Ponte Internazionale di Arte Contemporanea Italia-Messico MESSICO CIRCA 2000 15.04.2014 – 15.09.2014 scuderie del castello di miramare - trieste 2501 MIGRANTES 23.08.2014 – 15.09.2014 piazza unità d’italia - trieste ottobre 2014 berengo center for art and glass - venezia 01 “Un progetto espositivo e installativo dalle dimensioni maestose, un ponte culturale internazionale che celebra in Italia l’arte contemporanea messicana. Accade a Trieste nel 140° anniversario dall’apertura delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e il Messico”. comunicato stampa Parte integrante del progetto PONTE INTERNAZIONALE DI ARTE CONTEMOPORANEA ITALIA-MESSICO promosso dall’Associazione culturale triestina GRUPPO78 già dal 2010 in una prospettiva di scambio culturale concordato tra i due paesi sul terreno dell’arte contemporanea - MEX PRO è l’ambizioso progetto internazionale che si svolge a Trieste nel corso del 2014 con successive espansioni nazionali e internazionali. Un progetto che - oltre all’intrinseca valenza culturale - ha anche il merito di celebrare il positivo, rinsaldato rapporto tra l’Italia e il Messico in occasione del 140° anniversario dall’apertura delle prime relazioni diplomatiche tra i due paesi. Due i segmenti principali nei quali MEX PRO si articola, la mostra MESSICO CIRCA 2000 e l’installazione 2501 MIGRANTES dell’artista Alejandro Santiago che a settembre “migrerà” a Venezia, con la mediazione di Adriano Berengo, il mago del vetro artistico di Murano. In realtà tutta l’operazione MEX PRO va ben oltre i limiti della città in cui è nata, Trieste, muovendosi già in un clima europeo grazie all’interesse del Regno Unito, dell’Olanda e della Russia. Questa grande iniziativa culturale sarà corredata a Trieste da una schiera di eventi collaterali distribuiti in spazi pubblici e privati sì da invadere nel 2014 la città di significative presenze messicane restituendo un’immagine a tutto tondo della cultura messicana. Tali eventi, assieme a presentazioni, incontri anche su altre tematiche, dalla cucina messicana alla letteratura, al cinema, si svolgeranno in date successive, con inaugurazioni preferibilmente il 14 dei mesi successivi, per un simpatico richiamo alla main opening del 14 aprile, in modo da tener viva l’attenzione e l’interesse del pubblico sull’iniziativa nel lungo arco di tempo previsto della sua apertura, aprile-settembre 2014. 02 focus on CRONISTORIA DEL PROGETTO MEX PRO A cura di Maria Campitelli Il progetto nasce da una mostra personale dell’artista messicano, figlio di una triestina trapiantata in Messico, Manolo Cocho, al Museo Carà di Muggia (TS), dal titolo “Geografica/ arte de la tierra”, promossa dal Gruppo78 e curata da Maria Campitelli in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia. La mostra, in chiave Land-Art, con visioni straordinarie di paesaggi desertici messicani, tuttavia modificati dall’intervento dell’artista, ha riscosso un grande successo e ha entusiasmato l’artista al punto da far nascere l’idea di un Ponte d’arte tra Italia e Messico, per promuovere uno scambio culturale sul terreno dell’arte contemporanea, tra i due paesi. Ciò che è accaduto puntualmente con altre mostre di artisti messicani tra il Museo Carà di Muggia e spazi espositivi a Trieste, tra cui quella di due giovani messicane, Luciana Esqueda, con l’attualissimo tema della violenza nel mondo, perpetrata dall’umanità contro se stessa e contro l’ambiente che la circonda, e Selma Guisande, raffinata artista concettuale che insiste sul concetto del “frammento” staccato dall’unità inteso un po’ come il segnale del nostro tempo postmoderno. E poi ci sono stati Yardley e Aldo Flores, padre e figlia, due generazioni contrapposte, la prima giovanilmente (24 anni!) perentoria nelle sue affermazioni “If you don’t use it, die” (riferendosi al cervello che rischia di soccombere travolto dalla tecnologia) il secondo con “La mostra vietata”, titolo stupefacente che ha messo in atto una provocazione con degli interrogativi sul perché e come nascano e maturino i divieti sulle cose. I suoi “tornado” del deserto infatti erano integralmente costituiti di foglie di marjuana. Nel contempo in Messico ci si stava organizzando per una grande mostra di artisti del Gruppo78, con il proficuo contatto di curatori, galleristi, e soprattutto straordinari collezionisti come Luis Vazquez, patron del “Salon des Aztecas” e soprattutto Josè Pinto Mazal con la collezione “Circa 2000” di cui parte è approdata alle Scuderie del Castello di Miramare. Le cose dunque nel tempo si ingrandivano. Infatti nel 2013 sono approdati prima a Oaxaca, la città dell’arte, e dopo a Torreon, curiosa città industriale in mezzo al deserto nel nord del Messico, ben 36 artisti del Gruppo 78. Un’accoglienza eccezionale, intensamente messicana, prima a La Telarana, Espacio escultorico del grande artista Alejandro Santiago, e poi a La Calera, ex cementificio dismesso, trasformato in spazio espositivo. Nè da meno è stata l’accoglienza nel bellissimo Museo Arocena, a Torreon, sostenuto appunto dal magnate, appassionato d’arte, Josè Pinto Mazal, dove abbiamo riscontrato uno straordinario rigore operativo reso da uno staff efficientissimo che ha messo a punto la mostra con una museografia particolarmente attenta e puntigliosa. Adesso tocca a Trieste con Mex Pro, con la grande mostra alle Scuderie di Miramare (mai prima d’ora è approdata in Italia tanta arte messicana tutta in una volta), con la mega installazione di 2501 statue di Migrantes, con i 10 eventi collaterali. In questa prospettiva non va dimenticato che a rafforzare lo scambio tra le due diverse realtà, triestina e messicana, un ineludibile anello di congiunzione è ancor sempre costituito dalla vicenda di Massimiliano d’Austria che costruì a Chapultepec, nel cuore di Città del Messico, un altro nido d’amore, ancor più suntuoso e vasto di quello di Miramare, in qualche modo evocativo del modello triestino, ora Museo della Storia. 03 Messico Circa 2000 Esposizione con Medaglia del Presidente della Repubblica dalla collezione di Josè Pinto Mazal courtesy Museo Arocena e Galleria Pinto & Traeger Con 81 artisti messicani provenienti dalla collezione Josè Pinto Mazal, MESSICO CIRCA 2000 è l’esposizione internazionale inaugurata lo scorso 14 aprile nelle sale delle Scuderie del Castello di Miramare dando di fatto seguito alla grande mostra di artisti del Gruppo78 tenutasi da gennaio a settembre 2013 in Messico prima a Oaxaca negli spazi La Telarana e La Calera, poi a Torreon presso il Museo Arocena. Curata da Maria Campitelli con la collaborazione di Manolo Cocho, Fernando Galvez de Aguinaga e Gerardo Traeguez la mostra approda in uno dei luoghi simbolo di Trieste – le Scuderie del Castello di Miramare - sito particolarmente significativo per quanto riguarda gli storici rapporti tra Trieste e il Messico “curiosamente uniti da un passato di terre assoggettate che ci hanno lasciato come testimonianza i castelli fratelli di Miramare e di Chapultepec” (Gerardo Traeger M.). La collezione “MESSICO CIRCA 2000” di JOSè PINTO MAZAL è realizzata con la passione, il rigore e la conoscenza di un visionario dell’arte contemporanea. Si tratta di opere realizzate tra il 1980 e il 2013 di artisti messicani e stranieri che hanno incontrato in Messico un luogo idoneo alla loro produzione. La collezione propone soprattutto “quadri”, anche realizzate con mezzi inconsueti, come il collage, o con l’aggiunta di elementi estranei (oggetti di plastica o gesso) ma non mancano espressioni di altri linguaggi come la fotografia e la scultura. Le opere appaiono diversissime tra di loro, seguendo i criteri disparati dei linguaggi artistici contemporanei che dagli inizi del secolo scorso hanno frantumato le regole tradizionali dell’arte. Vi troviamo la figuratività quanto l’astrazione, il realismo quanto l’informale, e vari echi delle principali correnti artistiche del’900, dall’espressionismo al surrealismo. In sostanza appare sia la realtà che il sogno. Le opere sono scelte con l’intento di ricostruire, attraverso l’arte, l’immagine attuale del Messico, e soprattutto di Città del Messico, megalopoli sterminata con i suoi drammatici contrasti. Molto spesso le diverse tendenze sono sovrapposte ed intrecciate, secondo un paradigma messicano che tende al racconto complesso, stratificato. Molti di questi artisti hanno frequentato la prestigiosa Scuola nazionale d’arte Esmeralda di Città del Messico, e quasi tutti vantano curricula internazionali, con puntate in Europa, nell’estremo Oriente, in Australia. focus on Messico Circa 2000 a cura di Gerardo Traeger Il fenomeno del collezionismo cominciò in Grecia, tra il IV e il I° secolo a.C. Possiamo viaggiare attraverso i secoli considerando collezionismo tutto quello che è stato accumulato dall’uomo nelle tombe e nei templi di qualsiasi religione. Nel XVIII secolo la regalità europea iniziò i famosi gabinetti di curiosità che comprendevano meraviglie fatte dall’uomo, opere d’arte e oreficeria, e anche minerali, pietre preziose, fenomeni o deformazioni della natura, armi e tutta una serie di oggetti nuovi provenienti dai nuovi mondi conquistati. Fu alla fine del secolo XVIII che i re e l’aristocrazia incominciarono a distribuire le loro competenze a pubbliche organizzazioni, che ne garantivano la conservazione; questa è l’origine dei grandi musei d’arte, di storia naturale, di archeologia... Durante i secoli XIX e XX grandi imprenditori degli Stati Uniti come Lehman, Frick, Morgan, Hearst e Paul Getty acquistarono una quantità enorme di opere d’arte per implementare i musei nazionali che divennero in buona parte una delle soluzioni della crisi culturale di un paese ricco ma carente di un bagaglio culturale. Dico tutto questo allo scopo di segnalare l’importanza di fare collezionismo e la responsabilità che questo rappresenta. Siamo di fronte a una collezione che racconta ciò che è successo a Città del Messico durante l’ultimo quarto di secolo e agli inizi del XXI, però con il gusto e la curiosità di un collezionista particolare, indipendente che decide sensibilità e piena conoscenza dei concetti e degli orietnamenti dell’arte contemporanea. Un anno fa ci siamo incontrati con la curatrice triestina Maria Campitelli, con il dr. Pinto, suo figlio Eduardo Pinto, gallerista e collezionista pure lui, l’artista Manolo Cocho, che sono coinvolti nel progetto, ed io stesso che curo la collezione Pinto e sono co-curatore del’esposizione, tutti con il grande sogno di dare forma a questo progetto. Abbiamo cominciato visitando la collezione ed abbiamo fatto una prima selezione congiunta. A partire da quel momento tutti abbiamo lavorato intensamente per far sì che la mostra divenisse realtà. Le autorità locali hanno messo un grande impegno perché ci fossero le condizioni per cui Trieste divenisse la prima anfitriona del progetto, così come le autorità centrali del Messico hanno dato il loro appoggio fondamentale per concretizzarlo. Curiosamente Trieste e il Messico sono uniti da un passato di terre assoggettate che ci hanno lasciato come testimonianza i castelli fratelli di Miramare e di Chapultepec. Questo ha creato una sorta di fratellanza storica, una certa complicità. Abbiamo sotto i nostri occhi un progetto motivato nei nostri subconsci collettivi per questa empatia storica. MESSICO CIRCA 2000 sarà un’ulteriore connessione di questo filo conduttore che ci unisce storicamente. 04 Tra questi di particolare forza espressiva appaiono: Demian Flores (anche grafico straordinario), Eric Perez, visionario e realistico insieme, l’enigmatico surrealista Julio Galan, la notissima fotografa Graciela Iturbide, Gustavo Monroy, dalle curiose perlustrazioni filosofico/ esistenziali, la giovane Xochitl Rivera dai collages incredibili, Alexandro Santiago dalla potente espressività che va oltre il reale, Raymundo Sesma (approdato alla Biennale di Venezia), Jerman Venegas, ispirato all’universalismo buddista, Barry Wolfryd quale rappresentante di una versione tutta messicana della pop-art, Alfonso Mena Pacheco, considerato uno dei vertici dell’astrazione, assieme a Irma Palacios, con una diversa carica materica, mentre al contrario Augustin Perillo persegue un iperrealismo sarcastico (v. “America”), e Daniel Lezama ben rappresenta un realismo narrativo. Su tutte le tendenze esplose in Europa, approdate anche in Messico, e reinterpretate secondo un caratteristico spirito autoctono, s’inserisce, ineludibile un imprinting tipicamente messicano. Cioè un retaggio insopprimibile, un legame con le culture passate, con le grandi, terribili, innumerevoli civiltà precolombiane che incombono con le loro straordinarie vestigia, sparse nel paese, che parlano di grandezza, di milioni di abitanti, di tempi favolosi e di morte. Morte intesa come un anello del ciclo vitale. Una sorta di “dna”, oscuro e misterioso, sintetizzato nel piccolo emblematico lavoro del Dr. Lakra, col disegno ad inchiostro di un mezzo teschio sulla faccia fresca e ben viva di una ragazza. Artisti: Fernando Aceves Humana • Miguel Angel Alamilla • Daniel Alcalá • Francis Alys • Carlos Aguirre Alejandro Arango • Marco Arce • Andrés Basurto Fernanda Brunet • Estrella Carmona • Boris Viskin Tomás Casademunt • Mónica Castillo • Pablo Castillo • Marcos Castro • Alberto Castro Leñero • Francisco Castro Leñero • José Castro Leñero • Miguel Castro Leñero• Agustín Castro López • José Ignacio Cervantes • Paolo Cervi Kervicher • Manolo Cocho Roberto Cortázar • Javier De La Garza • Gabriel De La Mora • Liber De Pablo • Juan Carlos Del Valle • Zed Desideraja • Dr. Lakra • Irene Dubrovsky • Alejandro Echeverría • Sofia Echeverri • Luciana Esqueda • Luigi Fantini • Demián Flores Julio Galán • Rafael Gaytán • Victor Guadalajara • Erika Harrsch • Pablo Helguera • Sergio Hernandez • Graciela Iturbide • Cisco Jiménez • Perla Krauze • Magali Lara • Francisco Larios • Daniel Lezama • Hugo Lugo • Ricardo Mazal • Alfonso Mena Pacheco • Jorge Méndez Blake • Gustavo Monroy • Alfredo De Stefano • Fernando Moreno • Gabriel Orozco • Irma Palacios • Roberto Parodi • Alicia Paz • Eric Pérez • Patrick Pettersson • Alejandro Pintado • Fernando Pizarro • Agustin Portillo • Georgina Quintana • Roberto Rébora • Carla Rippey • Xochitl Rivera • Victor Rodríguez • Betsabé Romero • Emilio Said • Alejandro Santiago • Carlos Santos • Raymundo Sesma • Ray Smith • Gerardo Suter • Jesús Urbieta • Germán Venegas • Barry Wolfryd • Tania Ximena • Nahum B. Zenil 2501 Migrantes Secondo perno portante attorno al quale ruota l’intero progetto MEX PRO è la macro-installazione 2501 MIGRANTES, dell’artista prematuramente scomparso Alejandro Santiago, che evoca il dramma eterno, della migrazione dei popoli e di cui lo stesso artista si sentiva di far parte. Un popolo di 2501 statue di terracotta dalle misure variabili da cm 120 a 180 si stanzierà in piazza dell’Unità d’Italia, internazionalmente nota come la più ampia e magnifica piazza europea con affaccio sul mare. Sappiamo della drammatica attualità di questo tema, della sua universalità, registrabile nello sviluppo storico di tanti popoli, della complessa problematicità che contiene, e dell’urgenza di affrontarla, e al contempo dell’incapacità o scarsa volontà di risolverla. Si pensi anche ai recenti scandali dei luoghi di accoglienza a Lampedusa, alla conclamata violazione dei diritti umani, configurando una situazione di degrado e di incredibile recessione civile a fronte della quale la generale indignazione non basta a creare concreti presupposti risolutivi. Necessita dunque trovare nell’immediato, a livello europeo, e internazionale, adeguate risposte. Le disparate posizioni politiche, corredate di interessi differenti, l’aleggiare per fortuna ancora indistinto e limitato di sempre pericolosi nazionalismi nel contesto negativo di una persistente recessione economica, soprattutto in Italia, impediscono di trovare soluzioni adeguate e i meeting socio/politici, organizzati o da organizzare a questo scopo, non sembrano strumenti sufficienti per comporre la complessità di questi problemi. L’onda avanzante di 2501 statue, la loro presenza e il loro significativo, assordante silenzio, non risolve praticamente il problema, ma si fa simbolo urgente di una realtà diffusa di cui bisogna prendere coscienza. La potenza del linguaggio artistico si sostituisce all’impotenza decisionale e politica per farsi monito e spingere gli uomini di buona volontà a impegnarsi a trovare giuste vie risolutive di un problema immane. I 2501 MIGRANTES di Alejandro Santiago hanno un pregresso storico e una motivazione che s’innesta nella personale esperienza dell’artista. Migrante lui stesso (quell’uno aggiunto ai 2.500 lo rappresenta) ritornando al suo piccolo paese d’origine arroccato sulle montagne, lo trova spogliato di vita umana. La piccola comunità, i suoi abitanti che conosceva uno ad uno, erano scomparsi. 2500 assenze. Sono rimaste solo le donne, i bambini, i vecchi. Ed ecco che da questa micidiale assenza, da questo vuoto incolmabile dovuto all’emigrazione massiccia negli U.S.A., nasce nell’artista il bisogno prorompente di dare peso e forma a queste presenze costrette a sradicarsi dal loro luogo d’origine, a questi uomini costretti ad abbandonare la loro terra per garantire la sopravvivenza ai propri congiunti oltre che se stessi. Divengono allora tutti insieme compattamente migrantes facendosi monumento, l’esercito della disperazione e, allo stesso tempo, della volontà incrollabile, della speranza. 05 eventi collaterali Mare Primo | Manolo Cocho Lux Art Gallery - TRIESTE 25.01.2014 A’Nabaany | Lucio Santiago Museo Carà - Muggia (TS) 14.03.2014 Rostros De La Fiesta Scuderie del Castello di Miramare - TRIESTE dal 14.04.2014 al 15.09.2014 Spin-Video | Manolo Cocho DoubleRoom Gallery - TRIESTE 14.05.2014 Umbrales | Tomas Casademunt ArtPhoto 14.06.2014 Suturas De Una Ciudad Alejandro Echeverria Lux Art Gallery - TRIESTE 14.06.2014 Psygho Vision Stazione Rogers - TRIESTE 28.06.2014 Intersecciones Lux Art Gallery - TRIESTE 11.07.2014 La Huella Grafica Lux Art Gallery - TRIESTE 22.08.2014 German Venegas Lux Art Gallery - TRIESTE 19.09.2014 German Venegas Berengo Center for Art and Glass - VENEZIA ottobre 2014 06 Ponte Internazionale di Arte Contemporanea Italia-Messico { piacim } MEX PRO A cura di: Maria Campitelli, Fernando Galvez de Aguinaga, Gerardo Traeguez, Manolo Cocho, Marieta Bracho, Luca Caburlotto, Rossella Fabiani, Lucia Krasovec Lucas Titolo mostra: MESSICO CIRCA 2000 esposizione con la medaglia del Presidente della Repubblica Luogo: Scuderie del Castello di Miramare viale Miramare, 34151 - Trieste Durata: 15.4.2014 – 15.9.2014 Orario di apertura: giovedì-domenica, 10-18 Biglietti: € 5,00 intero, € 3,00 ridotto Titolo installazione: Luogo: Opening Durata: Luogo: Opening 2501 MIGRANTES Piazza Unità d’Italia - Trieste 23.08.2014 23.08.2014 – 15.09.2014 Berengo Center for Art and Glass - Venezia ottobre 2014 Patrocini: Comune di Trieste e Provincia di Trieste Promozione: Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, Fondazione CRTrieste, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Muggia Partner dell’Iniziativa dal Messico: FONCA CONACULTA, la SRE, la Secretaria de Cultura de Oaxaca, la Secretaria de Cultura de SLP, Museo de la Mascara, Ambasciata del Messico a Roma, laboratorio de la Huella grafica, el Espacio Scultorico de La Telarana de Oaxaca, il Museo MUPO de Oaxaca, il Museo Arocena di Torreon, la galleria Traeger & Pinto di Città del Messico. Catalogo: trilingue [italiano, spagnolo, inglese] Info: Gruppo78, t/f ++39 040 567136, mob. ++39 339 8640784, [email protected], www.gruppo78.it Prenotazioni e informazioni: ++ 39 342 8671017, [email protected], www.messicocirca2000.mx ufficio stampa / press office PR di Giovanna Felluga e Samantha Punis Samantha Punis + 39 339 5323693 Giovanna Felluga + 39 328 4174412 [email protected] www.atemporarystudio.com 07
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