Alitalia-banche, accordo vicino

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Martedì 15 Luglio 2014
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NELLL’INCONTRO SUI DEBITI GLI ISTITUTI HANNO AVUTO UNA POSIZIONE UNANIME
Alitalia-banche, accordo vicino
Dopo l’intesa con i sindacati sul nodo esuberi, segnali positivi arrivano sulla rinegoziazione
dell’esposizione. La firma dell’accordo con gli emiratini non arriverà però oggi , precisa Del Torchio
di Andrea Pira
L
e banche creditrici di
Alitalia, acconsentendo
alla rinegozazione del
debito, sarebbero a un
passo dall’indiretto via libera
all’accordo con Etihad. La riunione tra il vertice di Alitalia
e i rappresentanti degli istituti,
per un accordo che dovrebbe
portare al riassetto della compagnia, iniziata in un clima di
fiducia, si è protratta fino a
tarda serata per la definizione
dei dettagli. «Siamo positivi»,
commentava Carlo Messina,
amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, primo azionista
della compagnia con oltre il
20%, all’uscita dall’incontro
con l’ad del vettore, Gabriele
Del Torchio, e con il presidente, Roberto Colaninno. E sottolineava come tutte le parti
in causa siano alla ricerca di
soluzioni sostenibili. «Siamo
fiduciosi», aveva ribadito anche Federico Ghizzoni, ad di
Unicredit, l’altro istituto assieme a Intesa a vestire i doppi
panni di creditore e azionista.
Sul tavolo la rinegoziazione
dei debiti per 560 milioni di
euro (un terzo dei quali da
cancellare). Oltre cinque ore
dopo all’uscita dallo studio legale Bonelli che ha ospitato
la riunione, Ghizzoni ha annunciato la posizione unanime degli istituti, che oltre alle
due azioniste comprendono
anche le due soltanto creditrici: Mps e Banca popolare
di Sondrio. Presenti anche
Alessandro Decio, chief risk
officer di Unicredit, Andrea
Giovanelli, responsabile dei
crediti ristrutturati di Unicredit, e Federico Imbert di
Credit Suisse.
«Tra le banche siamo a posto. C’è accordo unamine»,
ha spiegato aggiungendo che
tutto andrà avanti senza sorprese. Ma perché i tempi si
sono allungati nonostante la
promettenti premesse? Secondo fonti vicine alla trattativa, gli istituti creditori,
che apprezzano il piano di
Etihad, avrebbero manifestato perplessità sul dimezzamento degli esuberi, un taglio
che lascia aperti i problemi di
costi che gravano sulla compagnia. Nel fine settimana è
stata infatti raggiunta all’ultimo l’intesa sul nodo esuberi
tra governo, compagnia, Ugl,
Cisl e Uil. Manca ancora
formalmente la Cgil, che
ha chiesto più tempo prima
di sciogliere la riserva, perché non del tutto convinta
dell’accordo. La soluzione
messa in campo prevede che
616 dipendenti rimangano in
I Lucchini ricapitalizzano le holding
Migliorano i conti di Mezzaroma
di Andrea Giacobino
di Andrea Giacobino
iuseppe, Gabriella e SilvaG
na Lucchini, i tre eredi del
defunto cavaliere del lavoro
on il sostegno delle banche creditrici Mps e Unicredit il
C
gruppo di costruzioni Mezzaroma cerca di uscire dal guado
e per quest’anno prevede di raggiungere ricavi per 124,6 milio-
Luigi, tornano in movimento,
questa volta nelle loro rispettiGiuseppe
ve holding dopo avere ricapitaLucchini
lizzato nelle scorse settimane
la comune cassaforte Sinpar
con oltre 52 milioni di euro di
nuove risorse. Giuseppe, anzitutto, ha varato un aumento di capitale della sua Gilpar da 35,6 a 88,7 milioni che
avviene però in forma gratuita azzerando la riserva versamento in conto futuro aumento di capitale, pari appunto
a 53,1 milioni allo scorso maggio. Identica operazione è
stata condotta da Gamico, la holding della sorella Gabriella
che, mentre si trasforma da società per azioni in società a
responsabilità limitata, si ricapitalizza in forma gratuita da
40,5 a 102 milioni attingendo per 61,5 milioni alla riserva
versamento in conto futuro aumento di capitale pari a 72,6
milioni. Rafforzamento patrimoniale, ma anche in questo
caso senza versamento di denaro, per la Ausilco di Silvana Lucchini che aumenta il capitale da 41,5 a 100 milioni
prelevando 58,5 milioni dalla riserva versamento in conto
futuro aumento di capitale che risultava di 72,8 milioni.
(riproduzione riservata)
azienda, 681 saranno esternalizzati, mentre per 954 si
punterà a sperimentare un
contratto di ricollocamento degli esuberi considerati
strutturali, «Non ci sono più
alibi», ripete però Maurizio
Lupi. «Abbiamo fatto un passo avanti. Si può difendere il
singolo lavoratore solo se si
ha il coraggio di scommettere su progetti industriali
che possono richiedere oggi
sacrifici». Per rimarcare il
concetto, il ministro dei Trasporti ha fatto nuovamente
leva sugli 1,2 miliardi di euro tra capitale e investimenti
che gli emiratini sono pronti
a mettere sul piatto, che faranno da contraltare ai sacrifici richiesti, e sulle ricadute
in termini occupazionali, an-
Gabriele
Del Torchio
ni, con il ritorno all’utile e una riduzione dell’indebitamento. Il
tutto mentre il bilancio ordinario 2013 della holding operativa
Impreme, guidata da Barbara Mezzaroma, si è chiuso ancora
in perdita per 14 milioni rispetto ai -20 milioni dell’anno prima
mentre il consolidato evidenzia un fatturato in ripresa a 63 milioni, un mini passivo finale di circa 1 milione e un patrimonio
netto di 41 milioni a fronte di debiti verso banche per oltre
375 milioni. Il 2013, anno del varo del piano quinquennale di
gruppo e dell’erogazione di nuova finanza per 60 milioni da
parte delle banche, ha visto Impreme rispettare i covenant e
riprendere a pieno regime la lavorazione nei cantieri che a fine
2012 avevano subito un brusco rallentamento. Le commesse,
quindi, hanno potuto avanzare per un ammontare complessivo
di avanzamento lavori pari a 28,8 milioni. Fra l’altro nel 2013
Impreme ha venduto per 43 milioni a Esselunga un’area a
Roma di 8 mila metri quadrati. Inoltre lo scorso anno i Mezzaroma hanno condotto una serie di operazioni straordinarie
volte a riorganizzare e semplificare la struttura societaria:
dall’acquisto del 40% di Re.ge.im da Mps Capital Services,
alla vendita della squadra di pallavolo MRoma Volley fino
alla fusione per incorporazione della Immobiliare Pietro nella
stessa Impreme. (riproduzione riservata)
Federico
Ghizzoni
Class diventa fornitore principale del food&beverage
per la nuova piattaforma di e-commerce in Cina
l contratto tra il gruppo Class Editori e la
IMall
piattaforma di e-commerce BtoB Ccig/
realizzata da Century International
Group con la partecipazione di Bank of
China, China Telecom, China Union Pay
e l’organo governativo China Council for
promotion of trade international, si evolve.
Dopo una serie di incontri operativi avvenuti
a Pechino la scorsa settimana, il ruolo del
gruppo editoriale si è sviluppato, con riferimento al settore food&beverage, da main
agent, come specificato nel prospetto informativo pubblicato per l’aumento di capitale
in corso, a fornitore principale per l’Italia
con l’opzione di diventare fornitore unico
dall’Italia al raggiungimento di target preliminarmente individuati nel prossimo futuro.
Il settore food&beverage potrà rappresentare,
secondo le stime di Ccig/Mall, la maggioranza delle vendite della piattaforma BtoB
più grande della Cina, che ha programmato
la partenza per l’inizio dell’autunno. Per il
settore del fashion, del luxury good, accessori e design, il gruppo Class Editori rimane,
come già riportato nel prospetto, main agent
e ugualmente resta agente esclusivo per la
produzione dei contenuti e per la raccolta
della pubblicità dall’Italia. «È una grande
soddisfazione e una opportunità ancora più
grande l’assunzione del ruolo di fornitore
principale, per il quale siamo impegnati a
portare sulla piattaforma migliaia di aziende
e prodotti italiani, i primi che saranno offerti
in vendita su Ccig/Mall», ha commentato il
vicepresidente e amministratore delegato del
gruppo Class Editori, Paolo Panerai.
che nell’indotto, che l’intesa
avrà sullo scalo di Fiumicino.
Lupi ha tuttavia precisato che
l’accordo sarà comunque valido anche senza il via libera
della Cgil, anche perché sostenuto dalle organizzazioni
che rappresentano il 70% dei
lavoratori. Per il 17 settembre, ha annunciato il ministro, è inoltre già fissato un
primo incontro sullo stato
del lavoro e dell’accordo. Le
pressioni e le esortazioni affinché ognuno faccia la sua
parte arrivano anche dalle
altre single sindacali. «Sarebbe delittuoso far fallire
tutto per interessi particolari
a un passo dal traguardo», è il
commento della Fit-Cisl.
La partita non è però ancora
chiusa. Che la firma per accordo con il vettore di Abu
Dhabi arrivi già oggi non è
detto. Anzi è l’esatto contrario. È stato lo stesso del Torchio a mettere le mani avanti.
«Non è in agenda», ha sottolineato il numero uno della
compagnia italiana. Le premesse sono buone ma «niente
è in discesa» ha ripetuto ieri
l’ad prima dell’incontro con
le banche. Mentre oggi a Roma è attesa la sua controparte
emiratina, James Hogan. L’ad
di Etihad arriverà in giornata
e domani terrà una conferenza stampa per lanciare il nuovovolo diretto tra la capitale
e Abu Dhabi. (riproduzione
riservata)
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