è la musica che accompagna un videoclip dedicato alle bellezze del

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LIN O
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aspetti del nostro “bel Paese”: il Belgio
A cura degli allievi del corso 3.2 - 2013-2014
“Con te partirò” è la musica che accompagna un videoclip dedicato alle bellezze del nostro paese. Con la classe
d’italiano 3.2 abbiamo pensato di scrivere un giornalino che presenta alcuni aspetti tipici del Belgio. Ringrazio
tutti gli allievi che hanno contribuito con il loro lavoro alla realizzazione del giornalino scrivendo gli articoli e
cercando le illustrazioni. Spero che sia per loro un ricordo ad un anno passato insieme. Desidero anche esprimere
la nostra gratitudine verso i colleghi Emiliano Manzillo che ha corretto le copie e Brita Strzeminski che ha
curato la messa in pagina.
Ghislaine Libre
P02/
IL CARNEVALE
DI BINCHE
P04/
ANVERSA HA TUTTO
IL MONDO IN SÉ
Cecilia van Hoijdonck
Martha Van Doren
P06/L’ATOMIUM
Gilbert Craen
IL CIOCCOLATO
P07/BELGA
Jos Blanckaert
IL BOSCO BLU DI
P08/HALLERBOS
Roger Van Geijstelen
P10/
FLANDERS FIELDS
Eric De Donder e Julien Stuer
IL CASTELLO DI
P12/GAASBEEK
Jeannine Weyers
I CAVOLINI DI
P13/BRUSSELLE.
Marlene Wouters
P14/
LE BIRRE BELGHE
Mick Janssens
2 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
IL CARNE VA LE DI BI N C H E
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e tante arance con un suggestivo fuoco
d’artificio!
Le origini del carnevale in Belgio sono
lontanissime, le prime manifestazioni
popolari avevano lo scopo di celebrare
la fine dell’inverno e l’inizio della
primavera, la speranza dei contadini
nella buona riuscita del raccolto.
Oggi, il significato è cambiato, ma le
caratteristiche popolari sono rimaste,
sopratutto nei costumi e nella musica!
Cecilia van Hoijdonck
Se avete deciso di fare un giro per il Belgio, il periodo del carnevale è il momento giusto!
Uno spettacolo da non perdere è certamente il carnevale di Binche. Il carnevale è uno degli eventi folcloristici più famosi del
Belgio. Si tiene ogni anno nella cittadina vallone di Binche, raggiungibile facilmente dal vicinissimo aeroporto di Charleroi o
in treno dalla stazione centrale di Bruxelles.
Questo carnevale è stato riconosciuto,
da parte dell’Unesco, nel 2003 come
“capolavoro del patrimonio orale ed
immateriale dell’umanità”.
Per tre giorni, prima del mercoledì
delle ceneri, la città è il palcoscenico dei
festeggiamenti.
I protagonisti assoluti sono delle figure
bizarre e colorite, i Gilles!
I Gilles si vestono con abiti di paglia,
decorati con simboli araldici, portano
la maschera di cera con baffi lunghi e
occhiali verdi, una fascina di sterpi in
mano per scacciare gli spiriti maligni e
ai piedi zoccoli di legno.
I cappelli di piume di struzzo e le ceste
di legno, piene di arance completano il
loro aspetto particolare.
Per essere uno dei Gilles si devono
rispettare alcune regole:
essere originari di Binche, indossare il
determinato abito, portare la maschera
di cera e il cappello di piume di struzzo,
non essere mai ubriachi, non sedersi in
pubblico, aprire i cortei dei tre giorni
grassi lanciando arance alle gente.
Il cuore della festa è il martedì grasso.
La mattina, nella grande piazza, i Gilles
su un ritmo particolare, rapido e a scatti,
ballano in circolo, tenendosi per mano,
con l’accompagnamento dei tamburi,
della viola, degli ottoni che suonano le
ventisei arie del carnevale.
Il pomeriggio, dopo aver tolto la
maschera, indossano il famoso cappello
bianco di piume di struzzo. Durante
il corteo lanciano le arance alla gente.
Non è permesso di rispondere al lancio.
La festa finisce tra tamburi,viole, ottoni
4 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
ANVE R S A H A TU TTO I L
MONDO IN S É
Sì, alloggiando nella metropoli di Anversa è possibile trattenersi ogni giorno in un altro paese.
Vi invito oggi ad accompagnarmi per un’ escursione mettendo a confronto la nostra superba città di Anversa con la bellissima
città portuale di Genova.
Ecco, la piazzetta Hendrik Conscience.
Gli Italiani, soprattutto quelli del nord,
sarebbero stupefatti se guardassero
attentamente le torri laterali della chiesa
di
San
Carlo
Borromeo.
Non assomigliano a quelle della chiesa
Santa Maria di Carignano a Genova?
Non è stato provato ma l’ispirazione
per San Carlo Borromeo, una chiesa di
stile tipicamente barocco, fu con molta
probabilità trovata a Genova.
Il ruolo di Rubens nella decorazione
delle torri e della facciata fu importante,
perché questi visitò Genova nel
1605 e si prese immediatamente
una cotta per gli edifici magnifici e
cominciò a collezionare le piante e
i disegni delle meravigliose chiese
e delle splendide case signorili.
L’ artista Rubens sperava che la gente
ricca della nostra città avrebbe costruito
delle case dello stesso genere anziché le
loro dimore gotiche.
La Boerentoren
Grattacielo dell’ Orologio
Anversa
Genova
Museo Red Star Line
mmmmmmm…
Tutte e due hanno una nave-piscina.
La piscina scoperta di Anversa è
ormeggiata a Houtkaai nella zona
nord, mentre la piscina all’aria aperta di
Genova è precedente ed è attraccata di
fronte della “ Città dei Bambini.”
San Carlo Borromeo
Santa Maria di Carignano
Siamo adesso davanti alla casa di Rubens al Wapper. Una visita a casa
sua vale la pena! L’ abitazione e l’atelier, il tutto nello stile di un palazzo
italiano, sono aperti tutti i giorni (dalle 10 alle 17) salvo il lunedì.
Lo stile di Rubens come pittore è barocco: complesso, affascinante e sorprendente.
Casa di Rubens
All’inizio del Novecento l’ Europa
era affascinata dai grattacieli. Allora
non si può assolutamente ignorare la
Boerentoren.
Questo grattacielo di 97 metri venne
completato nel 1932 ed è il primo
edificio del suo genere ad essere stato
eretto sul continente europeo. Il
Grattacielo dell’ Orologio a Genova fu
costruito 9 anni più tardi ma assomiglia
fortemente alla nostra torre. Sono
sicuramente sorelle, ma la Boerentoren
è un pò più slanciata. Lo stile di
entrambe le torri è una combinazione
di arte déco e modernismo.
Anversa e Genova hanno ancora altre
similitudini.
Palazzo rosso,Genova
Plantin-Moretus
Se avete il tempo, vi consiglio di
visitare anche la “Rockoxhuis” e
il museo “Plantin-Moretus”. Qui
dentro si trovano anche degli elementi
dell’architettura italiana.
E avete già visitato il museo della
migrazione?
L’ Italia contò dal 1850 al 1973
tantissimi emigranti. La maggior
parte degli Italiani ha cercato la sua
felicità nel Nuovo Mondo partendo
da Genova. Il museo della migrazione
offre veramente una bella ricostruzione
della Genova del Novecento.
Ma anche il nuovo museo Red Star
Line di Anversa è interessantissimo! Più
di 2 000 000 di europei dell’ est sono
partiti dalla Schelda a New York.
Più di una volta durante la nostra
passeggiata l’Italia, e soprattutto Genova,
ci strizzano l’occhio da dietro l’angolo.
Stanchi della passeggiata? Prendete una
caramella Mokatina per fare il pieno
d’energia!
È un dolcino artigianale di Anversa
prodotto nella Lange Leemstraat dalla
famiglia Roodthooft.
Louis Roodthooft, un produttore
dolciario, fu uno sponsor di qualche
corridore che partecipò al Giro d’Italia
nel 1933. Lui vide a Bologna i tipici
sacchetti di dolci: di sotto piegati e
sopra annodati. Allora, ordinò subito
una macchina per annodare e cominciò
a incartare le sue caramelle alla maniera
italiana. Una Mokatina ha un forte
gusto di caffè arabico.
Godetevela! Il piacere dura per almeno
sei minuti!!
Martha Van Doren
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6 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
L’ ATOMIUM
Tutti conoscono l’Atomium, una delle costruzioni contemporanee e notevoli al tempo stesso, proclamato dalla CNN , nel mese
di gennaio 2013 come l’edificio più bizzarro d’Europa.
L’Atomium, uno dei simboli della
capitale belga ed europea, è un’attrattiva
turistica internazionale, realizzata per
l’Esposizione Universale del 1958
(Expo 58). Questa prova di architettura
azzardata, venne progettata dall’
ingegnere André Waterkeyn, assistito
– per gli aspetti architetturali – dagli
architetti Jean e Pierre Polak, cognati
del progettista.
L’Atomium è la riproduzione di una
molecola di cristallo di ferro, ingrandito
165 miliardi di volte ed era destinato
a diventare il simbolo dell’ Esposizione
Universale e fare dimenticare gli effetti
della guerra mondiale, offrire uno
sguardo fiducioso al futuro e annunziare
un’epoca nuova. Quest’ idea fu tradotta
da André Waterkeyn in una struttura
imponente, non solo il simbolo dell’
Esposizione, ma anche della fiducia di
tutta una generazione nel futuro e nella
crescita della prosperità.
Dal progetto di André Waterkeyn è
risultato un monumento alto 103
metri, con nove sfere (atomi) dal
diametro di 18 metri. Le sfere sono
collegate tra loro da tubi provvisti di
scale mobili e a gradini. Cinque sfere
sono accessibili al pubblico. La sfera
più alta, - accessibile da un ascensore,
il più veloce d’Europa - ospita un
ristorante e offre un panorama su tutta
Bruxelles e periferia, e quando il tempo
fa bello la vista va fino ad Anversa. Una
sfera ospita una mostra permanente
sulla struttura dell’Atomium e sull’
Esposizione Universale, un’altra tratta
dell’evoluzione scientifica e sociale
negli anni ’50.
Ci sono anche mostre temporanee
e altre manifestazioni, congressi e
ricevimenti. Tre sfere non sono aperte
al pubblico per motivi di sicurezza,
perché non hanno un supporto verticale
sottostante.
In genere la qualità delle mostre è un po’
deludente, e ci si può chiedere se non
sarebbe meglio trasformare l’Atomium
in un posto per mostre attuali (come
per esempio la mostra “Lego –Art of
the Brick” che si svolge nel cuore di
Bruxelles o mostre sull’ evoluzione
della tecnologia e della scienza). Non
potrebbe essere questa un’opportunità
per attrarre un pubblico più ampio di
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IL C IOC C OL ATO B E L GA:
U N A B E L L E Z Z A D I FAM A
M ON D IA L E
Gli Italiani hanno i loro dolci famosi come il Bacio Perugina, o il Gianduiotto del Piemonte, la Ferrero e addirittura la
Nutella, ma in Belgio hanno cambiato i dolci di cioccolato in opere d’arte. Quando siete in Belgio è quasi obbligatorio
acquistare una quantità di praline e cioccolatini da offrire al ritorno agli amici, un regalo di alta qualità, o come ricordo, o per
una festa personale.
quello dei turisti?
Nel 2004, in seguito ad un visibile
deterioramento della struttura esterna,
è stato eseguito un progetto di
rinnovamento. Per due anni, l’Atomium
è rimasto chiuso per restauro, come
ad esempio la sostituzione dei fogli
d’alluminio delle sfere con fogli
d’acciaio inossidabile e adeguando
i supporti strutturali agli standard
contemporanei di sicurezza.
Anche l’illuminazione esterna delle
sfere è stata sostituita. Migliaia di lucine
led, lampeggiano e delineano le sfere,
offrendo la sera una vista magica.
Secondo i piani, l’Atonium sarebbe
stato smantellato sei mesi dopo la fine
dell’Esposizione Universale, un po’
come sarebbe dovuto accadere per la
Tour Eiffel dopo la fiera mondiale del
1889 a Parigi. Come la Tour Eiffel
anche l’Atomium è sopravvissuto ed
è rimasto in piedi ben oltre i tempi
definiti. Decenni più tardi, l’Atomium
rimane un’icona e uno dei simboli più
conosciuti d’Europa.
Gilbert Craen
Il primo artigiano del cioccolato belga
che ha sedotto i veri golosi era Neuhaus,
che è l’autore
del cioccolatino
ripieno di crema
liquida, a partire
dall’anno
1857.
Il sovrano Leopoldo II organizzò
la
colonizzazione
del
Congo
nell’Ottocento
e nel 1883, per
la prima volta,
fù prodotto il
cioccolato
della
Côte d’Or.
Il suo simbolo era ed è ancora l’elefante
che è stato usato per il trasporto dei
semi raccolti nelle foreste tropicali.
Poi sono seguite le marche Godiva,
Guylian e Leonidas,
l’ultima
fondata
da un immigrante
greco, che era
l’esempio per un
sacco di giovanni
dolciari. Una visita
a Bruxelles senza
entrare nel Museo
del Cioccolato alla Grand’ Place sarebbe
dunque un peccato mortale. Lì si può
scoprire la storia di questo alimento
dalle sue origini grazie ai Maya. Inoltre,
bisogna sapere che i Belgi riescono a
consumare fino a otto chili di cioccolato
all’anno,e tutti vedono questa attrazione
turistica come un vanto nazionale. Non
dimenticare, che la quantità di dieci
grammi di cioccolato fondente aiuta a
abbassare la pressione sanguigna!
Buon appetito e salute!!
Jos Blanckaert
8 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
LA MAGIA DELLA PRIMAVERA
NEL BOSCO BLU DI HALLERBOS
Quasi dappertutto nel mondo si conosce Bruxelles e il suo famoso cittadino “Manneken pis (il ragazzetto che fa la pipì), ma
nessuno sa che a 20 chilometri da questa piccola statua, nel paese di Halle, si trova un fenomeno naturale spettacolare mai
visto: una foresta completamente blu che sembra uscita da una favola.
Per alcune settimane in primavera
il suolo della foresta è ricoperto di
giacinti e questo luogo si trasforma in
un qualcosa di straordinario.
Per questo, dalla metà di aprile ai primi
di maggio si vede un pellegrinaggio di
molti amanti della natura a guardare
e fotografare questo spettacolo
impressionante.
Da dove vengono tutti questi fiori?
Una guida del bosco dà la spiegazione:
durante la Prima Guerra Mondiale
i Tedeschi avevano un bisogno
urgente di legno, quindi disboscarono
massicciamente la foresta e poi, dal
nulla, sono cresciuti i giacinti.
Ci
sono
numerosi
percorsi
escursionistici che attraversano l’intera
foresta. Si possono fare percorsi in
bicicletta, a cavallo e a piedi.
Peccato che l’autostrada BruxellesParigi abbia diviso la foresta in due
parti e che si sente sempre il rumore
delle macchine, così è meglio andarci
la domenica quando non c’è troppo
traffico.
E se hai sete o fame, non dimenticare
di fare una piccola sosta alla birreria
“’t Kriekske” che serve una cucina
tradizionale belga; qui si mangiano
le cozze migliori attorno a Bruxelles
e si beve la famosa birra Kriek alla
spina prodotta dal birrificio artigianale
“Boon”.
Ma vale la pena visitare questo bosco
non solo in primavera perché ospita
centocinque specie di uccelli e si può
vedere anche qualche sequoia gigante;
peccato che per vederle grandi come in
America, si debba aspettare ancora un
migliaio di anni.
Buona passeggiata e buon appetito!
Roger Van Geijstelen
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10 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
FL A ND E R S F I ELDS :
IL CE NTE NARI O
Ypres : La porta per la prima guerra mondiale nelleFiandre.
Il “lakenhalle” (mercato dei tessuti) di Ypres
Questo edificio civile in stile gotico,
uno dei più grandi in Europa, è stato
costruito fra 1200 e 1304.
Il “belfort” (Beffroi) con un’ altezza
di 70 m, fu costruito come simbolo
del potere della borghesia . L’edificio
completamente distrutto durante la
guerra, è stato rinnovato .
Il restauro dell’atrio, dove si vendevano
nel medioevo le stoffe, è stato terminato
nel 1967. All’interno c’è “Flanders
Fields”, un museo multimediale,
riaperto nel 2012, che ci racconta la
storia della ‘Grande Guerra’ nelle
Fiandre Occidentali.
La porta di Menen
Ogni sera alle ore 20 precise dal 1928 si
suona il “Last Post” alla porta d’entrata di
Menen. Su quel monumento, in forma
di arco di trionfo romano, sono stati
incisi i nomi di 54.896 soldati dispersi
dell’ Impero Britannico dall’inizio della
guerra fino al 15 agosto 1917. I nomi di
34.957 soldati, caduti dopo il 15 agosto
1917, sono stati indicati sui panelli del cimitero britannico a Passendale. La porta di Menen fu costruita al posto di una vecchia
porta medievale. Sotto quella porta sono passate le truppe britanniche durante la Prima Guerra Mondiale verso la prima linea
per difendere l’”Ypres Salient”, un terreno avanzato a forma di arco nelle linee tedesche.
Il corridoio della morte a Diksmuide
Il corridoio della morte è il posto migliore dove si può intuire la Prima Guerra
Mondiale. Per quattro anni è stato l’avamposto delle trincee della difesa belga all’
Yser. Il corridoio della morte si trova accanto a un’ansa dell’Yser; migliaia di soldati
sono morti qui.
Il complesso di chiuse “de Ganzepoot” a Nieuwpoort
Difesa speciale contro il nemico: l’ uso
dell’acqua.
Nell’ ottobre 1914 la situazione
diventa così critica che il Re Alberto,
comandante supremo dell’esercito
belga, decide di mettere sotto acqua
i polder fra l’Yser e la ferrovia
Nieuwpoort - Diksmuide.
I cimiteri
I cimiteri britannici variarono in
grandezza e sono sparsi sul terreno . La
commisione “War Graves Commission,”
un’
organizzazione
britannica
responsabile di tutti quei cimiteri, ne
ha rivalutato il mantenimento. Poco
La torre dell’ Yser
Nel 1930 fu costruita una torre
sulla riva dell’Yser a Diksmuide per
ricordare tutti i morti fiamminghi della
guerra. Sulla torre hanno scritto in
quattro lingue “Mai più guerra”. Quel
monumento è anche diventato simbolo
per la consapevolezza delle Fiandre.
Nel 1946 un’esplosione ha distrutto la
torre. Per 13 anni hanno costruito una
tempo dopo la guerra la Gran Bretagna
ha preso la decisione di non rimpatriare
tutti i morti ma di seppellirli vicino
nel posto dove erano morti. Con i
paesi coinvolti viene concordato che i
terreni dei cimiteri sarebbero diventati
torre nuova ancora più alta nello stesso
terreno. Lì dentro hanno sistemato il
museo della guerra e della pace, adesso
tutto rinnovato. Con le rovine della
torre originale hanno costruito la porta
della pace. Nella cripta della vecchia
torre hanno riseppellito alcuni soldati
fiamminghi conosciuti.
Eric De Donder e Julien Stuer
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in eterno terreno britannico e che la
manutenzione sarebbe stata per sempre
per conto dei Britannici. A Passendale,
si trova il “Tyne Cot Cemetery” il più
grande dei cimiteri britannici.
12 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
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IL CASTELLO DI GAASBEEK
I CAVOL IN I D I B RUSSELLE
Appena fuori Bruxelles, ma in mezzo alle colline del Payottenland si trova il castello di Gaasbeek. Il castello medievale ha
vissuto una storia turbolenta. Il conte di Egmont era uno dei più famosi proprietari.
La storia
Un primo castello fortificato fu
eretto nella metà del XIII secolo
per proteggere il Brabante contro le
incursioni delle Fiandre e dall’Hainaut.
Questo blocco fu distrutto nel 1388. La
ricostruzione durò due secoli. Durante
la parte del XVII secolo, Renaat van
Renesse ordinò la costruzione di un
giardino alla francese, un padiglione
barocco e una cappella. Nel 1695 un’ala
del castello fu distrutta dalle forze di
Luigi XIV.
Nel 1796 il castello di Gaasbeek cadde
nelle mani del marchese Paolo Arconati
Visconti, figlio di un ciambellano
dell’imperatrice austriaca Maria Teresa.
Gli Arconati Visconti furono italiani
che possedevano vaste proprietà in Italia e nei Paesi Bassi del sud.
Giammartino Arconati Visconti (1839-1875) si interessava di archeologia e aveva idee liberali di sinistra. Si stabilì a Parigi, dove
si occupò di repubblicani socialmente impegnati. Questi includono Marie e suo padre, l’ex giornalista e politico Alphonse
Peyrat (1812-1890).
Vorrei presentarvi una verdura tipicamente belga: i cavolini (o cavoletti) di Bruxelles. Questi cavoletti sono in realtà i germogli
ascellari di una varietà di Brassica oleracea della famiglia dei cavoli. Di forma globulare, crescono alla base delle foglie
principali e sono costituiti di foglioline embricate: una foglia che copre una o due sottostanti (come i carciofi).
Marchesa Marie Arconati Visconti –
Marie fu non solo di sinistra e
repubblicana, non nobile, fu anche
povera e una fervente atea. Si sposarono
nel 1872.
Marie a quel tempo aveva soltanto un
vestito e un paio di scarpe. Ma la fortuna
Peyrat (1840-1923)
del suo sposo fu stimata a 17 milioni di
franchi oro. Abitavano a Parigi. La loro
vita indaffarata lì veniva interrotta da
lunghe vacanze al castello di Gaasbeek.
Giammartino morì nel 1875.
Dal 1887 al 1898 Marie restaurò il
castello e lo rifondò come un museo
per la sua enorme collezione d’arte.
Nel 1921 la marchesa Arconati Visconti,
donò il parco con il castello al Regno
del Belgio.
Il castello è aperto dal 20 aprile al 9
novembre 2014, tutti i giorni tranne il
lunedì, dalle 10 alle 18 (ultima visita alle
17). Aperto nei giorni festivi.
Jeannine Weyers
Questa pianta ricorda il cavolo nero
toscano e la coltura è molto simile.
Per crescere ci vuole un clima freddo,
tipico del nord. L’odore che rimane
nella casa, dopo aver cotto (troppo) i
cavoletti, chiamato “aria di cavolini”
contiene H2S (zolfo) e non è tanto
apprezzato. In senso figurativo ”l’aria
di cavolini” si riferisce a una mentalità
gretta, piccolo borghese. Nonostante
queste caratteristiche, i cavolini sono
molto salubri, contengono minerali e
vitamine, soprattutto la vitamina C. I
cavoletti sono ottimi quando ha gelato.
Ora vi spiegherò una buona ricetta per
preparare questa verdura.
Insalata di cavolini come a Liegi:
Ingredienti:
500 gr di cavolini
700 gr di patatine novelle precotte
2 mele
100 gr di strisce di pancetta affumicata
1 limone
1 cipolla
1 cucchiaio di burro
1/3 di cucchiaino di cumino
Preparazione :
• Levare le foglioline esterne dei cavolini, tagliare una parte del piede e farci una
croce.
• Spremere il limone
• Tagliare le mele sbucciate in parti e ricoprirle con la spremuta di limone.
• Sminuzzare la cipolla.
• Bollire i cavolini dieci minuti nell’acqua salata. Scolarli e toglierli dalla pentola.
• Sciogliere il burro nella stessa pentola e cuocerci la pancetta, la cipolla tagliata
e le patate per cinque minuti.
• Aggiungerci i cavolini e le mele in parti.
Questa insalata si serve calda con selvaggina, salsiccia o filetto di maiale.
Buon appetito.
Marlene Wouters
14 | Giornalino
Edizione : maggio 2014
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LE BIRR E B ELG H E
Le birre belghe sono fra le più varie e numerose del mondo e di ottima qualità. Già nel XIV secolo vengono fondate diverse
gilde di fabbricanti di birra. Anche se oggi la produzione e la vendita sono predominate dai gruppi Interbrew ed Alken-Maes,
il Belgio conta tuttavia 130 industrie di birra. Il numero di varietà di birre supera le 1.000 !
Le birre sono vendute in bottiglie di
vetro di colore marrone o verde. Così si
possono evitare gli effetti negativi della
luce sulla bevanda. Le bottiglie vengono
chiuse con un tappo o una capsula. Certe
birre sono anche disponibili in fusti di
20 o 30 litri. Altre birre richiedono
una seconda fermentazione in bottiglia.
L’invecchiamento in bottiglia spesso
garantisce un’evoluzione gustativa
molto positiva.
Le birre principali di origine belga sono:
Le birre bianche “witbier” a base
di frumento, contengono poco alcol e
sono piuttosto rinfrescanti (Hoegaarden,
Blanche de Namur, Wittekerke,…).
Vengono usate molte spezie tra cui la
coriandolo, la buccia d’arancia e anche
del cumino.
“La pils” rappresenta il 75% della
produzione delle birre belghe. Si
riconosce facilmente dal loro colore
chiaro e dal suo gusto morbido (Stella
Artois,
Jupiler,
Maes).
Le birre lambic hanno un gusto
specifico molto acido. Sono prodotte
a fermentazione spontanea con lieviti
selvaggi che sono presenti nell’aria nei
dintorni di Bruxelles. Ci sono quattro
categorie di birre derivate dalle lambic:
la geuze, la kriek, la framboise e la faro.
Per stimolare il fattore rinfrescante
della geuze viene fatto un assemblaggio
di lambic giovane e lambic matura.
Alcune marche più popolari come
“Mort Subite” e “Saint-Louis” deviano
dalle regole ortodosse di mescolanza
del lambic, aggiungendo anche degli
zuccheri per ammorbidire il gusto. La
qualità migliore è raggiunta nei prodotti
di “Boon”, “Oud Beersel”, “Girardin”,
“3 Fonteinen” e “Cantillon”. La kriek e
la framboise sono trattate aggiungendo
al lambic frutti o succhi di frutta. La
kriek è fatta con ciliege, la framboise
con lamponi. Nella produzione della
faro si aggiunge zucchero o caramello
per favorire una seconda fermentazione.
Nonostante le birre ambrate siano
diventate meno popolari, vale la pena
menzionarne alcune che sono sempre
fabbricate nel rispetto della tradizione.
La “Palm” è una birra dal gusto molto
pieno, quasi appiccicoso. La “De
Koninck”, chiamata “bolleke” (boccia)
per via del suo bicchiere sferico, è molto
popolare tra gli abitanti di Anversa, città
dove viene fatta.
In tutto il mondo solo dieci abbazie
corrispondono a questi criteri; sei sono
in Belgio (Westvleteren, Westmalle,
Achel, Rochefort, Orval e Chimay).
Ogni birra trappista copre vari stili,
dalla versione bionda e piuttosto forte
(tripla) alla scura (doppia), a partire da
una gradazione alcolica di 6,5% a salire.
Anche le birre trappiste sono molto
pregiate. La fabbricazione avviene
all’interno di un’abbazia trappista, e
viene rigorosamente sorvegliata dai
monaci. Lo scopo economico della
produzione di birra deve essere diretto
al sostentamento dei monaci e alla
beneficenza, e non a scopo di lucro.
Ci sono altre birre che portano il nome
di un’abbazia ma contrariamente
alle birre trappiste, vengono prodotte
da fabbricanti commerciali (Leffe,
Grimbergen,
Tripel
Karmeliet,
eccetera). Utilizzano il nome e la
ricetta di un’abbazia che ha cessato di
produrre. Una denominazione copre
vari stili di birra.
Il Belgio conta migliaia di caffè tipici che
offrono una vasta scelta di birra alla loro
clientela. Per approfittare interamente
della varietà dei gusti, ogni birra viene
servita nel suo bicchiere specifico e alla
temperature ideale. Benvenuti e salute !
Mick Janssens
16 | Giornalino
Dopo la lettura del giornalino vi inviterei ad esaminare il carattere tipografico usato che viene chiamato il Bembo e
ha origini italiane.
È un carattere tipografico creato da Francesco Griffo da Bologna per l’edizione De Aetna (un opuscolo scritto al
ritorno dal suo soggiorno a Messina) di Pietro Bembo. L’opera fu stampata per i tipi di Aldo Manuzio nel febbraio
1496. Il carattere Bembo fin dal suo apparire è diventato il modello per molti altri alfabeti; e lo stesso Manuzio lo
utilizzerà, nel 1499, per l’edizione della Hypnerotomachia Poliphili (De strijd van Poliphilo om liefde, in een droom),
attribuita a F. Colonna.
Il Griffo si basò sulla grafia manoscritta dello stesso Pietro Bembo per creare un carattere che donava alle pagine
una nuova armonia, meno compatta e più ariosa rispetto ai modelli precedenti. Il risultato fu una grande leggibilità
che contribuì alla popolarità del nuovo carattere ed alla sua larga diffusione. L’eleganza e la bellezza del Bembo
influenzeranno generazioni di stampatori, tra cui Claude Garamond, e molti altri sia prima che dopo.
Il nuovo carattere assunse anche un valore simbolico, rappresentando l’amore e la devozione degli umanisti rinascimentali
per la cultura classica, in contrapposizione ai caratteri gotici, identificati con il mondo barbarico che aveva contribuito
al tramonto della civiltà romana.
Gh. Libre e Wikepedia