AA. VV. R.I.P. Read In Peace «Comete» collana di poesia R.I.P. Read In Peace © 2014 Matisklo Edizioni In copertina: Tomba di Emelyn Story, scolpita dal marito William Wetmore Story nel 1894 e in cui è sepolto anche lui, Cimitero acattolico di Roma. ISBN: 978-88-98572-14-4 Matisklo Edizioni S.N.C. di Oddera Cesare & Vico Francesco Via Eremita 14 17045 Mallare (SV) [email protected] www.matiskloedizioni.com Indice Introduzione – di Redent Enzo Lomanno Alessandra Piccoli Alessio Farroni Alexa Nicastro Alfredo Bruni Amara Andrea Doro Anna Maria Dall'Olio Antonella Vannucchi Antonio Ciavolino Carlo Molinaro Davide Cortese Deborah Žerovnik Donatella D'Angelo Donatella Maino Donatella Pezzino Elisabetta Portaluppi Federica Volpe Fiammetta Campione Francesca Ferrari Francesco Rossi Francesco Vico Gioia Lomasti Giovanni Perri Giulio Vellar Il Cala Ivano Ferrari Ksenja Laginja Libeth Libet Lorenzo Poggi Luca Maio Luciana Luzi Luigi Finucci Luisa La Terra Mirko Servetti Nadezhda Speranza Slavova Oriella Del Col Paolo Aldrovandi Patrizia Ensoli Redent Enzo Lomanno Regina Re Rita Stanzione Roberto Marzano Romeo Raja Rubens Lanzillotti Salvatore Sblando Sebastiano A. Patanè-Ferro Selene Borghi Valeria Raimondi Vera Libertà Introduzione di Redent Enzo Lomanno Sin da bambino sono sempre stato attirato dalla morte. Affascinato e terrorizzato in realtà, poiché infine cos’è la morte, se non un salto a cui non vi è risposta né caduta? Con il passare del tempo tutti, in un modo o nell’altro, cerchiamo di darci diverse risposte. Chi si appoggia alla religione, chi alla filosofia, chi non crede in nulla e se ne fotte. Nell’arco dei miei 37 anni ho vagliato diverse opzioni. Sono passato dall’ateismo più materiale a concetti filo orientali, e oggi mi ritrovo come allora: “sguardo vacuo da fanciullo e mani completamente vuote”. Spesso questa paura si manifesta camminando per la strada. Nei paesi, nelle città, attraverso i necrologi di persone che sono decedute, e sono certo che molti di Voi, gentili lettori, avranno accusato quella sorta di morbosa curiosità che vi ha spinto alla lettura degli stessi. “I tuoi cari ti ricorderanno con infinito amore”, “La moglie ringrazia la famiglia”: sono queste frasi, abbarbicate sopra i muri, che danno il senso di mortalità lungo le vie. Addii nati per restare inerti, per non assolvere, in realtà, il compito stesso per cui sono nati. Read in Peace, nato da un’idea di Bibbia d’Asfalto e Matisklo Edizioni, vuole in qualche modo, attraverso la forza della poetica, infrangere la barriera del silenzio che incombe tra pianeta Terra e pianeta Fine. Dare voce in tempo, a ciò che vorremmo in qualche modo raccontare di noi, ancor prima che sia utile. Vi troverete ansie, ironia, vita, morte e perfino insulti. Ché non si debba dire mai, mai, di Poeti rimasti senza parole AA. VV. R.I.P. Read In Peace Antologia delle poesie vincitrici del contest omonimo, organizzato da Bibbia d'Asfalto e Matisklo Edizioni Alessandra Piccoli È stato un incidente un fracassarsi un esplodere d'organi mi spiace ci ho provato a mantenermi in corsia ma la distrazione fumo negli occhi e poi non mi ero accorta -scusache fossi tu. Alessio Farroni Ci resta la sete Si spense come follia alla ragione come l’odio filiale al compromesso del marmo, eterno dicevo, eterno diceva paragonandoci al cielo immutevole dei viaggi in treno sempre pronti a mischiare l’amore con questi paesaggi che vanno; e poi chissà dove vanno questi treni semmai sono spenti realmente se i binari sono ancora follia e la ragione poi sarà una stazione una piccola sosta, chi eri, chi sei? Poco importa direi, un istante, un brivido a mordere dentro - e poi di tanto ci resta la sete, ci resterà quella perché non siamo felici mai - Alexa Nicastro Scusate la polvere Oggi è morta Alexa Nicastro, nata il 15-11-1990. Vorrei ricordare le opere caritatevoli, i viaggi, vorrei scrivere a nome di tutte le persone che le hanno voluto bene, commemorare la sua tragica scomparsa. In realtà, non so quanto si dedicasse a far del bene, pare fosse una specie di hipster impegnata a smascherare una società malata e lobotomizzante, spesso avevo la vaga impressione che avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni seduta al tavolo di una taverna a bere vino, parlando con chiunque di qualsiasi cosa. (Diceva che stare dietro una scrivania, tra quattro mura otto ore al giorno non era l'aspirazione di tutti per fortuna) A volte standole accanto si respirava una solitudine mesta un senso di tragedia. Non so nient'altro, oltre al fatto che abbia odiato e amato questa vita più di chiunque altro. Alfredo Bruni È morto stamattina ancora buio Alfredo Bruni poeta per svago e per tristezza. Lascia un figlio e cento fogli che ha dimenticato di firmare. Le nuvole cortesi hanno pianto inchiostro mentre gli uomini ridevano felici di essere ancora vivi. Una farfalla bianca ha accompagnato la sua bara e il poeta entrando in Paradiso ha detto forse ho sbagliato destinazione. Sibari 20 gennaio 2014 Amara - Un po’ come ho potuto un po’ come ho voluto nel minimo dovuto - ∞ Il fui, fu [punto] E ora nel loro trucco nero amo le orbite vuote come vive dove il pensiero si riscopre puro e nell’assoluto che esplode ogni piacere palpita ancora un’eco di carne, mentre si scivola leggeri di qua e di là nei mondi confondendone l’afrore - ma se così non è se sono nulla e vuoto nessuno tra me e voi lo può sapere - Andrea Doro Hai mai visto un codardo germogliare emozioni e poi piantarsi una fucilata nel cuore? Ti fermeresti ad innaffiare la rosa di sangue alle sue spalle, con una goccia di vuoto? Lasceresti veramente una parola in eredità, al vento di novembre? Io aspetterò che sorga una altra ipotesi, prima di mettere a fare il caffè. E quando tornerò, dal punto di partenza. E anche quando emigrerò, dal tuo punto di vista. Tu, non ricordarmi. Tu, non ricordarmi, mai. Anna Maria Dall'Olio Nekrologio Anna Maria si distese sull'erba (stop freccia indietro - tunnel - frecciavanti) & via con la storia (addio artelettrica, verso duro) spolpata da 3 minuti di guerra. Antonella Vannucchi Pensatemi così un nodo d'anima intriso di salmastro navigante nel verde mescolato alla terra, granello di polvere fluttuante nell'aria deposto a dispetto sulla vostra pelle. Antonio Ciavolino Morve, il poeta, morve (ovvero sia, scomparve). Durò quasi cent'anni e sparve in un istante. L'annuncio della dipartita, rintocca tra le rime del delicato omaggio che qui gli tesseremo: assunto sarà eroe, nei cieli del parnaso e se tracce lasciò, ritornerà a cassarle. Quest'elogio raffinato, non di macabra atmosfera, esalta il trapassato e non si versi pianto, presto la sua memoria diventerà sorriso; si versi vino invece, brillante nella coppa, vivo e di più, maturo per l'altra vita nuova, intenso di fragranze, lieve sentor di viola. Morve, il poeta, morve (ovvero sia, scomparve). Il tempo breve di codeste righe, glielo dedichiamo. Carlo Molinaro QUI RIPOSA SPERABILMENTE NON IN PACE MA IN PERENNE MOVIMENTO COME A LUI IN VITA PIACQUE CARLO MOLINARO USÒ SPESSO LA METRICA CHIUSA E L’AMORE LIBERO BENCHÉ TUTTI GLI SUGGERISSERO DI FARE IL CONTRARIO SCRISSE VERSI BELLI E BRUTTI E MORENDO IL SUO PRINCIPALE DOLORE FU NON POTER PIÙ SCOPRIRE NON POTER PIÙ GODERE NON POTER PIÙ OSSERVARE NON POTER PIÙ BACCAGLIARE E SOPRATTUTTO NON POTER PIÙ ROMPERE I COGLIONI Davide Cortese Sarò io stesso a scriverli i versi di stupore da scolpire sulla pietra tombale di questo giorno. Senza avvedermene, lo farò. Oscuro è il sapere del Poeta. In segreto ogni mio respiro scolpirà sulla stele del tempo una lettera arcana di un’iscrizione sepolcrale. A ogni istante io dico addio. A ogni istante, senza saperlo mai. Intingo la penna nel mio buio per scrivere un ultimo verso di luce. Il tramonto di oggi avrà il mio necrologio. Deborah Žerovnik Da tempo si attendeva, e ora vi diamo notizia dell’evento “io muoro” disse in ultimo e poi il triste accaduto. Non date cordoglio alla famiglia, per loro è momento di festa La terra le sarà leggera; per volontà della salma verrà cremata Il marito in crisi ritiene, per il riposo il posto migliore è se in discarica verrà gettata. Niente fiori, corone o allori, devolvete tutto alla prole Di fame hanno sofferto i meschini per la sua ambizione Puliva qualche cesso, ma ciò poco conta L’idiota illusa si credeva poeta, piena di convinzioni in giro professava di esser meglio di Manzoni Donatella D'Angelo In morte, gli occhi Nell’egoismo di un giorno di festa ho sbadigliato in faccia alla morte che mi ha preso per mano dicendo in terra restano solo gli stolti che non hanno creduto di essere eterni. Poi con l’unghia ho tracciato la frase sul petto nudo di ognuno di loro: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” Donatella Maino Oggi, addì, 15 dicembre si è spento il fluire di parole, venivano lanciate come sassi a lapidare d'odio e d'amore le genti, nelle valli del web. Anonima nell'anonimato era conosciuta o riconosciuta dal lancio del dardo. non lascia di sé un ottimo ricordo, tutti o quasi sono felici si sia tolta dai coglioni, dall'alto dell'età pretesto stillava sentenze del cazzo, in poche parole era i genitali che nessuno uomo-donna vorrebbe avere. Riposi, ma non troppo in pace, s'ha d'aprire il loculo delle rimembranze ogni volta ritorna primavera. Donatella Pezzino Io chimerico oltraggio all’onnipotenza del pulviscolo reduce dalle penose metastasi del vivere come giacevo in vita qui giaccio sarà che la transumanza del lombrico mi trascende e tracima dagli opercoli della mia caducità ma resto tumulo in punta d’ala esalandomi in quel corto respiro apocrifo inumano, eppure mio fino all’ultimo idolatrato e meritato contrappasso per aver scommesso con Dio Elisabetta Portaluppi “Breve sarà il commiato e di pochi versi a colei che dalla neve fu battezzata, poiché molte parole non occorron per pronunciare il vero: dalla neve il benvenuto e dalla neve l'estremo saluto! In un giorno incolore d'inverno dalla terra è sorta e nella terra tramontata, perfetta matematica dell'eterno ritorno, perfetta geometria della neve”. Federica Volpe Sonetto in mia stessa morte Amava perché vero il cielo grigio ma bramava in segreto il nuovo sole; il suo cuore era sempre al sogno ligio come anche e soprattutto alle parole. Trovava tre o quattro volte in un anno il suicidio nel taglio dei capelli e, non bella, definiva gran danno per l’animo il difetto d’esser belli. Era Volpe, ma simile ad un gatto mostrava al mondo i topi che la lisa mente carpiva in modo soddisfatto. Voleva che la morte tra le risa incontrasse o non incontrarla affatto, poiché già in vita più volte fu uccisa. Fiammetta Campione DOvrei forse rammaricarmi... ma voi REgalatemi un sorriso e una lacrima MIcidiale consacrazione d’amore-odio FAtene scempio con eleganza SOLo così sentirò l’armonia LAvare via ogni oscura ambiguità. SIgnori, cercate voi la soluzione al mistero che da sempre c’insegue: cos’è poi la morte un inizio o una fine? Ai posteri... Francesca Ferrari "Scusi, per favore mi posi un fiore fresco sulla fronte mi renda bella mentre i vermi fra le ciglia si contendono la pelle delle palpebre. La ruttano nell'aria... vede il cielo? È la mia musica". Francesco Rossi Senza età si è spenta l’irredenta Anima Persa Di “Francesco Rossi” Che visse d’amore E, morì d’astinenza. In forma civile Il feretro sarà accompagnato Sotto il cielo stellato E nell’immenso mare, tumulato. Col sorriso impresso sul viso Emblema di gioia e spensieratezza Donatemi questa vostra ultima carezza. Francesco Vico che poi alla fine è anche meglio buona parte incompiuto ed il resto soltanto abbozzato, tre segni su un foglio, un mezzo saluto. Se non fosse che tutto finisce, se fosse infinito non sarebbe mai valsa la pena neanche del poco non sarebbe una scusa credibile il "lo faccio dopo". Pure le poesie, prima o poi, le scriverei tutte anche quelle brutte quindi davvero, è meglio così. Statemi bene, e se avete bisogno cercatemi pure, non sarò qui Gioia Lomasti PASSAGGIO D'OLTRE SOLUTI INFRANTI ALL'INNALZAR DELL'IO VEGLIA DAL CIELO ESANGUE SOLCO PROSTARNE ADDIO Giovanni Perri "si è spenta la cara esistenza del poeta biblista asfaltista autostradista Giovanni Perri pilota instancabile di velivoli fermi" era e resterà sempre per tutti i colleghi morenti colui che: - metteva le mosche nei bicchieri coltivava fiori sanguinava alle feste popolari che ogni tanto moriva e quando moriva scriveva - Giulio Vellar Sento freddo. Marmo bianco in granito e sento davvero freddo. Sento freddo. Una foto in bianco e nero e una vita passata in candeggina. Annego e annego. Strozzato e scolorito, mi sbraccio e non mi muovo. Annego e annego. Incorniciato e affetto d'un sorriso ebete, me ne sto fermo e in posa. Galleggio nel mio acido bagno d'arresto. Io, eterno nel grigio, e fino a prima invisibile. Io, e Io, e Io, celebrità nel mio sogno più grande, eterno. Io riposo. Il Cala Non si potrà di certo dire, che non fosse una buona forchetta nessuno avrà l'ardire, di dir che amava la bicicletta tutti lo ricordiamo polemico, rompicoglioni che non ce n'è due soprattutto se parlava di musica, odiava vasco jova e ligabue per gli amici però disponibile, dava fiducia era un tipo attendibile come gusti di certo versatile e di stazza, ahimè, inamovibile ma ricordiamolo per le sue magliette rock, ne andava matto e ne aveva un bel po' di gruppi famosi od ignoti ma belle, rigorosamente di taglia xxl perciò non piangetelo, orsù non siate tristi non fiori ma offerte al Mulino degli Artisti Ivano Ferrari Qui si smaltisce il vuoto a perdere di uno che non ha avuto nella propria morte fede né se n’è mai curato che ben altre morti gli hanno squietato il sonno: della carne dell’amata e dei ricordi, della corda dei giorni che ha trattenuto fino a sentirsi sanguinare le dita e quando la voce del dio ha gridato molla la presa pazzo che ogni cosa è vana ha risposto ancora un minuto rimanderò queste morti che tu vuoi inevitabili ancora un minuto e poi ancora finché ne avrò forza e per il suo labirinto intricato di minuti strappati alla morte è giunto fin qui, passante, sotto le piante dei tuoi piedi viventi. Ksenja Laginja E rimase lì dov'era sempre stata a reclamarla con ostinazione. Chi? La vita - Libeth Libet TABLETTEN C’è stato il tempo in cui mi sono mossa sotto gli auspici migliori, dove le estati e gli inverni parevano anime fuori controllo. Ho osato e immaginato voltandomi ad assaporare gli innesti, le superfici. Il battito estatico mi ha portato allo scacco che finale mi restituisce all’unità uranica. Ho sentito parlare di me mentre mi svuotavo di pesi, fardelli, immobili tonalità carnali. Carnivora di eventi, di suoni. Pastiglie dinanzi all’inizio di un millennio finito. Lorenzo Poggi Qui giacciono le spoglie mortali di uno dei tanti che provò a vivere senza riuscirci. Luca Maio Dalla rupe etrusca d’Orvieto in quel tempo di Giovanni Paolo Primo nacque digià pelato un piccolo bimbo che amava scrivere la sua piccola ode per gli altri. Racconti, Romanzi, Poemi, Favole e Poesie aveva sempre in tasca e nella mente. Lasciò questo mondo contorto in una battuta. Continua a scrivere per voi tra le nuvole. Luciana Luzi Non è oggi la sua prima morte. Venne a trovarla da bambina rubandole l'innocenza, la sorprese da adulta, strappandole la carne dalla sua stessa carne. Ma lei non si arrese, continuò il suo viaggio, dispensò sorrisi, amò profondamente fino all'ultimo istante della sua terrena esistenza. Luigi Finucci Era un bravo ragazzo apprezzava molto la vita ma dentro era un pazzo guardava il mondo attraverso le sue dita Come poter biasimarlo in quella notte così fatale fu per quello che iniziarono ad amarlo e volò in cielo il giorno di Natale Ora un messaggio rimase ai posteri "non perdete tempo ad odiare" ma come tutti i desideri bisogna chiudere gli occhi per farli avverare. Luisa La Terra Oggi muoio. Oggi muoio e cambia tutto è un giorno perfetto per morire sia esso grigio come nubi che gravitano sulle vette del mondo o splendente come altari d'oro nei templi Oggi muoio e mi ricreo parto dimentico di reciproci addii fuggo lacrime innalzandomi sopra singhiozzi trattenuti nel petto bevete tutti alla mia memoria e asciugate gli occhi che' io son lieta e curiosa di prender per mano la morte sia essa un viaggio d´avventura interstellare o un sonno profondo senza sogni dentro all'infinito silenzio primordiale. Mirko Servetti 1929, Walt Disney Production Nell'allegra danza degli scheletri mi ritrovai, per necessità alimentari, in qualità di figurante sul lato più... sinistro. Nulla mutò, del resto ed ora ingoio universi per gola e la fame se n'è andata (punto) Per altri limbi. Nadezhda Speranza Slavova Al momento del trapasso Mi trovai davanti a due ponti In fondo ai quali due mani Invitavano la mia anima a proseguire. Fu la beffa vile e finale scoprire con orrore Che la mia vita e la mia morte Avevano il volto uguale! Nel dubbio brindai alla salute E ridendo vestita dalla pazzia Caddi nel fiume sottostante Passando a miglior vita. Oriella Del Col Nel conto alla rovescia da quando ebbi i natali sembrò che in ogni dove toccasse schivar strali Ma non s'è mai veloci e mai ci si fa esperti a soffocare l'urla pei troppi colpi inferti M'ora che il tempo è andato sorrido e posso dire che lascio tocchi ad altri la strada del soffrire Paolo Aldrovandi Sapeva sulla birra e la poesia quel che bastava per renderlo felice amava le carezze del vento e appoggiarsi sulle chiappe per vivere l’amore Patrizia Ensoli Deceduto il verso maledetto s'udì un boato dalla terra (scarafaggi e vermi s'allearono) drenando cunicoli di zolfo consenzienti ai tossici germogli E, s'innalzò la nenia dei defunti nei fogli scritti, come fazzoletti nel prosciugare _ istruiti pianti _ la lapide fu passo di pro-forma in decomposizione giunta da lontano dove senza scritta aggiunta morì la mia penna nella mano. Redent Enzo Lomanno In un prolasso di tempo di cui statico è solo Omega una leggera allungatura d’inconsistente meraviglia rifrange colonnati e marmo bianco Vedo lì la mia foglia adagiarsi senza indugio, lieve Avvizzendo non curante e consapevole conclude Regina Re Pioggia Nera Ti ho letto in un altro tempo, in un altro luogo. In un altro tempo, in un altro luogo scriverai. Sarà lacrime di pioggia nel mio tempo e nel mio luogo l’inchiostro vivo del tuo ricordo. Rita Stanzione Necrologio (contro il peso della terra) Un chiodo ha fissato a terra il mio peso sonnambulo in altri mondi La terra tesa sulle amnesie come un lenzuolo a grumi e quattro fiori deboli eseguono lo stesso mio tormento Poter Esalare Lontano Dalle Lacrime Ghiacci si schiantano sull’ossatura delle cose: l’ultima ambizione, ultima idea dimenticata in un verso stretta tra dita gelide Il salto oltre l’ostacolo - sarei stata Il vapore dei tetti, il modo più sottile di non esserci Roberto Marzano BRICIOLE Alla fine raccoglieranno tutte le briciole dal tavolo per ricomporre il pane della mia vita la mollica saranno i segreti dell’anima la crosta ciò che hanno visto di me gli altri. Fatte entrambe degli stessi ingredienti l’una solo più cotta dal fuoco del mondo l’altra più morbida ben difesa dalla prima lasciata toccare a chi mi ha voluto bene e ha saputo vedere aldilà della mia musica o sotto la brace ardente dei miei versi buoni come il pane... Romeo Raja Le vostre preghiere Che facce avevate è per questo che non mi sono aggrappato agli angoli delle lenzuola impaurito come credevate di vedermi tanto la vostra paura è finita appena fuori da qui e la mia sarebbe proseguita da sola. Continuate quindi, a credere in quello che avete visto alle cose che ora dite alle vostre facce che tradiscono sempre i vostri pensieri. Ho trattenuto un respiro, ci riesci solo se la rabbia è tanta un attimo dopo che mi avete chiuso mi sono girato. Adesso sono nella posizione giusta per le vostre preghiere. Rubens Lanzillotti Un altro giro oltre la fredda pietra che il fegato non basta se lo spirito ci si attacca sopra ed inizia a succhiare slurp, slurp, a perder coscienza per vomitare i valori, quei vizi e terrori del filtro sporco della verità e vuol assorbire il mondo a strati, col cinema nella testa, l'onirico nelle mani e la musica nella pancia difende la purezza, in cima alla montagna dei giusti. Salvatore Sblando Scrivo il mio necrologio adesso ché lo posso fare anticipando chi mi vorrebbe morto ed annuncia la dipartita con un epitaffio della parola falsa ai propri affiliati - alcuni di questi non allineati Scrivo il mio necrologio in stile minimal borghese amici e compagni mi piangeranno tra le colonne, dopo la cronaca de L’Unità Scrivo il mio necrologio commemorativo come mia espressa ed incedibile volontà Mando il mio necrologio ad un concorso senza premi - sopra un marmo senza fiori per contrapporre al nulla che fallisce il silenzio del mio niente che giace qui Sebastiano A. Patanè-Ferro Lo cercava: [il mio paradiso è un eterno aprile una vacca che lecca il suo vitello il pugno di margherite dopo l’attesa si direbbe il primo dente e l’ultima risorsa il tono della cornamusa nella testa o l’immensa distesa di parole-comparsa sul dorso di cani che mordono la strada e piano, vanno via] lo troverà? Selene Borghi Quando senza più un fiato mi accovacciai nell’ombra Le gambe larghe al petto in una specie di evocazione fetale Tutti i miei giorni migliori mi sembrarono infinitamente tristi e scontati. Nessun brivido nel rivedere quella torta di mele lasciata a raffreddare sul davanzale in campagna Né quelle cataste d’amore fatte per tutti i motivi più plausibili e assurdi Fin da subito, non mi mancò quasi niente dei respiri appena persi Persino il mio corpo che avevo amato allo stremo, fu subito dimenticato. Il senso della mia vita è stato rabbioso e semplice: sopravvivere Mangiare, dormire e scrivere (cose che non ho mai imparato fino in fondo) Ora che non ci sono più e già sto svanendo nella mente dei miei cari Sento che rimpiangerò unicamente mio figlio e la mia penna. Valeria Raimondi E poi fu morta Ma come sempre non ne fece una questione personale... Vera Libertà l'arrembaggio era andato bene onde d'asfalto a ribollire intorno incrociate le gambe su una cassa di r[h]umoroso rhum a poco prezzo un foglio ed una penna in mano è stata vista scivolare sulla luna. novanta giorni dopo sulla spiaggia una bottiglia incinta di un messaggio: il mare dice solo quel che crede, quando imparate venitemi a cercare. *gracchiare di gabbiani e sciabordio*
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