9 Martedì 15 Luglio 2014 MERCATI Con l’edizione Italiana de © 2014 Dow Jones & co. Inc. All Rights Reserved NELLL’INCONTRO SUI DEBITI GLI ISTITUTI HANNO AVUTO UNA POSIZIONE UNANIME Alitalia-banche, accordo vicino Dopo l’intesa con i sindacati sul nodo esuberi, segnali positivi arrivano sulla rinegoziazione dell’esposizione. La firma dell’accordo con gli emiratini non arriverà però oggi , precisa Del Torchio di Andrea Pira L e banche creditrici di Alitalia, acconsentendo alla rinegozazione del debito, sarebbero a un passo dall’indiretto via libera all’accordo con Etihad. La riunione tra il vertice di Alitalia e i rappresentanti degli istituti, per un accordo che dovrebbe portare al riassetto della compagnia, iniziata in un clima di fiducia, si è protratta fino a tarda serata per la definizione dei dettagli. «Siamo positivi», commentava Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, primo azionista della compagnia con oltre il 20%, all’uscita dall’incontro con l’ad del vettore, Gabriele Del Torchio, e con il presidente, Roberto Colaninno. E sottolineava come tutte le parti in causa siano alla ricerca di soluzioni sostenibili. «Siamo fiduciosi», aveva ribadito anche Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, l’altro istituto assieme a Intesa a vestire i doppi panni di creditore e azionista. Sul tavolo la rinegoziazione dei debiti per 560 milioni di euro (un terzo dei quali da cancellare). Oltre cinque ore dopo all’uscita dallo studio legale Bonelli che ha ospitato la riunione, Ghizzoni ha annunciato la posizione unanime degli istituti, che oltre alle due azioniste comprendono anche le due soltanto creditrici: Mps e Banca popolare di Sondrio. Presenti anche Alessandro Decio, chief risk officer di Unicredit, Andrea Giovanelli, responsabile dei crediti ristrutturati di Unicredit, e Federico Imbert di Credit Suisse. «Tra le banche siamo a posto. C’è accordo unamine», ha spiegato aggiungendo che tutto andrà avanti senza sorprese. Ma perché i tempi si sono allungati nonostante la promettenti premesse? Secondo fonti vicine alla trattativa, gli istituti creditori, che apprezzano il piano di Etihad, avrebbero manifestato perplessità sul dimezzamento degli esuberi, un taglio che lascia aperti i problemi di costi che gravano sulla compagnia. Nel fine settimana è stata infatti raggiunta all’ultimo l’intesa sul nodo esuberi tra governo, compagnia, Ugl, Cisl e Uil. Manca ancora formalmente la Cgil, che ha chiesto più tempo prima di sciogliere la riserva, perché non del tutto convinta dell’accordo. La soluzione messa in campo prevede che 616 dipendenti rimangano in I Lucchini ricapitalizzano le holding Migliorano i conti di Mezzaroma di Andrea Giacobino di Andrea Giacobino iuseppe, Gabriella e SilvaG na Lucchini, i tre eredi del defunto cavaliere del lavoro on il sostegno delle banche creditrici Mps e Unicredit il C gruppo di costruzioni Mezzaroma cerca di uscire dal guado e per quest’anno prevede di raggiungere ricavi per 124,6 milio- Luigi, tornano in movimento, questa volta nelle loro rispettiGiuseppe ve holding dopo avere ricapitaLucchini lizzato nelle scorse settimane la comune cassaforte Sinpar con oltre 52 milioni di euro di nuove risorse. Giuseppe, anzitutto, ha varato un aumento di capitale della sua Gilpar da 35,6 a 88,7 milioni che avviene però in forma gratuita azzerando la riserva versamento in conto futuro aumento di capitale, pari appunto a 53,1 milioni allo scorso maggio. Identica operazione è stata condotta da Gamico, la holding della sorella Gabriella che, mentre si trasforma da società per azioni in società a responsabilità limitata, si ricapitalizza in forma gratuita da 40,5 a 102 milioni attingendo per 61,5 milioni alla riserva versamento in conto futuro aumento di capitale pari a 72,6 milioni. Rafforzamento patrimoniale, ma anche in questo caso senza versamento di denaro, per la Ausilco di Silvana Lucchini che aumenta il capitale da 41,5 a 100 milioni prelevando 58,5 milioni dalla riserva versamento in conto futuro aumento di capitale che risultava di 72,8 milioni. (riproduzione riservata) azienda, 681 saranno esternalizzati, mentre per 954 si punterà a sperimentare un contratto di ricollocamento degli esuberi considerati strutturali, «Non ci sono più alibi», ripete però Maurizio Lupi. «Abbiamo fatto un passo avanti. Si può difendere il singolo lavoratore solo se si ha il coraggio di scommettere su progetti industriali che possono richiedere oggi sacrifici». Per rimarcare il concetto, il ministro dei Trasporti ha fatto nuovamente leva sugli 1,2 miliardi di euro tra capitale e investimenti che gli emiratini sono pronti a mettere sul piatto, che faranno da contraltare ai sacrifici richiesti, e sulle ricadute in termini occupazionali, an- Gabriele Del Torchio ni, con il ritorno all’utile e una riduzione dell’indebitamento. Il tutto mentre il bilancio ordinario 2013 della holding operativa Impreme, guidata da Barbara Mezzaroma, si è chiuso ancora in perdita per 14 milioni rispetto ai -20 milioni dell’anno prima mentre il consolidato evidenzia un fatturato in ripresa a 63 milioni, un mini passivo finale di circa 1 milione e un patrimonio netto di 41 milioni a fronte di debiti verso banche per oltre 375 milioni. Il 2013, anno del varo del piano quinquennale di gruppo e dell’erogazione di nuova finanza per 60 milioni da parte delle banche, ha visto Impreme rispettare i covenant e riprendere a pieno regime la lavorazione nei cantieri che a fine 2012 avevano subito un brusco rallentamento. Le commesse, quindi, hanno potuto avanzare per un ammontare complessivo di avanzamento lavori pari a 28,8 milioni. Fra l’altro nel 2013 Impreme ha venduto per 43 milioni a Esselunga un’area a Roma di 8 mila metri quadrati. Inoltre lo scorso anno i Mezzaroma hanno condotto una serie di operazioni straordinarie volte a riorganizzare e semplificare la struttura societaria: dall’acquisto del 40% di Re.ge.im da Mps Capital Services, alla vendita della squadra di pallavolo MRoma Volley fino alla fusione per incorporazione della Immobiliare Pietro nella stessa Impreme. (riproduzione riservata) Federico Ghizzoni Class diventa fornitore principale del food&beverage per la nuova piattaforma di e-commerce in Cina l contratto tra il gruppo Class Editori e la IMall piattaforma di e-commerce BtoB Ccig/ realizzata da Century International Group con la partecipazione di Bank of China, China Telecom, China Union Pay e l’organo governativo China Council for promotion of trade international, si evolve. Dopo una serie di incontri operativi avvenuti a Pechino la scorsa settimana, il ruolo del gruppo editoriale si è sviluppato, con riferimento al settore food&beverage, da main agent, come specificato nel prospetto informativo pubblicato per l’aumento di capitale in corso, a fornitore principale per l’Italia con l’opzione di diventare fornitore unico dall’Italia al raggiungimento di target preliminarmente individuati nel prossimo futuro. Il settore food&beverage potrà rappresentare, secondo le stime di Ccig/Mall, la maggioranza delle vendite della piattaforma BtoB più grande della Cina, che ha programmato la partenza per l’inizio dell’autunno. Per il settore del fashion, del luxury good, accessori e design, il gruppo Class Editori rimane, come già riportato nel prospetto, main agent e ugualmente resta agente esclusivo per la produzione dei contenuti e per la raccolta della pubblicità dall’Italia. «È una grande soddisfazione e una opportunità ancora più grande l’assunzione del ruolo di fornitore principale, per il quale siamo impegnati a portare sulla piattaforma migliaia di aziende e prodotti italiani, i primi che saranno offerti in vendita su Ccig/Mall», ha commentato il vicepresidente e amministratore delegato del gruppo Class Editori, Paolo Panerai. che nell’indotto, che l’intesa avrà sullo scalo di Fiumicino. Lupi ha tuttavia precisato che l’accordo sarà comunque valido anche senza il via libera della Cgil, anche perché sostenuto dalle organizzazioni che rappresentano il 70% dei lavoratori. Per il 17 settembre, ha annunciato il ministro, è inoltre già fissato un primo incontro sullo stato del lavoro e dell’accordo. Le pressioni e le esortazioni affinché ognuno faccia la sua parte arrivano anche dalle altre single sindacali. «Sarebbe delittuoso far fallire tutto per interessi particolari a un passo dal traguardo», è il commento della Fit-Cisl. La partita non è però ancora chiusa. Che la firma per accordo con il vettore di Abu Dhabi arrivi già oggi non è detto. Anzi è l’esatto contrario. È stato lo stesso del Torchio a mettere le mani avanti. «Non è in agenda», ha sottolineato il numero uno della compagnia italiana. Le premesse sono buone ma «niente è in discesa» ha ripetuto ieri l’ad prima dell’incontro con le banche. Mentre oggi a Roma è attesa la sua controparte emiratina, James Hogan. L’ad di Etihad arriverà in giornata e domani terrà una conferenza stampa per lanciare il nuovovolo diretto tra la capitale e Abu Dhabi. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/alitalia
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