gennaio 2015 anziché dal i°agosto 2014. Anche il "doppio binario" per l'utilizzo dei tradizionali registri e formulari cartacei in
aggiunta all'uso del Sistri si prolunga fino alla fine dell'anno.
Queste le conseguenze
dell'emendamento approvato
dall'aula di Montecitorio nella
seduta del 17 febbraio al testo
del Ddl di conversione del decreto legge 150/2013 (il Milleproroghe). Tutto il resto rimane nel
solco tracciato dall'articolo n
del decreto legge 101/2013 (legge 125/2013). Ora il Dl Milleproroghe torna al Senato per la definitiva conversione in legge (entro i128 febbraio).
La modifica incide sul comma 3-bis dell'articolo n che aveva: riservato il Sistri ai rifiuti pericolosi; ridisegnato i soggetti
obbligati all'adesione e all'utilizzo del Sistri; fatto decorrere l'applicazione delle sanzioni e la
cessazione del sistema del doppio binario di tracciabilità (cartacea e informatica) alla data
de11° agosto 2014.
Inoltre tale articolo n aveva
individuato due date di partenza distinte in ragione della categoria di appartenenza di enti e
imprese obbligati al sistema di
tracciabilità dei rifiuti. Il i ottobre 2013, infatti, sono partiti ge-
le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della regione Campania.
Tuttavia, sui soggetti obbligati sono in arrivo novità poiché
per oggi il ministero dell'Ambiente ha convocato una riunione del tavolo tecnico di monitoraggio nella quale il Ministero
presenterà gli esiti del collaudo
del sistema e svolgerà una sintesi dei tavoli tecnici svolti (interoperabilità, microraccolta e trasporto intermodale). Inoltre
presenterà lo schema di un decreto di "semplificazione" che,
tuttavia, contiene nulla di quanto fin dal 20111e imprese chiedono in termini di procedure e
semplificazioni informatiche.
Lo schema ricorda il pagamento al 3o aprile 2014 dei contributi Sistri nella misura e con
le modalità attualmente previste. Reinterpreta i soggetti obbligati e stabilisce (in virtù della
"delega" conferita dall'articolo
n del Dl 101/2013) che al Sistri
non sono tenute le imprese che
effettuano lavorazioni artigiane
con meno di 1o dipendenti, pro-
Id¡Jla.com
Sotto esame le regole
peri condomini
che risultano morosi
Sul quotidiano della Casa & del
Territorio di oggi sono presenti,
tra l'altro, i seguenti articoli:
,Sospensione dei servizi
comuni ai condomini morosi
UniCredit mette sul piatto 4,5
miliardi per i mutui . A fine anno
gli spread scenderanno al2 per
cento
www.casaeterritorio.ilsoie24ore.com
duttori iniziali di rifiuti speciali
pericolosi.
Aggiunge agli esclusi i produttori iniziali di: rifiuti speciali pericolosi qualificabili come imprenditori agricoli ex articolo
2135; rifiuti da attività di demolizione, costruzione e attività di
scavo (ferma restando la disciplina dei sottoprodotti); rifiuti
da attività commerciali e di servizio. Costoro assicureranno la
tracciabilità con registri e formulari, anche se trasportano in
conto proprio i rifiuti pericolosi
e sono iscritti all'Albo gestori ai
sensi dell'articolo 212, comma 8.
Lo schema dispone che trasportatori di rifiuti urbani del
territorio della Campania iscritti all'Albo gestori ai sensi dell'articolo 212, comma 5 del decreto
legislativo 152/2oo6, possono
dotarsi della chiavetta Usb per
la sola sede legale o in alternativa di altre chiavette per ogni unità locale (oltre a una chiavetta
per ogni autoveicolo). Il contributo va pagato per ogni unità locale e per ogni autoveicolo.
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r ',
Confermato peril3 marzo
l'obbligo della tracciabilità
elettronica peri produttori
iniziali di rifiuti
speciali pericolosi
...........................................................................
stori di rifiuti pericolosi e nuovi
produttori. Resta confermato
che lunedì 3 marzo partiranno i
produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi (compresi quelli
che ne effettuano la sola attività
di stoccaggio in R13 o in D15); gli
enti e le imprese che trasportano rifiuti speciali pericolosi da
loro stessi prodotti; i Comuni e
Sistri
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CO11114IERCIALISTl/Stop alla nonna srill accesso automatico al registro dei revisori
Equipollenza, l'Ue non molla
Senza esami integrativi si rischia la
DI
procedura d'infrazione
BENEDETTA PACELLI
Europa non molla
la presa sull'accesso
automatico per i com-
merc i alisti al registro
dei revisori. E il Parlamento è
costretto a trovare una quadratura del cerchio, per assecondare il parere della Ue secondo il
quale «senza esami integrativi»
l'Italia incapperebbe certamente in una procedura d'infrazione, rimandando il tutto ad un
ulteriore regolamento del ministero della giustizia da emanare
entro 20 giorni dall'approvazione del decreto Milleproroghe.
Proprio in corso di conversione del provvedimento (dl
150/2013), l'altro ieri, è arrivato l'ultimo avvertimento
dell'Unione europea. La Ue, infatti, ha fatto arrivare sul tavolo
della commissione Affari costituzionali dove era in discussione il mille proroghe in questi
giorni, un parere che, contrariamente a quanto affermato
dal ministero dell'istruzione e
università, ritiene l'esame di
Stato per dottore commercialista mancante di alcune materie
Commercialisti
necessarie per una piena equipollenza con l'esercizio dell'attività di revisore.
L'ennesima conferma di una
posizione già assunta dalla
Commissione europea, e che
ItaliaOggi ha potuto visionare,
in risposta a un parere richiesto dal ministero dell'economia
«sulla compatibilità o meno di
una eventuale misura del legislatore italiano finalizzata a
rendere equipollente l'esame
di abilitazione all'esercizio della professione di dottore commercialista ed esperto contabile
all'esame di idoneità professionale per i revisori legali in
base alla direttiva comunitaria
2006/43/Ce».
Secondo il parere a firma
del direttore Capitali e Imprese della Ue Ugo Bassi, infatti, «un'eventuale misura
nazionale di equipollenza» (..),
senza l'eventuale previsione
di esami integrativi nei settori
professionali più qualificanti
per la revisione legale risulterebbe contraria ai dettami
della direttiva europea, pur
non prevedendo questa esplicitamente tale principio né la
normativa il suo decreto di recepimento (dlgs 39/10). Il punto, sempre leggendo il parere, è
che l'esame di abilitazione alla
professione di commercialista
(art. 4, dlgs 139/05) prevede la
verifica di competenze profes-
sionali «che sembrano differire
in modo significativo da quanto previsto per l'abilitazione
allo svolgimento dell'attività
di revisore». A questo punto la
palla stadi nuovo nelle mani di
quel ministero che già mesi fa
aveva licenziato il regolamento sull'esame di idoneità per
l'accesso (ora fermo in attesa
degli sviluppi parlamentari)
al registro facendo sostanzialmente tabula rasa del principio
dell'equipollenza fino ad ora
esistente e stabilendo, però la
possibilità di esoneri per i commercialisti. Ora Via Arenula in
meno di tre settimane, come
ha spiegato Francesco Sisto,
presidente della Commissione
affari costituzionali, «dovrà indicare in un decreto quali sono
gli elementi di differenziazione
tra i due ruoli professionali. Il
parere dell'Europa infatti è
stato chiaro in questo senso è
ha indicato che per l'esame di
abilitazione alla professione
di commercialista manca la
verifica sulla competenza in
sei materie. Dobbiamo adeguarci per evitare procedure
d'infrazione».
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La circolare 36/E delle Entrate chiarisce che occorre procedere all'operazione per le strutture più grandi
Fotovoitaico, obbligo di Catasto
Al bivio fra iscrizione e revisione della rendita in ogni caso imposte più elevate
Gian Paolo Tosoni
L'accatastamento degli impianti fotovoltaici ha trovato forse la soluzione definitiva con la
circolare 36/E del 19 dicembre
2013 delle Entrate.
In particolare, per gli impianti
fotovoltaici a terra, considerati
b eni immobili, è previsto l'accatastamento nella categoria D/i "opifici". Se invece di impianti a sé
stanti, come nel primo caso, ritratta di strutture poste su edifici, lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili, non si dovrà
effettuare un autonomo accatastamento, maprocedere alla rideterminazione della rendita
dell'immobile a cui i pannelli sono connessi. Se questa aumenta
dipiù del15° o rispetto alvalore ori-
LE
Gli impianti a terra
sono beni immobili
mentre quelli sugli edifici
sono rilevanti se accrescono
il valore del fabbricato del 15%
...........................................................................
ginario, il proprietario è tenuto a
comunicare la variazione
all'agenzia del Territorio (si veda l'altro articolo in pagina). Se
l'impianto è costruito in forza di
diritto di superficie, va accatastato autonomamente e quindi dovrebbe assumere la categoria di
opificio; infatti nella fattispecie il
proprietario dell'impianto è diverso da quello dell'immobile
sottostante. In ultimo la circolare considera in ogni caso come
beni mobili, e dunque non meritevoli di accatastamento, gli impianti di "modesta entità".
La circolare considera anche il
caso di impianti fotovoltaici "rurali", prevedendo il loro accatastamento nella categoria D/lo, a
condizione che siano asserviti ad
una azienda agricola «esistente»
con un terreno di estensione non
inferiore ai lomila metri quadri e
che la potenza dell'impianto non
risulti superiore ai 200 Kw. In
questi casi, l'impianto potrà essere censito come D/io anziché
D/i, purché alla dichiarazione di
accatastamento si alleghi l'autocertificazione dei requisiti di ru-
Fotovoltaico
ralità su modello conforme.
Aifini delle imposte ricolnprese nella Imposta unica comunale
(Iuc), ovvero Imu, Tasi e Tari, il
diverso accatastamento ha notevoli ripercussioni.
Nel caso di immobili censiti autonomamente in categoria D/1, si
dovrà procedere al calcolo
dell'Imu e delle altre imposte gravanti sugli immobili in base al valore catastale derivante dalla dichiarazione di accatastamento.
Per Imu e Tasi (tariffa sui servizi
non divisibili), partendo dal valere catastale dell'immobile, si dovrà procedere al calcolo delle imposte, ricordando che la somma
delle due aliquote non dovrebbe
poter superare il 1o,6 per mille e
comunque l'aliquota Tasi dovrà
essere compresa tra l'1 e il 2,5 per
mille, ma si è in attesa di decreto.
Per la Tari (tariffa rifiuti) la base
imponibile sarà ancora data dalla
superficie calpestabile e varranno specifiche aliquote determinate dai Comuni in modo dagarantire l'integrale copertura dei costi
sostenuti per la raccolta rifiuti;
pertanto non dovrebbe colpire
gli impianti fotovoltaici.
Nel caso, invece, di immobile
già censito per cui si renda necessaria lavariazione del valore catastale, si dovrà procedere al ricalcolo dell'Imu rispetto a quello
dell'anno precedente. Lavariazione catastale determinerà, infatti,
un aumento proporzionale della
base imponibile ai fini Imu e Tasi.
Gli impianti fotovoltaici "rurali" censiti nella categoria D/io sono esenti da Imu colpe previsto
dal comma 708 della legge 147/13
per gli immobili rurali strumentali, mentre aifini Tasipotranno essere soggetti al massimo all'aliquota dell'1 per mille, con possibilità per i Comuni di prevedere anche ulteriori riduzioni. Ovviamente la ruralità è garantita qualoravengano rispettate le condizioni stabilite dalla circolare
dell'Agenzia32/2009 e inparticolare che il fatturato della attività
agricola sia superiore a quello dellaproduzione di energia elettrica,
tariffa incentivante esclusa, ovvero che il terreno coltivato anche
in comuni non confinanti sia pari
ad almeno lo ettari per loo kw.
© RI PRO D DIO NE RISE R VAIA
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Le regole da seguire
i Impianti fotovoltaici a terra
Se occupano un volume dai 150 metri cubi in su
i Impianti su edifici , lastrici solari o su aree di pertinenza di altri immobili
Solo se, rideterminando la rendita dell'immobile a cui i pannelli sono connessi, questa aumenta di più del15%
Casa unifamiliare composta da unità abitativa
più autorimessa, tettoia o soffitta/cantina (censite
separatamente), con impianto fotovoltaico
costruito sul tetto di una delle tre unità
immobiliari, ma asservito a tutte
e con potenza inferiore a 9 kW(n. 3 unità x3
kW/unità).
Complesso residenziale costituito anche da
La rendita è calcolata n proporzione al valore capitale con
riferimento al biennio economico 1988-89, applicando un saggio di
fruttuosità (tariffe d'estimo vigenti). La metodologia di stima
generalmente da utilizzarsi in queste casistiche (costo di
ricostruzione decurtato per vetustà) è stata riassunta dall'agenzia
del Territorio nella circolare n. 6/2012.
Peresempio, considerato un costo attuale di 5000 €/Kw per un
Fotovoltaico
un rilevante numero di unità immobiliari che
beneficia dall'impianto, questo però ha una
potenza complessiva inferiore a 3 kW per ogni
unità (per esempio 30 kW con 10 unità)
03 I Quando, anche se l'impianto è superiore ai 3
kw per unità, l'incremento di rendita determinato
dall'impianto è inferiore al 15% dell'importo
originario
impianto di 4Kw, la rendita catasta le che gli competerebbe, con
riferimento al biennio economico 1988-89, è pari a circa €114,00
(ipotesi di immobile in categoria del gruppo A o C per il quale è
previsto un saggio di redditività dell'1%).
Se quindi l'unità immobiliare dove è installato ha una rendita di
760 euro, non c'è obbligo di accastamento (114 euro è meno del
15%di 760)
Pagina 12
Semplificazione legata alla potenza complessiva e alle unità servite
le 40
40
40
e
1« v-
icc o- i impianti senza vincoli
Antonio Iovine
Con la circolare 36 del 19 dicembre 2013 delle Entrate, emessa
dopo l'incorporazione dell'agenzia
del Territorio, vengono riassunti in
forma organica gli adempimenti
previsti sotto il profilo catastale e fiscale per gli impianti fotovoltaici,
in precedenza disciplinati autonomamente dalle due Agenzie.
Per gli impianti di modesta rilevanza si ricorda che la risoluzione 3 del 6 novembre 2008
dell'agenzia delTerritorio, dopo
avere specificato che i pannelli fotovoltaici costituiscono impianti
da considerare fissi ai fini catastali, già aveva esonerato dall'obbligo di accatastamento quelli
«aventi modesta potenza e desti-
Fotovoltaico
nati prevalentemente ai consumi
domestici». Con la nota 31892 del
22 giugno 2012 dell'agenzia del
Territorio viene precisato che è
necessario procedere, con dichiarazione di variazione da parte del
soggetto interessato, allaridetermninazione della rendita catastale
dell'unità immobiliare a cui l'impianto risulta integrato quando lo
stesso ne incrementa il valore capitale (o la relativa redditività ordinaria) di una percentuale pari
al 150o o superiore, in accordo alla
prassi estimativa adottata
dall'amministrazione catastale.
E in tal senso l'agenzia del
Territorio ha dato istruzioni
con la circolare 1/2006: il rapporto tra redditività impianto e red-
ditività abitazione va eseguito
con valori riportati al 1988-89,
data di riferimento delle attuali
rendite iscritte in catasto.
Con la circolare 36, nell'ottica
diunamaggiore chiarezza, fermo
restando l'obbligo sopra ricordato di variazione catastale nel caso
incui l'impianto comportal'incremento della originaria rendita di
una percentuale pari o superiore
al 15° 0, sono stati forniti alcuni parametri oggettivi per individuare
i casi in cui non sussiste l'obbligo
di accatastamento (e gli impianti
sono considerati beni mobili). Si
tratta dei casi in cui:
lapotenzanominale dell'impianto fotovoltaico non e superiore a 3
kilowatt per ogni unità immobilia-
re sei vita dall'impianto stesso;
sw- la potenza nominale complessiva, espressainkilowatt, non è superiore atre volte ïl numero delle unità immobiliari le cui parti comuni
sono servite dall'impianto, indipendentemente dalla circostanza che
sia installato al suolo oppure sia architettonicamente o parzialmente
integrato ad immobili già censiti a1
catasto edilizio urbano;
as-perle installazioni ubicate al suolo, H volume individuato dall'intera
area destinata all'intervento (comprensiva, quindi, degli spazi liberi
che dividono i pannelli fotovoltaici) e dall'altezza relativa all'asse
orizzontale mediano dei pannelli
stessi è inferiore a15o metri cubi.
® RI P RODD ZIO NE RISERVATA
Pagina 13
In derivati i soldi delle pensioni dei medici: persi 250 milioni
L'I NCH IESTA
ROMA Tre miliardi di euro investiti in derivati. La perdita calcolata, soltanto su otto dei tanti prodotti finanziari sottoscritti dall'Ente nazionale di previdenza
dei medici e dentisti, è di 250 milioni di euro. Operazioni ad altissimo rischio, contro le direttive
dello statuto Enpam che prevedeva criteri di prudenza per garantire le prestazioni previdenziali ai medici. Il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Corrado Fasanelli hanno chiuso il primo filone dell'indagine relativa
alle spregiudicate operazioni finanziarie promosse e sottoscritte dall'ex presidente dell'ordine
ed ex parlamentare di Forza Italia, Eolo Parodi, dal consulente
per l'attività di gestione dei fondi
e direttore generale, Leonardo
Zongoli, dal docente universitario componente del cda esperto
in materia di investimenti mobiliari, Maurizio Dallocchio, e dal
responsabile del servizio gestione finanziaria dell'ente, Roberto
Roseti. Otto episodi di truffa aggravata, ma anche ostacolo all'attività di vigilanza, perché nei bilanci e nelle comunicazioni ai
ministeri dell'Economia, del Lavoro e della Salute gli indagati
confermavano l'adozione di criteri «prudenziali di individuazione e ripartizione del rischio nella
scelta degli investimenti già definiti». Ora rischiano di finire sotto processo.
LE INDAGINI
I militari del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza,
coordinati dal generale Giuseppe Bottillo, hanno concluso gli
accertamenti relativi alla gestio-
Previdenza professionisti
ne del patrimonio mobiliare dell'ente a partire dal 2006. Soltanto otto degli investimenti in derivati sono stati presi in esame. Milioni di euro finiti in obbligazioni
strutturate, come la "Oak Harbour", emessa dalla Saphir Finance plc e proposta da Lehman
Brothers. Un'operazione da 20
milioni di euro. E tutte le volte,
gli indagati avrebbero indotto in
errore il cda dell'ente e violato la
delibera del 2004 che stabiliva
criteri di prudenza. Alcuni pro-
QUATTRO RISCHIANO
IL PROCESS : LE RISORSE
DELL'ENPAM INVESTITE
I TITOLI A RISCHIO
SEBBENE 10 STATUTO
DELL'ENTE
10 VIETASSE
Bank, la banca Jp Morgan e la
Barclays bank London. Vanno invece avanti le indagini sugli investimenti nel settore immobiliare. Un altro filone di inchiesta,
che aveva portato all'iscrizione
sul registro degli indagati di Parodi e dei consulenti finanziari.
LE PENSIONI
Una rassicurazione agli iscritti arriva inveca dall'Enpam. La Fondazione, si legge in una nota, risulta
parte offesa nel procedimento. E
il presidente Alberto Oliveti precisa: «Le pensioni degli iscritti oggi
sono comunque al sicuro, nel
2011 siamo intervenuti sulla governance del patrimonio, mettendolo in sicurezza, e nel 2012 abbiamo dimostrato la sostenibilità
del nostro sistema previdenziale
a oltre mezzo secolo».
Valentina Errante
dotti finanziari ad alto rischio,
dopo le perdite, sono anche stati
ristrutturati con un ulteriore impiego di capitali e un'esposizione ancora maggiore al rischio.
Dei quasi tre miliardi di euro del
patrimonio mobiliare il 77 per
cento è finito in prodotti strutturati. Parodi, come presidente, ha
sottoscritto i contratti «consapevole - si legge nel capo di imputazione - dell'esistenza di un rischio di mancato rimborso del
capitale e del rendimento previsto». Per la procura gli indagati
avrebbero assicurato «ai componenti del comitato investimenti
prima e al cda poi» che le obbligazioni strutturate garantivano
il rimborso del capitale alla scadenza e assicuravano un rendimento cedolare sicuro e redditizio. A ottenere un «ingiusto profitto» dalle scelte degli indagati
la Lehman Brothers, la Deutsche
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I
Per le Casse
dismissioni
senza vincoli
Le Casse professionali
sfuggono al raggio d'azione
della legge che detta le regole
sullagestione dei beni immobili degli enti previdenziali pubblici. Con l'ordinanza 61343,
depositata ieri, il Tribunale di
Roma ha respinto il ricorso
cautelare di alcuni inquilini
che affermavano il loro diritto
alla prelazione nell'acquisto
degli appartamenti di proprie-
Previdenza professionisti
tà della Cassa ragionieri, nei
tempi e nei modi dettati dalla
legge 4010 del 2001. Secondo i
ricorrenti la norma, pur riguardando gli enti pubblici, doveva essere applicata anche alla
Cassa dei ragionieri che non
avrebbe mutato la natura di ente pubblico dopo la trasformazione in persona giuridica di
diritto privato (Dlgs 509/94).
Per il tribunale, che richiama
anche la Cassazione (sentenza 21988 del ton) non è così.1
paletti della legge 410/2001 valgono solo per gli enti previden
ziali ancora pubblici alla data
della sua entrata in vigore, ma
non per quelli privatizzati.
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PER I GIOVANI
Me d ici,
i n t eg ra tiv a
se n z a c o sti
La Fondazione Enpam permetterà ai giovani medici e
agli odontoiatri di iscriversi
gratuitamente alla previdenza complementare . Grazie
a un contributo messo a disposizione dall'Ente di previdenza, i camici bianchi di età
inferiore a 35 anni potranno
aprire una posizione presso
FondoSauità, fondo pensione
complementare del settore,
senza pagare costi di ingresso. L'iscrizione consentirà di
cominciare a costruirsi una
pensione di secondo pilastro,
di beneficiare da subito di deduzioni fiscali e di maturare
anzianità contributiva utile a
diminuire la tassazione al momento del pensionamento. Il
numero dei giovani professionisti potenzialmente interessati supera le 47 mila unità.
L'obiettivo dell'Enpam è quello di sensibilizzare i giovani
sulla necessità di garantirsi
una rendita aggiuntiva oltre a
quella derivante dalla pensione di primo pilastro. Sul sito
internet www.fondosanita.
it è disponibile la scheda di
adesione. Per informazioni è
possibile contattare la segreteria ai numeri 0648294333 o
06 48294631 , oppure inviare
un'email all'indirizzo [email protected].
Medici
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