PARROCCHIA DI SANTA MARIA MAGGIORE – CODROIPO VIA BALILLA, 21 - TEL. 0432 906008 www.parrocchiacodroipo.it 2-9 NOVEMBRE 2014 Commemorazione dei fedeli defunti ___________________________________________________________________________________________________ 31ª Domenica del Tempo Ordinario. Per la Liturgia delle Ore: III settimana del salterio. 4 MARTEDÌ San Carlo Borromeo; 5 MERCOLEDÌ Santi Martiri aquileiesi 9 DOMENICA XXXII del Tempo ordinario, DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE INDULGENZA PLENARIA Può essere lucrata per i defunti se, confessati e comunicati, i fedeli visiteranno in loro suffragio una chiesa od oratorio ed ivi reciteranno il Padre nostro ed il Credo e una preghiera secondo le intenzioni del S. Padre. Tale facoltà vale da mezzogiorno del 1° novembre a tutto il giorno 2. La stessa indulgenza può essere acquistata, una sola volta al giorno, anche visitando il Cimitero dall’1 all’8 novembre (Manuale delle Ind.,Roma 1968, p. 52 e 76). Sabato 1 Novembre. Solennità di Tutti i Santi Ore 15.00 in cimitero: Liturgia della Parola e benedizione delle tombe. Ore 20.00 in cimitero: Liturgia della Luce, memoria dei defunti. Domenica 2 Novembre. Commemorazione dei fedeli defunti SS. Messe con orario festivo. Ore 15.00: S. Messa in cimitero. Lunedì 3 Novembre, ore 20.00, chiesa di Virco Veglia di preghiera per tutti i giovani. Partenza dall’Oratoria alle ore 19.30. Mercoledì 5 Novembre, ore 20.30 in Oratorio Incontro dei catechisti dei giovani delle superiori. Venerdì 7 Novembre: Ore 19.00 in Oratorio Iniziano gli incontri del gruppo del Vangelo per i ragazzi di I-II-III Media Sabato 8 Novembre: Ore 10.30 in Duomo S. Messa in suffragio dei caduti di tute le guerre e corteo al monumento. Da lunedì a venerdi il parroco parteciperà agli esercizi spirituali. Per tutte le necessità rimarrà in parrocchia il vicario don Daniele Morettin. 1 Novembre: La via della Santità V ogliamo esser pratici e guardare alla festa dei santi con sincerità e umiltà di propositi. Cercheremo di far gran conto del nostro volere che vuol dire del nostro amore: volere e amare sono due termini correlativi. Metteremo tutto il nostro studio perché il nostro cuore, il nostro volere, la nostra saggezza, il nostro sforzo, il nostro interno sia sempre ugualmente, dolcemente rivolto al servizio del Signore. E per far questo, facciamo gran caso del nostro dovere, avremo una coscienza del dovere continuamente operante. Diventi una domanda interiore abituale: che cosa debbo fare? Diventi la domanda dei momenti buoni, quando siamo in forma: devo amare il Signore, impiegare il mio tempo per servirlo, devo fare ciò che a Lui piace, essere governato da questo studio che è il ponte che congiunge la mia coscienza con la sua volontà e introduce nella circolazione del mio spirito la sua presenza. Abbiamo un grande concetto, un grande culto, un grande studio del dovere. Pensiamo a cos’è la vita governata da questo dono totale, da questo impegno energico, da questo esercizio del proprio volere: cuori tesi verso l’amore, creature di Dio che veramente rispondono al Padre, figli di Dio che veramente sono entrati nella casa del Padre. Domandiamo al Signore la grazia di usar bene di questo volere che ci deve portare al vero amore. (Giovanni Battista Montini – Beato Paolo VI) 2 Novembre: Memoria di chi c’è ancora… La liturgia non ha pianti, perché ciò di cui essa fa memoria non è la morte, ma la speranza della risurrezione. La liturgia non ha lacrime, se non asciugate dalla mano di Dio, perché essa non è memoria della lacerazione, ma profezia di futuro, di nuova comunione. «Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto». La fede generosa di Marta, sopraffatta dell'emozione, si sbaglia. È quello che pensiamo anche noi: in questo mio dolore, dov'è Dio? Se Dio esiste, perché tanti morti innocenti? Se Tu sei qui, i miei cari non moriranno... E invece Dio è qui, sempre, ma non come esenzione dalla morte. Gesù mai ha promesso che i suoi non sarebbero morti. Per lui il bene più grande non è una vita lunghissima, un infinito sopravvivere. Per Gesù l'essenziale non è il non morire, ma il vivere. E il vivere una vita risorta (Pozzoli). L'eternità è già entrata in noi, entra in noi molto prima che accada, entra con la vita di fede, con i gesti del quotidiano amore. Il Signore ci insegna ad avere più paura di una vita sbagliata che non della morte. A temere di più una vita vuota e inutile che non l'ultima frontiera che oltrepasseremo aggrappandoci forte al cuore che non ci lascerà cadere. La vita eterna è la cosa più seria e più forte che Gesù ha preparato per noi. Chi ci separerò dall'amore di Cristo? Né angeli né demoni, né vita né morte, nulla ci potrà mai separare dall'amore di Dio (Rom 8,35-37). Questa certezza mi basta. Se Dio è amore, mi vendicherà della mia morte. La sua vendetta è la risurrezione, un amore mai più separato. Dio salva, è il suo nome. Salvare significa conservare. E nulla andrà perduto, non un affetto, non un bicchiere d'acqua fresca, neanche il più piccolo filo d'erba. Una preghiera per i defunti, forse la più bella, invoca: ammettili a godere la luce del tuo volto. La ragione cede alla gioia. La stessa fede cede al godimento. L'eternità fiorisce nei verbi della gioia, non nell'ansia del ragionamento. Perché Dio, nella sua più intima essenza, non risponde al nostro bisogno di spiegazioni, ma al nostro bisogno di felicità. Per lo spirito, ma anche per gli affetti, per il cuore, per gli occhi, per tutto il mio essere. L'esperienza dell'uomo dice che tutto va dalla vita verso la morte. La fede cristiana dichiara invece che dalla morte alla vita si svolge resistenza dell'uomo. Dal santuario di Dio che la terra e dove nessun uomo può restare a vivere, le porte della morte conducono verso l'esterno Ma su che cosa si aprono i battenti di questa porta? Non lo sai? Sulla vita! P. Ermes Ronchi SOSTEGNO SPIRITUALE PER LE CHIESE PERSEGUITATE NEL MONDO n ottobre, mese missionario, durante le celebrazioni eucaristiche domenicali, la Caritas e il Gruppo Missionario hanno proposto all’assemblea brevi testimonianze di laici o consacrati friulani che hanno vissuto in prima persona o hanno accompagnato persone realmente perseguitate per il proprio credo religioso. Abbiamo potuto così conoscere le difficoltà ma anche la forza e il coraggio che contraddistinguono molti cristiani nel mondo. I Vorremmo ora proporre a tutti i parrocchiani di provare a sentirsi, ognuno a suo modo, ancora più vicini e solidali a quelle realtà. Pur non essendo periodo quaresimale crediamo che, oltre alla preghiera, alcune rinunce nel nostro quotidiano possano orientare il nostro pensiero a stili di vita più prossimi a coloro che soffrono situazioni di miseria, povertà e persecuzione. Nel concreto, proponiamo, nella massima libertà e disponibilità di ognuno, di scegliere un giorno della settimana in cui provare a vivere almeno una di queste proposte. • fare digiuno per essere più vicini a coloro che ogni giorno hanno poco o niente da mangiare. • impegnarci nella giornata a bere solo acqua (quindi niente caffè, bibite, alcolici, ecc.) per essere più vicini a coloro per i quali l'acqua è un bene essenziale e raro (mancanza di acqua e/o acqua inquinata); • impegnarci a rinunciare alla televisione ed all'utilizzo, se non per i casi limitati "studio/lavoro", degli apparati elettronici (telefonini, tablet, smartphone,computer, ecc.) per essere solidali con coloro i quali non hanno ancora l'energia elettrica e/o il campo per i cellulari; Se è vero che le persecuzioni nascono dall’intolleranza impegniamoci ad essere più accoglienti nei nostri rapporti interpersonali: verso chi pensa diversamente da noi, in famiglia, nel lavoro, nei rapporti sociali. Le Beatitudini, via dell’amore. Beati quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di loro. Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio. Beati quelli che diffondono la pace: Dio li accoglierà come suoi figli. Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio: Dio darà loro il suo regno. Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono falsità e calunnie contro di voi perché avete creduto in me. Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati. (cfr. Matteo 5, 7-11). O Dio, tu vuoi che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità; guarda quant'è grande la tua mèsse e manda i tuoi operai, perché sia annunziato il Vangelo a ogni creatura; e il tuo popolo, radunato dalla parola di vita e plasmato dalla forza dei sacramenti, proceda nella via della salvezza e dell'amore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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