Locandina - Azienda Sanitaria Locale di Bergamo

NEPIOS_9° RASSEGNA CINEMA_LOCANDINA_mm 240 x 570_CMYK_ 15.09.2014_BIANCA
TESTA
9°RASSEGNA
SUL CINEMA PER L’INFANZIA
È un’iniziativa di
E PER LL’ADOLESCENZA
’ADOLESCENZA
L’AMORE
CONDIVISO
Storie di fratelli e sorelle: un difficile EQUILIBRIO AFFETTIVO
A cura di Stefano Conte
Neuropsichiatra Infantile U.S.C. di Neuropsichiatria Infantile - A.O. Papa Giovanni XXIII
Giovedì 9 ottobre 2014
ore 20.30
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2
Giovedì 16 ottobre 2014
ore 20.30
Rachel sta per sposarsi
Non pensarci
di Jonathan Demme
Interverranno
di Gianni Zanasi
Susanna Ambrosino, Psicologa USC
di Neuropsichiatria Infantile A.O. Papa Giovanni XXIII, Bergamo
Stefano Asperti, Dipartimento L.L.S.S. e Comunicazione
dell’Università degli Studi, Bergamo
Interverrà Claudio Rozzoni,
ART_Giovanna Russo - www.studiorussoweb.com
Responsabile del Centro per il Bambino e la Famiglia
ASL, Bergamo
Giovedì 23 ottobre 2014
ore 20.30
Pulce non c’é
3
4
Giovedì 30 ottobre 2014
ore 20.30
Elle s’appelle Sabine
di Giuseppe Bonito
di Sandrine Bonnaire
Interverranno
Emma Avezzù, Procuratore Capo Minorenni, Brescia
Mara Azzi, Direttore Generale ASL, Bergamo
Interverrà Emi Bondi,
Direttore Psichiatria 1,
Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo
PER LE TRAME DEI FILM www.nepios.org
La rassegna propone, attraverso la visione
e la successiva discussione di quattro film,
una riflessione sul tema del rapporto tra
fratelli e sorelle sottolineando in particolare
l’importanza di questi legami nello sviluppo
della crescita e della personalità.
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di Nepios
CINEMA CAPITOL
BERGAMO, VIA T. TASSO 41
LA PARTECIPAZIONE ALLE SERATE È RICONOSCIUTA DAL CENTRO
SERVIZI E DALL’ASL DI BERGAMO COME MONTE ORE DESTINATO
ALL’AGGIORNAMENTO DEGLI INSEGNANTI E DEGLI OPERATORI
CON IL PATROCINIO
ringrazia gli Sponsor per aver finanziato la prosecuzione dei progetti in corso
COMUNE DI BERGAMO
PROVINCIA DI BERGAMO
POLITICHE SOCIALI
LIONS CLUB BERGAMO
SANT’ALESSANDRO
IN COLLABORAZIONE
UFFICIO X USR LOMBARDIA
AMBITO DI BERGAMO
Centro per il
Bambino
e la Famiglia
Via G. B. Moroni 188 - 24122 BERGAMO - Tel. e Fax 035 223483 - mail: [email protected] - www.nepios.org
NEPIOS_9° RASSEGNA CINEMA_LOCANDINA_mm 240 x 570_CMYK_ 15.09.2014_VOLTA
TESTA
9°RASSEGNA
SUL CINEMA PER L’INFANZIA
È un’iniziativa di
E PER LL’ADOLESCENZA
’ADOLESCENZA
L’AMORE CONDIVISO
Storie di fratelli e sorelle: un difficile EQUILIBRIO AFFETTIVO
I TEMI PRINCIPALI DEI FILM VERRANNO
COMMENTATI E DISCUSSI INSIEME
AD ESPERTI CHE CONOSCONO
- ANCHE ATTRAVERSO LA LORO
ESPERIENZA QUOTIDIANA - LA REALTÀ
DELLE PROBLEMATICHE PROPOSTE.
CINEMA CAPITOL
BERGAMO, VIA T. TASSO 41
9 ottobre 2014, ore 20.30
Non pensarci
All’origine di ogni associazione c’è innanzitutto un io, una
persona spinta ad offrire il proprio impegno. Quando nasce la volontà di servire l’altro, inizia la ricerca
dell’appoggio di un gruppo, per operare insieme e diventare una presenza sociale
concreta. Così nel 2001 è nata a Bergamo Nepios, associazione senza scopo di lucro
a tutela dell’infanzia e della famiglia. Nepios opera grazie a un fondo incrementato
dai contributi diretti degli associati e di terzi pubblici o privati. Incoraggia e gestisce
iniziative di carattere culturale, ricreativo e di sensibilizzazione sociale, atte a reperire ulteriori fondi da destinare a progetti in linea con gli scopi statutari. Opera in
stretta collaborazione con le Istituzioni cittadine ed è sovvenzionata dalla generosità delle imprese del territorio bergamasco, che sempre si dimostrano sensibili alle
iniziative del territorio.
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16 ottobre 2014, ore 20.30
Rachel sta per sposarsi
di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Anita Caprioli,
Gisella Burinato,Teco Celio, Caterina Murino - Sceneggiatura di Gianni Zanasi
e Michele Pellegrini - Italia 2007 - 112 minuti - 01 Distribuzione.
di Jonathan Demme con Anne Hathaway, Rosemarie De Witt, Bill Irwin, Debra Winger, Tunde Adebimpe - Sceneggiatura di Jenny Lumet - Stati Uniti
2008 - 108 minuti - Sony Pictures.
Stefano Nardini un musicista punk rock di 35 anni ritorna a casa dalla sua famiglia dopo un lungo soggiorno a Roma. Amareggiato dall’esito di una carriera
che era iniziata con i migliori auspici e deluso da una relazione sentimentale
conclusa inaspettatamente, Stefano spera di poter finalmente trovare riparo e
conforto nel calore delle mure domestiche e nella quiete della provincia romagnola, suo luogo di origine. Con sorpresa, scopre una realtà familiare ben diversa perché: il fratello Alberto che ha ereditato la gestione dell’azienda alimentare familiare, annaspa tra debiti e personali sconforti; la sorella Michela,
dopo aver interrotto gli studi universitari, sembra voler occupare tutte le sue
energie e capacità rinchiudendosi nello spazio di una piscina ammaestrando
delfini; il padre in pensione, dopo un infarto, impiega tutto il suo tempo a giocare a golf e la madre infine si affida a tecniche sciamaniche per cercare di contenere tutte le ansie, i rimorsi e le preoccupazioni per una famiglia che vede
frantumarsi in problematiche sempre più complesse e distanti dalle sue aspettative. Sarà proprio l’intervento di Stefano con la sua prorompente vitalità a
smuovere il torpore della vita provinciale dei fratelli attivandosi coraggiosamente e generosamente verso di loro.
Sorretto da una sceneggiatura in grado di saper trovare sempre i risvolti più ironici e paradossali di ogni sviluppo drammatico della vicenda, il film conserva
nel tempo una insolita freschezza mantenendo sempre una misura garbata e
nello stesso tempo pungente nello sviluppo narrativo. Gran parte della riuscita
del film è sicuramente dovuta alla straordinaria aderenza ai personaggi di tutti
gli attori, tutti davvero in stato di grazia. Nella bravura generale spicca l’abilità
di Valerio Mastandrea che è in grado di conferire al personaggio di Stefano
quell’impronta di romanità apparentemente cinica e distaccata ma in realtà
sempre affettuosamente partecipe alle vicende della commedia umana.
“Non pensarci” ha meritatamente vinto il Premio Pasinetti come miglior film
alla Mostra del Cinema di Venezia - Giornata degli Autori del 2007.
Kym lascia la clinica di riabilitazione per tossicodipendenza per poter partecipare al matrimonio della sua sorella maggiore Rachel. La cerimonia diventa occasione per una riunione familiare di una benestante famiglia del Connecticut
di oggi. La riunione familiare tuttavia appare problematica fin dall’inizio sia
per l’esasperato narcisismo di Kym, sia per il costante stato di apprensione della sposa. Emergono inoltre in misura evidente le preoccupazioni, in particolar
modo paterne, circa lo stato di salute di Kym, la cui instabilità emotiva suscita il
riemergere di conflitti e di angosce solo assopite dal tempo. Da una parte infatti
Kym rivendica un ruolo ed uno spazio affettivo all’interno della sua famiglia nonostante la malattia ed un evento drammatico di cui è stata protagonista.
Dall’altra parte Rachel, studentessa di psicologia che, nello sforzo di capire ed
accettare la sorella minore, si scopre lei stessa fragile e bisognosa di
quell’attenzione familiare che le è sempre mancata e che richiede soprattutto
adesso che sta per diventare moglie e futura madre. Tra le due sorelle vediamo i
genitori che dopo il fallimento della loro relazione coniugale, hanno cercato di
avere nuove possibilità affettive ma che tuttavia appaiono, con diversa sensibilità, costretti a fare inevitabilmente i conti con un passato che li soffoca per il carico di rimpianti e di dolore. Girato con assoluta maestria da un regista in grado costantemente di rinnovarsi (qui c’è un uso straordinario della camera a mano), il film modella ritratti familiari che attingono da un lato alla grande stagione della letteratura americana del Novecento (da O’Neil a Steinbeck da Capote
a Williams) dall’altra sembra far riferimento al cinema di Ingmar Bergman ed
alla recente cinematografia danese (da Lars Von Trier a Susanne Blier) pur
mantenendo tradizioni ed ambienti tipicamente statunitensi. Oltre che per la
qualità e quantità di riferimenti culturali, il film si apprezza per la straordinaria
interpretazione di tutti gli attori ed in particolare di Anne Hathaway che riesce
a dare al personaggio di Kym l’espressione autentica di un dolore vivo. Il film è
stato scritto da Jenny Lumet figlia del grande regista Sidney Lumet.
23 ottobre 2014, ore 20.30
Pulce non c’é
3
di Giuseppe Bonito con Pippo Delbono, Marina Massironi, Francesca Di Benedetto, Ludovica Falda, Piera Degli Esposti, Giorgio Colangeli. Sceneggiatura di
Monica Zapelli e Gaia Rayneri, Italia 2012 - Durata 97 minuti - Academy 2 - Distribuzione.
Esordio alla regia di un lungometraggio di un promettente regista italiano,
“Pulce non c’è” è un film coraggioso ed onesto che affronta problematiche importanti con una sensibilità che raramente si incontra nel cinema italiano di oggi. Tratto dall’omonimo romanzo di Gaia Rayneri (Einaudi Editore), il film è la
cronaca autobiografica dei giorni dell’allontanamento e dell’inserimento, in
una struttura protetta, di Margherita (chiamata dai familiari “Pulce”) bambina
affetta da autismo, a seguito di un sospetto abuso compiuto su di lei dal padre.
Per cercare di attenuare l’isolamento di Pulce, i genitori si sono affidati ad una
metodologia di approccio comunicativo che tuttavia si è rilevata inaffidabile in
quanto ha fatto sorgere appunto il sospetto di una violenza, denunciato inizialmente degli insegnanti, che si è rilevato poi del tutto infondato. “Pulce non c’è”
descrive, attraverso il racconto di Giovanna, sorella maggiore di Margherita, lo
stupore ed il disorientamento di un nucleo familiare di fronte all’ostinato accanimento degli organi sanitari e giudiziari che interpretano con assoluta superficialità ed incompetenza prove prive di fondamento. Il film riesce a conservare
la spontaneità e l’ironia con la quale Giovanna annota nel romanzo tutte le vicissitudini familiari rimarcando soprattutto sia l’estrema solitudine di famiglie
che devono gestire condizioni di disabilità e sia la fragilità delle istituzioni che
dovrebbero tutelare la salute dei minori e delle loro famiglie. Impreziosito dal
contributo interpretativo di grandi attori italiani di scuola teatrale, il film si impone, tra gli altri indiscussi meriti, come acuta testimonianza di una adolescente il cui percorso di crescita è comunque condizionato dalla presenza di
una sorella disabile.
LE RECENSIONI DEI FILM SONO A CURA DI STEFANO CONTE
4
30 ottobre 2014, ore 20.30
Elle s’appelle Sabine
di Sandrine Bonnaire con Sabine Bonnaire, Sandrine Bonnaire - 2007 Francia 2007 - Durata 85 minuti - Distribuzione Italiana Vivo Film.
Esordio alla regia di una delle più importanti ed affermate attrici francese degli
ultimi venti anni, Sandrine Bonnaire ha scelto di dirigere un documentario coraggioso e di grande intensità emotiva dedicato a Sabine sua sorella minore. Sabine fin da bambina aveva evidenziato gravi problematiche di inserimento sociale aggravate da scoppi di aggressività spesso difficilmente controllabili. Nonostante indubbie capacità cognitive, arricchite peraltro da una particolare predisposizione per la musica, la crescita di Sabine è stata determinata da un progressivo isolamento sociale e da un sofferto allontanamento dal nucleo familiare per la difficoltà sempre più evidente di gestione del comportamento di Sabine, incontrollabile ed esplosivo. Per il peggioramento del suo stato mentale,
con diagnosi approssimative che inquadravano i disturbi psichici di Sabine
all'interno di uno spettro autistico, i familiari hanno deciso di ricoverare la ragazza in una istituzione per malattie mentali. Grazie alla determinazione di
Sandrine divenuta attrice famosa, dopo una degenza durata ben cinque anni,
caratterizzata da pesanti contenimenti di tipo farmacologico cha hanno determinato un grave deterioramento delle competenze cognitive, Sabine è finalmente approdata in una comunità in grado di accogliere le sue esigenze e restituirle una possibilità di vita più dignitosa.
Noi incontriamo Sabine proprio in questa nuova struttura ed il film ne descrive
la sua vita quotidiana con il suo tentativo di aderire alle proposte di interazione
sociale effettuate dagli educatori e di accettazione di cure (anche farmacologiche) più umane ed adeguate. Il documentario è costruito sull'alternanza tra le
scene di questa vita comunitaria attuale con i filmati familiari di quando Sabine appariva bellissima adolescente non completamente devastata e svuotata
dalla malattia mentale. Il film è una riflessione struggente sulla malattia mentale e nello stesso tempo è una dei più emozionanti ed intense dichiarazioni di
affetto che una sorella possa fare verso una sorella malata.
Via G. B. Moroni 188 - 24122 BERGAMO - Tel. e Fax 035 223483 - mail: [email protected] - www.nepios.org