Il Ricevitore Italiano di luglio-settembre 2014

trimestrale
luglio-settembre 2014
Anno XIV n. 117/14
www.stsfit.it
Poste Italiane S.p.A. –– Spedizione in abbonamento postale –70% - Aut. GIPA/C/ PD /18/2014
. Reg. Trib. Roma n. 454/00 del 3171072000 . Edito a cura di Press & Image 2001 SpA . Via L. Serra, 32 - 00153 Roma . Prezzo a copia: euro 0,15
Organo Ufficiale del Sindacato Totoricevitori Sportivi aderente alla Federazione Italiana Tabaccai
VITA NUOVA NEL SINDACATO,
E NON SOLO…
LA NOSTRA CONCESSIONE
NON È ANTIEUROPEA
L’EDITORIALE
VITA NUOVA
NEL SINDACATO
E NON SOLO...
VERSO IL RINNOVO DELLE CARICHE
A OTTOBRE
Il 15 settembre scorso si sono svolte le
elezioni dei Rappresentanti Territoriali STS.
La compagine rappresentativa territoriale
era infatti giunta alla sua naturale scadenza
quadriennale e necessitava di essere rinnovata per i prossimi quattro anni.
Tra rappresentanti di lungo corso riconfermati nell’incarico e new entry, il Sindacato è
quindi perfettamente ripristinato e pronto all’Assemblea Nazionale che si terrà nel mese di
ottobre.
Sarà un’assemblea a carattere elettivo
in quanto si tratterà di eleggere, tra i Rappresentanti Territoriali appena rinnovati,
due dei quattro membri che formeranno il
nuovo Comitato Direttivo Nazionale del
Sindacato.
I restanti due membri saranno nominati
dalla Giunta Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai su proposta del Presidente Nazionale FIT Risso.
Così stabilisce il Regolamento STS, nell’ottica della massima sinergia con la Federazione Italiana Tabaccai cui il nostro Sindacato
aderisce.
Una volta definita la composizione del
Comitato Direttivo Nazionale STS, i suoi membri eleggeranno al loro interno, mediante votazione a maggioranza e a scrutinio segreto, il
Presidente Nazionale ed eventualmente un
Vice Presidente Nazionale.
Al termine di quest’ultimo passaggio, gli
organi rappresentativi nazionali saranno al completo e dureranno in carica per quattro anni.
Intorno a metà ottobre, quindi, la nuova compagine del Sindacato Totoricevitori
Sportivi raccoglierà il testimone lasciato
dai predecessori e ne proseguirà il lavoro
con altrettanta dedizione e con lo stesso
entusiasmo di sempre.
Nota significativa è che l’insediamento
dei neo eletti avverrà a poche settimane da
un’importantissima ordinanza con cui il
Consiglio di Stato ha rimesso al centro la
concessione statale in materia di esercizio
delle scommesse.
Si tratta di una pronuncia che fornisce
uno strumento di garanzia per le nostre
ricevitorie autorizzate e potrebbe cambiare le cose in fatto di lotta ai punti di raccolta scommesse irregolari (vedere articolo a
n
pag. 7).
SOMMARIO
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Testi, foto & disegni Monica Cirillo, Paola Crapulli
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Padovana (PD) - Tel. 049/8991
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Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
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Stessa domanda, risposte opposte
La nostra concessione non è antieuropea
Un piano di controlli... mondiale
Un binomio del tutto inconciliabile
Un mondiale dal sapore agrodolce
“Cara slot, vieni via con me”...
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PIANETA GIOCHI
STESSA DOMANDA,
RISPOSTE
OPPOSTE
ANCORA MESCOLANZA DI PARERI GIURIDICI
IN TEMA DI CTD
“Scommesse: Tar Piemonte respinge il
ricorso di un centro non autorizzato”; “Tar
Liguria: accolto ricorso di un ced per mancato rilascio licenza di P.S.”.
Sono i titoli di due notizie apparse il 1 settembre scorso sul sito dell’Agimeg, l’agenzia di
stampa specializzata in materia di giochi, a
distanza di poche ore l’una dall’altra.
Prima ancora di leggere il contenuto
delle notizie, si percepisce immediatamente un’apparente contraddizione.
E, allora, viene naturale rileggere quei titoli, magari più lentamente, per essere sicuri di
aver capito bene.
Alla seconda lettura, ogni dubbio è fugato:
è proprio così, un TAR dice “bianco” e un altro
dice “nero”...
Ci si accorgerà, andando ad analizzare
le notizie nei dettagli, che i casi trattati dal
giudice ligure e da quello piemontese sono
pressoché identici e tuttavia le conclusioni
sono diametralmente opposte.
Vale la pena premettere che un caso giudiziario non può essere esattamente conosciuto se non esaminando direttamente le carte
processuali e, soprattutto, il testo dell’ordinanza e le relative motivazioni.
Le riflessioni espresse in questo articolo,
dunque, si basano solo ed esclusivamente
sulla lettura, attenta e consapevole, delle due
notizie riportate dall’Agimeg complessivamente in una decina di righe.
Ma crediamo di non sbagliare dicendo
che, ancora una volta, si è verificato un caso di contrapposizione di giudizi su una
medesima fattispecie.
In entrambi i casi, infatti, si evince che i
due titolari dei punti scommesse si erano rivolIl Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
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ti al TAR rispettivamente competente per territorio per ottenere l’annullamento del provvedimento con cui la Questura aveva rigettato la
loro richiesta di rilascio della licenza di Polizia
ex art. 88 TULPS.
Il giudice amministrativo piemontese e
quello ligure si sono trovati sostanzialmente di fronte a una medesima domanda ma il
primo l’ha respinta, il secondo l’ha accolta.
Il TAR Piemonte, si legge nel lancio dell’Agimeg, ha stabilito che “il questore (nella fattispecie quello di Cuneo, NdR) può rifiutare il
rilascio della licenza di Polizia a un centro
scommesse collegato a un operatore che non
è in possesso dell’autorizzazione del Ministero
delle Finanze e che non può dirsi in alcun
modo discriminato dal sistema italiano”.
Di tutt’altro avviso, evidentemente, il TAR
Liguria che, accogliendo il ricorso per il mancato rilascio della licenza, ha fissato la trattazione
nel merito al 2 luglio 2015.
Senz’altro stupisce questa posizione del
giudice amministrativo in considerazione di un
paio di fatti.
Il primo: alla fine di agosto, il Consiglio
di Stato ha sospeso l’esecutività di una precedente sentenza con cui proprio il medesimo TAR Liguria aveva accolto il ricorso di
un CTD che lamentava il mancato rilascio
della licenza di P.S. (vedere articolo a pag. 7).
Il secondo: la Liguria è tra le Regioni
maggiormente schierate contro il gioco in
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generale, che sia legale o meno. E lo stesso TAR di Genova ha già emanato numerose ordinanze tese a negare il rilascio dei
titoli autorizzatori per l’offerta di gioco.
Ricordiamo a tal proposito il caso, direttamente seguito dal nostro Sindacato, avente
come protagonista una tabaccaia genovese alla
quale era stata negata la licenza per l’installazione delle newslot. Rivoltasi al TAR per l’annullamento del diniego, i giudici lo hanno, invece,
dichiarato del tutto legittimo con la conseguenza
che la titolare ha dovuto rinunciare a offrire ai
propri clienti il gioco tramite apparecchi.
È bene sottolineare che, in questo caso, il
giudice amministrativo ha basato la propria
decisione sulla Legge Regionale n. 17 del 30
aprile 2012, la quale chiaramente impone precisi limiti all’installazione delle slot.
Ma ciò non toglie che l’effetto pratico
di questa pronuncia sia stato quello di
impedire l’offerta legale di gioco mentre
con l’accoglimento del ricorso presentato
dal CTD si è permessa, almeno per il
momento, la prosecuzione di un’attività
sulla cui regolarità vi sono molti dubbi.
Sarà ora interessante seguire l’andamento del procedimento di merito per vedere come
i giudici tratteranno la materia.
Qualunque sarà l’esito, si tratterà di un
precedente importante, destinato a influenzare
le future pronunce non solo del TAR Liguria ma
n
anche di quelli delle altre regioni.
Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
PIANETA GIOCHI
LA NOSTRA
CONCESSIONE
NON È ANTIEUROPEA
IL CONSIGLIO DI STATO RIAFFERMA
LA LEGITTIMITÀ DEL SISTEMA
“Contrariamente a quanto sembra implicitamente affermare la sentenza appellata, il
sistema concessorio-autorizzatorio imposto
dal nostro ordinamento non si pone in contrasto con l’ordinamento comunitario”.
È il passaggio chiave dell’Ordinanza emanata dal Consiglio di Stato in sede giurisdizionale lo scorso 29 agosto.
Un’ordinanza che potrebbe finalmente fornire ai diversi Tribunali Amministrativi Regionali
un orientamento preciso nella trattazione dei
ricorsi presentati dai gestori dei centri di trasmissione dati affiliati a bookmaker stranieri.
Ricorsi che, generalmente, hanno ad oggetto il diniego del rilascio della licenza di
Polizia per l’esercizio delle scommesse da
parte delle Questure.
Abbiamo visto, nell’articolo a pag. 5,
quale stato di incertezza produca la mancanza di uniformità nelle decisioni dei
diversi giudici amministrativi.
Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
Pur considerando le peculiarità di ciascun singolo caso, è fuor di dubbio che se un
giudice legittima il diniego di licenza questorile nei confronti di un CTD e un altro, al contrario, lo annulla, si crea una situazione ambigua che non consente di discernere oggettivamente quale sia la giusta condotta da
seguire.
Ora, con la pronuncia del massimo
organo di giustizia amministrativa, la nebbia potrebbe piano piano diradarsi.
Vediamo nel dettaglio il ragionamento del
Collegio.
Si trattava di giudicare la sentenza emessa dal Tar della Liguria in favore della titolare di
un centro di trasmissione dati di Finale Ligure.
Alla signora, la Questura di Savona aveva
negato l’autorizzazione alla raccolta delle
scommesse che sarebbero state acquisite per
conto della SKS365 Group Gmbh con sede a
Innsbruck.
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La società austriaca, secondo il ragionamento del Questore, non possiede la
concessione dello Stato italiano, quindi,
non può operare nel nostro Paese attraverso propri punti di raccolta.
Invocando i principi di diritto europeo, la
titolare del CTD si era dunque rivolta al Tar per
l’annullamento del diniego, ottenendolo.
I giudici genovesi, infatti, richiamando la
sentenza della Corte di Giustizia Europea del
16 febbraio 2012 (nota come sentenza CostaCifone) hanno abbracciato il principio dell’incompatibilità delle restrizioni alla circolazione
dei servizi con il diritto europeo.
E poiché il mancato rilascio della licenza
88 TULPS si traduce proprio nell’impossibilità di circolazione di un servizio (quello di
esercizio delle scommesse), il Tar bollava
come illegittimo il rifiuto della Questura di
Savona e, annullandolo, invitava quest’ultima
a riesaminare la domanda dell’esercente
tenendo conto delle menzionate argomentazioni.
Contro questa sentenza, il Ministero
dell’Interno ha proposto appello al Consiglio di Stato e quest’ultimo, come abbiamo detto in premessa, l’ha sospesa.
In buona sostanza, i giudici di secondo
grado hanno ribaltato il ragionamento di
quelli di primo grado, affermando la supremazia del regime concessorio sui principi
di diritto comunitario.
Quando si tratta di giochi e scommesse,
dunque, prevalgono le esigenze di ordine e
sicurezza pubblica sottese al sistema fondato sul doppio titolo abilitativo (concessione e
licenza di Polizia).
Vedremo adesso se questa autorevole
pronuncia avrà la capacità di radicare un conseguente orientamento giurisprudenziale.
Se si affermasse nettamente il principio che chi è privo di concessione (e
quindi di licenza di Polizia) non può esercitare le scommesse, si renderebbe giustizia ai punti di raccolta autorizzati (corner e negozi di gioco). I quali, nell’essere
soggetti a regole rigide e a obblighi onerosi,
subiscono la concorrenza sleale di chi, al
contrario, si pone al di sopra di qualsivoglia
disciplina.
Concludiamo riflettendo che l’esigenza
di chiarezza è oggi quanto mai urgente.
Tra poco meno di due anni, infatti, si
tratterà di riassegnare tutte le concessioni
e dare un nuovo assetto all’intera rete di
raccolta, terrestre e non.
Per allora, non dovrebbero esserci più
dubbi su ciò che è lecito e ciò che non lo è. n
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Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
PIANETA GIOCHI
UN PIANO
DI CONTROLLI…
MONDIALE!
STRAORDINARI CONTROLLI A TAPPETO
DURANTE I MONDIALI
È recente la notizia, l’ennesima, riguardante il sequestro di postazioni destinate
alla raccolta di scommesse on line non
autorizzate.
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L’operazione è avvenuta in un bar di Giffoni – comune alle porte di Salerno noto per
l’omonimo Festival dedicato al cinema – dove
i Carabinieri hanno scoperto computer e materiali adibiti alla raccolta delle scommesse,
come modulistica per la redazione delle puntate e ricevute di gioco.
Il tutto in assenza di qualsivoglia licenza da
parte del titolare dell’esercizio al quale, per ora,
è stata irrogata una sanzione amministrativa
pecuniaria. Gli inquirenti dovranno poi valutare
se vi sono i presupposti per contestare all’uomo
il reato di raccolta abusiva di scommesse.
Fin qui i fatti della cronaca più recente.
Ma abbiamo detto che si tratta soltanto di
una delle ultime azioni in ordine di tempo di
cui si ha notizia al momento in cui scriviamo questo articolo.
Difatti, l’attività di controllo da parte degli
organi deputati è costante e foriera di risultati
quotidiani di tutto rispetto.
Un periodo molto caldo è stato quello a cavallo dei Mondiali di calcio disputatisi in Brasile.
In considerazione dell’universalità dell’evento, l’attenzione è stata massima e gli
effetti non sono di certo mancati.
Con un comunicato stampa diramato un
paio di settimane dopo la fine del campionato
vinto dalla Germania, la Finanza ha reso noti i
risultati dell’intensa sessione di controlli sostenuta in collaborazione con l’Agenzia delle
Dogane e dei Monopoli.
Su 1.486 esercizi e sale scommesse controllati nell’arco di un mese circa, sono state
rilevate 309 violazioni di carattere penale e 74
di carattere amministrativo. Sono inoltre stati
sequestrati 57 apparecchi, tra slot e totem di
gioco illegali.
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Questi ultimi sono intesi come “apparecchi forniti di un computer mediante il quale, in
violazione delle leggi vigenti in materia, è possibile accedere, attraverso il collegamento alla
rete internet, a una vasta gamma di giochi presenti sul web e non autorizzati in Italia”.
Banditi ormai da tempo dal nostro ordinamento, questi strumenti continuano a circolare un po’ ovunque, consentendo ai bookmaker e ai loro gestori guadagni totalmente sottratti al Fisco.
Il piano straordinario di controlli ha
inoltre portato alla chiusura di ben 150
punti di raccolta di scommesse non autorizzati e alla denuncia, a vario titolo, all’Autorità giudiziaria di 235 persone.
Da sottolineare che le verifiche sono state
circoscritte agli esercizi ubicati nelle vicinanze
di determinati luoghi sensibili quali i punti di
ritrovo dei giovani, soggetti che, più di altri,
rischiano di essere coinvolti in giri di malaffare
in occasioni come quella fornita dai Mondiali di
calcio.
Cosicché, i Finanzieri hanno concentrato
le loro attenzioni sul rispetto del divieto di
gioco minorile rilevando violazioni specifiche
in sette casi. Minori sono stati infatti trovati in
aree destinate a giochi con vincite in denaro e,
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in alcuni casi, nell’atto di scommettere.
In tale ipotesi, l’esercente, reo di aver consentito l’accesso al gioco da parte del minore,
è punito con la sanzione da 5.000 a 20.000
euro.
I pedissequi controlli non sono stati
privi di sorprese per i Finanzieri.
In particolare quelli di Nola, in provincia di
Napoli, si sono addirittura imbattuti in un giro di
produzione di monete false.
La scoperta è avvenuta dopo il rinvenimento, all’interno di alcune newslot, di monete
da un euro risultate false. Indagando sui clienti della sala ove erano installate le macchine,
gli inquirenti hanno dapprima individuato i giocatori che disponevano di tali monete e poi
sono risaliti al luogo ove le stesse venivano
coniate, un anonimo capannone a Casalnuovo
di Napoli.
Tra presse, trapani e tondini di acciaio (ve
ne erano 5.000) pronti per diventare monete
da un euro, i Finanzieri hanno trovato anche la
matrice che era stata rubata alla Zecca di
Stato.
Insomma, l’obiettivo di salvaguardare le
entrate erariali è stato onorato pienamente
così come quello di tutelare i consumatori e gli
n
operatori di gioco autorizzati.
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PIANETA GIOCHI
UN BINOMIO
DEL TUTTO
INCONCILIABILE
SI MOLTIPLICANO LE PRONUNCE CONTRO
LE SLOT IN PROSSIMITÀ DI LUOGHI SENSIBILI
Il Tribunale Amministrativo Regionale
della Lombardia ha respinto il ricorso di un
esercente che si era rivolto ai giudici nella
speranza di riuscire a far sospendere (e poi
annullare) il provvedimento con cui gli è stata
inibita l’installazione di newslot causa la vicinanza del locale a luoghi sensibili.
La notizia non è la prima e non sarà
l’ultima.
I giudici amministrativi milanesi, infatti,
con questa nuova pronuncia non hanno fatto
altro che seguire un orientamento già enunciato a marzo in una ordinanza di pari oggetto.
Sul verdetto pesa come un macigno la
Legge Regionale n. 8 del 2013 che stabilisce
il divieto assoluto di nuove installazioni di
apparecchi da intrattenimento in tutti gli esercizi ubicati a meno di 500 metri da luoghi
sensibili.
Questi ultimi sono identificati dalla
medesima legge in istituti scolastici di ogni
ordine e grado, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali
operanti in ambito sanitario o sociosanitario,
strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. I
Comuni, peraltro, possono individuare altri
luoghi sensibili.
È chiaro ed evidente che sono ben
pochi i locali pubblici che, in quanto posti a
distanza sufficiente da ciascuno di questi
siti, possano permettersi di collocare le slot.
Si consideri poi che quella che è una difficoltà nelle grandi città diventa impossibilità
nei centri medi e piccoli dove i 500 metri è
come se fossero chilometri.
Del resto, lo scopo ultimo della legge
regionale lombarda è proprio quello di impeIl Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
dire la proliferazione dei luoghi di fruizione
del gioco tramite apparecchi e non vi sono
presupposti per pensare che la situazione,
di qui a qualche tempo, possa mutare.
La delega fiscale approvata a febbraio
scorso, infatti, stabilisce la salvaguardia della legislazione locale in tema di “distanziometro”. C’è da aspettarsi dunque che il decreto di attuazione, sul quale i Monopoli starebbero attualmente lavorando, confermerà
in qualche modo le restrizioni già poste dalle numerose leggi regionali e ordinanze comunali esistenti.
In questo scenario, a quell’esercente
che si è visto respingere il ricorso dal TAR,
non resterebbe che trasferire il locale in una
zona semi deserta, lontano da asili, oratori,
centri sportivi... In una parola, lontano dalla
vita civile. Cosicché potrebbe mettere le slot
a disposizione dei suoi clienti, ammesso che
li trovi!
A chi si chiede, e chiede a noi del
Sindacato, se ciò sia giusto, rispondiamo
che no non lo è, in considerazione della
perdita di opportunità di crescita commerciale cui vanno incontro tutti coloro che
vorrebbero, ma di fatto non possono, installare gli apparecchi da intrattenimento.
Cionondimeno vi è una legge, anzi ve ne
sono tante, che sanciscono l’inconciliabilità
tra slot e luoghi sensibili.
E quando tutti gli strumenti leciti per
opporci ad esse, fornitici dallo stesso ordinamento giuridico, falliscono, non si può far
altro che conformarsi alla norma.
Cosicché, l’unico mezzo che resta è
quello di lavorare per far cambiare la
n
legge.
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PIANETA GIOCHI
UN MONDIALE
DAL SAPORE
AGRODOLCE
MALE PER LA SQUADRA AZZURRA MA BENE
PER LA RACCOLTA DEL GIOCO
I Mondiali di calcio disputati in Brasile
nel mese di luglio hanno portato una grande delusione agli italiani.
L’uscita inaspettata degli azzurri al primo
turno ha lasciato tutti sgomenti, tifosi e non...
E sì che la bella partita d’esordio aveva fatto
sperare in un risultato ben diverso, tanto che
si guardava alla semifinale come obiettivo
minimo!
La performance degli azzurri è stata
comunque l’unica cosa da dimenticare della
kermesse mondiale, che, per il resto, ha regalato incontri ad alto livello con risultati a
volte imprevedibili (come la “goleada”
subita dal Brasile).
Tirando le somme, è stato
uno spettacolo divertente che,
come al solito, ha tenuti incollati davanti agli schermi
milioni di telespettatori.
D’altro canto, questo Mondiale ha avuto effetti più che
positivi sulla raccolta dei giochi
pubblici.
Il mese di luglio ha infatti
registrato risultati molto importanti in termini di incassi derivanti dalle
scommesse: sono stati giocati 233,7
milioni di euro contro i 159,8 giocati
nello stesso periodo del 2013. Vale a
dire un aumento del 46,2% che ha permesso al mercato di fare un notevole
balzo in avanti.
Sul fronte delle scommesse on
line, che hanno raccolto poco più
di 85 milioni e mezzo di euro, l’incremento rispetto a luglio dello
scorso anno è stato del 36,6%.
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Insomma, il campionato mondiale sudamericano ha trainato il consumo di gioco
come nella migliore tradizione.
Ma non tutti hanno gioito dei positivi risultati della raccolta.
C’è chi ha visto in questo super-evento
mediatico un enorme catalizzatore di danni per
la salute dei consumatori.
Tra tutti, il Codacons che ha presentato un
esposto al Dipartimento Politiche Antidroga
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
alla Commissione di Vigilanza Rai contro l’eccessiva pubblicità di gioco trasmessa prima,
durante e dopo le partite.
C’è da dire che tutti gli spot trasmessi
rispettavano i limiti normativi posti in materia dal decreto Balduzzi.
La critica dell’associazione dei consumatori, dunque, non riguardava concrete violazioni ma piuttosto si interrogava sull’opportunità di un simile bombardamento mediatico
e chiedeva alle istituzioni “di attivarsi per verificare i fatti e le relative responsabilità, considerando che la martellante pubblicità a
scommesse e giochi durante i Mondiali può
rappresentare una forma di istigazione al
gioco d’azzardo”.
Come a dire, che effetti nocivi possono
derivare anche da pratiche del tutto lecite
quando queste siano portate all’eccesso.
Spenti i riflettori su questo Mondiale “agrodolce”, anche le polemiche sulle scommesse e
sulla loro pubblicità si sono placate.
Ciò che ne resta è un dato di raccolta
obiettivo mentre non sembrano esserci informazioni altrettanto oggettive circa l’aggravamento del fenomeno ludopatico nel nostro
n
Paese.
Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
PIANETA GIOCHI
«CARA SLOT
VIENI VIA
CON ME»...
ME
APRIAMO GLI OCCHI SUL PROBLEMA SICUREZZA
PER LE NOSTRE RICEVITORIE
Le cronache dei giornali locali nonché le
agenzie di stampa specializzate in materia di
giochi, riportano quotidianamente notizie di
furti e rapine a danno di ricevitorie, sale scommesse e sale gioco.
Reati perpetrati generalmente di notte
o comunque durante l’orario di chiusura in
quanto, il più delle volte, l’obiettivo dei malviventi è rappresentato dalle slot o, meglio,
dal loro prezioso contenuto.
Se, infatti, il titolare dell’esercizio può tutelarsi svuotando la cassa ogni sera o anche più
volte al giorno recandosi alla cassa automatica, nulla può fare con i soldi contenuti all’interno delle newslot dei cui cassetti, magari, non
possiede neanche le chiavi.
Del resto, laddove le abbia, non può certo
mettersi a svuotare le macchine a piacimento.
I contratti, a tale proposito, sono chiari: il prelevamento dei soldi deve essere effettuato a
scadenze concordate.
Questo stato di cose fa sì che le slot
siano viste dai ladri alla stregua di luccicanti bancomat...
A meno che il furto o la rapina avvengano
subito dopo che la macchina ha erogato qualche ingente vincita (ma c’è da pensare che chi
intende rubare tenga sotto controllo l’obiettivo
nelle ore che precedono l’azione) di soldi,
all’interno degli apparecchi, ve ne sono sempre in quantità sufficiente da attirare le brame
dei delinquenti.
Tra i refill effettuati dagli esercenti e le
monete introdotte dai giocatori, qualche centinaio, se non migliaia, di euro si possono sempre rimediare e ciò, fermo restando il 75% di
ritorno in vincite su ciascun ciclo di 140.000
partite.
Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
Aprire una slot per sottrarne il contenuto
nei pochi minuti in cui deve svolgersi il furto,
potrebbe risultare difficoltoso: si è pur sempre
di fronte a un contenitore particolarmente
resistente anche se non blindato, chiuso da
serrature.
Ma tutto ciò non rappresenta un problema per chi ha deciso di mettere le mani
sul bottino: basta portare via le slot così
come sono, per poi sventrarle in tutta tranquillità in un luogo sicuro.
Così è avvenuto recentemente in provincia di Udine: nel corso della notte, almeno due,
se non più, malviventi si sono lanciati, presumibilmente con un piccolo furgone, contro la
vetrina di un bar, sfondandola. Dopodiché
hanno caricato sul mezzo le tre newslot installate nel locale e un cambiamonete e si sono
dileguati.
È soltanto una delle tante notizie, dello
stesso tenore, che possiamo trovare sui mezzi
di informazione.
La dinamica è più o meno sempre la
stessa: senza remore, ci si lancia a tutta velocità contro le vetrine e il resto vien da sé...
Contro questo tipo di violenza, purtroppo,
non c’è molto da fare: è chiaro che le barriere
metalliche o i “panettoni” in cemento possono
aiutare a evitare le spaccate ma la sicurezza
non è mai al 100%.
Basti pensare che a Roma, qualche mese
fa, un gruppo di ladri, per crearsi spazio sufficiente a sfondare una vetrina con lo scopo di
rubare all’interno di un negozio di bici, non si è
fatto scrupolo a sollevare letteralmente e poi
spostare un’edicola che intralciava il percorso.
Se, nonostante i dubbi sulla sua efficacia, volessimo comunque prendere in con17
siderazione la soluzione data dai dissuasori, sorgerebbero ulteriori interrogativi.
Quanto costa metterli davanti al proprio
negozio? E in quanti casi risulterebbe impossibile posizionarli per via della configurazione
della strada o per il diniego di licenza di occupazione del suolo pubblico da parte del Comune?
Il problema sicurezza degli esercenti
nel cui locale siano installati apparecchi da
intrattenimento è dunque cogente e particolarmente grave.
La dimostrazione di ciò è che il nostro
Sindacato si trova spesso ad assistere gli
associati nelle pratiche dirette a recedere dai
contratti relativi alle newslot.
Non sono pochi i casi in cui il recesso
viene richiesto dopo l’ennesimo colpo subito:
meglio rinunciare al guadagno derivante dalle
slot, piuttosto che subire periodicamente furti o
rapine.
Sotto questo aspetto, l’impegno del
Sindacato Tototoricevitori Sportivi volto a
facilitare l’uscita dai contratti degli apparecchi assume particolare valore.
Il Ricevitore Italiano - Organo Ufficiale STS
Ricordiamo, a tal proposito, la vicenda
che ha portato alla sottoscrizione di un accordo
con la Sisal che garantisce la non applicazione
della penale, contrattualmente prevista (6.000
euro ad apparecchio), in caso di recesso.
Chi vuole uscire definitivamente dal
mondo degli apparecchi, magari proprio perché non ne può più di colpi con spaccata, deve
poterlo fare liberamente, senza dover versare
soldi al concessionario. Sarebbe come subire
l’ennesimo, anche se ultimo, furto e... una vera
e propria beffa.
Queste sono state tra le argomentazioni con le quali, alla fine, siamo giunti all’accordo con la Sisal che, la sottolineamo, si è
dimostrata sensibile al problema.
Problema che diventa ancor più grave
quando il reato viene messo in atto in pieno
giorno, sotto la minaccia delle armi.
In questi casi ci va di mezzo l’incolumità
personale dell’esercente.
Vi è dunque un problema sicurezza,
meglio faremmo a dire allarme sicurezza, in
n
tutti i luoghi autorizzati deputati al gioco.
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