Patrimonio storico e monumentale, salvaguardia e sicurezza

sa vicentina dell’Araceli, Vicenza,
sa vicentina dell’Araceli, Vicenza,
e.
Patrimonio storico e monumentale, salvaguardia e
sicurezza
Opinioni a Confronto
Introduzione di Paolo SPINELLI
L’opinione di Gennaro TAMPONE
L’opinione di Natale GUCCI
IL Workshop del 28 marzo 2014 tenutosi a Firenze e per cui nel precedente numero del bollettino del
bollettino ingegneri si e’ dato ospitalita’ alle relazioni invitate, e’ stato sede di un interessante dibattito sul
concetto stesso del restauro e del consolidamento delle strutture.
Qual’e’ il limite dell’applicazione dei concetti della Carta del Restauro che pure ha reso la scuola italiana
leader mondiale nel campo?
E’ lecito anteporre la salvaguardia dell’ eredita’ storica alle ragioni della necessita’ sociale della ricostruzione il piu’ possibile rapida di un centro storico martoriato dal sisma? E quali tecniche utilizzare per conciliare la sicurezza alla salvaguardia?
Questi i grandi temi su cui era incentrato il Workshop e su cui c’e’ stata discussione appassionata.
In questo numero del bollettino si e’ voluto riportare due opinioni diverse di due illustri studiosi:l’opinione
del Prof. Gennaro Tampone che ha una lunga esperienza nel restauro architettonico e che illustra le ragioni della salvaguardia dell’eredita’ storico-monumentale e l’opinione del Prof. Natale Gucci esperto del
consolidamento strutturale che illustra invece le ragione della necessita’ dell’intervento consolidativo per
garantire la sicurezza e l’agibilita’ del centro storico dell’Aquila danneggiato pesantemente dal sisma.
Due opinioni a confronto, che stimolano le riflessioni e le discussioni che, iniziate durante il corso del
Workshop, avranno nelle pagine del nostro bollettino certo spazio e ospitalita’
Riflessioni sulla conservazione architettonica
Gennaro TAMPONE
Riassunto: Gli edifici antichi sono i preziosi testimoni delle culture costruttive del passato; essi destano
interesse se non altro per la capacità dimostrata di sopravvivere a lungo nonostante abbiano subito
eventi di degrado dei materiali e di dissesto delle strutture, oltre che per le caratteristiche di arte, scienza, tecnica. La loro materiale conservazione è indispensabile per mantenere i riferimenti oggettivi della
cultura umanistica e tecnica di cui sono l’espressione.
Parole chiave: Architettura, Conservazione, Creatività, Filologia
Il patrimonio architettonico esistente deve essere accuratamente conservato con procedimenti adeguati i cui fini principali sono la sopravvivenza della autenticità e della integrità dei testi che lo costituiscono e dei
contesti in cui sono collocati, la fruizione e la sicurezza.
Per poter trattare la tematica della conservazione degli edifici, ancor più per poter operare in tale campo, sono
richieste innanzitutto acquisizioni e conoscenze, oltre che attitudini, relative alle motivazioni ideali, morali, estetiche, scientifiche, funzionali dell’architettura, che sono proprie delle discipline umanistiche. Tali acquisizioni permettono di distinguere le costruzioni utilitaristiche dell’edilizia corrente da quelle che, generate dalle motivazioni
citate e partecipi delle caratteristiche richieste, appartengono al rango di architettura. L’approccio sociale ed
antropologico permette la determinazione di motivazioni, anch’esse di natura umanistica, che hanno stimolato
le aggregazioni umane e ne hanno condizionato lo sviluppo.
Le tecniche costruttive sono inventate e continuamente aggiornate per realizzare concretamente manufatti
rispondenti ai bisogni primari dell’uomo e ai requisiti sempre diversi che ogni società e ogni temperie culturale
esprimono. Le tecniche di restauro degli edifici antichi non sono la replica di quelle costruttive, se non per le
ricostruzioni imitative, parziali o totali, cioè per il restauro com’è inteso nel senso peggiore; in qualche caso ne
costituiscono l’adattamento. Al contrario esse sono elaborate appositamente per la funzione della conservazione dei manufatti al fine di mantenerne le caratteristiche peculiari; sono connotate da oggettiva specificità e da
notevole dinamicità di perfezionamento e mutazione.
Non si può conservare una architettura della quale non si comprendono le caratteristiche; anzi, il processo di
N.N.7 7- 2014
- 2010
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interpretazione costituisce di per sé un fondamentale autonomo contributo alla conservazione i cui scopi discendono dalla definizione delle qualità e dei valori.
Sono proprio le istanze umanistiche che impongono la conservazione delle testimonianze materiali, cioè gli edifici
significativi del passato e i loro resti, dei quali la cultura tecnica delle temperie costruttive succedutesi si sostanzia.
La conoscenza delle culture tecniche come di ogni altro prodotto materiale o spirituale dell’uomo non è infatti una
acquisizione cui si possa assegnare un termine massimo o un livello superiore, non è cioè statica. Si tratta invece
di un processo in continuo svolgimento e in progressivo perfezionamento che per essere oggettivo non può che
tenere a riferimento i dati reali pervenuti.
La conoscenza delle complesse componenti umanistiche della conservazione è dunque prioritaria in ordine logico oltre che temporale e operativo, soprattutto didattico. Essa infatti condiziona in modo consistente le scelte
operative da adottare per ottenere i complessi risultati richiesti.
Uno degli scopi fondamentali della conservazione degli edifici è il recupero di condizioni di stabilità della struttura
portante, tra queste la sismo-resistenza, che ne consentano la sopravvivenza e permettano l’uso in sicurezza;
ciò si ottiene in vari modi, con presidi passivi o attivi e soprattutto mediante il consolidamento strutturale. Condizioni ottimali però non possono essere conseguite a costo di radicali modifiche degli organismi architettonici
Fig.
19sono
- Icnografia
Palazzo Carignano,
Torino,
di Sta19 -loro
Icnografia
del Palazzo
Carignano,
Archivio di Stache
stati del
dichiarati
di interesse
perArchivio
storia arte
scienza o tecnicaFig.
e del
contesto;
le leggi
vigenti,Torino,
proprio
to, Finanze, Azienda Savoia-Carignano, cat. 53, mazzo unico, Tipi,
to, Finanze, Azienda Savoia-Carignano, cat. 53, mazzo unico, Tipi,
tenendo
conto
delle
istanze
umanistiche,
vietano
l’adeguamento
e
la
manutenzione
straordinaria,
cioè
in
pratica
n. 108, filigrana (ripresa a luce trasmessa).
n. 108, filigrana (ripresa a luce trasmessa).
lo stravolgimento, delle strutture e degli stessi edifici. Al contrario ne promuovono il miglioramento e la riparazione
prescrivendo il rispetto delle connotazioni che la struttura possiede nonché della sua autenticità e integrità. Quindi
esse esprimono, nel concreto, la inderogabile necessità di non alterare la configurazione strutturale, non eliminare
i materiali originari, non modificare l’apparecchio costruttivo, non distruggere le testimonianze del degrado dei
materiali e dei dissesti delle strutture perché essi soltanto possono fornire i dati oggettivi originali delle vicende
degli elementi materiali e dei meccanismi di sostegno e, soprattutto, giustificare la correttezza degli interventi di
consolidamento materico e strutturale che si eseguono. È proprio in tal modo che il restauro, cioè l’attività operativa della conservazione, acquisisce una propria dignità inventiva e progettuale costituendo un valore aggiunto
conferito al monumento.
Gli edifici antichi, anche per il corso delle vicende materiali che li hanno riguardati direttamente o degli eventi di
cui sono stati testimoni, cioè per la loro storia, sono i preziosi contenitori della sapienza costruttiva e della cultura
tecnica con la quale sono stati realizzati. Per tale ragione non possono essere distrutti o peggio alterati anche per
evitare nefaste conseguenze sul contesto e sulla sequenza cronologica delle stratificazioni.
Fig. 22
della
chiesa vicentina
dell’Araceli,
A tal proposito si deve ricordare che la facile retorica espressa
dal- Icnografia
noto detto
“com’era,
dov’era”,
coniatoVicenza,
per la
Musei Civici, D 1053.
ricostruzione del campanile di San Marco a Venezia crollato ai primi del Novecento, giustificata anche dal fatto
che i materiali e le tecniche costruttive erano ancora molto simili a quelle impiegate per la costruzione, non sembra
proponibile oggi. La tendenza denominata façadisme, che puntualmente è invocata, in modo palese o dissimuFig.
20 -dopo
Icnografia
del Palazzo
Carignano, Torino,
di StaFig. 20 che,
- Icnografia
del Palazzo
Carignano,
Torino,
Archivio di Stalato,
distruzioni
indiscriminate
per Archivio
molteplici
cause, ha dato risultati
giudicati
con molto
favore
alcuni
to, Finanze, Azienda Savoia-Carignano, cat. 53, mazzo unico, Tipi,
to, Finanze, Azienda Savoia-Carignano, cat. 53, mazzo unico, Tipi,
fa, non (ripresa
sono oggi
pienamente
antica non(ripresa
può adattarsi
ad un corpo
n.decenni
108, contromarca
a luce
trasmessa). condivisibili. Una facciata “vecchia”
n. 108,ocontromarca
a luce trasmessa).
di fabbrica concepito con criteri moderni. Operazioni estreme tipiche eseguite con tale approccio come la estesa
ricostruzione delle città polacche danneggiate o distrutte dalla guerra, con pedissequa ricostruzione delle facciate
secondo i rilievi esistenti e di corpi di fabbrica retrostanti concepiti con moderna razionalità e funzionalità, realizzati
con materiali “nuovi”, motivate da orgoglio nazionale e utopia non esenti da un intento di mistificazione oltre che
di speculazione commerciale, non avrebbero alcuna giustificazione oggi, tanto meno per città come L’Aquila il cui
centro storico è stato fortemente danneggiato ed è congelato attualmente in una condizione surreale di puntellamento generalizzato priva di concerete prospettive.
Si ripropone quindi puntualmente, in modo particolarmente acuto per i centri storici fortemente danneggiati da
calamità naturali o altro, un nodo di fondamentale importanza nella nostra cultura, simile a quello che si pose
dopo la guerra e condizionò, con esiti differenziati, la ricostruzione post bellica delle città europee. Il dilemma,
che non ammette soluzioni univoche, di compiere ricostruzioni in stile o libere, si pose drammaticamente anche a
Firenze animando un dibattito culturale di grande levatura cui parteciparono studiosi e operatori autorevoli (Argan,
Ragghianti, Michelucci e altri). Le argomentazioni addotte allora, interessanti ancora oggi, e l’analisi postuma delle
applicazioni pratiche effettuate dovrebbero servire di guida per effettuare scelte meditate, non pragmatiche, non
indifferenziate ma ciascuna modellata secondo le esigenze specifiche che ogni caso concreto impone.
Alle inevitabili ricostruzioni degli edifici privi di valore o irreversibilmente danneggiati si richiede soprattutto qualità
architettonica elevata delle nuove costruzioni oltre alla progettata, non casuale relazione – di armonia o anche di
consapevole antagonismo - con il contesto urbano o rurale o naturale residuo; in altre parole, creatività entro un
Fig. 23 - Icnografia
chiesadella
vicentina
Vicenza,
Fig. 21 - Icnografia della chiesa vicentina dell’Araceli, Vicenza,
Fig. 21 - della
Icnografia
chiesadell’Araceli,
vicentina dell’Araceli,
Vicenza,
ambito
filologicamente
controllato.
Musei Civici,Musei
D 1053,
particolare.
Musei
Civici,
D 1053, particolare
(ripresa a luce trasmessa).
Civici,
D 1053, particolare (ripresa a luce trasmessa).
4
10
10
Fig. 22 - Icnografia della chies
Musei Civici, D 1053.
Fig. 23 - Icnografia della chies
Musei Civici, D 1053, particolare
N.77--2010
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