UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA MECCATRONICA TESI DI LAUREA MAGISTRALE Studio e ottimizzazione della dinamica dei meccanismi con l’introduzione di elementi elastici. Relatore: Ch. Prof. Giovanni Boschetti Laureando: Simone Minetto 626212-IMC ANNO ACCADEMICO: 2012-13 SOMMARIO Nel campo della robotica spesso si assiste ad un problema di sovradimensionamento dei motori atti alla movimentazione dei meccanismi,i quali sono dimensionati spesso considerando la natura dei carichi da muovere, senza tener conto della dinamica svolta dal meccanismo stesso. In questo elaborato si vuole studiare e proporre un semplice metodo per migliorare le prestazioni dinamiche di meccanismi articolati con l’obiettivo di ridurre gli sforzi del motore risparmiando una quota di energia utilizzata per la movimentazione. Tale sistema cinematico utilizza una molla lineare opportunamente posizionata che, collegata da un lato ad un punto fisso a telaio e dall’altro al sistema in movimento, generi una forza in grado di riequilibrare gli sforzi dell’elemento motore al fine di migliorare le prestazioni dinamiche del meccanismo stesso al variare della tipologia di legge di moto scelta. Il metodo è molto semplice e può trovare applicazioni in robotica e in qualsiasi campo in cui si vogliano ridurre i costi energetici dovuti alla movimentazione di meccanismo rotante. Esso si presta bene ad essere utilizzato in ambiti industriali in cui il lavoro svolto dal meccanismo sia di tipo ripetitivo e quindi soggetto alla stessa prestazione dinamica per tutto il tempo di lavoro. Per mezzo di alcune apparecchiature di laboratorio, quali un motore brushless dotato di azionamento Allen-Bradley, un’asta di alluminio e un giunto elastico, è stata verificata l’attendibilità dei risultati ottenuti da una prima analisi teorica su un sistema ad 1 GDL costituito da una manovella rotante sul piano orizzontale attorno ad un punto fisso a telaio. Le prove sono state svolte al variare della tipologia di legge di moto utilizzata per la movimentazione, focalizzando lo studio sulle leggi per le quali si potesse ottenere un miglioramento in termini sia di energia complessiva spesa dall’organo motore, sia di coppie massime richieste per la movimentazione del carico. iii Alla mia famiglia. v INDICE 1 introduzione 2 analisi teorica del moto sul piano orizzontale 3 2.1 La problematica delle leggi di moto 3 2.2 Analisi teorica sistema manovella 4 2.3 Scelta delle leggi di moto 6 3 implementazione matlab 11 3.1 Codice Matlab 11 3.2 Calcolo del punto di fissaggio 16 3.3 Risultati teorici 20 3.3.1 Traiettoria a velocità costante 20 3.3.2 Traiettoria trapezoidale in velocità 21 3.3.3 Traiettoria polinomiale con polinomio di terzo grado 24 3.3.4 Traiettoria armonica 25 3.3.5 Traiettoria cicloidale 28 3.3.6 Traiettoria polinomiale di quinto grado 29 3.3.7 Modifica dei parametri 31 3.3.8 Influenza delle coppie d’attrito 36 4 analisi sperimentale 43 4.1 Setup Sperimentale 43 4.1.1 Determinazione della costante elastica 44 4.2 Impianto Allen-Bradley 46 4.3 Ambiente di Sviluppo RSLogix5000 48 4.3.1 Programma di controllo 49 4.3.2 Creazione della camma elettronica 55 4.3.3 Gestione degli output 60 5 risultati sperimentali 63 5.1 Il sistema di controllo 63 5.1.1 Coppie d’attrito 65 5.2 Minimizzazione dell’energia globale del sistema 5.3 Minimizzazione della coppia motrice massima Conclusioni Appendix 1 67 72 79 81 a funzioni matlab 83 vii viii indice b codice rslogix-5000 bibliografia 87 85 ELENCO DELLE FIGURE Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 Figura 8 Figura 9 Figura 10 Figura 11 Figura 12 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figura 18 Figura 19 Schema per l’analisi teorica. 5 Traiettoria per legge di moto a velocità costante. 7 Traiettoria per legge di moto trapezoidale in velocità. 8 Traiettoria per legge di moto polinomiale di terzo grado. 9 Traiettoria per legge di moto armonica. 9 Traiettoria per legge di moto cicloidale. 10 Traiettoria per legge di moto polinomiale di quinto grado. 10 Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=-0.5m. 13 Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=-0.2m. 14 Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=0m. 14 Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=0.2m. 15 Posizione temporale dei punti di fissaggio della molla. 20 Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 21 Coppie teoriche del sistema con legge di moto a velocità costante. 21 Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in velocità. 22 Traiettoria per legge di moto trapezoidale in velocità modificata. 23 Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in velocità modificata. 23 Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 24 Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di terzo grado. 25 ix x Elenco delle figure Figura 20 Figura 21 Figura 22 Figura 23 Figura 24 Figura 25 Figura 26 Figura 27 Figura 28 Figura 29 Figura 30 Figura 31 Figura 32 Figura 33 Figura 34 Figura 35 Figura 36 Figura 37 Figura 38 Problema di extra-coppia con legge di moto armonica. 26 Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 26 Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica. 27 Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale. 28 Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 29 Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di quinto grado. 29 Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 30 Posizione temporale dei punti di fissaggio della molla. 32 Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale. 32 Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di terzo grado. 33 Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica. 34 Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale. 35 Coppie teoriche del sistema con legge di moto a velocità costante in presenza di attrito. 37 Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in presenza di attrito. 37 Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale modificata in presenza di attrito. 38 Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale con polinomio di terzo grado in presenza di attrito. 38 Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica in presenza di attrito. 38 Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale in presenza di attrito. 39 Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado in presenza di attrito. 39 Elenco delle figure Figura 39 Figura 40 Figura 41 Figura 42 Figura 43 Figura 44 Figura 45 Figura 46 Figura 47 Figura 48 Figura 49 Figura 50 Figura 51 Figura 52 Figura 53 Figura 54 Figura 55 Figura 56 Figura 57 Figura 58 Figura 59 Figura 60 Figura 61 Asta in alluminio 43 Posizione dei ganci per il fissaggio degli elastici. 45 Impianto Allen-Bradley. 46 Motore brushless MP-Series. 47 Diagramma Ladder. 50 MSO. 51 Subroutine SlaveOn. 53 Procedura automatica. 53 Arresto della sequenza di comando e disattivazione dell’asse. 54 Diagramma logico per la creazione di una camma. 55 Subroutine per la sincronizzazione Master-Slave. Esempio di profilo di camma costruito per punti. 58 Esempio di Structured Text per la creazione di profilo di camma trapezoidale in velocità. 59 Pannello di controllo dell’asse1. 60 Esempio di monitor per la visualizzazione del trend dei parametri del motore. 61 Ripple di coppia a velocità costante. 65 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto a velocità costante. 67 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto trapezoidale. 67 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto trapezoidale con tempi di accelerazione e decelerazione aumentati. 68 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di terzo grado. 68 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto armonica. 68 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale. 69 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinti grado. 69 xi 56 Figura 62 Figura 63 Figura 64 Figura 65 Figura 66 Figura 67 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale per minimizzare la coppia motrice massima. 72 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado per minimizzare la coppia motrice massima. 73 Confronto tra la curva di coppia teorica e reale nel caso di posizionamento dell’elastico per la minimizzazione della coppia motrice massima per legge di moto cicloidale. 74 Confronto tra la curva di coppia teorica e reale nel caso di posizionamento dell’elastico per la minimizzazione della coppia motrice massima per legge di moto polinomiale di quinto grado. 74 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale con T=1s per minimizzare la coppia motrice massima. 76 Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado con T=1s per minimizzare la coppia motrice massima. 76 E L E N C O D E L L E TA B E L L E Tabella 1 Tabella 2 Tabella 3 Tabella 4 Tabella 5 xii Parametri caratteristici delle leggi di moto. 8 Dati elastico l=0.08m K=40N/m. (Caso teorico) 30 Coppie massime espresse in Nm prima e dopo l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso teorico). 31 Dati elastico l=0.135m K=40N/m (Caso teorico) 35 Coppie massime prima e dopo l’utilizzo di un elastico con l=0.135m K=40N/m (Caso teorico). 36 Elenco delle tabelle Tabella 6 Tabella 7 Tabella 8 Tabella 9 Tabella 10 Tabella 11 Tabella 12 Tabella 13 Tabella 14 Tabella 15 Tabella 16 Tabella 17 Tabella 18 Tabella 19 Dati elastico l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). 40 Coppie massime espresse senza e con l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). 40 Efficienza percentuale del sistema con l’aggiunta dell’elemento elastico l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). 42 Dimensioni Asta 44 Datasheet Motori 47 Parametri per il CAM Design 58 Caratteristiche del motore 63 Parametri impostati per gli anelli di contollo 65 Dati reali con elastico l=0.08m K=40N/m. 70 Coppie massime senza e con l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso reale) 70 Efficienza percentuale del sistema sperimentale con l’aggiunta dell’elemento elastico l=0.08m K=40N/m. 71 Dati acquisiti con l’obiettivo di minimizzare la coppia massima, l=0.08m K=40N/m. 73 Efficienza percentuale del sistema sperimentale con l’aggiunta dell’elemento elastico. 75 Dati acquisiti per leggi di moto con periodo doppio e stesso punto di agancio a telaio del caso precedente. 76 xiii 1 INTRODUZIONE In questo elaborato si vuole discutere lo studio dei benefici in termini di prestazioni dinamiche di un meccanismo articolato in rotazione sul piano orizzontale mediante l’introduzione di un elemento elastico. Nel primo capitolo e secondo capitolo si affrontano l’analisi teorica del problema e i criteri per la determinazione del corretto punto di fissaggio della molla tra telaio e una manovella posta in rotazione sul piano orizzontale. Mediante lo studio delle equazioni dinamiche del moto rotatorio della manovella e le leggi ai quali sono sottoposti gli elementi elastici, è satato scritto un codice Matlab per la modellizzazione del sistema e la determinazione del punto di fissaggio a telaio per l’aggancio della molla. Il punto ottimo di fissaggio è definito secondo due criteri: il primo per il quale in una rotazione completa della manovella si generino delle coppie elastiche contribuiscano alla riduzione dell’energia spesa dal motore per trascinare il carico, il secondo per ridurre le coppie motrici massime richieste. Vengono riportati i risultati derivanti dall’analisi teorica nel caso di moto ideale e in presenza di coppie di attrito nel sistema. Nel terzo capitolo si descrive il sistema utilizzato per le prove sperimentali di laboratorio; particolare attenzione viene posta all’ambiente di sviluppo RsLogix5000 per la gestione degli azionamenti AllenBradley ed ai comandi utilizzati per il controllo della movimentazione. Nel quarto capitolo si descrivono i risultati sperimentali e si valuta l’effettivo miglioramento che l’introduzione di un elemento elastico apporta al sistema. Ci si concentra in particolare su alcune tipologie di leggi di moto utilizzate in ambito industriale per definire e quantizzare il beneficio dell’applicazione sperimentale, confrontandolo con quello ottenuto dalla precedente analisi teorica. Viene infine focalizzata l’attenzione sulle leggi di moto che dallo studio effettuato sembrano essere le più adatte nel caso si voglia utilizzare questa tecnica di miglioramento delle prestazioni dinamiche, sia in termini di energia globale, sia in termini di coppie massime sviluppate dal motore. In appendice si riportano alcuni codici Matlab utilizzati per la modellizzazione e la verifica del sistema. 1 2 ANALISI TEORICA DEL MOTO SUL PIANO O R I Z Z O N TA L E In questo capitolo si vuole presentare un semplice metodo per migliorare le prestazioni dinamiche di meccanismi articolati posti in rotazione attorno ad un punto fisso a telaio. Ci si occupa in particolare del metodo cosidetto “A molle”, il quale considera l’utilizzo di un elemento elastico che compensi le distorsioni della coppia motrice necessaria per la movimentazione del carico, dovute alla tipologia di legge di moto scelta per il sistema. Si procede dapprima con l’analisi teorica del problema e la definizione dei criteri scelti per l’ottimizzazione dinamica. 2.1 la problematica delle leggi di moto La scelta della legge di moto adatta al sistema deve essere fatta ragionando sulle caratteristiche intrinseche del sistema stesso e sul comportamento che si desidera da esso. Valutando gli indici cinematici (es. velocità, accelerazione, jerk), dei buoni criteri di scelta della legge di moto possono essere riassunti come di seguito: • Limitare la Velocità massima • Limitare le accelerazioni massime ed rms (prestando maggior attenzione all’accelerazione rms perchè da esse dipende la coppia nominale e quindi la taglia del motore) • Scegliere leggi che siano continue almeno fino all’accelerazione, a volte anche fino al jerk o oltre. Avere discontinuità in accelerazione significa avere discontinuità nelle forze e nelle coppie, per cui sollecitare con urti la meccanica della macchina. A volte è il prodotto stesso che non tollera accelerazioni elevate o discontinuità nelle medesime • Limitare la banda passante dell’accelerazione, limitando conseguentemente la banda passante della corrente nel motore. Il sistema Azionamento/Motore è un sistema passa basso che non può riprodurre fedelmente tutte le frequenze, quindi imporre accelerazioni/correnti oltre la banda passante può portare a 3 4 analisi teorica del moto sul piano orizzontale maggiori ed inutili errori di inseguimento nei transitori ed eccitare frequenze di risonanza che innescano vibrazioni meccaniche • Valutare la tipologia di accoppiamento tra attuatore e carico per l’eventuale presenza di elasticità In questo elaborato ci si occupa dell’influenza che diverse tipologie di legge di moto hanno sulla rotazione di meccanismi articolati; ci si concentra quindi sulle problematica descritte nel primo e secondo punto sopra. Si cerca di capire se l’applicazione di un carico elastico in un preciso punto del meccanismo, al variare della legge di moto, possa introdurre dei benefici in termini di regolarità di coppia richiesta al motore per la movimentazione del carico. Una molla collegata al meccanismo da un lato e ad un punto fisso a telaio dall’altro, genera una coppia elastica che dipende dalla posizione nel tempo del meccanismo stesso. Variando la legge di moto con cui viene comandato in sistema, cambiano tutti gli indici cinematici e, concentrando l’attenzione sulle diverse risposte del sistema in termini di accelerazione (e conseguentemente di coppia richiesta al motore), il punto ottimo per fissare la molla deve essere modificato in modo che le coppie da essa generate contrastino per quanto possibile le diverse richieste di coppia motore. In particolare per verificare se il metodo risulta valido o meno, e per quali posizioni della molla, si valuta l’energia spesa dal motore in termini di potenza, durante una rotazione completa del meccanismo attorno al punto di fissaggio sull’albero motore. 2.2 analisi teorica sistema manovella Lo studio teorico è stato effettuato sul modello di fig. 1, costituito da un’asta lineare rotante sul piano orizzontale, sulla quale è fissato l’estremo di un carico elastico; il secondo estremo è fisso a telaio in un secondo punto esterno all’asta. Si suppone idealmente che i due punti di aggancio si trovino sullo stesso piano e quindi la forza elastica generata dalla molla sia scomponibile in sole due componenti sul suddetto piano. La posizione dell’asta, in grado di ruotare liberamente attorno al punto fisso O, può essere espressa in coordinate cartesiane XY considerando l’angolo di manovella θ definito come l’angolo tra il vettore asta e il vettore X del piano cartesiano. Ad esempio per definire la 2.2 analisi teorica sistema manovella Figura 1: Schema per l’analisi teorica. posizione del punto P durante la rotazione completa della manovella sono state usate le equazioni del sistema x (θ) = PO · cos(θ) P y (θ) = PO · sin(θ) (1) P grazie al quale esso può essere definito istantaneamente come un vettore tridimensionale con componente nulla lungo l’asse z. P = [xP , yP , 0]T (2) La stessa procedura è eseguita per tutti i punti significativi del modello. Espresso ora l’intero sistema in coordinate cartesiane e definito con E il punto estremo della molla fisso a telaio, tramite l’applicazione del Teorema di Pitagora si calcola la lunghezza della molla nota la posizione θ della manovella. q lm = EP = (xE − xP )2 + (yE − yP )2 (3) Detta l0 la lunghezza libera della molla a riposo, considerando solo allungamenti positivi dovuti a trazione, si generano una forza elastica Fel agente sulla manovella e una conseguente coppia elastica sull’albero motore. Fel = −K · (lm − l0 ) (4) Cmol = PO × (K · EP) (5) 5 6 analisi teorica del moto sul piano orizzontale Verrà trattato in seguito il metodo effettuato per il calcolo della costante elastica K in quanto il carico elastico non è una vera molla lineare, bensì una quantità di elastci opportunamente stabilita. L’approccio per l’inserimento dell’elemento elastico può essere definito secondo due criteri: minimizzazione dell’energia globale e minimizzazione della coppia motrice massima. Il risparmio energetico complessivo per la movimentazione può essere ottenuto minimizzando il lavoro compiuto dalle coppie totali del sistema, calcolato come in 6 Z Lfin = C(θ) · dθ < Lin (6) La minimizzazione delle coppie massime invece impongono il posizionamento dell’elemento elastico in modo che venga rispettata la condizione in 7. CmaxIN < CmaxFI 2.3 (7) scelta delle leggi di moto Al fine di capire se esista e quanto sia il beneficio dell’aggiunta di un carico elastico al sistema manovella, per la traiettoria q(t) corrisondente ad una rotazione completa dell’asta attorno al punto fisso sull’albero motore, sono state implementate diverse tipologie di legge di moto. Ciascuna di esse presenta derivata prima e seconda (velocità q(t) ˙ e accelerazione q(t)) ¨ continue nell’intervallo temporale scelto. Trascurando in prima analisi l’assenza di componenti di attrito, la coppia motrice fornita dal motore è da considerarsi proporzionale all’accelerazione richiesta durante il percorrimento della traiettoria secondo la relazione Cmotrice (t) = IT ot ∗ q(t) ¨ (8) dove con il termine IT ot viene indicata l’inerzia totale del sistema, somma dell’inerzia del carico in movimento e dell’inerzia propria del motore. Si sono in primo approccio considerate nulle le coppie di attrito agenti sul meccanismo. La prima legge di moto, la più semplice, consiste nel far ruotare il motore a velocità costante. 2.3 scelta delle leggi di moto Figura 2: Traiettoria per legge di moto a velocità costante. Tradotto in termini di coppia motrice, come descritto in 8 ,la coppia fornita dal motore per compiere una traiettoria di questo genere nel caso ideale si può considerare nulla in quanto è nulla anche l’accelerazione q(t) ¨ della manovella. In prima approsimazione non viene tenuto conto della coppia Cr (t) sviluppata dal motore al fine di vincere gli attriti dovuti alla distribuzione dei magneti permanenti lungo la superfice rotorica, alla scarsa lubrificazione e alle variazioni di temperatura alle quali è sottoposto il motore durante il suo utilizzo. Possiamo quindi dedurne, ma verrà in ogni caso verificato in seguito, che l’introduzione di un carico elastico in queste condizioni di lavoro, sia un’aggravante in termini di energia spesa dal motore per compiere la traiettoria imposta. Le successive leggi di moto analizzate permettono di eseguire la stessa traiettoria con componenti di velocità e di accelerazione ben diverse dalla precedente. Per confrontarle si fa riferimento ai coefficienti di velocità e accelerazione di ciascuna di esse, come riportato in Tab. 1 e ottenuti dallo studio di leggi di moto pseudo-normalizzate(alzata non unitaria q1 − q0 in tempo unitario t1 − t0): q0 = 0 q1 = 2 · π t0 = 0 t1 = 1 (9) Quello che risulta interessante confrontare per il tipo di studio effettuato è il coefficente di accelerazione, dato che quest’ultima oltre alla generazione della coppia, è causa di disturbi vibratori sul siste- 7 8 analisi teorica del moto sul piano orizzontale ma. Nella tabella sono riportati i coefficienti per una legge di moto normalizzata. Cv-max Ca-max CJ-max Polinomiale 3 1.5 6 ∞ Trapezoidale 2 8 32 Armonica 1.57 4.9 ∞ Cicloidale 2 6.28 40 1.87 5.7 60 TRAIETTORIA Polinomiale 5 Tabella 1: Parametri caratteristici delle leggi di moto. La costruzione di ciascuna di esse è riportata nel paragrafo successivo. • Trapezia in velocità: presenta due discontinuità in accelerazione e viene sfruttata per dimostrare la necessità di un profilo q(t) ¨ continuo per lo studio del problema; Figura 3: Traiettoria per legge di moto trapezoidale in velocità. • Polinomiale di terzo grado: l’accelerazione ha un profilo di tipo rettilineo continuo nel tempo e presenta simmetria per quanto riguarda accelerazione e decelerazione massime. Il motore dovrà quindi fornire la coppia massima (in termini di modulo) in avvio e in arresto della movimentazione; 2.3 scelta delle leggi di moto Figura 4: Traiettoria per legge di moto polinomiale di terzo grado. • Armonica: l’utilizzo della coppia motrice è lo stesso presentato in precedenza per la legge Polinomiale con la differenza che la relazione tra accelerazione e tempo è di tipo cosinusoidale, ottenendo un’andamento più “dolce” rispetto alla precedente; Figura 5: Traiettoria per legge di moto armonica. • Cicloidale: è la legge con andamento in accelerazione più “dolce” delle precedenti; la coppia motrice richiesta è ben distribuita lungo tutto l’asse temporale con andamento sinusoidale che garantisce coppie nulle in avvio e arresto (con le opportune ipotesi fatte riguardo le coppie di attrito). 9 10 analisi teorica del moto sul piano orizzontale Figura 6: Traiettoria per legge di moto cicloidale. • Polinomiale di quinto grado: è la legge con andamento in accelerazione paragonabile a quello della legge di moto Cicloidale Figura 7: Traiettoria per legge di moto polinomiale di quinto grado. 3 I M P L E M E N TA Z I O N E M AT L A B In questo capitolo viene presentata l’implementazione di un codice matlab per lo studio della soluzione ottimale per il sistema teorico scelto, confrontando i risultati ottenuti al variare della legge di moto di comando. 3.1 codice matlab Il codice Matlab implementato per la simulazione esegue la stessa sequenza di passaggi presentati per l’analisi teorica. Vengono definiti i punti e le dimensioni del modello per mezzo della notazione vettoriale sul piano “XY” e le prove sono effettuate con diverse leggi di moto che regolano la posizione della manovella in una rotazione completa attorno al punto fisso O. In un primo foglio di lavoro sono stati inseriti tutti i dati del modello da controllare e sarà richiamato all’interno di tutte le funzioni e i fogli di calcolo successivi. Vengono specificati: • lunghezza dell’asta espressa in metri • massa dell’asta espressa in chilogrammi • distanza di fissaggio della molla sull’asta espressa in metri • lunghezza libera della molla espressa in metri • lunghezza libera della molla espressa in chilogrammi al metro Come riportato in appendice, in prima analisi si è studiato il comportamento della molla al variare della posizione del punto di fissaggio a telaio, mantenendo costante il valore K e il punto di fissaggio P sulla manovella. Sono stati definiti due vettori chiamati xE e yE tali che xEmin = yEmin = −0.5m ; xEmax = yEmax = 0.5m (10) rappresentino le coordinate in ascissa e ordinata minime e massime entro il quale punto teorico di fissaggio può spostarsi. Per visualizzare graficamente la coppia esercitata dalla molla sull’albero motore, 11 12 implementazione matlab sono state implementate le equazioni teoriche creando la funzione matlab riportata in coda al paragrafo 3.2. Per lo studio del comportamento del sistema sono stati implementati due cicli for concatenati, uno per la gestione delle coordinate in ascissa del punto E, e uno per quelle in ordinata. Supponendo di mantenere costante la coordinata in ascissa, vengono fatte variare una per volta le coordinate yE del punto per graficare l’andamento della coppia della molla. La forza generata istante per istante durante il ciclo di movimentazione viene calcolata come in 11 Fel(1, i) = k ∗ (xE(j) − P(1, i)) ∗ ((lm(i) − l0 )/lm(i)); Fel(2, i) = k ∗ (yE(jj) − P(2, i)) ∗ ((lm(i) − l0 )/lm(i)); (11) le quali rappresentano rispettivamente la componente in ascissa e ordinata della forza elastica al variare della posizione della manovella e conseguentemente del punto P; vista la rotazione sul piano del sistema manovella-molla, la componente Fel(3, i) giacente sull’asse verticale risulta costantemente nulla. Inoltre per ottenere la giusta dimensione della forza generata è stato inserito un fattore di scala ((lm(i) − l0 )/lm(i)) (12) che tiene conto della variazione istantanea della molla rispetto alla sua lunghezza libera l0. Per conoscere l’entità della forza elastica istantanea è sufficiente applicare il Teorema di Pitagora tra le due componenti appena calcolate FEL(i) = sqrt(Fel(1, i)2 + Fel(2, i)2 ) (13) Per ottenere la coppia elastica applicata sull’albero motore si effettua la moltiplicazione “Forza per il braccio” dove per braccio si intende la distanza tra asse motore e forza applicata, letta perpendicolarmente all’asse direzionale della forza stessa. In questo caso avendo già scomposto la forza nelle due direzioni perpendicolare, e conoscendo le componenti cartesiane dei punti di fissaggio della molla, è sufficiente effettuare il prodotto cartesiano dei vettori posizione del punto P di fissaggio sulla manovella e del vettore forza Fel. Cmol(:, i) = −cross(P(:, i), Fel(:, i)); (14) 3.1 codice matlab Per semplicità di rappresentazione il segno negativo della forza elastica è stato inserito nel calcolo finale della coppia. Il vettore Cmol calcolato in 12 rappresenta nella sua terza componente l’andamento temporale della coppia generata dalla molla durante un ciclo di rotazione completa della manovella attorno al punto di fissaggio a motore O. Tale trattazione matematica permetterebbe di calcolare la coppia fornita dalla molla per ogni sua condizione di lavoro anche nel caso ideale di molla con lunghezza iniziale nulla, l0 = 0. In ambiente reale però questa assunzione non sarà valida perciò si è inserito anche nel codice di calcolo un controllo sulla lunghezza istantanea della molla. Nel caso il calcolo effettuato sulla lunghezza lm della molla fornisca un valore inferiore alla sua lunghezza libera l0 , la forza generata e conseguentemente la coppia, vengono forzate al valore 0 if lm(i) <= l0 { Fel(1, i) = 0; Fel(2, i) = 0; (15) Cmol(:, i) = [0, 0, 0]; } Di seguito vengono riportato gli andamenti della coppia ottenuti variando i punti di fissaggio a telaio della molla, nel caso di una traiettoria di moto a velocità costante come in fig. 2. Figura 8: Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=-0.5m. 13 14 implementazione matlab Figura 9: Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=-0.2m. Figura 10: Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=0m. 3.1 codice matlab Figura 11: Coppia fornita dalla molla in funzione del punto di aggancio a telaio xE=0.2m. Come si può visualizzare nei grafici d’esempio, la traslazione del punto di fissaggio a telaio nelle coordinate x genera una amplificazione o riduzione del valore di coppia massima generata dalla molla sull’albero motore. La traslazione del medesimo punto lungo le coordinate y produce uno spostamento del punto di massimo della coppia in termine di posizione relativa della manovella. In alcuni esempi come in fig. 11 e 9 si notano dei tratti costanti nulli, dovuti al fatto che la molla durante il ciclo di lavoro abbia assunto una dimensione teorica inferiore a quella libera. La lunghezza dei tratti di coppia nulla dipende dalla porzione di angolo di rotazione in cui la molla si è trovata in tale condizione. 15 16 implementazione matlab 3.2 calcolo del punto di fissaggio Considerando il comportamento della molla appena dimostrato, è necessario rispondere alla domanda su quale sia il miglior punto di aggancio a telaio per il sistema preso in considerazione. In prima approssimazione sono state confermate le ipotesi fatte precedentemente per lo studio teorico: il punto di aggancio della molla sull’asta P è completamente definito, la costante di elasticità K della molla è costante e indipendente dalle caratteristiche di lavoro (temperature, posizione della manovella, velocità di rotazione), il miglior punto di fissaggio a telaio va ricercato nel piano descritto dai limiti di 10. • il punto di aggancio della molla sull’asta P è completamente definito; • la costante di elasticità K della molla è costante e indipendente dalle caratteristiche di lavoro (temperature, posizione, entità della deformazione); • il punto di fissaggio a telaio E è rinchiuso entro i limiti fissati in 8. Come già discusso in precedenza il punto ottimale sarà quello che complessivamente consentirà di compiere la traiettoria desiderata con uno sfruttamento minore del motore. Tra le due caratterizzazioni riportate in 6 e 7 riguardo il lavoro sviluppato dal motore per eseguire la traiettoria, si è scelta la prima in quanto è possibile descrivere il lavoro come il prodotto della coppia totale del sistema per lo spostamento effettuato dalla manovella; posizione che nel caso di studio non ha rapporto lineare con il tempo, bensì dipende dalla legge di moto adottata. La variabile Lav svolge la funzione di calcolare l’area sottesa dalla curva di coppia totale C1. In questo caso non essendoci forzanti esterne sul sistema, quest’ultima è data dalla somma delle coppie sviluppate dalla molla e delle coppie inerziali del sistema. Le coppie inerziali sono direttamente proporzionali all’accelerazione sviluppata per la movimentazione in base alla tipologia di legge di moto scelta Ci = I ∗ acc; (16) 3.2 calcolo del punto di fissaggio dove l’inerzia totale del sistema I è la somma dell’inerzia dell’asta (incastrata ad una distanza l = 0.08m da un suo estremo) e dell’inerzia del motore utilizzato (dichiarata dal costruttore). for i = 1 : n − 1 Lav = Lav + abs(C(i) ∗ (theta(i + 1) − theta(i))); end if Lav < LMax LMax = Lav; (17) Pos(1) = xE(j); Pos(2) = yE(jj); else LMax = LMax; end Il ciclo if del codice in 17 permette di ottenere le coordinate del punto di fisaggio xE e yE che garantisce il minor valore di lavoro che dev’essere compiuto dal motore, tra le varie combinazioni di punti entro i limiti stabiliti in precedenza. In un secondo momento sono stati tolti i limiti riguardo il punto di fissaggio a telaio per far calcolare automaticamente al programma quali siano le coordinate del punto E che garantiscano il lavoro minimo al motore. E’ stata utilizzata la funzione fminsearch del software MATLAB [PosPE, Lav] = fminsearch(@Lavoro, [1, 1]); (18) la quale accetta dei parametri in ingresso (in questo caso le coordinate xE e yE) e li gestisce all’interno della funzione Lavoro in modo da minimizzare la variabile di uscita (Lav). Le variabili di ingresso e quella di uscita vengono utilizzate con la stessa implementazione descritta in precedenza per il calcolo delle coppie e del punto di lavoro minimo e salvate rispettivamente come coordinate cartesiane espresse in metri nel vettore bi-dimensionale PosPE e coem valore numerico espresso in Joule in Lav. Si suppone che per alcune probelmatiche pratiche (non presenti nel modello utilizzato ma sicuramente prossibili in ambito industriale, 17 18 implementazione matlab come le problematiche di spazio) il punto di fissaggio della molla sulla manovella sia sempre costante e determinato a priori. Se così non fosse, è stato predisposto l’inserimento della distanza di fissaggio del punto P dal centro di rotazione tra le variabile in ingresso alla funzione in 30. Listing 1: Funzione Lavoro in codice Matlab. function Lav=Lavoro(variabili) start xE=variabili(1); yE=variabili(2); %rm=variabili(3); %Eventuale punto di aggancio P=zeros(3,n); Q=zeros(3,n); Fp=[0,m*9.81,0]’; Lav=0; for i=1:n xP=rm*cos(teta(i)); yP=rm*sin(teta(i)); P(1,i)=xP; P(2,i)=yP; P(3,i)=0; lm(i)=sqrt((xE-P(1,i))^2+(yE-P(2,i))^2); % Se la molla in alcune posizioni ha lunghezza minore di quella a riposo, la coppia fornita dalla forzante elastica è nulla if lm(i)<=l0 Cmol(:,i)=[0,0,0]; else Fel(1,i)=k*(xE-P(1,i))*((lm(i)-l0)/lm(i)); Fel(2,i)=k*(yE-P(2,i))*((lm(i)-l0)/lm(i)); Fel(3,i)=0; FEL(i)=sqrt(Fel(1,i)^2+Fel(2,i)^2); Cmol(:,i)=-cross(P(:,i),Fel(:,i)); 3.2 calcolo del punto di fissaggio 19 end i=i+1; end Ci=I*acc; Cr=0.008*vel; %CoppieInerzia C=Cmol+Ci+Cr; %CoppiaTotale %CoppieAttrito for j=1:n-1 Lav=Lav+abs(C(j)*(teta(j+1)-teta(j))); end return 20 implementazione matlab 3.3 risultati teorici I codici descritti nel paragrafo precedente permettono di visualizzare i comportamenti teorici del sistema durate la fase di lavoro in quanto sono state considerate grandezze effettive del sistema reale. Vengono ora riportati e commentati i risultati ottenuti mediante simulazioni delle leggi di moto descritte in precedenza. 3.3.1 Traiettoria a velocità costante Come si era intuito nella trattazione analitica del problema, qualsiasi carico elastico inserito in un sistema in movimento a velocità costante, può essere visto come una coppia di disturbo per il sistema stesso. Trovandosi nel caso teorico di coppia inerziale nulla, l’eventuale motore dovrebbe fornire una coppia totale pari a quella della sola coppia esercitata dal carico elastico. Figura 12: Posizione temporale dei punti di fissaggio della molla. Considerando infatti l’esempio di una molla di costante K = 40 N/m e lunghezza libera l0 = 0.08 m, in fig. 12 si nota come il punto ideale di fissaggio si trovi all’incirca sull’origine degli assi, più precisamente a xE = 4.6756e−7 m yE = −1.1509e−5 m (19) La lunghezza della molla è quindi pressochè costante nel tempo o allo stesso modo costante in riferimento alla posizione assunta dall’asta rotante (fig. 26). 3.3 risultati teorici Figura 13: Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. Il lavoro complessivamente compiuto dal motore in questo specifico caso è l’equivalente di quello compiuto per contrastare la coppia elastica, L = 2.4880e−4 J. Figura 14: Coppie teoriche del sistema con legge di moto a velocità costante. 3.3.2 Traiettoria trapezoidale in velocità Per la legge di moto trapezoidale in velocità si è inizialmente scelto come in fig. 3, un profilo simmetrico con tratti di discesa e salita pari al 20% del tempo di ciclo, corrispondenti a ta = 0.2 s td = 0.2 s (20) Con questa scelta i tratti rettangolari di accelerazione e decelerazione sono troppo limitati nel tempo (e conseguentemente nella posizione), quindi per la molla scelta in prima analisi con K = 40 N/m 21 22 implementazione matlab e l0 = 0.08 m non è possibile tovare alcuna punto che dimunuisca l’energia spesa nel motore. Infatti sarebbe necessario trovare una configurazione per la quale la molla sia in trazione per una porzione di angolo giro molto limitata (in avvio corrispondente alla posizione di manovella letta al tempo ta ) e fornisca coppia nulla per il periodo rimanente (corrispondente al tratto di moto a velocità costante). Come nel caso di legge di moto a velocità costante, il punto ottimale si trova all’incirca sull’origine degli assi, e più precisamente a xE = −0.5495e−5 m yE = −0.1136e−5 m (21) in una configurazione per cui il motore deve generare quasi l’intera coppia corrispondente alle coppie inerziali, con un dispendio energetico pari a L = 0.3772 J. Figura 15: Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in velocità. E’ possibile invece modificare le proprietà della legge di moto per dilatare i tempi di accelerazione e decelerazione, mantenendo invariati i valori di K e l0 al fine di ottnere qualche contributo di coppia. ta = 0.4 s td = 0.4 s (22) 3.3 risultati teorici Figura 16: Traiettoria per legge di moto trapezoidale in velocità modificata. Come si vede in fig. 17 nascono ora delle coppie elastiche che si oppongono a quelle inerziali, permettendo al motore di compiere lo stesso ciclo di lavoro con un dispendio energetico globale di entità inferiore. Figura 17: Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in velocità modificata. Le forme d’onda di fig. 17 sono state ottenute con la molla teorica fissata nel punto ideale di coordinate xE = −0.0314 m yE = 0.0009 m (23) ottenendo una riduzione del lavoro complessivo a L = 0.3392 J contro un lavoro nel caso senza carico elastico pari a Liniziale = 0.6875 J. 23 24 implementazione matlab 3.3.3 Traiettoria polinomiale con polinomio di terzo grado Il problema principale della traiettoria otteuta con il polinomio di terzo grado, è la presenza del picco massimo dell’accelerazione all’inizio e alla fine della legge di moto, come mostrato in fig. 4. Ci si potrebbe aspettare che il picco di coppia generato della molla si trovi in corrispondenza dell’inizio della traiettoria; perchè questo avvenga il punto di fissaggio a telaio dovrebbe trovarsi all’interno del secondo quadrante del piano cartesiano, cioè con coordinate xE positive e yE negative, come si può intuire dalle forme d’onda della fig. 8. Da quest’ultima e dalle fig. 9- 10- 11, si nota però come l’andamento nel tempo della coppia elastica (salvo tratti nulli) sia pressochè sinusoidale; se il picco fosse posizionato come dichiarato sopra, nella fase di decelerazione della legge di moto, il motore si troverebbe a fornire una coppia negativa data dalla somma tra quella massima inerziale e quella massima elastica. In tal caso il risultato della sperimentazione sarebbe in netto contrasto con gli obiettivi posti inizialmente; un risparmio energetico all’avvio del sistema reale comporterebbe un aggravio nella fase di arresto. Effettuando la simulazione via software e impostando K = 40 N/m e l0 = 0.08 m nei parametri della molla, il punto di fissaggio E infatti si trova in coordinate xE = −0.0155 m yE = 0.0002 m (24) Figura 18: Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 3.3 risultati teorici Con questa particolare configurazione, la molla subisce un notevole allungamento (fig. 26) e si trova sempre in condizione di tensione per tutto il ciclo di lavoro in quanto la lunghezza minima da essa assunta è lmin = 0.1995, maggiore della lunghezza a riposo. La distribuzione delle coppie in funzione della posizione di manovella è riportata in fig. 19 e in tale configurazione l’energia spesa dal motore è L = 0.2988 J, contro un lavoro Liniziale = 0.5598 J nel caso di sistema libero senza carico elastico. Figura 19: Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di terzo grado. 3.3.4 Traiettoria armonica La traiettoria armonica presentata già in fig. 5, soffre in qualche modo delle stesse problematiche analizzate per la legge di moto di tipo polinomiale. I picchi di accelerazione, positiva e negativa, sono posti all’inizio e alla fine della traiettoria ma, a differenza della legge di moto polinomiale, l’andamento temporale dell’accelerazione, e quindi della coppia richiesta al motore, risulta più dolce e di carattere cosinusoidale. Anche in questo caso, e in maniera ancora più efficiente che nel caso precedente, l’impiego di un carico elastico fissato in un punto preciso tale da garantire il picco massimo della coppia elastica all’inizio della traiettoria con valore in modulo uguale alla coppia inerziale, garantirebbe un lavoro pressochè nullo nel punto iniziale ma addirittura doppio nel punto finale. Si riscontrerebbero quindi aumenti sia in termini di lavoro complessivo ma soprattutto in termini di coppia motrice massima. 25 26 implementazione matlab In fig. 20 si vuole evidenziare il problema riscontrato riportando l’andamento delle coppie in gioco per una scelta di punto di fissaggio xE = −0.01 m yE = 0.035 m (25) scelto al fine di limitare la coppia motrice all’avvio della movimentazione. Figura 20: Problema di extra-coppia con legge di moto armonica. Il punto ottimale che limita il lavoro del motre è invece stato calcolato nelle sue coordinate xE = −0.0189 m yE = 0.0003 m (26) le quali con i parametri K e l0 consentono di mantenere la molla in trazione per tutto il movimento della manovella. Figura 21: Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 3.3 risultati teorici Con questa configurazione non è stato possibile diminuire il valore della coppia motrice massima in quanto il punto di fissaggio si trova esattamente sull’asse delle ordinate, ma si è verificata una diminizione complessiva dell’eneria complessiva spesa dal motore. Il valore iniziale Liniziale = 0.6138 J nel caso di sistema libero senza carico elastico, si è ridotto ad un valore finale L = 0.2969 J dopo l’introduzione della molla. Figura 22: Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica. 27 28 implementazione matlab 3.3.5 Traiettoria cicloidale La traiettoria cicloidale di fig. 5, per quanto riguarda il profilo di accelrazione, appare come una sinusoide completa quindi intuitivamente, per le considerazioni effettuate in precedenza, si potrebbe trovare una forma d’onda che si opponga perfettamente a quella della coppia inerziale. Il ragionamento infatti trova riscontro perfetto se si consideara l’andamento nel tempo della coppia elastica; nel nostro caso però si tratta di una coppia elastica in funzione della posizione di manovella. Figura 23: Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale. Come si nota in fig. 23 infatti, la taiettoria della coppia inerziale non è più sinusoidale bensì subisce una deformazione, in quanto è graficata rispetto alla posizione assunta dalla manovella. Rifacendosi nuovamente alle condizioni di lavoro di K = 40 N/m e l0 = 0.08 m, il punto ottenuto dall’elaborazione software in 27 non consente l’annullamento totale della coppia motrice. Questo miglior punto di aggancio consente una riduzione dell’energia spesa dal motore da un valore iniziale Liniziale = 0.9950 J nel caso di sistema libero senza carico elastico, ad un valore L = 0.3632 J con l’aggiunta della molla. xE = −0.0361 m yE = 0.0006 m (27) 3.3 risultati teorici Figura 24: Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. 3.3.6 Traiettoria polinomiale di quinto grado La traiettoria polinomiale con polinomio di quinto grado di fig. 7, per quanto riguarda il profilo di accelerazine, appare cone una sinusoide completa quindi intuitivamente per le considerazioni effettuate in precedenza già per la legge cicloidale, si potrebbe trovare una forma d’onda che si opponga perfettamente a quella della coppia inerziale. Figura 25: Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di quinto grado. Come si nota in fig. 25, anche in questo caso la taiettoria della coppia inerziale subisce una deformazione in quanto è graficata rispetto alla posizione assunta dalla manovella. Rifacendosi alle condizioni di lavoro di K = 40 N/m e l0 = 0.08 m, per il punto ottenuto dall’elaborazione software non si perviene all’annullamento totale della coppia motrice. Il punto di aggancio ottenuto consente tuttavia una riduzione dell’energia spesa dal motore da un valore iniziale 29 30 implementazione matlab Liniziale = 0.8745 J nel caso di sistema libero senza carico elastico, ad un valore L = 0.3632 J con l’aggiunta della molla. xE = −0.0361 m (28) yE = 0.0006 m Figura 26: Lunghezza della molla in funzione della posizione di manovella. Vengono per chiarezza riepilogati nelle tabelle successive i valori ottenuti dalla prima analisi teorica del sistema al variare delle leggi di moto di comando. xE yE LavIN LavFI [m] [m] [J] [J] Costante 0.0047e-4 -0.1151e-4 0 0.249e-3 Trapezia -0.5495e-5 -0.1136e-5 0.3772 0.3771 TrapeziaMod -0.0314 0.0009 0.6875 0.3392 Polinomiale3 -0.0155 0.0002 0.5598 0.2988 Armonica -0.0189 0.0003 0.6138 0.2969 Cicloidale -0.0361 0.0006 0.9950 0.3632 Polinomiale5 -0.0292 0.0005 0.8745 0.3586 Tabella 2: Dati elastico l=0.08m K=40N/m. (Caso teorico) 3.3 risultati teorici CmaxIN CmaxFI [Nm] [Nm] Costante 0 6,22e-1 Trapezia 0.2474 0.2474 TrapeziaMod 0.1649 0.1700 Polinomiale3 0.2375 0.2387 Armonica 0.1953 0.1972 Cicloidale 0.2487 0.1814 Polinomiale5 0.2285 0.1870 Tabella 3: Coppie massime espresse in Nm prima e dopo l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso teorico). 3.3.7 Modifica dei parametri In tutte le prove sopra effettuate, si è utilizzata una molla teorica di lunghezza l0 per la quale risulta che essa sia sempre sottoposta a trazione in tutte le posizioni di manovella. In alcuni casi però la lunghezza finale della molla si presentava maggiore del triplo di quella a riposo. Supponendo di non disporre di una molla che garantisca tali sforzi, sono stati effettuati dei nuovi calcoli inserendo nel codice una lunghezza libera della molla pari a l0 = 0.135 m (non si tratta di un valore casuale, sarà la lunghezza dell’elastico a disposizione per le prove con il sistema reale) per vedere se e quali tipi di miglioramento si possono ottenere. Senza dilungarsi in una trattazione che comporterebbe le stesse considerazioni del caso precedente, nel caso di traiettoria a velocità costante, gli effetti sul sistema sono solo peggiorativi e il punto di fissaggio ancora una volta risulta pressochè centrato sull’origine degli assi come in fig. 12. 31 32 implementazione matlab Figura 27: Posizione temporale dei punti di fissaggio della molla. La stessa modifica effettuata per la legge di tipo trapezoidale in velocità invece comporta un miglioramento sia in termini di lavoro complessivo, sia in termini di coppie massime richieste al motore; si è scelto di lavorare direttamente con la legge di moto di fig. 16 per le motivazioni spiegate nel paragrafo precedente. Figura 28: Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale. Con questa nuova configurazione infatti si ottiene un miglioramento riguardo l’energia utilizzata dal motore, che si riduce a L = 0.2807 J e diminiscono i picchi di coppia che si rilevano durante il ciclo: non è ancora una volta possibile diminuire la coppia di spunto iniziale e di arresto. Si è notato inoltre che effettuando prove con diversi valori di costante elastica,all’aumentare del coefficiente K aumenta in modulo il valore dei picchi di coppia intermedi. Nel caso di legge polinomiale e con l’utilizzo di un elastico di lunghezza maggiore, pur comportando tratti in cui la molla produrrà 3.3 risultati teorici valori di coppia nulla, si ottiene come previsto un miglioramento rispetto al caso di moto senza carico elastico. Ancor più interessante è il confronto tra l’energia spesa dal motore con i due diversi carichi elastici: si calcola in ques’ultimo caso un dispendio energetico paria a L = 0.2698 J, con conseguente miglioramento rispetto al caso precedente con l0 = 0.08 m paria al 9.7%. Figura 29: Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale di terzo grado. Con una legge di tipo armonico si nota come il punto di fissaggio a telaio E si allontani dal centro di rotazione del sistema, nelle coordinate xE = −0.0339 m yE = 0.0003 m (29) fornendo condizioni di lavoro per cui la lunghezza della molla risulti inferiore a quella libera, generando delle coppie elastiche riferite all’albero motore. 33 34 implementazione matlab Figura 30: Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica. Dalla fig. 30 si ricava il valore dell’energia totale spesa dal motore per compiere la rotazione complessiva della manovella, pari a L = 0.2568 J. Anche in questo caso rispetto alla soluzione con l0 = 0.08 m di fig. 22 si è ottenuto un miglioramento percentuale del 13.5% e la riduzione dei picchi intermedi di coppia. Come ci si aspettava dall’analisi sulla tipologia di coppie generate dal carico elastico, non si è ottenuto alcun beneficio in termini di coppia massima all’avvio e all’arresto. Con una legge di tipo cicloidale, come si può notare in fig. 31, si ottiene un andamento più irregolare della coppia totale richiesta al motore rispetto a quella del caso in fig. 23. Nonostante ciò si ottiene un miglioramento sia in termini di energia complessiva, sia in termini di coppie di picco del sistema: • l’energia complessiva, da un valore iniziale senza molla di Liniziale = 0.9950 J, viene ridotta a L = 0.2785 J; risulta inoltre minore di quella ottenuta nel calcolo con il parametro l0 = 0.08 m • il valore di coppia massimo è stato ridotto da Cmax = 0.2487 Nm a Cmax = 0.1684 Nm con l’inserimento del carico elastico • il punto di fissaggio a telaio si trova in coordinate (−0.0602, 0.0001) rispetto al centro di rotazione del motore Anche per la legge di moto di tipo polinomiale con polinomio di quinto grado si sono ottenuti gli stessi miglioramenti rispetto al caso precedente. 3.3 risultati teorici Figura 31: Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale. Vengono per chiarezza riepilogati nelle tabelle successive i valori ottenuti dalla seconda analisi teorica del sistema al variare delle leggi di moto di comando. xE yE LavIN LavFI [m] [m] [J] [J] Costante 0.0047e-4 -0.1151e-4 0 1.474e-4 Trapezia -0.2528e-4 -0.3136e-4 0.3772 0.3775 TrapeziaMod -0.0510 0.0003 0.6875 0.2807 Polinomiale3 -0.0283 0.0003 0.5598 0.2698 Armonica -0.0339 0.0003 0.6138 0.2568 Cicloidale -0.0602 0.0001 0.9950 0.2785 Polinomiale5 -0.0524 0.0007 0.8745 0.2761 Tabella 4: Dati elastico l=0.135m K=40N/m (Caso teorico) 35 36 implementazione matlab TmaxIN TmaxFI [Nm] [Nm] Costante 0 0.369e-4 Trapezia 0.2474 0.2475 TrapeziaMod 0.1649 0.1661 Polinomiale3 0.2375 0.2386 Armonica 0.1953 0.1964 Cicloidale 0.2487 0.1684 Polinomiale5 0.2285 0.1780 Tabella 5: Coppie massime prima e dopo l’utilizzo di un elastico con l=0.135m K=40N/m (Caso teorico). 3.3.8 Influenza delle coppie d’attrito Per la rappresentazione ottimale di un sistema fisico reale sono state inserite nell’equazione della dinamica della manovella anche le coppie d’attrito, considerando solo quelle appartenenti all’organo motore in quanto non ci sono altri organi in movimento. Attravero un motore Allen-Bradley utilizzato sucessivamente per l’analisi sperimentale, è stato valutato l’ordine di grandezza del coefficiente d’attrito B che regola l’intervento della coppia di attrito in funzione della velocità di movimento. Ricordando l’equazione che regola la coppia di un motore brushless Tm (θ) = Jθ¨ + Bωθ˙ (30) e considerando l’assenza di carico sull’albero motore, attraverso i dati di Velocità e Coppia (Corrente) ottenuti dal motore scelto per la successiva fase sperimentale si è stimato il valore del coefficiente di attrito B = 0, 004 N rad/s (31) Per motivi che verranno spiegati nel capitolo finale l’analisi comprensiva delle coppie d’attrito è stata effettuata per leggi di moto con periodo di ripetizione pari a T = 0.5s. 3.3 risultati teorici Vengono riassunti in Tab. 6 e Tab. 7 i riultati ottenuti dall’analisi con l’inserimento di coppie di attrito. Figura 32: Coppie teoriche del sistema con legge di moto a velocità costante in presenza di attrito. Figura 33: Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale in presenza di attrito. 37 38 implementazione matlab Figura 34: Coppie teoriche del sistema con legge di moto trapezoidale modificata in presenza di attrito. Figura 35: Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale con polinomio di terzo grado in presenza di attrito. Figura 36: Coppie teoriche del sistema con legge di moto armonica in presenza di attrito. 3.3 risultati teorici Figura 37: Coppie teoriche del sistema con legge di moto cicloidale in presenza di attrito. Figura 38: Coppie teoriche del sistema con legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado in presenza di attrito. La coppia d’attrito agisce proporzionalmente all’andamento della velocità; nella maggior parte dei casi si traduce in una traslazione positiva in termini di coppia motrice di riferimento. Per tal motivo, come si nota dagli ultimi grafici riportati, la coppia motrice di spunto risulta in modulo maggiore di quella di arresto. 39 40 implementazione matlab xE yE LavIN LavFI [m] [m] [J] [J] Costante -0.0021 -0.0036 0,3158 0.3158 Trapezia -0.0113 -0.0223 1.8100 1.7188 TrapeziaMod -0.1329 -0.0161 2.9314 1.245 Polinomiale3 -0.0641 -0.0303 2.2708 1.1633 Armonica -0.0716 -0.0338 2.4842 1.1296 Cicloidale -0.1337 -0.0369 4.0054 1.3591 Polinomiale5 -0.1100 -0.0415 3.5256 1.3082 Tabella 6: Dati elastico l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). CmaxIN CmaxFI [Nm] [Nm] Costante 0.0503 0.0731 Trapezia 1.0499 1.0802 TrapeziaMod 0.7422 0.7133 Polinomiale3 0.9500 1.0477 Armonica 0,7853 0.8884 Cicloidale 1.046 0.8563 Polinomiale5 0.9573 0.8695 Tabella 7: Coppie massime espresse senza e con l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). 3.3 risultati teorici Confrontando i valori della coordinta yE di Tab. 6 con quelli di Tab. 2, è subito evidente che il punto di fissaggio a telaio tende ad allontanarsi dall’asse delle ordinate proporzionalmente all’entità dell’influenza della coppia d’attrito. Se nel primo caso di studio per un sistema ideale la coppia generata dall’elemento elastico è pressocchè simmetrica rispetto alla rotazione completa (rispetto all’asse Posizione), nel caso di sistema con attrito la traslazione della coordinata yE elimina questa simmetria per compensare la componente costante della coppia motrice. Il criterio scelto per il calcolo del punto di fissaggio a telaio dell’elemento elastico permette di ottenere una riduzione dell’energia globale spesa dal sistema per la movimentazione, ma non controlla in alcun modo l’intensità delle coppie massime sviluppate. In quasi tutti i casi analizzati infatti come in Tab. 7 la coppia motrice massima finale è superiore a quella iniziale. E’ tuttavia interessante verificare come l’aggiunta dell’elemento elastico nel modello incrementi l’efficienza globale del sistema, calcolata come in 32. = LIN − LFI · 100 LIN (32) I valori dell’efficienza ottenuti nel caso di legge di moto con T = 0.5s e lunghezza libera dell’elastico l0 = 0.08 m, in presenza di attrito, sono riportati nella tabella a seguire. 41 42 implementazione matlab [%] Costante 0 Trapezia 5.04 TrapeziaMod 57.53 Polinomiale3 48.77 Armonica 54.53 Cicloidale 66.07 Polinomiale5 62.89 Tabella 8: Efficienza percentuale del sistema con l’aggiunta dell’elemento elastico l=0.08m K=40N/m (Caso teorico con attrito). Per le leggi di moto cicloidale e polinomiale di quinto grado si assiste anche ad un a riduzione delle coppie massime richiesta al motore. Tal motivo lascia supporre che questa ultime due siano le più predisposte per l’utilizzo di tale metodo per l’ottimizzazione dalla dinamica dei meccanismi. 4 A N A L I S I S P E R I M E N TA L E In questo capitolo si vuole caratterizzare lo studio teorico effettuato in precedenza per un sistema reale costituito da un’asta di alluminio posta in rotazione sul piano verticale da un motore brushless con azionamento AllenBradley. Viene descritto il sistema fisico e l’ambiente di sviluppo ultilizzato per il controllo e la movimentazione. 4.1 setup sperimentale Il Setup completo per la caratterizzazione dell’analisi teorica su un sistema reale è costituito da un’asta di alluminio che svolge la funzione di manovella descritta precedentemente e un motore brushless della casa Allen-Bradley per la sua movimentazione, il tutto allocato all’interno di un armadio chiuso per la sicurezza dell’utente. All’interno di esso sono collocati anche gli azionamenti per il motore e il controllore Allen-Bradley per la comunicazione tra PC di controllo e azionamenti. Figura 39: Asta in alluminio L’asta di fig. 39 è calettata sull’albero motore nel punto indicato dalla lettera A; tutte le dimensioni sono riportate in tab. 9. 43 44 analisi sperimentale Dimensione Valore Unità di misura Lunghezza (L) 0.38 [m] Larghezza (h) 0.03 [m] Spessore (s) 0.008 [m] Diametro foro (d) 0.006 [m] Tabella 9: Dimensioni Asta Per il calcolo dell’inerzia del carico è necessario conoscere la massa dell’asta m = ρ · L · h · s = 0.25kg (33) con ρ = 2700kg/m3 , densità dell’alluminio. Applicando il teorema di Huygens-Steiner è ora possibile calcolare l’inerzia della manovella rotante sul piano verticale attorno al punto fisso A, I= 1 · m · L2 + m · l2 = 0.0045kg ∗ m2 12 (34) dove con l si indica la distanza tra il centro di rotazione e il centro di massa dell’asta stessa. Ad una distanza di circa 200mm dal punto di rotazione dell’asta è stato fissato il gancio su cui fissare il carico elastico che comporta un’ulteriore aumenta dell’inerzia della massa rotante; con un peso del gancio paria a mg = 0.02kg l’inerzia totale risulta I = 0.0063kgm2 4.1.1 (35) Determinazione della costante elastica Per simulare l’azione della molla si è scelto di utilizzare dei semplici elastici da agganciare opportunamente tra asta e telaio. Possono essere considerati una buona approssimazione in quanto non vengono mai estesi fino al loro limite di rottura, bensì lavorano su estensioni medie della lunghezza (da variazione nulla della lunghezza a circa metà dell’estensione massima). Con questa definizione si può quindi assumere che la costante elastica K si mantenga costante durante tutto il ciclo di utilizzo dell’elastico. 4.1 setup sperimentale Per calcolare la costante elastica è stato agganciato un peso di massa M = 250g ad un’estremita dell’elastico e si è misurato il suo allungamento finale sotto l’azione della sola forza di gravità agente sul peso. Indicando con Fp la forza peso dell’oggetto, è noto che Fp = M · g = 2.45N (36) Partendo da una lunghezza libera dell’elastico l0 = 0.08m (37) e applicando il peso indicato in precedenza, la lunghezza finale dell’elastico è stata misurata pari a lf = 0.32m (38) quindi c’è stato un allungamento totale ∆l = 0, 24m. Il valore della costante elastica è risultato K= F N = 10.2 ∆l m (39) Lo studio teorico del problema imponeva che anche la molla agisse completamente sul piano orizzontale. Per l’impossibilità costruttiva di porre il punto di fissaggio a telaio sullo stesso piano di rotazione dell’asta, sono stati costruiti due ganci (G1 e G rispettivamente posizionati sull’asta e sul telaio come in fig. 40 creando un piano di rotazione dell’alastico distante 30mm da quello dell’asta e parallelo ad esso. Figura 40: Posizione dei ganci per il fissaggio degli elastici. 45 46 analisi sperimentale 4.2 impianto allen-bradley Il controllore utilizzato in questo impianto è il modello ControlLogix 5561TM, prodotto della casa Allen-Bradley (numero di catalogo 1756-EN2T 1756 10/100 Mbps Ethernet Bridge, Twisted-Pair Media) in grado di pilotare fino a 8 driver contemporaneamente per un totale di 28 assi, e un numero illimitato di assi controllati in coppia velocità o VHz. E’ compatibile con gli standard CIP Sync e CIP Motion. Ad esso sono collegati i moduli per la comunicazione tra controlloreAzionamenti-PC e per la gestione degli input e output: • 2094-EN02D-M01-S0 Kinetix 6500 Single Axis Ethernet Drive 1756-OB32 32 Point 10V-31.2V DC Output • 1756-IB32/B Point 10V-31.2V DC Input • 1756-OB32 32 Point 10V-31.2V DC Output L’impianto riportato in fig. 41, costituisce la parte di controllo per il sistema utilizzato per svolgere la parte sperimentale del progetto. Figura 41: Impianto Allen-Bradley. 4.2 impianto allen-bradley 47 La MP-Series è una tipologia di motori brushless a bassa inerzia della casa Allen-Bradley, di dimensioni ridotte ma in grado di fornire valori significativi di coppia necessari in sistemi dinamici ad alte prestazioni. Figura 42: Motore brushless MP-Series. Sono disponibili a catalogo in nove diverse tipologie e garantiscono una coppia di stallo continua nell’intervallo di valori 0,26-163 Nm e una coppia massima da 0.77 a 278 Nm. Sono dotati di un encoder con una scelta di singolo o multigiro che fornisce feedback ad alta risoluzione della posizione assoluta all’interno di 4096 giri. Le caratteristiche dei motori a disposizione per la sperimentazione sono riportate in Tab. 10. MPL-B330P MPL-B420P Unità di misura Velocità nominale 5000 5000 [rpm] Potenza nominale 1.8 1.9 [kW] 0.00012 0.00026 [kg*m2 ] Coppia di Stallo Continua 4.18 4.74 [Nm] Coppia di Stallo Picco 11.1 13.5 [Nm] Corrente di Stallo Continua 6.1 6.4 [Nm] Corrente di Stallo Picco 19.0 22.0 [Nm] Inerzia rotorica Tabella 10: Datasheet Motori 48 analisi sperimentale 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 Logix, una delle tecnologie principali dell’Architettura Integrata della casa Allen-Bradley, è una piattaforma di controllo con un ambiente di sviluppo progettato appositamente per garantire prestazioni eccezionali nel campo dell’automazione. Il software di progettazione e configurazione RSLogix 5000 è uno dei prodotti più diffusi di questa categoria e supporta applicazioni di controllo discreto, controllo batch e di processo, controllo assi, sicurezza e azionamenti, offrendo un’interfaccia semplice ed intuitiva, e conforme alla normativa IEC 61131-3 (International Standard for programmable logic controllers). Il software fornisce editor di logica ladder, testo strutturato, diagramma a blocchi funzione e diagramma funzionale sequenziale. Con RSLogix 5000 v.20 si hanno degli ultieriori vantaggi rispetto alle versioni precedenti: • utilizzare un unico pacchetto software di progettazione e configurazione • semplificare lo sviluppo di soluzioni di controllo complesse • avviamento più rapido e riduzione dei tempi di messa in servizio delle macchine • ottenere la configurazione automatica dei dispositivi (ADC), la quale consente di semplificare la sostituzione dei componenti del sistema in caso di guasti del dispositivo • funzione Module Discovery, la quale consente le configurazione automatica del numero di catalogo e del numero di slot dei dispositivi di controllo aggiunti al sistema • integrazione più semplice dei dispositivi su rete EtherNet/IP con l’utilizzo di un foglio dati elettronico • controllo della velocità tramite asse master, il quale garantisce ottime funzionalità di sincronizzazione (es. controllo dinamico dei movimenti di robot, controllo assi camma su camma) 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 4.3.1 Programma di controllo La logica ladder è un linguaggio di programmazione che rappresenta un programma attraverso un diagramma grafico basato sul schemi di logica a interrutturi e blocchi funzionali; il nome deriva dal fatto che i listati dei programmi scritti in questo linguaggio assomigliano a delle scale verticali a pioli. E’ utilizzato principalmente per sviluppare software per controllori a logica programmabile (PLC) utilizzati nelle applicazioni di controllo industriale e risulta molto semplice ed intuitivo permettendone così un più ampio utilizzo anche a tecnici non specificatamente formati. Ciascun sistema di programmazione è messo a disposizione direttamente dalla casa di prodizione dei dispositivi hardware (PLC) e ciò non consente una totale standardizzazione riguardo la tipologia e le caratteristiche del linguaggio di programmazione. La casa AllenBradley mette a disposizione del programmatore diverse tipologie di linguaggio di programmazione per facilitare la creazione di software di controllo per impianti molto complessi. Nel software RSLogix 5000 oltre alle tipiche funzioni dei programmi ladder (es. contatti normalmente aperti,contatti normalmente chiusi, set e reset di bit) sono implementati a disposizione dell’utente, molteplici blocchetti funzionali i quali permettono un interfacciamento diretto e completo con gli azionamenti del sistema da gestire. Viene inoltre fornito un ambiente di programmazione di tipo strutturato (Editor di testo) in cui è possibile implementare funzioni dedicate in codice simile al linguaggio C, e un Editor Grafico per mezzo del quale, in maniera semplice, possono essere definite e create le camme elettroniche. Sono stati definiti all’interno del software tutti i componenti di cui è composto il sistema come descritto nella sezione precedente e in particolare è stato definito il gruppo degli assi di movimento (Motion Axis): • asse1, di tipo AXIS-CIP-DRIVE associato al motore MPL-B330P; • asse2, di tipo AXIS-CIP-DRIVE associato al motore MPL-B420P; • master, di tipo AXIS-VIRTUAL; L’ultimo elencato è l’asse denominato virtuale perchè non è associato ad alcun elemento reale, ma viene implementato per essere utilizzato come asse master per la sincronizzazione agli assi reali del sistema. 49 50 analisi sperimentale Nelle prove effettuate non è stato ultilizzato l’asse2 e quindi si è limitata la gestione del sistema all’asse1 e all’asse master. Figura 43: Diagramma Ladder. Il programma di controllo è stato organizzato in una serie di routine di tipo Structured Text e Ladder Diagram descritte all’interno della cartella MainProgram. La routine principale chiamata MainRoutine si occupa della gestione generale del sistema e organizza l’attivazione delle diverse sottoroutine. Le sottoroutine sono attivate tramite degli interruttori logici che dipendono dalla sequeza di attivazione e vengono richiamate all’interno del diagramma per mezzo di un blocchetto funzionale chiamato JSR (Jump to Subroutine). All’interno di questi, specificando con il nome opportuno ciascun processo da attivare, possono essere richiamate sia funzioni di tipo Ladder sia di tipo Structured; questo favorisce un’organizzazione e una lettura più lineari del codice di controllo del sistema. Per questa applicazione sono state create cinque Subroutine di tipo Ladder e cinque Subroutine di tipo Structured (quest’ultime verranno ampiamente descritte nella sezione successiva): • SlaveOn, comprende una procedura di homing per l’asse1 nel caso il sistema venga arrestato in una posizione indefinita; • Camma, vengono effettuate le procedure per la sincronizzazione Master-Slave; • MasterOn, accensione dell’asse master; • MasterOff, spegnimento dell’asse master con conseguente arresto dell’asse slave; 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 • Spegnimento, subroutine necessaria per il reset di alcuni stati logici per un riavvio corretto del controllo in caso di arresto del sistema. Come si nota in fig. 43 la prima riga di diagramma è una sequenza di segnali logici (Latch e Unlatch) che servono per commutare gli stati logici dei segnali ed effettuare un reset totale di tutto il sistema per il corretto avvio della sequenza di controllo. Senza i reset necessari il programma potremme mantenere in memoria alcuni stati logici non corretti che, nel migliore dei casi, non fanno svolgere alcuna funzione al sistema di controllo o potrebbero far eseguire al programma della funzioni sconosciute che lasciano l’operatore senza una chiara idea di quello che accade. Potrebbero verificarsi problemi per il sistema fisico e per gli utenti che agiscono in vicinanza di esso. E’ importante conoscere che prima di comandare i movimenti di un qualsiasi asse servo, quest’ultimo deve necessariamente essere attivato. A questo scopo il software RSLogix mette a disposizione un blocchetto funzionale denominato MSO (Motion Servo ON) che consente di abilitare l’azionamento servo e attivare l’anello di controllo dell’asse stesso. Esiste anche la funzione complementare che serve per la disattivazione dell’asse denominata MSF (Motion Servo OFF), la quale “apre” l’anello di controllo dell’asse. Molti blocchetti funzionali, tra cui anche quelli appena menzionati, devono essere eseguiti solamente una volta dal programma altrimenti generano dei fault che bloccano il sistema; vengono usati quindi dei segnali che non permettano la riattivazione del ramo del diagramma ladder dopo la prima esecuzione. Figura 44: MSO. Nell’esempio di fig. 44 è riporato il blocchetto MSO relativo all’asse1 il quale viene disttivato da un contatto logico normalmente chiuso asse1.ServoActionStatus, il quale commuta non appena l’abilitazione dell’asse è stata effettuata. La sua commutazione è gestita autonomamente dallo stato interno dell’azionamento e permette l’esecuzione singola del comando MSO. 51 52 analisi sperimentale All’attivazione dell’asse slave segue la procedura di Homing dell’asse stesso e dell’asse master. La posizione di Home dell’asse1 sarà tale per cui l’asta si posizioni sul semiasse positivo delle ascisse di un piano cartesiano ideale con origine degli assi sull’albero motore. Per tale procedura è sufficiente impostare la velocità con cui si deve muovere l’asse e la posizione di offset rispetto ad un Marker; in questo caso il motore è dotato di un encoder incrementale e il Merker è la tacca di zero di quest’ultimo. Questo primo gruppo di istruzioni di controllo è avviato tramite la commutazione dell’interruttore Power visibile anche in fig. 43; facendo riferimento ad una macchina automatica per utilizzo industriale, esso potrebbe essere paragonato ad un commutatore per l’accensione della stessa e il posizionamento di tutti i suoi giunti in punti stabiliti, dai quali la macchina comincia le operazioni di lavoro. Continuando a riferirsi a questa applicazione industriale come esempio per la spiegazione del programma, è necessario un interruttore per l’inizio della sequenza di lavoro; esso è rappresentato nel digramma ladder dall’interruttore Start. Alla commutazione di quest’ultimo si attivano le subroutine per la creazione della camma desiderata e l’avvio dell’asse slave (JSR: SlaveOn). Tralasciando momentaneamente la funzione delle camme, nella subroutine SlaveOn di fig. 45 sono presenti le procedure di homing degli assi Slave e Master e i reset di alcuni stati logici. La procedura di homing dei sue assi, presente in questa sezione, viene richiamata solamente quando l’esecuzione del sistema venga arrestata da un operatore esterno senza alcuna funzione di sicurezza; si vuole rappresentare il caso reale del “fungo” di emergenza premuto dall’operatore per un problema improvviso e imprevisto. Per la corretta ripresa del ciclo di lavoro è dunque necessario che la macchina si ritrovi nello stato di Home (in questo caso nella posizione orizzontale di avvio). 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 Figura 45: Subroutine SlaveOn. Dall’attivazione dell’interruttore di Start la sequenza di gestione del controllo diventa automatica. Ciascun ramo del programma viene attivato solo quando vengono dati i consensi dalla rispettiva azione precedente; si verifica il passaggio da stato logico basso 0 a stato logico alto 1 di alcuni contatti normalmente aperti e normalmente chiusi. La corretta terminazione della subroutine SlaveOn alza il livello logico di un segnale chiamato Ready che attiva la subroutine Camma per la sincronizzazione tra master e slave. Nel caso essa venga eseguita correttamente, viene commutato il contatto doneCam per mezzo del quale comincia la sequenza di movimentazione dovuta all’attivazione del master virtuale (MasterOn). Figura 46: Procedura automatica. La subroutine MasterOn contiene uno schema di controllo costituito da un solo blocchetto funzionale di tipo MAJ (Motion Axis Jog) per mezzo del quale è possibile impostare la velocità, accelerazione e jerk necessarie per la movimentazione dell’asse virtuale. Per la disattivazione del controllo sono stete predisposte due procedure riportate in fig. 47; la prima per mezzo di un interruttore azionato dall’utente denominato Stop, simula un arresto di emergenza e la seconda consente la disabilitazione totale dell’asse come descritto precedentemente tramite il blocchetto MSF. 53 54 analisi sperimentale Figura 47: Arresto della sequenza di comando e disattivazione dell’asse. La commutazione dell’interruttore di Stop attiva le due subroutine MasterOff e Spegnimento: all’interno della prima è presente un blocchetto di tipo MAS (Motion Axis Stop), che arresta l’asse master virtuale e quindi anche dell’asse slave vista la sincronizzazione per mezzo di camma elettronica; la seconda subroutine invece si attiva solo ad asse master bloccato e consente un reset parziale di alcuni stati logici. Come descritto in precedenza, commutando l’interruttore Start è in questo caso possibile la ripresa della sequenza di lavoro che comincerà con una procedura automatica di homing dell’asse1. Nel caso invece si voglia arrestare completamente il sistema è necessario completare l’arresto con la seconda procedura la quale può avvenire commutando l’interruttore Down e solo nel caso l’asse master sia già stato bloccato e quindi il sistema sia fermo. La disattivazione in movimento dell’asse slave può causare danni al motore soprattutto se le velocità di lavoro sono elevate. Per riassumere in maniera chiara e comprensibile i vari step per il funzionamento del programma, riporto di seguito le procedure da effettuare da parte dell’utente per una sua esecuzione: 1. Riportare nel blocchetto JSR azionato dall’interruttore Start il nome della camma elettronica desiderata per la sincronizzazione Master-Slave; 2. Commutare l’interruttore Power, si attiva così l’asse motore e avviene la procedura automatica di Homing degli assi; 3. Commutare l’interruttore Start, il sistema si mette in movimento seguendo la camma predisposta; 4. Commutare l’interruttore Stop, il sistema si arresta ma è possibile ripristinarne il funzionamento a seguito di una seconda 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 procedura automatica di homing per mezzo dell’interruttore Start; 5. Commutare l’interruttore Down, disabilitazione totale dell’asse e fine dell’esecuzione del programma di controllo. 4.3.2 Creazione della camma elettronica Il software RSLogix5000 permette di definire, modificare ed implementare camme elettroniche tra i vari assi definiti nel controllore. Le camme elettroniche sono degli accoppiamenti virtuali molto flessibili e facili da modificare che, grazie a queste caratteristica e la facilità di gestione in logica PLC, si stanno sostituendo all’utilizzo di riduttori e camme meccaniche. Esse infatti consentono la sincronizzazione di più assi con una gestione via software. Figura 48: Diagramma logico per la creazione di una camma. All’interno del software RSLogix, per realizzare e implementare le camme elettroniche all’interno del controllore, sono state messe a disposizione dell’utente le seguenti funzioni: MCCP, istruzione che calcola un profilo camma in base ad una matrice di punti camma definita programmaticamente oppure tramite l’editor profilo camma RSLogix5000. Lo scopo principale di un’istruzione MCCP è quello di consentire di calcolare un profilo di camma in tempo reale in base ad un dato set di punti nella matrice di una camma specifica. I profili camma generati da questa istruzione vengono usati dalle 55 56 analisi sperimentale istruzioni di calcolo della camma MAPC per eseguire il movimento complesso di un asse slave in relazione alla posizione o al tempo di un asse master. Nel caso particolare gli elementi della matrice CAM sono composti da coppie di punti master-slave calcolati per mezzo di una funzione scritta in una routine di tipo Structured Text con interpolazione di tipo cubico tra un punto e l’altro. L’interpolazione è stata così scelta ponendo a 1 la componente SegmentType in ciascun elemento del vettore di camma; sarebbe stata possibile un’interpolazione di tipo lineare ponendo a 0 tale valore. MAPC, istruzione per l’avvio di un profilo di camma precedentemente calcolato dal blocco MCCP. Con tale comando si esegue la camma attraverso la quale l’asse slave (in questo caso asse1) viene sincronizzato con l’asse master. I parametri forniti a questa istruzione controllano la direzione del moto, la scalatura tra master e slave, la posizione, la modalità di esecuzione e il piano di esecuzione. In questo momento non sono ancora definiti i limiti di velocità e accelerazione in quanto questi vengono dichiarati e determinati dalla funzione di movimentazione dell’asse di comando, in questo caso quindi dell’asse master virtuale. Figura 49: Subroutine per la sincronizzazione Master-Slave. 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 All’interno della subroutine Camma sono stati implementati i due blocchi funzionali descritti in precedenza e riportati in fig. 49. Tale routine deve essere eseguita una sola volta in quanto la sincronizzazione master-slave rimane costante per tutta l’esecuzione del controllo; a tal scopo, come si può notare in fig. 46, è stato inserito un contatto logico ONS nel ramo di comando della subroutine. La sua funzione è facilmente intuibile: quando è abilitato e il bit di memoria è azzerato, l’istruzione ONS abilita il resto del ramo, mentre quando è disattivato o quando il bit controllo è a valore logico alto, l’istruzione ONS disabilita il resto del ramo. Per la creazione del profilo di camma si è utilizzato un vettore di tipo CAM[100], in cui 100 rappresenta il fattore di discretizzazione (numero di punti) del profilo. Si tratta di un vettore di celle composte da tre elementi: • CAM[x].Master • CAM[x].Slave • CAM[x].SegmentType e ciascuno di essi verrà compilato tramite dei comandi scritti in codice appropriato all’interno di un listato di programmazione di tipo Structured Text. La costruzione della camma avviene in sola posizione, in quanto è il software che automaticamente deriva il profilo per ottenere quello di velocità, accelerazione e jerk; in questo modo si riduce notevolmente la complessità di costruzione della camma elettronica da parte dell’utente. L’editor grafico per la visualizzazione dei diversi profili si presenta come in fig. 50 e il profilo finale può essere visualizzato all’interno del blocchetto MCCP. 57 58 analisi sperimentale Figura 50: Esempio di profilo di camma costruito per punti. Sono stati costruiti cinque profili di camma come descritto nel capitolo precedente per la trattazione via Matlab. Per ciascuno di essi si è considerato il caso di una alzata normalizzata, ossia un movimento nel range slave [0,1] su un range master [0,1]; l’unità di misura di entrambi è Rev, cioè il valore 1 corrisponde ad una rotazione completa dell’asse master ossia una rotazione completa dell’asse motore se si considera rapporto di riduzione unitario. Di seguito viene riportato l’esempio di costruzione della camma di tipo trapezio in velocità. Variabile Valore Num. punti n 100 Tempo iniziale t0 0 Tempo finale t 1 Posizione iniziale q0 0 Posizione finale q1 1 Velicità iniziale q_0 0 Velocità finale q_0 0 Tabella 11: Parametri per il CAM Design 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 Vengono dapprima dichiarati tutti i parametri necessari per definire il profilo desiderato come in Tab. 11 i quali rimarranno costanti anche per la creazione delle altre leggi di moto. Per mezzo di alcuni “cicli for” vengono definite le posizioni di master e e calcolate quelle di slave, al fine di completare il vettore di tipo CAM che in questo caso specifico viene denominato CammaProvaTrap. Figura 51: Esempio di Structured Text per la creazione di profilo di camma trapezoidale in velocità. 59 60 analisi sperimentale 4.3.3 Gestione degli output Il software RSlogix permette la lettura delle variabili dei dispositivi collegati al controllore. In particolare attraverso il pannello di controllo dell’asse, come in fig. 52, possono essere selezionati i parametri di maggior interesse dell’asse motore, permettendone la visualizzazione grafica durante il ciclo di lavoro attraverso dei monitor che costruiscono il trend della variabile. Figura 52: Pannello di controllo dell’asse1. All’interno di una cartella di sistema (Trends) possono essere salvati gli andamenti delle variabili in relazione al tempo ciclo; in un primo momento si possono così confrontare visivamente se i risultati soddisfano o meno le aspettative. E’ possibile modificare il tempo di campionamento, la scala degli assi, il colore delle linee e aggiungere delle barre di valore per la lettura puntuale dei dati. In fig. 53 è riportato un esempio di monitor grafico per la visualizzazione di alcuni parametri del motore in esame. Sarà lo strumento fondamentale per lo svolgimento dell’analisi pratica dello studio in oggetto. 4.3 ambiente di sviluppo rslogix5000 Figura 53: Esempio di monitor per la visualizzazione del trend dei parametri del motore. Per la visualizzazione grafica saranno scelte le forme d’onda di maggior interesse, in particolare quelle che caratterizzano la legge di moto di comando per confrontarne i valori con quella imposta nel CAM Editor, e la forma d’onda della corrente del motore dalla quale per mezzo della costante di coppia si ha la relazione diretta per ottenere i valori istantanei di coppia motrice fornita dal motore. 61 5 R I S U LTAT I S P E R I M E N TA L I In questo capitolo si voglion presentare le problematiche relative alla gestione del software e le scelte effettuate per ottenere la miglior risposta dal sistema di controllo. Vengono quindi presentati i risultati acquisiti e posti in confronto con le aspettative teoriche e le simulazioni effettuate attraverso il software MatLab. 5.1 il sistema di controllo Il software RSLogix fornito da Allen-Bradley consente all’utente una semplice gestione del sistema di controllo per gli assi attuati e/o virtuali. All’interno della cartella di sottosistema “Motion Groups - motori” sono presenti tutti gli assi del sistema sperimentale. In particolare è neessario impostare correttamente tutti i parametri relativi all’asse primcipale di movimento denominato asse1. Come già dichiarato in precedenza il software riconosce in procedura automatica gli elementi connessi al controllore, quindi sono direttamente salvati i parametri caratteristici del motore MPL-B330 Parametro Valore Unità di misura Torque Constant (Kt) 1.124 [Nm/A (RMS)] Voltage Constant (Ke) 67.89639 [V(RMS)/KRPM] Resistance (Rs) 4.6 [Ohms] Inductance (Ls) 0.028 [Henries] Tabella 12: Caratteristiche del motore Il controllore invece non ha alcuna informazione riguardo il meccanismo collegato all’asse all’asse motore. E’ possibile quindi definire il sistema esterno attraverso l’impostazione di alcuni semplici dati: • Load Coupling, per mezzo del quale si specifica la tipologia di accoppiamento; nel nostro caso l’accoppiamento è di tipo rigido 63 64 risultati sperimentali in quanto l’asta è fissata con una vite direttamente sull’albero motore. • Load Ratio, per specificare il rapporto di inerzia tra carico e motore (Load Inertia/Motor Inertia). Nel nostro caso l’inerzia motore è Jm = 0.00012 kg · m2 per cui, vista l’enerzia del carico calcolata nel capitolo precedente, si è deciso di impostare LoadRatio = 20.0; non è stato utilizzato il reale rapporto in quanto esso risulta troppo elevato e il sistema di controllo non avrebe gestito correttamente questa informazione. • Torque Offset,per una compensazione attiva della coppia di carico, ma posta nulla per questa applicazione. E’ fornito un controllo molto complesso che comprende: • Position Loop • Velocity Loop • Acceleration Loop • Torque/Current Loop i cui parametri sono calcolati da una procedura di Auto-Tuning che utilizza i dati esplicitati in precedenza, al fine di ottenere un buon controllo di base per il sistema. Tuttavia è possibile eseguire un Manual-Tuning per ottimizzare al meglio il controllo dell’applicazione, variando i parametri di larghezza di banda (Bandwidth), inserendo degli integratori sintonizzati su particolari frequenze, utilizzare delle reti anticipatrici di velocità e accelerazione (Velocity/Acceleration Feedforward) per velocizzare la convergenza del sistema di controllo. Per questo particolare caso di studio non sono state utilizzate tutte le funzioni a disposizione in quanto un controllo di base era sufficiente per ottenere i valori delle coppie motrici in gioco. Tuttavia per ciascuna legge di moto implementata si è cercata una taratura manuale ottimale tale per cui i segnali acquisiti dal motore fossero chiari e l’inseguimento dei riferimenti fosse il più preciso possibile, con uno sfruttamento del motore lontano dai sui limiti massimi di utilizzo. Per ciascuna legge di moto quindi sono stati assunti diversi valori in termini di larghezze di banda in modo da ottenere dei segnali abbastanza “puliti” con basso ripple sovrapposto. I valori sono riportati in tabella 13. 5.1 il sistema di controllo Position Loop Position Loop Position Loop (Bandwidth Hz) (Bandwidth Hz) (Bandwidth Hz) Costante 20 100 500 Trapezia 22 130 500 TrapMod 22 130 500 Polinomiale3 22 100 500 Armonica 24 100 500 Cicloidale 24 130 500 Polinomiale5 24 130 500 Tabella 13: Parametri impostati per gli anelli di contollo 5.1.1 Coppie d’attrito La problematica principale riscontrata durante la taratura del sistema di controllo è stata la presenza della coppia di attrito generata dal motore. Facendo ruotare il motore a velocità costante, quindi data l’accelerazione nulla qualsiasi componente di coppia esterna risulta azzerata, si nota come in fig. 54 sia presente un ripple di corrente (e conseguentemente di coppia) dovuto all’interazione delle coppie polari tra rotore e statore. Si nota come l’ampiezza del ripple di coppia sia solo qualche punto percentuale della corrente nominale del motore; nonostante ciò esso influisce notevolmente sull’andamento della corrente per le leggi di moto studiate. Figura 54: Ripple di coppia a velocità costante. Come spiegato nel capitolo precedente, le legge di moto sono state normalizzate, quindi il tempo di ciclo (rotazione completa dell’albero 65 66 risultati sperimentali motore) è pari a T c = 1s. Data la bassa inerzia del carico da muovere e le restrizioni temporali sufficientemente rilassate, le coppie inerziali richieste per la movimentazione risultano molto basse e asumono lo stesso ordine di grandezza del ripple di coppie di attrito. In tal caso risulta difficile discriminare quale sia il reale andamento delle coppie in gioco nel sistema, dovute alla sola legge di moto implementata e alla tipologia di carico (coppie inerziali della manovella). Per tal motivo è stato dimezzato il tempo ciclo T c = 0.5s, con una richiesta di maggior accelerazione per la movimentazione, la quale si traduce in maggior assorbimento di corrente da parte del motore e quindi maggior generazione di coppia motrice. E’ stato così possibile ridurre l’influenza del ripple di corrente dovuto all’attrito sull’andamento grafico della corrente assorbita dal motore durante la fase di lavoro. 5.2 minimizzazione dell’energia globale del sistema 5.2 minimizzazione dell’energia globale del sistema Le prime prove sono state effettuate seguendo il principio di ottimizzazione della dinamica del meccanismo in termini di riduzione complessiva dell’energia spesa per la movimentazione del sistema manovella. Nelle figure seguenti sono stati riportati gli andamenti delle coppie motrici sviluppate nel sistema senza e con l’utilizzo degli elastici. Le forme d’onda non sono state acquisite direttamente, bensì elaborate attraverso l’acquisizione del segnale di corrente assorbita dal motore. Figura 55: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto a velocità costante. Figura 56: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto trapezoidale. 67 68 risultati sperimentali Figura 57: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto trapezoidale con tempi di accelerazione e decelerazione aumentati. Figura 58: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di terzo grado. Figura 59: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto armonica. 5.2 minimizzazione dell’energia globale del sistema Figura 60: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale. Figura 61: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinti grado. Il software di controllo RSLogix fornisce il segnale di corrente assobita come percentuale della corrente nominale. Noto quindi il valore della costante di coppia in Tab. 12 e il valore a catalogo della corrente nominale del motore (Tab. 10), risulta semplice il calcolo della coppia motrice Cm = Kt · In · %Im (40) 69 70 risultati sperimentali Vengono per chiarezza riepilogati nelle tabelle successive i valori ottenuti dall’analisi sperimentale con le stesse leggi di moto presentate in precedenza per l’analisi teorica. xE yE LavIN LavFI LavTH [m] [m] [J] [J] [J] Costante -0.0030 0.0018 0.6077 0.5682 0.6045 Trapezia -0.0045 -0.0128 2.6984 2.6260 2.5998 TrapeziaMod -0.1327 0.0038 4.4667 2.1868 1.5967 Polinomiale3 -0.0757 -0.0079 3.2803 1.9138 1.6133 Armonica -0.0864 -0.0097 3.6021 1.8149 1.5989 Cicloidale -0.1478 -0.0063 5.8611 2.4304 2.0222 Polinomiale5 -0.1516 -0.0048 5.1508 2.5577 1.8804 Tabella 14: Dati reali con elastico l=0.08m K=40N/m. TmaxIN TmaxFI [Nm] [Nm] Costante 0.1912 0.1981 Trapezia 2.3962 2.5455 TrapeziaMod 1.6690 1.8024 Polinomiale3 2.6048 2.5557 Armonica 2.3017 2.4336 Cicloidale 1.6135 1.1079 Polinomiale5 1.4632 1.2102 Tabella 15: Coppie massime senza e con l’utilizzo di un elastico con l=0.08m K=40N/m (Caso reale) 5.2 minimizzazione dell’energia globale del sistema In Tab. 14 alla voce LavFI sono riportati i valori calcolati dall’acquisizione della corrente nel caso di sistema reale con l’inserimento dell’elastico. Nell’ultima colonna alla voce LavT H sono stati riportati anche i valori calcolati per mezzo del modello teorico, i quali risultano inferiori rispetto a quelli ottenuti sperimentalmente. Utilizzando la relazione in 32 si riportano in Tab. 16 i valori dell’efficienza percentuale ottenuti dalle acquisizioni della coppia motrice nel sistema sperimentale con gli elastici di lunghezza a riposo l0 = 0.08 m e costante elastica K = 40 N/m. Viene ad essi affiancato il valore teorico dell’efficienza percentuale ottenuta in via teorica sul dato acquisito di coppia motrice. T H [%] Costante 6.50 6.00 Trapezia 2.68 3.65 TrapeziaMod 51.04 67.30 Polinomiale3 41.66 50.82 Armonica 49.62 55.61 Cicloidale 58.53 65.50 Polinomiale5 50.34 62.64 Tabella 16: Efficienza percentuale del sistema sperimentale con l’aggiunta dell’elemento elastico l=0.08m K=40N/m. Il segno positivo dei valori ottenuti è indice di miglioramento dinamico del meccanismo in esame. Tuttavia l’fficienza percentuale del sistema teorico risulta maggiore di quella riscontrata per il sistema sperimentale. Confrontando valori di Tab. 15 con quelli di Tab. 7 che si riferisce al caso teorico con attrito, si nota come le coppie massime in gioco siano superiori. Questo deriva dal fatto che nel modello non sono stati considerati gli attriti viscosi dell’aria, il coefficiente di attrito B non fornito esplicitamente a catalogo, sebbene dello stesso ordine di grandezza potrebbe risultare differente e gli elastici utilizzati potrebbero subire un degrado in termini di proprietà elastiche durante i cicli di lavoro. 71 72 risultati sperimentali 5.3 minimizzazione della coppia motrice massima L’analisi sperimentale per l’ottimizzazione della dinamica seguendo il principio di riduzione della coppia motrice massima necessari per la movimentazione del sistema manoivella, è stata particolarizzata valutando gli effetti prodotti sia dall’analisi teorica che dalla prima analisi sperimentale. In riferimento ai dati ottenuti in precedenza, si è concentrata l’attenzione sulla legge di moto di tipo Cicloidale e Polinomiale con polinomio di quinto grado. I motivi principali possono essere sintetizzati in due considerazioni: • come valutato nell’analisi teorica della legge polinomiale con polinomio di terzo grado (e ugualmente per quella armonica), la discontinuità dell’accelerazione tra due cicli di lavoro e il tentativo di riduzione della coppia di avvio, comportano necessariamente l’incremento della coppia d’arresto • dalle prime valutazioni sperimentali la riduzione compliessiva della spesa energetica comporta una conseguente riduzione della coppia massima nel caso di leggi di moto cicloidale e polinomiale di quinto grado. I due grafici seguenti riportano l’andamento della coppia motrice con l’applicazione delle due leggi di moto a riferimento, nel caso senza e nel caso con inserimento dell’elemento elastico agganciato tra asta e telaio. Figura 62: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale per minimizzare la coppia motrice massima. 5.3 minimizzazione della coppia motrice massima Figura 63: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado per minimizzare la coppia motrice massima. Riportando i paramentri fondamentali del sistema, si nota come la posizione dell’elastico in coordinate y risulti traslata rispetto all’asse centrato sul perno di motore, come già valutato per il caso teorico in presenza di attrito. Rispetto al precedente obiettivo per la minimizzazione complessiva degli sforzi, il punto di fissaggio a telaio si allontana notevolente in termini di coordinata x quindi vengono richesti sforzi maggiori all’elemento elastico; la traslazione lungo l’asse y risulta più significativa per la legge di tipo polinomiale di quinto grado. xE yE CmaxIN CmaxFI CmaxTH LavFI [m] [m] [Nm] [Nm] [Nm] [J] Ciclo -0.2828 0.0104 1.6135 1.3574 0.9134 3.1515 Poli5 -0.2637 0.0164 1.4632 1.3813 0.9587 3.5542 Tabella 17: Dati acquisiti con l’obiettivo di minimizzare la coppia massima, l=0.08m K=40N/m. 73 74 risultati sperimentali Sono ora riportati i confronti tra l’andamento di coppia ottenuto dal posizionamento teorico dell’elastico nel punto calcolato e l’andamento della coppia reale acquisita dal motore per lo stesso posizionamento del punto di fissaggio nel caso sperimentale. Figura 64: Confronto tra la curva di coppia teorica e reale nel caso di posizionamento dell’elastico per la minimizzazione della coppia motrice massima per legge di moto cicloidale. Figura 65: Confronto tra la curva di coppia teorica e reale nel caso di posizionamento dell’elastico per la minimizzazione della coppia motrice massima per legge di moto polinomiale di quinto grado. 5.3 minimizzazione della coppia motrice massima E’ subito evidente dalle fig. 64 e 65 come il sistema reale segua in maniera precisa quello ottenuto dalla simulazione nel modello, tranne per una serie di punti che sembrano errati. Il picco di coppia ottenuto dal sistema con elastico ed evidenziato anche nelle due figure è dovuto ad un problema di posizionamento e di risposta alla trazione da parte dell’elastico. Nel moto di rotazione della manovella, quando viene incrociato il punto fisso a telaio, l’elastico assume lunghezza libera per cui appena si ripresenta la condizione di trazione il motore si trova a dover generare più coppia per compensare la coppia elastica. Calcolando l’efficienza del metodo utilizzando il valore di picco massimo di coppia, otteniamo valori notevolmente differenti dal caso teorico come presentato nella prima colonna di Tab. 18. T H 0 [%] [%] [%] Cicloidale 15.87 43.82 41.29 Polinomiale5 22.21 35.02 28.98 Tabella 18: Efficienza percentuale del sistema sperimentale con l’aggiunta dell’elemento elastico. Eliminando i punti lontani dalla curva media di coppia reale, si ottengono valori massimi di coppia confrontabili con quelli teorici, con conseguente aumento dell’efficienza percentuale. La bontà del miglioramento si può valutare confrontando le ultime due colonne della tabella. Si è voluto infine verificare che il punto di ottimo calcolato per una specifica legge di moto non risulti effettivamente il migliore anche nel caso la legge di moto subisca variazioni in termini di tempo ciclo. Nelle fig. 66 e ?? sono riportati gli andamenti di coppia acquisiti dal motore nel caso di tempo ciclo raddoppiato (T = 1s) per le ultime due leggi di moto descritte. In Tab. 19 sono riportati i valori ottenuti da quest’ultima analisi. Le coordinate del punto di fissaggio E corrispondono a quelle ottenute per la minimizzazione della coppia massima. 75 76 risultati sperimentali Figura 66: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto cicloidale con T=1s per minimizzare la coppia motrice massima. Figura 67: Profili di coppia acquisiti dal motore nel caso di legge di moto polinomiale con polinomio di quinto grado con T=1s per minimizzare la coppia motrice massima. xE yE TmaxIN TmaxFI LavIN LavFI [m] [m] [Nm] [Nm] [J] [J] Ciclo -0.2828 0.0104 0.4477 1.1925 1.3208 3.7642 Poli5 -0.2637 0.0164 0.4084 1.6730 1.1827 5.4894 Tabella 19: Dati acquisiti per leggi di moto con periodo doppio e stesso punto di agancio a telaio del caso precedente. 5.3 minimizzazione della coppia motrice massima E’ subito evidente dai valori finali ottenuti con l’introduzione dell’elastico, sia in termini di coppia massima sia in termini di energia complessiva spesa dal sistema, che il punto scelto non è quello ottimale e vengono peggiorate le prestazioni dinamiche del meccanismo. 77 CONCLUSIONI In questo elaborato si è voluto studiare e proporre un semplice metodo per migliorare le prestazioni dimamiche di meccanismi articolati con l’obiettivo di ridurre gli sforzi del motore risparmiando una quota di energia utilizzata per la movimentazione. In particolare si è studiato il caso di un meccanismo ad un grado di libertà rotante attorno ad un punto fisso sul piano orizzontale, allo scopo di eliminare qualsisi forzante esterna non intrinseca al sistema stesso. Una prima analisi teorica ha verificato come l’introduzione di un elemento elastico, opportunamente inserito nel sistema con un’estremità fissata al meccanismo e la seconda a telaio, comporta delle coppie elastiche che in una rotazione completa della manovella intervengono nell’equazione che regola la dinamica del meccanismo stesso riducendo le coppie riferite all’asse di rotazione. A fronte di una verifica sperimentale per mezzo di un sistema di controllo Allen-Bradley, con un modello approssimativo comprensivo di una stima delle coppie di attrito dell’eventuare organo motore, si è verificato come il beneficio ottenuto da tale approccio non sia lo stesso per differenti leggi di moto. Per l’analisi sperimentale sono stati utilizzati elastici in gomma per variare in modo semplice ma efficacie la costante elastica dell’elemento inserito, con consapevole problematica di degradazione delle proprietà elastiche. Utilizzando una molla lineare e posizionandola in maniera tale che la lunghezza libera risulti pressochè nulla, sarebbe possibile eliminare le problematiche riscontrate per la presenza di sezioni angolari a coppia elastica costante nulla, ottenendo un ulteriore miglioramento in termini di risultati finali. Dall’analisi svolta si nota come venga subito meno l’utilità dell’elemento elastico nel caso di funzionamento a velocità costante, in quanto sebbene l’energia spesa complessivamente per la movimentazione rimanga la stessa, la coppia massima generata dal motore è direttamente proporzionale all’intensità della forzante elastica. Nel caso di legge trapezoidale in velocità il beneficio ottenuto dipende dai parametri utilizzati per il profilo di camma; meno restritti- 79 80 risultati sperimentali ve sono le caratteristiche in termini di tempi di accelerazione e decelerazione, maggiore è l’efficienza del sistema con l’inserimento dell’elastico. Per profili di tipo polinomiale di terzo grado e armonica, appartenenti alla stessa classe di leggi di moto, l’efficienza del metodo è considerevole per quanto riguarda il dispendio energetico globale nel caso di rotazione completa ma è pressochè nulla, se non peggiorativa, per quanto riguarda le coppie motrici di picco. Le leggi di moto che più si prestano per il metodo studiato sono quelle a profilo cicloidale e polinomiale con polinomio di quinto grado. Dato il profilo sinusoidale per la prima, l’efficienza ottenuta sia nel caso teorico che in quello sperimentale è superiore al 50% con un notevole risparmio energetico globale per la movimentazione. Tale criterio utilizzato per il calcolo del punto di fissaggio a telaio dell’elastico permette di ottenere una riduzione anche in termini di coppie motrici massime. L’efficienza del metodo per la legge polinomiale di quinto grado è paragonabile a quella ottenuta con la legge armonica (circa 40%), ma a differenza di quest’ultima è possibile ottenere la riduzione delle coppie motrici di picco. E’ stato infine verificato anche sperimentalmente l’efficacia dell’utilizzo di un elemento elastico al solo fine di ridurre le coppie motrici massime per la movimentazione, ottenedo risultati nell’ordine del 40% nel caso di movimentazione con profilo di camma cicloidale e del 30% nel caso polinomiale di quinto grado. Il sistema quindi si presta bene ad essere utilizzato per leggi di moto con profilo di accelerazione continuo. APPENDIX 81 A F U N Z I O N I M AT L A B Listing 2: Inizializzazione dei parametri. L=0.3; m = 0.25; rm=0.215; % Lunghezza manovella [m] % Massa asta [Kg] % Distanza di fissaggio lungo l’asta [m]\ newline l0=0.08; % Lunghezza libera della molla [m] k = 40; % Costante elastica dell molla [N/m] T=1; % Tempo di rotazione [s] n=100; % Parametro di discretizzazione dei grafici yE=[-0.5:0.1:0.5]; % Vettore coordinate punti di fissaggio xE=[-0.5:0.1:0.5]; % Vettore coordinate punti di fissaggio Listing 3: Criterio di posizionamento del punto fisso a telaio per la minimizzazione della coppia acquisita dal motore. C=Cmol(3,:)+TorqueS; % TorqueS acquisita dal motore senza elastico for j=1:n-1 Lav=Lav+abs(C(j)*(teta(j+1)-teta(j))); end 83 B CODICE RSLOGIX-5000 Listing 4: Esempio di Structured Code per la creazione della camma cicloidale nel software RSLogix-5000. n:=100; n1:=100; t:=1; t0:=0; q0:=0; q1:=1; q_0:=0; q_1:=0; s:=0; for j:=0 to n1-1 by n/(n1-1) do tr[j]:=j*t/n1; s:=s+1; end_for; for i:=0 to n1-1 by 1 do CammaProvaTrap[i].Master:=tr[i]; CammaProvaTrap[i].Slave:=q1*((tr[i]-t0)/(n1/n)-1/(2*pi)*sin((2*pi *(tr[i]-t0))/(n1/n)))+q0; CammaProvaTrap[i].SegmentType:=1; end_for; 85 BIBLIOGRAFIA [1] Allen-Bradley Company. Logix5000 Controllers Motion Instructions. In Reference Manual. [2] J.P. Huisson and D. Wang. On the design of a direct drive 5bar-linkage manipulator. In Robotica, volume 9, pages 441–446, 1991. [3] S. Mahalingam and A.M. Shara. The Optimal Balancing of the Robotic-Manipulators. In Proceedings of IEEE International Conference on Robotics and Automation, 1991), volume 9, pages 828–835, 1986. [4] N. Ulrich and V. Kumar. Passive Mechanical Gravity Compensation for Robot Manipulators. In Proceedings of IEEE International Conference on Robotics and Automation), volume 2, pages 1536–1541, Sacramento, California, 1991. 87
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