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DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
Parma - Via A. Gramsci, 26/B - Tel. 0521.954011
Abbonamento annuale € 43,00 - Copia singola € 1,87
RISERVATO AGLI ASSOCIATI
quindicinale dell’unione provinciale degli agricoltori
PARMIGIANO, PUBBLICATO
DAL MINISTERO IL PIANO DI
REGOLAZIONE DELL’OFFERTA
ANNO LXV - N. 12
14 GIUGNO 2014
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Parma
INCONTRI TECNICI
DI CONFAGRICOLTURA PARMA
Confagricoltura Parma informa gli associati che saranno promossi
incontri formativi su tematiche di stretta attualità per il settore agricolo.
In particolare saranno trattati i seguenti argomenti:
• corretta gestione dei rifiuti agricoli: normativa SISTRI
tema trattato da Giovanni Tommasi direttore di “Cascina Pulita”;
• aggiornamento sulla nuova Pac
tema trattato da Matteo Zecca, capo Ufficio tecnico Confagricoltura
Parma;
• nuove opportunità di investimento del risparmio;
tema trattato da Francesco Di Martino, esperto di Banca Fineco.
Gli incontri si svolgeranno:
VENERDI’ 27 GIUGNO ALLE 10,30 A PARMA NELLA SEDE CENTRALE
DI CONFAGRICOLTURA PARMA IN VIA GRAMSCI 26/B
MERCOLEDI’ 2 LUGLIO ALLE 10,30 A SAN SECONDO
NELLA SALA AVIS DI VIA FRATELLI CAIROLI N. 10
Al termini degli incontri a tutti i presenti sarà offerto un buffet.
E’ stato pubblicato sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Piano di regolazione
dell’offerta del parmigiano reggiano
2014-2016 e il corrispondente decreto di approvazione. Pertanto è
formalmente riconosciuta l’istituzione del Registro Quote Latte Parmigiano Reggiano. “Si tratta di un passaggio storico per il nostro prodotto
– ha scritto in una circolare ai caseifici il presidente del Consorzio del
parmigiano reggiano Giuseppe Alai
- perché, di fronte ad una concorrenza globale sempre più agguerrita,
mercati volatili e la scomparsa delle
quote latte comunitarie, questa scelta, voluta a grande maggioranza
dalla filiera, punta a consolidare il
rapporto e il legame del nostro formaggio con il territorio, attraverso
il coinvolgimento diretto degli allevatori. Ogni informazione relativa
al piano ed al registro è disponibile
sul sito del Consorzio (www.parmi
gianoreggiano.it). Inoltre nella nostra
struttura organizzativa interna è stato
istituito l’apposito ufficio Piani Produttivi (mail: pro@parmigianoreggia
no.it e tel. 0522-700254)”. Al fine di
assicurare la massima informazione di
tutti i soggetti coinvolti su un tema così
importante e nuovo, il Consorzio ha
definito l’organizzazione di un ciclo
di incontri tecnici di presentazione in
tutto il comprensorio della Dop.
RAGGIUNTO L’ACCORDO
SULLA NUOVA PAC
E’ stata raggiunta l’intesa tra il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e le regioni in merito
alla nuova Pac, la Politica agricola
comunitaria 2014-2020 che vale 52
miliardi di euro. “Le scelte – dichiara
il Ministero - sono state fatte, nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione
2007-2013, privilegiando un criterio
di equità, rispettando l'equilibrio territoriale, sintetizzando le numerose
istanze provenienti dai diversi settori
e rafforzando gli ambiti strategici
dell'agricoltura italiana”. La nuova
Pac prevede la ripartizione degli aiuti
accoppiati, per i quali è stata fissata
una quota all'11%, pari a oltre 426
milioni di euro, lasciando il 4% delle
risorse al pagamento di base. I settori
sui quali sono state concentrate le
risorse sono zootecnia da carne e da
latte, piano proteico e seminativi (riso,
grano duro, barbabietola e pomodoro
da industria) e olivicoltura. Per incentivare il lavoro giovanile, è prevista
la maggiorazione degli aiuti diretti
nella misura del 25% per i primi 5
anni di attività per le aziende condotte
Continua a pagina 5
2
GAZZETTINO AGRICOLO
LATTE, LE IMPRESE DEVONO GUARDARE
OLTREOCEANO PER COMPETERE
Le aziende lattiero-casearie con
aspirazioni internazionali non
possono fare a meno di pensare
alle potenzialità delle economie
emergenti. Lo afferma Leo Bertozzi, esperto del settore lattierocaseario, in un articolo apparso
nei giorni scorsi sul sito
www.clal.it. Se in Asia l’attenzione è rivolta in primo luogo alla
Cina – prosegue Bertozzi - non
bisogna dimenticare gli altri mercati del sud est asiatico. Fra questi
il Vietnam, che negli ultimi anni
ha fatto registrare crescite molto
significative nei consumi di latte
dovute alla crescente urbanizzazione e all’aumento del potere
d’acquisto: attualmente la crescita
economica registrata nel Paese è
del 5%. Nonostante la produzione locale di latte copra appena
il 20% dei consumi, con importazioni provenienti soprattutto da
Australia, Nuova Zelanda ed Usa,
il Governo Vietnamita ha introdotto una serie di misure per aumentare produzione ed export.
Anche gruppi multinazionali europei, come FrieslandCampina e
Bel, ma anche Tetra Pack, si sono
già collocati in Vietnam dove
comunque l’impresa che domina
il mercato è Vinamilk con una
quota del 50% nelle vendite di
latte alimentare, la categoria maggiore, oltre a latte condensato e
yogurt. Secondo quanto comunicato dall’azienda, si legge ancora
nell’articolo di Bertozzi, nei primi
tre mesi di quest’anno le vendite
hanno incassato un aumento in
MIGLIORARE I RAPPORTI
TRA BANCHE ED IMPRESE:
I SUGGERIMENTI DI
AGRINSIEME
“Inizia a farsi sentire un fenomeno di
stretta creditizia che sta interessando
solo di recente il settore agricolo e
per di più in maniera marginale (0,3%). Il segnale non va sottovalutato,
perché per la prima volta c’è un’inversione di tendenza”. Lo ha sottolineato il coordinatore di Agrinsieme,
Mario Guidi, intervenendo alla presentazione del nuovo rapporto di
“Agrosserva”, l'Osservatorio di IsmeaUnioncamere sulla congiuntura
dell'agroalimentare italiano. Il rappresentante del coordinamento tra
Confagricoltura, Cia e Alleanza delle
Cooperative italiane ha posto in evidenza come la percentuale di imprese
che chiedono ed ottengono un credito
bancario è superiore (18-22%) nei
settori vitivinicolo, zootecnia da carne
e colture arboree (tranne gli olivi),
guarda caso proprio i comparti che
mostrano un indice di fiducia positivo.
DIRETTIVA NITRATI,
IL MINISTRO MARTINA
LA VUOLE RIDISCUTERE
A BRUXELLES
valore pari a 337,4 milioni di dollari, +3,6% rispetto allo stesso
periodo dell’anno scorso. L’obiettivo di Vinamilk è quello di espandersi a livello internazionale ed
entro il 2017 punta a diventare
una delle 50 maggiori aziende
lattiero-casearie a livello mondiale.
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Non è un caso che nel dicembre
scorso abbia annunciato di voler
acquisire il 70% della californiana Driftwood Dairy, mentre per
quest’anno, conclude Bertozzi,
intende costituire una filiale in
Polonia per avere una presenza
anche sul mercato europeo.
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Si è svolta il 28 maggio al ministero
per le Politiche agricole una riunione
dedicata all’applicazione della Direttiva nitrati alla quale hanno partecipato
il ministro Maurizio Martina, il collega
del dicastero dell’Ambiente Gianluca
Galletti e gli assessori all’Agricoltura
delle regioni Lombardia, Emilia Romagna, quello dell’Ambiente del Friuli
Venezia Giulia e altri esponenti istituzionali. Durante l’incontro sono stati
presentati i risultati della ricerca condotta dall’Ispra sull’impatto ambientale
delle acque superficiali e sotterranee
in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
Lo studio ha dimostrato che in tutte le
regioni in questione, ad eccezione del
Piemonte dove la percentuale è del
19%, l’impatto dei nitrati di natura
zootecnica interessa non più del 10%
della superficie. “Il nostro impegno –
ha affermato Martina – è quello di
aprire un tavolo a Bruxelles per ridiscutere l’intero impianto sulla normativa comunitaria”.
FORAGGIO,
BUONO IL RACCOLTO
NEL DISTRETTO
DEL PARMIGIANO
A inizio maggio è iniziata la campagna di fienagione 2014 nel comprensorio del Parmigiano-Reggiano. I primi
sfalci hanno interessato i medicai più
vecchi e i prati stabili, che garantivano
la portanza del terreno dopo le abbondanti piogge di aprile. La produzione può considerarsi generalmente
nella norma per quantità di biomassa,
ma l'anticipo stagionale provocato
dall'inverno mite potrebbe aver influito sulla qualità del fieno. Infatti, nei
medicai si è riscontrata precocemente
la comparsa di insetti defogliatori (in
particolare fitonomo e fitodecta), che
hanno danneggiato l'apparato fogliare
delle piante e di conseguenza la qualità complessiva e il contenuto di
proteina del fieno.
GAZZETTINO AGRICOLO
3
Rifiuti Agricoli - tutte le novità
Confagricoltura Parma e Cascina Pulita rinnovano il ciclo di riunioni “corretta gestione dei rifiuti agricoli”
Si terranno presso le sedi di zona (vedere Tabella 1) alcune nuove
riunioni allo scopo di illustrare le principali novità normative ed i
miglioramenti nella gestione dei rifiuti agricoli apportate da Cascina
Pulita, circuito di raccolta organizzato e convenzionato da anni
con Confagricoltura.
Tra le principali novità ricordiamo un tema sul quale Confagricoltura
ha lavorato molto negli ultimi anni, ovvero l’esonero definitivo per
l’iscrizione al SISTRI delle aziende agricole. Il Ministro dell’ambiente
ha finalmente firmato un decreto che esonera le aziende agricole
sotto i 10 dipendenti, per quelle sopra i 10 dipendenti invece
l’imprenditore potrà ottenere l’esonero dopo aver preventivamente
stipulato un contratto di servizio con un gestore come Cascina
Pulita.
Altra interessante novità è quella rappresentata dal primo grande
impianto italiano di trattamento delle confezioni vuote di agro
farmaci, costruito da Cascina Pulita presso la sede principale di
Borgaro Torinese. Il sofisticato impianto consentirà di trasformare
circa mille tonnellate all’anno di confezioni “pericolose”, equivalenti
a diecimila metri cubi di confezioni vuote di agro farmaci, in
innocue scagliette di plastica “non pericolose”. L’impianto che
gestirà tutto il materiale proveniente dalle 40.000 aziende agricole
gestite da Cascina Pulita consentirà quindi un totale riciclo del
materiale con enormi benefici sia sull’ambiente sia sulla gestione
del rifiuto da parte delle aziende agricole. Infatti l’agricoltore non
dovrà più bonificare i contenitori assumendosi la responsabilità
della cosiddetta “Declassazione”, ma potrà semplicemente effettuare
un primo risciacquo, lasciando a Cascina Pulita la responsabilità
della bonifica.
Per quanto riguarda invece il miglioramento dell’efficienza nelle
tempistiche di gestione dei servizi, Cascina Pulita ha inaugurato a
Marzo 2014 un nuovo impianto nella zona industriale di Cremona
che sarà il nodo logistico dei ritiri effettuati nelle province limitrofe,
tra cui Parma. L’impianto sorge su un’area di circa tremila metri
quadrati ed è autorizzato per la gestione di circa sessanta codici
CER tipicamente utilizzati nel settore agricolo e zootecnico. L’impianto
oltre ai rifiuti pericolosi, ha una capacità di gestione di 40.000
tonnellate all’anno di rifiuti non pericolosi.
In ultimo, ma non meno importante, Cascina Pulita ha iniziato
un’attività di collaborazione con i produttori di quei materiali che
dopo il loro utilizzo diventano rifiuto, allo scopo di azzerare i costi
di smaltimento e favorire le aziende agricole. La prima grande
iniziativa si è concretizzata nel progetto “Ali Verdi” nata dalla
collaborazione tra Cascina Pulita e NETAFIM, uno dei più grandi
produttori mondiali di sistemi di irrigazione. Ali Verdi non solo
solleva gli agricoltori e l’ambiente dai problemi legati alla raccolta
e allo smaltimento delle ali gocciolanti a fine stagione, ma propone
anche benefici di assoluto rilievo. Infatti, oltre alla gratuità del
servizio di raccolta, garantito ai clienti Netafim in tutte le aree del
Nord e Centro Italia, trasforma una voce di costo in
un vantaggio concreto. Al momento della raccolta, infatti, l’agricoltore si vedrà erogato un premio pari a 15 euro per tonnellata
di peso raccolto per le ali gocciolanti Netafim che rispondano alle
condizioni di corretto recupero del rifiuto. Netafim, inoltre,
“raddoppierà il premio” riconoscendo ai propri clienti un buono
spesa valido per l’acquisto di ala gocciolante destinata alla stagione
2015, il cui importo sarà equivalente al contributo effettivamente
erogato alla raccolta. La raccolta è estesa anche ai prodotti non
Netafim, prenotando il ritiro e versando un contributo simbolico
onnicomprensivo di dieci euro. Le aziende potranno prenotare i
ritiri al sito www.aliverdi.net o tramite i moduli presenti nelle sedi
di Confagricoltura Parma.
IL TEMA DELLA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI AGRICOLI (NORMATIVA
SISTRI) SARA’ TRATTATO DAL DIRETTORE DI “CASCINA PULITA”
GIOVANNI TOMMASI NEL CORSO DI DUE INCONTRI:
VENERDI’ 27 GIUGNO ALLE 10.30 A PARMA
NELLA SEDE CENTRALE DI CONFAGRICOLTURA PARMA IN VIA GRAMSCI 26/B
MERCOLEDI’ 2 LUGLIO ALLE 10.30 A SAN SECONDO
NELLA SALA AVIS DI VIA FRATELLI CAIROLI N. 10
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GAZZETTINO AGRICOLO
SI P-R n. 05/2014
FONTE SISTEMA INFORMATIVO
PARMIGIANO-REGGIANO
LA PRODUZIONE: La produzione di aprile si è mantenuta sui medesimi
volumi dello stesso mese dell'anno passato. Si consolida quindi la fase
di stabilizzazione che ha caraterizzato gran parte del 2013 e l'avvio
dell'annata casearia in corso. Il numero di forme prodotte nel primo
quadrimestre non ha infatti mostrato variazioni di tipo tendenziale. La
flessione produttiva rilevata a Mantova e Parma - pari rispettivamente al
3,8 e 1,7% - ha compensato la crescita registrata nel resto del comprensorio(+2%).
I PREZZI ALLA PRODUZIONE: Anche in maggio è continuata la flessione
dei prezzi all'origine i cui primi segnali erano comparsi nei listini del
mese di marzo. Nel'ultima seduta la commissione di riferimento per il
comprensorio ha quotato il Parmigiano Reggiano di 12 mesi ed oltre 8,33
euro/kg. I nove contratti pubblicati relativi al secondo lotto 2013 si sono
chiusi ad un prezzo nominale di 7,92 euro/kg. Il primo lotto di produzione
(dieci contratti pubblicati) ha segnato una media di 8,26 euro/kg.
LE GIACENZE: Al 30 aprile 2014 il numero di forme stoccate nei magazzini
generali del campione erano superiori del 4,8% rispetto alle scorte presenti
alla stessa data del 2013. Un simile risultato era merso anche dalla
rilevazione condotta a fine marzo. Se si considerano le sole scorte di
Parmigiano Reggiano di oltre 18 mesi, il confronto con aprile dell'anno
scorso indica una differenza pari a +11,7%.
I CONSUMI DOMESTICI: Nel primo quadrimestre dell'anno gli acquisti
di Parmigiano Reggiano nei punti vendita della distribuzione moderna
hanno segnato un calo tendenziale del 2,4%. In aumento le vendite di
grattugiato, mentre il calo ha interessato in particolare i pezzi non
preconfezionati sul punto vendita o non venduti a banco. Nello stesso
periodo l'intera categoria dei formaggi duri ha accusato una flessione del
3,5%. Considerando gli acquisti di Parmigiano Reggiano nell'anno
terminante il 30 aprile scorso, il confronto con le 52 settimane precedente
mostra una diminuzione in volume del 3,3%.
L'EXPORT: Nel 2013 l'export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano
ha registrato una crescita in volume del 5,9%, L'ultimo aggiornamento
disponibile relativo al 2014 si riferisce al primo bimestre dell'anno, per
il quale si registra un aumento tendenziale del 3,9%.
CONSORZIO DEL FORMAGGIO
PARMIGIANO-REGGIANO
SEZIONE DI PARMA
RILEVAZIONI DI MERCATO PRODUZIONE 2013
VENDITE NEL PERIODO COMPRESO DAL 23/5/2014 AL 5/6/2014
MONTAGNA
COLLINA E ALTA PIANURA
BASSA PIANURA
BARDI
mag/ago 2013
€ 8,15 = £ 15.780
VIGATTO PARMA
mag/ago 2013
€ 7,60 = £ 14.720
SORAGNA
mag/ago 2013
€ 7,50 = £ 14.520
Tutto il marchiato
PES. 12° mese PAG. 12° mese
Tutto il marchiato
PES. 2m 31/8 PAG. 2m 31/8
2m 30/9
2m 30/9
Tutto il marchiato
PES. 12° mese PAG. 12° mese
vendita della settimana precedente
BARDI
mag/ago 2013
€ 8,00 = £ 15.490
MONTECHIARUGOLO
mag/ago 2013
€ 7,75 = £ 15.010
Tutto il marchiato
PES. 13° mese PAG. 13° mese
Tutto il marchiato
PES. 11,5° mese PAG. 11,5° mese
vendita della settimana precedente
PALANZANO
mag/ago 2013
€ 8,00 = £ 15.490
Tutto il marchiato
PES. 2m 10/6 PAG. 2m 10/6
2m 10/7
2m 10/7
VENDITE PRODUZIONE 2013
PERCENTUALE SUL VENDIBILE
I LOTTO
II LOTTO
III LOTTO
TOTALE
88
96,2%
11
11,5%
0
0,0%
99
35,9%
5
GAZZETTINO AGRICOLO
Segue dalla prima pagina
da under 40, assicurando il livello
massimo di plafond disponibile che
ammonta a circa 80 milioni di euro.
Si è inoltre deciso di applicare una
riduzione del 50% dei pagamenti
diretti sulla parte eccedente i 150.000
euro del pagamento di base e del
100% per la parte eccedente i
500.000 euro. “In tale ambito – sostiene il ministero - è stato valorizzato
al massimo il lavoro in quanto dal
taglio saranno esclusi i costi relativi
alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per
l'esercizio dell'attività agricola”. La
nuova Pac contiene anche misure di
sostegno per le aree svantaggiate e
di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle
condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato
per il latte di montagna. “Si è deciso,
inoltre – aggiunge il ministero - di
intervenire in maniera integrata con
altri strumenti quali i programmi di
sviluppo rurale e l'Ocm ortofrutta
attivando una misura a favore del
pomodoro da industria e una misura
in favore della meccanizzazione nelle
aree rurali”. È stato anche stabilito
che nel 2016 verranno effettuate verifiche sull'operatività e sull'attuazione
delle nuove misure, alla luce anche
delle scelte che verranno compiute
dagli altri partner europei. “L'accordo
arriva dopo un lungo lavoro con le
Regioni - ha dichiarato il ministro delle
politiche agricole alimentari e forestali,
Maurizio Martina - Abbiamo fatto scelte decisive per il futuro e per il rilancio
dell'agricoltura, guardando in particolare a settori strategici come la zootecnia e l'olivicoltura, programmando un
piano proteico nazionale e il sostegno
a colture come la barbabietola, il riso
e il pomodoro da industria.
PAC, AGRINSIEME:
“UN ERRORE
NON UTILIZZARE
LA QUOTA MASSIMA
DA DESTINARE
ALL’ACCOPPIATO”
“È stato un grave errore non utilizzare
la percentuale massima possibile, del
13 più 2 per cento, per i pagamenti
accoppiati della Pac". Lo rileva con
rammarico Agrinsieme Emilia Romagna - a seguito dell'accordo, raggiunto
a Roma tra Ministero delle politiche
agricole e Regioni, per gli aiuti accoppiati della nuova Pac 2014-2020.
"La decisione che prevede per i pagamenti superiori ai 150 mila euro prelievi superiori senza applicare alcun
sistema di scalarità -osserva Agrinsieme - presterà il fianco ad 'artifizi
contabili' e parcellizzazioni aziendali
per poter acceder comunque agli
aiuti". La cosiddetta "degressività"
colpirà perciò realtà dinamiche e
competitive che creano ricchezza e
occupazione. Ci si è invece fermati
all'11 per cento rinunciando a voler
gestire una fetta importante di risorse
e prevedendo misure che potrebbero
essere di fatto ininfluenti sui conti
aziendali. Infine, altra conseguenza
che penalizza l'agricoltura emiliano
romagnola - conclude Agrinsieme nel
ringraziare l'assessore regionale
all'Agricoltura Tiberio Rabboni per
l'impegno speso in questi giorni - non
si è trovato l'accordo per incrementare
anche il budget degli aiuti accoppiati
per il pomodoro da industria e la
barbabietola. Non si è riusciti inoltre
a prevedere alcun sostegno per la
frutta trasformata, penalizzando quindi filiere produttive importanti oltre
che per valenza territoriale, anche
per quella occupazionale".
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6
GAZZETTINO AGRICOLO
ORGANIZZAZIONE INTERPROFESSIONALE
DEL POMODORO NORD ITALIA:
NOMINATO IL NUOVO COMITATO
DI COORDINDAMENTO PIER LUIGI FERRARI
CONFERMATO PRESIDENTE
L’Organizzazione Interprofessionale
Distretto del Pomodoro da Industria
del Nord Italia ha cambiato nome in
OI Pomodoro Nord Italia e ha rinnovato i propri vertici con l’elezione del
nuovo comitato di coordinamento
che resterà in carica per il prossimo
triennio 2014-2016. Alla guida dell’OI, che raggruppa il 99% della filiera
del pomodoro da industria del Nord
Italia, è stato confermato nel ruolo di
presidente Pier Luigi Ferrari.
“Proseguiremo nel nostro percorso –
le parole di Ferrari – volto a favorire
la massima coesione della filiera,
unica strada possibile per salvaguardare e valorizzare un prodotto di
grandissima qualità come il pomodoro da industria del Nord Italia. Ottenuto l’aiuto accoppiato nell’ambito
della Pac – ha aggiunto Ferrari – ora
le sfide sono quelle della definizione
dei Piani di Sviluppo Rurale e dell’Ocm, ma ci stiamo preparando ad
essere protagonisti anche in vista
dell’Expo 2015, momento fondamentale per il settore agroalimentare”.
Poi, soffermandosi sull’operato dell’OI, Ferrari ha auspicato: “un lavoro
sempre più sinergico tra le varie componenti della filiera in modo che
emerga una strategia ben definita di
un’OI forte che aumenti la competitività del pomodoro da industria del
Nord Italia sui mercati internazionali.
Agiremo sempre nell’interesse di un
prodotto eccellente”.
Il nuovo comitato di coordinamento
è composto da 20 membri ordinari.
La parte agricola esprime dieci componenti: Paolo Villani (Pempacorer),
Paolo Gazza (Ainpo), Rossella Martelli
(Asipo), Alberto Sarzi (Apol), Luca
Artioli (Apoconepro) e Gorino Lupi
(Op Ferrara) per le Op; Eugenio Zedda
(Confagricoltura ER) e Fabio Girometta
(Cia ER) per le professionali agricole
e Stefano Spelta (Arp) e Lodovico
Bertoli (Copador) per le Op autotrasformazione. Dieci anche i rappresentanti della parte industriale: Ugo
Peruch (Mutti SpA), Paolo Reverberi
(Von Felten), Francesco Maini (Ferrara
Food), Bruna Saviotti (Tomato Farm)
e Dario Squeri (Steriltom) per la trasformazione privata; Lorenzo Cempini
(Confapi), Guido Conforti (Aiipa),
Giuseppe Rodolfi (Upi) per le associazioni della trasformazione privata;
Costantino Vaia (Consorzio Casalasco)
e Massimo Passanti (Conserve Italia)
per la trasformazione cooperativa.
PER PRODURRE IL SUINO INTERMEDIO
SERVE UN’ELEVATA SPECIALIZZAZIONE
Non è una strada che tutti i suinicoltori possono percorrere. E se si vuole
competere con chi da sempre produce un suino leggero-intermedio (120140 kg) come i Paesi del Nord Europa
occorre puntare al massimo grado di
qualità. E’ una delle conclusioni a
cui si è giunti nei giorni scorsi alla
Tavola Rotonda organizzata a Reggio
Emilia dal Crpa (Centro ricerche produzioni animali) sulla produzione in
Italia del suino leggero-intermedio
visto come un’opportunità per la filiera. Intesa a volte come una produzione competitor del suino pesante
destinato alla trasformazione in salumi
Dop, proprio per questo la produzione del suino leggero-intermedio, nel
nostro Paese, non è mai decollata
nonostante Il 40% della carne suina
fresca arrivi dall’estero, una percentuale che dà le dimensioni di un segmento di mercato che potrebbe essere
invece coperto da una produzione
nazionale. Secondo uno studio condotto lo scorso anno dal Consorzio
Quinn che fa capo all’Università La
Normale di Pisa, svolto in collaborazione con il Crpa e illustrato da Giacomo Petrini, l’allevatore che intende
orientarsi verso la produzione di un
suino leggero-intermedio non può
prescindere dallo studio delle cosiddette buone pratiche di adozione per
produzioni non destinate al circuito
tutelato, deve fare emergere i requisiti
tecnico-gestionali ed elaborare i risultati in un formato facilmente veicolabile. In buona sostanza, si tratta di
una specializzazione produttiva che
richiede professionalità, ottime infrastrutture aziendali, imprescindibilità
di un corretto processo di sistema
senza i quali l’allevamento del suino
leggero-intermedio si rivelerebbe un
autentico flop.
IL MINISTRO MARTINA:
“LA PAC DESTINA 11 MILIONI DI EURO COME
AIUTI ACCOPPIATI AL SETTORE DEL POMODORO”
ENERGIE RINNOVABILI, CONFAGRICOLTURA:
“LA STRADA IMBOCCATA DAL GOVERNO
E’ QUELLA GIUSTA”
“Ritengo fondamentale, per il rilancio di un settore importante come quello del
pomodoro, un sostegno strutturale alla competitività delle aziende agricole
attraverso un piano d’azione, senza fermarsi alle risorse della Politica agricole
comune. Abbiamo destinato al pomodoro oltre 11 milioni di euro con il riparto
degli aiuti accoppiati, ai quali si vanno ad aggiungere ulteriori misure specifiche
della Ocm ortofrutta per migliorare qualità e sostenibilità del prodotto. Il sostegno
complessivo quindi sarà compreso tra 260 e 450 euro per ettaro, a seconda
delle varietà coltivate”.
Così, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina
ha commentato l’accordo raggiunto con gli Assessori regionali all’agricoltura
sull’attuazione della riforma della Politica agricola comune, nel cui contesto
è stata destinata parte degli aiuti accoppiati in favore del settore del pomodoro.
A questo intervento si aggiunge la nuova misura, già inserita tra gli interventi
ammissibili a contributo comunitario nell’ambito dei programmi operativi attuati
dalle Organizzazioni di produttori, che prevede l’utilizzo di sementi o piantine
con caratteristiche di resistenza o tolleranza alle principali virosi e malattie
fungine del pomodoro da industria e di quello da mensa, coltivato sia in pieno
campo sia in serra.
L’intervento, caratterizzato da risvolti ambientali particolarmente importanti, in
quanto combinato con pratiche agronomiche che prevedono una forte limitazione
dell’uso di fitofarmaci è stato già condiviso con la Commissione europea.
“La strada imboccata dal Governo è quella giusta”. Commenta così il presidente
di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, l’approvazione in
Senato dell’emendamento volto a rivedere le misure introdotte dal comma 1
dell’articolo 22 del decreto-legge n.66 del 2014 in tema di agro energie,
evitando così di compromettere in maniera definitiva l’equilibrio economicofinanziario delle imprese agricole che hanno investito nel settore delle
rinnovabili. Con la nuova formulazione “la tassazione viene limitata ai
corrispettivi relativi alla valorizzazione dell’energia ceduta ed è confermato
il reddito agrario per la produzione di energia corrispondente ad una potenza
di 200 kW per il fotovoltaico e di 300 kW per il biogas e le biomasse. Però
non basta – osserva il presidente Garagnani – perché l’emendamento produce
effetti solo per l’anno in corso.
Pertanto esortiamo il Governo a stabilizzare la norma anche per gli anni futuri.
Le numerosissime imprese agricole associate a Confagricoltura che in Emilia
Romagna hanno scelto di investire nella produzione di energia da fonti rinnovabili
– conclude Garagnani - hanno necessità di regole certe, al fine di assicurare
un futuro alle rinnovabili agricole verso la diminuzione delle emissioni in
atmosfera e, più in generale, per la tutela dell’ambiente, in linea con gli obiettivi
fissati dall’Unione Europea. Se tale stabilità è già stata raggiunta sul fronte dei
procedimenti autorizzativi, lo stesso non si può dire purtroppo sul piano fiscale
e tributario”.
GAZZETTINO AGRICOLO
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LEGGE 16/05/2014 N. 78
NOVITA’ PER IL TEMPO DETERMINATO E L’APPRENDISTATO
Si rende noto che sulla Gazzetta Ufficiale n. 114 del 19 maggio 2014
è stata pubblicata la legge 16.05.2014, n. 78 di conversione del
decreto legge n. 34/2014.
Si tratta del primo pacchetto di misure in materia di lavoro varate dal
Governo nell’ambito di un più ampio piano per il rilancio dell’occupazione (cd. “Jobs Act”).
Il travagliato iter parlamentare che ha portato alla definitiva approvazione
della legge in commento ha portato ad una significativa modifica delle
norme originariamente contenute nel decreto governativo.
Nella sintetica illustrazione della rinnovata disciplina in materia di
contratti a termine e apprendistato, che proponiamo qui di seguito,
particolare attenzione è dedicata alle modifiche introdotte in sede di
conversione.
Contratto a tempo determinato (art. 1)
Come noto, il decreto legge n. 34/2014 aveva rivisto la disciplina del
contratto a tempo determinato (d.lgs. n. 368/2001), al fine di favorirne
l’adozione da parte dei datori di lavoro. Nel corso dell’iter parlamentare
della legge di conversione, tale materia è stata al centro di un vivace
dibattito che ha portato alla parziale modifica di alcune importanti
novità contenute nel testo originario.
Contratto a termine di durata non superiore a 36 mesi:
abolizione delle causali
La novità più importante introdotta in materia di contratti a termine
è l’eliminazione delle causali di legge per la stipula dei contratti a
tempo determinato di durata non superiore a 36 mesi. Pertanto, ai
sensi del primo periodo del nuovo comma 1 dell’art. 1 del D.Lgs. n.
368/2001, è sempre consentita l’apposizione del termine nel contratto
di durata non superiore a 36 mesi, comprensivo di proroghe, concluso
fra un datore di lavoro e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque
tipo di mansione.
Si tratta di un’importante semplificazione per l’instaurazione di rapporti
di lavoro a termine. Non dovranno infatti essere più indicate nel
contratto le ragioni di carattere tecnico, organizzativo, produttivo o
sostitutivo che giustificavano, ai sensi della normativa precedentemente
in vigore, la temporaneità del rapporto, e che erano spesso foriere di
conflittualità.
Proroghe
Molto importante è altresì la semplificazione introdotta in materia di
proroga del contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni.
Ed infatti il nuovo art. 4, c. 1, prevede che in caso di contratto a tempo
determinato di durata iniziale inferiore a tre anni, è possibile prorogare
– indipendentemente dal numero di rinnovi – fino ad un massimo di
cinque volte (in precedenza la proroga era ammessa una sola volta)
entro il limite dei 36 mesi, a condizione che le proroghe si riferiscano
alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stipulato a tempo
determinato.
Limite massimo
A fronte delle norme estensive sopra descritte, è stato introdotto per
la prima volta un limite massimo di contratti a termine costituiti da
ciascun datore di lavoro, il cui numero non potrà superare il 20 per
cento dei lavoratori a tempo indeterminato.
Sul computo di tale limite massimo la legge di conversione è intervenuta
chiarendo che la percentuale del 20 per cento deve essere calcolata
sul numero di lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio
dell’anno in cui avvengono le assunzioni, anziché sull’organico
aziendale complessivo (come previsto nel testo del decreto legge
originario). Per le imprese che occupano fino a cinque dipendenti è
sempre possibile stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato.
Sono esclusi dal predetto limite massimo del 20 per cento i contratti
a tempo determinato conclusi:
a)nella fase di avvio di nuove attività (per i periodi che saranno definiti
dai contratti collettivi nazionali di lavoro anche in misura non uniforme
con riferimento ad aree geografiche e/o comparti merceologici);
b) per ragioni di carattere sostitutivo, o di stagionalità, ivi comprese
le attività già previste nell’elenco allegato al Decreto del Presidente
della Repubblica 7 ottobre 1963, n. 1525, e successive modificazioni;
c)per specifici spettacoli ovvero specifici programmi radiofonici o
televisivi;
d) con lavoratori di età superiore a 55 anni;
e) tra istituti pubblici o enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a
svolgere in via esclusiva attività di ricerca scientifica e tecnologica o
di assistenza, coordinamento, direzione della stessa (l’esclusione dal
computo di tale norma tipologia di contratti è stata introdotta dalla
legge di conversione).
Riflessi per le imprese agricole
La disciplina del rapporto di lavoro a termine (D. Lgs. N. 368/2001),
come modificata dalla legge in commento, non si applica ai rapporti
di lavoro tra i datori di lavoro dell’agricoltura e gli operai a tempo
determinato così come definiti dall’art. 12, c. 2, del D. Lgs. N. 375/1993
in virtù dell’espressa esclusione ai sensi dell’art. 10, c. 2, del D. Lgs.
N. 368/2001, che non è stata modificata.
Pertanto nessuna innovazione di quelle sopra rappresentate è applicabile
ai rapporti di lavoro a tempo determinato con gli operai agricoli (OTD),
la cui disciplina – caratterizzata dalla massima flessibilità – resta
invariata.
Le disposizioni in questione trovano invece piena applicazione alle
imprese agricole che occupano impiegati, quadri e dirigenti.
Apprendistato (art. 2)
Il Jobs Act interviene anche sulla disciplina del contratto di apprendistato
che, come noto, era stato oggetto di revisione sistematica ad opera
del d.lgs. n. 167/2011 (cd. Testo Unico dell’apprendistato) e successivamente della citata Riforma Fornero, con l’obiettivo di semplificare
l’adozione di tale forma contrattuale destinata all’inserimento in
azienda dei giovani fino a 29 anni di età.
Vale la pena di sottolineare che purtroppo rispetto alla formulazione
del decreto legge n. 34/2014, la legge di conversione ha eliminato
(o notevolmente rimaneggiato in senso restrittivo) tutte le misure di
semplificazione che avrebbero potuto incentivare l’adozione del
contratto di apprendistato.
Queste le novità in materia di apprendistato:
- il piano formativo individuale può essere descritto, all’interno del
contratto di apprendistato, in forma sintetica, anche sulla base di
moduli e formulari definiti dalla contrattazione collettiva o dagli enti
bilaterali. La legge di conversione ha modificato, in senso restrittivo,
la previsione originaria contenuta nel decreto legge che aveva eliminato
l’obbligo di forma scritta per il piano formativo individuale;
- per i datori di lavoro che occupano almeno 50 dipendenti, l’assunzione di nuovi apprendisti è subordinata alla trasformazione, nei 36
mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 20 per cento dei
precedenti; per i datori di lavoro con meno di 50 dipendenti, invece,
non è previsto alcun obbligo di conferma in servizio dei precedenti
apprendisti. Anche in questo caso la legge di conversione ha modificato
in senso restrittivo il decreto legge che aveva eliminato tout court (e
cioè senza alcuna distinzione tra datori di lavoro grandi e piccoli) la
previsione che subordinava l’assunzione di nuovi apprendisti alla
conferma in servizio di eventuali precedenti lavoratori con contratto
di apprendistato;
- nell’apprendistato per il conseguimento della qualifica e del diploma,
le ore di formazione possono essere retribuite in misura pari ad almeno
il 35 per cento del livello contrattuale di inquadramento. La legge di
conversione ha modificato la previsione originaria che prevedeva una
riduzione secca (35 per cento) della retribuzione riferita alle ore di
formazione, introducendo di fatto un limite minimo alla retribuzione
delle ore di formazione, che non potrà scendere sotto il 35 per cento
del livello contrattuale di inquadramento (vale la pena di sottolineare
che, prima del Jobs Act, non c’era differenza di retribuzione tra ore
lavorate e ore destinate alla formazione).
Disposizioni transitorie (art. 2-bis)
Con apposita disposizione volta a regolamentare il periodo transitorio
è stato previsto, in sede di conversione, che le novità introdotte in
materia di contratti a tempo determinato e di apprendistato si applicano
ai rapporti di lavoro instaurati a partire dalla data di entrata in vigore
del decreto legge n. 34/2014 (21 marzo 2014).