Approfondimento 4.3 Metodi di campionamento dei

Approfondimento 4.3
Metodi di campionamento dei soggetti
Una volta definita la popolazione target occorre valutare da quanti elementi è composta e se può valer la pena cercare di ottenere dati su ognuno di essi. Nella stragrande maggioranza dei casi non è
necessario arrivare a questo risultato, però il riuscire ad elencare tutti gli elementi di una popolazione ci permette di realizzare un campionamento di tipo probabilistico, ossia una procedura di raccolta dei dati in cui ogni elemento della popolazione ha una probabilità nota a priori di entrare a far
parte dello studio. Avere un elenco degli elementi, infatti, ci potrebbe consentire di eseguire un
campionamento casuale semplice, ossia un campionamento nel quale le unità di analisi vengano
estratte singolarmente in modo casuale, in modo che ogni unità di analisi abbia la stessa probabilità
di venire selezionata e la sua probabilità di entrare a far parte del campione sia indipendente da
quella delle altre. Il vantaggio di questo tipo di campionamento è che la casualizzazione massimizza
la probabilità che le caratteristiche della popolazione siano adeguatamente riflesse campione, che
quindi risulterà rappresentativo. Altri tipi di campionamento che permettono di raggiungere questo
risultato presuppongono non solo la possibilità di elencare tutti gli elementi della popolazione, ma
anche la conoscenza di alcune loro caratteristiche. Si avrà quindi il campionamento stratificato
quando si può dividere la popolazione in sottogruppi omogenei definiti da variabili chiave (ad esempio, genere, fascia di età, titolo di studio, etnia, etc.) ed estrarre da ciascuno di essi si estrae un
campione casuale. Si parla poi di campionamento per cluster quando sia possibile divedere la popolazione, in modo naturale o artificiale, in sottogruppi, detti appunto “cluster”, di unità di analisi
aggregate in base a criteri specifici (per esempio, gli abitanti di un quartiere o una classe scolastica):
una volta selezionato il cluster, il test verrà somministrato a tutti gli elementi che lo compongono. Il
campionamento sistematico, infine, comincia sempre da un elenco di tutte le possibili unità di analisi, ma parte da un punto casuale e prosegue selezionando un elemento ogni k elementi successivi.
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Ad esempio, chi si occupa degli exit poll durante le elezioni intervista fuori dal seggio elettorale un
elettore ogni cinque che passano.
I tipi di campionamento appena presentati rappresentano le situazioni ideali per qualunque
ricerca. Nella dura realtà di ogni giorno, però, sappiamo tutti benissimo che sono rare le occasioni
in cui è possibile mettere in pratica una di queste procedure. Il campionamento che facciamo di solito, quindi, è meglio identificabile come campionamento non probabilistico, in quanto non siamo
in grado di stabilire a priori l’elenco di tutti gli elementi della popolazione e quindi nemmeno la
probabilità che ha ogni elemento di entrare a far parte del campione. Spesso, quindi, si procede con
un metodo detto campionamento a scelta ragionata, nel quale la selezione dei soggetti non è guidata da una tavola di numeri casuali, ma dalle conoscenze e dalle informazioni che possediamo sulla popolazione. Per cui, la scelta dei soggetti potrebbe non essere casuale, ma ragionata in base considerazioni sulla popolazione. Si potrebbe infatti considerare che in alcuni quartieri di una città il
livello socio-economico dei soggetti sia più elevato che in altri, o che in alcuni comuni di una provincia la percentuale immigrati sia maggiore. In base a queste considerazioni si può quindi “pilotare” la raccolta dei dati in modo da individuare un campione composto da elementi, per così dire,
“tipici”, così da essere certi che essi appartengano alle tipologie più rilevanti per gli scopi della ricerca. In questo caso il campionamento diventa di tipo non probabilisitico, in quanto è il giudizio
del ricercatore che guida la scelta delle unità di analisi. Una variante non probabilistica del campionamento stratificato è invece il campionamento per quote: se sono note, ad esempio, le percentuali
di individui nella popolazione che ricadono in un certo strato, si può decidere di raccogliere un
campione di soggetti della numerosità che garantisca la perfetta rappresentatività del numero di
soggetti con tali caratteristiche. Differentemente dal campionamento stratificato, però, la non disponibilità dell’elenco di tutti i membri della popolazione che fanno parte dello strato impedisce la casualizzazione della selezione. È il caso in cui si ritrovano spesso i laureandi o i tirocinanti, che vengono spediti in giro per la città o per la provincia in cerca di “maschi fra i 50 e i 60 anni laureati” o
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“femmine fra i 20 e i 30 anni con licenza media”: in questi casi, sostanzialmente, si cerca la persona
con la “giusta” combinazione di caratteristiche e la prima che si trova viene implorata di compilare
il test. Infine, il reale metodo di campionamento utilizzato nella maggior parte delle ricerche in psicologia: il campionamento di convenienza. In pratica, si contattano le persone che, a vario titolo,
sono più a portata di mano e disponibili a partecipare. In genere sono gli studenti di psicologia per il
semplice fatto che sono in contatto col docente che progetta la ricerca o col loro compagno o compagna che raccoglie i dati. Utilizzando gli studenti come tramite è possibile ottenere quello che in
gergo si chiama il community sample, ossia il campione di persone che non sono studenti di psicologia ma sono a loro legati da parentela o conoscenza. L’avvento di internet e delle e-mail ha fatto
sì che tale campione al giorno d’oggi possa essere allargato anche ai contatti della rubrica della posta elettronica o di un social network − posto che sia possibile somministrare con l’adeguata procedura il test anche a distanza. Quando un soggetto viene utilizzato da tramite per ottenere altri soggetti si parla più precisamente di snowball sampling (a palla di neve). In altri casi, il campionamento di convenienza viene realizzato somministrando il test a persone che si trovano nelle sale di attesa di specialisti o parrucchieri, o sui treni, o nei centri commerciali. Maggiori dettagli sulle tecniche
di campionamento sono disponibili in De Carlo e Robusto (1996).
A livello pratico, se il test è stato concepito per l’uso nella popolazione generale, nello studio preliminare dovrebbero essere raccolti dati su almeno un centinaio di soggetti, avendo cura di
massimizzare la variabilità almeno per le tre variabili di base, ossia il genere, l’età e il titolo di studio − in un campionamento di convenienza si presume che non vi sia accesso anche ad aree geografiche diverse da quella dove viene svolto lo studio. Dovremmo quindi aver cura di avere più o meno
la stessa percentuale di maschi e femmine, contrariamente a quello che accade di solito: in molti
studi pubblicati sui test, infatti, vi capiterà di osservare che la percentuale di femmine nei campioni
è compresa fra il 60% e l’80%, sia perché gli studenti di psicologia sono per lo più femmine, sia
perché le donne, in generale, tendono ad essere più interessate e disponibili alla compilazione di test
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psicologici. Per quanto riguarda l’età, a meno che non siano la popolazione target del test è preferibile evitare i minorenni, in quanto la somministrazione di test a minori prevede la richiesta del consenso informato anche da parte dei genitori, dei tutori legali e/o degli insegnanti attraverso una procedura che talvolta può richiedere tempo e non necessariamente produce i risultati sperati. Un limite
superiore di età, sostanzialmente, non c’è, anche se con soggetti anziani si pone il problema che siano nelle condizioni di leggere e comprendere correttamente le istruzioni e gli item. Il titolo di studio, infine, dovrebbe essere il più variabile possibile. Spesso, infatti, si hanno pochi soggetti con un
titolo di studio basso (licenza media o inferiore) e molti con un titolo di studio medio (diploma) e
alto (laurea triennale e superiore). Nondimeno, la vera prova della comprensibilità degli item la porta chi ha un titolo di studio basso, soprattutto se limitato alla licenza elementare. Il problema, però,
è che questo tipo di individui può essere relativamente difficile da raggiungere, dato che ci muoviamo quasi sempre nell’ambito degli studenti di psicologia (quindi studenti universitari) e dei loro
congiunti e conoscenti.
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