EVENTO ORGANIZZATORI LUOGO DATA E ORA RELATORI La bioenergia nelle aree rurali ERIAFF, ERRIN, Regione Puglia Ufficio della Regione Puglia a Bruxelles 25 giugno, ore 9.30-17.00 Raffaele Trapasso, OCSE Andreas Gumbert, Commissione europea, DG agricoltura e sviluppo rurale Luigi Trotta, dipartimento agricoltura, Regione Puglia Niels Hedegaard Jørgensen, development manager, Regione Zealand (Danimarca) Gabriele Boccasile, dipartimento agricoltura, Regione Lombardia Erich Naegele, Commissione europea, DG per la ricerca Anne Pesola, development manager e coordinatrice dell’iniziativa Biovalley, Ostrobothnia centrale (Finlandia) Anna Säfvestad Albinsson, manager del progetto BioFuel Region, Svezia settentrionale Federico Correale, Vento Agricoltura Jose Pablo Delgado, progetto PROFORBIOMED, agenzia dello sviluppo della Regione della Murcia Virginie Rimbert, Commissione europea, DG agricoltura e sviluppo rurale Claudio Fagarazzi, ricercatore all’Università di Firenze Manuel Irun Molina, Climate KIC (TBC) Martina Bacova, INTERREG IV C secretariat In data 25 giugno 2014, la Regione Puglia e i network ERIAFF (European Regions for Innovation in Agriculture, Food and Forestry - regioni europee per l’innovazione in agricoltura, alimentazione e foreste) e ERRIN (European Regions Research and Innovation network - Rete delle Regioni per la Ricerca e l’Innovazione) hanno organizzato un convegno focalizzato sulle policy di sviluppo della bioenergia nelle aree rurali, nella prospettiva della redazione dei programmi 2014-2020. Il convegno è stato diviso in tre parti e ha lasciato spazio sia all’introduzione di progetti della Commissione europea che, soprattutto, alla presentazione di casi concreti e best practice provenienti da varie regioni europee. La conferenza è iniziata con la presentazione dei risultati dello studio recentemente pubblicato dal gruppo OCSE sulle energie rinnovabili, che sono riassumibili nei seguenti punti salienti: - innanzitutto, le policy per le rinnovabili devono essere condotte ed integrate all’interno di quelle per l’energia normale; - sono “place sensitive”, ossia strettamente connesse al territorio dove devono essere sviluppate; - richiedono quindi una governance su più livelli: lo Stato non può averne il controllo assoluto; - le rinnovabili devono ridurre i costi per l’energia, in quanto la popolazione, poco propensa a recepire le problematiche dei cambiamenti climatici, sarà incentivata ad accoglierle solo se consentiranno un effettivo risparmio in termini di denaro. Gli interventi dei membri della Commissione vertevano sulle policy messe in atto al fine di sostenere le energie alternative. Inizialmente sono state richiamate le due colonne portanti della politica agricola comune: la prima, il supporto diretto, è importante per mantenere vitale l’agricoltura ma ha un impatto limitato sulla produzione di bio-energia; la seconda, lo sviluppo rurale, rimane invece la policy chiave per lo sviluppo delle rinnovabili. E’ stato poi presentato il progetto per una partnership europea di innovazione (EIP), all’interno della strategia Europa 2020. L’EIP si baserà su di un modello interattivo, i cui attori chiave saranno i gruppi operazionali, composti da ONG, agricoltori, ricercatori, aziende agrarie: la collaborazione tra tutti questi soggetti stimolerà l’innovazione e collezionerà gli spunti provenienti da più parti, oltre a velocizzare la messa in pratica delle idee. L’EIP avrà inoltre funzione di network, renderà possibile lo scambio di conoscenze (tramite siti web, database e pubblicazioni), proporrà informazioni sulle opportunità future ma anche sui progetti concreti e sugli attori che ne fanno parte, oltre a fornire un feedback alla comunità scientifica. Tra gli esempi di best practice a livello regionale, molto articolato è stato l’intervento di Trotta che ha spiegato come la Puglia si sia impegnata a fondo per lo sviluppo delle rinnovabili, partendo fin da subito con la costruzione di impianti industriali di grandi dimensioni per la produzione di biomassa. Il problema che si è posto è stato quello di sovraccaricare troppo le infrastrutture: occorre quindi concentrarsi su produzioni di più piccola scala, tali da non caricare troppo la rete elettrica. Per fare ciò, è essenziale conoscere l’entità e la distribuzione sul territorio della biomassa disponibile. Correale, per Veneto agricoltura, ha parlato del progetto GR3 (“grass to green gas”), che vede coinvolti sia paesi del nordeuropea che paesi mediterranei. L’obiettivo è l’utilizzo di un residuo quale l’erba derivante dallo stralcio di aree agricole al fine della produzione energetica. Il progetto è giunto alla conclusione del suo primo anno e saranno presto messi a disposizione dei webtool finalizzati alla valutazione della quantità della biomassa ed al calcolo della sua redditività. Altro esempio da segnalare è stato quello portato da Fagarazzi a proposito dell’osservatorio sulle biomasse: scopo di questo è provvedere ad un’analisi regolare ed alla raccolta di dati che possano aiutare sia i policy maker che gli stakeholder a monitorare lo sviluppo della bioeconomia, oltre che a fungere da supporto e guida per l’implementazione delle strategie europee. Il progetto fornisce anche uno strumento online per la pianificazione territoriale e la predisposizione ed il dimensionamento degli impianti; lo strumento è reperibile all’indirizzo: http://www.ibionet.eu/. In conclusione, Martina Bacova ha fornito un’overview del programma INTERREG Europe, sulla cooperazione interregionale. Questo si fonda sul “learning by sharing”, ossia sul rendere possibile l’accesso, per le autorità locali e regionali, all’esperienze di altre realtà europee alle prese con le stesse problematiche, al fine di migliorare il proprio approccio. Gli obbiettivi da raggiungere sono essenzialmente due: investire nella crescita e nell’occupazione e migliorare la cooperazione territoriale europea. Giulia ANCONA Rappresentanza della Regione europea Tirolo - Alto Adige - Trentino 45-47, rue de Pascale, B - 1040 Bruxelles [email protected] Tel.: +32 (0)2 743 27 00 – 01 Fax: +32 (0)2 742 09 80
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