Esperienze organizzative ospedale-territorio 85 ESPERIENZE ORGANIZZATIVE OSPEDALE-TERRITORIO M. Gamberini*, A. Murri° Mission dell’Azienda USL di Piacenza è la “Tutela della Salute come diritto di cittadinanza e presa in carico dei bisogni di salute del cittadino, espressi in forma individuale o collettiva, attraverso interventi appropriati di prevenzione, promozione della salute, cura e riabilitazione, garantendo i livelli essenziali di assistenza, consolidando l’integrazione tra assistenza territoriale e ospedaliera, in una logica di corretto ed economico utilizzo delle risorse.”(1) L’Azienda di Piacenza “orienta la propria azione cercando di sviluppare e rafforzare congiuntamente le funzioni di governo-committenza e quelle di gestione-produzione, con la finalità di governare in modo più puntuale la complessità territoriale, garantendo maggiore omogeneità nell’offerta e nell’accesso ai servizi: la committenza persegue l’equità, la sostenibilità, il controllo strategico sugli outcome, mentre la produzione persegue l’accessibilità, l’appropriatezza, la qualità e l’innovazione delle prestazioni. La L.R. 29/2004 stabilisce che le aziende USL sono articolate in distretti ed organizzate per dipartimenti, sottolineando la differenza fra i distretti come organo di decentramento del governo aziendale ed i dipartimenti come logica organizzativa fondamentale per la gestione della produzione dei servizi e delle prestazioni assistenziali. La funzione di governo è propria della Direzione Generale e, a livello locale, del Direttore di Distretto e quella di gestione è propria dei Dipartimenti.”(2) L’Azienda di Piacenza “fa parte integrante del sistema emiliano-romagnolo, che ha assunto la logica delle reti Hub and Spoke quale fondamento dei rapporti tra le parti del sistema, permettendo al cittadino l’accesso e la dimissione dal sistema indipendentemente dal luogo. Anche per l’azienda il modello di riferimento per l’organizzazione è quello della rete che nella sua metafora rappresenta uno strumento capace di raccogliere e contenere da un lato i bisogni e dall’altro le risorse necessarie per dare risposta agli stessi”(3). “I valori di riferimento dell’area ospedaliera sono: la differenziazione degli ambiti per intensità di cura, la continuità assistenziale intra ed extraospedaliera, l’accesso e la dimissione dalla rete indipendentemente dal luogo, l’accreditamento, il miglioramento qualitativo delle prestazioni e il superamento delle barriere tra i singoli presidi. La rete ospedaliera aziendale è costituita dagli stabilimenti di Piacenza, Val d’Arda, Val Tidone, Bobbio. Per Direttore Attività Sociosanitarie, Azienda USL Piacenza U.O.C. di Otorinolaringoiatria, Ospedale “G. da Saliceto”, Piacenza * ° 86 M. Gamberini, A. Murri costituire una reale rete ospedaliera fortemente integrata, l’Azienda attribuisce all’insieme dei presidi la forma gestionale di Presidio Unico, con la finalità di rendere più efficaci i servizi ospedalieri evitando dispersioni, sovrapposizioni, duplicazioni di servizi, garantendone una razionale distribuzione adeguata ai bisogni, pur nella diversificazione per gradi di intensità e specializzazione delle cure.”(4) L’area territoriale rappresenta l’ambito dell’azienda dove si realizza maggiormente la separazione tra committenza e produzione. La dinamica introdotta da questa scelta di fondo permette di mettere l’accento principalmente sull’equità e omogeneità nella distribuzione dei servizi. L’area territoriale è anche l’ambito in cui ha più senso parlare di presa in carico, percorsi assistenziali, responsabilità del caso, continuità dell’assistenza. L’orientamento delle risorse a queste logiche è il necessario presupposto per garantire una maggiore equità e omogeneità nella distribuzione dell’offerta”(5). Ed è proprio sulla definizione e gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, nella loro accezione di “migliore sequenza spazio-temporale, codificata, degli interventi diagnostico terapeutico assistenziali e riabilitativi per la gestione di uno specifico problema di salute”, che l’Azienda ha concentrato la propria azione negli ultimi anni, strutturandoli a partire da alcune direttrici di fondo: • devono essere strutturati sulla base di impegni sostenibili, anche sotto il profilo economico; • devono prevedere una tempistica definita, in termini di fasi e sequenza delle azioni; • devono integrare contenuti clinici ed organizzativi; • devono individuare chiaramente competenze e responsabilità; • devono prevedere il monitoraggio delle attività e dei risultati, esplicitando quello che si vuole misurare e predefinendo gli indicatori di valutazione; perseguendo in questo modo obiettivi di miglioramento dell’assistenza in termini di equità, qualità tecnico-professionale e organizzativa, semplificazione, tempestività, appropriatezza, sicurezza e garanzia per gli utenti. Nel processo di costruzione di un percorso, in Azienda si è seguita una traccia di lavoro che prevede: • l’esplicitazione delle ragioni che hanno portato alla costruzione/scelta del percorso; • la costituzione di un gruppo di lavoro costituito da un responsabile e dai referenti di tutte le articolazioni organizzative coinvolte; • l’esame di linee guida e/o documenti di riferimento; • la definizione di criteri inclusione/esclusioni dei pazienti e inizio/fine del percorso; • la stesura di un documento descrittivo del percorso, sia dal lato di professionisti che soprattutto dal lato del paziente; • la definizione di una scheda paziente (check list / reminder) che accompagni il paziente nelle tappe del percorso; • la definizione di indicatori di percorso, di processo ma soprattutto di esito; • la validazione ufficiale a livello aziendale; • la formazione e informazione di personale e utenti; • il mantenimento del percorso, attraverso la definizione di obiettivi annuali, la realizzazione di verifiche periodiche e la formazione continua. Esperienze organizzative ospedale-territorio 87 La gestione del paziente con tracheotomia: la nostra esperienza Le moderne tecniche di rianimazione, gli screening capillari preventivi sulla popolazione con la conseguente capacità di diagnosi precoce e il miglioramento delle tecniche di cura e chirurgiche, hanno contribuito a favorire l’innalzamento della speranza di vita e quindi dell’età media della popolazione, e allo stesso tempo spesso tutto questo si accompagna a un incremento della fragilità e della disabilità. Sempre maggiore è il numero di pazienti con problematiche oncologiche o di tipo respiratorio, che devono essere avviati a sottoposti a tracheotomia per patologie otorinolaringoiatriche, per patologie neurologiche degenerative e/o post-traumatiche. La tracheotomia rappresenta un passaggio molto delicato per il paziente e la famiglia sia dal punto di vista psicologico che clinico-assistenziale. Sin dal ricovero sono forniti al paziente ed ai familiari l’informazione e la formazione per la gestione della tracheotomia (si rimanda al capitolo dedicato “La gestione infermieristica del tracheostoma in ambiente ospedaliero”). L’AUSL di Piacenza ha definito specifiche procedure e percorsi per la gestione e il controllo periodico di questi pazienti. Tali percorsi sono espressione della forte integrazione tra ospedale e territorio, che coinvolgono anche altri attori istituzionali (in primis i Servizi Sociali degli Enti Locali), ed i gestori delle strutture esterne all’azienda (sanitarie e sociosanitarie) che assistono questi pazienti, oltre un ruolo fondamentale della famiglia e dei caregivers. Pazienti autosufficienti con tracheotomia Tutti i pazienti autosufficienti sottoposti a tracheotomia presso la nostra UO e in altre strutture regionali o extra-regionali hanno la possibilità di eseguire la sostituzione periodica della cannula tracheale attraverso un percorso dedicato. L’ambulatorio “sostituzione cannula tracheale” si tiene in tutti e tre i presidi ospedalieri della nostra AUSL nello stesso giorno e con le stesse modalità di accesso (prenotazione tramite impegnativa del MMG). Al momento della visita al paziente sarà sostituita la cannula tracheale, fornita dal Dipartimento Farmaceutico. Ogni paziente ha diritto a due cambi di cannula tracheale l’anno, come stabilito dal nomenclatore nazionale. Tuttavia, è a discrezione dello specialista ORL, che esegue la prestazione, la possibilità di sostituire la cannula tracheale con tempistiche diverse in base alle necessità cliniche del paziente (massimo sei sostituzione di cannula in un anno). Il percorso così strutturato presenta vantaggi sia per il paziente sia per l’organizzazione sanitaria. Il paziente può accedere periodicamente all’ambulatorio senza doversi preoccupare di avere la prescrizione del MMG, procurarsi la cannula tracheale corretta, prenotare una visita ORL tramite il centro unico di prenotazione. Per l’AUSL il percorso così strutturato rappresenta una migliore efficienza di organizzazione della “rete” e non ultimo un risparmio in termini di risorse sanitarie ed economiche. Infatti, una cannula tracheale fornita direttamente dal Dipartimento Farmaceutico dell’AUSL ha un costo ridotto perché è acquistata con contratto centralizzato. Pazienti con “gravissima disabilità acquisita in età adulta” I pazienti con tracheotomia e “gravissima disabilità acquisita in età adulta” rientrano nella rete socio-sanitaria provinciale dedicata all’assistenza a pazienti con “gravissima disabilità acquisita in età adulta”(6), progettata negli anni scorsi e progressivamente strutturatasi nel 88 M. Gamberini, A. Murri tempo, anche grazie all’istituzione del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, che finanzia specificatamente alcuni degli interventi. I pazienti possono scegliere di risiedere a domicilio o presso tre strutture individuate (una per Distretto) nella provincia di Piacenza. Con queste strutture sono stati definiti protocolli e specifiche procedure, codificati gli interventi da parte dei professionisti aziendali e realizzati percorsi di formazione condivisi. Per quanto riguarda la gestione della tracheotomia, lo specialista otorinolaringoiatra esegue un controllo ed eventuale sostituzione della cannula tracheale una volta al mese. Nel caso il paziente sia a casa propria, l’AUSL fornisce direttamente a domicilio tutti gli ausili necessari per la gestione della tracheotomia, oltre a garantire anche la reperibilità del tecnico della ditta appaltatrice per affrontare le situazioni più delicate. Alla sostituzione periodica della cannula provvede direttamente lo specialista ORL individuato nel PDTA. Lo specialista, infatti, si reca a domicilio del paziente portando con sé la cannula tracheale che è fornita, previa richiesta, dal Dipartimento Farmaceutico dell’AUSL. Per i pazienti residenti in struttura la cannula è richiesta dalla struttura stessa sempre al Dipartimento Farmaceutico dell’AUSL. In entrambi i casi è lo specialista ORL a stabilire la tempistica di sostituzione della cannula tracheale in base alle necessità cliniche e d’assistenza dei singoli pazienti, che nella maggior parte dei casi necessitano di ventilazione meccanica invasiva. Il percorso così strutturato è espressione della forte collaborazione e integrazione tra Ospedale (U.O.C. Otorinolaringoiatria), Dipartimento Cure Primarie (U.O. Gestione Territoriale della non Autosufficienza) e Dipartimento Farmaceutico (U.O.S.D. Dispositivi Medici). L’individuazione di uno specialista ORL unico presenta il vantaggio di assicurare la continuità assistenziale ed evita il trasporto dei pazienti non autosufficienti in Ospedale per la sostituzione della cannula. L’organizzazione di questo percorso presenta, come già detto in precedenza, dei vantaggi economici di contenimento della spesa per l’AUSL in termini di fornitura delle cannule tracheale a costo ridotto ed anche del trasporto a carico della struttura o dell’utente. In conclusione l’Azienda ha ritenuto, nella strutturazione dei percorsi per pazienti con bisogni complessi (tra i quali l’essere portatore di tracheotomia è certamente un esempio), di non adottare una visione settoriale per ambiti o setting assistenziali, ma di assicurare, oltre alla necessaria competenza tecnico-professionale dei propri operatori e indipendentemente dal luogo di cura, una valutazione complessiva di tutte le tipologie di bisogno (clinico, assistenziale, riabilitativo, tecnico), in un’ottica di supporto alla persona e alla famiglia. Bibliografia 1. Atto Aziendale AUSL di Piacenza, prima parte, par. 2 2. Ibidem, seconda parte, par. 8.1 3. Ibidem, seconda parte, par. 8.3 4. Ibidem, seconda parte, par. 8.6 5. Ibidem, seconda parte, par. 8.5 6. Rif. DGR 2068/04 e s.m.i., che DGR individua come tali le gravissime cerebrolesioni acquisite, le gravissime mielolesioni, gravissimi esiti disabilitanti di patologie neurologiche involutive in fase avanzata (ad esempio Sclerosi Laterale Amiotrofica, Coree, etc.)
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