EDITORIALE VITTORIO BOSELLI* Bene le riforme, ma il giudizio sarà sugli effetti generati n Per la prima volta da tre anni a questa parte, il quadro politico italiano mostra segnali di consolidamento. Il Governo Renzi ha guadagnato tempo, anche per effetto del voto europeo; l’intesa con Forza Italia sulla riforma del Senato sembra tenere; anche il movimento di Grillo mostra di non voler esercitare, almeno in questa fase, un ruolo solo antisistema. Si è sempre detto e scritto che la stabilità politica era necessaria alle riforme e da questo punto di vista adesso non ci sono più alibi. Dopo almeno due decenni di ritardo, bisogna incidere in profondità nella carne della Repubblica, delle sue istituzioni, delle sue leggi, delle sue innumerevoli incrostazioni. Per “liberare l’Italia”, provando ad alleggerire il peso dello Stato, a cominciare da quello fiscale e burocratico. Il premier ha impresso un ritmo indiavolato, dettando un’agenda che, settimana dopo settimana, si infittisce di decreti e di disegni di legge che si stanno accumulando prima sulla scrivania di Giorgio Napolitano e poi nelle Commissioni e nelle Aule parlamentari: una velocità ottenuta anche grazie all’abolizione del confronto con le rappresentanze economiche e sociali, ascoltate ma tenute ai margini delle decisioni. Bene se questo produrrà scelte efficaci, oltre che rapide, a cominciare dalla semplificazione e dall’alleggerimento fiscale. Male, molto male, se la rinuncia al confronto con le organizzazioni di categoria porterà a provve- CORRIERE IMPRESE dimenti che, per la loro distanza dagli interessi concreti delle persone, delle famiglie, delle imprese, non otterranno il necessario consenso parlamentare e, soprattutto, non produrranno gli effetti sperati. E’ la stessa preoccupazione manifestata nella recente Assemblea nazionale di Confartigianato dal Presidente Giorgio Merletti: “noi viviamo l’impegno di stare al passo con le imprese, capaci di conoscere e manifestare i loro bisogni e le relative soluzioni. Per questo è sbagliato fare a meno delle Associazioni di impresa ed è importante comprendere quanto sia sbagliata l’intenzione, che non è neanche tanto strisciante e sommersa, di fare a meno dei corpi intermedi della società ed accreditare una comunicazione diretta “potere-cittadini”, in un rapporto da uno a tutti mediato solo dalla mitica Rete”. *Segretario Generale Confartigianato Imprese Provincia di Lodi PRIMO PIANO Q 4/5 CREDITO Q 12/13 Confartigianato, così l’economia in Italia Tocca ora alle banche sostenere le imprese L’INCONTRO Q 7 REACH e CLP, regole per le sostanze chimiche APPALTI Q 10/11 Strade, il contratto finisce a Bergamo PERIODICO MENSILE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE PROVINCIA DI LODIAnno XXXVI - Numero 6 – GIUGNO 2014 PRIMO PIANO PARLANO GLI IMPRENDITORI LODIGIANI Arrivano i primi segnali positivi ma è ancora troppo presto per parlare di ripresa n Qualche timido segnale di miglioramento si percepisce, anche se non in tutti i settori. Impossibile però parlare di una ripresa vera e propria, robusta e continuativa. Ne sono convinti molti degli artigiani intervistati in questo numero, in rappresentanza di diverse categorie, dagli edili agli elettricisti, passando da odontotecnici e autoriparatori. In attesa della ripresa, rimangono purtroppo intatti alcuni degli atavici problemi del Belpaese, da una burocrazia asfissiante (il passaggio dalla carta al web è ancora troppo lento) a un fisco che negli ultimi tre anni si è fatto più esoso, non solo sul fronte statale, ma anche per quanto concerne i Comuni. In questo panorama, dunque, è già importante rintracciare i piccoli segnali che possono indicare un cambio di rotta. Una robusta inversione di tendenza rispetto a un doppio ciclo recessivo - se mai questa inversione ci sarà - potrà essere registrata soltanto nella seconda parte del 2014 e nel 2015. “Qualche segnale positivo c’è - afferma Adriana Boaretto, presidente della categoria edili di Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi -, tuttavia è presto per parlare di ripresa. Le commesse arrivano soprattutto dal comparto delle ristrutturazioni: non parlo di interventi complessi, ma di piccoli lavori, rifacimento di tetti, smantellamento di parti in amianto, che comunque servono a muovere il settore. Quanto al nuovo, la situazione è ancora stagnante: qualche impresa è ripartita perché ha ottenuto finanziamenti dalle banche, molti invece sono ancora fermi”. Restano almeno due problemi di fondo. Il primo è proprio il rapporto con le banche. “Se sei già correntista e lavori con una banca c’è maggior possibilità di ottenere aiuto per chiudere i cantieri aperti - sottolinea Boaretto - se invece non sei cliente è davvero difficile ottenere nuovo credito”. segue a pagina 2 www.confartigianato.lodi.it 02 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE PRIMO PIANO TANTI I PROBLEMI IRRISOLTI Gli ostacoli sono gli stessi: fisco, burocrazia asfissiante e una giustizia civile lenta segue dalla prima pagina Secondo problema, la lentezza della giustizia civile. “Francamente non vale più la pena intentare una causa perché si rischia solo di perdere tempo e denaro senza arrivare a una sentenza in tempi certi - è l’amara constatazione della Boaretto -, molte delle controversie oggi diventano trattative private nelle quali creditore e debitore si accordano”. Stefano Colombo, presidente della categoria degli autoriparatori, segnala un clima di “maggior ottimismo” nei primi mesi del 2014 e delinea un quadro che fa ben sperare: “Il nuovo anno si è aperto in maniera positiva - afferma - c’è stato poi un calo degli affari nel periodo elettorale, caratterizzato da maggior incertezza che probabilmente ha frenato i consumatori. Ora in vista delle vacanze il mercato potrebbe crescere, anche sul fronte delle vendite e per noi sarebbe molto importante”. Nessuna luce in fondo al tunnel invece per Angelo Pistone, presidente della categoria degli odontotecnici, che segnala inoltre un problema sul fronte della concorrenza. Problema al quale, per il momento, il Governo non è ancora riuscito a mettere un argine. “Purtroppo non ci sono segnali di miglioramento, più che altro stiamo assistendo a un 2014 di stagnazione, in linea con la fine del 2013 - spiega Pistone -, le previsioni per i prossi- mi mesi non sono positive e ad aggravare il calo della domanda interna segnalo il cosiddetto fenomeno del turismo della salute, con clienti che volano nei Paesi dell’Est per farsi curare”. Bicchiere mezzo pieno per Gae Paganini, presidente categoria Estetisti: “Per noi i mesi primaverili ed estivi sono alta stagione e quindi per fortuna il lavoro non manca. Anzi, rispetto agli ultimi anni registriamo un leggero aumento della clientela. Abbiamo subito invece un po’ di crisi nel corso dell’inverno”. Rimangono irrisolti però alcuni dei problemi maggiormente avvertiti dalla categoria, a partire dalla concorrenza sleale di chi esercita in proprio, in nero, senza versare contributi e senza rispettare le norme igienico-sanitarie: “Purtroppo - riflette la Paganini - nulla e’ cambiato e anzi il numero degli irregolari e abusivi aumenta danneggiando le imprese oneste che creano posti di lavoro”. Massimiliano Disingrini, presidente della categoria degli elettricisti, si occupa prevalentemente di impianti antintrusione e sistemi di allarme per abitazioni private e aziende. Un settore che, complice la diffusa sensazione di insicurezza, sta conoscendo un periodo florido: “Rispetto agli anni passati, nel Lodigiano registriamo una maggior richiesta dei nostri sistemi d’allarme e videosorveglianza e credo che questo sia dovuto soprattutto all’aumento dei furti in abitazione e nelle aziende - afferma -: nonostante le difficoltà economiche, le famiglie e le imprese sono ancora propense a investire per la sicurezza”. Non tutto però è positivo. “I tempi di pagamento si sono allungati anche tra i privati, sebbene non si registrino situazioni gravissime - spiega Disingrini -, la situazione rimane invece molto preoccupante per quanto concerne la Pubblica Amministrazione, che paga ancora con tempi troppo lunghi. Visti i tempi della giustizia in Italia, inoltre, non vale la pena adire le vie legali, meglio mandar giù qualche boccone amaro e chiudere subito le controversie”. Pressione fiscale esagerata, edilizia bloccata e tempi di pagamento dilatati sono tre dei problemi segnalati da Sergio Barocelli, presidente della categoria dei termoidraulici. “La situazione è stazionaria, simile a quella registrata nel corso del 2013 - commenta -, per fortuna sono ancora in vigore le detrazioni fiscali del 50 e del 65 per cento per le ristrutturazioni e gli interventi di efficientamento energetico: CORRIEREIMPRESE LAVORO Le aziende registrano i primi segnali di ottimismo ma rimangono ancora troppe difficoltà per chi vuole fare impresa nel Lodigiano si tratta di interventi che hanno creato lavoro. A questo si aggiunge la campagna di rottamazione delle vecchie caldaie, che sta offrendo risultati positivi. Per quanto concerne invece la realizzazione dei nuovi impianti la situazione è stagnante, a parte qualche nuova villetta. Per contro registriamo una pressione fiscale esagerata, che negli ultimi anni è peraltro aumentata. Anche tra i privati, inoltre, i tempi di pagamento si sono allungati”. Avverte qualche segnale di ripresa Giugno 2014 03 Rosanna Lazzarini, responsabile del settore imprese di pulizia. “Negli ultimi mesi il quadro è migliorato e, almeno nel mio caso, siamo riusciti ad attrarre qualche nuovo cliente. Tuttavia la concorrenza di chi lavora in maniera sleale, al di fuori delle regole, ci danneggia ancora pesantemente, perché a fronte di prezzi stracciati abbiamo poche armi per difenderci. Altro problema serio è quello dei tempi di pagamento: noi lavoriamo soprattutto con uffici e condomini e se prima venivamo pagati in tre mesi oggi siamo saliti mediamente a sei/dodici. Non a caso abbiamo un avvocato a disposizione per i solleciti”. Lorenzo Rinaldi 04 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE PRIMO PIANO IL RAPPORTO CONFARTIGIANATO Lo Stato resta cattivo pagatore Solo l’export del made in Italy dà respiro alle nostre aziende n Burocrazia, fisco, spesa pubblica, giustizia, mercato del lavoro. Sono le tante “palle al piede” delle imprese italiane, evidenziate dal Rapporto di Confartigianato reso pubblico nelle scorse settimane. Ogni giorno è come se gli imprenditori, specialmente gli artigiani, affrontassero una salita con in spalla un pesante zaino; i loro concorrenti europei, invece, nella maggior parte dei casi agiscono e lavorano senza fardelli. Nonostante questo, le Pmi italiane tengono botta e provano ad uscire da un doppio ciclo recessivo puntando su innovazione e qualità dei prodotti. La crescita che non c’è La fotografia del Paese si apre con il Prodotto interno lordo, che nel primo trimestre 2014 diminuisce dello 0,5 per cento, in contrasto con i principali Paesi europei. L’Eurozona mostra un incremento medio dello 0,9 per cento, il Regno Unito cresce del 3,1 per cento, la Germania del 2,3, la Francia dello 0,8 e la Spagna (che pure ha fondamentali peggiori dell’Italia) dello 0,6. I debiti della PA e il credit crunch Altro tema scottante è quello dei debiti della Pubblica Amministrazione, uno scandalo tricolore. Nel 2013 l’Italia registra la più marcata diminuzione dei debiti commerciali della PA (-15,4 per cento) ma rimane il Paese europeo con la quota più elevata. L’Italia è inoltre il Paese europeo con i più elevati tempi di pagamento della PA verso i fornitori: in media 165 giorni, mentre la media europea si ferma a 69. Male, molto male, anche il capitolo del credito alle imprese. A marzo 2014 lo stock dei prestiti alle aziende diminuisce del 4,2 per cento. In particolare per Vuoi fare effettuare un check-up tecnologico alla tua impresa? Hai un’idea per rendere migliore i tuoi prodotti? Cerchi un bando per finanziare le tue invenzioni? Le risposte giuste le trovi allo “Sportello Innovazione Pmi”, il nuovo servizio per la competitività delle piccole e medie imprese promosso da Confartigianato Imprese Provincia di Lodi, Consorzio Lodi Export e Parco Tecnologico Padano. Le aziende interessate, grazie ai servizi dello “Sportello Innovazione Pmi”, potranno sottoporsi gratuitamente ad un check up effettuato da parte di ricercatori del Parco Tecnologico Padano, scoprire i nuovi brevetti dedicati al settore della tua attività, individuare il bando di finanziamento per il trasferimento tecnologico aziendale e cogliere molte altre opportunità. Per richiedere maggiori informazioni: Via della Marescalca, 6 - Lodi Tel. 0371 439197 • Fax 0371 431139 [email protected] www.confartigianato.lodi.it le piccole imprese si è registrata una flessione del 3,1 per cento. L’allarme per le pensioni Confartigianato stima che l’occupazione ritornerà sopra il livello “pre crisi” del 2007 solo nel 2024. Questo scenario pone grossi interrogativi sulla tenuta del sistema pensionistico: “La sostenibilità nel lungo periodo - affermano da Confartigianato - richiede un aumento dell’occupazione dell’11,8 per cento”. Un Paese spezzato a metà Nel periodo 2008-2014 sono emersi quattro dualismi del mercato del lavoro: la crisi ha ingigantito le differenze nel Paese. Al Sud l’occupazione scende del 9,2 per cento mentre nel Centro-Nord il calo è limitato (-2,5 per cento); l’occupazione dei senior, con 35 anni e più, registra un incremento del 6,6 per cento, per contro l’occupazione dei giovani sotto i 35 anni crolla (-28,9 per cento); l’occupazione femminile presenta una crescita modesta (+0,3 per cento) mentre quella maschile è in calo (-7,4 per cento); infine il lavoro indipendente diminuisce in maniera consistente (-8,8 per cento) mentre la frenata del lavoro dipendente è più lieve (-2,7 per cento). Bolzano e Trento verso la Germania Tra 2008 e 2013 l’occupazione nei territori vede Bolzano in salita del CORRIEREIMPRESE Giugno 2014 05 dell’energia e la giustizia. Al secondo semestre 2013 le piccole imprese italiane pagano prezzi dell’energia elettrica del 31 per cento superiori alla media dell’Eurozona. La durata media dei processi civili legati ad inadempienza contrattuale in Italia è di 1.185 giorni, 641 giorni in più rispetto alla media Ue, durata che colloca il Paese al secondo posto dietro alla Grecia. I costi per le imprese derivanti dal ritardo dei giudizi nei procedimenti civili ammontano a 1.032 milioni di euro (oltre 1 miliardo!). Tra il 1980 e il 2013 l’arretrato degli uffici giudiziari è cresciuto di 325 pratiche al giorno. 4,3 per cento, di poco inferiore alla crescita registrata in Germania (5 per cento); a Trento l’occupazione sale del 2,2 per cento, superiore al +2,1 per cento dell’Austria. La Lombardia presenta una tenuta dell’occupazione (-0,9 per cento) di poco distante dal -0,5 per cento della Francia. Sul versante opposto la Sicilia (-10,8 per cento) e la Calabria (-11,4 per cento) sono in linea con l’Irlanda (-10,5 per cento), Stato travolto dalla crisi. Un debito pubblico gigantesco Se occupazione e Pil sono indicatori sensibili al contesto economico europeo e globale, così non è per spesa pubblica e pressione fiscale, che dipendono da scelte interne. Scelte che per ora hanno penalizzato le imprese. A marzo 2014 il debito pubblico italiano, secondo Banca d’Italia, si attesta sui 2.119,9 miliardi di euro, aumentando di 12,8 miliardi rispetto al mese precedente; in dodici mesi il debito è aumentato del 4,1 per cento. Un fisco nemico delle aziende Tra 2005 e 2014 l’Italia, insieme alla Grecia, è il paese europeo con la più alta crescita della pressione fiscale, pari a 3,5 punti di Pil. La nuova Tasi (aliquota tendenziale dell’1,6 per mille) determina un incremento della tassazione immobiliare sulle imprese di 1.077 milioni di euro (1 miliardo!), equivalente al 9,9 per cento in più rispetto al 2013. Nel periodo 20122014 la tassazione immobiliare sul capannone di un’impresa manifatturiera aumenta del 25,9 per cento. Confartigianato segnala però che l’aumento della tassazione locale non è l’unica opzione possibile per recuperare risorse: il piano del Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica individua infatti potenziali risparmi per 2 miliardi di euro con l’applicazione di costi standard nei Comuni e ulteriori 2 miliardi da processi di efficientamento delle partecipate locali. Si avrà il coraggio di tagliare? A3 infografica confartigianato outline.indd 1 Una burocrazia asfissiante L’Italia, dicevamo, non è certo il posto migliore per fare impresa e la burocrazia è uno degli ostacoli maggiori. Nell’Ue a 28 il nostro Paese è all’ottavo posto per spesa pubblica sul Pil, al settimo posto per entrate fiscali sul Pil, addirittura al quarto posto per crescita delle entrate fiscali tra il 2005 e il 2014, ma precipita al 23esimo posto per contesto favorevole a fare impresa. Il costo degli oneri amministrativi per le Pmi ammonta a 30.980 milioni di euro (quasi 31 miliardi!), pari a 2 punti di Pil: mediamente ogni piccola e media impresa sostiene un costo per oneri burocratici di 7.005 euro. L’Italia è al primo posto tra i Paesi Ue, insieme a Grecia e Romania, per rilevanza della complessità delle procedure amministrative come ostacolo all’inizio di un’attività di impresa. Energia e giustizia, sono dolori Gli ultimi due ostacoli sono il costo I segnali positivi Tutto negativo? Per fortuna no. Tra le sei maggiori economie avanzate l’Italia è il paese con il più alto tasso di imprenditorialità con 6,4 imprese ogni 100 abitanti, davanti a Stati Uniti (4,7), Francia (4), Giappone (3,6), Regno Unito (2,7) e Germania (2,5). Il Rapporto Confartigianato indica poi che in reazione ai due cicli recessivi, il 41,2 per cento delle piccole imprese aumenta la gamma di prodotti e servizi, una piccola impresa su quattro accede a nuovi mercati e più di una su dieci attiva o incrementa la relazione con altre imprese. Il 76,2 per cento delle piccole imprese fonda la propria strategia sul miglioramento della qualità del prodotto o del servizio offerto (la concorrenza sul prezzo è spesso fallimentare). E ancora, a fine 2011, il 32,3 per cento delle microimprese hanno introdotto innovazioni. Tra il 2009 e il 2014 le ditte artigiane attive nella produzione di software e servizi informatici crescono al ritmo del 4,3 per cento all’anno, superiore all’1,4 per cento delle imprese non artigiane. L’export vola con il Made in Italy La competitività, poi, evidentemente fa bene. Un’impresa manifatturiera esportatrice mostra una produttività più che doppia (+121,1 per cento) rispetto a quella di un’impresa manifatturiera non esportatrice. A marzo 2014 il saldo del commercio estero al netto dell’energia raggiunge un massimo di 86.204 milioni di euro: sintomo che le aziende italiane sanno competere sui mercati internazionali, nonostante un Euro forte. Nel 2013 sono cresciute del 4,2 per cento le vendite all’estero dei comparti di micro e piccola impresa. A marzo 2014 i mercati di destinazione più dinamici sono Cina (crescita delle vendite del Made in Italy del 12,2 per cento), Belgio, Regno Unito, Polonia, Russia e Germania. Lorenzo Rinaldi A3 infografica confartigianato outline.indd 1 06 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE L’OPINIONE FRANCESCO CANCELLATO Economia del Lodigiano: non si può rimanere fermi ancora un altro decennio n Scrivo queste righe mentre i dati cominciano a raccontare alcuni piccoli segnali di ripresa economica: crescono i mutui, del 26,5% negli ultimi quattro mesi, in netta controtendenza con il medesimo periodo del 2013. Cresce anche l’export, dopo la frenata a cavallo tra quest’anno e il precedente e cresce pure la produzione industriale (+1,6% ad aprile, record dal 2011). Niente di eccezionale, intendiamoci. Soprattutto, niente che preluda a un prossimo boom dell’occupazione, che invece continua a calare. Quel che tuttavia in Italia si muove, a Lodi pare stagnare. Non ho dati sottomano che raccontino in tempo reale la realtà della nostra economia. Mi limito a osservare il livello d’attività e di elaborazione progettuale di chi, sul nostro territorio, è preposto a lavorare per la crescita e allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali, così come dello sviluppo di quelle esistenti. In entrambi i casi, encefalogramma piatto. Con questo non voglio dire che manchino le iniziative a sostegno del mondo imprenditoriale. Meritoria è, ad esempio, l’azione del Comune di Lodi, che ha ridotto il peso fiscale sulle imprese, esentandone gli immobili, già gravati dall’Imu, dal pagamento della Tasi. I soldi e le esenzioni, per quanto necessari, non sono tuttavia sufficienti. Se assumiamo che le campagne elettorali non valgono – e anche lì, non è che le idee brillino – si può dire che sono almeno dieci anni che non si sente, né da destra, né da sinistra, un’idea che sia una sul destino economico del Lodigiano. Fate questo esperimento: se si facesse un convegno oggi, quanti direbbero cose diverse da quelle che dicevano nel 2007? Quanti riuscirebbero a declinare un disegno L’AUTORE Francesco Cancellato coerente con ciò che il mondo è oggi? Non ho detto dieci a caso: è dal 2004 e dal Piano Strategico del Lodigiano elaborato dalla Provincia, dalla Camera di Commercio e dalle organizzazioni datoriali e sindacali che nel Lodigiano non si assiste non solo a un momento condiviso di riflessione sul destino di questo territorio, ma anche soprattutto ad un patto che trasformi tali idee in una strategia con priorità, progetti e stanziamenti. Giusto o sbagliato, tutto è fermo lì, alla vocazione agricola, al business park, al marketing territoriale, al turismo eco-gastronomico-culturale. Tutte le cose di cui ancora oggi si discute, il business park ne è l’esempio più concreto, sono ferme all’elaborazione di quella stagione, alle idee di una generazione fa. Idee che sarebbero vecchie anche in condizioni normali, figurar- si ora, dopo due crisi. Il tema, mi scuso se sto diventando monotematico, è l’incapacità di produrre o attrarre nuove realtà imprenditoriali, con un progetto a misura delle potenzialità reali del territorio lodigiano. Non parlo solo della politica. Anzi, forse ad essa imputo soltanto la mancanza di propulsione e di stimolo nel costruire una visione e nel convincere altri attori economici – le banche, i big economici del territorio, la stessa Camera di Commercio o il Parco Tecnologico Padano – a perseguirla con lei. Ciò che hanno sbagliato tutti gli altri – con alcune lodevoli eccezioni – è dimenticarsi di porre a loro volta la questione, a renderla immanente pensando che le rendite di posizione, gli orticelli e «mamma Milano» fossero sufficienti a garantire se non benessere, perlomeno un malessere sostenibile. Lo ripeterò fino alla nausea: non c’è sviluppo se non c’è iniziativa, non ci saranno ricompense senza rischio. Chi può metta in condizione il territorio di poter rischiare e gli dica dove è più utile e auspicabile farlo. Un nuovo Piano Strategico, insomma. Senza Provincia e con la Camera di Commercio depotenziata dalle riforme del Governo, una visione d’area vasta è oggi più necessaria che mai. CORRIEREIMPRESE Giugno 2014 07 L'INCONTRO IN CONFARTIGIANATO A LODI Nuove regole e adempimenti per chi opera con sostanze chimiche: il 10 luglio un workshop su REACH e CLP n Per tutelare i cittadini, il Parlamento e il Consiglio europei hanno approvato una specifica normativa: il Regolamento (CE) n.1907/2006, concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (“Regolamento REACH”) e il Regolamento (CE) n.1272/2008, relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele (“Regolamento CLP”). Questi regolamenti hanno importanti implicazioni per le imprese, imponendo loro l’obbligo di fornire informazioni sulle sostanze chimiche prodotte, importate e utilizzate. “No data no market”, è il principio su cui si basa il Regolamento Europeo REACH: obbliga, in sostanza, l’industria chimica a garantire che le sostanze prodotte e immesse sul mercato europeo non comportino LODI La sede Confartigianato un rischio inaccettabile per la salute umana o l’ambiente. “No data no market”, non puoi commercializzare se non informi e… se non rispetti i Regolamenti sono previste pesanti sanzioni. Con questo slogan la Confartigianato Imprese Provincia di Lodi, l’Asl di Lodi, il Parco Tecnologico Padano e il Consorzio Lodi Ex- port promuovono il workshop che si terrà il 10 luglio dalle 17.30 alle 19.30 presso la sede di Lodi di Confartigianato, in via della Marescalca 6. L’obiettivo dell’incontro è quello di far conoscere i due regolamenti europei e di illustrare agli operatori delle piccole e micro imprese tutti gli adempimenti connessi alla nuova regolamentazione. Il destinatario finale di questa comunicazione è l’utilizzatore finale (professionale), che viene così messo nella condizione di conoscere se i prodotti sul mercato contengono sostanze pericolose o vietate o che richiedono per il loro utilizzo una autorizzazione specifica. REACH si occupa di disciplinare le informazioni necessarie, coinvolgendo tutti gli attori della catena di approvvigionamento, produzione, utilizzo, distribuzione e commercializzazione di prodotti potenzialmente a rischio per l’uomo e per l’ambiente. Migliaia di sostanze saranno registrate a partire dai volumi di produzione più elevati (oltre 1.000 tonnellate) con il risultato (nel 2018) di creare il sistema più avanzato al mondo di gestione delle sostanze chimiche, ma anche con l’obiettivo dichiarato di incentivare l’introduzione di materie prime a più basso impatto, promuovendo così innovazione e competitività. Da qui l’uso di nuove classificazioni, di diverse opzioni relative alla gestione dei rischi, di innovative procedure di etichettatura, con un’attenzione particolare alle “sostanze estremamente preoccupanti”. Il rapporto tra sicurezza chimica e sistema delle imprese sta cambiando, e i mutamenti non investono solo le grandi realtà, ma coinvolgono l’intera filiera, Pmi comprese. Ecco allora l’importanza del workshop del 10 luglio rivolto a chi fabbrica, importa, utilizza sostanze chimiche e/o preparati, ma anche a chi fabbrica, importa e commercializza articoli che le contengono. L’incontro in Confartigianato è gratuito, ma per ragioni organizzative è necessario comunicare la propria adesione entro il 7 luglio, usando la mail [email protected] o telefonando allo 0371-439197. 08 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE SI PUÒ FARE! OFFICINE MUZZA Acquisire un’altra azienda in tempo di crisi: coraggio e lungimiranza a Cornegliano n Puntare sulle potenzialità della carpenteria metallica e acquisire una nuova azienda in tempo di crisi. Questa la sfida raccolta da tre giovani imprenditori lodigiani, che hanno deciso di allargare i propri orizzonti “sbarcando” in un settore nel quale prima non erano presenti, con le nuove “Officine Muzza srl” di Cornegliano Laudense. La vicenda umana e professionale dei tre imprenditori ben si inserisce nel solco delle storie raccontate su queste pagine dalla rubrica “Si può fare”. I protagonisti sono Simone Tornari (31 anni), Omar Suzzani (31 anni) e Andrea Zanaboni (37 anni). “Nel 2009, nel bel mezzo della crisi, abbiamo rilevato la C&B Serramenti Srl, azienda di Lodi che si occupa di serramenti e carpenteria leggera - racconta Suzzani al termine di una giornata di lavoro -, nel 2013 abbiamo saputo che la vecchia Officina Muzza di Cornegliano Laudense era stata messa sul mercato e così ci siamo fatti avanti per rilevarla. Abbiamo infatti intuito le potenzialità della carpenteria medio-pesante, attività che veniva già svolta nel sito di Cornegliano Laudense. Noi in precedenza non avevamo i macchinari adatti e con questa nuova acquisizione IN OFFICINA Di fianco i titolari dell’azienda di Cornegliano Laudense. Nelle altre immagini alcune realizzazioni dell’impresa lodigiana siamo riusciti ad ampliare il mercato e la gamma dei servizi”. La vecchia Officina Muzza, che si occupava di carpenteria metallica, era gestita da anni dalla famiglia Pascale e di fatto era cresciuta nell’arco di due generazioni. Dopo l’acquisizione, i tre soci lodigiani hanno modificato il nome in “Officine Muzza Srl” (“non volevamo sconvolgere nulla e dunque abbiamo apportato una modifica, nel segno però della continuità”, spiega Suzzani) e hanno provato ad ampliare l’offerta per i clienti. “Dopo aver affrontato una prima sfida nel 2009, quattro anni dopo ci siamo imbarcati in questa nuova avventura, che è parallela alla prima attività - afferma ancora Suzzani - e per il momento le cose stanno funzionando, abbiamo ampliato la gamma delle certificazioni delle strutture metalliche (con l’ISO 9001 e la nuova UNI EN 1090/1 per la carpenteria strutturale), per offrire alla clientela un servizio a 360 gradi”. Tra le “Officine Muzza” e “C&B Serramenti” i dipendenti sono nove, cinque a Cornegliano Laudense e quattro a Lodi, a cui si aggiungono i tre soci. Il mercato delle “Officine Muzza” è composto da clienti privati, aziende edili, imprese private ed enti pubblici e la zona coperta tocca prevalentemente le province di Lodi, Pavia, Piacenza e Cremona, tra la Lombardia e l’Emilia Romagna. Per i tre imprenditori lodigiani la sfida delle “Officine Muzza” è impegnativa e affascinante, ma sicuramente si può fare! Lorenzo Rinaldi CORRIEREIMPRESE Giugno 2014 09 SI PUÒ FARE! LA MERLI SANTE DI BORGHETTO Formazione e innovazione: la ricetta per tenere al passo un’azienda con più di 50 anni n Correttezza, volontà, voglia di lavorare: sono gli ingredienti con cui da 50 anni vive la ditta individuale Merli Sante di Borghetto Lodigiano, una piccola azienda termoidraulica che oggi, con i figli alla gestione operativa degli affari, affianca a quei valori anche la formazione continua e la preparazione. Perché in 51 anni - l’azienda nasceva nell’aprile 1963 - le cose sono cambiate, e non poco. Il papà, Sante Merli, classe 1937, è ancora saldamente in sella alla ditta, e dalla mattina alla sera è più facile trovarlo in cantiere che in ufficio. Per forza, verrebbe da dire: dopo aver iniziato da ragazzino come dipendente e poi essere passato a lavoratore autonomo, Sante Merli è abituato fin dagli anni Sessanta a lavori di impiantistica anche importanti, spesso ideati e realizzati in gran parte con le proprie mani: alberghi e strutture turistiche in riviera, a Rimini e Riccione, e poi cantieristica pesante un po’ ovunque, fino a focalizzarsi sempre più nel Lodigiano, dove si è occupato di cantieri grandi e piccoli, palazzine e sedi bancarie, tra cui quella della Popolare di Lodi di Graffignana, oggi Palazzo Comunale. Il lavoro come filosofia di vita, e anche oggi è così, anche se gran parte della L’AZIENDA Due immagini storiche del titolare Sante Merli durante la sua attività e una con i figli Gianluigi e Cristina gestione operativa è in mano ai figli: Gianluigi è il responsabile tecnico, quello che firma preventivi e progetti, che tiene i contatti con fornitori e clienti e che lavora in cantiere, Cristina è l’indispensabile supporto amministrativo, che cura tutte le incombenze d’ufficio. Con loro, tre dipendenti; erano sei fino a pochi anni fa. «Ma la crisi si è fatta sentire anche per noi - raccontano Gianluigi e Cristina -. Abbiamo un po’ di visibilità fino alla fine dell’anno, ma si lavora tanto, si sono moltiplicate le incombenze e alla fine si porta a casa quanto basta per chiudere il mese, pagare i dipendenti e i propri fornitori. E adesso la situazione è migliorata, perché negli ultimi anni c’è stata selezione naturale, per così dire: i furbetti, chi pagava in modo irregolare, chi cercava scappatoie per ritardare, tutti quelli o quasi sono usciti dal mercato». Il problema, dal 2008 a oggi, non è tanto il lavoro («quello bene o male c’è sempre») quanto i pagamenti: tra crediti incagliati in imprese fallite e chi sull’orlo del fallimento ritarda i pagamenti, farsi pagare è un’impresa titanica. E se dall’altra parte ci si mettono le banche che hanno stretto il credito, le difficoltà per le aziende artigiane si sono moltiplicate. Niente di nuovo, ma una realtà molto dura. «A questo poi bisogna aggiungere la burocrazia che aumenta di anno in anno - spiegano ancora Gianluigi e Cristina -. Però noi andiamo avanti, con ottimismo: il lavoro è cambiato e se prima lavoravamo quasi sempre con imprese edili per l’impiantistica, oggi lavoriamo quasi sempre con i privati per ristrutturazioni, sistemazioni, piccoli impianti o per il solare. Per fare tutto questo, stiamo al passo con i tempi, a partire dalla formazione continua, dai corsi. Imparare per lavorare e per trasmettere le conoscenze ai propri dipendenti: una volta c’erano la caldaia e il termostato, oggi c’è un computer che regola l’impianto. Il fotovoltaico è una novità di questi ultimi anni, e il condizionamento oggi ha una normativa particolare. Proprio questo è l’ultimo investimento fatto, qualche migliaio di euro per dotarsi di patentino, certificazione aziendale e strumentazione per l’installazione dei condizionatori. Un investimento che non rientra di certo nel giro di un anno, ma che va fatto. Bisogna guardare al futuro, forti dell’esperienza di 50 anni, e noi proviamo a farlo ogni giorno». Andrea Bagatta 10 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE LAVORI STRADALI La riqualificazione di una via di Secugnago è stata assegnata a un’azienda di Bergamo OSSERVATORIO APPALTI PER SISTEMAZIONI STRADALI Secugnago, contatti informali con le ditte locali Alla fine il cantiere è assegnato a Bergamo n Un appalto assegnato e revocato, poi un’assegnazione diretta sentite due aziende, il tutto con operatori fuori dalla provincia di Lodi: a Secugnago la riqualificazione di via Vittorio Veneto, ormai arrivata alla conclusione, lascia più di una perplessità sulla gestione della procedura. Inizialmente è stata una gara in procedura negoziata con il metodo del “baratto” già sperimentato a Casale: realizzazione di lavori pubblici congiuntamente alla cessione di immobili di proprietà comunale a titolo di corrispettivo del contratto. L’assegnazione provvisoria il 30 aprile scorso è andata all’unica ditta che ha risposto all’invito del Comune, cioè alla ditta Demoedil Srl di Settala in provincia di Milano. Tre settimane più tardi, il 19 maggio, il servizio tecnico del Comune escludeva però dall’aggiudicazione definitiva la ditta Demoedil Srl perché trovata non in regola con i Durc relativi ai pagamenti degli oneri previdenziali. «L’appalto è stato revocato in pratica d’accordo con la ditta stessa, che ha riconosciuto di non essere a posto con i versamenti - spiega il sindaco Mauro Salvalaglio -. Purtroppo l’appalto è stato travagliato fin dal principio. In via del tutto informale avevamo contattato delle aziende lodigiane per capire l’interesse a partecipare alla procedura negoziata, ma proprio in quella prima fase era emerso come il quadro economico complessivo dell’opera arrivasse a 100mila euro, una cifra che non avevamo a disposizione a bilancio. Per quello abbiamo cominciato a esplorare piste diverse, e così abbiamo guardato con interesse a quanto fatto da Casalpusterlengo vicino a noi». Il Comune di Casale negli ultimi mesi ha assegnato una serie di appalti di opere con il sistema della «realizzazione di lavori pubblici congiuntamente alla cessione di immobili di proprietà comunale a titolo di corrispettivo del contratto». Si eseguono due gare in contemporanea e collegate, una per la realizzazione dell’opera (con normali offerte al ribasso), una per la vendita dell’immobile che si è deciso di alienare (con normale offerta al rialzo). I partecipanti alla gara fanno offerte per entrambe le azioni, e dal disposto combinato dei due si procede all’assegnazione del lavoro da eseguire e del bene immobile alienato alla so- CORRIEREIMPRESE Giugno 2014 11 1 L’azienda che ha partecipato alla gara che prevedeva la cessione di terreni comunali in cambio di lavori pubblici. Poi, però, la stessa impresa è stata esclusa perché senza requisiti 2 Le ditte, entrambe della provincia di Bergamo, invitate a quel punto a presentare un’offerta per la sistemazione e la riqualificazione di via Vittorio Veneto 50% SECUGNAGO In alto la sede del municipio, sotto il sindaco Mauro Salvalaglio cietà vincitrice. «Avevamo a disposizione alcuni terreni di proprietà comunale nel piano di lottizzazione preparato d’ufficio di via Scirea, e quindi abbiamo legato la realizzazione di via Vittorio Veneto alla cessione di quei terreni, così da abbattere l’esborso economico del Comune per l’opera - spiega Salvalaglio -. Purtroppo a questa particolare formula di assegnazione è risultata interessata solo l’impresa Demoedil, poi assegnataria provvisoria alla quale abbiamo dovuto applicare l’esclusione. A quel punto per eseguire l’opera non ci restava che sondare la possibilità di un affidamento diretto, e quando avevamo disperato di trovare un’azienda disponibile a eseguire il lavoro alle nostre condizioni, si sono fatte avanti in due». L’offerta per l’esecuzione dei lavori è stata quindi richiesta a due ditte, la Carba Srl di Fontanella in provincia di Bergamo e la ditta Enzo Pesenti Srl di Covo, sempre in provincia di Bergamo. La prima ha proposto di concludere l’opera per 43mila 560 euro, la seconda per 51mila 700: sulla base di queste offerte, l’assegnazione è avvenuta alla ditta Carba Srl. «Ma le aziende lodigiane sono state contattate a vari livelli di questa vicenda, sia pure sempre in modo informale - spiega il sindaco Salvalaglio -. Purtroppo le cifre che venivano prospettate dalle ditte lodigiane erano molto più alte di quella alla fine spuntata dalla ditta assegnataria, la Carba, che è arrivata a proporre il lavoro a metà circa di quanto ci veniva prospettato dalle aziende lodigiane». Dunque, a Bergamo fanno lavori per la metà di quanto richiesto nel Lodigiano, e per di più con maggiori spese di trasporto, perché la sede dista 50 chilometri dal luogo d’esecuzione dell’opera. «Anche noi ci siamo posti questo problema, e confesso di aver temuto sia per il rispetto della normativa sia per la qualità dei materiali impiegati o dell’avanzamento di cantiere - conclude il primo cittadino -. Invece la ditta ci ha rassicurato fin da subito, ed effettivamente abbiamo seguito il cantiere che si è svolto velocemente e senza intoppi, con materiale adeguato, e tutta la documentazione è sempre risultata a norma. L’idea che mi sono fatto io è che aziende più grandi e strutturate delle nostre lodigiane forse possano permettersi di lavorare in cantieri con margini di guadagno più bassi, magari per evitare di tenere il personale fermo o forse perché altrove ci sono altri margini o ancora per le economie di scala che mettono in campo. In fondo poi dobbiamo guardare al risultato e quello c’è. La gestione di questa procedura è stata tutta un po’ particolare, ma ciò non significa che non abbiamo attenzione per le imprese del Lodigiano. Sono sempre pronto a chiarire anche di persona gli aspetti dettagliati della vicenda, e assicuro che il nostro occhio di riguardo per il territorio rimane vivo». L’erba del vicino, per alcuni amministratori lodigiani, è sempre più verde. Peccato però che, per darne prova, sarebbe bastato che i contatti informali con le imprese lodigiane si trasformassero in inviti ufficiali alla gara per l’affidamento dei lavori, ma ciò non è avvenuto e alle imprese del territorio è stata invece impartita l’ennesima pseudo lezione di economia aziendale. Andrea Bagatta È all’incirca lo sconto garantito dalla società vincitrice dell’appalto rispetto a quanto avrebbero prospettato le ditte lodigiane, mai però ufficialmente invitate 43.560 euro A tanto ammonta l’offerta della Carba Srl di Fontanella, in provincia di Bergamo, che ha migliorato i 51.700 euro proposti dalla concorrente di Covo, sempre della Bergamasca 12 Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE CREDITO QUI GLI INTERESSI SONO IL DOPPIO DI QUELLI DI BOLZANO La Bce abbassa i tassi e rilancia i prestiti, ma a Lodi finanziamenti in calo del 13% n Nei primi giorni di giugno il governatore della Banca Centrale Europea ha annunciato due importanti interventi di politica monetaria, destinati a dispiegare i loro effetti a partire dalla seconda metà del 2014. Il primo è l’abbassamento, in “territorio negativo”, del tasso di interesse per i depositi presso la Bce: si tratta in questo caso di quelli che vengono definiti “depositi overnight”, molto utilizzati dalle banche per parcheggiare liquidità. Il secondo intervento annunciato da Mario Draghi è quello che interessa maggiormente le imprese: l’inquilino dell’Eurotower ha infatti annunciato che la Banca Centrale è pronta a iniettare nuova liquidità nel mondo delle banche, attraverso prestiti a tassi agevolati. Gli istituti di credito dovranno però utilizzare questi nuovi prestiti per sostenere le imprese e spingere dunque le economie dell’Europa - non solo quella italiana - nella direzione della crescita. Non è la prima volta che la Banca centrale inietta liquidità nel sistema bancario: in precedenza, tuttavia, spesso gli istituti di credito BANCA CENTRALE EUROPEA La sede hanno utilizzato i prestiti agevolati di Francoforte per mettere ordine nei propri bilanci e acquistare (è il caso italiano) una grande quantità di titoli di Stato. Tutto sbagliato? Non proprio, perché c’è chi sostiene che questo comportamento (nell’immediato certo non favorevole a imprese e famiglie) abbia permesso di aiutare le economie in crisi, come quella italiana: se la domanda dei titoli di Stato aumenta per effetto del maggior interesse delle banche, il rendimento scende, con effetti benefici sul fantomatico spread. Draghi “bacchetta” i banchieri Resta il fatto che seppur dotate di maggior liquidità, le banche in questi anni non sono state generose verso il sistema delle imprese e delle famiglie. E hanno avuto la loro fetta di responsabilità nell’allungare i tempi della ripresa dell’economia reale. Ecco perché Draghi a inizio giugno ha annunciato i nuovi prestiti, vincolati però all’impegno delle banche di riversare la maggiore liquidità nell’economia reale. Succederà davvero? Un po’ di sano scetticismo è doveroso, visto anche quanto accaduto finora. Non a caso Draghi, annunciando le nuove misure di politica monetaria, ha di fatto sbugiardato i banchieri, anche quelli italiani, che nel bel mezzo della crisi si sono sempre detti vicini al mondo delle imprese, salvo poi concedere credito con il contagocce e a tassi di interesse spesso proibitivi. Meno credito per le imprese Il “credit crunch” dunque è stato e in parte ancora è - uno dei mali dell’economia europea e italiana. Lo si evince chiaramente dall’ultimo Rapporto elaborato a fine maggio dall’Ufficio studi di Confartigianato. Il dato di partenza è l’ultima rilevazione ufficiale disponibile, risalente a febbraio 2014: lo stock di prestiti alle imprese italiane in quel mese scende del 4,9 per cento, accelerando la flessione (a gennaio era a -4,7 per cento). Detto del dato medio, vediamo cosa succede nelle singole categorie. Lo stock di credito alle piccole imprese diminuisce del 3,9 per cento, mentre per quanto riguarda le medio-grandi imprese la flessione è ancora più accentuata, arrivando a -5,2 per cento. Occorre però considerare che la stretta sul credito è spesso molto più dannosa per le piccole imprese, che sovente soffrono la scarsa capitalizzazione e a cui può essere fatale anche una semplice rimodulazione del flusso di credito in arrivo dalle banche. CORRIEREIMPRESE Un bollettino medico preoccupante Tornando allo stato di salute dei crediti, il Rapporto di Confartigianato indica che nel quarto trimestre 2013 il tasso di ingresso in sofferenza per le imprese è pari al 4,5 per cento, valore in aumento su base annua di 0,6 punti percentuali. A dicembre 2013 le sofferenze rappresentano l’8,7 per cento dei prestiti al totale della clientela. Alta l’incidenza dei prestiti deteriorati - cioè quelli caratterizzati da anomalie nei rimborsi - che a dicembre 2013 rappresentano il 15,9 per cento del totale dei prestiti alla clientela. Piccoli finanziamenti, grandi interessi Molto interessante è anche l’analisi sui tassi di interesse: l’Italia viene descritta come uno Stato dove il credito è ancora caro, ma il costo sta scendendo. Vediamo i numeri. A ottobre 2013 le società non finanziarie - escluse le famiglie produttrici - in Italia pagano sui nuovi finanziamenti un tasso di interesse medio del 3,45 per cento, 72 punti base superiore rispetto a quello dell’Eurozona (2,73 per cento). La distanza è un po’ più ampia se il confronto viene fatto con la Germania (2,21 per cento). In un anno il tasso in Italia scende di cinque punti base (attenzione, non significa un calo del 5 ma dello 0,05 per cento!), segnando l’unica diminuzione in Europa: il costo del credito in Italia è comunque ancora molto alto Giugno 2014 13 -4,9% Lo stock dei prestiti alle imprese italiane. -6,7% L’andamento dei prestiti all’artigianato. -7,9% Il totale del credito alle imprese lombarde. -13,1% Il credito alle imprese in provincia di Lodi. 6,27% Il tasso di interesse medio per finanziamenti per cassa in provincia di Lodi. e secondo solo a quello spagnolo (3,68 per cento il livello medio). In Italia poi il costo del credito resta più alto (mediamente pari al 4,75 per cento) per i prestiti inferiori a 250mila euro, una soglia sotto la quale si collocano molti artigiani. Restando all’artigianato, “in un anno i prestiti al settore diminuiscono di 3,5 miliardi di euro (-6,7 per cento) e il calo si va accentuando”, sottolineano da Confartigianato. Lombardia e Lodigiano soffrono Chiudiamo analizzando cosa è successo in Lombardia e nel Lodigiano. In Lombardia si concentra quasi il 28 per cento del totale del credito concesso alle imprese, ma il dato a febbraio 2014 è in calo del 7,9 per cento rispetto al febbraio 2013. Il calo è meno accentuato (-4,8 per cento) per le imprese con meno di 20 addetti, mentre per quelle con più di 20 addetti si arriva a -8,3 per cento. In provincia di Lodi il credito alle imprese tra febbraio 2013 e febbraio 2014 è diminuito del 13,1 per cento (dato elevato e preoccupante): il calo per le imprese con meno di 20 addetti è stato del -4,6 per cento, quello per le imprese con più di 20 addetti è schizzato al -17,4 per cento. 48 Filiali, 177 Comuni compresi nelle province di Lodi, Pavia, Piacenza, Milano, Cremona, Alessandria. Filiali operative in area lodigiana • • • • • • LODI Boffalora d’Adda Casalpusterlengo Castiglione d’Adda Codogno Corno Giovine Sede Guardamiglio (LO) • P.zza IV Novembre, 11 – Tel. 0377 4191 Bolzano al top, Crotone flop In provincia di Lodi il tasso di interesse medio per finanziamenti per cassa registrato a fine 2013 è del 6,27 per cento: soltanto in 36 province italiane è più elevato. Maglia nera a Crotone (8,67 per cento), i prestiti più economici vengono erogati a Bolzano, dove il tasso medio è del 3,81 per cento. 277 milioni di euro agli artigiani Ultimo dato. In provincia di Lodi lo stock di prestiti all’artigianato a dicembre 2013 raggiunge i 277 milioni di euro, in calo del 3,8 per cento anno su anno: una flessione che alla luce del contesto nazionale non è drammatica ed è comunque meno sensibile rispetto a quella registrata per l’insieme delle aziende con meno di 20 dipendenti, che comprende artigiani e altre tipologie di impresa. Lorenzo Rinaldi Segnare il sentiero, guardare avanti • • • • • • • Guardamiglio Livraga Maleo Meleti Montanaso Lombardo Orio Litta Ospedaletto Lodigiano www.centropadana.bcc.it • • • • • • San Colombano al Lambro San Fiorano Sant’Angelo Lodigiano Santo Stefano Lodigiano Somaglia Zorlesco Giugno 2014 CORRIEREIMPRESE Servizio POS: pagamenti sicuri e vantaggiosi. The Van 14 Un’offerta esclusiva! Dal 30 giugno 2014 tutti i professionisti e le imprese (artigiani, commercianti, ecc) dovranno dotarsi di strumenti per accettare pagamenti con moneta elettronica. Grazie alla collaborazione con Confartigianto Imprese Provincia di Lodi, il Banco Popolare propone oggi una gamma completa di soluzioni di incasso, offerte a condizioni esclusive. Scegliendo fra le numerose soluzioni POS del Banco Popolare potrai anche essere in regola con i nuovi obblighi normativi e godere di ulteriori vantaggi: INCASSARE I PAGAMENTI DEI TUOI CLIENTI IN MODO COMODO, INNOVATIVO E SICURO CONSENTIRE AI TUOI CLIENTI DI PAGARE CON LA MASSIMA LIBERTÀ ANCHE TRAMITE L’UTILIZZO DI CARTE DI PAGAMENTO Affrettati: ti aspettiamo in filiale entro il 30 settembre per individuare la soluzione più adatta a te e sottoscrivere la nuova offerta POS a condizioni esclusive! Nelle filiali è già disponibile anche il nuovo MobilePOS, che ti permette di beneficiare delle stesse funzionalità del POS anche al di fuori del tuo punto di vendita o del tuo studio professionale connettendo il lettore mobile al tuo smartphone: così accetterai i pagamenti sempre e ovunque. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per le condizioni contrattuali e economiche fare riferiemento ai fogli informativi disponibili presso le filiali e sul sito www.bancopopolare.it nella sezione Trasparenza. Ese Adv POS 235 x 329,6 .indd 1 23/06/14 11:44 CORRIEREIMPRESE Giugno 2014 15 SICUREZZA LA PROPOSTA DI CONFARTIGIANATO IMPRESE “Muletti”, piattaforme e gru: un pacchetto per adempiere agli obblighi formativi n Da oltre un anno, precisamente dal 12 marzo 2013, è entrato in vigore l’Accordo Stato Regioni che individua, in attuazione dell’art. 73 del D.Lgs. 81/2008, le attrezzature di lavoro per la quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione. A partire da tale data tutti i lavoratori che utilizzano per la prima volta le attrezzature individuate dall’Accordo devono risultare preventivamente formati. I lavoratori che già utilizzavano tali attrezzature alla data di entrata in vigore dell’Accordo (12 marzo 2013) dovranno invece completare la formazione, qualora questa sia mancante o incompleta, entro l’11 marzo 2015. Quali sono le attrezzature che richiedono l’abilitazione? L’accordo prevede l’obbligo di formazione specifica per l’utilizzo delle seguenti attrezzature: Piattaforme di lavoro mobili elevabili; - Gru a torre; - Gru mobile; - Gru per autocarro; - Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo (a braccio te- lescopico, industriali semoventi, sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi), tra cui, quindi, anche i cosiddetti “muletti”; - Trattori agricoli o forestali; -Macchine movimento terra (escavatori idraulici, a fune, pale caricatrici frontali, terne, autoribaltabile a cingoli); - Pompe per calcestruzzo. Quanto dura l’abilitazione e ogni quanto va aggiornata? L’Accordo prevede che l’abilitazione sia rinnovata ogni 5 anni dalla data di rilascio dell’attestazione dell’abilitazione, a condizione che sia svolto un corso di aggiorna- mento. I corsi di aggiornamento devono avere una durata minima di 4 ore di cui almeno 3 ore relative agli argomenti previsti dai moduli pratici. In che misura viene riconosciuta la formazione pregressa? Sono riconosciuti tutti i corsi già effettuati dai lavoratori, sulla specifica attrezzatura, di durata non inferiore a quella prevista dall’Accordo e che abbiano previsto un modulo teorico, uno pratico e una verifica finale. I corsi che soddisfano solo parzialmente la precedente condizione necessiteranno di un’integrazione sulla base di quanto previsto dall’Accordo. La proposta di Confartigianato Confartigianato Imprese Provincia di Lodi ha approntato un’ampia proposta di corsi in grado di garantire il conseguimento dell’abilitazione all’uso delle attrezzature individuate dall’Accordo Stato Regioni del febbraio 2012. Per maggiori informazioni sulla normativa e sui corsi di Confartigianato (costi, modalità, tempistiche, ecc), è possibile contattare la signora Giusy Negri presso la sede di Lodi: 0371 439197 g.negri@ confartigianato.lodi.it. FORMAZIONE Ecco l’elenco dei corsi al via a luglio La formazione è sempre più determinante per la salvaguardia e la competitività di un’impresa. Confartigianato Imprese Provincia di Lodi, per queste ragioni, ha predisposto un’ampia offerta di corsi per l’anno 2014. Ecco l’elenco dei corsi per la sicurezza in avvio nel prossimo mese di luglio: l Lunedì 14 luglio Formazione Addetti Primo Soccorso; l Lunedì 21 luglio Formazione Lavoratori (Modulo generale); l Mercoledì 23 luglio Addestramento Addetti Piattaforme di Lavoro Elevabili; l Lunedì 28 luglio Formazione Lavoratori (Modulo specifico Basso Rischio); l Martedì 29 luglio Formazione Addetti Prevenzione Incendi (Modulo aggiornamento). Per iscrizioni o maggiori informazioni (costi, tempistica, ecc): Giusy Negri Tel. 0371 - 439197 email: [email protected] Laura Meazzi Tel. 0377 - 41541 email: [email protected] 16 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Febbraio 2014 CORRIERE IMPRESE supplemento a IL CORRIERE ARTIGIANO DEL LODIGIANO Periodico Mensile di Informazione di Confartigianato Imprese Provincia di Lodi – Inviato Gratuitamente a tutti I Soci – Anno XXXVI N° 6 giugno 2014 Direttore Responsabile Renato Goldaniga – Direttore Editoriale Vittorio Boselli – Coordinatore di Redazione Mauro Parazzi – Redazione Claudio Bianchessi, Domenico Staffieri, Gianpiero Brunelli, Alberto Ciusani, Laura Ferrari, Emanuele Lupi, Nicola Peloso, Paolo Roda, Antonio Scarcella, Lorenzo Rinaldi, Andrea Bagatta, Francesco Cancellato, Paola Roverselli, Paola Rota – Direzione, Redazione, Amministrazione Codogno, Via Garibaldi, 40 [email protected] – Stampa C.s.q. Spa Erbusco (Bs) – Fotografie Archivio Confartigianato, Archivio “Il Cittadino” – Registrazione Tribunale di Lodi N. 128 Del 28/03/1980 – Ideazione e Realizzazione Grafica Pmp Edizioni
© Copyright 2024 ExpyDoc