I supplementi di Supplemento al num. 29 anno 8 di frammenti frammenti La longevità come criterio di scelta In equilibrio tra sostenibilità e appropriatezza sf punto di vista Beni progettati per durare I di G ianluigi Cussotto n un contesto in cui il contenimento dei costi è, oltreché imperativo morale, la sola via percorribile per una sanità sostenibile, si impone l’adozione di sistemi di valutazione che co- niughino risparmio e appropriatezza. In tal senso, l’utilizzo della prospettiva temporale diviene ineludibile al fine di salvaguardare la qualità della cura. Anziché porsi ai margini della valutazione, la longevity, intesa come la longevità della batteria di un dispositivo medico, entra nell’alveo dei requisiti di eligibilità di un prodotto. Consentendo una diminuzione dell’incidenza di re-interventi, la maggior durata in vivo di un dispositivo medico farebbe l’interesse del paziente e del sistema sanitario, sia in termini clinici che economici. Durata in vivo come esito, quindi. A oggi, infatti, l’efficacia del singolo trattamento è condizione sì necessaria ma non più sufficiente a decretarne il successo. Ben più importanti sono l’efficacia e soprattutto l’efficienza della cura, la cui valutazione abbraccia l’intera gamma degli interventi. Di qui l’importanza del persistente riesame delle performance cliniche che trova “ nei registri di monitoraggio la massima espressione. Di fronte all’ineludibile esigenza di mantenere eccellenti gli standard di L’utilizzo della prospettiva temporale diviene criterio ineludibile per la qualità della cura “ 2 cura in un regime di contenimento dei costi, la longevità di un dispositivo medico è tra le innovazioni tecnologiche in grado di fare la differenza. Il risparmio sarebbe infatti generato dal minor numero tanto di sostituzioni che di eventi avversi e riospedalizzazioni. La selezione e l’acquisto di beni in sanità, dunque, non possono poggiarsi sul minor costo iniziale come unico criterio di scelta che, oltre a mettere a repentaglio la salute del malato, si rivelerebbe foriero di sprechi a lungo termine. Vale a questo punto la pena di saggiare le opinioni dei competenti clinici, dei tecnici, dei decisori, degli acquisitori e dei farmacisti, senza mai perdere di vista l’ago della bussola, ovvero il bene del paziente. sf primo piano La qualità in sanità L di M aria Chiara Giglio a necessità di coniugare appropriatezza delle prestazioni e riduzione dei costi impone l’adozione di modelli gestionali più efficaci basati su adeguati sistemi di valutazione. Ma valutare i dispositivi medici è spesso un’impresa, in virtù di un tasso di innovazione talmente alto da scoraggiare qualsiasi tentativo esaustivo di catalogazione. Sono dunque necessari approcci specifici che tengano conto delle caratteristiche del settore, per niente sovrapponibili a quelle del mondo farmaceutico. Il tema è stato ampiamente dibattuto il 19 dicembre scorso a Roma in un convegno promosso dalla Federazione delle associazioni regionali degli economi e provveditori della sanità (FARE), dall’Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione (AIAC) dalla Società italiana di farmacia clinica e territoriale (Sifact). Tra i temi maggiormente dibattuti, la longevità dei dispositivi medici, parametro che più di altri esige l’equilibrio tra qualità della cura e risparmio. Ma tra qualità e risparmio non ha dubbi Francesco De Nicolo, presidente Fare, secondo il quale «le amministrazioni sanitarie non possono basarsi sul prezzo più basso. Va “ sempre considerato il livello globale delle prestazioni. Il prezzo più basso, infatti, non è sempre indice di riduzione della spesa». Il prezzo più basso non è sempre indice di riduzione della spesa Inoltre, la qualità è un parametro del tutto compatibile con le logiche di contenimento costi. E a intervenire sui dispositivi salvavita è Claudio Amoroso, componente del direttivo Fare, che ricorda come «in base alle norme europee tra i nuovi criteri di valutazione vi sia il costo dell’intero ciclo di vita del prodotto, soprattutto nel caso di stimolazione cardiaca, in quanto la sostituzione comporta inevitabili costi clinici, in aggiunta a quelli economici». «La longevità è parte della cura e genera risparmio», conclude Luigi Padeletti, presidente Aiac . E i benefici sono per tutti, pazienti, medici e terzo pagante. 3 “ sf Criteri di scelta dei dispositivi medici focus sulla longevity di F ederica Schiavon 4 L unga vita ai dispositivi medici. Tra i criteri di scelta dei medical device, la longevity, ovvero «la durata del tempo di servizio di un dispositivo superiore alla media», sta assumendo grande rilevanza nel campo della cardiologia. In particolare nel settore dell’elettrofisiologia cardiaca, che si occupa di pacemaker e defibrillatori. In un contesto caratterizzato da un aumento della domanda di assistenza sanitaria e da una drastica diminuzione delle risorse, diviene necessario ridefinire le modalità di selezione, valutazione e acquisto di beni e servizi, al fine di coniugare esigenze di risparmio, qualità delle cure e innovazione tecnologica. Nei processi di scelta entrano dunque in gioco molti fattori, oltre a quelli prettamente economici, quali l’appropriatezza, l’efficacia, la sostenibilità. PROCESSI E CRITERI DI SCELTA IN CARDIOLOGIA Il processo di scelta dei dispositivi medici prevede, nell’ordine, una fase valutativa (analisi della letteratura, Health Technology Assessment, valutazione dei fabbisogni) e una fase tecnica (capito- sf inoltre che «la valutazione di un dispositivo medico parte dall’analisi della letteratura scientifica in materia, analizzando sicurezza, efficacia, costi e impatto sull’organizzazione. Questo, considerando sempre gli esiti a breve, medio e lungo termine, collegati con la durata dell’apparecchio (eventuali riospedalizzazioni, rischio per il paziente), per arrivare ad analizzare nel dettaglio il dispositivo nel suo contesto clinico-organizzativo. Le misure teoriche di efficacia di una tecnologia (efficacy) sono confrontate con quanto accade effettivamente nella pratica clinica (effectiveness) e tutte le tecnologie esaminate vengono confrontate con la migliore alternativa possibile sull mercato. È fondamentale che i report siano condivisi tra le varie professionalità operanti nelle amministrazioni (economisti, clinici, farmacisti, ingegneri clinici) e il maggior numero “ Longevity: la durata del tempo di servizio di un dispositivo superiore alla media “ lati, meccanismi d’acquisto, commissioni). La valutazione di Health Technology Assessment (HTA), tra i diversi parametri considerati, mette in relazione le misure di costo con i risultati in termini di salute del paziente, evidenziando le possibili alternative disponibili sul mercato. Teresa Gasparetto, responsabile del Programma per la Ricerca, l’Innovazione e l’HTA (PRIHTA) della Regione Veneto, spiega che «data la multidisciplinarietà delle valutazioni di HTA, molti sono i criteri tenuti in considerazione per un dispositivo medico. La longevity, in particolare, è stata esaminata in ambito neurologico nella corrente valutazione sui dispositivi ricaricabili a fronte di quelli non ricaricabili. Considerate le recenti innovazioni anche in campo cardiologico, sta diventando un criterio da tenere sempre più in considerazione». Gasparetto precisa di stakeholder del sistema. Solo dal confronto costante e continuo – conclude la dirigente –, emergono gli elementi che, pur non essendo esplicitati tra i parametri standard da considerare, possono rappresentare elemento di notevole importanza». Per quanto riguarda la fase tecnica, Claudio Amoroso, componente del direttivo Fare, spiega: «Nel caso di gare per la fornitura di pacemaker e defibrillatori è pressoché obbligatorio il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Per tale motivo il capitolato 5 sf e il progetto tecnico devono essere estremamente dettagliati e precisi. Per una corretta valutazione di un prodotto, occorre esaminare il livello di prestazione, la misurabilità rispetto alle specifiche tecniche poste in gara e raffrontare le caratteristiche tecniche al prezzo praticato. Strettamente connessa alla scelta dei criteri di valutazione è ovviamente l’indicazione della relativa ponderazione, ovvero l’utilità che il singolo elemento di valutazione riveste per la stazione appaltante rispetto alla totalità degli elementi di determinazione dell’offerta per quello specifico appalto». Ma, secondo Amoroso, le amministrazioni aggiudicatrici devono tenere presente un altro indicatore rilevante: i costi dell’intero ciclo di vita del prodotto. Questo in ragione del fatto che la scelta più economica talvolta può non rivelarsi tale nel medio-lungo periodo. Con riferimento alla 6 normativa del Parlamento europeo nella nuova proposta di direttiva 896/2011, il provveditore precisa che si tratta di «un concetto che comprende tutti i costi che emergono durante il ciclo di vita delle forniture sia in termini di costi interni (sviluppo, produzione, uso e manutenzione) che di costi esterni, a condizione che possano essere monetizzati e controllati. Da questo assunto è facilmente desumibile che tra i costi occorrerebbe includere anche quelli di durata del prodotto e quelli che si andranno a sostenere per la sua sostituzione». Un dato che, per rappresentare la rispondenza delle performance ottenute da quelle preventivate, deve però essere verificato basandosi su dati reali relativi ai pazienti mediante l’utilizzo di sistemi di monitoraggio remoto. «Attraverso questi sistemi, si esaminano risultati su migliaia di pazienti in con- dizioni ambientali e vitali non sempre e totalmente riproducibili in laboratorio, quindi non falsati da una linearità di riproduzione che può svilupparsi in un test effettuato in un setting controllato. A differenza della certificazione del costruttore su prove di laboratorio che, comunque, sono di parte, quella su remoto è verificabile perché le aziende dovranno specificare i centri di riferimento e quindi la stazione appaltante potrà effettuare delle verifiche presso gli stessi centri. Una conferma a quanto sostenuto – sottolinea –, viene dallo stesso Ministero della Salute che, nel decreto dell’11 gennaio 2013, tra i criteri relativi ai parametri di qualità e standard tecnologici per l’individuazione dei dispositivi medici ai fini della fissazione dei prezzi di riferimento di cui al decreto legge 98 del 2011, ha incluso per l’appunto la durata di vita». La raccomandazione – con- sf clude Amoroso –, è che nelle valutazioni per la scelta dei dispositivi medici (in particolare quelli per cardiostimolazione) le amministrazioni sanitarie includano anche la durata in vivo di ogni device, poiché la sostituzione comporta costi clinici ed economici». ASPETTI CLINICI DELLA LONGEVITÀ Che cosa determina, da un punto di vista prettamente clinico, il fatto che un dispositivo sia più o meno longevo? Quali sono i vantaggi per i pazienti? Una ricerca del Journal of the American College of Cardiology dimostra che il 70% dei pazienti vive più a lungo delle batterie del defibrillatore, la cui durata media è di 4,3 anni. Le probabilità di un reintervento, dunque, sono molto alte. Il motivo per cui il device finisce di espletare la propria funzione, in base a quanto ri- 8 portato da Heart Rhythm, in un articolo del 2012 di Joep Thijssen, ricercatore presso il dipartimento di cardiologia dell’Università di Leads, è, nel 72% dei casi, l’end of service della batteria, sebbene la percentuale di sostituzioni legata ad altri fattori non sia da trascurare (10% di device upgrade, 8% di device infection, 6% di malfunzionamento del sistema, 1% causato da un intervento di trapianto cardiaco). La longevity è un criterio che vale in particolare per gli Implantable Cardioverter-Defibrillator (Icd) e i Cardiac Resynchronization Therapy-Defibrillator (Crt-d). Sostituire un dispositivo impiantabile per la stimolazione cardiaca comporta tuttavia un tasso piuttosto alto di complicanze, che possono essere raggruppate in termini di outcomes clinici (morte, arresto cardiaco e/o respiratorio, sindrome coronarica acuta, infezioni) del paziente (qualità della vita più bassa, ansia, limitazioni e restrizioni nelle attività quotidiane) ed economici (costi per il trattamento delle complicanze, costo dei device), come rilevato in uno studio di Borleffs, pubblicato su Pace nel 2010. La stessa analisi riporta che, con un aumento della longevità da 5 a 7 e 9 anni, rispettivamente il 26,6% e l’84% dei pazienti avrebbe evitato una sostituzione, concludendo che il prolungamento della durata delle batterie riduce sensibilmente i costi e i rischi del paziente. Sempre il Journal of the American College of Cardiology riferisce che il 73% dei pazienti si preoccupa della durata del dispositivo e la considera la caratteristica più importante da valutare, nella speranza di evitare o rimandare quanto più possibile l’evenienza di un secondo intervento. sf A CIASCUNO IL PROPRIO DISPOSITIVO I clinici concordano sul fatto che il criterio della longevity di un apparecchio per la cardiostimolazione apporti benefici oggettivi, pur non rappresentando un parametro di scelta assoluto. «La longevità del dispositivo è un criterio importante – spiega Alessandro Capucci, professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Politecnica delle Marche di Ancona e direttore della clinica di cardiologia presso gli Ospedali Riuniti dello stesso capoluogo –, soprattutto in pazienti giovani, al di sotto dei sessant’anni, in pazienti diabetici o che hanno avuto problemi di tipo infettivo, per i quali è auspicabile non sostituire il device. La longevità riveste dunque una grande “ Lo scopo è di evitare o rimandare il più possibile il rischio di un secondo intervento “ In tale scenario, risulta chiaro che la durata del device diventa un criterio rilevante e che gli sforzi si concentrano verso il miglioramento di quei fattori che aumentano la vita di servizio, in particolare il tipo di batterie. Oggi come oggi viene considerato longevo un dispositivo che ha una vita superiore ai 5-6 anni ma, grazie alle tecnologie attuali e alla chimica innovativa delle batterie stesse, realizzate con celle al litio e biossido di manganese, si è in grado di produrre batterie che offrono una durata superiore ai 10 anni. importanza tra i vari criteri che vanno adottati per la scelta del dispositivo, ma è da valutarsi anche in relazione alle caratteristiche del paziente trattato. Ci sono infatti malati, generalmente più anziani, o pazienti affetti da scompenso cardiaco o aritmie, per i quali si privilegiano altri tipi di caratteristiche. Parlo in particolare della trasmissione a distanza di parametri registrati sul sistema di controllo dell’ospedale (tipo di stimolazione, situazione della conduzione atrio-ventricolare, carica della batteria, impedenza, presenza di aritmie atriali e ventricolari, percentuale di stimolazione effettiva dell’apparecchio, frequenza del respiro, resistenza polmonare, contrattività) che, in situazioni di prescompenso, mettono in allarme gli operatori. È evidente che, in questi casi, più parametri registra l’apparecchio, più batterie consuma, meno è longevo». Sulla necessità di ponderare il criterio di longevity in base alle caratteristiche cliniche del singolo paziente è d’accordo Lorenzo Leogrande, ingegnere clinico presso il Policlinico Gemelli di Roma e presidente dell’Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic), che aggiunge: «La longevità dei device impiantabili è un parametro al quale si è posta particolare attenzione in questi ultimi anni. Caratteristica, peraltro, esplicitata nei requisiti essenziali di sicurezza delle direttive comunitarie sui medical device. Tali norme hanno, come obiettivo, la patient safety, ma anche la compatibilità della spesa sociale della sanità pubblica. Altro elemento a conferma di quanto asserito, va ricercato nell’interesse costante sia dell’industria che dei principali centri di ricerca internazionali, declinato nella progettazione di numerosi prototipi, la cui alimentazione avverrebbe indipendentemente dalle fonti convenzionali (batterie) e che sfruttano per esempio il calore del corpo umano o la sua energia cinetica. Tornando invece ai device già presenti sul mercato, la letteratura conferma che buone performance tecniche si traducono nella maggiore sicurezza per il paziente e nella riduzione della probabilità di reinterventi. In termini clinici, dunque, non vi è dubbio che il tema della longevità dei dispositivi medici impiantabili rappresenti un criterio auspicabile. Nell’ambito di una procedura di valutazione, questa caratteristica può 9 sf essere contemplata attraverso la consultazione di diverse fonti: da un punto di vista descrittivo sono utili le schede tecniche dei produttori, mentre da un punto di vista funzionale gli studi clinici che hanno testato il device. Pur essendo un tema di interesse, va detto che quello della longevità non rappresenta ancora un criterio ben esplicitato all’interno dei capitolati o delle specifiche tecniche redatte in fase di definizione di una gara. Sarebbe desiderabile in tal senso una maggiore documentazione clinica, quindi maggiori report di costo-beneficio – conclude Leogrande –, che confermino la dinamica virtuosa per la quale la longevità diventi una delle scelte da privilegiare, rispetto all’approccio più conservativo dell’acquisto del sistema meno costoso». Un altro tema si presenta in caso di scelta del dispositivo secondo criteri di longevity, ed è il problema della reale durata del dispositivo rispetto a quella dichiarata dalla ditta 10 produttrice. «La questione commenta Capucci - non è tanto imputabile al fatto che la ditta produttrice dichiari o meno il vero, quanto alle condizioni particolari di ogni intervento e di ogni paziente, che non sono sempre quelle ideali. In fase di impianto, la priorità è quella di trovare la posizione migliore del catetere, che assicuri la stabilità del dispositivo e una stimolazione costante. Questo può condizionare i parametri di stimolazione e, di conseguenza, la durata in vivo del device in modo consistente». Sul tema si esprime anche Lorenzo Cammelli, direttore sanitario presso il Centro cardiologico Monzino, Irccs di Milano, che pone la questione soprattutto sul piano qualitativo. «Dato il forte impatto dei costi – spiega il direttore –, quando scegliamo un dispositivo, ci indirizziamo verso prodotti che riportano il migliore rapporto costo-beneficio, partendo comunque dal presupposto che devono essere sempre garantite efficacia e sicurezza. In quest’ottica, all’interno dell’ampia gamma di dispositivi bisogna saper effettuare una scelta adeguata per il singolo caso clinico, evitando di posizionarsi troppo in alto (elevato costo non giustificato dalla patologia) o troppo in basso (scarsa sicurezza). Per questo lavoriamo sempre con prime scelte, acquistando i device impiantabili da produttori leader mondiali, che garantiscano innovazione e rispetto dei range dichiarati, cercando di ottenere condizioni di acquisto particolarmente vantaggiose. Anche con scelte di primo livello, bisogna preventivare qualche richiamo ogni tanto, soprattutto per i pacemaker e i Cardioversori - Defibrillatori Impiantabili (Icd), ma fino a oggi si è trattato di casi piuttosto rari, segnalati a livello internazionale e legati a probabilità di malfunzionamento estremamente basse». sf Medical Device Flash News Numero 2 • 2013 - Modernità (equivalente a innovazione) - Affidabilità nità (equivalente a innovazione) Fig.1 - elementi legati al genere utili all'ottimizzazione della terapia con defibrillatori e defibrillatori sincronizzati bilità ementi legati al genere utili all'ottimizzazione della terapia con defibrillatori e defibrillatori sincronizzati CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO Per maggiori informazioni scrivere a: [email protected] CA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO COMPLETO maggiori informazioni scrivere a: [email protected] Realizzato con il supporto non condizionato di 11 o con il supporto non condizionato di Riceve questa comunicazione nel rispetto del D. Lgs. 196/03, in seguito ad accettazione e autorizzazione al modulo di adesione compilato in sede di Congresso SIFO 2012. - Copyright Maya Idee srl -Per cancellare l'iscrizione da questa Mailing List visita questo link sf 10 anni di affidabilità dell’elettrocatetere * e 10 anni di garanzia sulla longevità del dispositivo ** affidabilità e garanzia uniche nel settore! aprile - giugno 2012 * Sulla base dei dati di probabilità di sopravvivenza per gli elettrocateteri ICD. PPR Boston Scientific Q3 2012; PPR Medtronic 1st Edition 2012; PPR St Jude 1st Edition 2012; PPR Biotronik Luglio 2012. CRM-119803-AA Ott 2012. ** Questa garanzia si applica a INCEPTATM & ENERGENTM ICD VR. CRM-119803-AA Ott2012. CRM-179401-AA-August 2013
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