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AA. VV.
R.I.P.
Read In Peace
«Comete»
collana di poesia
R.I.P. Read In Peace
© 2014 Matisklo Edizioni
In copertina: Tomba di Emelyn Story, scolpita dal
marito William Wetmore Story nel 1894 e in cui è
sepolto anche lui, Cimitero acattolico di Roma.
ISBN: 978-88-98572-14-4
Matisklo Edizioni S.N.C. di Oddera Cesare & Vico
Francesco
Via Eremita 14
17045 Mallare (SV)
[email protected]
www.matiskloedizioni.com
Indice
Introduzione – di Redent Enzo Lomanno
Alessandra Piccoli
Alessio Farroni
Alexa Nicastro
Alfredo Bruni
Amara
Andrea Doro
Anna Maria Dall'Olio
Antonella Vannucchi
Antonio Ciavolino
Carlo Molinaro
Davide Cortese
Deborah Žerovnik
Donatella D'Angelo
Donatella Maino
Donatella Pezzino
Elisabetta Portaluppi
Federica Volpe
Fiammetta Campione
Francesca Ferrari
Francesco Rossi
Francesco Vico
Gioia Lomasti
Giovanni Perri
Giulio Vellar
Il Cala
Ivano Ferrari
Ksenja Laginja
Libeth Libet
Lorenzo Poggi
Luca Maio
Luciana Luzi
Luigi Finucci
Luisa La Terra
Mirko Servetti
Nadezhda Speranza Slavova
Oriella Del Col
Paolo Aldrovandi
Patrizia Ensoli
Redent Enzo Lomanno
Regina Re
Rita Stanzione
Roberto Marzano
Romeo Raja
Rubens Lanzillotti
Salvatore Sblando
Sebastiano A. Patanè-Ferro
Selene Borghi
Valeria Raimondi
Vera Libertà
Introduzione
di Redent Enzo Lomanno
Sin da bambino sono sempre stato attirato dalla
morte.
Affascinato e terrorizzato in realtà, poiché
infine cos’è la morte, se non un salto a cui non vi è
risposta né caduta? Con il passare del tempo tutti, in
un modo o nell’altro, cerchiamo di darci diverse
risposte. Chi si appoggia alla religione, chi alla
filosofia, chi non crede in nulla e se ne fotte.
Nell’arco dei miei 37 anni ho vagliato diverse
opzioni. Sono passato dall’ateismo più materiale a
concetti filo orientali, e oggi mi ritrovo come allora:
“sguardo vacuo da fanciullo e mani completamente
vuote”.
Spesso questa paura si manifesta camminando per la
strada. Nei paesi, nelle città, attraverso i necrologi di
persone che sono decedute, e sono certo che molti di
Voi, gentili lettori, avranno accusato quella sorta di
morbosa curiosità che vi ha spinto alla lettura degli
stessi.
“I tuoi cari ti ricorderanno con infinito amore”, “La
moglie ringrazia la famiglia”: sono queste frasi,
abbarbicate sopra i muri, che danno il senso di
mortalità lungo le vie.
Addii nati per restare inerti, per non assolvere,
in realtà, il compito stesso per cui sono nati.
Read in Peace, nato da un’idea di Bibbia d’Asfalto
e Matisklo Edizioni, vuole in qualche modo,
attraverso la forza della poetica, infrangere la
barriera del silenzio che incombe tra pianeta Terra e
pianeta Fine.
Dare voce in tempo, a ciò che vorremmo in
qualche modo raccontare di noi, ancor prima che sia
utile.
Vi troverete ansie, ironia, vita, morte e perfino
insulti.
Ché non si debba dire mai,
mai,
di Poeti
rimasti
senza parole
AA. VV.
R.I.P.
Read In Peace
Antologia delle poesie vincitrici del contest
omonimo, organizzato da Bibbia d'Asfalto e
Matisklo Edizioni
Alessandra Piccoli
È stato un incidente
un fracassarsi un esplodere d'organi
mi spiace ci ho provato
a mantenermi in corsia
ma la distrazione fumo negli occhi
e poi non mi ero accorta
-scusache fossi tu.
Alessio Farroni
Ci resta la sete
Si spense come follia alla ragione
come l’odio filiale al compromesso del marmo,
eterno dicevo, eterno diceva
paragonandoci al cielo immutevole dei viaggi in treno
sempre pronti a mischiare l’amore con questi paesaggi che
vanno;
e poi chissà dove vanno questi treni
semmai sono spenti realmente
se i binari sono ancora follia
e la ragione poi sarà una stazione
una piccola sosta, chi eri, chi sei?
Poco importa direi, un istante,
un brivido a mordere dentro
- e poi di tanto ci resta la sete,
ci resterà quella perché non siamo felici mai -
Alexa Nicastro
Scusate la polvere
Oggi è morta Alexa Nicastro, nata il 15-11-1990.
Vorrei ricordare le opere caritatevoli, i viaggi,
vorrei scrivere a nome di tutte le persone che le hanno voluto
bene,
commemorare la sua tragica scomparsa.
In realtà, non so quanto si dedicasse a far del bene,
pare fosse una specie di hipster
impegnata a smascherare una società malata e
lobotomizzante,
spesso avevo la vaga impressione
che avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni
seduta al tavolo di una taverna a bere vino,
parlando con chiunque di qualsiasi cosa.
(Diceva che stare dietro una scrivania, tra quattro mura otto
ore al giorno non era l'aspirazione di tutti per fortuna)
A volte standole accanto si respirava una solitudine mesta
un senso di tragedia.
Non so nient'altro, oltre al fatto che abbia odiato e amato
questa vita più di chiunque altro.
Alfredo Bruni
È morto stamattina
ancora buio
Alfredo Bruni
poeta per svago e per tristezza.
Lascia un figlio e cento fogli
che ha dimenticato di firmare.
Le nuvole cortesi
hanno pianto inchiostro
mentre gli uomini ridevano
felici di essere ancora vivi.
Una farfalla bianca
ha accompagnato la sua bara
e il poeta entrando in Paradiso
ha detto
forse ho sbagliato destinazione.
Sibari 20 gennaio 2014
Amara
- Un po’ come ho potuto
un po’ come ho voluto
nel minimo dovuto -
∞
Il fui, fu [punto] E ora
nel loro trucco nero amo
le orbite vuote come vive
dove il pensiero si riscopre puro
e nell’assoluto che esplode ogni piacere
palpita ancora un’eco di carne, mentre
si scivola leggeri di qua e di là nei mondi
confondendone l’afrore
- ma se così non è
se sono nulla e vuoto
nessuno
tra me e voi lo può sapere -
Andrea Doro
Hai mai visto un codardo germogliare emozioni
e poi piantarsi una fucilata nel cuore?
Ti fermeresti ad innaffiare la rosa
di sangue alle sue spalle, con una
goccia di vuoto?
Lasceresti veramente una parola
in eredità, al vento di novembre?
Io aspetterò che sorga una altra ipotesi,
prima di mettere a fare il caffè.
E quando tornerò, dal punto di partenza.
E anche quando emigrerò, dal tuo punto di vista.
Tu, non ricordarmi.
Tu, non ricordarmi, mai.
Anna Maria Dall'Olio
Nekrologio
Anna Maria si distese sull'erba
(stop freccia indietro - tunnel - frecciavanti)
& via con la storia
(addio artelettrica, verso duro)
spolpata da 3 minuti di guerra.
Antonella Vannucchi
Pensatemi così
un nodo d'anima
intriso di salmastro
navigante nel verde
mescolato alla terra,
granello di polvere
fluttuante nell'aria
deposto a dispetto
sulla vostra pelle.
Antonio Ciavolino
Morve, il poeta, morve (ovvero sia, scomparve).
Durò quasi cent'anni e sparve in un istante.
L'annuncio della dipartita, rintocca tra le rime
del delicato omaggio che qui gli tesseremo:
assunto sarà eroe, nei cieli del parnaso
e se tracce lasciò, ritornerà a cassarle.
Quest'elogio raffinato, non di macabra atmosfera,
esalta il trapassato e non si versi pianto,
presto la sua memoria diventerà sorriso;
si versi vino invece, brillante nella coppa,
vivo e di più, maturo per l'altra vita nuova,
intenso di fragranze, lieve sentor di viola.
Morve, il poeta, morve (ovvero sia, scomparve).
Il tempo breve di codeste righe, glielo dedichiamo.
Carlo Molinaro
QUI RIPOSA SPERABILMENTE NON IN PACE
MA IN PERENNE MOVIMENTO
COME A LUI IN VITA PIACQUE
CARLO MOLINARO
USÒ SPESSO LA METRICA CHIUSA E L’AMORE LIBERO
BENCHÉ TUTTI GLI SUGGERISSERO
DI FARE IL CONTRARIO
SCRISSE VERSI BELLI E BRUTTI
E MORENDO IL SUO PRINCIPALE DOLORE FU
NON POTER PIÙ SCOPRIRE
NON POTER PIÙ GODERE
NON POTER PIÙ OSSERVARE
NON POTER PIÙ BACCAGLIARE
E SOPRATTUTTO
NON POTER PIÙ ROMPERE I COGLIONI
Davide Cortese
Sarò io stesso a scriverli
i versi di stupore da scolpire
sulla pietra tombale di questo giorno.
Senza avvedermene, lo farò.
Oscuro è il sapere del Poeta.
In segreto ogni mio respiro
scolpirà sulla stele del tempo
una lettera arcana
di un’iscrizione sepolcrale.
A ogni istante io dico addio.
A ogni istante, senza saperlo mai.
Intingo la penna nel mio buio
per scrivere un ultimo verso di luce.
Il tramonto di oggi
avrà il mio necrologio.
Deborah Žerovnik
Da tempo si attendeva, e ora vi diamo notizia dell’evento
“io muoro” disse in ultimo e poi il triste accaduto.
Non date cordoglio alla famiglia, per loro è momento di festa
La terra le sarà leggera; per volontà della salma verrà
cremata
Il marito in crisi ritiene, per il riposo il posto migliore è se in
discarica verrà gettata.
Niente fiori, corone o allori, devolvete tutto alla prole
Di fame hanno sofferto i meschini per la sua ambizione
Puliva qualche cesso, ma ciò poco conta
L’idiota illusa si credeva poeta, piena di convinzioni
in giro professava di esser meglio di Manzoni
Donatella D'Angelo
In morte, gli occhi
Nell’egoismo di un giorno di festa
ho sbadigliato in faccia alla morte
che mi ha preso per mano dicendo
in terra restano solo gli stolti che
non hanno creduto di essere eterni.
Poi con l’unghia ho tracciato la frase
sul petto nudo di ognuno di loro:
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
Donatella Maino
Oggi, addì, 15 dicembre
si è spento il fluire di parole,
venivano lanciate come sassi a lapidare
d'odio e d'amore le genti, nelle valli del web.
Anonima nell'anonimato era conosciuta
o riconosciuta dal lancio del dardo.
non lascia di sé un ottimo ricordo,
tutti o quasi sono felici si sia tolta dai coglioni,
dall'alto dell'età pretesto stillava sentenze
del cazzo, in poche parole era i genitali
che nessuno uomo-donna vorrebbe avere.
Riposi, ma non troppo in pace,
s'ha d'aprire il loculo delle rimembranze
ogni volta ritorna primavera.
Donatella Pezzino
Io
chimerico oltraggio all’onnipotenza del pulviscolo
reduce dalle penose metastasi del vivere
come giacevo in vita
qui giaccio
sarà che la transumanza del lombrico mi trascende
e tracima dagli opercoli della mia caducità
ma resto tumulo in punta d’ala
esalandomi
in quel corto respiro apocrifo
inumano, eppure mio
fino all’ultimo
idolatrato
e meritato contrappasso
per aver scommesso con Dio
Elisabetta Portaluppi
“Breve sarà il commiato
e di pochi versi
a colei che dalla neve fu battezzata,
poiché molte parole non occorron
per pronunciare il vero:
dalla neve il benvenuto
e dalla neve l'estremo saluto!
In un giorno incolore d'inverno
dalla terra è sorta e nella terra tramontata,
perfetta matematica dell'eterno ritorno,
perfetta geometria della neve”.
Federica Volpe
Sonetto in mia stessa morte
Amava perché vero il cielo grigio
ma bramava in segreto il nuovo sole;
il suo cuore era sempre al sogno ligio
come anche e soprattutto alle parole.
Trovava tre o quattro volte in un anno
il suicidio nel taglio dei capelli
e, non bella, definiva gran danno
per l’animo il difetto d’esser belli.
Era Volpe, ma simile ad un gatto
mostrava al mondo i topi che la lisa
mente carpiva in modo soddisfatto.
Voleva che la morte tra le risa
incontrasse o non incontrarla affatto,
poiché già in vita più volte fu uccisa.
Fiammetta Campione
DOvrei forse rammaricarmi... ma voi
REgalatemi un sorriso e una lacrima
MIcidiale consacrazione d’amore-odio
FAtene scempio con eleganza
SOLo così sentirò l’armonia
LAvare via ogni oscura ambiguità.
SIgnori, cercate voi la soluzione al mistero che da sempre
c’insegue:
cos’è poi la morte
un inizio
o una fine?
Ai posteri...
Francesca Ferrari
"Scusi, per favore
mi posi un fiore fresco sulla fronte
mi renda bella
mentre i vermi fra le ciglia
si contendono la pelle delle palpebre.
La ruttano nell'aria... vede il cielo?
È la mia musica".
Francesco Rossi
Senza età si è spenta l’irredenta
Anima Persa
Di “Francesco Rossi”
Che visse d’amore
E, morì d’astinenza.
In forma civile
Il feretro sarà accompagnato
Sotto il cielo stellato
E nell’immenso mare, tumulato.
Col sorriso impresso sul viso
Emblema di gioia e spensieratezza
Donatemi questa vostra ultima carezza.
Francesco Vico
che poi alla fine è anche meglio
buona parte incompiuto
ed il resto soltanto abbozzato, tre segni
su un foglio, un mezzo saluto.
Se non fosse che tutto finisce, se fosse infinito
non sarebbe mai valsa la pena neanche del poco
non sarebbe una scusa credibile il "lo faccio dopo".
Pure le poesie, prima o poi, le scriverei tutte
anche quelle brutte
quindi davvero, è meglio così.
Statemi bene, e se avete bisogno
cercatemi pure, non sarò qui
Gioia Lomasti
PASSAGGIO
D'OLTRE SOLUTI INFRANTI
ALL'INNALZAR DELL'IO
VEGLIA DAL CIELO ESANGUE
SOLCO PROSTARNE ADDIO
Giovanni Perri
"si è spenta la cara esistenza
del poeta biblista asfaltista autostradista
Giovanni Perri pilota
instancabile di velivoli fermi"
era e resterà sempre
per tutti i
colleghi morenti
colui che:
- metteva le mosche nei bicchieri
coltivava
fiori
sanguinava alle feste popolari
che ogni tanto moriva
e quando
moriva
scriveva -
Giulio Vellar
Sento freddo.
Marmo bianco in granito e sento davvero freddo.
Sento freddo.
Una foto in bianco e nero e una vita passata in candeggina.
Annego e annego.
Strozzato e scolorito, mi sbraccio e non mi muovo.
Annego e annego.
Incorniciato e affetto d'un sorriso ebete, me ne sto fermo e in
posa.
Galleggio nel mio acido bagno d'arresto.
Io, eterno nel grigio, e
fino a prima invisibile.
Io, e Io, e Io, celebrità
nel mio sogno più grande,
eterno. Io
riposo.
Il Cala
Non si potrà di certo dire, che non fosse una buona forchetta
nessuno avrà l'ardire, di dir che amava la bicicletta
tutti lo ricordiamo polemico, rompicoglioni che non ce n'è
due
soprattutto se parlava di musica, odiava vasco jova e ligabue
per gli amici però disponibile, dava fiducia era un tipo
attendibile
come gusti di certo versatile e di stazza, ahimè, inamovibile
ma ricordiamolo per le sue magliette rock, ne andava matto e
ne aveva un bel po'
di gruppi famosi od ignoti ma belle, rigorosamente di taglia
xxl
perciò non piangetelo, orsù non siate tristi
non fiori ma offerte al Mulino degli Artisti
Ivano Ferrari
Qui si smaltisce il vuoto a perdere
di uno che non ha avuto nella propria morte
fede né se n’è mai curato
che ben altre morti gli hanno squietato il sonno:
della carne dell’amata e dei ricordi,
della corda dei giorni che ha trattenuto
fino a sentirsi sanguinare le dita
e quando la voce del dio ha gridato
molla la presa pazzo che ogni cosa è vana
ha risposto ancora un minuto rimanderò
queste morti che tu vuoi inevitabili
ancora un minuto e poi ancora finché ne avrò forza
e per il suo labirinto intricato di minuti strappati
alla morte è giunto fin qui, passante,
sotto le piante dei tuoi piedi viventi.
Ksenja Laginja
E rimase lì
dov'era sempre stata
a reclamarla
con ostinazione.
Chi?
La vita -
Libeth Libet
TABLETTEN
C’è stato il tempo in cui mi sono mossa sotto gli auspici
migliori,
dove le estati e gli inverni parevano anime fuori controllo.
Ho osato e immaginato
voltandomi ad assaporare gli innesti, le superfici.
Il battito estatico mi ha portato allo scacco
che finale mi restituisce all’unità uranica.
Ho sentito parlare di me
mentre mi svuotavo di pesi, fardelli, immobili tonalità
carnali.
Carnivora di eventi, di suoni.
Pastiglie dinanzi all’inizio di un millennio finito.
Lorenzo Poggi
Qui giacciono le spoglie mortali
di uno dei tanti
che provò a vivere
senza riuscirci.
Luca Maio
Dalla rupe etrusca d’Orvieto
in quel tempo di Giovanni Paolo Primo
nacque digià pelato un piccolo
bimbo che amava scrivere
la sua piccola ode per gli altri.
Racconti, Romanzi, Poemi,
Favole e Poesie aveva sempre
in tasca e nella mente.
Lasciò questo mondo
contorto in una battuta.
Continua a scrivere per voi
tra le nuvole.
Luciana Luzi
Non è oggi
la sua prima morte.
Venne a trovarla
da bambina
rubandole l'innocenza,
la sorprese da adulta,
strappandole la carne
dalla sua stessa carne.
Ma lei non si arrese,
continuò il suo viaggio,
dispensò sorrisi,
amò profondamente
fino all'ultimo istante
della sua terrena esistenza.
Luigi Finucci
Era un bravo ragazzo
apprezzava molto la vita
ma dentro era un pazzo
guardava il mondo attraverso le sue dita
Come poter biasimarlo
in quella notte così fatale
fu per quello che iniziarono ad amarlo
e volò in cielo il giorno di Natale
Ora un messaggio rimase ai posteri
"non perdete tempo ad odiare"
ma come tutti i desideri
bisogna chiudere gli occhi per farli avverare.
Luisa La Terra
Oggi muoio.
Oggi muoio e cambia tutto
è un giorno perfetto per morire
sia esso grigio come nubi che gravitano sulle vette del mondo
o splendente come altari d'oro nei templi
Oggi muoio e mi ricreo
parto dimentico di reciproci addii
fuggo lacrime
innalzandomi sopra singhiozzi trattenuti nel petto
bevete tutti alla mia memoria e asciugate gli occhi
che' io son lieta e curiosa
di prender per mano la morte
sia essa un viaggio d´avventura interstellare
o un sonno profondo senza sogni
dentro all'infinito silenzio primordiale.
Mirko Servetti
1929, Walt Disney Production
Nell'allegra danza degli scheletri
mi ritrovai, per necessità alimentari,
in qualità di figurante
sul lato più... sinistro.
Nulla mutò, del resto ed ora
ingoio universi per gola
e la fame se n'è andata (punto)
Per altri limbi.
Nadezhda Speranza Slavova
Al momento del trapasso
Mi trovai davanti a due ponti
In fondo ai quali due mani
Invitavano la mia anima a proseguire.
Fu la beffa vile e finale scoprire con orrore
Che la mia vita e la mia morte
Avevano il volto uguale!
Nel dubbio brindai alla salute
E ridendo vestita dalla pazzia
Caddi nel fiume sottostante
Passando a miglior vita.
Oriella Del Col
Nel conto alla rovescia
da quando ebbi i natali
sembrò che in ogni dove
toccasse schivar strali
Ma non s'è mai veloci
e mai ci si fa esperti
a soffocare l'urla
pei troppi colpi inferti
M'ora che il tempo è andato
sorrido e posso dire
che lascio tocchi ad altri
la strada del soffrire
Paolo Aldrovandi
Sapeva sulla birra e la poesia
quel che bastava per renderlo felice
amava le carezze del vento
e appoggiarsi sulle chiappe
per vivere l’amore
Patrizia Ensoli
Deceduto il verso maledetto
s'udì un boato dalla terra (scarafaggi e vermi s'allearono)
drenando cunicoli di zolfo
consenzienti ai tossici germogli
E, s'innalzò la nenia dei defunti
nei fogli scritti, come fazzoletti
nel prosciugare _ istruiti pianti _
la lapide fu passo di pro-forma
in decomposizione giunta da lontano
dove senza scritta aggiunta
morì
la mia penna nella mano.
Redent Enzo Lomanno
In un prolasso di tempo
di cui statico è solo Omega
una leggera allungatura
d’inconsistente meraviglia
rifrange
colonnati e marmo bianco
Vedo lì
la mia foglia adagiarsi
senza indugio,
lieve
Avvizzendo
non curante e consapevole
conclude
Regina Re
Pioggia Nera
Ti ho letto
in un altro tempo, in un altro luogo.
In un altro tempo, in un altro luogo
scriverai.
Sarà lacrime di pioggia
nel mio tempo e nel mio luogo
l’inchiostro vivo del tuo ricordo.
Rita Stanzione
Necrologio (contro il peso della terra)
Un chiodo
ha fissato a terra il mio peso
sonnambulo in altri mondi
La terra tesa sulle amnesie
come un lenzuolo a grumi
e quattro fiori deboli
eseguono lo stesso mio tormento
Poter Esalare Lontano Dalle Lacrime
Ghiacci si schiantano sull’ossatura delle cose:
l’ultima ambizione, ultima idea
dimenticata in un verso
stretta tra dita gelide
Il salto oltre l’ostacolo - sarei stata
Il vapore dei tetti, il modo più sottile
di non esserci
Roberto Marzano
BRICIOLE
Alla fine raccoglieranno tutte le briciole dal tavolo
per ricomporre il pane della mia vita
la mollica saranno i segreti dell’anima
la crosta ciò che hanno visto di me gli altri.
Fatte entrambe degli stessi ingredienti
l’una solo più cotta dal fuoco del mondo
l’altra più morbida ben difesa dalla prima
lasciata toccare a chi mi ha voluto bene
e ha saputo vedere aldilà della mia musica
o sotto la brace ardente dei miei versi
buoni come il pane...
Romeo Raja
Le vostre preghiere
Che facce avevate
è per questo che non mi sono aggrappato agli angoli delle
lenzuola
impaurito
come credevate di vedermi
tanto la vostra paura è finita appena fuori da qui
e la mia sarebbe proseguita da sola.
Continuate quindi, a credere in quello che avete visto
alle cose che ora dite
alle vostre facce che tradiscono sempre
i vostri pensieri.
Ho trattenuto un respiro, ci riesci solo se la rabbia è tanta
un attimo dopo che mi avete chiuso
mi sono girato.
Adesso sono nella posizione giusta
per le vostre preghiere.
Rubens Lanzillotti
Un altro giro
oltre la fredda pietra
che il fegato non basta
se lo spirito ci si attacca sopra
ed inizia a succhiare
slurp, slurp, a perder coscienza
per vomitare i valori,
quei vizi e terrori
del filtro sporco della verità
e vuol assorbire il mondo a strati,
col cinema nella testa,
l'onirico nelle mani
e la musica nella pancia
difende la purezza, in cima alla montagna
dei giusti.
Salvatore Sblando
Scrivo il mio necrologio adesso
ché lo posso fare anticipando chi mi vorrebbe
morto ed annuncia la dipartita
con un epitaffio della parola falsa
ai propri affiliati - alcuni di questi non allineati Scrivo il mio necrologio in stile minimal borghese
amici e compagni mi piangeranno
tra le colonne, dopo la cronaca de L’Unità
Scrivo il mio necrologio commemorativo
come mia espressa ed incedibile volontà
Mando il mio necrologio ad un concorso senza premi
- sopra un marmo senza fiori per contrapporre al nulla che fallisce
il silenzio del mio niente che giace qui
Sebastiano A. Patanè-Ferro
Lo cercava:
[il mio paradiso è un eterno aprile
una vacca che lecca il suo vitello
il pugno di margherite dopo l’attesa
si direbbe il primo dente e l’ultima risorsa
il tono della cornamusa nella testa
o l’immensa distesa di parole-comparsa
sul dorso di cani che mordono la strada
e piano, vanno via]
lo troverà?
Selene Borghi
Quando senza più un fiato mi accovacciai nell’ombra
Le gambe larghe al petto in una specie di evocazione fetale
Tutti i miei giorni migliori mi sembrarono infinitamente
tristi e scontati.
Nessun brivido nel rivedere quella torta di mele lasciata a
raffreddare sul davanzale in campagna
Né quelle cataste d’amore fatte per tutti i motivi più
plausibili e assurdi
Fin da subito, non mi mancò quasi niente dei respiri appena
persi
Persino il mio corpo che avevo amato allo stremo, fu subito
dimenticato.
Il senso della mia vita è stato rabbioso e semplice:
sopravvivere
Mangiare, dormire e scrivere (cose che non ho mai imparato
fino in fondo)
Ora che non ci sono più e già sto svanendo nella mente dei
miei cari
Sento che rimpiangerò unicamente mio figlio e la mia penna.
Valeria Raimondi
E poi fu morta
Ma come sempre non ne fece
una questione personale...
Vera Libertà
l'arrembaggio era andato bene
onde d'asfalto a ribollire intorno
incrociate le gambe su una cassa
di r[h]umoroso rhum a poco prezzo
un foglio ed una penna in mano
è stata vista scivolare sulla luna.
novanta giorni dopo
sulla spiaggia
una bottiglia
incinta di un messaggio:
il mare dice
solo quel che crede,
quando imparate
venitemi a cercare.
*gracchiare di gabbiani e sciabordio*