TRIMESTRALE DELLA COMUNITA’ PSICHIATRICA “ELIO ZINO” E GRUPPI APPARTAMENTO DI OLEGGIO Editoriale di Bruno Ragni Sommario Editoriale pag. 1/2 Caravaggeschi pag. 3 Un’idea per il laboratorio creativo pag. 4 Un ricordo di Mantova pag. 4 Tanti auguri… pag. 4 A contatto con la natura: i Lagoni di Mercurago … alla tecnologia dei cieli: Malpensa Esplorando il territorio: il Mulino vecchio di Bellinzago Esplorando il territorio: la Rocca di Arona Mare, mare, mare… ma che voglia di arrivare Abbiamo provato: tutti in piscina! Abbiamo provato: una cena a base di Kebab Giovanni De Bei: cronista sportivo pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8/9 pag. 10 pag. 10 pag. 11 Oggi cucino io… le ricette di Rosaria: spaghetti al raggio di sole pag. 11 I Bindun…i girovaghi della solidarietà pag. 12 a “Breve storia del concetto di Comunità Terapeutica” Parlando di comunità terapeutiche non si può non partire dal tentativo di darne una definizione. La pluralità delle definizioni rintracciabili nella letteratura segnalano un primo argomento a favore dell’idea che la “comunità terapeutica”non possa essere trattata come un oggetto dato, dal significato unico, statico, nel tempo e nello spazio, trasversale ai paradigmi disciplinari e teorici. Negli anni sessanta Rapaport studiando l’Henderson Hospital diretto da Maxwell Jones diede una definizione del duplice aspetto: se da un certo punto di vista la comunità è legata ad un’indicazione territoriale e geografica (comunità come luogo) da un altro la comunità fa riferimento ad un sentire comune (comunità come etica di convivenza). Etimologicamente, infatti, il termine comunità deriva da cum moenia (muri comuni) e cum munia (doveri comuni). “ Un luogo organizzato come una comunità nella quale ci si aspetta che tutti contribuiscano al raggiungimento di un unico obiettivo condiviso: la creazione di un’organizzazione sociale con curative” Rapaport, 1960 Una definizione più recente del concetto di comunità terapeutiche è quella proposta da Aldo Lombardo: “La comunità terapeutica è un assetto terapeutico complesso, concepito come sistema aperto fondato sul gruppo, che è il suo strumento operativo principale. Il sistema comunità terapeutica è provvisto di funzioni, in egual misura terapeutiche ed educative, un modello di concezione della malattia diverso da quello medico, una cultura distinta, detta cultura di indagine, e principi specifici (democrazia,”comunalismo”, permissivismo e confronto con la realtà). 1 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” La comunità terapeutica si avvale inoltre, di una tecnica basata sulle nozioni di “empowerment” e “living learning”, punti fermi peculiari dell’autogestione, e funziona come apparato con caratteristiche operative particolari come ad esempio le periodiche riunioni del gruppo comunitario (operatori e ospiti) e i frequenti incontri con lo staff, sia nei termini di gruppi di supervisione, sia nei termini di riunioni cliniche su singole problematiche individuali o di gruppo.... Questa complessa definizione sarebbe incompleta senza citare la finalità principale di una comunità terapeutica: la maturazione personale” (Lombardo,2004:49) La definizione è suggestiva per noi in particolare per alcuni principi metodologici in essa enunciati (l’accento posto sullo strumento gruppo, sulla cultura dell’indagine, più che della spiegazione, ecc…) Un primo nodo problematico è quello che concerne “la maturità personale” come finalità della comunità. La “maturazione personale” è intesa come arricchimento di nuovi stati mentali e cambiamento dei tratti di personalità derivati dall’uso inappropriato di meccanismi immaturi della mente (meccanismi che, usati fuori tempo e fuori luogo, causano sofferenza a se stessi e agli altri). Periodico di informazione della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e Gruppi Appartamento di Oleggio Direttore Editoriale: Daniela Forti—AiutaPsiche onlus Responsabile Editoriale: Bruno Ragni Direttore Responsabile: Elena Vallana Comitato di Redazione: Gabriella Belfiore Laura Cutrona Laura Di Chio Nina Dutkevjch Patrizia Mancini Silvana Passarella Debora Stramba Elisa Zaino Giovanni De Bei Giuseppe Cirillo Alessio Griselli Salvatore Iurillo Damiano Mascia Rosaria Prandi Manuel Russo Matteo Santoro Domenico Talarico Stefano Ventura Hanno collaborato a questo numero: Gisella Aiello Antonella Bertoni Giancarlo Cerutti 2 N . 1 / 2 0 Pagina 14 3 Caravaggeschi A cura di Manuel Russo, Damiano Mascia e Giuseppe Cirillo Una mattina di luglio siamo andati a Novara in treno per vedere la mostra intitolata i “Caravaggeschi.” Una volta arrivati a Novara abbiamo chiesto indicazione ad un vigile che ci ha accompagnato molto gentilmente proprio nel luogo della mostra: “Il Broletto”. L’edificio antico ci ha colpito per la sua bellezza, era molto caratteristico e piuttosto grande. Un’aula del Broletto era dedicata alla mostra. Una volta arrivati ci aspettava una guida molto preparata sull’argomento e che ci diceva la provenienza dei quadri, il soggetto o tema o avvenimento rappresentato. Ci ha anche spiegato il motivo dell’evento che è quello di diffondere e valorizzare la produzione artistica locale del primo seicento influenzata dai legami con Roma e Caravaggio. Allo scopo sono convogliate nella mostra opere di pittori attivi in zona, ma anche in tutto il Piemonte e la Liguria. L’esposizione era composta da 20 quadri rappresentanti quasi tutti temi sacri. La mostra è stata dedicata ad un celebre collezionista e storico dell’arte inglese e conoscitore dell’arte italiana. La mostra era divisa in sezioni: il territorio, il collezionismo privato e gli emigranti. I quadri,considerando l’epoca di provenienza, erano ben conservati. All’interno dell’esposizione non si potevano fare foto con i flash per non danneggiare le opere. Ci è piaciuta la mostra ma più ancora fare una passeggiata in città che abbiamo trovato molto animata: ragazzi giovani, negozi aperti, luoghi di ritrovo gremiti di gente. Tutto ha messo molta allegria. 3 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” Un’idea per il laboratorio creativo A cura di Antonella Bertoni Fuori in cortile ci sono delle canne di bambù. Si potrebbero tagliare a livello delle congiunture per ricavarci dei manici di borse che potremmo realizzare noi con del cuoio o con la stoffa. Per esempio per un borsone da viaggio prendere due pezzi di “vacchetta” che è un tipo di pellame, con la fustellatrice fare i buchi nella pelle ai lati della borsa e con un laccio di cuoio unire le due parti passandolo dentro ai buchi realizzati, fissare i manici di bambù con ganci di ferro. Gli impieghi delle canne di bambù sono molti anche maglioni... Un ricordo di Mantova A cura di Filomena Brunicci Mi ricordo che quando avevo 11 anni sono andata a Mantova in gita….è un’emozione che porto ancora nel mio cuore. Quando siamo partiti la mattina presto da Cerano e siamo arrivati a Siena dove abbiamo visitato la città …. mi è tornata alla mente la gita fatta da ragazzina... A Siena mi ha colpito una bancarella piena zeppa di bracciali e bigiotteria e collane di caramelle …. Io ho comprato un braccialetto e una collana di caramelle che ho mangiato insieme alla mia compagna Silvana. Successivamente siamo partiti per Mantova dove abbiamo visitato un teatro adibito a cinema e dove abbiamo visto una proiezione. Buon compleanno a Damiano Mascia Manuel Russo Alessio Griselli Gisella Aiello 18 luglio 5 agosto 5 agosto 6 agosto 4 N. 1/2014 A contatto con la natura: i Lagoni di Mercurago A cura di Mascia Damiano Il nostro territorio offre tante possibilità di passeggiata; in qualsiasi stagione ha il suo fascino. La primavera è la stagione perfetta per le gite all’aperto, così con il nostro furgoncino siamo andati in quel di Mercurago dove abbiamo visitato il parco naturale dei lagoni. La giornata era propizia e dopo aver parlato con le guardie ecologiche, nonchè guide, abbiamo cominciato la nostra passeggiata. Il parco è abbastanza vasto, circa 500 ht, con diversi percorsi tutti pedonali. Nelle zone più umide sono stati trovati reperti archeologici importanti. Le peculiarità del parco sono: le zone archeologiche, l’allevamento di cavalli da corsa, i laghi…da qui il nome del parco. … alla tecnologia dei cieli: Malpensa A cura di Domenico Talarico e Manuel Russo In un bel pomeriggio di sole siamo andati a Turbigo per fare acquisti in un negozio sportivo. Siamo poi andati a Malpensa a fare un giro dove abbiamo subito visto il Mc. Donald’s e fiondati per uno spuntino. Domenico era da 40 anni che non andava a Malpensa così ha notato un’enorme differenza rispetto allora quando sembrava uno “sgabuzzino”: “…una volta sono andato in Sicilia a lavorare come impiantista, elettricista. Ho preso l’aereo da Malpensa e prima di arrivare a Palermo ho fatto scalo a Roma. Un mese o due prima della mia partenza era caduto un aereo ma ciò non mi preoccupava, perché da giovani si è un po’ incoscienti…” ricorda Domenico. Siamo stati a lungo a guardare gli aerei che partivano, dopo aver caricato i bagagli, immaginando le destinazioni e il viaggio dei passeggeri. Abbiamo notato che non c’era neanche un aereo Alitalia. Gli aerei erano molto grandi, di qualcuno di essi siamo riusciti a vedere il decollo pensando all’enorme bravura dei piloti. All’aereoporto c’era molta gente, di diverse nazionalità…l’abbiamo potuto capire dalle varie lingue che sentivamo parlare nei locali dell’aereoporto. E’ stato molto bello ed emozionante!!! 5 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” Esplorando il territorio: il mulino vecchio di Bellinzago A cura di Alessio Griselli Nell’ambito del programma organizzato dall’Ente “Parco del Ticino” abbiamo deciso di partecipare alla gita guidata al Mulino vecchio di Bellinzago. Alcuni nostri compagni si erano recati a fare una passeggiata lungo il percorso che va dal mulino alle sponde del fiume e colpiti dallo stato di ottima conservazione del casone del mulino vecchio hanno chiesto di fare una visita guidata al suo interno. Il mulino risale al 1718 (le date si trovano nel muro esterno affacciato sulla roggia). Appena trovata la guida che ci aspettava abbiamo percorso assieme , a piedi, un tratto lungo la roggia Molinara fino arrivare al cancello del mulino. Entrati nel cortile la guida ci ha fatto notare le pale che al momento erano ferme, abbiamo proseguito andando nel piano terra dove si trovano tre macine, avevano tre ingranaggi di cui uno con denti in legno per evitarne l’usura…queste potevano essere azionate anche in modo alterno. I prodotti che venivano lavorati erano grano, mais, frumento, orzo, avena… essi venivano inseriti dall’alto tramite un imbuto provvisto di “uccellino metallico” con attaccata alla coda una campanella in modo che il contadino si svegliava quando il frumento scarseggiava per riempire prontamente la macina onde evitare che girasse a vuoto e quindi che le scalanature della ruota si lisciassero. Una volta macinato il frumento diventa farina e scendeva in recipienti chiamati “buratti”. A fianco della macina c’era la macchina per la sbucciatura del riso con appoggiati due setacci perché la farina che ne scendeva poteva contenere pezzi di sassi o di polvere. Proseguendo la nostra gita siamo passati per una porticina che ci ha condotti su un ponticello dove c’erano tre meccanismi che tramite una manovella estraibile facevano alzare le chiuse. A questo punto abbiamo potuto osservare che sotto la spinta dell’acqua le pale del mulino, fino ad ora ferme, potevano girare e avviare le macine tramite un albero di trasmissione. Tra l’imbuto e le macine il mugnaio scriveva quanti sacchi di farina aveva prodotto così da poter calcolare la famosa “decima” parte che ascriveva a se stesso, la “decima” era quindi il salario del mugnaio. Infine siamo andati nelle soffitte dove abbiamo trovato una sorta di museo etnografico: le prime quattro stanze erano gli alloggi del mugnaio, nelle restanti sale erano ritirate le antiche mappe idrografiche con le relative spiegazioni. Siamo andati quindi a bere il nostro consueto caffè fine gita. Siamo rimasti molto soddisfatti della gita! Alla prossima!! 6 N. 1/2014 Esplorando il territorio: la Rocca di Arona A cura di Manuel Russo e Giuseppe Cirillo Un bel pomeriggio di sole, tra i pochi che il mese di agosto ci ha riservato, siamo partiti in direzione Rocca di Arona. Dopo aver parcheggiato il pulmino siamo saliti a piedi lungo il sentiero, dove abbiamo potuto osservare la vegetazione e conoscere i nomi degli alberi grazie a dei cartellini piantati a terra davanti ai vari esemplari. C’erano anche delle anatre, delle oche e delle caprette molto belle e simpatiche. Oltre a noi c’era anche qualche altro turista. La città di Arona ha organizzato anche un trenino che dal lago porta i visitatori sulla Rocca. Da lassù si vede bene il lago e le sue isole, anche la città di Arona con il bel campanile e l’imbarcadero. Finito il sentiero ci si trova in un enorme giardino dove si possono osservare delle rovine tra cui un muraglione, un ponticello e degli archi. La Rocca Borromea di Arona era, prima del suo smantellamento, una costruzione a scopo difensivo affacciata sul Lago Maggiore. Assieme alla gemella Rocca Borromea di Angera era uno dei principali punti di controllo strategico del lago Maggiore in epoca antica. Nell’ ottocento l’esercito napoleonico ricevette l’ordine di distruggere alcune fortificazioni occupate dagli austriaci tra cui la Rocca di Arona. Da quel momento ne rimangono solo alcuni resti e nel 2011 il Sindaco l’ha resa sito turistico. Vista l’ora ne abbiamo approfittato per cenare godendo del bel panorama accomodandoci sotto il gazebo del bar a mangiare dei panini. Siamo poi scesi ad Arona e dopo una passeggiata per il budello ci siamo gustati un ottimo gelato. Consigliamo di visitarla perché è un luogo interessante, tranquillo e romantico. 7 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” Mare, mare, ….ma che voglia di arrivare… A cura di Stefano Ventura Nel mese di giugno sono state programmate le vacanze estive dei Gruppi Appartamento di Oleggio. Le vacanze della Comunità Oleggio, quest’anno, si sono svolte, come al solito, a Bocca di Magra, però sono state separate da quelle degli ospiti dei Gruppi Appartamento. Gli anni scorsi siamo andati tutti a Bocca di Magra (SP), mentre, quest’anno, i Gruppi Appartamento sono andati al Lido delle Nazioni (FE). La Comunità è andata in vacanza la seconda settimana di giugno, gli altri l’ultima settimana dello stesso mese . Prima della partenza prepariamo tutte le nostre borse con: vestiti, toilette, medicine, costumi, giornali, creme per proteggerci dai raggi solari, ecc. Pochi giorni prima della partenza, ci avvertono che il viaggio sarà fatto con 1 pulmino (il Nissan della Comunità) e una automobile (una VW POLO). Le operatrici che ci accompagnano sono Marisa e Chiara. La prima guiderà il Nissan, la seconda la Polo VW. Poche volte siamo andati in vacanza con Chiara e Marisa. Speriamo che per loro due non sia stata una esperienza estiva di solo lavoro, ma magari anche una vacanza divertente. Il 22 giugno scorso, alla mattina, i bagagli sono stati messi nella Polo e…. ci stanno ; le altre valigie saranno messe nel pulmino. Verso le 13.00, partiamo e cominciamo il viaggio. Adesso vi descriverò in breve il percorso del viaggio. Ci teniamo spesso in contatto con i telefoni cellulari e gli smartphones. Arrivati a destinazione, cerchiamo l’agenzia per farci dare le chiavi degli appartamenti. Dopo 30 minuti circa apriamo la porta di casa. Entrati, facciamo conoscenza con il nuovo alloggio. Le due case sono situate a 500 m di distanza l’una dall’altra e circa 500 metri dalla spiaggia (Bagno Mexico) Sono come piccole villette a schiera. L’appartamento non è di lusso, ma è funzionale. Da subito abbiamo problemi con la TV. Mi ci vuole 1 giorno di tempo per capire come farla funzionare. Non c’è nessun guasto. Il giorno seguente all’arrivo, andiamo a piedi verso la spiaggia del Bagno MEXICO. Qui abbiamo prenotato : posto, ombrelloni, sdraio, ecc. La nostra giornata in spiaggia è fatta così: prendere sole in spiaggia, spalmarsi addosso le creme solari, fare il bagno senza allontanarsi troppo da riva, leggere un libro o un giornale, consumare qualche gelato o caffè al bar, chiacchierare tra noi . A mezzogiorno in genere torniamo in casa e prepariamo qualcosa da mangiare. Dopo pranzo, verso le 14.30, torniamo in spiaggia. La nostra notte in paese si svolge così: dopo cena ci vestiamo per uscire, alle 21:00 i 2 GA si radunano in uno dei 2 appartamenti, passeggiamo per le vie di LIDO delle NAZIONI, soprattutto quella che segue il litorale, nei bar consumiamo delle bibite fresche o gelati, comperiamo qualche cosa alle bancarelle, se ci sono locali con musica li osserviamo e se si può partecipiamo, alle 24:00 prendiamo la terapia serale ed andiamo a letto Di giorno ci cuociamo bene al sole e di notte facciamo la dolce vita (Fellini era di queste parti, romagnolo anche lui). 8 N. 1/2014 L’acqua del mare non è un granché. Si vede che è torbida e un po’ giallastra. Però è meglio di quanto pensassi. Ero già stato al mare nell’alto Adriatico sul Litorale Veneto e Friulano (in particolare ero stato a Caorle (VE), Jesolo (VE), Lido di Venezia (VE), Rosolina Mare (RO), Lignano Sabbiadoro (UD), Grado (GO), ma mai sulla riviera romagnola Negli anni 50, mio papà andava a Rimini con suo papà (mio nonno) e mi diceva che si poteva anche pescare. Ora non è più possibile. La giornata in spiaggia è anche una situazione buona per chiacchierare tra di noi. Il tempo è stato soleggiato per i primi 2 giorni (23 e 24 giugno) e nuvoloso negli ultimi 2 (25 e 26). I primi due sole a go-go, ma dopo due giorni per fare riposare la pelle. Nel bar Mexico sono tutti gentili con noi. Ogni tanto consumiamo qualcosa. Di sera, passeggiamo nel viale principale, parallelo al litorale. C’è anche la musica (suonano i Rolling Stones) La terza sera siamo andati a sederci ai tavolini di un bar. A pochi metri dal bar, c’è un posto dove si può partecipare a giochi, del genere del flipper. In un ristorante lì vicino servono cibo di pesce e contemporaneamente fanno vedere in TV le partite del Mondiale di Calcio Brasiliano. La quarta serata, siamo andati in pizzeria. Prenotiamo prima di andarci e la pizzeria si chiama “Barbablu”. Io prendo posto vicino alle operatrici e davanti a Roberto Quirighetti. Dopo 15 minuti dall’ordinazione ci portano le pizze. Queste sono buone. Una caratteristica di queste pizze è che sono piene di mozzarella ed hanno poco pomodoro. Ad un certo punto c’è l’animazione. Un DJ ci fa ascoltare un po’ di musica da discoteca degli anni 70 e 80. Dopo un inizio un po’ freddo, alcuni di noi si mettono a ballare. Ci divertiamo. Anche io sono in pista a ballare. Qualcuno fuori osserva. Alla fine, dopo aver pagato, usciamo e passeggiamo verso casa. L’ultimo giorno di vacanza, carichiamo i bagagli sui due mezzi di trasporto e passeggiamo per il litorale del Lido delle Nazioni. Per pranzo mangiamo una piadina ciascuno, in un locale non tanto distante dai due appartamenti, dove abbiamo alloggiato e dove abbiamo lasciato i mezzi con i bagagli. Verso le 13.00 partiamo per ritornare ad Oleggio. Tornati in via Alzate a Oleggio sistemiamo le nostre cose, mettendo i panni sporchi in lavatrice e quelli puliti negli armadi. La nostra vacanza è finita. . A Bocca di Magra il mare è più pulito, bello e azzurro ; la spiaggia è migliore. Le case dove alloggiamo sono come rustici. Al Lido delle Nazioni c’è più vita di sera, sono molti i locali dove si può bere, ballare, mangiare un gelato. Gli appartamenti dove alloggiamo sono come piccole villette a schiera. Non saprei dire quale tra le due località sia migliore. Hanno, tutte e due, i loro pregi e difetti e ci divertiamo lo stesso. Forse potevamo allungare la vacanza di un’altra settimana, anche se il tempo è stato per metà soleggiato e per metà nuvoloso. In queste cittadine marittime abbiamo fatto delle vacanze diverse, ma molto attraenti. Ogni tanto vale anche la pena cambiare. Tutto sommato siamo stati contenti di questa vacanza. Divertimento, relax, vita da spiaggia e vita notturna. Di ritorno eravamo tutti abbronzati. 9 N. 1/2014 Abbiamo provato: tutti in piscina! A cura di Gisella Aiello Quest’ anno per la prima volta sono andata nella piscina di Oleggio. Ho bagnato nella vasca piccola i piedi e le gambe, l’acqua era fredda ma è stato un momento rilassante. L’attività di piscina si svolge per tutto il periodo estivo, tre volte a settimana… quest’anno purtroppo, il tempo non è stato dei migliori quindi sono state poche le giornate che abbiamo potuto sfruttare in piscina. La piscina di Oleggio è molto bella e ben organizzata, quando andiamo ci sistemiamo con gli asciugamani sull’erba, qualcuno si sdraia a prendere il sole, altri giocano a carte, qualcuno legge il giornale e tra un’attività e l’altra ci si rinfresca con una bella nuotata. E’ per noi un bel momento stare assieme sotto gli ombrelloni a chiacchierare del più e del meno, di noi e dei nostri ricordi. A giugno la piscina era piena di bambini perché era il periodo dei centri estivi, in questi giorni è piena di gente in vacanza. Sperando che il tempo nei prossimi mesi sia migliore, auguriamo a tutti una buona estate Abbiamo provato: una cena a base di kebab A cura di Alessio Griselli …stavamo per partire per andare a Novara a fare una gita, in programma c’era anche una cena da Mc’ Donald ma il nostro pulmino non aveva intenzione di mettersi in moto, così abbiamo deciso di cambiare meta andando a mangiare il kebab a Oleggio…eravamo solo in quattro perché l’operatrice era impegnata nell’attività di gruppo cucina e non ha potuto accompagnare gli altri. Siamo partiti dalla comunità intorno alle 19.20 per avviarci al kebbabbaro vicino al belvedere di Oleggio. Io ho preso un panino kebab vegetariano farcito con le polpette felafel tagliate a metà con due foglie di insalata…era la prima volta che lo prendevo e mi è piaciuto molto. Gli altri hanno preso il solito menù kebab compreso di patatine e bibita, finito di mangiare siamo passati dal bar Pio per un caffè, ci siamo fumati una sigaretta e siamo rientrati in struttura. Ciao, alla prossima cena!!!! 10 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” Giovanni De Bei… cronista sportivo Nello Stadio di San Paolo del Brasile, con molti tifosi dell’Uruguay, si è giocata quest’estate la terza partita del girone dell’Italia. Dopo alcune azioni dell’Uruguay , Balotelli è stato ammonito per un’entrata su un giocatore della squadra avversaria. La partita si è giocata soprattutto a centrocampo con due bellissime parate di Buffon. Nel secondo tempo l’Uruguay ha attaccato e Marchisio si è fatto espellere e successivamente Suarez ha dato un morso alla spalla di Chiellini, tra l’altro era recidivo per due episodi analoghi: morso su un giocatore del Liverpool e su un giocatore dell’Ayax. La partita si è conclusa con il goal di Godin e la nostra sconfitta. Secondo noi l’arbitraggio di questa partita ha contribuito alla nostra definitiva espulsione dai Mondiali. Noi ragazzi della cpp ci siamo rimasti particolarmente male, anche perché ci eravamo organizzati per assistere alla partita tutti assieme allegramente, allestendo in sala tv un piccolo aperitivo. Oggi cucino io… le ricette di Rosaria: spaghetti al raggio di sole INGREDIENTI: 350g di spaghetti n°8 2 cucchiai di latte 80g di philadelphia 4 rossi di uovo bolliti Pepe q.b. Sale q.b. Olio q.b. Formaggio grattuggiato q.b. PROCEDIMENTO Schiacciare con una forchetta l’uovo; sbattere il philadelphia e il latte e farli riscaldare in padella; unire sale,pepe,olio e i rossi d’uovo e amalgamare il tutto fino ad ottenere un composto cremoso; mettere a bollire l’acqua, aggiungere il sale e alla bollitura gli spaghetti. Scolare al dente e unire in una padella il condimento. Cospargere il tutto con formaggio grattugiato. 11 I RACCONTI DEGLI “ALTRI” I Bindun… i girovaghi della solidarietà “ I Bindun” sono un gruppo di amici ex sportivi, che dal 1982 si impegna per regalare un sorriso a chi nella vita ha ricevuto poco o niente. Insieme abbiamo voluto dare un senso diverso alla nostra vita, perché non ci bastava più essere girovaghi, Bindun in milanese, ma costruire qualcosa.” Così viene pubblicato nel loro sito attraverso la voce dello “zio”Beppe Bergomi,Riccardo Ferri, Beppe Baresi. L’idea originaria è di Romano Pernigoni e da allora, il gruppo ha continuato a crescere ad aiutare i più fragili. Conosco bene Romano e Beppe Bergomi - dichiara Daniela Forti, Presidente dell’Associazione AiutaPsiche onlus— sono persone stupende,con la cultura della solidarietà vera nel sangue, appartiene al loro dna. Mio fratello Mauro li ha conosciuti quando era in una Comunità nella zona di Como e da allora non lo hanno mai abbandonato. La cosa più bella per lui è l’Amicizia con la A maiuscola di Beppe. Tutto questo per dirvi - prosegue— che quest’estate Beppe è venuto a trovare Mauro, come fa spesso e gli ho accennato che la nostra Associazione aveva bisogno di un autoveicolo per i “ragazzi”dei due Gruppi Appartamento di Oleggio per accompagnarli sui luoghi di lavoro, per portarli a gite , a fare visite e altri spostamenti tanto che spesso vengono impiegate le auto degli operatori. Beh il pulmino è arrivato!!! Grazie! Grazie! Grazie! Il messaggio di accompagnamento alla donazione è significativo: Aiutare chi ha bisogno, non farlo sentire solo e permettergli una vita dignitosa, nel pieno rispetto della sua persona e del suo problema e vorrei concludere invitando chiunque che volesse offrirci il proprio sostegno che ogni donazione piccola o grande che sia, è fondamentale per continuare a lavorare per il bene di chi soffre e per superare il pregiudizio nei confronti della malattia mentale. Chi volesse effettuare una donazione a favore dell’Associazione “AiutaPsiche” può fare un versamento intestato a AIUTA PSICHE ONLUS ARONA- IBAN IT 22 E033 5901 6001 0000 0102 199—BANCA PROSSIMA—Fil. Milano, indicando sempre il nome del donatore (per poter ricevere la lettera di ringraziamento) e la causale “DONAZIONE PRO AIUTA PSICHE” 12
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