SOGNO DIRITTO DI OGNI CREATURA: La nascita di un sogno. Mi presento sono Matt, sono un normale bambino di dieci anni coi capelli al vento e qualche dentino che manca. Ai grandi do fastidio, mi ritengono un bambinetto chiacchierone, impiccione, vivace e spensierato, ma io dico loro si sono mai visti? Abito a New York, in centro, proprio vicino ai palazzi di quei “tizi” che si vedono in Tv. Vivo con mamma e papà, ma a dirla tutta non è proprio il mio vero papà, io lo chiamo così ma il mio vero papà io non l’ho mai conosciuto, mamma non mi parla mai di lui. Comunque dicevo, vivo von mamma e papà, si insomma ci abito per modo di dire; loro sono sempre fuori casa nei week-end, feriali e festivi, sono sempre a riunioni di lavoro, interviste e conferenze stampa. Vado alla scuola più rinomata del quartiere, sono in 4^ elementare e come ogni anno, oggi è il giorno della solidarietà. La signora maestra (lei vuole che la chiamiamo così, sempre) ci ha fatto vedere un filmato sui bambini dell’Africa, quelli che ci sono anche nelle pubblicità alla televisione, ci ha spiegato che sono molto poveri, ma secondo me con tutti i soldi che gli danno per fare documentari e interviste, non lo sono poi così tanto. Sempre la signora maestra poi ci ha dato da scrivere una lettera che verrà inviata a un bambino africano che poi mi risponderà. Che bello! Devo raccontargli tutta la mia vita, i miei hobby, i miei sogni… Io non so cosa significa sogno, se cerco nel dizionario c’è scritto “Attività psichica che si volge durante il sonno”, ma questa definizione non mi dice nulla. Eppure la signora maestra ha detto che avere un sogno è bello, ma io ho già tutto. A cosa mi serve? Ho chiesto proprio questo al mio nuovo amico; gli ho chiesto di spiegarmi cos’è un sogno, magari lui lo sa. Il mio amico a distanza si chiama Zanzi, non sa scrivere molto bene, forse lui non ha una brava maestra come me. Quando ho ricevuto la lettera di Zanzi mi sono messo a ridere, mi sembrava impossibile che vivesse così. Mi ha spiegato che lì in Africa non ci sono le scuole, né i palazzoni, né i giorni della solidarietà, mi ha spiegato che nemmeno lui conosce il suo vero papà perché è morto, mi ha spiegato che nel suo villaggio non piove quasi mai, non ci sono le strade e lui cammina scalzo sui sassi. Mi ha spiegato cos’è un sogno. “Il sogno è uno di quei giochi che sai di perdere, ma giochi lo stesso”. Non l’ho capita questa frase di Zanzi, è ovvia, anch’io se so di perdere gioco lo stesso perché è divertente, però andando avanti a leggere, questo gioco del sogno comincia a piacermi. Zanzi dice che il sogno è l’inizio di un viaggio, dice che sognare è bello, dice che i sogni non sono quei filmetti che vedi di notte, ma sono quello che vuoi diventare, quello che vuoi fare, quello che ti permette di farti sorridere pensando a qualcosa di fantastico he solo il destino sa se succederà. Ecco ho deciso. Anch’io voglio iniziare a sognare, è l’unico “mondo” nel quale posso rivelare me stesso senza che nessuno mi giudichi. Ho già trovato il mio primo sogno: voglio andare da Zanzi, lì giù nel suo paese. Deve essere così bello giocare, correre e sognare tuti assieme. Qui dove abito io non si fa nulla tutti insieme, tutti sono sempre presi e pieni di impegni, forse se ci prendessimo un attimo di pausa e iniziassimo a immaginare, anche qui riusciremmo a sognare. Ecco ho trovato il mio secondo sogno: fare in modo che tutti ne nutrano uno. Il sogno è il viaggio più bello di tutta la vita.
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