Verso il voto - Il Sole 24 Ore

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Il Sole 24 Ore
Sabato 1 Novembre 2014 - N. 300
Mondo
Panorama
SPAZIO
Stati Uniti. Se l’opposizione conquisterà entrambe le Camere renderà molto difficili gli ultimi due anni di governo dei democratici
I repubblicani alla rivincita di Midterm
Secondo i sondaggi il presidente Obama dovrebbe perdere la maggioranza anche al Senato
Precipita navetta
della Virgin
È di un morto e un ferito il
bilancio provvisorio dello
schianto al suolo della
navetta SpaceShip Two nel
deserto del Mojave, in
California. Il vascello della
compagnia Virgin Galactic
del magnate britannico
Richard Branson stava
effettuando un test quando
ha registrato un’anomalia al
motore. La Spaceship Two
è uno «spazioplano
sub-orbitale»
sperimentale che intende
offrire l’esperienza del
volo oltre l’atmosfera
terrestre ai privati.
RUSSIA
La Banca centrale
alza i tassi al 9,5%
La Banca centrale russa ha
alzato il tasso di riferimento
dall’8 al 9,5% con l’obiettivo
di fermare il crollo del
rublo. Nonostante
l’intervento della Banca
centrale la valuta russa - che
quest’anno ha perso il 22%
nei confronti del dollaro a
causa della crisi ucraina - ha
continuato a scendere
toccando ieri un nuovo
minimo sul dollaro (a 43,03
rubli).
UNGHERIA
Orban ritira
la tassa su internet
Il premier ungherese
Viktor Orban, dopo le
proteste di piazza dei giorni
scorsi e dopo le critiche
della Ue, ha rinunciato al
progetto della tassa su
internet. Il premier ha
annunciato che il progetto
di far pagare una tassa sui
dati scaricati da internet
«non può essere adottato
nella sua forma attuale».
BURKINA FASO
Lascia il presidente:
generali al potere
Il capo di stato maggiore
dell’esercito del Burkina
Faso, generale Honoré
Traoré, ha annunciato di
aver assunto la funzione di
capo dello Stato:
«Constatato - dice un
comunicato - il vuoto di
potere che si è creato,
nell’urgenza di
salvaguardare la vita della
nazione, assumerò da oggi
le mie responsabilità di
capo dello Stato». L’ex
presidente Blaise
Compaoré ha annunciato
ieri le sue dimissioni
sollecitando elezioni entro
90 giorni. L’esercito ha
assunto il potere giovedì
dopo giorni di violenti
scontri.
SIRIA
Peshmerga curdi
entrano a Kobane
Almeno 150 Peshmerga
curdi provenienti dalla
Turchia sono entrati ieri
sera nella città siriana di
Kobane, assediata dai
jihadisti dell’Isis. Ne ha dato
notizia l’Osservatorio
siriano dei diritti dell’uomo.
Dopo tre giorni di attesa
hanno attraversato il
confine a bordo di camion e
jeep, scortati da veicoli
blindati, per andare in aiuto
dei combattenti curdi
iracheni contro l’Isis.
GERUSALEMME
Israele riapre
Spianata moschee
Tensione sempre alta ma
niente scontri ieri a
Gerusalemme nonostante
la giornata della rabbia
indetta dai palestinesi per la
situazione sulla Spianata
delle Moschee. Ieri Israele
ha riaperto la Spianata per
le preghiere del venerdì ai
fedeli musulmani over 50 e
alle donne.
AP/LAPRESSE
Mario Platero
NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Mitch McConnel, repubblicano del Kentucky si sta preparando a raccogliere l’incarico più prestigioso della sua carriera politica. È certo che martedì 4 novembre, giorno in cui
l’America andrà alle urne per
le elezioni politiche di metà
mandato, riceverà lo scettro
del Senato dal suo nemico politico Harry Read democratico
del Nevada.
Èquesto ilpassaggio piùatteso fra qualche giorno, quando il
Paese potrà misurare il termometro delle sue passioni, delle
sue angoscie, delle sue delusioni recandosi al voto per eleggere i 435 deputati alla Camera, 36
senatori su 100 e 36 governatori
su50.Ilpassaggio piùimportante, scontato da tutti sarà il cambiamento della maggioranza in
Senato.Oggiirepubblicanihanno 45 seggi contro i 55 dei democratici. Gli bastano dunque sei
seggi per vincere la maggioranza. Dei 36 seggi in palio, la maggioranza sono democratici, con
almeno dieci vulnerabili e con
sette Stati, Colorado, Arkansas,
Iowa, North Carolina, Lousiana,GeorgiaeAlaskadovelabattaglia sarà durissima.
Inquestocontesto,lamaggioranzadeglianalistipolitici, confortata dai sondaggi, dà la partita chiusa a vantaggio dei repubblicani che potrebbero anche
aumentare la maggioranza alla
Camera. Con tutte le conseguenze del caso. Barack Obama,presidente debole cheesercitauneffettofrenopericompagni di partito - pensate che secondo un sondaggio di Usa Today un americano su due andarà alle urne per votare contro di
lui - non avrà più la sponda di
uno dei due rami del Parlamento per perseguire la sua agenda
politica.Che succederà selecose andranno davvero così?
Avremouna Washington ancora più divisa con la spaccatura
definitiva fra potere esecutivo
da quello legislativo? La novità
è che la risposta al quesito centrale per gli ultimi due anni
dell’amministrazione Obama è
negativa: fatta chiarezza a
Washington potrebbe esserci
maggiore cooperazione. E questo per varie ragioni. I repubblicani non avranno più alibi. Dovranno dimostrare con il controllo del Parlamento, di poter
governare. Lo stesso dovrà fare
Barack Obama: il risultato che
si attende dal tradizionale appuntamento del midterm sarà
quellodiunabocciaturadurissi-
ma della sua leadership.
Oggi un americano su quattro pensa di confrontarsi con i
problemi più difficili con cui si
dovrà mai confrontare nel corso della sua vita. Il tasso di disoccupazione è sui livelli minimi dalla crisi, al 5,9% eppure la
preoccupazione occupazione
restaal primo posto nei sondaggi. Si continua a soffrire di una
fragilità psicologica per qualità e compensi dei posti di lavoro. Il virus dell’ebola, con il pericolo di epidemie interne crea
un senso di angoscia. Le minacce dell’Isis che tagliano teste
degli occidentali, compiono
esecuzioni sommarie di interi
villaggi e avanzano nonostante
i bombardamenti americani
hanno portato su una nuova dimensione la paura per nuove
ondate di attacchi terroristici
anche all’interno degli Stati
Uniti. Se in un sondaggio del
2012 ilpericolo di unattacco terroristico era all’ultimo posto di
una lista di sette tematiche con
il2%, nel sondaggio del 23-26 ottobre il terrorismo è al secondo posto, dietro soltanto le preoccupazioni per il lavoro con
un margine del 21%.
L’umore di oggi è dunque per
il cambiamento. È l’umore del
1994 o quello del 2006 quando il
partito che aveva vinto la Casa
Bianca (rispettivamente democratico con Clinton e repubblicano con Bush) soffrì perdite
elettorali talmente severe da
modificare addirittura la maggioranza alla Camera, più difficile da scardinare.
Maaparteilpossibilepassaggio del Senato ai repubblicani,
il ridimensionamento di Obama e lo spiraglio per una maggiorecollaborazione a Washington, in queste elezioni c’è un
fattore chiave per le presidenziali del 2016. Ogni elezione che
passa gli strateghi cercano di
elaborare algoritmi statistici
per poter impostare le future
campagne elettorali. Ad esempio fra le decine e decine di tabelle degli strateghi ce n’è una
che segmenta una gradutaoria
delle preferenze dei vari gruppi demografici. Per dare
un’idea del dettaglio, nelle elezionidel Colorado ci sono nove
categorie,dalsostegnodellemisure per il controllo delle armi,
all’aborto, alle politiche progressiste per l’immigrazione. Si
cerca di capire se gli elettori
posso essere persuasi a votare
in una certa direzione (usando
pubblicità) o "mobilitati" per
andare a votare (porta a porta).
Queste indicazioni pre-voto e
parliamo di migliaia e migliaia
didati per identificaregli orientamenti elettorali in ciascuno
Stato e addirittura per i singoli
distrettidiciascunostato. Leverifiche ci saranno subito dopo il
risultato. Perché da mercoledì
prossimo l’America comincerà
già a pensare al post Obama e
alla nuova Casa Bianca.
Spese elettorali. Versati 900 milioni di dollari
Democratici traditi
dai finanziatori
Marco Valsania
NEW YORK
Dal New Jersey. Il governatore Chris Christie a Farmington, New Mexico, incontra una bimba di tre anni e sua
nonna durante la campagna per sostenere Susana Martinez, candidata repubblicana a governatore dello Stato
Verso il voto
IL SENATO OGGI
Ripartizione attuale dei seggi
Indipendenti
Democratici
Repubblicani
2
53
45
21
I seggi democratici in palio...
Dei36seggidelSenato
statunitensedarinnovareconle
elezionidimedio-termine,21sono
attualmentecontrollatida
democratici
15
...e quelli repubblicani
Ilvotositerràil4novembre.
Irepubblicanidovrebbero
conservareilcontrollodellaCamera
LE PROBABILITÀ DI VITTORIA
Dati in percentuale
80
Repubblicani
Democratici
G
A
F
M
M
71%
G
L
A
S
O
60
Grand Old Party favorito
SecondoilNewYorkTimes,hanno
il71%di probabilitàdiottenerela
maggioranzadelSenato,controil
29%attribuitoaidemocratici
52
L’esito previsto
Perilquotidianostatunitense,lo
scenariopiùprobabilevedei
repubblicaniconquistaretrai52e
i53seggi
40
20
Le priorità dei repubblicani
1
LINEA DURA
SUL NUCLEARE
DI TEHERAN
Sedovesseroottenere
ilcontrollocompletodel
Congresso,irepubblicani
avrebberopiùforza
perspingeregliStatiUniti
adadottarenuovesanzioni
economichecontrol’Iranper
spingerloadabbandonareil
programmanucleare.
Potrebberopoiaccelerarei
trattatidiliberoscambioconla
UeeconaltriPaesiasiatici
2
SMONTARE
LA RIFORMA
SANITARIA
Entratainvigoreil1˚gennaio
del2011,Obamacareèla
riformadimaggiorimpatto-e
unadellepiùsignificativevaratanelcorsodeidue
mandatidelpresidente
democratico.Sel’abrogazione
sarebbedifficile(serveil
sigillodellaCasaBianca),di
sicuroisuoicapitoli
finirebberosottoilfuoco
incrociatodelleCamere
3
ACCELERARE
SUGLI
OLEODOTTI
Lacostruzionedell’oleodotto
progettatopertrasportarele
sabbiebituminosedalCanada
alGolfodelMessicoèun
cavallodibattagliadelPartito
repubblicano.LaCameral’ha
giàapprovatosettevolte,ma
l’amministrazioneObama
continuaaritardarela
decisioneperstudiare
l’impattoambientale
dell’opera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lacrisienergetica. L’intesanon eliminai rischi: Gazpromaspetta i pagamentiela Ue non ha offertogarazie formalisulla solvibilitàucraina
Accordo sulle forniture di gas,
Kiev bussa alla porta dell’Fmi
Sissi Bellomo
L’accordo sul gas tra Russia e
Ucraina, firmato giovedì sera doposetterounddinegoziati,èstato
presentato come un capolavoro
di mediazione della Commissione europea uscente. Ma i toni
trionfali adottati a Bruxelles – e la
reazione altrettanto entusiasta
2,2
miliardi
Necessari ad aprire i rubinetti
A 1,45 miliardi di debiti arretrati
si sommano 760 milioni di anticipi
del mercato, con il prezzo del gas
crollato ai minimi storici al punto
di scambio britannico – non cancellanodeltuttoitimorisullaregolarità delle forniture russe all’Europa, che per metà passano propriodaigasdotti ucraini.
L’intesa appena siglata infatti
non solo copre un periodo limita-
to(appenacinquemesi,finoamarzo 2015), ma al di là degli impegni
verbali non c’è alcuna "garanzia"
sul fatto che Kiev riuscirà a versare i pagamenti previsti: la Ue non
si è fatta garante di alcunché, ha
chiarito Marlene Holzner, portavoce del commissario per l’Energia, tanto per sgombrare il campo
daognidubbio.Eimpegniulteriori non sono stati assunti per ora
nemmeno dal Fondo monetario
internazionale: lo sa bene il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk,
cheieri aveva inagendaun incontroconisuoifunzionari,presumibilmenteperbatterecassa.
Eppureerapropriosullagaranzia dei pagamenti ucraini che la
delegazionerussa siera impuntata, al punto da simulare la partenzadaBruxellesdopoleinutilitrattative notturne di mercoledì, salvo poi ricomparire al tavolo il
giorno successivo. Tuttora Gazprom ripete che non manderà un
solo metro cubo di gas in Ucraina
finchénonvedrà ildenaro:civorrannounpaiodigiorniperripristi-
nareiflussineigasdotti,haspiegato ieri alla tv russa il numero uno
di Gazprom, Alexei Miller, ma
«tutto dipende da quando Kiev
verserà il pagamento, cosa che
pensiamoavverràentrolaprossimasettimana».
Per ottenere le prime sospirate
forniture russe – sempre più importanti con il termometro che a
Kiev segna già 6 gradi e i termosifoni in gran parte ancora spenti –
ci vogliono immediatamente 2,2
miliardididollari,dicui1,45miliardi per coprire parte del debito e
760milioni per pagare in anticipo
le forniture di novembre. Naftogaz, la socità energetica ucraina,
dovrà poi pagare entro fine anno
altri 1,65 miliardi di debito più 760
milioni per il gas di dicembre, che
altrimenti potrebbe non arrivare.
E a quel punto, con gli impianti di
riscaldamento al massimo, il rischiodicarenzedigaspotrebberipresentarsi anche da noi, nonostante i proclama di Josè Manuel
Barroso, ormai ex presidente della Commissione, secondo cui
L’Italiael’Europa:
qualivincoli
comportailPatto
distabilità
nel2015?
Italy 24
Daoggiilprimoquotidiano
italianodigitaleinteramentein
ingleseinteramentededicato
all'ItaliaAnalisi,notizie,
approfondimentisupolitica,
economia,finanza,leggi,fisco,
arte,culturaetempolibero.
www.italy24.ilsole24ore.com
su tutti i dispositivi
«non c’è più alcuna ragione perché quest’inverno la gente debba
starealfreddoin Europa».
Mentre il primo pagamento di
2,2 miliardi di dollari non sembra
presentare difficoltà, non tutti gli
analistisonoconvinticheKievriuscirà agevolmentea pagare anche
i successivi: non solo i 2,3 miliardi
didicembre,maanchequelliperil
gasdagennaioa marzo eper larestante quota di debito (a stabilire
l’entità complessiva, dice Bruxelles,saràl’arbitrato incorsoaStoccolma). Nel comunicato con cui
ha annunciato l’accordo la CommissioneUeaffermadiaver«lavorato intensamente con le istituizioni finanziarie internazionali e
l’Ucraina per aiutare l’Ucraina a
prepagare le consegne di gas del
prossimoinverno». «La Ue – proseguelanota–almomentoopportuno verserà aiuti a livelli senza
precedenti e il Fondo monetario
harassicurato l’Ucrainachepotrà
usare tutti i mezzi finanziari a sua
disposizione per pagare il gas». Il
commissario all’Energia uscente
GuentherOettingerhafattoriferimento ad aiuti Fmi per 3,1 miliardi
didollari,giàdepoisitatisuuncontoefacilmenteaccessibilidaKiev.
EperilfuturoBruxellescontinuerà a lavorare per aiutare l’Ucraina
areperirealtrifondi.
@SissiBellomo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il segno più chiaro della
stradainsalita peridemocratici
davantiall’appuntamento conil
rinnovo di Camera e Senato e
l’elezione di 36 governatori statali su 50 giunge forse dai finanziamenti. Il flusso, in particolare,deisoldidiaziendeeassociazioni di business verso le gare
decisive. Un segnale pragmatico per eccellenza, fattaeccezioneperchièschieratoperprincipio,cheriflettechanceecredibilità dei candidati: non è un buon
affare, agli occhi di chi è abituato a ritorni sugli investimenti,
scommetteresuglisconfitti.Ebbene, a scavare nei 900 milioni
di dollari mobilitati dai gruppi
esterni per le urne di Midterm su quasi 4 miliardi totali, saliti
del 555% dagli anni Ottanta - ecco il responso: i Pac aziendali, i
comitati creati per le donazioni
alle campagne, tra giugno e settembrehanno versato il58% dei
fondi ai candidati repubblicani
nellesettecorsealSenatopiùincerte. I democratici hanno ricevuto il 42 per cento.
I repubblicani godono oggi
di un vantaggio complessivo
nella spesa elettorale, almeno
1,92 miliardi contro gli 1,76 miliardi. Ma questo vantaggio è
ancora più drammatico quando misurato dai contributi
aziendalinellosprintfinaleconfrontaticoniprecedentitre mesi: la situazione allora era rovesciata, con il 61% dei fondi indirizzati al partito di Barack Obama. E i seggi vittima di questo
tradimento al Senato, per i democratici,sonotutti dialto profilo: da Kay Hagan in North Carolina, che ha ricevuto solo il
44% dei soldi dei Pac aziendali
nel duello con il conservatore
Thom Tillis, al senatore Mark
Udall in Colorado, che ha ottenuto il 46% dei fondi nella sfida
con Cory Gardner.
Al Senato i repubblicani, approfittandodiquestaspinta,vogliono riconquistare la maggioranza grazie al guadagno netto
di sei seggi, che ribalterebbe
l’equilibrio attuale di 55 a 45 a favore degli avversari. Sono certi,
sondaggi alla mano, di poter
strappareSouthDakota,MontanaeWestVirginia.Altrisuccessi li ipotizzano in un ventaglio
di seggi che comprende Alaska,
Iowa,Arkansas,Louisianae,appunto,ColoradoeNorthCarolina. In quest’ultimo Stato il duello tra Kagan e Tillis è ormai costato oltre cento milioni, il più
carodelPaese.Idemocraticipotrebbero vendicarsi altrove, ma
nel mirino hanno al momento
solo Georgia, Kansas e Kentucky. Anche in Illinois, lo Stato
di Obama, sono sulla difensiva,
dopo che di recente aziende
quali American Airlines e Exelon sono passate al fianco dei
conservatori. La US Chamber
ofCommerce,l’associazionenazionale che raggruppa migliaia
di imprese, non ha fatto mistero
del suo obiettivo di «restituire
una maggioranza pro-business
alSenato»conl’avventodiesponenti conservatori. Anche se
questo non vuol dire che tutti i
grandi finanziatori abbiano disertato i democratici: il gestore
di hedge fund Tom Steyer ha
raccolto cento milioni, sfidando le cifre dei fratelli ultra-conservatori Koch.
NELLE CORSE INCERTE
I comitati per le donazioni
tra giugno e settembre
hanno versato il 58%
del denaro ai candidati
del Grand Old Party
Le migliori speranze, però, i
democratici potrebbero averle
nelle contese per i governatori
degli Stati. Il politologo Larry
Sabatocalcolache adoggi,sommando governatori non in scadenza a quelli sicuri di essere
eletti, 25 sono repubblicani, 19
democratici e sei incerti. Finora
i repubblicani hanno controllato 29 Stati contro i 21 democratici.Alcuni scontri sonodelicati e
hanno implicazioni nazionali
perentrambiipartiti:idemocratici rischiano di perdere il Massachusetts, terra dei Kennedy, i
repubblicani bastioni quali Florida e Kansas. Duro è anche il
confronto in Wisconsin, dove è
ricandidato il repubblicano
ScottWilson,bestianeradeisindacati.Igovernatoripossonodiventare più d’un premio di consolazione: dai loro ranghi spesso si fanno avanti futuri leader e
candidati presidenziali. Nessunasorpresa,invece,èimmaginabile alla Camera dei deputati,
dove i repubblicani appaiono
destinati a mantenere il dominio, oggi forte di 233 seggi contro 199 e 3 poltrone vacanti. Anche qui i finanziamenti sono rivelatori: l’80% dei fondi esterni
è stato diretto verso 25 gare, sintomo dei pochi seggi in gioco, i
piùsignificativiinArizonaeIllinois.Ben 220seggi,una maggioranza, hanno attirato meno di
25.000 dollari ciascuno.
Poroshenko appoggia Yatsenyuk
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AP/LAPRESSE
Ucraina verso governo di coalizione
Il presidente ucraino Petro Poroshenko appoggerà la conferma di
Arseniy Yatsenyuk (con lui a sinistra nella foto) alla guida di un governo
di coalizione: il Paese, ha detto, ha bisogno di essere unito «come mai
prima». Nelle parlamentari del 26 ottobre il Fronte popolare di
Yatsenyuk ha superato di misura il Blocco Poroshenko, probabilmente
guastando i piani del presidente che avrebbe preferito un premier più
«controllabile».