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n° 366 - agosto 2014
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La rotonda sul mare
di Moses Levy
Un artista che, nel ventennio tra le due guerre, ha fissato l’immagine di una
mondana e rutilante società vacanziera, espressione del proprio tempo
È nello scenario definito da D’Annunzio “il più bello dell’universo”,
quello della Viareggio elettrizzante
del ventennio tra le due guerre, che
si muove e opera l’artista italo tunisino Moses Levy. In quell’espressione
ben organizzata di armonia totale e
gioia di vivere alimenta la sua vivace
fantasia per ricoprire le tele con le sfumature del mare, col candore dei bianchi e i colori squillanti dei bagnanti.
Come gli impressionisti o Picasso e
Matisse in Costa Azzurra, Levy si concentra sulla luce e su quel mondo, traducendo in uno stile personale la fantasmagoria dei riverberi, gli effetti
del cielo e le vele ondeggianti.
Nato a Tunisi, si trasferisce in Italia
con la famiglia a dieci anni, ed è nel
clima creativo della Versilia, lo stesso
in cui spiccano personalità come
Lorenzo Viani, Enrico Pea, Giacomo
Puccini e Mario Tobino, che si struttura la sua formazione. In quel tratto
di costa, già riconosciuto come luogo
ideale di meditazione e ispirazione,
Levy si afferma come raffinato interprete della “poetica dell’intimismo” e della “vita vissuta” per usare
le parole di Ragghianti.
Insieme a Viani frequenta l’Istituto
d’Arte di Lucca e poi anche i corsi all’Accademia di Belle Arti a Firenze,
tra cui quello di nudo tenuto da Giovanni Fattori. In questo periodo si dedica molto alla grafica e la sua mano
risente dell’insegnamento del maestro. Sarà proprio la passione per la
grafica ad avvicinarlo a Renato Natali e al gruppo del Caffè Bardi di Livorno, ambiente di artisti particolarmente attenti alla litografia, al disegno e all’acquaforte.
Levy tornerà spesso a Tunisi per dipingere soggetti locali senza mai smen-
sopra Donna con ombrellino e cane sulla spiaggia - Collezione privata
sotto Madre e bambini sulla spiaggia - Collezione privata
pag. 2
sopra
Luce marina
Collezione privata
a lato
Nurse e bambini
in riva al mare
Collezione privata
tire la formazione toscana, e compirà
anche numerosi viaggi in Europa riuscendo a esporre a Parigi nel ’32. È
questo il momento in cui comincia
ad allontanarsi dalla formazione con
Fattori per lasciarsi travolgere dal carattere mediterraneo ricco di tinte
forti, e dagli odori e sapori dei souk
della sua terra natale.
È un gran viaggiatore, ma i suoi punti
di riferimento restano sempre Tunisi,
Parigi e Viareggio. La provenienza
dalla borghesia ebrea tunisina, la formazione pittorica post-macchiaiola
toscana, l’esperienza parigina e i
frequenti viaggi lo arricchiscono senza
mai abbandonarlo. Tornando sempre
ai suoi luoghi di riferimento attraversa tutta l’Europa e i paesi del Mediterraneo, la Francia, la Spagna, la
Scandinavia, il Portogallo, il Marocco.
Dotato di capacità e sensibilità non
comuni, Moses Levy riesce ad assorbire e rielaborare tutto ciò che incontra e, nello stesso tempo, a coltivare
la sua personale espressione. La pen-
nellata matura diventa intensa e accesa e dalle tele emergono, fondendosi, tutte le esperienze elaborate,
dalle marine versiliesi al “bianco calce”
tunisino.
La parabola creativa dell’artista, copre oltre metà del Novecento. È con
occhio particolarmente attento che
Levy conduce la sua ricerca figurativa, un occhio che indaga in modo
discreto, quasi a non voler recare disturbo all’allegria che osserva e ritrae.
Un occhio che con riguardo e avidità
afferra luoghi, luci, volti, che con curiosità coglie mondi e persone e con
abilità stupefacente trova sintonie e
assimila culture disparate. La Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna
in collaborazione con la Fondazione
Parchi Monumentali Bardini e Peyron presenta, presso gli spazi espositivi di Viareggio, fino al 19 ottobre
prossimo, la mostra Moses Levy. Luce
marina. Una vicenda dell’arte italiana
1915-35. Si tratta di un’eccezionale
selezione di opere tesa a rievocare il
pag. 3
glorioso periodo viareggino. È in quel
momento che l’artista raggiunge le
più alte vette: le spiagge, i bagnanti,
le rotonde versiliane, le notti al Kursaal che si mescolano alla memoria
dei souk e ai colori nordafricani.
È dall’intimo dialogo con la città marina che è maturata l’idea dell’esposizione. È Viareggio, infatti, che, nonostante gli spostamenti voluti o forzati resta la città che più ha condizionato la sua sensibilità visiva e nella
quale vorrà sempre tornare. All’allontanamento dovuto alle persecuzioni
razziali, per le quali Moses Levy deve
lasciare l’Italia per riparare prima a
Nizza e poi a Tunisi, fa seguito dopo
la guerra il rientro nel nostro paese:
dopo un periodo fiorentino, il pittore
si stabilisce definitivamente nella sua
amata Viareggio.
La mostra monotematica presenta una
selezione di quaranta dipinti affini
cronologicamente, ma più che altro
per il tratto interpretativo. La volontà
è quella di farli dialogare intimamente
così da evidenziare l’eccentrico e ricercato linguaggio formale, precedente alla svolta cruciale che dalla luminosa poetica del periodo tra le due
Mareggiata - Collezione privata
guerre, si schiude all’inquieto sentimento visivo della metà del Novecento.
Un’eccellente occasione per cogliere
la creatività di un artista che, negli
anni che vanno dal primo conflitto
mondiale agli anni Trenta, meglio di
ogni altro ha tradotto l’immagine di
quella straordinaria stagione viareggina: l’immagine rutilante di una società vacanziera e mondana, che dava
vita ai riti e ai miti dell’estate versiliese.
francesca bardi