slide sviluppo organizzativo 6 - Scienze della Formazione

L’individuo nei processi formativi: il
ruolo delle risorse psico-sociali
• Stili di apprendimento individuali, intelligenza,
motivazioni, tratti di personalità, valori,
atteggiamenti sono fattori decisivi che
condizionano nelle sue varie fasi il processo
formativo;
• Agiscono sulla definizione del fabbisogno,
sulla scelta dei metodi e degli strumenti
didattici utilizzati, sugli esiti al termine della
formazione;
Le risorse psicosociali come
antecedenti della formazione
(Salas & Cannon-Bowers, 2001)
• Che cosa un individuo porta con sé al
momento di ingresso in un’attività di training;
• Quali variabili possono coinvolgere il soggetto
nell’apprendimento e nella partecipazione
all’attività di sviluppo delle competenze;
• Come l’attività formativa può essere
predisposta per massimizzare l’esperienza di
apprendimento;
Il ruolo delle caratteristiche individuali
sugli esiti della formazione
(Colquitt, LePine & Noe, 2000)
Abilità cognitive
Self efficacy
Motivazione
Esiti della
formazione:
- Conoscenze
- Competenze
- Atteggiamenti
Transfer di competenze
Prestazione di lavoro
carriera
personalità
Abilità cognitive e formazione
• L’abilità cognitiva è definita come la capacità mentale di
trattare ed elaborare informazioni, come dotazione di
risorse cognitive specifiche che una persona possiede e che
le permettono di agire in modo adeguato anche in contesti
diversi;
• In tal caso l’abilità cognitiva è connotata come fattore g
ossia come abilità mentale generale che raggruppa in sé:
–
–
–
–
–
–
ragionamento aritmetico
rapidità percettiva
conoscenza verbale
velocità di codifica
conoscenza matematica
abilità spaziale
Le abilità cognitive come determinanti
del successo formativo
(Colquitt, LePine & Noe, 2000)
Nel processo formativo le abilità cognitive:
• Influenzano gli esiti della formazione. Soggetti che hanno
una migliore dotazione in termini di fattore g avranno più
facilità nell’acquisire conoscenza dichiarativa, nel costruire
competenze e nel modificare atteggiamenti;
• Influenzano l’efficacia percepita pre-training delle
persone. Soggetti con più elevate abilità cognitive
accederanno alle attività formative dotati di una più forte
convinzione circa i propri mezzi e le proprie capacità;
Not much than g?
(Ree & Carretta, 1997)
• Recenti evidenze empiriche (Colquitt, LePine & Noe, 2000)
smentiscono il ruolo di assoluta preminenza delle variabili
cognitive nella spiegazione del successo formativo,
sottolineando il ruolo dell’autoefficacia percepita e della
motivazione;
• Anche la relazione tra fattore g e prestazione di lavoro
ipotizzata dalla rassegna di Ree & Carretta (1997) come causale
viene messa in discussione dai dati successivi . Le abilità
cognitive influenzano positivamente l’apprendimento di sapere
dicharativo ma l’impatto sul transfer di competenze nel
contesto organizzativo non è del tutto chiaro;
• L’intelligenza viene operazionalizzata dagli autori come
costrutto individuale e monofattoriale. Molte ricerche
successive sottolineano invece la natura contestuale
dell’intelligenza;
Abilità cognitiva e metodi della
formazione
(Carter, 2002)
ABILITÀ COGNITIVA
Comprensione verbale
Ragionamento generale
METODO FORMATIVO
Presentazione di informazioni
Simulazioni
La motivazione nella formazione
(Colquitt, LePine & Noe, 2000; Campbell & Kuncel, 2001)
… è la direzione, l’intensità e la persistenza dei
comportamenti individuali diretti
all’apprendimento nei contesti formativi e
l’intenzione di profondere un consistente
impegno nel seguire un particolare
programma formativo;
Oltre le definizioni (1)
• La motivazione è determinante nel momento di decidere se
prendere parte o meno ad una iniziativa formativa, se
persistere nel frequentare un corso, se portare a termine
un’attività;
• Può riguardare la motivazione a partecipare ad un’attività
di promozione delle competenze e di sviluppo personale;
• In tal caso risultano rilevanti i bisogni e le aspettative
riferite a:
–
–
–
–
Socialità: condividere un percorso formativo con altri
Riuscita: ottenere risultati ed affrontare nuove sfide
Realizzazione: portare a termine progetti
Strumentalità: vantaggi derivanti dalla partecipazione
Oltre le definizioni (2)
• La motivazione guida il comportamento del soggetto
durante le attività formative, il suo livello di implicazione, di
partecipazione attiva, di impegno;
• In questo caso è in gioco il committment verso l’attività
formativa, il grado di investimento emotivo e l’energia
erogata nella partecipazione all’attività;
• Particolare enfasi è posta sull’impegno che il soggetto
decide di dedicare all’acquisizione di nuovi saperi, alla
costruzione di nuove competenze, all’assunzione di nuovi
atteggiamenti;
• Si parla di motivazione ad apprendere. È in gioco la voglia,
lo sforzo, la disponibilità a seguire le lezioni, portare a
termine le esercitazioni, applicarsi nello studio individuale,
superare le prove di valutazione, impegnarsi per rendere
formativo un tirocinio;
Oltre le definizioni (3)
• La motivazione può riguardare l’uso delle risorse
acquisite durante l’attività formativa (conoscenze,
competenze, atteggiamenti);
• In questo caso la scelta comportamentale riguarda il
trasferimento di competenze nella prestazione
lavorativa, lo sforzo di abbandonare la vecchia routine
ed adottare nuove pratiche di lavoro, l’impegno a
capitalizzare le competenze apprese per migliorare la
prestazione e la propria posizione organizzativa;
• Si parla dunque di motivazione ad utilizzare i
contenuti della formazione per scopi individuali ed
organizzativi;
Limiti concettuali e difficoltà di
misurazione della motivazione
• Modelli dei tratti disposizionali
– La motivazione è la traduzione di una serie di bisogni più o
meno stabili che caratterizzano l’individuo;
– In questo quadro teorico la motivazione ad apprendere è
intesa come il prodotto di un bisogno intrinseco
dell’individuo di conoscere, innovare, indagare;
• Teorie cognitive della motivazione
– M= AxSxV
– La motivazione (M) costituisce il prodotto della credenza
dell’individuo circa i benefici che può trarre dall’impegno e
dall’investimento (A), la percezione di una relazione tra
impegno e benefici che si possono ottenere (S) e
l’attrattività dei risultati che potrà ottenere (V);
Un modello integrato di motivazione
alla formazione
Motivazione ad
apprendere
Conoscenze
dichiarative
Acquisizione
delle
competenze
transfer
Prestazione di
lavoro
Autoefficacia
post training
Motivazione come predittore del
trasferimento di competenze
• Chi è più motivato alla formazione accede alla attività
formative con più disponibilità ad apprendere, con un
grado più ampio di ricettività ai nuovi contenuti e con uno
spiccato interesse verso saperi e competenze;
• È maggiormente disposto a partecipare alle attività
formative, a seguire le lezioni con attenzione ed a prendervi
parte attivamente;
• Manifesterà più impegno e dedizione nel portare a termine
i compiti assegnati e nel superare le difficoltà. Tali
condizioni si traducono in un più profondo processo di
apprendimento del sapere dichiarativo, delle competenze e
del cambiamento di atteggiamenti che sul lavoro si
manifesterà attraverso il transfer ed il miglioramento della
prestazione;
Considerazioni a valle del modello
• La motivazione alla formazione è più elevata in quelle
persone che attribuiscono un’importante valenza agli
esiti della formazione;
• La motivazione alla formazione è più elevata in persone
con un’elevata autoefficacia percepita (pre-training);
• La motivazione è più elevata in chi ha un locus of control
interno;
• La motivazione è più elevata in soggetti con forte
coinvolgimento al lavoro, alla carriera ed alla
organizzazione;
• La motivazione è più contenuta in soggetti con elevati
stati d’ansia;
• La motivazione dipende da alcune caratteristiche di
personalità (coscienziosità e orientamento al risultato);
Motivazione e processo formativo
• Più recenti ricerche in ambito organizzativo sulla
motivazione alla formazione mostrano la sua
componente dinamica fondata su due direttrici:
– Goal choice: la motivazione è un processo di scelta
dello scopo e delle risorse da allocare verso di esso;
– Goal striving: la motivazione è un processo che
permette di trasformare le intenzioni in azione
finalizzata all’autoregolazione ed al mantenimento
dello scopo;
Motivazione come goal choice
• Essere motivati nella formazione significa scegliere di
impegnare risorse psicologiche in tale ambito;
• La scelta dello scopo dipende da tre parametri
individuali:
– La percezione di possedere in misura sufficiente le risorse
per portare a termine l’obiettivo (avere tempo e capacità a
disposizione);
– La preferenza di investire le risorse necessarie per il
raggiungimento dello scopo (investire tempo ed energie,
essere in grado di sopportare i costi richiesti);
– La percezione individuale che il raggiungimento dello scopo
produca benefici attrattivi (considerare interessante la
formazione, attribuire valore all’acquisizione di nuove
competenze);
Motivazione come goal striving
• Tale processo consente di trasformare l’intenzione in
azione continuativa e persistente;
• Il mantenimento dello scopo si realizza soprattutto nel
caso di obiettivi difficili e sfidanti, a lungo termine;
• Si tratta di un’azione di autoregolazione ed autosostegno che spinge il soggetto a rendere stabile un
certo comportamento;
• In questo caso un ruolo rilevante è giocato dal contesto
e dagli stimoli che è in grado di fornire al soggetto ;
• Le buone intenzioni del soggetto vanno infatti
alimentate da un buon training design e da scelte
organizzative favorevoli;
Motivazione e ambienti formativi
(Kanfer & McCombs, 2000)
• La motivazione alla formazione è negativamente
influenzata da quegli ambienti che riducono
l’agentività e la percezione di controllo delle
persone. In particolare appaiono importanti ai fini
dell’efficacia formativa:
– Il modo in cui le persone entrano in un’attività
formativa;
– Il grado di controllo e di scelta dei contenuti formativi;
– La percezione di successo ed il sentimento di
competenza;
– La frequenza di relazioni interpersonali e la qualità del
contesto sociale (tutoring);
Il ruolo della self efficacy
… è la credenza che le persone elaborano circa le proprie
capacità di organizzare ed eseguire corsi d’azione per
raggiungere determinati tipi di prestazione richiesta;
• Non riguarda l’abilità e le competenze possedute ma il
giudizio che il soggetto elabora circa l’adeguatezza
delle stesse in relazione ad un determinato compito;
• La natura della situazione sociale (difficoltà del
compito, caratteristiche dei partner, forme di sostegno
presenti nel contesto), i singoli eventi contingenti
(errori, successi, fallimenti) plasmano in modo
continuo la percezione individuale di efficacia;
La formazione come “episodio
organizzativo”
(Baldwin & Magjuka, 1997)
• La formazione può essere considerata come un
segnale che l’organizzazione invia ai propri dipendenti
e come tale viene interpretato mobilitando anche il
loro livello di autoefficacia percepita;
• Gli elementi che possono influenzare tale variabile
sono:
– Come il corso viene presentato ai partecipanti (frequenza,
informazioni);
– La composizione del gruppo sociale (omogeneità, norme);
– Il clima organizzativo (sostegno, attenzione);
I livelli dell’autoefficacia nel pre e post
training
• Autoefficacia generale: le persone in base a caratteristiche
personali e storia individuale hanno convinzioni diverse
circa le proprie capacità di ottenere risultati, raggiungere
obiettivi e portare a termine compiti;
• Autoefficacia specifica, riferita alla formazione: le persone
possono avere diverse convinzioni circa la capacità di
ottenere risultati e raggiungere obiettivi in un corso di
formazione;
• Autoefficacia specifica, riferita all’oggetto della
formazione: i partecipanti possono avere diversi gradi di
self efficacy rispetto alla propria capacità di affrontare e
gestire situazioni legate all’ambito della formazione;
Il ruolo dell’auto-efficacia percepita nel
processo di formazione
Abilità
cognitive
Motivazione
ad
apprendere
Output formativi
Self-efficacy
pre-training
self-efficacy
posttraining
Conoscenza
dichiarativa
Acquisizione
delle
competenze
transfer
Prestazione
di lavoro
I tratti di personalità nella formazione:
orientamento allo scopo
• L’orientamento allo scopo è un tratto
disposizionale piuttosto stabile anche se
potenzialmente condizionabile da fattori
situazionali che caratterizza il comportamento
degli individui;
• È fondato su due dimensioni distinte:
– Learning goal orientation
– Performance goal orientation
Learning goal orientation
• Questo è il profilo di una persona orientata
all’apprendimento di competenze e saperi,
all’aggiornamento di conoscenze ed al
padroneggiamento della situazione;
• Di fronte alle difficoltà queste tipologie di soggetti
risponde mettendo in discussione il proprio
bagaglio di competenze e di fronteggiare la
situazione con spirito adattivo, affrontando i
problemi ed intensificando l’impegno;
Performance goal orientation
• Il profilo di una persona orientata alla prestazione è
invece caratterizzato dal desiderio di dimostrare la
propria competenza, di ottenere valutazioni positive ed
evitare situazioni in cui possa essere giudicato
negativamente;
• L’obiettivo è quello di avere prestazioni accettabili
rispetto agli altri piuttosto che migliorare le proprie
competenze;
• Di fronte alle sfide ed alle difficoltà tendono ad
abbandonare l’obiettivo ed a non persistere, scegliendo
compiti meno impegnativi ed adottando strategie di
evitamento;
Quale profilo?
• La tendenza verso il profilo learning o
performance dipende dalle teorie implicite di
personalità che gli individui sviluppano a
proposito delle proprie abilità cognitive e delle
proprie competenze;
• L’orientamento all’apprendimento matura in
soggetti convinti che le competenze siano
malleabili e flessibili mentre l’orientamento alla
prestazione in coloro che intendono tali costrutti
come tratti stabili;
Coscienziosità
• La persona coscienziosa è caratterizzata da perseveranza,
determinazione, orientamento alla riuscita, impegno nel
portare a termine un compito, affidabilità e migliore
organizzazione delle attività;
• Questa dimensione appare moderata dalla self efficacy e
dalla self deception;
• Nel caso della self efficacy si registra una relazione positiva
tra coscienziosità, self efficacy e apprendimento;
• Nel caso dell’auto-illusione, intesa come tendenza a
trascurare le critiche, ad evitare pensieri negativi ed a non
dare peso a fallimenti, la coscienziosità si mostra
positivamente correlata a tale variabile che però avrebbe
effetti negativi sull’apprendimento (strategie di difesa);
Considerazioni a margine sul ruolo
delle variabili individuali
• La qualità delle risorse psico-sociali e delle
esperienze formative pregresse dei
partecipanti;
• La qualità del rapporto tra individuo e
organizzazione;
• Il progetto di carriera individuale;