La polizza ed i sinistri

La polizza ed i sinistri.
1. Come il sinistro o la somma dei sinistri determinano l’andamento tecnico ed il
costo della polizza.
1.1) .IL TRASFERIMENTO DEL RISCHIO
Ii motivo principale per i quali si ricorre all’acquisto di una polizza di assicurazione è il
trasferimento del rischio ad una terza parte, a fronte di un investimento certo (premio).
Secondo questo principio dovrebbe quindi essere trasferiti tutti quei rischi che non sono
controllabili e che al loro verificarsi andrebbero a determinare un problema non altrimenti
gestibile sul piano delle finanze dell’Azienda stessa. Questo vale sia per il ripristino di un
bene, che per il lucro cessante oltre che per gli eventuali danni a terzi.
Il trasferimento dei rischi da parte di ogni assicurato, consente la partecipazione ad una
più vasta mutualità di rischi, che vengono analogamente trasferiti al mercato assicurativo
da parte di altri soggetti alle Compagnie di Assicurazione, e da queste al mercato quello
riassicurativo, in modo da costituire una mutualità che a fronte di questo frazionamento
riesca ad assorbire ogni singolo danno.
Assicurato
Assicurato
Assicurato
Assicurato
rischio
Assicuratori
ri-assicuratori
ri-assicuratori
Il singolo sinistro, ovvero una serie di sinistri su una singola polizza, non dovrebbero
pesare sul premio di assicurazione della singola polizza, dal momento che il sinistro
dovrebbe essere sostenuto e in un certo senso finanziato dalla mutualità che si genera
con questo sistema.
Il più recente scenario complessivo, che vede un numero crescente di sinistri accadere a
causa di eventi naturali con conseguenze importanti su una vasta molteplicità di
beni spesso su aree geografiche diffuse, ha evidenziato la fragilità dei modelli di stress,
o catastrofali, adottati dagli attuari delle Compagnie di Assicurazioni.
Dalla caduta delle Torri Gemelle di New York fino al Terremoto / Tsunami accaduto in
Giappone, passando per tutte le alluvioni (da Katrina negli USA a quelle del nord Est
d’Italia) si sono verificati un grande numero di eventi che hanno colpito in modo
trasversale le polizze di assicurazione nell’ambito dei “danni ai beni” andando a colpire in
modo diffuso la mutualità che sorregge i premi di polizza.
1.2) COME SI COMPONE IL PREMIO DI ASSICURAZIONE
Ma vediamo come si compone la catena del valore di un premio di assicurazione e quali
sono gli elementi che possono influire sul prezzo di una polizza.
Capitale Assicurato
tasso di
premio
di cui
imposte
premio imponibile
100%
22,25%
77,75%
Provvigioni Agente / Broker
Costi gestione e
caricamenti Compagnia
Premio Puro
(fonte Relazione Annuale ISVAP)
15%
24,4%
49,6%
% sul premio lordo
€ 1.000.000,00
0,1%
0,0182%
0,082%
Premio
€ 1.000,00
Imposte
€ 182,004
Imponibile
€ 817,996
11,66%
18,97%
0,0123%
0,0322%
provvigioni
€ 122,699
caricamenti
€ 199,591
€ 322,290
0,0496%
premio puro
€ 495,706
Ci sono poi successivi livelli di trasferimento dei rischi che, come abbiamo visto poc’anzi
frazionano ulteriormente i rischi in modo del tutto analoghi a quello qui rappresentato ma
ad un livello superiore, che vengono normalmente adottati dalle Compagnie di
Assicurazione che a loro volta si ri-assicurano, creando una sorta doppia piramide.
Assicurati
Assicuratori
ri-assicuratori
1.3) LA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE A RISCHIO
Quindi a fronte di un premio di 1.000, per finanziare l’eventuale rischio di un sinistro
vengono destinati dalle Compagni di Assicurazione circa 500 euro.
Questi 500 euro devono remunerare il capitale che verrà posto a rischio di 1.000.000 di
euro (in caso di sinistro indennizzabile), dove in buona sostanza chi mette a disposizione
(ed a rischio) questo capitale viene remunerato con un tasso (di interesse) dello 0.05%,
contro un tasso di riferimento, ad esempio l’ Euribor* a 12 mesi (periodo della polizza) del
2,13%.
*Tasso d’interesse, utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile, calcolato
giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate a mezzogiorno su un campione di banche con elevato
merito di credito selezionato periodicamente dalla Federazione Bancaria Europea (European Banking Federation).
La differenza tra questi rendimenti sul Capitale è data dal fatto che l’assicuratore assume
più rischi della stessa natura ad un tasso dello 0,05%. Quindi nel caso l’assicuratore
assuma per 40 volte rischi della stessa dimensione e natura e questi rimanessero indenni,
avrebbero raggiunto il rendimento del Euribor a 12 mesi.
Deve anche essere tenuto presente il fatto che la polizza di assicurazione (sia essa
risarcitoria che indennitaria) non ha un funzionamento “on – off”. Ovvero in caso di sinistro
l’esborso da parte dell’assicuratore può anche essere ridotto o parziale sia in funzione del
danno effettivamente sofferto (ovvero al modo in cui è scritta la polizza di assicurazione
con le sue clausole) che delle franchigie, scoperti ed i limiti di risarcimento che regolano la
polizza stessa.
Per fornire qualche elemento tangibile delle dimensioni dei premi sul mercato Italiano delle
Assicurazioni possiamo indicare che la raccolta dei premi nei rami NON VITA nel 2009 è
stato di circa 36 miliardi di euro di cui circa il 50% (18 miliardi di euro) riguardano la RC
obbligatoria per la circolazione dei veicoli e natanti (la RCAuto). I costi per remunerare la
rete commerciale e la struttura stessa della Compagnia di assicurazione (costo del lavoro
etc) “pesano” circa per il 60%, ovvero non vengono utilizzati per il finanziamento del
rischio ma per i sostentamento del sistema oltre 21 miliardi di euro.
1.4) GLI ELEMENTI CHE POSSONO METTERE IN CRISI QUESTO MODELLO
Queste proporzioni fanno comprendere come, in assenza eventi catastrofali quali possono
essere gli eventi naturali, i terremoti, che colpiscano contemporaneamente una
molteplicità di beni (assicurati), il modello consenta dei rendimenti superiori ai tassi di
interesse ottenibili mediante investimenti istituzionali a basso rischio (BOT, CCT).
Ne deriva che i tassi di premio che saranno applicati dai mercati assicurativo sono
direttamente correllati alla capacità dei mercati finanziari di mettere a disposizione capitali
ed al prezzo (tasso) che viene da questi richiesto per “remunerare” tali capitali.
Tutto questo viene influenzato dagli andamenti previsionali e pregressi su rischi analoghi o
assimilabili.
I più recenti eventi naturali che hanno una dimensione catastrofale (dalle alluvioni sempre
più frequenti al terremoto in Giappone) hanno fortemente sollecitato questo modello fino a
raggiungere il limite superiore della resistenza.
Per effetto di queste continue sollecitazioni quindi stiamo verificando sul mercato al
momento una riduzione delle capacità di assumere i rischi da parte dei terzi preposti a
farlo – Assicuratori e riassicuratori che hanno in questa fase maggiori difficoltà e
resistenze ad impegnare capitale a fronte dei rischi.
Nel caso la situazione perdurasse, ovvero nel caso in cui dovessero verificarsi altri eventi
catastrofali che incidano su una molteplicità di enti assicurati, avremo un ulteriore
inasprimento dei mercati e quindi dei premi di assicurazione per effetto della legge della
domanda e dell’offerta, dove la domanda dei rischi da assicurare aumenta, mentre
diminuisce l’offerta di capitali da mettere a rischio (a prezzi ragionevoli).
Un ultima considerazione: la crisi economico finanziaria degli ultimi anni ha comportato
ripercussioni non secondarie su questo modello.
Con il ridursi dei tassi di interesse e delle opportunità di investimento , parallelamente, si è
ridotto il vantaggio di avere a disposizione una grande massa di denaro (i premi)
utilizzabile per attività finanziarie , i cui rendimenti integravano l’andamento tecnico (cioè
la differenza tra premi incassati e sinistri e spese pagate). Tutto ciò ha comportato un
ritorno ad una attività di underwriting più attenta e selettiva.
2. Cosa si deve fare quando si vuole acquistare una polizza e come costruirla
2.1 Prima di procedere all’acquisto di una copertura assicurativa, quindi anche allo scopo
di non essere legati unicamente agli andamenti complessivi del mercato assicurativo e
finanziario, che non sono in ogni caso controllabili, nel buon andamento di un Azienda, è
necessario introdurre e realizzare un processo continuo di analisi ed interventi, finalizzata
a:

identificare e classificare i rischi operativi e puri rilevanti per le diverse Business
Units, valutandone le interrelazioni con i rischi strategici e finanziari;

attribuire un ranking di priorità ai rischi per ciascuna Business Unit e/o gruppo di
processi per il controllo e la mitigazione dei rischi

analizzare e quantificare l’impatto potenziale degli eventi dannosi (Risk Mapping)

analizzare le interdipendenze tra le diverse categorie di rischi operativi, strategici, puri
e finanziari

valutare l'adeguatezza e l'efficacia delle misure di controllo attualmente adottate per
mitigare l'impatto di dette esposizioni sull'organizzazione e le sue attività

creare un sistema integrato per la valutazione dei rischi aziendali, che monitori
l’evolversi delle esposizioni sulla base di indicatori di rischio identificati

definire un sistema di gestione del rischio, che si componga di un piano sia finanziario
che organizzativo/procedurale, al fine di minimizzare il costo totale del rischio
aziendale.
Questa attività di analisi consentirà di arrivare ad una individuazione dei rischi che
riguarda:

gli Asset a rischio

i Punti e fasi critiche di un’attività

le Interdipendenze interne ed esterne

i Rischi relativi ad infortuni sul lavoro

il Rischio derivante dal rilascio di sostanze nell’ambiente (aria, acque di scarico, rifiuti)

più in generale, le responsabilità riconducibili all’esercizio della specifica attività
Determinando anche una valutazione dei rischi che consenta
– La quantificazione del grado di danno atteso (MPL, MUR, ecc.)
– La definizione delle conseguenze economiche nel caso di interruzione di attività
– La determinazione del livello di esposizione per i rischi di responsabilità civile
assicurabili
– La realizzazione di studi e consulenze su specifici problemi di controllo dei danni
– Prevenzione e protezione del patrimonio (incendi/esplosioni, furti/rapine, atti
vandalici/terrorismo, calamità naturali, ecc.)
– Business Continuity Management
– Guasto macchine
– Trasporto e deposito merci
– Sicurezza nell’ambiente di lavoro ed antinfortunistica
– Inquinamento ambientale
Spetterà ai soggetti che presidiano i rischi nell’ambito di ciascuna organizzazione (Chief
Risk Officer, comitato rischi, risk manager) allocare le risorse utili per

mitigare,

mantenere

trasferire
i rischi stessi.
Qui di seguito Vi proponiamo uno schema di come alcune Aziende gestiscono questo
processo all’interno dell’Azienda coinvolgendo tutte le funzioni per il raggiungimento del
risultato.
Definizione Settori / Aree / Attività di rischio
Valutazione dei rischi
• Inquadramento struttura organizzativa
• Raccolta informazioni
• Sopralluoghi
• Colloqui con responsabili
Identificazione del profilo di rischio
Definizione delle Aree di intervento
Predisposizione Rapporto di Analisi con
proposte per controllo / gestione del Rischio
Corsi di Istruzione / Formazione
Interventi di Miglioramento / Manutenzione
5
Una volta individuati i rischi da trasferire al mercato assicurativo sarà necessario
procedere alla

ricerca del ramo assicurativo in cui collocare il rischio specifico

definizione del normativo contrattuale considerato idoneo a salvaguardare gli
interessi delle parti

ricerca dei mercati assicurativi idonei ad assumere il rischio con il miglior rapporto
qualità/prezzo
Le attività sopra descritte sono tutte propedeutiche e funzionali a garantire che la
promessa di pagamento,in cui si estrinseca, in ultima analisi, il contratto di assicurazione,
sia mantenuta, al verificarsi di determinati eventi e, naturalmente,soddisfatte determinate
condizioni.
La positiva gestione del sinistro è un processo complesso le cui basi vengono poste ben
prima del verificarsi del danno, al momento della redazione del contratto, quando
l’assicurato, che ha un maggior potere contrattuale nei confronti dell’assicuratore, cercherà
di eliminare , o più realisticamente circoscrivere, le aree di dubbio/interpretazione del
contratto, utilizzando la miglior formulazione possibile.
Anche gli altri due attori del processo giocano un ruolo importante nella creazione di un
environment positivo: la scelta della compagnia di assicurazione incide su questa
situazione in quanto la diversa collocazione della funzione “sinistri” nell’organizzazione
interna dell’assicuratore può agevolare o ostacolare la definizione di un sinistro critico,
mentre l’intermediario, da un lato colma il gap di conoscenze tecnico-assicurative
dell’assicurato e dall’altro utilizza il leverage commerciale derivante dal rapporto
complessivo con l’assicuratore.
Case study: come si costruisce una polizza D&O (Directors & Officers liability
insurance)
A fronte della situazione giuridica sempre più complessa in cui gli organi apicali delle
moderne società si trovano ad operare, il settore assicurativo è oggi in grado di offrire
un’efficace forma di tutela a favore degli amministratori, sindaci e dirigenti, la cui valenza è
addirittura riconosciuta, in maniera esplicita, da alcune legislazioni: negli USA, tutte le
normative statali, con l’unica eccezione del Vermont, consentono alle società di acquistare
e mantenere per conto dei propri amministratori una “Directors & Officers Insurance” ed
anche il Company Act del 1985 Sezione 310, nel Regno Unito, legittima la società a
stipulare una polizza assicurativa a favore dei propri organi amministrativi.
La presenza ormai costante in tutti i programmi assicurativi dei principali gruppi industriali
e finanziari, anche di derivazione familiare, di questa garanzia rappresenta un’altra
dimostrazione della considerazione per questo tipo di polizza.
La realizzazione di una polizza D&O segue un percorso le cui fasi principali possono
essere così sintetizzate:
1. Brainstorming session tra broker e cliente per identificare i punti di discussione, le
possibili soluzioni, gli aspetti positivi e negativi di ciascuna alternativa
2. Client meeting di presentazione del rischio agli assicuratori
3. Definizione del testo contrattuale anche attraverso un esame comparativo dei testi
disponibili sul mercato con riferimento a quei Paesi in cui il cliente ha un’importante
presenza
4. Confronto con l’assicuratore/gli assicuratori per sottoporre le proprie richieste,
motivarle, esaminare le considerazioni critiche e le possibili alternative
5. Riesame del testo di polizza frutto della collaborazione tra cliente, assicuratore e
broker e collocamento del rischio.
Paolo Lionetti svolgerà questa parte
3.2 Quali implicazioni vengono determinate da una buona o non buona gestione dei
sinistri
3.2a La Frequenza dei sinistri
3.3b.Trasferimento