28 VALTROMPIA E LUMEZZANE Lumezzane Una «pezza» anti frana MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO 2014 GIORNALE DI BRESCIA LUMEZZANE Ha superato la prova delle insistenti piogge di questo febbraio quanto mai acquoso, il tratto di ripa più volte franato sulla strada tra le frazioni Termine e Valle. I ripetuti interventi nel corso degli anni per fermare lo smottamento non aveva sortito l’effetto definitivo. Si sarebbe dovuto costruire un muro ben armato e alto, ma si era preferito una ben più costosa, ma più «ambientale» sistemazione con gradoni di tronchi in larice che, notoriamente, non marcisce. Anche tale intervento però si era rivelato non definitivo per cui l’ultimo atto è stato quello che si nota nella fotografia: un vasto «telone» color caffe- Castagneti, la cura funziona Per debellare il temibile cinipide è stato introdotto un antagonista esotico L’esperto: «Gli alberi saranno tutti guariti nel giro di sette-otto anni» LUMEZZANE «Prima della pioggia» per le Schegge di cinema LUMEZZANE Stasera al Teatro Odeon, nell’ambito della rassegna «Schegge di cinema» tenuta da Enrico Danesi è in programma il quarto incontro di approfondimento che verterà su «Prima della pioggia» di Milcho Manchevski. L’ingresso è libero. «Quest’anno ricorda Danesi - la scelta dei film è caduta su importanti opere del passato, che non devono andare nel dimenticatoio. Si tratta di film interessanti di tutto il mondo. «Prima della pioggia» è ambientato tra la Macedonia e Londra e racchiude un trittico di storie: l’amore impossibile tra un giovane monaco cristiano e una ragazza albanese musulmana; il dilemma sentimentale e morale della dirigente londinese di un’agenzia fotografica; il ritorno di un fotoreporter vincitore del Pulitzer al suo villaggio in Macedonia. «Lo stile è scattante ed energico evidenzia Danesi -, e il terzo capitolo che chiude il cerchio e fa luce sui precedenti». I prossimi appuntamenti della rassegna sono previsti per mercoledì 12 marzo con «Once were warriors» di Lee Tamahori; mercoledì 26 marzo con «Ashes of time» di Wong Kar-wai e «La Ricotta» di Pier Paolo Pasolini; Mercoledì 2 aprile con «Il profeta» di Jacques Audiard e infine Mercoledì 9 aprile «Ghost Dog-Il codice del samurai» di Jim Jarmusch. a. sen. VALTROMPIA Pare funzionare. Stiamo parlando della «cura» per le aree castanili nella valle del Garza dove è stata avviata la sperimentazione per tenere sotto controllo, se non debellare, il temibile cinipide galligeno del castagno, insetto di origine orientale che sta provocando ingenti danni ai castagni non solo in territorio triumplino. I boschi valligiani sono in gran parte di latifoglie ma 140 ettari sono coperti da castagneti. Concentrati in particolare nella Valle del Garza e a Noboli per quanto riguarda le piante dedicate alla produzione del marrone. Da anni l’insetto, che ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2002, sta devastando i preziosi e secolari castagni nobili della zona: il cinipide che attacca il castagno provoca la formazione di galle, ingrossamenti a forma tondeggiante, che compromettono la vegetazione e la formazione dei frutti con evidenti danni per le piante e per i produttori. L’insetto si presenta come una piccola vespa, lunga circa 2,5 millimetri, depone fino a 200 uova e compie il suo ciclo vegetativo trascorrendo autunno e inverno all’interno delle gemme; solo a primavera avviane la fuoriuscita delle larve che provoca formazione di galle. Il recupero delle aree castanili è stato giudicato dall’ente comunitario un obiettivo prioritario. E per contrastare il cinipide è stato usato il Torymus Sinensi, un antagonista esotico. In Valtrompia grazie all’Ersaf , l’Ente regionale per la salvaguardia delle foreste, sono state attivate due zone di sperimentazione con rilascio dell’antagonista e successivo monitoraggio. A Bovezzo, nell’area dell’ex ovile Rampinelli che ospita attualmente la Casa della natura di proprietà comunale, è avvenuto il lancio degli insetti; a Caino si fa il monitoraggio. E pare che le cose funzionino, i primi risultati sono confortanti ». Da una previsione di un risanamento globale nell’arco di 10-12 anni - rimarca Ocildo Stival, esperto forestale - siamo passati a una stima di 7-8». Come a dire che fra non molto, se tutto andrà bene, i produttori dei prelibati frutti potranno tirare un sospiro di sollievo. In Valtrompia vi è una spiccata vocazione castanicola grazie allo stretto legame costruito nei secoli fra le popolazioni triumpline e la «cultura del castagno»; per questo la Comunità montana oltre ad essere impegnata nel monitoraggio dell’evoluzione del cinipide si è impegnata in un progetto di allestimento di un campo di piante madri per il miglioramento della produzione. Flavia Bolis latte, tenuto da una rete metallica e cavi d’acciaio in modo che le piogge scorrano via e non imbevano il terreno sottostante. C’è solo un piccolo neo estetico: la grande pezza dà tutto il sapore della... pezza sul verde a corona. Ma tant’è: come dice il saggio, non si può avere tutto. e. bon. Marcheno «Andrea vive» porta la speranza in Burkina Faso Stefano Sabatti durante il viaggio in Africa Undecennio diguai ■ Il cinipide galligeno è arrivato in Italia nel 2002. Si presenta come una piccola vespa, lunga circa 2,5 millimetri CONCESIO Violenza sulle donne, ultimo incontro CONCESIO «Abbiamo voluto capire il punto di vista degli uomini, perciò abbiamo invitato proprio un’associazione che ha come obiettivo quello di superare gli stereotipi che troppo spesso condizionano e alterano i rapporti tra uomo-donna». Con queste parole Fiorella Pollini, presidente del Comitato unico di garanzia del Comune di Concesio, spiega il senso dell’iniziativa «La violenza sulla donne avvelena il mondo. Aiutateci a fermarla». Dopo la serata del 23 gennaio dal titolo «Non sarà anche colpa mia?», dove si è discusso del ruolo delle donne nei diversi ambiti e quello del 13 febbraio, «Tutti i giorni ce n’è una! Storie di morti annunciate», questo giovedì Anna Maria Gandolfi, consigliera di Parità provinciale e alcuni membri dell’associazione Cerchio degli Uomini dibatteranno sul tema: «È difficile essere uomo: tipologia di un carnefice». L’incontro si terrà nella biblioteca di via Mattei alle 21. MARCHENO Tornati a Marcheno, ormai a mente fredda, i ragazzi del comitato marchenese «Andrea vive» si prendono un momento per analizzare l’esperienza in Burkina Faso, là dove hanno creato un centro professionale che aiuti i giovani a uscire dall’indescrivibile povertà. «Un viaggio tanto emozionante quanto impegnativo», così lo descrivono Anna Zappa, Jennifer Cirillo, Luca e Cristian Giacomelli, Daniele Lazzari e Stefano Sabatti. Un viaggio dall’altra parte del mondo, per trovarsi però ancor più vicini ad Andrea Fausti, il «Biondo», amico scomparso che ha dato vita a un mondo di solidarietà. Nelle due settimane a Nanoro i ragazzi si sono impegnati nella tinteggiatura dei locali del centro scolastico, nella riparazione dei magazzini del vicino ospedale Camilliano e in piccoli lavori idraulici, senza dimenticare, però, anche le questioni più serie. «Abbiamo cercato di capire come sta procedendo il nostro progetto: nel 2015 si diplomerà il secondo gruppo di ragazzi, ma sentiamo il dovere di accompagnarli anche per il passo successivo, la ricerca di un lavoro». Più facile dirlo, che farlo, ma il comitato non ha intenzione di scoraggiarsi: la scuola funziona e alcuni ragazzi, sebbene una minoranza, un’occupazione l’hanno trovata, donando speranza anche a tutti gli altri. «L’intenzione - racconta il presidente Stefano Sabatti - è di confrontarci con i nostri contatti in terra africana, i padri e le suore camilliane che conoscono la situazione e capire insieme come poterci muovere per dare più continuità e più lungimiranza al percorso intrapreso». Le idee non mancano, le energie nemmeno e nonostante tutti i fattori che remano contro, resta la voglia di farcela dei 35 alunni che frequentano i corsi di falegnameria, saldatura ed elettricista. Resta la forza del ricordo di Andrea, che si infonde al comitato e vola in Africa, per restare e fare la differenza. Greta Rambaldini Lumezzane Il modellismo incontra i valgobbini Buon successo per il primo dei quattro appuntamenti ai palazzetti polivalenti di Gazzolo Un momento dell’iniziativa di domenica 5G7DCv9dvkDwZA/lJYnEfz5B8EaazaWc5P7w7kmri/o= LUMEZZANE Il modellismo incontra i lumezzanesi, con quattro domeniche dedicate a esperti, principianti e curiosi. Il primo appuntamento dell’iniziativa, promossa dall’associazione «Modellismo lumezzanese» è stato domenica scorsa, quando ai palazzetti polivalenti di Gazzolo (interni all’oratorio di S. Antonio) circa in 60 hanno avuto la possibilità di provare a guidare modellini radiocomandati. «Abbiamo allestito due circuiti all’interno dei palazzetti - spiega Marco, uno dei membri dell’associazione - uno per i modellisti più esperti, così che potessero esercitarsi con i loro mezzi radiocomandati, e una seconda pista per i principianti, a cui abbiamo dato la possibilità di provare le nostre auto». Dalle 14 alle 17 famiglie, giovani e meno giovani si sono divertiti, avvicinandosi a una passione che coinvolge sempre più persone. Infatti, spiegano i membri dell’associazione, «la nostra intenzione è di creare un gruppo il più numeroso e coeso possibile di appassionati di modellismo statico e dinamico e anche collezionisti di modellini». Ed è proprio per avvicinare i cittadini a questa passione che il gruppo, formato per lo più da uomini tra i 25 e i 60 anni, ha deciso di organizzare queste domeniche all’insegna del modellismo. I prossimi appuntamenti si terranno sempre la domenica pomeriggio ai palazzetti di Gazzolo e saranno il 2, il 16 e il 30 marzo. «Arricchiremo la pista inter- na - annuncia Marco - con della moquette per evitare che le auto scivolino». L’ingresso alle piste è gratuito, ma per utilizzare con i propri modellini i circuiti è necessario versare una cifra simbolica di 5 euro all’ora. Le idee e le iniziative dei membri dell’associazione, che sta progettando una sede nuovae spaziosa, sono tante: «Oltre a eventi, mostre ed esposizioni - conclude Marco - ci piacerebbe trovare il modo di coinvolgere anche i più giovani». Sara Giacomelli
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