Roma, 27 febbraio / 21 marzo 2009 | Ex Mercato Ebraico del Pesce Via di San Teodoro 74 Laura Marsilio Assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù Adrenalina è un nuovo strumento con cui l’Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù, del Comune di Roma, intende rilanciare il protagonismo giovanile nell’arte. Un’occasione, dunque, per i giovani artisti di far emergere la propria creatività e talento attraverso nuovi linguaggi dell’arte e della cultura. La formazione e la crescita dei giovani passa anche attraverso i momenti artistici e ricreativi: per questo motivo si vuole offrire ai ragazzi, attraverso Adrenalina, la possibilità di mettersi in gioco, di accrescere le proprie motivazioni e soprattutto di investire sulle loro qualità. Adrenalina si inserisce, infatti, in una dimensione progettuale più ampia 2 che l’Assessorato intende sviluppare sui temi legati alla formazione dei giovani attraverso la creazione di strumenti ed occasioni volti ad accrescere in loro una sensibilità maggiore per ogni forma d’arte. Promuovere le capacità artistiche significa anche investire sulla socializzazione dei ragazzi. E in una città come Roma questo impegno ha una valenza culturale importante, sia per la grande tradizione che la capitale offre sia per il particolare fermento positivo che la città sta vivendo. Con la scelta del nome Adrenalina si vuole inoltre trasmettere non solo un messaggio positivo legato all’arte ma al contempo promuovere una campagna di prevenzione e contrasto alla diffusione dell’uso delle droghe tra i giovani: Adrenalina come unica sostanza naturale in grado di liberare la creatività e di sprigionare energie propulsive nei giovani. La campagna di sensibilizzazione e prevenzione dall’uso di sostanze stupefacenti, spesso legate anche alla ricerca dello sballo creativo, vuole così abbattere il falso mito del connubio fra arte e droghe. 3 Appunti per un nuovo percorso Ferdinando Colloca Direttore Artistico Adrenalina Quando ho ricevuto questo importante incarico, ovvero la direzione artistica del progetto Adrenalina, la prima cosa che ho pensato è stato il trovare un percorso per dare concretezza all’idea giusta, per un primo anno operativo. Nasce “l’Uomo al Centro” come importante sviluppo di tematiche fondamentali che provengono dalla vita sociale di tutti i giorni. L’avvento di Internet, la cosiddetta “rete”, ha cambiato in maniera radicale il modo di raccontare il mondo e di raccontarci. La tecnologia aiuta a diffondere parole, suoni e colori in “real time”, ma nello stesso tempo mistifica, allontana il contatto umano, in qualche maniera fa perdere l’essenza dell’essere e, in questo caso specifico, dell’opera e di tutto ciò che si muove intorno all’opera stessa. La tecnologia, in poche parole, da una parte toglie, ossia diventa racconto scarno del 4 concetto, e dall’altra dà la possibilità anche a chi non rientra in circuiti sponsorizzati di promozionare il proprio fare. È questo il motivo per cui moltissimi giovani artisti hanno partecipato alle prime selezioni di questo importante progetto. Oggi si usa la tecnologia per riposizionare l’Uomo al Centro: è proprio questa la spinta che ha portato ad un successo insperato di partecipazione, frutto di una grande voglia di arte nel mondo giovanile. Opere cariche ed intense così com’è il nostro tempo. Ho voluto anche io, simbolicamente, da artista esprimere l’Adrenalina-pensiero con un mio lavoro: un’immagine che rappresentasse l’“arte in nuove direzioni”, con l’identità di un passato unico e con la netta volontà di scoprire nuove terre, nuovi orizzonti. Questa la scelta che ha caratterizzato questa prima mostra-progetto. Far partire questo evento, nella ricorrenza del centenario del Futurismo, ha un valore simbolico enorme, mi offre la motivazione per sperare che un nuovo Rinascimento d’arte italiano possa rinascere, nuovi movimenti culturali possano emergere. Il mio, il nostro progetto intende volare alto: si vogliono esportare nuovi talenti, fuori le mura dei confini italiani, con esposizioni e anche con l’inserimento nel mercato internazionale dei lavori presentati. Vuole riaffermare tutta la bellezza della nostra storia e della nostra cultura ripartendo dai giovani talenti e da nuovi ed accattivanti linguaggi. Adrenalina è Adrenalina… la giusta tensione che ci deve aiutare a portare avanti le nostre idee, i nostri progetti, e a farci giungere vincenti ai traguardi prefissati. Abbiamo bisogno di questa forza, di questo spirito, di questi giovani per riaffermare importanti valori ed uscire da un tunnel chiamato crisi… l’ARTE può essere il nostro motore propulsivo! 5 Mvula Sungani curatore di AdrenalinaDANZA Creare un grande progetto innovativo rivolto alle giovani generazioni di “creativi”, rappresenta un’importante risorsa messa a disposizione dal Comune di Roma per tutti coloro vogliano confrontarsi, mettendo in rete ed in mostra le proprie capacità artistiche. L’importanza che una città come Roma divenga fucina di nuove idee e di nuove generazioni di artisti, è un elemento fondamentale in prospettiva per la crescita culturale di tutta la città. AdrenalinaDANZA è un nuovo progetto di promozione e produzione della danza mediante la valorizzazione del patrimonio artistico, rappresentato dai giovani, coreografi, operatori e danzatori. L’ideazione di una strategia artistico-culturale sull’ arte di Tersicore come questa, da la possibilità sia agli organizzatori che ai fruitori del progetto stesso di con- 6 tinuare nel tempo un percorso culturale preciso e ricorrente. La proposizione di spettacoli di qualità di giovani espressioni coreutiche, la riproposizione di eventi volti a promuovere i luoghi e le persone mediante la danza, l’utilizzo della sede di Adrenalina come open space, in cui gli studenti ed il pubblico possano assistere alle prove dello spettacolo che verrà rappresentato di li a poco, vivendo in prima persona il back stage, renderanno questo progetto unico e di grande impatto sociale e culturale. La danza è un arte che forma le persone prima che gli artisti, quindi riuscire a far vedere al più grande numero possibile di giovani quest’arte da vicino, può rappresentare un grande strumento di motivazione e di impegno per le nuove generazioni. 7 Francesco Marcolini Presidente Zètema Progetto Cultura Le opere artistiche di qualsiasi genere, dal musicale, alle arti figurative, al teatro sono generate dai talenti naturali, dalle doti dei singoli unite a percorsi di studio accademici o scolastici, o come talvolta capita, nate dal genio creativo di singoli particolarmente dotati. La funzione dei singoli artisti è quindi quella di creare, di esprimersi, di lanciare sul palcoscenico della vita opere, la cui fruizione è destinata inevitabilmente a tutti, al pubblico, ai posteri, a coloro che dovranno nascere. La funzione di una società pubblica come Zètema è quella di creare occasioni di fruizione, spazi adeguati dove il genio possa esprimersi e il pubblico possa fruire di queste opere. Il nostro compito è organizzare spazi, promuo- 8 vere eventi e pubblicizzarli a tutta la popolazione cittadina, insomma creare la scintilla attraverso la quale il genio creativo dei nuovi talenti si inneschi e divenga un incendio di immagini, suoni, istallazioni, quadri... tutto questo è Adrenalina, una manifestazione dedicata ai giovani talenti destinata a tutta la città di Roma. 9 Indice 14 Alessia Armeni 34 Carlo Costanzelli 54 Mauro Fattore 16 Maria Cristina Baldassarre 36 Fabio Cuttica 56 Alessandro Fornaci 18 Luca Baldassari 38 Hesam Daneshvar 58 Valerio Giacone 20 Luca Battistella 40 Manuel De Cicco 60 Veronica Giorgetti www.alessiaarmeni.com [email protected] www.lucabaldassari.com www.carlocostanzelli.it www.h-daneshvar.com 10 www.sognidiautunno.it www.valeriogiacone.com www.avimago.com 22 Elena Boccoli 42 Mattia De Salve 62 Jessica Iapino 24 Simonetta Briganti 44 Angelica De Stefano 64 Carmen Iorio 26 Alessandra Carloni 46 Daniela Di Mase 66 Antonietta La Rocca 28 Pamela Cento 48 Stina Ekelund 68 Davide Lombardi 30 Rocco Cerchiara 50 Paola Fabiano 70 Leandro Lottici 32 Alice Corbetta 52 Daniele Faiola 72 Lucia Amalia Maggio www.elenik.com www.equilibriarte.org/carlona www.myspace.com/1zerozero www.pamelacento.com www.liberamentepeople.com Andrea Cardia www.mastyle.it www.stinaekelund.com www.kenya37.spaces.live.com www.jessicaiapino.com www.antoniettalarocca.com www.leandrolottici.eu www.myspace.com/leandrolottici 11 74 Emiliano Mancuso 94 Cristiano Petrucci 114 Delphine Valli 76 Frank Martinangeli 96 Micaela Petroni 116 Joseph Zicchinella 78 Jacopo Meucci 98 Lorenzo Poli 119 Programma eventi ospiti www.martavalenti.com www.jacopomeucci.org 80 Roger Nicotera 12 www.ivisual.com/rogernicotera www.myspace.com/rogernicotera www.micaelapetroni.it 100 Ilaria Rezzi www.ilariarezzi.com www.delphinevalli.dphoto.com www.josephzicchinella.it 120 Amelie 13 82 Serena Noto, Elena Botta, 102 Daniele Romani 121 Drama 84 Mauro Pace 104 Monica Scafatii 122 Max Durante 86 Jelena Panjkovic 106 Nunzio Sciscione 123 Frank sent us 88 Maria Pappalardi 108 Alessandro Trapani 124 Technophonic 90 Emanuela Passacantilli 110 Damiano Tullio 125 Sezione danza: 92 Fabrizio Perrini 112 Marta Valenti Edoardo Ferrari, Ida Vinella www.mastyle.it www.martavalenti.com www.ivisual.com/emanuelapassacantilli www.photographers.it/free/ emanuelapassacantilli www.flickr.com/pizio www.myspace.com/pizio84 www.mastyle.it www.myspace.com/failurememory www.libecromano.com www.myspace.com/libecromano www.martavalenti.com Indanza Ritratto d’auore Danzinprogress Alessia Armeni Pittura Alessia Armeni, nasce nel 1975 a Roma, città in cui vive e lavora attualmente. Studia all’Accademia di Brera di Milano: nel 1999 il diploma in Pittura. Nel testo critico per la sua prima personale presso la Galleria d’Arte Contemporanea Il Sole (Roma, 2007), Lauretta Colonnelli rintraccia nei suoi dipinti atmosfere rarefatte mutuate dalla scuola americana di Edward Hopper dove la luce che avvolge le figure isolate è degna della lezione di Jan Vermeer e dei fiamminghi. La prossima personale di Alessia Armeni, dal titolo Urban Dreams, a cura di Marge Paas, è prevista per la primavera 2009 presso la 008 Gallery di Tallinn, Estonia. Tra le più recenti partecipazioni a progetti collettivi segnaliamo: Godart, a cura di Enzo De Leonibus, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (PE) (edizione 2008 e prossimamente, edizione 2009); Sight, a cura di Enzo De Leonibus, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (2008); Big/Small II (2008) e Big/Small (2007) Galleria d’Arte Contemporanea Il Sole, Roma; “Che cos’è la pittura?” workshop tenuto da Maria Morganti, svolto nell’ambito di Re-Enacted Painting; White Screen, progetto promosso da Viafarini con il Comune di Milano a cura di Milovan Farronato, Milano; Premio Arti Visive San Fedele, Fondazione Culturale San Fedele, Milano (2006); Su tela, Galleria d’Arte Contemporanea Il Sole, Roma (2006). 14 Singlebell Singlebell è un gioco di parole tra “single”-“ jinglebell”-“bell”. Il progetto è una riflessione sulla società contemporanea, in particolare sulla sempre più vasta classe dei “single”. Questa realtà tipica dei nostri tempi, tanto mitizzata dai media, basti pensare e fenomeni come “sex and the city”, ha un’altra faccia della medaglia, ed è proprio quella che sollecita il mio interesse: quando un sms ci avvisa che ahimé il nostro amico questa sera non può uscire, oppure siamo noi, esausti, che decidiamo di rimanere a casa. L’sms diventa il titolo del quadro, “Scusa cara ma questa sera rimango a casa”; “Oggi non ce la faccio, ci sentiamo, a presto”. Il progetto “Singlebell” celebra questi momenti di isolamento imposto, assurgendo a icona contemporanea l’uomo comune in atteggiamento dimesso, stanco, vittima della frenesia quotidiana, un asceta in meditazione di fronte la TV, un martire della solitudine. Titolo: Singlebell 15 Maria Cristina Baldassarre Fotografia 16 Tra il 1994 e il 2001 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di scenografia e si diploma nel corso quadriennale di grafica dell’Istituto Europeo di Design di Roma. Tra il 2002 e il 2004 approfondisce la tecnica dell’affresco nella “Bottega del Bonfresco”, Borgo S. Niccolò, Firenze, Maestro d’arte Luigi Falai e nel corso biennale della “Scuola delle Arti Ornamentali S. Giacomo” di Roma. Nel 1999 frequenta un corso di quattro mesi presso la Loughborough University School of Art and Design in Inghilterra per l’apprendimento della tecnica Litografica. Tra le sue esposizioni: febbraio 2009 collettiva presso il csoa Brancaleone, Roma; ottobre 2007 collettiva di pittura ed incisione “Passaggio/Ponte”, alla Torretta Valadier di Ponte Milvio a Roma; maggio 2007 collettiva di pittura curata dal prof. F. Volo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma; marzo 2005 videoproiezione di illustrazioni e pitture presso il chiostro della chiesa di S. Oliva a Cori; nel 2005 collettiva ARTEARTE presso Palazzo Emme a Latina. Ha curato tra il 2003 e il 2008 le selezioni per la mostra collettiva d’arte del “Maggio Sermonetano”. La mancanza L’opera nasce dal bisogno di riempire uno spazio vuoto, una mancanza fisica e mentale. L’immagine “creata” è un ventre ligneo (vuoto), dotato di appendice fallica (banana). Auto-fellatio, come miserabile rimedio al vuoto esistenziale. Una reciprocità sessuata dove il fallo è desiderio di totalità, pienezza, a sottolineare quest’ansia le forme che si ripetono: in un paesaggio di sol’atmosfera si materializza un ventre rigido, contratto nel contenere un vuoto, un vuoto nel vuoto, fin troppo reale per trovare conforto nella fantasia da cui scaturisce l’immagine fallica, un’immagine indefinita dove l’inconsistenza si nasconde nell’ironia beffarda. Dagli occhi chiusi si desume che si tratti di una fantasia, la bocca aperta allude al movimento ripetitivo e perpetuo che si spegne con il silenzio del paesaggio. Titolo: La mancanza Tecnica: olio su tavola Dimensioni: cm 80x120 Anno: 2008 17 Luca Baldassari Fotografia 18 Nato nel 1972 si diploma presso Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione “Roberto Rossellini” sezione fotografia. Principali esposizioni: Casa d’aste Bloomsbury Auction (Roma) - Galleria Eralov (Roma). Luca Baldassari ha scelto di fotografare con il foro stenopeico, su apparecchi autocostruiti: una fotografia da meditazione. Tempi lunghi. La luce (la radiazione, l’energia) si posa lentamente sul materiale sensibile e, contemporaneamente, si stratifica nella coscienza del fotografo: si tratta di una particolare forma di conoscenza che mira alla profondità delle cose, all’essenza. Non è facile descrivere le sensazioni che si provano operando con il foro stenopeico. Si tratta di una fotografia “naturale” e, insieme, molto “tecnica”. Luca è un costruttore: le macchine fotografiche escono dalle sue mani. È uno sperimentatore: ogni condizione di illuminazione, di colore, di forma richiede una modifica del processo. È un viaggiatore: si porta dietro la sua strana attrezzatura e vede quello che gli altri non possono vedere. È un artista: la tecnica costruttiva più elementare e “leggera” si associa alla magia tecnologica della fotografia ”immediata” (polaroid, fuji) e stabilisce un metodo di lavoro che accetta l’imprevisto come parte della ricerca. Il computer interviene alla fine, paradossalmente, per dare “materialità” ad un processo per gran parte etereo, evanescente. Tecnica e filosofia nella fotografia di Luca Baldassari Uso prevalentemente la tecnica del foro stenopeico. Tecnica che utilizzo ormai da oltre 20 anni. Le macchine fotografiche e fori sono costruiti artigianalmente da me, questo è una dei motivi per cui ho deciso di usare questa tecnica che mi permette di poter costruire il mio spazio visivo/fotografico in tutta libertà e poter usare tutti i materiali sensibili a disposizione dalla carta fotografica, dalla polaroid al digitale. Mi permette inoltre di usare tempi d’esposizione lunghi e vedere le cose/la vita da un punto di vista altro, differente, con tempi diversi mi concedo tempo per capire meglio per pensare. 19 Luca Battistella Fotografia Vive e opera a Roma dove, dopo alcuni anni spesi a lavorare come fotografo “normale” intraprende un percorso di sperimentazione su sue opere ed immagini elaborandole con tecniche manuali, lavorando direttamente sul supporto dia senza alcun intervento digitale ma solo con l’utilizzo di materiali extra fotografici in modo da stravolgere e modificare la realtà rappresentata con abrasioni, colorazioni e sovrapposizioni di materiali. Inizia da qualche anno ad esporre in gallerie soprattutto in alcune collettive di fotografi romani e non. La stessa opera presentata ha subito modifiche tramite l’utilizzo di scotch, abrasioni e colori naturali. 20 21 Elena Boccoli Pittura 22 Elena Boccoli, in arte eLenik, nasce in una domenica, nel lontano 10 febbraio del 1980 a Roma. Un vero “Acquario”. La data forse più importante della sua vita fu quella in cui fece la sua prima esposizione sul frigorifero in cucina della zia Angela. Da quell’esperienza nasce lo stile che attualmente ritroviamo nei suoi lavori, uno stile che scivola tra i ricordi delle camerette, strade e spericolate corse in bicicletta. I suoi lavori rappresentano spesso donne dai grandi occhi e dalle espressioni sorprese, che danzano su fondi colorati dall’aria naif, personaggi ironici e tristi, donne dalla femminilità sdrammatizzata che nascono in contrapposizione a quella esasperata dell’autrice che, a suo dire, cela una consistente ironia. Oggi eLenik espone in locali e gallerie e collabora con teen magazine e riviste. Tutto questo la entusiasma e rende felice, ma non riuscirà mai ad eguagliare quella soddisfazione della sua prima esposizione sul frigo della zia. Le donne/muse di eLenik hanno sguardi persi nel vuoto, distratti e sognanti, pensierosi e assenti, ma se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, queste signorine ne hanno parecchia perchè gli occhi che sgranano di fronte alla vita sono giganteschi e luminosissimi. Non ci sono languide labbra e atteggiamenti da “femme fatale”. Le sue Muse sono asciutte , dirette, intelligenti, non hanno bisogno di inutili trucchi per essere se stesse, tranne un unico piccolo vezzo: un tocco di ammiccante rossetto rosso. 23 Simonetta Briganti Pittura 24 Nasce a Orbetello (Gr) nel 1974, nipote del noto critico d’arte Giuliano Briganti. Sin da piccola mostra un particolare interesse per l’arte e il disegno, ritraendo su piccoli fogli di carta il profilo dei propri familiari. I suoi studi di maturità si indirizzano verso il Liceo Artistico di Grosseto e proseguono poi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma seguendo il corso del prof. Gino Marotta. Attualmente vive e lavora a Roma. La pittrice dà l’impressione di aver ereditato dagli artisti del passato la volontà di imprimere su tela qualcosa che resista al tempo, immagini che viste dopo secoli trasmettano inalterate sensazioni agli osservatori. È naturale che l’uomo si trovi al centro del suo lavoro, che la figura umana determini lo stimolo e lo studio che è alla base delle sue tele. L’uomo ha da sempre rappresentato se stesso e generare quadri che riprendono il più antico e più dipinto tema senza cedere alle tentazioni è cosa difficile; Briganti lo fa bene. Alla dicotomia accademiaavanguardia risponde con la forma che non è la semplice imitazione della realtà, ma la genesi della rappresentazione, con la luce che pervade l’intera opera, che si addensa e plasma la materia, con i suoi cromatismi equilibrati, che si impongono ora per accostamento, ora per contrasto. 25 “Nei miei lavori cerco di carpire tutto ciò che è possibile dell’essere umano e quindi, ritraendone il volto, trasmetterne le intime passioni, le angosce, le speranze, le emozioni che ci appartengono. Il volto, per me trasparente messaggero, è quanto di più espressivo dell’umana esistenza”. Valérie L’opera si incentra sull’esistenza della donna, sulla gravidanza, intesa come fonte di vita ma anche di sofferenza. La luce che plasma il volto di questa donna provata nel corpo che sta cambiando in alternanti momenti di lumeggiature e ombre avvolgenti definisce tutto, levigando drammaticamente questo viso, evidenziandone le caratteristiche, le forme e i particolari. Titolo: Valérie Tecnica: olio su tela Dimensioni: cm 50x50 Anno: 2008 Alessandra Carloni Fotografia Alessandra Carloni è nata nel 1984 a Roma. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2008, è impegnata attualmente nel campo della decorazione. Ha partecipato a numerose mostre nel 2006: collettiva “Il linguaggio della decorazione” a Roma, “Linoelumgrafie” collettiva d’incisioni a Formello, “Visibile e Invisibile” collettiva a San Benedetto Po (MT) e una personale presso il Bastione di Sant’Anna a Mondolfo (PU). Inoltre è stata selezionata a svariati concorsi: Premio delle arti per il progetto “Obelisco di Axum” (2005), “Camera Picta-Dipingere il Cielo” (2006), “Cartoline d’Italia” per il Comune di Torre Canavese (TO); e infine la pubblicazione di fotografie sul tema del “Caos” e della “Paura” per la rivista letteraria “La Luna di traverso” realizzata dall’Archivio dei Giovani Artisti di Parma. Across the Universe La foto digitale “Across the Universe” rispecchia visivamente, nella scelta del soggetto, il tema trattato “L’uomo al centro”. L’immagine, modificata con il computer, è la rappresentazione chiaramente simbolica del contrastato rapporto fra l’uomo e l’universo, che nei secoli della nostra storia culturale ha subito varie trasformazioni per arrivare oggi ad una visione distorta ed estraniata. L’uomo dei nostri tempi ha perso il legame e la centralità con il mondo, la terra da cui ha avuto origine, per chiudersi in una dimensione più introspettiva. L’uomo è ora al centro delle sue complessità, vive il suo tempo e i suoi disagi esistenziali nel difficile rapporto con la società, perdendo ogni legame e ogni senso d’appartenenza con il mondo. Tuttavia la foto rappresenta un’idea di speranza, il volto dell’uomo che richiama al pensiero e all’immaginazione, indicando l’unica strada per ritrovare la centralità con l’universo. 26 Titolo: Across the Universe Tecnica: foto digitale 27 Pamela Cento Video installazione Nasce nel 1971. Da anni lavora nell’ambito dell’Arte Sperimentale. Artista eclettica, è sempre orientata alla ricerca e all’utilizzo di nuove tecniche e modalità per fare arte, spesso commissionando i vari linguaggi artistici. Pittrice digitale e Videoartista, la Cento, tenta di andare nella profondità degli elementi della realtà, che sempre re-informa e ripropone in chiave creativa inusuale. Espone in Italia e all’estero. Dear Van Gogh I quadri di De Chirco e Van Gogh diventano le scenografie di performances dove la Cento racconta “storie” animate. La serie “100 2.0 Videopainting”, di cui “Dear Van Gogh” fa parte, è un insieme di opere di new media che fonde il video, la pittura, la fotografia ed il web design. 28 Con un lavoro che si avvale di fusioni di tecnologie e linguaggi digitali, con l’utilizzo di effetti speciali e di ricostruzioni e montaggi di scenografie in 3d e Cromakey, l’artista ci ri-propone delle opere amare e a volte al contempo ironiche come “Dear Van Gogh” dove ogni corvo che volteggia sul campo di grano viene ucciso a colpi di pistola. “Campo di grano con corvi” è il penultimo quadro che l’artista olandese dipinse prima del suicidio, “Non ho mai amato molto De Chirico”, afferma la Cento, “mentre ho sempre amato Van Gogh. Quando stavo realizzando “Dear Van Gogh”, in cui io entro fisicamente all’interno dei suoi ultimi lavori prima del suicidio e uccido con una pistola i corvi, presenze presagio di una tragedia, non ho dormito per alcuni giorni. È stata un’emozione immensa entrare dentro un quadro che amo da sempre e vivere, per lo spazio e il tempo di alcuni istanti, in una con-fusione tra il mio divenire e quello di Van Gogh”. La Cento ci affascina con il suo “Dear Van Gogh”. Lei, l’eroina con la pistola in mano, che decide di sparare ai corvi ed aprire una strada che porti ad una via d’uscita. Pamela Cento continua a giocare e giocando pensa e pensando inventa. Pamela Cento, dentro una piazza di De Chirico, o nel campo di grano di Van Gogh si sente libera di esprimere qualsiasi cosa, si sente paradossalmente al sicuro pur consapevole dei rischi in cui si incorre con rimaneggiamenti di ciò che è storia dell’arte. L’artista produce una nuova pittura, statica e dinamica, creata attraverso l’uso, e mai l’abuso, di animazioni. Le opere del ciclo “100 2.0 Videopainting” sono quadri e non video, un modo altro di pensare e guardare un’opera d’arte. 29 Rocco Cerchiara, Andrea Cardia Pittura Rocco Cerchiara nasce a Cosenza nel 1980 e appena è in grado di tenere in mano una penna si mette a disegnare. Sostanzialmente autodidatta fa della penna bic il suo principale strumento artistico, salvo sperimentazioni che vanno dall’utilizzo dell’inchiostro (pelikan 4001) diluito e alle tecniche miste con matite colorate, china e pennarelli. Nel 1999 si trasferisce a Roma. Si appassiona nel 2000 alla fotografia e sempre da autodidatta da allora sperimenta in questo campo; frequenta attualmente il corso di illustrazione alla Scuola internazionale di comix, con lo scopo di affinare le tecniche e conoscerne di nuove. Si accosta alla pittura nel 2006 e scopre nell’acrilico uno strumento perfetto per esprimere il proprio potenziale, negli anni successivi sperimenta con i colori ad olio e le vernici idustriali. Nel 2007 comincia a collaborare con il pittore Andrea Cardia, collaborazione attualmente ancora in corso. 30 31 Andrea Cardia si richiama esplicitamente, più che a quello italiano, al neoespressionismo tedesco dei cosiddetti “nuovi selvaggi”, Richter, Polke, Baselitz che sono tornati alle fonti della loro tradizione proponendo un modo nuovo di rileggere l’Espressionismo di inizio secolo, cosa che ora anche Cardia fa, ma con un ancoraggio alla tradizione classica della nostra arte che certo nei “nuovi selvaggi” non era presente. Egli ha diviso la sua produzione in una serie di capitoli, quasi fosse un romanzo col finale ancora aperto, Ominidi, Donne, Paesaggi umani, L’anima scabra, in cui si racconta di un’umanità violentata e dolente, che emerge dostoevskijanamente dal sottosuolo dell’anima, ma che è perennemente alla ricerca di un possibile riscatto. I suoi dipinti sono per lo più dominati da grandi figure quasi monocromatiche, spesso viste di spalle, color carne, grigio, ocra, appena ravvivate da pochi inserti di rosso, di blu che accendono sonorità improvvise; molte volte esse si flettono, addirittura si capovolgono, come in Racchiuso, che esprime una sua tragica ma contenuta tensione dinamica con quel corpo maschile piegato all’ingiù, carne contro ombra dello sfondo. In Dover essere Cardia recupera invece una più morbida sensualità nella resa di spalle di un bel nudo femminile, questa volta scuro su chiaro, con una pittura spessa, materica, ricca di una sua corposa vitalità. L’uomo al centro L’uomo al centro, l’illusorio centro della labirintica relatività del mondo. Disorientati dalla propria piccolezza pur non ammettendola, esaltati dalle mille proposte quotidiane per l’elevazione rispetto al puro stato animale, egoisticamente protesi a far prevaricare il proprio centro su quello degli altri o a difendere con qualsiasi argomento la propria centralità, mille uomini al centro di un mondo crudo nascono, si accavallano, susseguono, alternano, affannano, scontrano, muoiono, uccidono... in una ripetizione infinita, pezzi infinitesimali di ogni pezzo infinitesimale di un puzzle senza centro e senza perimetro. Titolo: L’uomo al centro Alice Corbetta Scultura 32 Al termine degli studi accademici si dedica al texil design lavorando per diversi studi comaschi, progettando collezioni per gli stilisti Galtiero Sarli e Trussardi. Ha disegnato per aziende tessili come Mantero, Ratti e Vidivi. Nel 1986 realizza una serie di incisioni per il poeta Antonio Mercurio per il libro “Lunaria” edito da Crocetti Editore. Nel 1994 instaura un rapporto di collaborazione con Osta Cartpet e Sitap curando la progettazione di collezioni di tappeti meccanici. Nel 1995 collabora con Natuzzi per la progettazione di imbottiti realizzati da Divani&Divani. Ha collaborato con l’architetto Luca Scacchetti e con il designer Carlo Forcolini. Nel ‘98 incontra Riccardo Saltini con cui fonda il laboratorio Orkarts, definendo il concetto di Design Art, articolato nelle esperienze del duo creativo, da una ricerca che nel tempo coinvolge sempre di più la dimensione tridimensionale. Dal 2000 ha curato la presentazione e l’allestimento di alcune collezioni di moda per Emporio Armani, Armani Jeans, Valentino Red. Realizza nuovi progetti di tappeti per Sitap. Con la mostra Infiniti Intrecci presenta una serie di incisioni e di tappeti artistici. Insieme a Saltini realizza interventi decorativi nell’interior design avvalendosi di materiali resilienti per interpretare le superfici dell’abitare. Nel loro laboratorio artistico producono superfici di tavoli, pannelli, quadri approfondendo la ricerca di nuovi materiali nella loro interpretazione decorativa. Kitch Fetish Alice Corbetta, Riccardo Saltini La relazione tra uomo e tecnologia è sempre più stretta, nel suo vivere quotidiano, nella sua sopravvivenza, nel suo vizio. Una connessione necessaria al disquilibrio dei propri bisogni, dettati da un modello sociale perverso nel suo stesso meccanismo. Tanto che il riflesso di noi stessi attraverso la visione metabolizzata dai sogni indotti trascina la fruizione della realtà in un involucro sicuramente falso in cui l’attore quotidiano nasconde il proprio essere, nella sola visione riciclata e distorta della propria natura… nella disperata ricerca di un rinnovamento nei liquami miracolosi da cui attingere nuove energie, stimolate da chissà quali metaforiche promesse. La sola paura della propria ombra… cercando qualcuno o qualcosa che confermi una speranza di futuro riscatto dalla inevitabile sconfitta temporale. Ridotto alla propria auto immagine l’uomo modello si veste delle proprie debolezze, camuffa la propria ipocrisia, suggella le velleità dorate di un edonismo ormai smunto, perché la paura è il solo passaggio per un domani inevitabilmente senza conferme. Titolo: Kitch Fetish Tecnica: polistirolo, resina, led, pellicole prismatiche. Dimensioni: cm 170x30 33 Carlo Costanzelli Fumetti animati Titolo: Ultimo giorno di scuola 34 Carlo Costanzelli è nato a Ferrara il 10 settembre 1990. Vive e studia a Bondeno (Fe). Fin da piccolo manifesta una spiccata passione per il disegno: sono di Carlo le illustrazioni di tutti i suoi racconti. Nel settembre 2000 vince un concorso per giovani cartoonist indetto da Disney Channel e dai suoi disegni è ricavato un cartone animato trasmesso sullo stesso canale e su internet. Il suo primo libro s’intitola Le Scatole Stregate, scritto a soli dieci anni. Nel gennaio 2006 partecipa alla trasmissione Piazza Grande (Rai 2) dove è intervistato da Giancarlo Magalli. Dopo la pubblicazione di alcune fiabe, nel 2007 si avventura per la prima volta nella dimensione del romanzo con ERA BUIO (Ed. Pendragon) . Nel 2008 realizza i disegni per le locandine delle mostre “Sposissimevolmente” e “Vinum in Villa” che si tengono a Villa Foscarini Rossi di Stra. Disegna inoltre le copertine dei libri che celebrano i 50 anni di AVIS a Bondeno (Fe) e i 40 anni della Polisportiva di Sermide (Mn). Dal 4 al 26 ottobre 2008 espone a Bondeno i disegni di copertina dei suoi libri e le opere di grafica realizzate per pubblicizzare eventi organizzati da Ludoteca e Informagiovani. Lo stesso anno partecipa, come autore esordiente, alla Fiera delle parole che si svolge dal 9 al 12 ottobre a Rovigo. Vincitore di molti premi letterari, in Italia e all’estero, i suoi racconti sono presenti nelle relative Antologie. Dal 1° al 28 febbraio sono in mostra presso i locali del Centro Culturale Auxing di Bondeno le sue opere di grafica e i suoi dipinti ad acrilico. Ultimo giorno di scuola “Ultimo giorno di scuola” è il videoclip dell’omonima canzone del mio amico cantautore Marcello Ubertone. È stato realizzato montando in sequenza disegni realizzati a mano, colorati con matite acquerellabili e acrilici ed elaborati con Photoshop. Il programma di montaggio è Windows Movie Maker, per mezzo del quale sono stati realizzati anche i rari effetti speciali che compaiono nel video. Nella realizzazione di questo filmato si è voluto porre l’accento sui criteri di semplicità tecnica che lo caratterizzano, cercando di fare dell’aspetto “artigianale” il suo punto di forza. I disegni in stile fumettistico vogliono trovare armonia con la realtà scolastica trattata nella canzone e allo stesso tempo allontanare la vicenda narrata da qualsiasi inquadramento spazio-temporale preciso. 35 Fabio Cuttica Fotografia 36 Nasce a Roma nel 1973. Dopo l’infanzia e parte dell’adolescenza trascorsa in Sudamerica, torno a Roma dove studia fotografia presso l’istituto Europeo di Design. È il 1999 quando inizia “ufficialmente” la sua carriera percorrendo le strade della sua città come fotografo di cronaca per alcuni giornali nazionali. Nel 2001 entra a far parte dello staff dell’Agenzia Fotogiornalistica Contrasto. Questa nuova situazione lo porta quasi naturalmente a viaggiare verso l’America Latina dove si concentra la maggior parte del suo lavoro, sviluppando reportage prevalentemente su tematiche sociali. Collabora abitualmente con magazines italiani e stranieri: L’Espresso, “Io Donna” Corriere delle Sera, “D” La Repubblica, Internazionale, Geo, Stern, Courier Intenational. Non dimentica l’Italia e per due anni porta avanti un progetto sull’emergenza abitativa intitolato “la prima cosa”, che viene premiato al “Canon giovani fotografi 2006”. Attualmente vive a Bogotà (Colombia), lavora sull’America Latina e sta portando avanti una serie di progetti sui cambiamenti sociali durante il governo “bolivariano” di Hugo Chavez in Venezuela e sulla situazione politico-sociale in Colombia. 37 El Barrio (Caracas, Venezuela) Una delle sfide più urgenti che dovrà affrontare il “socialismo del ventunesimo secolo” annunciato dal presidente Hugo Chavez subito dopo la sua rielezione nel dicembre del 2006 era la grave e inarrestabile ondata di violenza e criminalità nella quale si trova sommerso oggi il Venezuela. Paradossalmente in questi ultimi 10 anni di governo “chavista”, e al di là delle “missioni sociali” promosse nei quartieri più poveri del Venezuela (attraverso le quali vengono promosse assistenza sanitaria, educazione ed alimentazione gratuite) il governo non è stato in grado di frenare questa ondata di violenza che colpisce il paese, in special modo la capitale Caracas, trasformandola nella capitale più violenta dell’America Latina. La violenza a Caracas si manifesta quotidianamente sotto forma di rapine a mano armata, sequestri e omicidi senza una ragione. Nessuno si salva: 90.000 morti violente accadute negli ultimi otto anni, nel 2006 una media di 130 persone colpite da armi da fuoco ogni weekend in città. L’origine di questo vero e proprio “dramma urbano” bisogna cercarlo nei “barrios” (quartieri popolari) di Caracas come sono Petare, il Pinto Salinas, Catia, Carapita e tanti altri delle vere e proprie città nella città (il solo barrio Petare conta piu di 1.500.000 abitanti). Quartieri dove il benessere che avrebbe dovuto portare il “petroleo chavista”, ancora non è riusciuto ad arrivare lasciando almeno per il momento immutata quella cultura a delinquere impregnata nei giovani, circondati da un ambiente nel quale la fanno da padroni la musica rap e le droghe, il cui traffico si sta trasformando nel maggior affare dei barrios. Nei barrios della capitale venezuelana “los malandros” (i delinquenti) la fanno da padroni imponendo a tutti le loro leggi senza che all’orizzonte si intravedano possibili soluzioni. Titolo: El Barrio (Caracas, Venezuela) Hesam Daneshvar Pittura Hesam Daneshvar è nato il 3 aprile 1981 a Tehran. A soli 14 anni si aggiudica il suo primo premio, assegnato dal “Museo d’Arte Contemporanea di Tehran” per “La città in rovina”. Nel 1997 inizia la carriera artistica, realizzando illustrazioni e spot pubblicitari. Due anni dopo si classifica al secondo posto al “Festival Internazionale d’Animazione” di Tehran ed inizia a collaborare come insegnante con l’istituto centrale di arti figurative di Tehran, collaborazione che si protrarrà fino al 2004. È qui che comincia le sue ricerche sulla percezione visiva e sonora, come collaboratore e assistente del professor Hanid Shans. Nel 2004 vince il primo premio del “Festival Internazionale di Animazione” di Bombay e l’anno seguente è ospite d’eccellenza al “Lucania Film Festival” e “Roma Doc Festival”. 38 Dal 2005 ad oggi prosegue le sue ricerche di composizione e orchestrazione presso il Saint Louis College of Music di Roma. Tragedia in cinque atti – Atto I Corpi nudi di donna, corpi dai volti severi. Tra il grigio muro dei sottosuoli e i rosa e gli azzurri dei paesaggi emersi alla luce del sole c’è uno spazio intermedio il cui colore è il viola. Sono rappresentazioni ricche di figure, ci sono sempre i violoncelli a suonare. Compaiono così uomini dalle vesti ormai perdute che fanno sprofondare lo spettatore nella storia e rievocano mitologie immaginarie tra il tedesco e il persiano, sintesi tra l’orientale e l’occidentale con al centro il tema della musica. 39 Titolo: Tragedia in cinque atti – Atto I Manuel De Cicco Installazione 40 Manuel De Cicco nasce 32 anni fa a Terracina, nella provincia di Latina, dove comincia i suoi studi artistici al Liceo Fabio Filzi. Già nell’età adolescenziale inizia la sperimentazione di materiali nell’utilizzo di tecniche miste. La sua formazione si consolida durante gli anni accademici a Roma. Proprio nella Capitale comincia ad esporre partecipando a personali e collettive che lo iniziano a frequentazioni con altri artisti. Sempre negli anni dell’Accademia (1999) partecipa all’esposizione per il 45° Anniversario della scuola Nazionale di Danza con un’opera pittorica sul tema “La Danza” esposta presso la stessa scuola. Nel 2000/2001 partecipa su selezione alla Mostra Itinerante per l’America Latina: “Segni di Roma - Incisioni Moderne”, patrocinata dal Ministero Affari EsteriFarnesina. Nello stesso anno vince uno dei dodici posti per l’ammissione alla scuola dell’Ar te Della Medaglia presso l’istituto Poligrafico Zecca di Stato (Roma). È proprio in questo ambito che si perfeziona nelle diverse tecniche, dalla scultura a rilievo, alla modellazione, alla progettazione, all’incisione. Nel 2004 vince il premio nazionale “Medaglia Calendario” per l’anno 2006 esposta nella mostra Internazionale delle Medaglie a Basilea. Lo stesso anno vince il “Concorso nazionale Chante Claire” di progettazione di gioielli con il patrocinio dei Beni Culturali. L’anello realizzato è in esposizione permanente al Museo d’Arte Etrusca di Roma. Negli ultimi anni si dedica alla scultura e grazie a questa collabora con diversi scenografi (sculture scenografiche per il film “Ti Straamo” 2008) e frequenta il mondo degli effetti speciali lavorando con la Mag Special Effect. La Vita in Gioco Mentre il pubblico ascolta la storia, la ciurma inizia a giocare. Un branco cieco senza orizzonte che gioca alla vita con un pugno di freccette. È la polvere bianca che non lascia impronte… sottende la vita in una spirale perversa. La droga non è un gioco! Ma la vita è un premio. 41 Titolo: La Vita in Gioco Mattia De Salve Danza 42 Inizia a studiare hip hop all’eta di 7 anni, dal 1996 al 1999 fa parte del corpo di ballo dei bambini nelle trasmissioni dell’Antoniano di Bologna quali la Festa della mamma e lo Zecchino D’oro con le coreografie di Roberto Croce. Perfeziona lo studio dell’hip hop con i maestri Marco Stramacci, G. L. Colonnelli, Olivia Lucchini, Federica Loredan, Byron, B. Green, Dante e con Cristina Benedetti e Betty Style, ballerine nei videoclip di Ludacris, Jamiroquai, Missy Elliot e Ciara. Nel 2002 a soli 11 anni entra a far parte di uno dei gruppi leader del panorama hip hop itialiano Delirium Tremens coreografato da G. Luca Colonnelli e nel quale vi rimane fino al 2006 partecipando a numerose rassegne e contest ed aggiudicandosi molti premi e riconoscimenti. Contestualmente allo studio dell’hip hop affianca lo studio della tecnica classica e della tecnica modern jazz con la maestra Gisella Biondo, si perfeziona con maestri quali F. Buccellato, R. Paganini, A. Fedotov, A. Molin, M. Raciti, V. Litvinov, M. Trayanova, P. Vismara, P. Russo, V. Dina, R. Strainer, S. La Chance, V. Richard, M. Astolfi, G. Peparini, J.A. Rizzi. Nel 2003 entra a far parte della compagnia Giovani Danzatori di Gisella Biondo partecipando e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti a concorsi e rassegne. Nell’Estate 2006 partecipa al tour estivo dello spettacolo Cattivi Pensieri con la Free Dance Company diretta da Kledi Kadiu, con coreografie di Veronica Peparini e Giuliano Peparini. Nell’Estate 2007 collabora in qualità di ballerino con la Free Dance Company diretta da Kledi Kadiu per lo spettacolo Emozioni, prendendo parte all’International Fitness Tour con coreografie di Veronica Peparini e Giuliano Peparini. In TV partecipa come ballerino al programma televisivo “Amici” di Maria de Filippi (2007), “I Migliori Anni” di RaiUno con coreografie di Fabrizio Mainini e “E’ nata... una Stella Gemella” su Canale 5 con Lorella Cuccarini, coreografie di Bill Goodson. Da maggio a settembre 2008 prende parte come danzatore alla produzione di Balletto 90 “SAHARA” con coreografie di Walter Matteini, primo ballerino Giuseppe Picone. Compagnia “Giovani danzatori” presentano “Rechercher” Musiche: A. Amar, W. Mertens, A. Part, Y. Tiersen, Umebayashi, Lamb Interpreti: Veronica Bracaccini, Mattia De Salve, Sara Ferrante, Kamila Klesch, Manuel William Rapicano Coreografia ispirata da una frase di Socrate: “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta” La routine e la frenesia della vita moderna, reprimono gli istinti naturali di ogni uomo. Rechercher è la ricerca della naturalezza e dell’essenzialità che riconducono l’uomo alla madre terra, passando attraverso le fasi dell’ingenuità, la spensieratezza, la semplicità, i sentimenti e le forti passioni. 43 Angelica De Stefano Scultura 44 Nata a Rieti il 6 marzo 1976. Si diploma come Tecnico del cinema e della televisione, con qualifica di Assistente Scenografia, conseguito presso l’Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione “Roberto Rossellini” di Roma con votazione 58/60 nel 1995. Successivamente segue dei corsi di formazione professionale alla scuola artistica di scultura e materie plastiche Nicola Zabaglia della Regione Lazio nel 1998. Sempre nello stesso anno frequenta lo Stage di restauro della durata di sei mesi nel periodo tra luglio e dicembre 1998 promosso dal Ministero del Lavoro, riguardante l’opera di restauro degli affreschi del medaglione della facciata del “Collegio Romano” di Roma; restauro di ori, marmi e affreschi della Chiesa di Santa Maria della Scala in Siena; restauro degli affreschi della Chiesa di San Silvestro in Roma. Ha avuto una breve esperienza in campo teatrale e teatro da strada con la compagnia di Fiano Romano. 45 Daniela Di Mase Pittura 46 Nasce a Roma nel 1971. La sua cultura generale si costruisce passando da un liceo scientifico ad un paio d’anni nella facoltà di architettura, ed un paio di anni nella facoltà di scienze politiche, dove in entrambe sostiene esami con buon esito. Ha seguito un corso di cartoni animati (vecchia maniera) e un corso di grafica e fotografia alla “San Giacomo” di Roma. Si è diplomata all’Istituto Europeo del Design (illustrazione e grafica editoriale). Allestisce mostre e ha esposto i suoi lavori in mostre collettive e personali. È stata stagista alla J.W.T. (agenzia di pubblicità) come assistente art director, ha disegnato copertine di libri per la “Di Renzo” editore, e collaborato con la rivista di satira “Boxer”. Ha pubblicato alcuni lavori con la rivista “Lettere”. Operatore del sistema non lineare “Avid” (sistema per il montaggio televisivo cinematografico). Lavora come freelance nel mondo della grafica. Elabora immagini con il sistema operativo mac ed i programmi Photoshop, Indesign, Illustrator, i-movie, Xpress, Premiere ed il pacchetto Office. 47 A Fuoco L’uomo al centro. Una conseguenza, una sfumatura rossa. Rossa e cangiante come il fuoco, con le sue inaspettate reazioni. E c’era vento? Titolo: A Fuoco Tecnica: mista con elaborazione al computer (fotografia, trielina, matite, acquarello) Dimensioni: variabili minimo cm 21x55 Stina Ekelund Fotografia Nasce a Jonkoping, una piccola città del sud della Svezia, nel 1981. Il teatro la porta a trasferirsi a Roma nel 2005, dove lavora come modella e studia la lingua italiana, ma solo dopo aver vissuto tre anni a Stoccolma. E proprio con il teatro inizia la sua carriera artistica quando a soli dieci anni già si esibiva con una compagnia specializzata in commedie per bambini, fino a completare gli studi nel teatro/danza. Il lavoro da modella la farà invece avvicinare alla fotografia, vista dall’altra parte dell’obbiettivo. Ora studia fotografia a Roma presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata. 48 49 Paola Fabiano Fotografia Nata a Salerno nel 1983, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2005 ed inizia da subito a partecipare a diversi concorsi artistici. Nel 2007 partecipa all’esposizione collettiva di fotografia, pittura e video, del festival “Kaibakh Arti” (BG). Nel 2008 è stato selezionato e pubblicato un suo racconto per il concorso letterario ”Parole in Corsa” (RM). La sua ricerca artistica oscilla tra pittura, fotografia ed installazioni. Nel campo della fotografia, in particolare, affronta temi che collegano la sua visione del presente e dei piccoli particolari a ciò che accade nella società, con risultati dal tono sarcastico. Ultimamente i suoi lavori fotografici prendono forma da fusioni di immagini, tanto reali quanto visionarie e fantastiche, che racchiudono e trasmettono concetti che variano tra la critica, la riflessione e la provocazione. 50 Pensiero in seppia Palcoscenico, in stile filosofico-romano, delle proprie riflessioni sul mondo e sul proprio destino, destino dell’uomo che si intreccia a quello del Pianeta Terra, in cui lui si sente il principale protagonista. Lo scorrimento lento e inarrestabile del tempo e del Cosmo si intreccia all’evoluzione della società Umana. Titolo: Pensiero in seppia 51 Daniele Faiola Pittura 52 Ha frequentato l’Istituto Europeo di Design di Roma dal 1994 al 1998. Diplomato nel corso di Illustrazione con la votazione di 110 e lode (Tesi: ‘In Forme’, ritratti realizzati con varie tecniche), ha pubblicato dal 1998 al 2000 su ‘Lettere, la rivista degli italiani che scrivono’, (Pineider edizioni/ Lettere editrice s.r.l.) e nel 1998 su ‘Boxer’ (il manifesto Cooperativa editrice). Nel 2001 ha pubblicato su ‘Il Cuore’, settimanale satirico diretto da Riccardo Mannelli. Nel 2007 ha pubblicato sul visual magazine ‘Fefè’ di Luigi Vernieri. Ha partecipato alla mostra collettiva di pittura ed incisione “Passaggio/Ponte”, nell’ottobre 2007 alla Torretta Valadier di Ponte Milvio a Roma e alla mostra collettiva “I muscoli della democrazia”, curata da Riccardo Mannelli, nell’aprile 2008 e alla mostra “Incontrarte”, collettiva di pittura a cura di Aktivamente & Artedì e allestimento di Raffaella Aresu nel maggio 2008 presso il c.s. Brancaleone. Ha vinto il Primo Premio nell’Estemporanea di Pittura della città di Sermoneta 2005 e il premio dell’Assessorato all’Urbanistica nella Terza Estemporanea di Incisione della città di Formello 2005. La sua ricerca artistica si è sviluppata partendo dall’interesse vivo nello studio della figura dal vero. Ha indirizzato il suo percorso artistico prevalentemente verso la ritrattistica maturando nel tempo tecnica e velocità di realizzazione. Lo studio di composizioni inerenti i temi dell’attualità con personaggi presi in prestito dal mondo della politica, della cronaca e dello spettacolo, la costruzione di immagini visionarie che nascono dall’incoerenza dei vari soggetti rappresentati. 53 Eventualmente la verità (L’ansia di Cherie Booth) Corpo, immagine, percezione di essa, culture, diversità: cosa sappiamo della guerra in Iraq? Informazione o disinformazione? Guerre fatte da professionisti dell’informazione falsa o vera che sia. Guerre fatte su premesse False (prove riguardanti ipotetiche armi di distruzioni di massa calamorosamente falsificate). Informazione manipolata in quanto negata. Oggetti e soggetti che interagiscono in un ambiente spaziale di rappresentazione dinamica, uno spazio in cui eventualmente… la verità. La mia ricerca artistica si è sviluppata partendo dall’interesse vivo nello studio della figura dal vero. Ho indirizzato il mio percorso artistico prevalentemente verso la ritrattistica maturando nel tempo tecnica e velocità di realizzazione. Lo studio di composizioni inerenti i temi dell’attualità con personaggi presi in prestito dal mondo della politica, della cronaca e dello spettacolo, la costruzione di immagini visionarie che nascono dall’incoerenza dei vari soggetti rappresentati. Titolo: Eventualmente la verità (L’ansia di Cherie Booth) Tecnica: olio su cartoncino Dimensione: cm 100x70 Anno: 2008 Mauro Fattore Fotografia È un foto amatore da circa 5 anni. È particolarmente entusiasmante per lui riuscire a cogliere nelle sue opere dei momenti di strada. Espressioni, gesti e situazioni riescono ad emozionare sia lui, che non resta un mero spettatore del momento ma ne è pienamente coinvolto, sia l’osservatore dello scatto, che spesso viene colpito dall’estrema naturalezza dell’opera che quasi sente viva. Il suo nome d’arte è ormai da tempo “sognidiautunno”. La sua etimologia si ispira alla filosofia orientale secondo la quale la vita è un sogno. “Viviamo nel torpore rincorrendo continuamente illusioni e perdiamo di vista l’essenza della vita, la sacralità dell’attimo presente”. Il richiamo all’autunno è dettato dal suo stato d’animo sempre molto meditativo, infatti secondo lui l’autunno è tra le stagioni quella che più di tutte stimola riflessioni sull’esistenza. La fotografia è per lui la trasmissione, in uno scatto di un istante, di un’emozione che dura una vita e che ci scuote dal profondo; un veicolo per le emozioni più intime, una simbiosi tra l’animo del fotografo e quello del fotografato; tutto il resto è soltanto una sterile fotocopia dell’ambiente circostante. 54 Frammenti di strada È una piccola finestra su persone che spesso vivono ai margini della società, che si esibiscono gratis o per una manciata di spiccioli. Persone che riescono a regalare delle forti emozioni tra l’indifferenza dei passanti e la curiosità dei bambini. Titolo: Frammenti di strada 55 Alessandro Fornaci Grafica e incisione Alessandro Fornaci (Vantiber) nasce a Roma il 5 Agosto del 1974. Nel 1994 si diploma a pieni voti al 1° Istituto Statale d’Arte Silvio D’amico di Roma, nella sezione Arte della Stampa, dove negli ultimi due anni diventa assistente di laboratorio sotto le direttive del Maestro Carlo Venturi. Ha fondato nel 2000 insieme a Frank Martinangeli il Laboratorio Sperimentale di Incisione, “Stamperia del Tevere” punto di incontro e di coesione di molti artisti Incisori internazionali. Dal 2003 frequenta il Centro Internazionale della Grafica Incisa di Urbino dove nel 2008 è assistente nel corso tenuto sulla sperimentazione del metodo S. W. Hayter, con Pasquale Santoro e Giovanna Martinelli; lo stesso anno è docente in alcuni workshop alla California State University of Fullerton e alla Orange Coast College in CA. Nel 2009 tiene un altro corso presso la Stamperia del Tevere a studenti della Chapman University CA. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali tra le quali ricordiamo: Auditorium Parco della Musica, Roma, “La periferia al centro della trasformazione della città” collettiva di arti contemporanee organizzata dal Comune di Roma; Galleria del Seminario, Roma, “100 opere dei Maestri del ‘900”; Ambasciata d’Irlanda, Sala Capizucchi, Roma, “Liberté, Liberté Cherie”; IIIa estemporanea del Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte, Museo dell’Agro Veietano (Formello); Selezione alla VIa edizione del premio Fabio Bertoni, Galleria comunale di Fermignano (PU); Collettiva di Arti Grafiche “Materia Incisa” passeggiata dell’isola Tiberina, Roma; Mitreo Arte Contemporanea, “Mille artisti per l’unità” collettiva di Arti Contemporanee, Roma; Collettiva “Percorsi dell’Incisione contemporanea da Valencia a Urbino” Sala espositiva nella Biennale di arte grafica contemporanea nel politecnico di Valencia (ES); Auditorium del Liceo “E. Montale” in occasione della IV Stagione Concertistica “Invito alla Musica” espone incisioni dal tema, “Paesaggi e Passaggi” insieme all’artista A. Consiglio; Personale Studio RGB, Roma, “Come andamento: non avrai altro IO all’infuori del SÉ”; Collettiva “da Urbino a Lodz” Galleria Municipale d’arte Contemporanea di Lodz (PL); Personale “Amerika – Sumerika” Grand Central Art Center, Santa Ana (CA). Hanno scritto delle sue opere: Stefano Pallagrosi, Giuseppe Selvaggi, Liliana Leopardi, Pasquale Santoro, Pino Reggiani e Eduardo Ciampi. Le sue grafiche incise e i suoi disegni sono presenti in molte collezioni Pubbliche e Private, italiane ed estere. Vive e lavora a Roma. 56 Titolo: Civiltà post-atomiche Tecnica: ceramolle, acquaforte, acquatinta, bulino, fotoincisione su polimero Dimensione: cm 27,7 X 21,5 (stampata su Hahnemuhle cm 40,5x50) Anno: 2005 Edizione: (4 P. di Stato, 10 P.d’A.), ed. XX esemplari Civiltà post-atomiche L’opera utilizza l’immagine di una delle tante sculture in diorite del III° millennio a.C. del re-pontefice Gudea della città Sumera di Lagash. La culla della civiltà occidentale affonda le sue radici proprio in quei luoghi dove agli albori della storia si videro affiorare le prime strutture urbane, come ad esempio la civiltà sumera che diede le basi per la scrittura, per i primi poemi epici e resoconti amministrativi, politici, sociali, giuridici, lo studio dell’astrologia, matematica, alchimia e molte altre scienze che si svilupparono poi nei secoli a venire. Proprio per i loro metodi di calcolo che variavano dal decimale al dodecimale e sessagesimale, è stato inserito sulle ginocchia del soggetto al posto della tavola votiva con la mappa del tempio e la preghiera in cuneiforme, un computer e la stilizzazione di un desktop. L’impressione a rilievo dei lucidi delle tastiere digitali, che fa da contorno all’immagine del “Gudea”, ricorda proprio la mappa del tempio di “Inanna”, al fine di mettere in luce la società “moderna” che è andata a riassorbire, a “democratizzare” quello che è l’odierno Iraq. “L’uomo al centro”, in questo caso (in una delle sue raffigurazioni storiche primordiali), viene imprigionato da quella struttura “artificiale” che rappresenta la virtualità del mondo illusorio contemporaneo tecnologico e sintetico, che lo allontana sempre più dalla sua natura vera ed essenziale. 57 Valerio Giacone Pittura “Quattro ore nell’aldilà”, scritto da Mario Laterza ed edito da Progedit, rappresenta uno degli ultimi lavori a cui Valerio ha collaborato come illustratore (copertina e illustrazioni interne). Attualmente espone i suoi lavori a Roma, presso la Galleria d’arte Spazio 120, in via Giulia, e presso lo spazio “Lubecca”, in via del Governo Vecchio. Senza titolo Valerio Giacone disegna, dipinge, illustra. Si forma inizialmente a Roma, presso la bottega del pittore Luciano Beccaria e, contestualmente, studia fumetto e illustrazione seguendo i corsi della Scuola Romana del Fumetto. Si trasferisce a Barcellona lavorando con la pittrice Carmen de los Llanos Ochoa. Dalla narrativa alla pittura, passando per il teatro e la graphic novel, trae costante ispirazione dal quotidiano, guardando e osservando ciò che si muove intorno a lui. Ha pubblicato, nell’ambito di un progetto realizzato da ASIA Onlus e co-finanziato dalla Commissione Europea, il racconto illustrato “C’era una volta il Tibet”, che ripercorre gli anni decisivi della sofferta storia del popolo tibetano. Il fumetto è stato tradotto in inglese e diffuso in Italia e in Europa. 58 L’opera in questione appartiene alla serie nominata “Rottamati”. I soggetti dipinti sono i prodotti della nostra società del consumo, i prodotti di noi stessi. Se pur usurati dal tempo e deformati nello spazio, questi soggetti riacquisiscono dignità, utilità e si ergono a testimoni di paesaggi in movimento, così come di eterne immobilità. L’uomo, al centro del processo produttivo, crea questi mostri; d’altra parte, in qualità di essere distruttivo, abbandona, destruttura, demolisce ciò che ha contribuito a far nascere. Ogni rottamato porta con sé una storia, una lotta alla sopravvivenza, una spinta all’assoluto; io non faccio altro che togliere quella pellicola che nasconde la verità, celata tra le venature di un legno o tra i grani di ferro scartavetrati a forza, restituendo all’essere umano la sua funzione creativa che lo rende in grado di reinventarsi e reinventare. Il supporto utilizzato riflette la scelta dei soggetti dipinti. Si tratta di vecchie palanche o ante d’armadio di legno dismesse, scarti di ferro o carta riciclati. È un lavoro simbiotico in cui non mi fermo alla superficialità di una tela, ma scavo, incido e ricostruisco, seguendo le indicazioni che la materia stessa mi propone. 59 Titolo: Senza titolo Tecnica: acrilico ed emulsioni su legno riciclato Dimensioni: cm 120x60 Veronica Giorgetti Pittura Nata il primo gennaio del 1977 consegue il Diploma di Belle Arti a Roma nell’anno 2002-03 con una valutazione di 110/lode. Segue diversi corsi di specializzazione in decorazione e scenografia. Dal 2002 collabora con Domenico Bianchi, artista di chiara fama. Ha insegnato discipline pittoriche e dato lezioni private di moda e costume. Le sue opere sono state esposte a Roma, Milano, in Sicilia ed in Toscana. Caut servici Quest’opera fa parte di un corpo più ampio di ritratti, la cui scelta è mossa prevalentemente da un interesse di carattere estetico, spesso collegata al contesto a cui i soggetti appartengono. La storia di questo ritratto risale ad un momento in cui la mia curiosità era orientata alla ricerca di volti espressivi ed intensi, carichi di una storia e di un vissuto molto lontano dal mio. Nel caso specifico, i volti che trovavo più interessanti erano quelli delle nomadi, le cui espressioni unite alle loro azioni, hanno da sempre stimolato in me la curiosità di svelare i retroscena delle loro vite. Più che un volto, la cui estetica può risultare più o meno gradevole, ciò che ho tentato di raccontare è la realtà di un mondo attraverso gesti ed espressioni, rielaborandoli come elementi strutturali utili alla composizione di un’opera. Così avviene il secondo passaggio che si avvicina all’intento di trasformare un soggetto in una “nuova” immagine la cui natura viene completamente stravolta e in cui le “sue” origini passano immediatamente in secondo piano, per dare spazio ad un’espressività di carattere più pittorica e meno descrittiva. La collocazione del soggetto in uno spazio non-spazio tenta di rafforzare il concetto per cui una figura, di qualunque natura essa sia e in qualunque spazio venga inserita, può raggiungere l’astrazione di se fondendosi con ciò che la circonda; senza pretendere alcun diritto di precedenza. Forma e contenuto diventano una cosa sola. L’ambizione dunque, di questo lavoro è di raggiungere quell’armonia cromatica e strutturale che consenta ad un’immagine di parlare un linguaggio universale. 60 Titolo: Caut servici 61 Jessica Iapino Video artist Titolo: Bring me back_HIGH Anno: 2007 single channel DVD video, 02:30” + sound written and directed by Jessica Iapino sound Alessandro Landi editing Jessica Iapino & Domina Colonna music Alesandro Landi A Bloomer Production © 2007 62 Nata il 14 Ottobre 1979 a Roma dove vive e lavora. Artista dal curriculum interdisciplinare, con interessi che vanno dal video al cinema alla fotografia. La sua ricerca consiste in un’indagine sociologica e culturale. Un’analisi introspettiva con uno sguardo alla società contemporanea ritraendone gli aspetti più semplici, più umani, di una quotidianità e umanità che non vogliamo vedere. Un’operazione contro un’ipocrisia generale. Attraverso una filosofia di pensiero in costante “costruzionecostrizione”. Diplomata alla Marymount International School continua i suoi studi presso la A.U.R. American University in Rome. Tra le principali esposizioni personali e collettive istituzionali: “HERO” Arturarte Contemporanea Roma, 2004 a cura di Paola D’Andrea / “EDEN” MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea Roma, 2006 a cura di Micol Di Veroli / Gemine Muse “Le Jeu de l’Hombre” (lo sviluppo delle virtù cortesi) Museo Napoleonico Roma, 2007 a cura di Antonio Arèvalo / “bring me back_HIGH” L’Union arte contemporanea in co-produzione con la fondazione VOLUME! Roma, 2008 a cura di Alessandro Facente. Tra i principali Film & Video Festivals: “The Berkeley Film and Video Festival 2006” dove vince il “Grand Prize Award - Arts” Stati Uniti, 2006 / “Detroit’s 10th International Film, Video and New Media Festival” Stati Uniti, 2006 / The Museum Of New Art (MONA) Stati Uniti, 2007 / “Signale - Project “Ostrale” Ex –Mattatoio Dresda – Germania, 2007 / “Project 59 seconds” Norvegia, Francia, Germania e Stati Uniti, 2008 / “ViDea 2” FraC Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, 2008 / Optica Festival Gijon 2008, candidato al Optica Award per Artisti Indipendenti, Gijon, Madrid e Parigi. 63 Bring me back HIGH Nasce dall’idea di interpretare uno stato mentale e fisico di impotenza. Ciò può avvenire nell’istante (lungo o breve) tra il distacco dal corpo. Uno stato di cui non sappiamo molto fino a che non ci si arriva. Un qualcosa che sappiamo che avverrà prima o poi ma non sappiamo cosa e qual è la sensazione che si proverà, se si proverà qualcosa. Quindi è un interpretare, immaginare una parte di vita o dopo vita… Tutto questo in senso più ampio può ritrarre anche un qualsiasi stato mentale vegetativo o momento di pazzia o schizofrenia. Per questo motivo la scelta dello sdoppiamento dall’uomo alla donna e vice versa. Un conflitto psicologico. Un’indecisione, un trovarsi sempre di fronte ad una strada che davanti a noi si sdoppia. Bring me back come fosse una preghiera (riportami indietro) HIGH in alto… Street-game (HERO) Miglior opera presentata sul tema della prevenzione all’uso delle sostanze stupefacenti. Camera mossa, inquadrature dall’alto, immagini in bianco e nero che scorrono con lo stesso ritmo energico della musica, impegnate a seguire i piedi di qualcuno che gioca “candidamente” a campana. Ma al posto della tradizionale campana, il gesso traccia la forma di una molecola: quella dell’eroina… Titolo: Street-game (HERO) Anno: 2004 single channel DVD video, 03:20” + sound in collaborazione con Bomba Production written and directed by Jessica Iapino player Fabio Carcangiu director of photography Gianluca Bombardone editing Federico Rosella music Alessio Moncelsi Carmen Iorio Pittura 64 Nasce in provincia di Salerno il 13 luglio del 1978, a Castelcivita. Nel Cilento vive la sua adolescenza. Si appassiona fin da piccola al disegno e coltiva questa passione frequentando il Liceo Artistico “C. Levi” di Eboli, sezione Architettura. Conseguito il diploma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. Frequenta la sezione di pittura e si laurea con una tesi in Incisione Calcografica con una valutazione di 110/110. Negli anni universitari inizia una personale ricerca nei diversi linguaggi dell’arte, dai segni dell’incisione calcografica alle sperimentazioni materiche. Contemporaneamente frequenta un corso di restauro che le ha permesso di iniziare esperienze professionali in questo ambito. Ha continuato a mantenere parallele le due discipline iniziando a mutuare tecniche e approcci dall’uno all’altro contenitore, realizzando su commissione di privati ed enti pubblici numerose decorazioni e dipinti murali. Dopo l’accademia ha esposto e partecipato a premi numerose volte. Tra queste, “Progetto Passaggio a Sud Ovest”, mostra collettiva, itinerante, in Africa nord accidentale, con esposizioni e laboratori presso scuole ed istituzioni locali; “Libero libro”, mostra collettiva di incisione e grafica contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci” di Perugia; “Intelligenza globale”, esposizione collettiva di pittura scultura e grafica, Palazzo Genovesi, Salerno; V edizione internazionale del premio Agazzi, Mapello, Bg., opera segnalata e ammessa all’esposizione collettiva per la sezione Grafica; “Luci colori e forme del III millennio”, città internazionale universitaria Maison de l’Italie, Parigi; “È tenera è la luce”, esposizione permanente di dipinti murali all’aperto; “Esponi e sovverti”, laboratorio di pittura gestuale e creativa per bambini, Bellosguardo (Sa). Attualmente, insegna disegno e storia dell’arte presso il Liceo Ginnasio Statale Virgilio di Roma. 65 Pelle 3 Adrenalina come unica sostanza naturale in grado di sprigionare energie propulsive nei giovani, come nel resto del regno animale. Le pellicce, le pelli, le corazze degli animali ne sono l’icona, l’immagine simbolo. Lavoro sulle loro linee, i loro colori, il loro movimento. Lavoro sulla pelle come protezione e veicolo, tramite e superficie di contatto. Sulla pelle come non-luogo, attraversamento, segno e simbolo. Come luogo comune o pregiudizio. Come organo condiviso da tutti gli animali vertebrati, matrice di affinità. Come motivo di discriminazione, attribuzione razziale. Lavoro sulla pelle nell’arte, con un’attenzione particolare a questo “oggetto-concetto”. La pelle è il limite estremo rispetto al mondo: luogo di scambio, organo sensibile e superficie di contatto. Una metafora che ha sostanza fisica. Partendo dai miei ambiti tecnici, la pittura in primis, ho elaborato il concetto di pelle ponendolo in una frizione creativa con lo stesso suo contenuto simbolico: quello di non-luogo o luogo comune, protezione o confine, valore o pregiudizio. Attraverso dei segni, una superficie bidimensionale, come una pelle, si connota, acquista contenuti e profondità. L’opera “Pelle 3” fa parte di una serie di lavori che esplorano questa direzione. Realizzati su cartoncino “murillo” martellato, su cui intervengo con pastelli ad olio texturizzando il segno pittorico, rappresentano la mia ricerca intorno al concetto-immagine di “pelle”. La pelle, infatti, è anche il confine sensibile fra ciò che è il nostro universo interiore e il mondo esterno. Tra la percezione, quindi, dell’opera d’arte e il suo esistere nella realtà. Titolo: Pelle 3 Antonietta La Rocca Pittura 66 Nata a Roma, si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Silvio D’Amico” nel 1983 e all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1987. Durante questi anni approfondirà i suoi studi sulle tecniche delle arti applicate: dalla decorazione pittorica al mosaico, dall’affresco alla scultura. È allieva di Achille Pace, Nato Frasca e Alessandro Trotti ed è proprio all’Accademia di Belle Arti che il suo rapporto con la pittura si salderà in modo definitivo. Nel 1990 entra a far parte del gruppo di artisti della galleria G.F. di Roma, dove conosce e collabora con diversi pittori del territorio, tra cui lo studio del pittore Armando Farina. L’esperienza artistica della pittrice romana con quella dell’artista salernitano la porterà ad avvicinarsi molto di più a tematiche astratte-informali. Sue mostre personali presso la Galleria “The society of European Artist” (Edimburgo), la Galleria “Solenelventre” (Marina d’Ugento – LE), “Barrique” (Roma), Teatro Affabulazione (Roma), Teatro del Lido (Roma), Galleria “Farinelli” (Terminillo), Garden Grove (Borgo Pio, Roma), Performance “Riciclonda” (Ostia Lido, Roma), Teatro S. Chiara (performance/spettacolo, Roma), Corpovivo - Art Gallery (Ostia Lido, Roma), Arte Fiera (Padova), Expò Arte (Bari), Expò (Forlì), Vit-Arte (Viterbo). Ha inoltre partecipato con le sue opere a varie collettive sul territorio nazionale. 67 Paloma L’ascendenza estetica dell’opera pittorica “PALOMA” è tendenzialmente d’impronta Espressionista - Astratta, dove per espressionismo intendo la liberazione del colore che acquista significato espressivo e valore per se stesso. La mia ricerca è nella forma tracciata e colorata, dando evidente espressività nelle tessiture aggrovigliate che mostrano la spinta di una materialità dinamica. “PALOMA” è un’opera pittorica aperta a soluzioni diverse, a linearità progressive che si inseriscono nei labirinti delle strutture, sempre sostenuta dalla libertà del segno. La pittura per me diventa un modo di sentire ed esprimere il sentito, la traduzione del parlato e del non detto, dove questo intrigo interiore trova spiragli per farsi materia pittorica, per rappresentare l’indicibile. Titolo: Paloma Tecnica: mista su tela di juta Dimensioni: cm 200x150 Davide Lombardi Arte multimediale Davide Lombardi, trentenne, artista multimediale, esordisce nel mondo dell’arte componendo musica elettronica alla fine degli anni ottanta, realizzando diversi album. Titolo: Ghosts in Manhattan Ghosts in Manhattan Questa opera vuole avvicinarsi al sentimento d’impotenza e nello stesso tempo di adrenalina scaturiti dalla paura avvenuta nel settembre 2001 quando due aerei si abbatterono contro le Twin Towers di NYC. In quell’instante la mente correva veloce e tutta la vita passava davanti all’uomo al centro. 68 69 Leandro Lottici Scultura e pittura 70 È nato a Roma il 18 luglio 1979. Già finalista del Premio Nazionale delle Arti, consegue il diploma accademico in scultura. Mette a punto una personalissima tecnica pittorica che vede l’unione degli smalti industriali al catrame e alla combustione plastica per rappresentare il paesaggio urbano attraverso gli scarti che la metropoli stessa produce: grattacieli, gru e automobili ritratti in prospettive da capogiro, protagonisti solitari che si materializzano anche plasticamente nelle sue sculture. Partecipa a numerose mostre collettive (tra cui si ricordano gli spazi museali della Galleria d’Arte del Teatro dell’Opera de Il Cairo - Egitto, il Museo Venanzo Crocetti - Roma, Palazzo Valentini - Roma, Città Proibita e Villaggio Olimpico Pechino, Cina) e diverse sono le sue personali (tra cui Sinfonia urbana - echi dalla città, Galleria Il Narciso - Roma, in occasione della quale è stata presentata la monografia Catrame e Plastica con un testo di Ida Mitrano e Una tartaruga in città - sorpasso alla moviola, Rocca dei Terzi - Sissa - Parma, con catalogo completo della mostra con un testo di Gabriele Bianconi e presentazione critica di Lorenzo Canova). Sue opere sono state acquistate da diversi enti pubblici (tra cui Stato Città del Vaticano, “Agenzia delle Dogane - Ministero delle Finanze” e “Fondazione Catel”). Autore di monumenti ad Arrone (TR), Fontenuova (Rm) e Sissa (PR). Vive e lavora a Roma, dove espone alla Galleria Il Narciso, sua esclusivista. 71 Titolo: La torre del bianconiglio Dimensione: cm 200 x 50 x 50 Tecnica: acciaio inox Anno: 2009 Lucia Amalia Maggio Installazione Nasce a San Bonifacio (VR) il 22 Febbraio 1974. Nel 2003 consegue la laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti G. B. Cignaroli di Verona; nel 2006 consegue la laurea Specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Nel 2008 consegue il titolo per il Corso di Perfezionamento Interfacoltà in Economia e Management dei Musei e dei Servizi Culturali presso l’Università di Ferrara. Nel 2007 vince il Premio di studio Paolo Grassi per tesi di laurea dedicata all’organizzazione, economia e legislazione dello spettacolo e alla formazione del pubblico con la tesi “Il museo allargato”. 72 Attività espositiva Nel 2008: MO>VI ARTE, Palazzo Spada, Vigonza; Decennale del Premio di Pittura Paolo Parati, Società per le Belle Arti, Milano; Intervallo: Pausa, Installazioni e performance dall’Archivio Giovani Artisti Italiani, RistorESU, Padova; chora=spazio, Sentieri nell’arte, un percorso nella Val del Tasso, Caprino Veronese; Dall’Accademia alla Fornace, arte per lo sviluppo del territorio, Fornace di Asolo; Nuovi Segnali, a cura di GAI Padova, Palazzo del Liviano, Piazza Capitaniato, Padova; The word is yours, Le parole più usate nella semiosfera dell’arte contemporanea, Fabbrica Borroni, Bollate, Milano. Nel 2007: Arte Laguna, Primo Premio Internazionale di Arte Fotografica, Mostra Itinerante di Arte Fotografica, Centro Storico di Mogliano Veneto. Nel 2006: Quaranta per Quaranta. Circa., PAD Pay and Display, Verona; Campo Venezia, progetto collaterale alla 10ma Biennale di Architettura, Centro Zitelle, Venezia; Sentieri nell’arte, un percorso nella Val del Tasso, Valle del Tasso, Caprino Veronese; Catalogazioni emozionali, personale, Spazio Espositivo Galleria Testoni, Verona. Nel 2005: CasTiNg, progetto per la 51ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; Mappening, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.; Unbuilt Roads, partecipazione in Domus Circular, Milano. Nel 2004: guardarsIntorno, a cura di Cesare Pietroiusti, Galleria A+A, Venezia; VII Concorso di Arti Visive “Paolo Parati”, 3° Classificata, a cura di Roberto Mutti, Vittuone (Mi); V° Concorso Nazionale “Gaetano Morgese”, Chiostro delle Clarisse, Terlizzi (Ba); Fuori registro, a cura di Marina Mojana, Gran Guardia, Verona; Transmission, Bassano del Grappa (VI). Nel 2003: Forma e Colore in Movimento, a cura di Giusy Caroppo, Istituto Cervantes, Roma; Il guerriero di Capestrano, II° Concorso Internazionale di Arte Contemporanea, Museo Archeologico Nazionale, Chieti. Nel 2002: EXTEMPORE 2002, Simposio Internazionale delle Accademie di Belle Arti presso Suvereto, Livorno, con l’installazione “Qualcuno ci guarda”; Figure. Tracce per una nuova iconografia, Pala De Andrè, Ravenna. 73 Game Un domino di 196 pezzi delle dimensioni di 50 x 30 x 10 mm ciascuno, realizzato in plexiglass. Ad ogni pezzo corrisponde una delle 196 bandiere indipendenti del mondo. Bandiere come rappresentazione ed emanazione del sentirsi appartenenti ad una comunità, che si differenzia da tutte le altre ma che si relaziona imprescindibilmente ad un sistema e da esso dipende: ogni singolo, nelle relazioni e nelle competizioni, ricopre un ruolo autonomo e insostituibile, ma allo stesso tempo interdipendente. Come nel domino, se un anello manca la catena si spezza, se crolla una tessera crolla il sistema intero. Le relazioni e gli equilibri fra gli uomini e le nazioni, per quanto instabili, costituiscono una rete indissolubile, una piattaforma che si regge sulla condivisione di valori comuni, sulla conoscenza ed il rispetto delle medesime regole. Titolo: Game Emiliano Mancuso Fotografia Emiliano Mancuso è nato a Roma nel 1971. Ha iniziato tardi a pensare alla fotografia come mezzo per raccontare storie e per ritrarre la realtà. Finchè all’età di 28 anni ha iniziato a lavorare come “free lance”. Nell’autunno del 2002 è entrato a far parte dell’agenzia “Grazia Neri” ed i suoi reportage sono oggi pubblicati dai più importanti magazine italiani e stranieri. Nel 2004 vince il premio “Canon Giovani Fotografi” e nel 2005 il premio “Fnac, Attenzione talento fotografico”. Partecipa, nel 2006, al volume fotografico “Made in Italy”, un reportage sulla crisi economica dell’Italia agli inizi del nuovo millennio, edito dalla casa editrice Trolley Ltd. Le immagini esposte fanno parte del libro fotografico di Emiliano “Terre di Sud”. Terre di Sud Scatti a colori per raccontare in modo efficace e suggestivo quel cuore unico, fatto di dramma e commedia al tempo stesso, del Sud del nostro Paese, che chiamiamo da più di un secolo “Questione Meridionale”. Le immagini, di forte impatto emotivo, sorprendono e raccolgono in un’unica atmosfera, in un’unica realtà la grande varietà di “Terre” del Sud d’Italia. 74 Titolo: Terre di Sud 75 Frank Martinangeli Fotografia Titolo: Atomo Tecnica: stampa da 21 matrici con tecniche acquaforte, craquelét, morsura aperta e circuiti elettronici, stampata con metodo Heyter Dimensioni: cm 45 X 45 (stampata su carta cm 50 x 70) Anno: 2008 76 Nasce a Melbourne nell’ottobre del 1973. Trasferitosi in Italia in giovane età si iscriversi all’Istituto Statale d’Arte di Roma Silvio D’amico. Negli ultimi due anni ‘93 e ‘94 diventerà assistente di laboratorio sotto le direttive del maestro Carlo Venturi. Dopo il periodo scolastico continuerà attraverso un percorso auto-formativo mirato alla scoperta e quindi alla sperimentazione di nuovi metodi e “maniere” nel 2008 è assistente ai corsi estivi organizzati dal KAUS di Urbino sulla sperimentazione del metodo S. W. Hayter, con Pasquale Santoro e Giovanna Martinelli; in seguito tiene dei workshop alla California State University of Fullerton e alla Orange Coast College in CA. Nel 2009 tiene un altro corso presso la Stamperia del Tevere a studenti della Chapman University CA. Ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e personali tra le quali: Galleria S. Francesco a Ripa, Roma, espone Incisioni insieme a A. Fornaci; Galleria S. Francesco a Ripa, Aspetti d’arte contemporanea; Collettiva “5 in Arte Tempo”, Studio de Cataldo, Roma. Galleria del Seminario, Roma, “100 opere dei Maestri del ‘900”; Ambasciata d’Irlanda, Sala Capizucchi, Roma, “Liberté, Liberté Cherie” in occasione della campagna di Amnesty International contro le donne oppresse nel mondo; IV Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea “Another world is possible” Museo Storico della Fanteria, Roma; Selezionato alla VI edizione del premio Fabio Bertoni, Fermignano (PU). Collettiva di Arti Grafiche “Materia Incisa” passeggiata dell’isola Tiberina, Roma; Mitreo Arte Contemporanea, Roma “Mille artisti per l’unità” collettiva di Arti Contemporanee; Collettiva “Christmass” Studio CA Contemporary Art, Roma; Museo Orsini, Roma “Madre Terra” Collettiva di arte contemporanea; Auditorium del Liceo “E. Montale” in occasione della IV Stagione Concertistica “Invito alla Musica” espone incisioni dal tema, “Nel segno della Materia” insieme all’artista A. Pacini; Personale “Creation…” Grand Central Art Center di Santa Ana (California); Centro per le arti e la cultura Mocobo “Etching Signs” Collettiva di Grafica Incisa. E’ in programma per marzo 2009 una mostra presso la Chapman University. Vive e lavora a Roma dove ha fondato nel 2000 insieme ad Alessandro Fornaci il Laboratorio Sperimentale di Incisione “Stamperia del Tevere” punto di incontro e di coesione di molti artisti Incisori. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. Atomo Atomo è la terza fase d’una serie di lavori in costante crescita, un puzzle di matrici calcografiche e schede riciclate di computer. Nel opera appare una mano, metà umana metà “computerizzata”, con al centro una foglia. Volevo rendere l’idea di una origine di vita legata alla natura ma ormai mutata da un’evoluzione tecnologica. 77 Jacopo Meucci Art design Jacopo Meucci (Roma 1983) è un artista e web designer italiano che vive e lavora a Roma. Ecce Homo L’opera è composta da sedici lastre di alluminio anodizzato su cui è adagiato il fossile di un’octopus vulgaris. La superficie di alluminio è parzialmente coperta da vernidas, plastica bruciata, terriccio, inchiostri. Su ogni singola lastra sono applicati segni grafici per mezzo di trasferibili. All’estremità di ciascuno degli otto tentacoli dell’octopus sono fissate delle piccole lastrine di rame che recano le seguenti iscrizioni: “procreation”, “silence”, “beauty”, “nature”, “language”, “distruction”, “love”, “time”. 78 79 Titolo: Ecce Homo Roger Nicotera Fotografia Nato a Roma nel 1974, scrittore e fotografo di moda, ha esposto a Roma (Galleria di Arte e Design Gard “Retrospettiva di arte contemporanea”; Casa d’Aste Bloomsbury Auction “One Image Day” evento a cura di Pamela Cento) e New York (Onishi Gallery “XX Women made in south of Italy” a cura di Pamela Cento). Ha pubblicato sul settimanale Ninja&Lab magazine “Carne in prestito” (Fabio Croce Editore). W&R#08 Il progetto fotografico “W&R#08” intende rappresentare l’uomo al centro, centro che altro non è che “se stessi”, protetto da un unico e sottile abito di argilla bianca che lo avvolge nascondendolo e proteggendolo dalle tentazioni e dalle follie. Un rifugio impalpabile che consente ad ogni uomo di muoversi in una società che pone l’essere sempre meno come irripetibile ed unico elemento e sempre più come una figura statisticamente atta al consumo. Il progetto si articola in una serie di ritratti, una breve riflessione in un momento di totale distacco dall’obiettivo fotografico, consegnando allo spettatore uno sguardo sincero e nudo liberando sensazioni che vanno oltre la composizione e la luce dell’immagine stessa. Le immagini prevedono la stampa lambda su alluminio formato cm 50x70. 80 Titolo: Uomo al centro Tecnica: stampa lambda su alluminio Dimensioni: cm 50x70 81 Serena Noto, Elena Botta, Edoardo Ferrari, Ida Vinella Performance Elena Botta, attualmente iscritta al corso di Multimedia Web Design all’Istituto Quasar University Rome, laureanda alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica Danza. Ha realizzato per lo spettacolo “Eretiche Bisbetiche Profetiche” di Paola Maffioletti un video di Backstage, proiettato al Teatro Palladium all’interno della rassegna DAMS Film Festival e altri video-documento per laboratori all’interno dell’Università. Edoardo Ferrari, attualmente iscritto al Corso di Laurea in Architettura, ha studiato da autodidatta tecniche di composizione di musica mediante strumenti elettronici. Ha realizzato le musiche e il montaggio per il cortometraggio di Giuseppe Bonifati dal titolo “Qui es tu tu me tu (es)”. Ida Vinella, attualmente iscritta alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica Danza, è impegnata in un lavoro di ricerca come attrice. Ha studiato con alcuni allievi della Scuola d’Arte Drammatica di Mosca all’interno del gruppo Dinamo Teatro. Ha partecipato a laboratori formativi e di tecniche performative con Marco Martinelli, Riccardo Vannuccini, Paola Maffioletti (teatro-danza) e come attrice ha partecipato al Napoli Teatro Festival Italia con lo spettacolo “Affascinata” di Giuseppe Bonifati, al Vie Festival e al DAMS Teatro Festival. 82 Serena Noto, attualmente iscritta alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica Danza, è impegnata in un lavoro di ricerca sulla scrittura e sulla voce. Ha partecipato a laboratori di scrittura e di tecniche performative con Marco Martinelli, Fabrizio Crisafulli, Paola Maffioletti. Ha relizzato la regia e la drammaturgia di un reading teatrale per la Casa dei Teatri di Roma all’interno del Festival shakespeariano 2008. Titolo: Metamorfosi dell’aria che si fa materia Dal 2007 Ida Vinella e Serena Noto hanno iniziato assieme un percorso di ricerca. Nell’estate dello stesso anno hanno preso parte all’organizzazione di un laboratorio autogestito durante tutto il mese di Agosto in una frazione di paese in Sicilia, insieme ad altri cinque ragazzi, tra cui Elena Botta, che ha curato le riprese-documento di tutto il mese di lavoro, che ha avuto come risultato una performance dal titolo “Diario di bordo errante”. Dal 2008 Serena Noto e Ida Vinella hanno creato il gruppo Mexxobrà, che con “Metamorfosi dell’aria che si fa materia” è al suo primo lavoro. La nostra indagine, con l’entrata nel gruppo di Edoardo Ferrari ed Elena Botta ha iniziato a muoversi sui binari dell’immagine e del suono. Suono inteso come sonorità artificiale e come mezzo materiale della parola. Parola che è corpo e che traccia nello spazio disegni agiti, nello stessa modalità in cui il corpo prende la parola e indirizza lo sguardo al racconto. Metamorfosi dell’aria che si fa materia È un pensiero femminile. È il racconto di un passaggio sul paesaggio di un corpo. La condizione dei lacci è la condizione storica del pensiero femminile e il tentativo di liberazione è inevitabilmente, nel nostro immaginario, una fuga di sangue. Il nostro lavoro ha avuto inizio dalle suggestioni di due testi, “Orgia” di Pierpaolo Pasolini e il V Canto dell’“Inferno” di Dante. Due donne e la loro scoperta che il desiderio è tragedia. Incubo. Negazione eterna. Ci siamo mossi su questi due binari per arrivare al disegno della nostra donna e delle sue parole. Sul corpo della nostra performer abbiamo tentato di rappresentare tre momenti di sviluppo della “passione”, Costrizione-LiberazioneScoperta. Il punto di arrivo è ambiguo, come ogni scoperta che se allarga lo sguardo, trascina sempre un passo più indietro. Il testo nasce dall’incontro di alcune mie poesie con i testi “Orgia” di Pasolini e il V Canto dell’“Inferno” di Dante. Le suggestioni che ne sono nate sono state rielaborate all’interno del mio immaginario sulla donna. Ciò che ho cercato di fare con le parole è stato portare al limite dell’espressione quello che il corpo conosce autenticamente. Dare voce a un corpo è il tentativo di scrittura più difficile, presuppone l’abbandono dell’espressione pre-elaborata e la penetrazione cieca e indifesa nel caos e dunque una ricerca puntualmente insoddisfatta e incompleta che però può raggiungere, con la trasposizione in suono, una certa distorsione, un nuovo punto di arrivo. 83 Mauro Pace Video installazione Nato ad Erice (TP) nel 1983, nel 2007 si laurea a Roma in Grafica e Progettazione Multimediale. Attualmente frequenta il master “Digital Environment Design” alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Con il suo primo cortometraggio “Mondi Simultanei” vince molti riconoscimenti a livello nazionale ed ottiene menzioni speciali al Sicilian Film Festival 2008 di Miami (Florida, USA) ed al Roma Independent Film Festival 2008. “Proiezioni Reali” è la sua prima video installazione. Proiezioni Reali “... Straniero!... Who?!...” Su due pareti volti di persone provenienti da tutto il mondo sono proiettate sulle loro stesse sculture, creando una proiezione tridimensionale visibile a 180°. Le sculture, in polistirolo, sono ricavate da scansioni tridimensionali dei visi degli stessi attori e scavate per mezzo di uno scultorobot. I volti parlano e discutono, coinvolgendo lo spettatore in un dialogo sull’identità tra gente di lingue e culture diverse. 84 Titolo: Proiezioni Reali 85 Jelena Panjkovic Scultura quello che ci circonda. Dobbiamo prestare attenzione all’intera comunità, dobbiamo vedere il mondo come la comunità. Non è soltanto una comunità di esseri umani, è una comunità di piante, animali ed elementi. La possiamo chiamare spiritualità, ma il dato di fatto è che la gioia viene dalla beatitudine nella simbiosi con l’esterno. Una volta capito che l’integrità delle nostre personali esistenze è completamente dipendente dall’integrità di tutto il resto nel nostro mondo, noi capiremmo il vero significato dell’amore incondizionato. Per amore intendo ampliamento e visione di tutto come te, e te come tutto non può avere dei condizionamenti, per il fatto che noi siamo tutt’uno. È ora di aprire il “guscio” e di pretendere l’unità. Jelena Panjkovic nasce il 29 giugno 1978 a Zagabria (Croazia). Nella stessa città frequenta la scuola superiore d’Arte Applicata e Design, con l’indirizzo di Stilista in Metallo, avvicinandosi così alla forma 3D intrecciando il gioiello con la scultura. Nel 1999 si trasferisce a Perugia dove, volendo continuare a studiare i metalli, ottiene una specializzazione in oreficeria. Nel 2002 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Perugia, cattedra di scultura, dove si laurea nel 2007 con la tesi in storia dell’arte “Microscultura da indossare” unificando ancora una volta micro-macro scultura. Partecipa a numerose mostre in tutta Italia e a numerosi concorsi ottenendo anche importanti riconoscimenti e premi. Vive e lavora a Perugia. L’uomo come parte dell’unità 86 Titolo: L’uomo come parte dell’unità L’uomo come ogni forma del cosmo ha il suo centro ed è centro di qualcosa, e come ogni forma ha un proprio sviluppo della coscienza. Il corpo di un essere umano ha gli stessi elementi che ha una stella o un pianeta, dunque fa parte di un tutt’uno. L’unica cosa che li differenzia è il livello di coscienza. L’allargamento della coscienza è l’essenza della procreazione che di seguito dà la possibilità all’ascesa dell’uomo universale. Le ricerche antropologiche dimostrano che i primi uomini compaiono in Africa centrale due milioni di anni fa. Da allora l’uomo ha passato diversi livelli di coscienza sviluppandola sempre di più, come è ovvio che sia, perché anche l’uomo è il risultato della creazione cosmica… Da cacciatori e raccoglitori, alla rivoluzione agricola ed alla rivoluzione industriale, il percorso è chiaro. È tempo per un nuovo sistema sociale che rifletta le intenzioni che abbiamo oggi. Con la scultura che qui propongo voglio dimostrare, con forme semplici, come io vedo l’uomo al momento: come una sfera rossa (sfera perché fa parte di un tutt’uno, rossa perché è in evoluzione che ovviamente non si ferma), all’interno di un “guscio” che si è rotto e si sta aprendo, pensando all’uomo attuale che, rivolto soprattutto al materialismo, si è chiuso in se stesso dimenticandosi di valori importanti come la spiritualità e quindi l’amore incondizionato. Il “guscio” si sta aprendo perché una nuova consapevolezza si sta sviluppando. Consapevolezza che vede la Terra come un singolo organismo e che riconosce come un organismo in guerra con se stesso sia condannato alla rovina. Le vecchie invocazioni all’estremismo razziale, sessuale e religioso, sino al rabbioso fervore nazionalistico, stanno iniziando a non funzionare più. Questi decenni molto importanti hanno fatto emergere nella mente della gente la passione verso le rivoluzioni radicali. Elevandosi ad un nuovo livello di comprensione, si promuove la consapevolezza. Non ci sono cose come l’indipendenza in natura. L’intera natura è un sistema unificato di variabili interdipendenti, ognuna causa e reazione, esistenti solo come un tutt’uno concentrato. Il risultato dipende da come ci relazioniamo con tutto 87 Maria Pappalardi Scultura e pittura Maria Pappalardi nasce nel 1985 ad Altamura (Bari). Già in età adolescenziale partecipa a fiere e varie attività artistiche. A diciannove anni si trasferisce a Roma. Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti, dove ha la possibilità di sperimentare e applicarsi in varie discipline artistiche. Parallelamente agli studi partecipa a numerose iniziative d’arte anche fuori Roma, con installazioni work in pogress ed estemporanee. Nel 2008 vince il premio speciale dell’Assessore alla Cultura alla VI Estemporanea di Incisione del Comune di Formello (Roma). Il lavoro di Pappalardi viene esportato anche all’estero, con un’opera grafica venduta in occasione della XVIII fiera Internazionale “ARTIST / Istanbul art fair” in Turchia. Maria Pappalardi all’età di 24 anni continua il suo riflessivo cammino artistico, con una ricerca introspettiva di valori arcaici rivisitati in chiave moderna. 88 Silenzio eloquente Silenzio assordante L’opera si presenta come una serie di pannelli in plexiglass lavorati e dipinti con acrilico nero, le sei pareti sono inserite in un piano sfalsato in legno e stucco. L’uomo al centro di un ossimoro, al centro di un’assordante eccesso o mancanza di segnali. Sono onde sonore che hanno perso il suono, ne rimane il segno stampato su una superficie trasparente. L’uomo deve percorrere questo labirinto e uscire. Al contrario del normale labirinto, però, qui si può vedere il suo esterno stando dentro e il suo interno stando fuori, poiché le sue pareti non sono spesse mura o folte piante spinose ma leggeri e trasparenti pannelli di plexiglass. Il percorso non ha un’uscita irraggiungibile, ma l’instabilità emotiva è data da una fisica (oltre che visiva): confusione e disorientamento sono potenziati dai dislivelli del piano. L’uomo al centro del suo percorso è turbato, cammina su di un tragitto sfalsato. La trasparenza del materiale gli permette di intravedere l’esterno ma è circondato da segni assordanti. L’uomo dovrà quindi attraversare un percorso ondeggiante, la conseguenza di ciò sarà un’instabilità sensoriale. La mancanza totale di suono porterebbe ad uno stato di confusione assordante. Confusione e disorientamento sono il risultato del silenzio eloquente. 89 Titolo: Silenzio eloquente Silenzio assordante Emanuela Passacantilli Fotografia Emanuela nasce a Roma nel 1975. Nel 1995 si diploma in Fotografia presso l’Istituto di Cinematografia e Televisione R. Rossellini di Roma. Le sue opere sono state esposte a Roma (Museo Arti e tradizioni Popolari, Galleria di Arte e Design Gard, Galleria Eralov, Teatro Furio Camillo, Chiostro della Basilica dei S.S. Apostoli, Studio d’arte Artemia, Casa d’Aste Bloomsbury Auction) ed a New York (Onishy Gallery, all’interno del progetto “XX Women made in South of Italy”). In utero Dal momento della nostra nascita al momento della nostra morte siamo al centro del mondo. La nostra vita si svolge immersa nelle vite degli altri, che ci accolgono e ci respingono, ci mettono alla prova e ci lasciano soli nel centro di noi stessi. Il nostro centro ci assorbe e ci plasma nel divenire persone adulte, consapevoli. 90 Titolo: In utero Tecnica: stampa su carta fotografica, montaggio in plexiglass Dimensioni: cm 340x100 Il nostro centro è il nostro essere, in continuo modificarsi e interagire con gli elementi che lo circondano. Noi siamo ciò che abbiamo imparato ad essere. Ma la ricerca della nostra vera natura ci sorprende e ci incuriosisce, come lo scorgere qualcosa o qualcuno che crediamo di conoscere ma che non comprendiamo pienamente. Possiamo intravedere figure a noi simili, che evocano anime a noi simili, anime nostre, disperse tra le mille persone che saremmo potute essere e non siamo state. Quanti cuori battono nel nostro petto? Quante anime abitano la nostra? Di quanti elementi è composto il nostro “centro”? Solo un vetro ci separa dalla verità, ci rivela quanto vicina e splendente essa sia. La verità è nei nostri occhi, è nella luce che ci circonda, nell’acqua che ci bagna, nel fuoco che ci brucia, nella terra che ci accoglie, nel cielo che ci invoca. Il mio centro è l’Essere, essere nella gioia, essere nel dolore, essere nel sentire i miei bisogni e contattare anche ciò che mi fa paura, l’essere un Essere Umano. 91 Fabrizio Perrini Fotografia 92 Nasce a Roma. Case popolari. Siamo in una domenica mattina di marzo.11 marzo 1984. Nel marzo 2007 partecipa al MarteLive con una serie fotografica di paesaggi dedicata alla mia città. Arriverà in terza posizione. In autunno collabora con la casa editrice Cooper per la realizzazione della copertina del libro “Diario di un ragazzaccio”. Nello stesso periodo partecipa al concorso Word Photography Awards e una delle sue foto presentate viene pubblicata sul Time di fine anno a scopo pubblicitario. A gennaio 2008 comincia la collaborazione con i ragazzi di MediaDab per la realizzazione di book fotografici. A marzo 2008 inizia a prendere parte alla programmazione del TeatroForte (C.S.O.A. Forte Prenestino) come fotografo di scena. La passione per la fotografia di scena lo porterà anche a collaborare con altre compagnie al di la del Forte Prenestino. Nel mese di novembre dello stesso anno, si troverà a lavorare per il Gruppo musicale -elettronoir-, in uscita con il loro nuovo album, utilizzeranno le immagini scattate per la promozione e con il cantautore Alessandro Orlando Graziano. In seguito alla collaborazione con Carta Giovani, una sua fotografia sarà la copertina della guida 2009. Attualmente collabora con il Giornale online MarteMagazine come fotografo freelance e come aiuto responsabile nella sezione Fotografia del concorso MarteLive. Il cielo sotto Roma Da una libera interpretazione del film di Wim Wenders “Il Cielo sopra Berlino” ha provato a ricreare gli spazi, i colori e le atmosfere del film, coinvolgendo i due protagonisti nella scena più intensa a suo parere. L’angelo vestito con il soprabito e la trapezista vestita da angelo. Ognuno vorrebbe essere l’altro per riempire il vuoto creato. Grazie alla collaborazione di Alessandro Orlando Graziano e di Francesca Lemma di fronte l’obiettivo e di Giuliano Tabacco dietro la macchina fotografica, prende forma la serie fotografica “il cielo sotto Roma.” 93 Micaela Petroni Installazione pittorica Titolo: La Ruota del Mondo Tecnica: Dimensioni: Anno: Nata a Roma nel 1967 dopo aver seguito un corso biennale di Fotoreporter inizia a lavorare come freelance nel campo della musica e dello spettacolo, realizzando ritratti per diversi artisti italiani e stranieri e collaborando con le principali riviste del settore (Ciao2001, Velvet, Mucchio Selvaggio), con case editrici (Stampa Alternativa) e discografiche (Contempo Records e Polygram). Successivamente lavora per alcuni anni con il direttore del Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali di Roma, per il quale cura le pubbliche relazioni e collabora alla realizzazione delle mostre di fotografia. Dal 2002 realizza servizi fotografici e copertine di cd per la Fandango, l’ultimo realizzato nel 2007 per l’artista Nada, in occasione del 57° Festival di Sanremo. Le sue opere sono state esposte in Italia, Francia e Spagna. Oggi vive e lavora in Umbria. 94 La Ruota del Mondo Nella perfetta tradizione rinascimentale una dea della vita è al centro della Ruota del Mondo di Micaela Petroni. Divinità animatrice senza riposo: braccia lungo i fianchi, volto inclinato al cielo, mento, pelle, capelli, ombra prolissa che procede nel silenzio, crede che un altro, altri, gli camminino accanto. Musa costretta in un cono di luce, apre immensi spazi, un chiodo fallico la feconda e la trafigge. Il mondo è un vortice, è una danza perpetua in cui nulla si ferma, tutto vi gira incessantemente perché è il movimento generatore delle cose. 95 Cristiano Petrucci Installazione 96 È nato a Roma il 18 ottobre 1974. Le sue prime prove artistiche risalgono al 2005, quando espose alcuni quadri al MO.C.A Studio di Architettura di Roma. Nel 2006 la Galleria Horti Lamiani Bettivo organizza la sua prima esposizione personale, con dieci pitture realizzate su carta d’imballaggio di dimensioni di un metro per un metro. Lo stesso anno Petrucci collabora con il gruppo musicale Faire at Work (casa discografica Stirpe999) realizzando la copertina del loro album, ed partecipa all’evento romano Enzimi, proponendo un video. Al 2007 risalgono diverse manifestazioni collettive, tra le quali S/AGO/ME.547, Istallazione itinerante Farnesina indetta dal Ministero degli Affari Esteri Roma/Parigi. La sua produzione di video arte gli permette la partecipazione ad eventi quali FestArteFestival 2008, concorso internazionale di VideoArte dedicato all’ambiente, RO.MI. arte contemporanea, A.I.R artisti indipendenti riuniti, “VIDEOARTCONTAMINAZIONI” e Amnesia Arts, arte contemporanea convergenze rassegna video art. Nel frattempo continua a dedicarsi alla pittura, esponendo presso il Museo Sperimentale di Arte contemporanea nell’Aquila. Attualmente sta lavorando al progetto ‘Liberi di contare anche le nuvole’, tour che attraversa la maggior parte delle carceri italiane, documentato dal regista Flavio Parente e organizzato dall’associazione Liberi Onlus. 97 Code Code, 24 teghe di vetro che contengono 24 bambini. Uno specchio, e la terra. Torna il dibattito ormai secolare sul potere della società sulla società stessa, sul controllo spietato e generalizzato che non risparmia nessuno. Una società inscatolata, una società fittizia e illusoria, messa in un contenitore di vetro per essere analizzata ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni l’anno. Ogni attimo, ogni respiro e ogni battito cardiaco viene controllato come provette in laboratorio. E così la vita assume un carattere sempre più meccanico, informatizzato, inserito in un habitat il quale, al posto della realtà, genera illusioni in sequenze binarie. Il corpo è corpo e fantasma, il riflesso di sé stesso e il riflesso dell’altro. L’opera di Cristiano Petrucci visualizza l’immaginario Axleiano del Mondo Nuovo, dove la malattia non deriva più dalla povertà, ma dal troppo benessere. L’individuo non è persona, ma prodotto di un calcolo sofisticato. Dalla prima infanzia sino alla fine dei suoi giorni è circondato da sistemi elettronici che ne analizzano la consistenza, il sangue, le ossa e i rifiuti. Nulla può avvenire per caso, perché ogni cosa viene rinchiusa in una sfera dove tutto è già predeterminato. In un tale contesto anche il ruolo della famiglia viene a modificarsi. Madre e padre perdono di autorità. La performance eseguita da Noemi Valente attorno all’opera vuole mettere in scena la presa di coscienza da parte dei genitori della perdita di un contatto con il proprio figlio, e quindi l’esigenza di ristabilire un legame. La ricerca di un avvicinamento non rappresenta una necessità meramente affettiva, ma ingloba invece il ruolo del genitore per intero, di insegnante, d’esempio e di autorità. Titolo: Code Lorenzo Poli Fotografia Lorenzo Poli è nato a Roma nel 1976. Fotografo free lance si occupa di editoria e pubblicità parallelamente ad una ricerca artistica incentrata sull’uomo ed il suo territorio. New York Una New York raccontata attraverso i ritratti della sua gente e dei suoi luoghi. Emerge chiara una città senza anima che paga la sue profonde divergenze. Estremi che non si attraggono, inconciliabilmente atomi, convinti che sia una città di tutti e per tutti, accessibile, ricca e concessiva. Gli scatti rivelano occhi che hanno l’opacità della solitudine, le porte chiuse il sapore di indifferenza. Qui inizia la nuova America. 98 Titolo: New York 99 Ilaria Rezzi Pittura Nasce a Roma il 1° Agosto 1978. Dopo il diploma di maturità all’Istituto per la Cinematografia e la Televisione “R.Rossellini” di Roma, segue per quattro anni l’insegnamento del maestro Mauro Maugliani che la inizia all’arte del disegno, della pittura e della decorazione. Nel 1999 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove studia e lavora con Gianpaolo Berto, Nato Frascà e Sandro Trotti. Consegue brillantemente il diploma di laurea nel 2004 con una tesi dal titolo “Alla maniera di Callot” riguardante il simbiotico rapporto tra la pittura e il viaggio. Continua a dipingere e lavorare tra Ciampino e Roma presso lo studio di Gianpaolo Berto, suo amico e maestro. Di lei hanno scritto: Berenice, Roberta Reali, Stefania Missio, Nato Frascà, Sergio Garbato, Sandro Trotti, Gianpaolo Berto. L’UOMO 100 In questo dipinto sono raffigurate tre visioni spirituali della costituzione dell’Uomo, prese dall’opera “Theosophia Practica” di Johann Georg Gichtel, intrecciate con una trama di disegni a china, ispirati alle vignette del fumetto Corto Maltese, come emblema del viaggio, della vita, del vissuto, dell’uomo. Sotto compaiono tre vignette a colori poste in corrispondenza delle figure soprastanti,raffiguranti l’agire dell’uomo, la Volontà. Tra china, acrilico, olio e diverse tecniche di rappresentazione figurativa, scelgo di mettere insieme, assemblare e intrecciare, differenti tipologie di racconti, immagini e simboli che ci scorrono davanti e spesso ci coinvolgono e travolgono. E come sempre creare un legame tra passato e presente in un’idea propositiva basata sul concetto “Il futuro ha un cuore antico” (Carlo Levi). 101 Titolo: L’UOMO Tecnica: china, olio, acrilico su tela Dimensioni: cm 60x80 Daniele Romani Pittura 102 Nasce a Roma nel 1977 dove vive e lavora. Nel 2004 si laurea in architettura e dal 2003 partecipa a numerosi concorsi di architettura e grafica. Nel 2004 e nel 2005 partecipa al concorso “Lapis Tiburtinus” classificandosi prima terzo e poi secondo rispettivamente con i progetti “N_Astro - Sistema di allestimento museale” e “Le Torri sul fiume”. Sempre nel 2004 presenta il progetto “MMM – Museo Multiculturale del Mediterraneo” alla XII edizione della “Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo”. Nel 2005 vince in ex aequo il concorso di idee per la progettazione del marchio/logotipo del Nuovo Centro Civico. Il lavoro di Daniele Romani si basa in modo particolare sull’utilizzo dei media della fotografia e del video. Le immagini vengono elaborate, sintetizzate e riprodotte con colori e pennelli, sulla tela, sulla carta, sul legno, sulla plastica e su tutti i materiali da riciclo. Un punto rosso Un punto rosso che galleggia nello spazio. Un uomo allo stato embrionale, protetto dalla propria bolla naturale e impresso come un timbro nel vasto vuoto della tela bianca. Titolo: Un punto rosso Tecnica: acrilico su tela Dimensioni: cm 100x100 103 Monica Scafati Scultura Nasce a L’Aquila nel 1983. Si laurea in Scultura presso la Fondazione Accademia di Belle Arti di Perugia con tesi in Estetica e si diploma in Decorazione Pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte di L’Aquila. È docente di discipline plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Spoleto. Le sue opere sono state esposte in provincia di Perugia, Napoli, Rieti, Roma e Brescia. Intraprendenza 104 ... Intraprendenza, è questo l’elemento distintivo che pone “l’uomo al centro”, al centro di uno spazio che sempre più lo descrive e lo rappresenta, oltre ad accoglierlo. L’uomo d’oggi non è più figlio dell’ambiente, ne è quasi genitore, ponendosi al centro delle sue modificazioni. Vivendo lo trasforma, lo adatta alle sue esigenze, lo ridefinisce a sua immagine e somiglianza, oltre che a suo servizio! E non è ancora chiaro in che misura ciò sia un bene o un male, considerando anche che ormai l’uno quanto l’altro non possono più dirsi principi in assoluto, ma solo aggettivi variabili in relazione al variare dei fini. Sarebbe dunque importante poter ristabilire una direzione verso cui orientare il pensiero e le azioni, per far sì che ciò che in essenza altro non è che un dono prezioso, l’intraprendenza, non finisca col divenire un mero mezzo al servizio di effimere ed egoistiche esigenze. L’intraprendenza ci pone al centro, ma cosa fare da questo centro è un problema tutt’altro che risolto. Titolo: Intraprendenza Tecnica: mista, (ferro elettrosaldato, rete metallica, vetroresina, stucchi, vernice) Dimensioni: altezza cm 180 cm, diametro circonferenza cm 60 105 Nunzio Sciscione Fotografia 106 Questa è solo la mia momentanea metafora del soggetto, sempre passibile di aggiornamenti… In fondo, per permettere una vera e propria comunicazione, è necessario che altri si coinvolgano ed intrattengano nella ricerca di altrettanti simboli e significati. Io provo a partire dal rapporto che ho con le mie creazioni…il resto provate a metterlo voi!!! In arte Lord Bow Jacques, nasce nel “lontano” 1982, vive a Priverno (LT) e si descrive così: “Mi appassiono precocemente alla musica e tuttora suono il basso elettrico nella punk-rock band “Floorshow”. Sono cresciuto in un ambiente familiare difficile che mi ha spinto a crescere in fretta e l’aver trovato delle forme di espressione creative mi permette di evadere e tenermi in contatto con il lato ludico e passionale della vita. Probabilmente devo il mio interesse per l’arte a mio fratello ed ai fumetti; qualche gita scolastica nei musei deve pure aver avuto le sue influenze (Haring, Avanguardie nel XX secolo, Kandinskjy, Warhol). Benché la tendenza allo “scarabocchio” è da sempre un piacevole passatempo, una vera e propria immersione avviene con il regalo di una fotocamera digitale e la scoperta dell’arte moderna: impressionismo, dada, surrealismo, astrattismo, pop art, espressionismo e…: BATMAN! La fotografia è tuttora un mondo da scoprire (specialmente quella commerciale). Mi piace divertirmi anche in collage e nell’invenzione di qualche “stranezza”. Ultima ma non meno importante è la scoperta della scrittura come forma grafica dello psichico: un esperienza da “brivido”! Studio psicologia per capirci qualcosa e mi piacciono il caffè, le donne e i lunghi sonni...” 107 Perpetuo pensiero È forse la prima foto con la quale ho dato avvio ad uno stile di ricerca/visione personale nella fotografia. Risale al Gennaio del 2007 e avevo la fotocamera da 3 settimane. Mentre provavo le diverse capacità di ripresa e, nel cercare di sperimentare tutte le sue opzioni (questo è il mio punto di debolezza/forza!) mi sono divertito a fare qualche scatto prima di andare a dormire. Il quartiere nel quale vivo era stato allestito per una processione religiosa (folklore italiano per eccellenza!), di cui gli ultimi resti erano alcuni ceri luminosi (quelli rossi, tipici del cimitero e delle chiese, per intenderci) rimasti accesi in suffragio del santo (Abate Antonio). Il caso volle che stavo scoprendo lo zoom e nel frattempo mi rattristavo per l’impossibilità di metterlo a fuoco, anche a causa del tremore per il freddo e… …a questo punto credo di aver già spiegato tutta la mia tecnica!!! Il vero lavoro dell’artista credo che risieda nella contemplazione personale dell’estetica riflessa in una propria creazione, alla ricerca di un significato che trascende i confini del mezzo che adopera per comunicare. Al centro torna sempre l’uomo. La mia contemplazione davanti a questa foto è al momento arrivata solamente a rivelare l’evidenza di volti che si riproducono più o meno brillantemente in serie, secondo forme geometriche imperfette, rincorrendo sospese nel fuoco di una notte un sospiro preoccupato verso il vuoto. Titolo: Perpetuo pensiero Anno: 2007 Alessandro Trapani Video Alessandro è un filmaker romano. Da venti anni è coinvolto a vari livelli nel mondo del cinema e della televisione. È laureato in Storia e critica del cinema, ha lavorato come casting director per il cinema e la pubblicità e per quindici anni si è anche occupato di aiuto regia per il cinema, la televisione e la pubblicità, con lo scopo primario di acquisire conoscenza sui meccanismi del set e della produzione. Appassionato di cinema e di fotografia, il suo interesse principale risiede nella regia. Come regista ha realizzato dei video musicali, alcuni cortometraggi (tra i quali Lin Fei è stato in concorso al Medfilmfestival nel 2007) e dei documentari, quasi sempre curandone anche il montaggio e la fotografia. Alessandro crede nel potere dell’immagine filmata o fotografata di rivelare il mondo interiore e la sofferenza dei personaggi ritratti. Spesso oggetto del suo sguardo è un’umanità reietta e rifiutata dal mondo benestante ed egoista che di solito fa finta di niente o volge quello sguardo altrove. 108 109 Lentamente Lentamente è un lavoro concepito intorno all’idea di una sonda visiva che s’insinua nelle viscere di una città, Genova, le cui strade più centrali brulicano di splendida vita sommersa. Il movimento, fluido e rallentato, quasi fosse la visione di un essere da un altro mondo, pone lo spettatore in una condizione d’astrazione che lo induce a stabilire con l’immagine ed il suo contenuto un altro rapporto, libero dai condizionamenti tipici del montaggio tradizionale. Attraverso la lentezza, con le donne e gli uomini qui ritratti, di solito semplicemente bollati come “immigrati”, si può stabilire un rapporto scevro da pregiudizi, che porta a considerarli come esseri umani e non come esseri alieni. Titolo: Lentamente Damiano Tullio Scultura Nasce a Roma il 9 marzo del 1979. Già dalla prima adolescenza, grazie all’influsso della madre scenografa, mostra interesse e sorprendente propensione per l’arte, uno dei punti cardine costanti del suo percorso evolutivo. Laureato in Lettere, con indirizzo demo-etno-antropologico, l’artista esperisce la vita e i colori del mondo, assorbe visioni, si inonda delle forme della passione, soprattutto attraverso il viaggio con esperienze formative in città d’arte come Parigi, Londra, Sydney. Di questi viaggi si riflette tutta la carica di vitalità, erotismo, sapere ed esotismo, nell’arte che già da giovanissimo produce partecipando a numerose esposizioni sia personali che collettive. Una stretta relazione si palesa tra l’approccio al mondo, alla natura e alla cultura, così concreto, positivo, reazionario, variegato, e la scelta dei materiali che usa per le sue opere: oltre ad acrilici, paste-volume, gesso, cemento, legno e metallo, Damiano Tullio fa largo uso di materiali riciclati, oggetti del mondo, dal mondo dimenticati, a cui l’artista dona una nuova vita, riorganizzandoli in simboli, coloratissimi e materici, di una ribellione irruenta nei confronti di quello stesso sistema culturale da cui gli oggetti provengono 110 L’uomo e il tempo in una prospettiva diacronica di Roberta Pucci Titolo: L’uomo e il tempo in una prospettiva diacronica Un vecchio orologio in frantumi,una serie di chiavi antiche ed un bonsai ormai senza vita: oggetti che appaiono privi di qualsiasi affinità finché non vengono coinvolti nello stesso sistema simbolico. In questo caso si tratta di un’operatesto in cui l’artista Damiano Tullio svolge con successo, il suo compito di antropologo, oltre che di artista. Partendo dalla relazione strutturale e funzionale che Levi-Strauss riconosce tra mito e musica, in particolare con la fuga, l’artista, seleziona questi oggetti con profonda coscienza della loro forza emblematica. Cinque chiavi di diverse grandezze sono poste ad intervalli regolari, su altrettante linee immaginarie, quante quelle di un pentagramma e rimandano alle chiavi musicali e alla scansione ritmica. Il giovane bonsai (l’uomo) ricoperto di gesso e posto all’interno di una nicchia ricavata nella base lignea dell’opera, attraverso dei gesti quasi artigianali, diviene quindi reliquia di una natura un tempo rigogliosa, ma che, in quanto essere vivente, deve sottostare alle leggi che lei stessa detta. Infine l’orologio, diviso nelle sue unità fondamentali, sfugge a qualsiasi tentativo di ri-assemblaggio e misurazione al quale l’artista lo sottopone ed innesca questa re(l)azione a catena con gli altri elementi dell’opera. Diverse manifestazioni reali di una identica ossessione umana: il tempo. Damiano Tullio ci pone così di fronte all’effetto del tempo che passa attraverso simboli immediati e universali, con un intervento essenziale, povero, spogliato di qualsiasi intento moraleggiante o meramente didattico. 111 Marta Valenti Fotografia 112 Marta Valenti è nata nel 1977 a Roma. Vive e lavora tra l’Italia e la Spagna come artista e fotografa, con suo marito e sua figlia. Nel 2001 si diploma con un Master triennale in fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Roma. Sempre nel 2001 partecipa ad Enzimi, vince una borsa di studio del Comune di Roma per workshop fotografico presso il TPW, Buonconvento(SI) ed ottiene una menzione speciale alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo. L’anno successivo pubblica “dreaminface”, immagini e testo, su Edge. Nel 2003 pubblica Pubblica “portaturchese”, redazionale di moda, su Kult, ottobre 2003. Nel 2004 interpreta Blanche Neige, progetto speciale per 10 performers, all’interno de La Notte Bianca, La Rinascente, Roma. Ottiene una seconda segnalazione dalla commissione per le selezioni delle Arti Visive della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo per l’installazione dell’opera “stealin turquoise”. La sua opera “Deep turquoise breathe in yellow sun love” è stata acquistata dalla Collezione Seat Paginebianche. Ha esposto ed eseguito performance pubbliche a Roma, Padova, Milano, Viterbo, Torino, Bari, Ascoli, Venezia, Napoli, Pesaro, Pordenone, Bologna, in Spagna ed in Svizzera. Puoi sentirmi? (prova di trasmissione telepatica) È un lavoro di autoritratto, composto da 3 stampe fotografiche. Nella fotografia centrale il mio volto, che si trova al centro della metà inferiore dell’immagine, domina nel mezzo di una fuga prospettica di pilastri che non sorreggono più nessuna struttura, ma hanno sopra di sé soltanto il cielo. Una metà del volto è illuminata, l’altra è parzialmente in ombra. I pilastri, persa la loro funzione di struttura portante, si trovano a raffigurare con tutta la loro materialità rigida ed ingombrante, ora inutile, ciò che non solo è invisibile, ma la cui esistenza suscita in molti totale scetticismo. La telepatia è in effetti Titolo: Puoi sentirmi? (prova di trasmissione telepatica) considerata da molta scienza ufficiale ancora un fenomeno paranormale la cui dimostrazione non ha mai abbastanza fondamenti scientifici. Eppure d’altra parte molti di noi la riconoscono nel proprio quotidiano, pur essendo un fenomeno che ci accade e che non sappiamo controllare. Il titolo dell’opera lo dichiara con chiarezza tale da essere quasi ironico. Questa è una prova di trasmissione telepatica. L’andamento delle immagini da sinistra a destra o viceversa, sembra essere un modulo che potrebbe ripetersi all’infinito, ha il ritmo di un’onda e si muove dall’ombra alla luce. Così come il titolo dell’opera che domanda se può essere sentita, ricerca conferme dal buio di una lontananza apparentemente insormontabile, e allo stesso tempo, intimamente, afferma, sicura di sé, illuminata di consapevolezza, che sì, è possibile, tu puoi sentirmi, non importa quanto lontani possiamo essere, non importa quanto diversi. 113 Delphine Valli Scultura 114 Delphine Valli nasce in Francia il 17 gennaio 1972, trascorre l’infanzia e parte dell’adolescenza in Algeria; rientrata in Francia si laurea in Letteratura e dal 1997 vive a Roma dove si è diplomata all’Accademia delle Belle Arti in Scultura nel 2002. Tiene a Roma le sue prime personali, Jubilar a cura di Giuliana Stella agli Ex Magazzini Generali (2006) e Sous vide a cura di Lydia Pribisova da Infissi (2008); le sue principali collettive hanno luogo in Germania, al Museo Haus Ludwig di Saarlouis (2008), all’Albornoz Palace Hotel di Spoleto dove ha realizzato una installazione permanente in una stanza (2007), alla Maison de l’Art et des Métiers a Marsiglia (2007), e a Roma, Friends alla Galleria Spazio Blu (2007), Utopia a cura di Giuliana Stella alla Biblioteca Casanatense (2003), Incontro a Roma a cura di Giuliana Stella all’Accademia di Romania (2003). Segnaliamo anche una installazione permanente di opere all’Abitarthotel di Roma (dal 2004). Le sue opere indagano tramite la declinazione di materiali industriali quali il ferro, il legno ed il vetro le relazioni tra la geometria visibile e le dinamiche spaziali che ne scaturiscono. 115 Cristal Un volume vuoto con base esagonale irregolare realizzato in listelli di legno si sviluppa su un’altezza di 2 metri. Le sue misure complessive sono definite in relazione con lo spazio dell’Ex Mercato Ebraico del Pesce. La base della scultura si riferisce agli esagoni presenti nell’architettura del Mercato da cui si deriva una struttura simile a quella di un cristallo. La struttura vuota della scultura allude alla sua trasparenza cristallina ma anche alla ricerca sul rapporto tra l’invisibile e il visibile. Pura geometria. Titolo: Cristal Tecnica: volume vuoto con base esagonale irregolare realizzato in listelli di legno Dimensioni: altezza cm 200 Joseph Zicchinella Pittura È nato a Somma Lombardo (VA) nel 1975. Vive e lavora a San Pietro Magisano (CZ). Ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Ha discusso la sua tesi di laurea sull’artista Mimmo Rotella ed è considerato dalla critica il suo erede artistico. Nel 1998 presenta ufficialmente al pubblico i risultati delle sue nuove ricerche e sperimentazioni pittoriche con una personale di pittura nel centro storico di Roma (Studio Logos-Galleria D’arte e Design a cura di M.C. Simotti). E’ ideatore di una particolare tecnica pittorica che denomina “transcollage”, una fusione di pittura e materia inglobati in sottili lastre di plexiglas. Un mezzo espressivo che per le sue metodiche di realizzazione si può considerare unico nel suo genere. Il “transcollage“ non è solo una continua sperimentazione tecnica e ricerca sui materiali, ma anche un percorso concettuale che viaggia di pari passo con il “farsi” dell’opera. Negli ultimi anni Zicchinella ha partecipato con le sue opere di “transcollage” ad importanti manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale; ha ricevuto premi da qualificati critici d’arte (Vittorio Sgarbi - premio MorbidamenteDonna 2004, Luca Beatrice - Premio PagineBiancheD’autore 2005) ha allestito personali e collettive nelle maggiori città italiane ed all’estero. Attualmente le sue opere si trovano in diverse collezioni private, gallerie d’arte, musei ed enti pubblici. Si sono occupati di lui quotidiani e riviste di settore, emittenti televisive regionali e nazionali. 116 Titolo: Rivoluzione Interiore Tecnica: mista nel plexiglas 117 Programma eventi ospiti Venerdì 27 febbraio 2009 alle ore 19.00 INAUGURAZIONE DRAMASCOPE 3.0 (musica eletronica, video arte) INDANZA (spettacolo di danza contemporanea) Sabato 28 febbraio 2009 alle ore 20.00 DRAMASCOPE 3.0 + dj set Freulein Amelie (musica eletronica, video arte) Domenica 1 marzo 2009 alle ore 18.00 DRAMASCOPE 3.0 + dj set Fraulein Amelie (musica eletronica, video arte) Giovedì 5 marzo 2009 alle ore 18.00 DA RUSSOLO ALLA TECHNO a cura di Andrea Benedetti e Max Durante (workshop dj culture) Venerdì 6 marzo 2009 alle ore 20.00 FRANK SENT US (musica eletronica, video arte) 118 Sabato 7 marzo 2009 alle ore 20.00 FRANK SENT US (musica eletronica, video arte) Domenica 8 marzo 2009 alle ore 18.00 FRANK SENT US (musica eletronica, video arte) Giovedì 12 marzo 2009 alle ore 18.00 RITRATTO D’AUTORE (spettacolo di danza contemporanea) Sabato 14 marzo 2009 alle ore 19.30 LA TECNICA DEL MISSAGGIO: Teoria & Pratica a cura di Paolo Zerletti e LA TECNICA DELLO SCRATCH: Teoria & Pratica a cura di Max durante e DJ Wasp (workshop dj culture) Domenica 15 marzo 2009 alle ore 18.00 I NUOVI SOFTWARE DEL MODERNO DJ E DEL DJ PRODUCER (workshop ed esibizione) Giovedì 19 marzo 2009 alle ore 18.00 TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte) Venerdì 20 marzo 2009 alle ore 20.00 TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte) Sabato 21 marzo 2009 alle ore 20.00 TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte) DANZINPROGRESS (spettacolo di danza contemporanea) 119 Amelie 120 Drama Drama è un media-project che combina musica, video e fotografia. Il progetto creato nel 2000 fa il suo esordio con la presentazione al Fringe Festival di Firenze di “Spoken dj set”, una performance incentrata sulla voce umana, voci di storica memoria (Salvador Dalì, Jean Cocteau, Antonin Artaud ecc..) e attuali spoken word si combinano con sonorità elettroniche. La performance è accompagnata da “Four Acts” visual in 4 atti . Nel 2002 alla 59° Mostra del Cinema di Venezia viene presentato “The Gramophone Selection” performance incentrata sulla fusione di sonorità del passato e nuovi suoni digitali. Un grammofono usato dal vivo come strumento musicale si integra nella consueta consolle da dj. Gracchianti dischi a 78 giri si fondono con sonorità minimali di derivazione tecnologica. Il set è accompagnato da “Dramascope” un visual di animazione elaborato al computer. Una seconda versione rivista ed ampliata di “The Gramophone Selection” viene presentata nel 2004 al Festival Kulturama di Leuven in Belgio, nella stessa occasione viene presentato anche “Dramascope 2.0” ulteriore sviluppo del visual “Dramascope”. Seguirà un tour in Belgio ed in Italia. Nel 2006 all’interno della rassegna di musica elettronica “Electronism” all’Apolo di Barcellona viene presentato “Dramascope 3.0” una performance di interazione tra musica e video. “Dramascope 3.0” è il risultato della ricerca sulla suggestione ed emozione dell’immagine filmica e fotografica del passato in accordo con sonorità attuali. In “Dramascope 3.0” il suono assume la funzione di stimolatore, impulsi sonori fanno rivivere ritagli fotografici e vecchie pellicole in una sorta di surreale sonnambulismo. Le immagini, come sotto ipnosi, sono esortate al distacco dal fotografo che le ha immortalate, stimolate a liberare al di là del tempo e delle circostanze le proprie emozioni. Negli anni 2007 e 2008 “Dramascope 3.0” viene rappresentato in vari centri di cultura, teatri, e locali in Italia. http://www.myspace.com/dramasuiteinc 121 122 Max Durante Frank sent us Inizia professionalmente la carriera di dj nel 1987 a Roma. Sono esattamente 22 anni che Max Durante fa girare i dischi e ci fa sudare. Apprezzato per la sua tecnica e per la capacità di mescolare groove e sperimentazione, è uno dei più grandi esponenti di musica elettronica di qualità “Made in Italy’’; amato e rispettato sia in italia che all’estero. Nel 1991 insieme ai fratelli D’Arcangelo crea la prima band techno/sperimentale italiana e ha prodotto i suoi primi progetti discografici sulla hot trax (acv sublabel), prima etichetta techno italiana. Rispettato per le sue produzioni discografiche e per la sua grande abilità nel missaggio, ha prodotto più di 25 dischi e ha realizzato circa 100 tracks nelle migliori labels internazionali. È arrivato al primo posto nella classifica inglese con il suo progetto discografico parallelo MEKA sulla Some Bizarre records, mitica label inglese che ha lanciato i Depeche Mode, Marc Almond, Cabaret Voltaire, etc... Nel 2003 ha prodotto con il suo amico Keith Tucker (AUX88) sotto lo pseudonimo di Fuzion un gran disco sulla etichetta inglese di Billy Nasty la Electrix Records. Questo disco è stato nominato miglior disco electro degli anni 2000 e rimarrà una hit del genere. Il suo ultimo disco techno sulla TRUCKSTOP76th ha ricevuto ottime critiche, Dave Clarke lo ha nominato tra i migliori dischi techno dell’anno invitando tutti coloro che facessero techno ha prenderlo come esempio. Max Durante è uno dei cardini degli anni ‘90, della rave generation. Il suo suono e la sua presenza sono stati fondamentali per la scena techno/elettronica. È considerato un pioniere e un precursore di questo suono. Oltre ad essere uno dei creatori della scena elettronica italiana e un personaggio molto attivo nel mondo della club culture europea. Ha lanciato i rave in Italia nel 1991 organizzandone uno il ‘’Plus ‘’8, con artisti come R. Hatwin, Speddy j, etc… Nel 1998 a Zurigo ha organizzato il piu’ grande Club Festival europeo, dedicato alla storia della musica elettronica. Ultimamente ha organizzato qui a Roma il ‘’Metroarea un Happenig di musica elettronica e arti visive’’ nelle stazioni metro della Roma-Lido e nel giardino museo a San Paolo (Piramide). FRANK SENT US e’ un progetto audio visivo intento a creare un’ interazione tra musica e arte visiva secondo un approccio multisensoriale, nato dalla collaborazione tra Clichèvideo e System Error. Il progetto nasce grazie all’abile utilizzo di arguzie elettroniche, strumenti classici e avanguardie informatiche. Un LIVE SHOW in cui la musica e il video si fondono completamente creando una miscela esplosiva. Estratti video vengono “suonati dal vivo” elaborando la sonorizzazione originale del filmato in una serie di loop ipnotici, armonizzati da tappeti sonori perfettamente in sintonia con l’immagine. I temi possono essere infiniti. Ogni sequenza video dotata di una forte musicalità può essere destrutturata e ricomposta secondo un approccio orchestrale. In particolare, l’ espressività delle sequenze tratte da film culto caratterizzano e diventano le note stesse della composizione, creando un’ atmosfera unica nel suo genere. La musicalità dei suoni unita alla forte narratività delle immagini danno vita a suggestioni di grande impatto emozionale, esaltate dalla unicità che caratterizza ogni performance dal vivo! Ed è proprio lo spettacolo live l’obiettivo finale del progetto, e non certo la “semplice” produzione di un video finito. Frank Sent Us ha una natura unica e poliedrica al tempo stesso, passando da performance audiovisive capaci di infuocare la platea di un affollato club metropolitano ad avveniristiche installazioni audiovisuali in contesti artistici multisensoriali. Uno Show dove ci si ritrova ad ascoltare le immagini e guardare il suono. CLICHÈVIDEO Clichèvideo nasce a Roma nel 2004 da una comune idea di 4 videomakers con differenti esperienze nel settore audiovisivo. La passione per il video espressa dal gruppo si traduce nella produzione di materiale proprio come grafica animata, montaggio e show audiovisivi. www.clichevideo.com www.myspace.com/clichevisual SYSTEM ERROR System error inizia la sua attivita’ musicale nel 1998 da sempre attivo nella scena rock come chitarrista, e come produttore si accosta da subito alla musica elettronica dove combina strumenti analogici a macchinari d’avanguardia. www.myspace.com/stratomastro 123 Technophonic Chamber Orchestra 124 La caratteristica prevalente di questa ensemble è la fusione fra due generi musicali apparentemente agli opposti: elettronica e classica. Questa la chiave compositiva dell’album d’esordio del 1998 “Beats and Movements” (Suite inc. 6) e questa chiave caratterizza anche i brani del nuovo album di Technophonic Chamber Orchestra “Nemoretum Sonata” (Suite inc. 12) In questo lavoro sono contenuti 12 nuovi brani e due remixes, uno affidato alle mani sapienti del messicano Murcof (Leaf - uk), l’altro alla poliedricità e alle bizzarrie del californiano Daedelus (Plug Research - usa). In “nemoretum sonata” convergono le molte e diverse esperienze delle menti di altri progetti dell’etichetta quali Minox, Drama, Spin Boldak, e molti sono i riferimenti culturali e storici a movimenti, personaggi e atmosfere che aleggiano e si riconciliano tra pulsazioni ipnotiche e disegni musicali espressivi. Le trame sonore sono tessute con delicatezza da melodie di clarinetto o piano che duettando con i flussi armonici di archi, si legano senza alcuna particolare artificiosità con il digitale, con ritmiche techno minimali, con clicks che dettano con una autorità discreta lo scandire, il trapassare, il trascendere, il tempo. Il live set di “nemoretum sonata” è legato ad un video che accompagna i 3 musicisti sul palco, infatti le 4 silhouettes del Technophonic Chamber Strings Quartet in sincrono eseguono la loro performance miscelandosi e dissolvendosi con immagini e iconografie strettamente connesse alle tematiche dell’album, il video prodotto da Suitevision, ideato e diretto da Marco Monfardini e Mirco Magnani, ha una durata di 70 minuti circa. http://www.myspace.com/technophonicchamberorchestra La sezione danza dell’evento Adrenalina che vede la consulenza artistica del coreografo Mvula Sungani prevede 3 appuntamenti atti al coinvolgimento di giovani coreografi che in questi anni hanno orientato il loro lavoro verso la sperimentazione e la ricerca coreografica utilizzando più linguaggi coreutici. I danzatori che parteciperanno all’iniziativa a loro volta sono ragazzi in età tra i 18 e i 25 anni. Una giornata sarà dedicata all’incontro con un coreografo di fama internazionale Micha Van Hoeke, in un confronto dibattito, atto al dialogo e il confronto fra generazioni. Gli eventi di questa sezione di Adrenalina saranno tre: Indanza Giovani coreografi, e giovani danzatori si incontrano per creare uno spettacolo gala in cui la nuova danza contemporanea darà vita ad un caleidoscopio di emozioni e nuovi linguaggi. La serata si divide in due momenti: “Ritmi Sotterranei” Coreografie Alessia Gatta e Caterina Felicioni e “Giovani Danzatori” Coreografie Gisella Biondo Ritratto d’autore Conferenza spettacolo “MICHA” a cura della critica di danza Carmela Piccione che presenterà il libro della straordinaria carriera di Micha Van Hoeke per tanti anni direttore del centro Mudra di Maurice Bejart dove si sono formate diverse generazioni di grandi stelle della danza. In questa iniziativa l’artista coadiuvato da Carmela Piccione e da alcuni artisti che lo conoscono, racconterà ai convenuti, la storia, gli aneddoti, di una grande carriera fatta di danza, arte e giovani. Danzinprogress Sarà una serata di approfondimento in cui Alessandro Mezzetti coreografo e docente dello IUSM di Roma con il suo gruppo gli “ARGONAUTI” presenterà un lavoro di ricerca inedito, basato su nuovi linguaggi di danza e movimento frutto delle proprie esperienze e attività laboratoriali. 125 Comune di Roma Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù Giovanni Alemanno Sindaco Laura Marsilio Assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù Federico Mollicone Presidente Commissione Cultura, Sport, Politiche Giovanili del Comune di Roma Mostra e catalogo a cura di Ferdinando Colloca, Federico Bonesi Per l’allestimento Architetto Andrea Proto Gruppo Gamma srl Marco Lovato New Sound Service srl Per il progetto grafico Massimo De Maio e Stefania Giuseppetti 0508 srl Organizzazione Zètema Progetto Cultura Francesco Marcolini Presidente Albino Ruberti Amministratore delegato Roberta Biglino Direttore generale Coordinamento Federico Bonesi Promozione e comunicazione Patrizia Morici, Fabiana Magrì Ufficio stampa Amministrazione Silvana Di Francesco Elisabetta Giuliani PR eventi Il curatore e il direttore artistico desiderano inoltre ringraziare tutti gli artisti Alfredo Antoniozzi Assessore al Patrimonio, alla Casa e ai Progetti speciali per la concessione dello spazio Roberta Sorace XVII Dipartimento (Politiche di Promozione della Famiglia, dell’Infanzia e della Gioventù) ARVUC Associazione Romana Polizia Municipale in Congedo Finito di stampare febbraio 2009, Das Print srl
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