Studio di fattibilità

Studio di fattibilità
la
casa
del
cinema
locarno
Studio di fattibilità
la
casa
del
cinema
locarno
3
Indice
1.
Premessa
2.
2.1
2.2
2.3
Organizzazione e obiettivi
Il committente: la fondazione
Organizzazione interna
Gli obiettivi strategici
11
13
14
14
7
3.
3.1
3.2
Presupposti e basi del progetto
Basi legislative
La situazione pianificatoria
17
19
20
4.
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
Situazione di partenza Dati di base
Il luogo
Il valore storico e architettonico del palazzo
Analisi tipologica
Diagnosi dell’edificio esistente 23
25
26
27
29
29
5.
Programmi e necessità
33
6.
6.1 6.2 6.2.1
6.2.3
6.2.2
6.2.4
6.3 6.3.1
6.3.2
6.3.3
L’ipotesi di riutilizzo
La conservazione dello stabile ex scuole centro
Ipotesi di riutilizzo
Variante BLOB Variante PETER PAN Variante MOVIE BOX Variante OPERA Analisi e valutazione
Confronto delle varianti Vantaggi e svantaggi di ogni variante
Valutazione 37
39
40
41
47
53
59
65
65
66
70
7.
7.1
7.2
7.3
Finanziamento e sostenibilità
Stima dei costi Sostenibilità
Piano finanziario
73
75
75
77
8.
8.1
8.2
Calendario Tappe progettuali e tecniche
Tappe finanziarie
79
81
81
9.
9.1
9.2
Aspetti potenzialmente problematici
Conflitto con il Centro congressuale di piazza Stazione a Muralto?
La Casa del cinema è soltanto l’ennesimo stabile amministrativo?
83
85
86
10.
Conclusioni 87
1
Premessa
7
Il biennio 2010/2012, seconda metà dell’attuale Legislatura comunale, porterà con sé lo
sviluppo di alcuni progetti che rivestono una fondamentale importanza per capire quale
orientamento avrà il futuro del Locarnese. Oltre al nodo delle aggregazioni nell’agglomerato, sono infatti attesi passi decisivi su alcuni grandi cantieri della regione – centro congressuale di Piazza Stazione, ex caserma di Losone, ex cartiera di Tenero, area dell’aerodromo
di Ascona – tra i quali figura a pieno titolo anche la Casa del cinema. Una sorta di introduzione simbolica a questa stagione di grandi cambiamenti – e una visione di quello che
i prossimi anni potranno portarci, se mostreremo la necessaria coesione – l’abbiamo
vissuta alla fine del mese di ottobre 2009; l’inaugurazione del magnifico nuovo Lido dei
locarnesi.
Come detto, la Casa del cinema riveste un ruolo centrale in questo «puzzle del cambiamento»: non tanto per l’entità dell’investimento, quanto piuttosto per un insieme di fattori
qualitativi di forte significato. La centralità e il valore simbolico del sito, la relazione con la
manifestazione culturale più importante della Svizzera, l’unione di forze grazie alla quale
dovrà essere possibile coronare il progetto; elementi che concorrono a decretare l’importanza della Casa del cinema, anche in un’ottica di adattamento al nuovo spirito del tempo.
È infatti chiaro che la realtà in cui la politica locale è chiamata oggigiorno ad operare
impone approcci diversi rispetto al passato. La Nuova Politica Regionale introdotta dalla
Confederazione, anzitutto, pone l’unione di forze quale precondizione inaggirabile, per
l’accesso agli aiuti finanziari senza i quali nessun grande progetto può vedere la luce.
E ancora: le linee guida elaborate dalle istanze superiori individuano con precisione le
direzioni («filiere») entro le quali può avvenire lo sviluppo di ogni regione. È quindi davvero
il momento giusto affinché il Locarnese riconosca la sua relazione privilegiata con il cinema
– come settore culturale certo, ma anche economico – attraverso un gesto progettuale
forte e lungimirante.
Gli elementi sin qui raccolti – l’idea iniziale, il progetto di massima, gli studi specialistici –
sembrano convergere verso un’indicazione positiva, riguardo alla fattibilità della casa del
Cinema. In attesa dei necessari chiarimenti sugli aspetti finanziari, si tratta quindi ora di
formare un fronte compatto – Cantone, regione, città e Comuni dell’agglomerato – affinché
sia possibile focalizzare l’attenzione e le energie su questa operazione. Un passo dovuto,
per un progetto che si inserisce – senza concorrenze sleali o inutili – in una visione di
sviluppo condiviso che abbraccia tutto il territorio cantonale, mirando ad esaltare la
vocazione e le specializzazioni funzionali di ogni regione.
9
2
Organizzazione e obiettivi
11
2.1 Il committente: la fondazione
L’ipotesi di insediare la sede del Festival internazionale del Film nelle ex scuole comunali di
Locarno era stata avanzata, in prima battuta, dall’Ufficio federale della cultura; in particolare, dal suo direttore Jean-Frédéric Jauslin. Questo suggerimento è stato ritenuto valido e
meritevole di approfondimento, sebbene una diversa destinazione fosse già stata immaginata per questa proprietà. Allo scopo di studiare seriamente la fattibilità dell’operazione,
nel mese di luglio del 2009 è così stata costituita la fondazione Casa del cinema: in caso di
concretizzazione del progetto, sarà questo ente ad assumere il ruolo di committente
dell’opera.
Una fondazione – forma giuridica scelta per l’ente promotore del progetto – mira per sua
natura a destinare determinati beni al raggiungimento di un preciso fine. Si tratta dunque
dell’organo ideale per la ricerca di fondi e di aiuti finanziari in genere; inoltre, rappresenta
un’entità giuridica che – una volta costituita – si sviluppa autonomamente, e che può
essere controllata in modo estremamente democratico. Non da ultimo, questa opzione
offre la possibilità di costituire un ampio Consiglio di fondazione, da fare operare in collaborazione con dei revisori esterni e con – all’apice – una sorveglianza giuridica ed economica
a cura dell’autorità superiore, che funge da organo di vigilanza.
Sin dalla sua nascita, la fondazione Casa del Cinema ha potuto godere della spinta dei
Comuni, del Festival internazionale del Film di Locarno e dell’Ente turistico Lago Maggiore.
Tra questi enti pubblici, infatti, sono stati raccolti i contributi finanziari indispensabili per
l’avvio dell’attività. Attualmente, il Consiglio di fondazione è formato da 7 persone:
Avv. dr. Carla Speziali, Locarno
Sig. Corrado Bianda, Losone
Sig. Luciano Biffi, Brissago
Avv. Felice Dafond, Minusio
Arch. Paolo Galliciotti, Tenero-Contra
Dott. Stefano Gilardi, Muralto
Pres. Marco Solari, Figino
L’operatività della fondazione, nella fase iniziale, è stata garantita da una persona con la
funzione di direttore: l’avv. Michele Gilardi, Muralto-Maggia. Quale organo di revisione è
stata invece incaricata la Fiduciaria Sartori & Associati SA, Locarno.
13
2.2.
Organizzazione interna
Una volta gettate le basi per l’attività della fondazione, il direttore ha dato vita a un Gruppo
di progetto (GP) denominato «Casacinema». Questo consesso ha in seguito ricevuto un
mandato di studio, così da esplorare in maniera rigorosa la fattibilità del risanamento dell’ex
palazzo scolastico della città, con l’obiettivo di una sua conversione in un Centro di
competenze e formazione cinematografiche, e in sede del Festival internazionale del Film
di Locarno.
Il GP «Casacinema», che ha avviato i lavori preliminari sul progetto – e ha redatto il presente documento – è quindi composto da:
Avv. Michele Gilardi (direttore della fondazione Casa del cinema)
Arch. Michele Bardelli (consulente della fondazione Casa del cinema)
Ing. Alessandro Bonalumi (aspetti strutturali e geologici)
Arch. Fabrizio Gellera (aspetti architettonici e progettuali)
Arch. Giovanni Guscetti (coordinamento, pianificazione urbanistica)
In qualità di consulenti esterni, sono stati inoltre coinvolti:
Dir. Marco Cacciamognaga (Festival internazionale del film)
Dir. Fabio Bonetti (Ente turistico Ascona-Locarno)
Dir. Riccardo Montesi (Polivideo, tecnica cinematografica)
Ing. André Engelhardt (Ufficio tecnico comunale)
Lic. oec. Sandro Lanini (piano finanziario ed economicità)
2.3
Gli obiettivi strategici
Il progetto di una Casa del cinema per il Locarnese si inserisce in una visione strategica di
più ampio respiro, che intende valorizzare i grandi potenziali di cui il Festival internazionale
del Film di Locarno dispone. Le potenziali ricadute positive dell’operazione si esplicitano
– in primo luogo – nell’apporto al turismo culturale, congressuale, escursionistico e dello
svago, ma anche nella possibilità di creare una piattaforma privilegiata per l’incontro e lo
sviluppo di collaborazioni, tra gli operatori del settore cinematografico e della produzione
audiovisiva. Si tratta di una visione di sviluppo regionale che si allinea a quanto elaborato
nell’ambito del «Piano strategico del Locarnese», in particolare nel capitolo «L’oasi e
l’audiovisivo»:
14
[L’obiettivo è di] integrare attività, strutture, progetti esistenti e nuovi in una logica di cluster
di valenza nazionale ed internazionale, che contempli attività di ricerca e di formazione,
attività produttive, servizio, marketing e vendita nel settore dell’audiovisivo, con agganci ai
mondi della tecnologia, all’industria multimediale, e a teatro, poesia, filosofia, letteratura e
spettacolo in generale.
Concretamente, il progetto Casa del cinema si prefigge perciò di:
• Ancorare definitivamente il Festival internazionale del Film nella regione del Locarnese,
permettendogli mediante strutture adeguate – spazi amministrativi e di rappresentanza,
una sala da 400 posti, archivio e strutture accessorie – di rafforzare la sua posizione nel
panorama internazionale.
• Caratterizzare il Locarnese attraverso una specializzazione innovativa e di altissima
qualità, creando anzitutto un vero e proprio Centro cantonale di competenza cinematografica della Svizzera italiana, che si occupi di formazione, produzione, servizio e coordinamento delle attività audiovisive presenti sul territorio. In secondo luogo, l’intenzione è di
insediare in una sede adeguata una «Film commission», che diventi una piattaforma in
grado di offrire servizi tecnici e un’accoglienza di qualità, così da stimolare i produttori di
progetti audiovisivi a scegliere il Ticino come scenario per realizzare produzioni cinematografiche.
• Approfittare delle attività che gravitano attorno al cinema e al settore audiovisivo – cogliendo opportunità di promozione su larga scala del Locarnese – per rilanciare settori centrali
dell’economia, come il turismo.
Stabilite queste premesse, lo studio di fattibilità ha di conseguenza:
• Verificato se il fondo delle ex scuole comunali sia adatto allo scopo
• Verificato se il palazzo si presti alla riconversione in Casa del cinema
15
3
Presupposti e basi
del progetto
17
3.1
Basi legislative Il progetto Casa del cinema si inserisce in un quadro legislativo e procedurale definito da
varie norme, a più livelli:
1.Legge federale sulla politica regionale del 6 ottobre 2006. 2.Nuova politica regionale (NPR).
3.Programma d’attuazione della NPR 2008-2011 nel Cantone Ticino(PDA)
e Complemento al programma d’attuazione della NPR 2008-2011 nel Cantone Ticino,
del 30 luglio 2007.
4.Piano strategico del Locarnese, ottobre 2009
Dal quadro giuridico e dai documenti d’attuazione, che hanno portato a definire la «filiera»
del cinema quale priorità tematica della Nuova politica regionale, risultano in particolare i
seguenti postulati:
• La vocazione di Locarno nel settore del cinema.
• La valenza e la fama mondiale del suo Festival.
• La volontà di creare una piattaforma per coordinare nel tempo lo sviluppo dell’attività
festivaliera di Locarno.
• L’obiettivo condiviso di incrementare e prolungare il turismo culturale sull’arco di tutto
l’anno.
• L’intenzione del Cantone Ticino – confermata il 14 gennaio 2008 – di compiere scelte
prioritarie, individuando ciò che va sostenuto a corto termine, e il fatto che in questi ambiti
rientri anche la «filiera del cinema».
• L’auspicio di Ticino Turismo riguardo alla nascita di un centro di sinergie – tra istituzioni
private (Polivideo) e parapubbliche (RSI) – nella formazione e produzione cinematografica,
a vantaggio del turismo culturale.
• La visione contenuta nel Piano strategico del Locarnese, che prevede entro dieci anni
l’esistenza di una «Oasi delle Arti del Ben-Essere».
• Il concetto «Oasi e audiovisivo» del Piano strategico del Locarnese, che menziona la sede
del Festival del Film, il Museo del cinema, istituti di ricerca e di formazione, il Centro arti
multimediali, la «Film commission», la fondazione Monte Cinema Verità, ecc.
• L’opportunità di valorizzare i grandi potenziali strategici del Festival internazionale del Film
in ambito turistico e per le relazioni con i detentori di un elevato know-how in ambito
cinematografico e di produzione audiovisiva.
• Il fatto che tale valorizzazione dovrà passare dalla creazione di un Centro di coordinamento
delle attività audiovisive della Svizzera italiana e dall’istituzione di una «Film commission».
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Da questa serie di presupposti, è quindi possibile desumere una serie di auspici conseguenti, riguardo agli scopi del progetto:
• Che venga creata una piattaforma in grado di offrire servizi tecnici e un’accoglienza di
qualità, che portino i produttori a scegliere il Ticino quale scenario di produzioni cinematografiche. Una piattaforma che, inoltre, promuova e sostenga i progetti volti a implementare
la ricerca, lo sviluppo e la formazione nell’ambito del cinema.
• Che attraverso questa piattaforma nasca e si sviluppi una filiera del cinema, che possa
ospitare tutte le attività legate alla comunicazione e all’arte.
• Che sia costituito un vero centro di competenza delle attività audiovisive della Svizzera
italiana, che dia un impulso a questo settore formativo, e ai diversi servizi che vi si collegano.
• Che abbia a essere creato un archivio del cinema, nel quale potranno confluire il materiale
storico del Festival internazionale del Film e la documentazione cinematografica attualmente sparsa in diverse ubicazioni.
3.2
La situazione pianificatoria
La particella su cui sorgono le ex scuole comunali di Locarno è inserita nel Piano particolareggiato di piazza Muraccio. L’articolo 14 delle Norme di applicazione del Piano regolatore
– alla voce «Casi particolari: a) Palazzo ex scuole» – definisce i parametri edificatori per
questa specifica proprietà. In particolare:
1.L’area del palazzo delle ex-scuole comunali (mappale 124) è destinata ad accogliere servizi
o altre attrezzature di interesse pubblico. Non è esclusa la partecipazione di privati.
2.L’edificio esistente può essere mantenuto, ristrutturato e ampliato sull’ingombro attuale.
L’eventuale nuova edificazione del fondo deve rispettare le linee di arretramento e le quote
massima indicate nel Piano delle costruzioni.
3.Il 30% della superficie del fondo deve rimanere libera da costruzioni oltre la quota di 200
metri.
20
Data la superficie del fondo – pari a 3.730 m2 –, nel caso di una demolizione e una ricostruzione sarebbe possibile, secondo i parametri pianificatori, ricavare la seguente Superficie
utile lorda (Sul):
Superficie edificabile alla quota di 197 metri:
Superficie edificabile da 200 a 215 metri:
Superficie edificabile da 215 a 218 metri:
Numero piani su via Franchino Rusca:
Numero piani su via Bernardino Luini :
3.400.00 m2
2.380.00 m2
1.190.00 m2
6
7
SUL totale ammissibile:
16.490.00 m2
In altri termini, la demolizione delle ex scuole centro permetterebbe in realtà la realizzazione
di una superficie utile lorda ben superiore a quella dell’attuale edificio, che ammonta a
4.854 m2 (escluso il prefabbricato che occupa parzialmente la corte). Va quindi tenuto
conto di come il progetto Casa del cinema – con la scelta di utilizzare lo stabile esistente
delle ex scuole come sede del Festival internazionale del Film – comporta di fatto la
rinuncia, da parte della città, ad un maggior sfruttamento edile di questa proprietà.
21
4
Situazione di partenza
23
4.1
Dati di base
Il fondo: Proprietario:
Superficie: Volume SIA edificio:
Numero piani:
Superfici lorde attuali:
Superfici nette attuali:
Età della costruzione:
Tav. 1
Piano
situazione
25
Particella 1241 del RFD di Locarno
Città di Locarno
3.730 m2
23.000 m3 (escluso il prefabbricato nella corte) 3.000 m3
4
4.854 m2
3.850 m2
1890-94 Settore nord
1930-34 Settore sud
4.2
Il luogo
L’architettura ha bisogno di un contesto per trovare la propria ragion d’essere come
unicum. Questo contesto, a sua volta, necessita di un intervento disegnato per qualificarsi
come paesaggio umano. La città storica è testimone delle aspirazioni e dei bisogni del
nostro essere, e non solo: al suo interno, le strutture che sono memoria collettiva di un
territorio danno continuità al nostro passato e sicurezza al nostro futuro. Recuperare questi
spazi è quindi un passo naturale, ancor prima che una scelta etica.
Tav 2. La via del
Pardo a
Locarno e il
palazzo
delle ex
scuole
26
Il palazzo delle scuole comunali è certamente tra le strutture legate alla memoria condivisa
dei locarnesi:
• È collocato lungo l’asse che unisce i luoghi più significativi
dell’area urbana Locarno-Ascona.
• È collocato lungo la «Via del Pardo», a cavallo fra lo spazio magico
di Piazza Grande – tempio del Festival – e la rotonda di Piazza Castello.
• È sfondo visivo per chi arriva a Locarno con l’automobile, dalla galleria,
ed è vicino al nuovo autosilo.
• È parte integrante dell’area monumentale ci cui fanno parte Castello
Visconteo, Casorella e Rivellino.
• È contiguo all’Alta scuola pedagogica.
• È un edificio dagli spazi generosi e semplici.
• È un edificio che esiste già.
Per tutte queste ragioni, riteniamo che questo luogo sia pienamente conforme all’uso
ipotizzato.
Va inoltre considerato – in ottica futura – l’abbassamento della quota di via Franchino
Rusca, previsto dal progetto di valorizzazione dell’area monumentale del Castello Visconteo. Tale intervento – elaborato dalla città negli scorsi anni – rappresenta un miglioramento
nella continuità spaziale e pedonale tra Piazza Grande, Casa del Cinema e gli spazi
pubblici di Piazza Castello, del Fevi e delle scuole cantonali che già ospitano il Festival
(la cosiddetta «Via del Pardo»). La città di Locarno intende eseguire quest’opera
contemporaneamente alla realizzazione della Casa del cinema, con un investimento
stimato in circa 2,5 milioni di franchi.
4.3 Il valore storico e architettonico del palazzo
L’edificio originale fu edificato negli anni 1892-94, su progetto dell’arch. Ferdinando
Bernasconi sr. (1867-1919), là dove sorgevano le antiche beccherie, i macelli del XVI
secolo. Si trattava in origine di una costruzione a «ferro di cavallo», con le tre facciate
principali orientate verso la città; a nord verso Sant’Antonio, ad est verso Piazza Grande
e a sud verso i prati Boletti, dove proprio in quegli anni iniziava la nuova urbanizzazione.
La corte aperta guardava invece verso i «Saleggi» ed il laghetto prospiciente il complesso
del Castello.
27
Questa scuola rappresenta l’opera prima di Ferdinando Bernasconi, che aveva appena
terminato gli studi all’Accademia di Brera, dove aveva seguito gli insegnamenti del famoso
architetto Camillo Boito; una figura fondamentale, nella formazione dei costruttori che
operarono in Ticino a cavallo tra Otto e Novecento. Questi professionisti furono infatti
protagonisti di quell’architettura eclettica che, spiega Simona Martinoli nel volume
L’architettura nel Ticino del primo Novecento – Tradizione e modernità (Edizioni
Casagrande, Bellinzona 2008),
Accostando con disinvoltura stili e materiali, soddisfa le esigenze della borghesia
imprenditoriale in ascesa, la quale ama ostentare la posizione raggiunta attraverso
edifici ispirati alle costruzioni che furono della nobiltà, sottolineandone gli aspetti
rappresentativi e decorativi.
Il Palazzo scolastico di Locarno si riferiva ai modelli tipologici scolastici illustrati nelle
pubblicazioni professionali del tempo: forma ad U dell’edificio, disposizione planimetrica
e organizzazione funzionale con i corridoi rivolti alla corte e le aule, di dimensione standard,
rivolte all’esterno. Ciò, anche tenuto conto di come, in tutta Europa, l’enorme sviluppo
dell’edilizia scolastica postulasse un’esecuzione economica, e priva di inutili orpelli.
Nel 1930-31, il Palazzo scolastico fu poi ampliato dagli architetti Silverio Rianda
e Gianpiero Respini, che edificarono un nuovo corpo chiudendo il cortile ad ovest.
Fu realizzato un nuovo volume di un piano più alto, con un’entrata centrale sormontata
da un balcone e una facciata di espressione neo-rinascimentale, caratterizzata da una
marcata simmetria che non ritroviamo – però – nell’organizzazione tipologica interna;
il corpo scale sporge in modo asimmetrico nella corte, la palestra si inserisce nell’angolo
sud ovest su due livelli, mentre nell’angolo opposto il corridoio distributivo viene
riproposto ad ogni piano, eccetera.
Per lungo tempo è stato comunemente ritenuto che i valori urbanistici e architettonici delle
nostre città fossero quelli riferiti all’epoca ducale (tardo Medioevo), e al successivo periodo
balivale (‘500, ‘600 e ‘700). Negli ultimi decenni, tuttavia, è venuta maturando – in generale
in Europa, ma anche nel nostro Paese – una maggiore attenzione al patrimonio architettonico ed artistico di fine Ottocento e inizio Novecento: anche per le opere del tardo eclettismo
ha così preso corpo una rivalutazione, oltre al già considerato riconoscimento del periodo
neoclassico. In quest’ottica, l’ipotesi di valorizzare il Palazzo delle ex scuole comunali di
Piazza Castello appare quindi tutt’altro che peregrina, e sicuramente degna di essere
approfondita.
28
4.4
Analisi tipologica
L’edificio é composto da due corpi di fabbrica. La parte più antica del palazzo ha la tipologia
a corte delle scuole neoclassiche lombarde, risalente alla fine dell’Ottocento. La distribuzione avviene lungo corridoi affacciati su una corte interna, mentre aule, scale e servizi sono
disposti lungo il perimetro esterno. Questa tipologia fa sì che gli spazi di servizio occupino
una percentuale significativa delle superfici al suolo, che corrispondono grosso modo alla
metà delle superfici delle aule. I locali hanno un’altezza molto generosa. Le stanze del
palazzo hanno superfici di 60-65 m2, e la loro forma semplice le rende particolarmente
flessibili nell’uso.
Per facilitare la lettura di questa bozza di lavoro, riportiamo di seguito unicamente le
conclusioni cui sono giunte le diagnosi e le perizie effettuate sull’immobile.
4.5
Diagnosi dell’edificio esistente
4.5.1 Geologia
Lo stabile delle ex scuole ha, e probabilmente ha sempre avuto, un quadro fessurativo
caratterizzato da fessure diffuse, sia nelle pareti perimetrali che in quelle interne. In particolare, il fenomeno è riconoscibile in corrispondenza dei punti di cambiamento di spessore
dei muri, o nelle zone interessate da assestamenti. Tale situazione si può considerare – per
la tipologia di costruzione in questione – come normale, ad eccezione dell’angolo sud-est
dell’edificio, dove le fessure sono molto più marcate.
In corrispondenza di questo angolo, infatti, le fessure non sono solo verticali ma – oltre ad
essere più appariscenti – sono orientate a 45 gradi. A detta del dott. Urs Luchinger – geologo al quale abbiamo chiesto una consulenza – si tratta di punti di rottura dovuti non tanto
ad assestamenti degli strati profondi del terreno, quanto piuttosto a movimenti degli strati
appena sotto le fondazioni. È questa una zona caratterizzata per 4-5 m da terreno di ripiena,
nella quale – inoltre – troviamo la falda acquifera, che con la sua escursione di diversi metri
altera in continuazione lo stato del terreno.
Ciò considerato, per stabilizzare il terreno e aumentarne la capacità portante – in vista di un
rinforzo delle solette in cemento armato (aumento del carico valutabile intorno al 25-30 %)
– viene proposta l’iniezione di resine su 4-5 m di profondità nella zona di ripiena, in modo da
consolidare in modo definitivo lo strato appena al di sotto delle fondazioni.
Con questo procedimento, oltre a creare una zona consistente al di sotto delle attuali
fondazioni, sarebbe possibile contrastare e chiudere almeno parzialmente le fessure
attuali; ciò, poiché la resina – oltre a stabilizzare i terreni – se utilizzata sotto pressione
consente di procedere a dei sollevamenti controllati. 29
Non da ultimo, con questo intervento la zona sempre a contatto con l’acqua verrebbe
stabilizzata, rendendo le caratteristiche meccaniche del terreno costanti e garantendo un
solido appoggio alla costruzione. La conclusione è quindi che – tramite un consolidamento
mirato delle fondazioni – è possibile giungere un risanamento definitivo dello stabile. Per
maggiori dettagli, rimandiamo allo studio geologico del dott. Urs Lüchinger e all’offerta
della ditta Uretek. 4.5.2
Struttura
Le strutture portanti orizzontali – «solette» – sono generalmente in buono stato, benché in
alcuni casi non siano conformi agli standard previsti oggi per edifici ad uso pubblico; in
particolare, il carico utile richiesto – da 3 a 5 KN/mq, a seconda delle situazioni – non è
sempre garantito.
Un riuso dello stabile impone dunque il risanamento strutturale delle solette, sia per quanto
riguarda la capacità portante, sia per la protezione dal fuoco delle strutture. In questo
studio preliminare proponiamo il risanamento dello stabile mediante l’adozione di solette in
cemento armato, dallo spessore di 25 cm.
4.5.3
Terremoto
A corollario dell’analisi statica, è stato verificata anche la capacità portante dello stabile di
fronte alla sollecitazione prodotta da un terremoto. Per questa analisi, si è fatto capo alla
norma SIA 2018 e ad un programma d’analisi denominato «Push-Over». Il risultato dello
studio indica che la struttura attuale – con le solette in legno – è al limite della capacità
portante in caso di terremoto, e che l’inserimento delle solette in cemento armato farebbe
per contro rientrare l’edificio nei limiti di sicurezza fissati dalla norma (vedi rapporto studio
Pianifica e Dott. Sassan Mohassep).
4.5.4
Fuoco
Lo stabile non è conforme alle normative sulla sicurezza in caso di incendio e deve essere
risanato.
4.5.5
Energia
L’edificio non risponde agli attuali standard di coibentazione e consumo energetico; in
proposito, va tenuto conto che – dal 1. gennaio 2009 – il Regolamento sull’utilizzazione
dell’energia (RUEn) impone agli stabili pubblici la conformità allo standard Minergie. In altri
termini, sarà necessario procedere all’isolamento termico di tutto l’involucro dell’edificio, e
adottare le misure necessarie per garantire il rispetto di questi parametri energetici.
30
4.5.6
Esondazione
Il piazzale delle scuole, verso ovest, si trova ad una quota media di circa 197.50 metri,
mentre la via Conturbio – sulla quale si aprono i locali del pianterreno ad est – si trova
leggermente più in basso, a circa 197.30 metri. La quota di sicurezza prevista dalle nuove
disposizioni si trova a 198.00 metri, e tale fattore va senz’altro considerato nell’ipotesi di un
riutilizzo della struttura.
4.5.7
Impiantistica
L’impiantistica è vetusta e dovrà a medio termine essere risanata e/o sostituita.
4.5.8
Serramenti
I serramenti e gli infissi sono a fine vita e dovranno essere sostituiti.
31
5
Programmi e necessità
33
Di seguito sono riassunti i contenuti previsti per il progetto:
Festival internazionale del film:
Sala multiuso-cinema
Sala Multiuso-cinema
Foyer per i principali ricevimenti
400 posti
200-300 m2
Amministrazione
Uffici amministrativi 600 m2
Archivio - Biblioteca
Archivio di consultazione del Festival
250 m2
Spazi commerciali:
Bar, shop, piccoli negozi, caffetteria
200-300 m2
Altri contenuti:
Superfici disponibili
1.000 m2
A quest’ultimo proposito, nell‘analisi di fattibilità è stata valutata la possibilità di riservare
nella Casa del cinema delle superfici per attività – non ancora presenti nella regione – che
l’enorme potenziale del Festival internazionale del Film può tuttavia attirare. Questi possibili
contenuti possono essere desunti già nei documenti di studio, di analisi e d’attuazione che
hanno portato a definire la filiera del cinema quale priorità tematica della Nuova politica
regionale. Essi sono inoltre emersi con chiarezza dalle numerose discussioni con gli attori
pubblici e privati coinvolti nel progetto, ed in particolare dalle riflessioni dei partecipanti al
workshop del 21 novembre 2009. In fase avanzata di approfondimento e concretizzazione
vi sono dunque i seguenti contenuti supplementari:
Un polo formativo d’eccellenza nel campo dell’audiovisivo (Weiterbildung)
La sede della Film commission
Il centro per il coordinamento delle attività audiovisive;
Queste funzioni, sommandosi a quelle già previste, permetteranno alla Casa del cinema di
dare un importante contributo non solo al Festival internazionale del Film ma anche
all’economia regionale, sotto forma di indotto turistico, proposte di formazione, insediamento di attività legate all’audiovisivo, eccetera.
35
6
L’ipotesi di riutilizzo
37
6.1
Conservazione o demolizione-ricostruzione ?
Quattro domande si impongono:
• La tipologia dell’edificio esistente è adatta ad essere riconvertita in una Casa del cinema,
così come immaginata?
• Il palazzo delle ex scuole comunali è un oggetto del passato al quale la società riconosce
un valore di testimonianza, tale da renderlo degno di essere mantenuto?
• Vi è una grande differenza fra il costo di una ristrutturazione e quello dell’operazione di
demolizione e ricostruzione ?
• Un restauro è compatibile con la necessità di un uso parsimonioso delle risorse energetiche?
Per rispondere, occorre anzitutto tenere conto della tipologia a corte del palazzo scolastico, con i suoi locali di circa 60 m2 distribuiti su tre livelli. Si tratta di un’organizzazione
semplice, che offre spazi generosi e si dimostra molto flessibile; i locali – date le loro
dimensioni – si adattano perfettamente ad essere usati come uffici, laboratori o aule. La
loro altezza, superiore a quella dei normali spazi amministrativi, li rende ideali anche per
essere utilizzati come aule o laboratori di ricerca.
Il palazzo delle ex scuole è – con il pretorio, l’ex Palazzo del Governo (ora sede SES), il
Grand Hotel e l’ampliamento del convento di San Francesco, precedente sede della
scuola Magistrale – uno degli edifici più rappresentativi dell’architettura di fine Ottocento e
inizio Novecento rimasti in città. Non fosse che per questo motivo, l’ipotesi di un suo
riutilizzo appare dunque assolutamente adeguata.
Inoltre, anche dal punto di vista economico va rilevato come non sempre il restauro si riveli
più impegnativo della demolizione con successiva ricostruzione. I costi finali dipendono
soprattutto dallo standard richiesto: un restauro minimo è economicamente meno costoso
di un nuova costruzione tecnicamente sofisticata. Riteniamo dunque che, per la Casa del
cinema, sia possibile un restauro semplice con costi ragionevoli, analoghi – se non
addirittura inferiori – ai costi di costruzione di un nuovo edificio.
Da ultimo, la logica ci dice che usare bene quel che già esiste è senz’altro energeticamente
meno dispendioso che demolire e ricostruire. Per queste ragioni – e malgrado l’edificio non sia oggetto di tutela da parte dell’Ufficio dei
beni culturali – riteniamo che la scelta più opportuna consista nel ristrutturare il palazzo
esistente, e consigliamo di conseguenza l’approfondimento di questa possibilità.
39
6.2
Le ipotesi di riutilizzo
Sulla base delle esigenze stabilite dalla committenza e dei vincoli del Piano regolatore – e
tenuto conto delle osservazioni precedentemente esposte –, nell’ambito del presente
studio di fattibilità sono state stabilite alcune condizioni-quadro:
•
•
•
•
•
Mantenimento, per quanto possibile, delle facciate originali.
Mantenimento, per quanto possibile, del volume esterno attuale.
Inserimento di una sala cinema multiuso, con una capienza di 400 posti.
Copertura della corte
Innalzamento del pianterreno, nel limite del possibile, ad un’altezza di sicurezza nel caso di
esondazione.
• Piena conformità, in ogni caso, ai parametri Minergie.
• Compatibilità con l’abbassamento di via F. Rusca.
Stabilite tali premesse, per verificare l’idoneità al riutilizzo del palazzo abbiamo valutato 4
possibili scenari di intervento. Per facilità – e per rimanere in ambito cinematografico – li
abbiamo chiamati:
•
•
•
•
Blob
Peter Pan
Movie Box
Opera
40
6.2.1
Variante Blob
La variante ipotizza il risanamento integrale minimo della struttura esistente, con un
restauro di tipo conservativo; inoltre, viene proposta la costruzione ex novo di un corpo di
fabbrica – sopra o sotto il piazzale Remo Rossi – per ospitare la sala cinema-multiuso.
Disposizione:
Pianterreno
Accesso principale
Grande foyer (corte) copertura in vetro Spazi commerciali (bar ristorante, shop)
Sala stampa (lato sud)
Accessi alle scale
370
500 200 m2
m2
m2
Primo piano
Uffici festival (lati est, nord e ovest) 600/700 m2
Secondo piano
Uffici disponibili (lati est, nord e ovest)
600 m2
Terzo piano
Archivio – biblioteca 240 m2
900 m2
Superfici lorde:
Superfici nette (senza circolazioni e servizi)
Volume: 5.600 3.880 30.000 m2
m2
m3
Costo*: 27.0 mio
Nuovo volume:
Piano terreno
Peristilio d’entrata e atrio coperto di Sala cinema di 400 posti Servizi sala cinema
Sala regia
Costi CCC 1-9, compresa IVA / Esclusi fondo e costi finanziari
41
6.2.2
Variante Peter Pan
La variante ipotizza di costruire il volume per la sala cinema-multiuso sopra il palazzo, con la
demolizione parziale di alcune parti dell’ edificio. In questo caso, viene parallelamente
adottata una suddivisione verticale dei settori.
Disposizione:
Eventuale Piano interrato
Centrale termica, locali tecnici
Pianterreno
Accesso principale
Atrio sala cinema,
con scale per collegamento a foyer cinema.
Spazio – sala per usi vari
(biblioteca, scala conferenze) 370
Spazi archivio 180
Sazi commerciali
(nelle parti ad ovest, con possibilità di occupare spazi della corte o del piazzale)
Primo piano
Uffici festival (lato ovest)
Altre attività (lato est)
m2
m2
240
420
m2
m2
200
670
m2
m2
120
120
m2
m2
Attico
Uffici festival (lato ovest)
Spazi disponibili (lato est) 240
240
m2
m2
Superfici lorde:
Superfici nette:
Volume: 6.300
3.880
36.000
m2
m2
m3
Costo*: 34.0
mio
Secondo piano
Grande foyer all’interno verso sud Sala cinema di 400 posti
Servizi sala cinema
Uffici festival (lato ovest)
Spazi disponibili (lato est)
Costi CCC 1-9 compresa IVA / Esclusi fondo e costi finanziari
47
6.2.3 Variante Movie Box
La variante ipotizza il risanamento delle ali est, nord e ovest del palazzo, la demolizione
parziale dell’ala sud e la sua ricostruzione con un ingombro maggiore verso sud (piazzale
Remo Rossi). È inoltre previsto l’innalzamento del palazzo, con la creazione di un piano
attico.
Disposizione:
Piano interrato sotto sala
(Centrale termica, ecc.)
Piano terreno
Accesso principale
Grande foyer all’interno della corte Sala cinema di 400 posti
Servizi sala cinema
Spazi commerciali (bar ristorante, shop)
Accessi alle scale
200 m2
300 m2
600 m2
600 180 m2
m2
Attico
Uffici disponibili (lati est, nord e ovest)
Archivio – biblioteca 600 300 m2
m2
Superfici lorde:
Superfici nette:
Volume: 6.720 3.560 36.000 m2
m2
m3
Costo*: 31.2 mio
Primo piano
Uffici festival, lati est, nord e ovest, Secondo piano
Uffici disponibili (lati est, nord e ovest)
Eventuale sala stampa (lato sud)
Sala regia
Costi CCC 1-9 compresa IVA / Esclusi fondo e costi finanziari
53
6.2.4
Variante Opera
La variante ipotizza la costruzione della sala multiuso all’interno della corte, con la demolizione e ricostruzione dell’ala nord dell’edificio. Il tetto viene demolito e sostituito con un
piano attico.
Disposizione:
Eventuale Piano interrato
Centrale termica, locali tecnici
Pianterreno
Accesso principale
Grande foyer Sala cinema di 400 posti
Servizi sala cinema
Spazi commerciali ( bar ristorante, shop)
500
670
m2
m2
270
m2
420
200
m2
m2
210
420 m2
m2
Uffici festival (ala ovest)
Uffici disponibili (lati est, sud) Circolazioni verticali e servizi
Archivio – biblioteca 210 420 m2
m2
670 m2
Superfici lorde:
Superfici nette:
Volume: 6.600 4.100 34.000 m2
m2
m3
Costo*:
29.7
mio
Primo piano
Uffici festival (ala ovest e sud) Uffici disponibili (ala est) Secondo piano
Uffici festival (ala ovest)
Uffici disponibili (lati est, sud) Terzo piano
Costi CCC 1-9 compresa IVA / Esclusi fondo e costi finanziari
59
6.3
Analisi e valutazione
6.3.1
Confronto delle varianti
Tab. 1 Confronto delle superfici utili nette, senza spazi di circolazione e pareti:
Destinazione Sala cinema con atrio m2
Festival
m2
Biblioteca
m2
Pubblico
m2
Altro
m2
Blob
1.305
949
241
229
1.148
Peter Pan
1.583
625
182
387
1.101
Movie Box
1.013
613
307
311
1.322
Opera
1.314
632
670
224
1.264
Superfici nette 3.872
3.878
3.566
4.104
Blob
5.600
Peter Pan
6.300
Movie Box
6.720
Opera
6.600
m 2
Tab 2.Confronto delle superfici lorde:
Sup. utili lorde (SUL)
m2
Tab 3.Confronto del rapporto fra costi e superfici lorde:
Costi costruzione *
CHF
SUL
m2
Costi /SUL
CHF/ m2
* costi costruzione CCC2 edificio
65
Blob
19.200.000
5.600
Peter Pan
25.200.000
6.300
Movie Box
22.900.000
6.720
Opera
21.600.000
6.600
3.429
4.000
3.408
3.273
6.3.2
Vantaggi e svantaggi
Variante Blob:
Restauro minimo dello stabile esistente e costruzione della sala polivalente sul piazzale
Remo Rossi.
Vantaggi:
• È la variante meno costosa.
• Rispetta la tipologia dell’edificio
• Permette il restauro minimo del palazzo senza la necessità di particolari
modifiche strutturali.
• È flessibile.
• Può essere realizzata in due tappe.
• Favorisce la riqualifica della piazzetta Remo Rossi
Svantaggi:
• L’edificio nuovo nasconde la facciata principale del palazzo esistente.
• Il terreno disponibile per l’ampliamento ha forma triangolare, poco adatta ad una disposizione efficiente della sala cinematografica.
Tav. 3
Variante Blob: Ipotesi di
prospetto lato piazzetta
Remo Rossi.
66
Variante Peter Pan:
Restauro impegnativo dello stabile esistente e realizzazione della sala multiuso sopra il
palazzo.
Vantaggi:
• Architettura molto visibile.
• La variante è conforme al PR, per cui è realizzabile in tempi brevi.
• Si ottiene una sala supplementare di 370 m2 sotto la sala cinematografica principale: uno
spazio di pregio, che potrebbe essere usato per feste o esposizioni.
Tav. 4
Variante Peter Pan:
Ipotesi di prospetto lato
piazzale Rossi.
•
•
•
•
•
•
Svantaggi:
È la soluzione più costosa.
Strutturalmente si tratta di un progetto complesso.
Modifica in modo sostanziale l’edificio esistente.
La corte è trasformata in sala, quindi non è più fruibile come spazio pubblico.
Il rapporto tra costi e superficie utile realizzata risulta sfavorevole.
Il risultato finale risulta poco flessibile.
67
Variante Movie Box
Demolizione parziale dell’ala sud del palazzo e costruzione – al suo posto – della sala
cinema-multiuso.
Tav. 5
•
•
•
•
•
Vantaggi:
Offre la maggior flessibilità nella scelta della sala.
Rispetta la tipologia della sala.
La corte interna del palazzo rimane pubblica.
Favorisce la riqualifica della piazzetta Remo Rossi.
Buon rapporto tra costi e superfici offerte.
•
•
•
•
Svantaggi:
L’ala più rappresentativa del palazzo è demolita.
Ingombro maggiore verso il piazzale Remo Rossi.
Necessità di una modifica al PR.
Nel complesso, è probabile un iter progettuale più complesso.
Variante Movie Box:
Ipotesi di prospetto lato
piazzale Rossi.
68
Variante Opera
Demolizione dell’ala nord dell’edificio e costruzione – al suo posto – della sala multiuso. Il
solaio è inoltre innalzato e reso abitabile.
•
•
•
•
•
•
Tav. 6
Variante Opera: Ipotesi
di prospetto lato
piazzale Rossi.
•
•
•
•
Vantaggi:
Il volume esterno rimane quasi inalterato.
Edificio compatto ed energeticamente interessante.
Miglior rapporto tra costi e superfici offerte.
Il progetto è conforme al Piano regolatore.
È flessibile.
Ad essere demolita e ricostruita è l’ala in cui sono stati riscontrati i maggiori difetti costruttivi e strutturali.
Svantaggi:
La tipologia e la struttura del palazzo vengono modificate.
La corte interna è eliminata.
Distribuzione interna senza luce naturale.
Viene demolita l’ala più antica.
69
6.3.3
Valutazioni
In conclusione, è possibile affermare che:
La riconversione del palazzo in casa del cinema è fattibile
Il tipo di costruzione e la dimensione degli spazi del palazzo offrono un’atmosfera particolare rispetto a quanto è la norma per un edificio nuovo. Questo plusvalore architettonico e
spaziale è un dato oggettivo ed è sicuramente adeguato ad una struttura come la Casa del
cinema, che ha l’ambizione di diventare un luogo riconoscibile per la sua assoluta eccellenza.
L’edificio soddisfa le richieste del programma.
Ogni variante offre dagli 800 ai 1200 m2 di superfici supplementari, adatte ad ospitare attività legate alla filiera del cinema .
I costi stimati per il restauro variano da 3.200 a 4.000 franchi per m2 di SUL.
L’investimento si presenta leggermente superiore, rispetto ai costi di realizzazione verificati
per edifici analoghi realizzati negli ultimi anni. Tale discrepanza si spiega con il Regolamento sull’utilizzazione dell’energia entrato in vigore il 1. gennaio 2009, che impone il rispetto
degli standard Minergie per tutte le trasformazioni pubbliche o sussidiate. A causa di
questo obbligo è dunque ragionevole prevedere un costo di costruzione del 10-15%
superiore, se paragonato ad edifici analoghi costruiti con standard energetici precedenti.
In ogni caso, l’investimento ipotizzato per la Casa del cinema – sempre tenendo conto di
interventi analoghi – risulta contenuto e ragionevole.
70
Prossimi passi:
Lo studio di fattibilità non è il progetto. Questa fase della procedura permette alla committenza di fissare i vincoli e i limiti che dovranno essere rispettati, al momento di elaborare il
vero progetto.
Ciò premesso, a livello di analisi preliminare riteniamo che le ipotesi «Blob» e «Movie
Box» offrano globalmente i maggiori benefici e i minori svantaggi; perciò, consigliamo alla committenza di assumere questi parametri come base di discussione per la
successiva fase di progettazione.
Considerando l’importanza urbanistica e culturale di quest’operazione , e tenendo conto
che – in ragione dei sussidi pubblici erogati – la realizzazione della Casa del cinema dovrà
essere oggetto di un concorso, consigliamo inoltre vivamente alla committenza di scegliere
il progetto definitivo e i progettisti attraverso un concorso di progettazione che si sviluppi
attraverso due fasi.
71
7
Finanziamento
e sostenibilità
73
7.1
Stima dei costi
Per il momento possiamo unicamente limitarci ad una stima sommaria dell’investimento
richiesto, basandoci sul costo delle varianti: la somma dovrebbe quindi essere compresa
tra 27 e 34 milioni di franchi, con possibili variazioni a seconda dei contenuti effettivi della
Casa del cinema e delle scelte progettuali. Va segnalato che da questa stima di massima
sono esclusi l’acquisizione del terreno e gli oneri per il finanziamento.
7.2
Sostenibilità
Nella procedura di pianificazione finanziaria dell’operazione, è stato possibile tenere conto
di un contributo molto importante per quanto riguarda l’acquisto del terreno. La città di
Locarno, infatti, ha deciso di offrire alla fondazione la particella su cui sorgono le ex scuole
comunali senza richiedere alcun pagamento. In proposito va sottolineato come – secondo
le indicazioni fornite dall’Ufficio cantonale di stima, in una perizia chiesta appositamente
dalla Fondazione – sia possibile quantificare il valore commerciale del fondo in circa
8 milioni di franchi.
Considerato questo segnale altamente significativo, la fondazione intende ora chiedere –
per il proseguimento dei lavori di progettazione – una corale iniezione di mezzi da parte
degli enti locali di tutta la regione, come pure un appoggio economico da parte dell’Ente
turistico e delle sue fondazioni (a quest’ultimo proposito, è ovvio che l’importante contributo ipotizzato a partire dal 2011 è legato al ventilato – e quasi da tutti i rami economici ormai
approvato – aumento delle tasse di soggiorno, destinato a sostenere attività che siano
fonte di generalizzato benessere turistico ed economico). È infine chiaro che una fetta
importante del finanziamento spetterà al Cantone, con o senza l’apporto della Confederazione.
Fatte queste debite premesse, lo studio di fattibilità è partito dal presupposto che
l’investimento complessivo per la ristrutturazione ammonterà in tutto a 30 milioni di
franchi. I costi generali – finanziari, amministrativi, eccetera – della fase di progettazione dovrebbero invece attestarsi a circa 1 milione, ripartito tra gli anni 2010 e 2014.
75
Alla luce di queste considerazioni, è quindi possibile elaborare un Piano finanziario che
assicuri la sostenibilità di tutta l’operazione. A tale scopo, appare chiaro che nell’immediato
– ovvero entro la fine del 2010 – sarà possibile passare dallo stadio di fattibilità al concorso di progettazione, giungendo infine alla scelta di un progetto e di un progettista. L’inoltro
della domanda di costruzione e la fase vera e propria della progettazione di dettaglio
dovrebbero poi potere avvenire all’inizio del 2011 – al momento in cui gli Enti turistici e gli
enti cantonali si saranno chiaramente espressi sulla loro quota di impegno finanziario. Una
diversa modalità di azione è inimmaginabile, poiché implicherebbe un massiccio ricorso a
finanziamenti bancari; una scelta che potrebbe rivelarsi, con l’andare degli anni, eccessivamente onerosa sia in termini di interessi che di ammortamento.
76
7.3
Piano
finanziario
2009
2010
2011-2014
Totale
Enti locali
Operatori e enti turistici
Locarno - apporto straordinario per terreno
NPR
Altre fonti TI-CH
70.000
20.000
0
0
0
50.000
0
0
450.000
0
6.000.000
5.000.000
7.875.000
0
19.500.000
6.120.000
5.020.000
7.875.000
450.000
19.500.000
Totale entrate
90.000
500.000
38.375.000
38.965.000
Entrate - finanziamenti spese fondazione
2011-2014: v.
2010 x 4 volte
Uscite – Costi
Studio di fattibilità Consulenti (arch., ing., ecc.)
-70.000
0
0
-70.000
Varia
-20.000
0
0
-20.000
Totale studio di fattibilità
-90.000
0
0
-90.000
Concorso di progettazione Concorso di progettazione, bandi di concorso,
giuria, premi, compensi
0
-300.000
0
-300.000 Totale concorso di progettazione
0
-300.000
0
-300.000
Terreno e costruzione Apporto terreno
0
0
-7.875.000
-7.875.000
Costi di costruzione
0
0 -29.700.000 -29.700.000 Totale terreno e costruzione
0
0
-37.575.000
-37.575.000
Fondazione
Coordinamento, direzione progetto
0
-50.000
-200.000
-250.000
Cancelleria
0
-30.000
-120.000
-150.000
Promozione
0
-30.000
-120.000
-150.000
Perizia settoriale, consulenze specifiche
0
-40.000
-80.000
-120.000
Informatica
0
-10.000
-40.000
-50.000
Amministrazione, contabilità
0
-10.000
-40.000
-50.000
Revisione
0
-5.000
-20.000
-25.000
Interessi passivi (2% su CHF 250’000)
0
-5.000
-100.000
-105.000
Tasse
0
-1.000
-4.000
-5.000
Altro - riserva
0
-19.000
-76.000
-95.000
Totale spese della fondazione
0
-200.000
-800.000
-1.000.000
Totale uscite
-90.000
-500.000
-38.375.000 -38.965.000
Risultato
77
0
0
0
0
8
Calendario
79
Questi sono i tempi ipotizzabili per le varie tappe necessarie a giungere alla realizzazione
della Casa del cinema:
8.1 Tappe progettuali e tecniche
2009 2010
2011
2012
2014
autunno
gennaio - giugno
giugno - novembre
novembre - dicembre
gennaio - aprile
aprile – luglio
settembre - marzo
aprile
aprile
maggio
Studio di fattibilità
Organizzazione concorso architettura
Concorso e scelta del progetto
Mandato progettisti
Progetto di massima
Progetto definitivo, domanda di costruzione, preventivo
Piani esecutivi, richiesta offerte, delibere
Apertura del cantiere
Fine dei lavori
Inaugurazione
Le tappe previste sono da considerare realistiche, a condizione che le decisioni politiche
siano prese nei termini programmati.
8.2 Tappe finanziarie
2009
Entro la fine di dicembre viene presentata a Bellinzona la richiesta di finanziamento – sulla
base della Nuova politica regionale – per l’investimento di 500 mila franchi previsto nel
2010.
2010
Viene presentata la richiesta di finanziamento a tutti gli enti coinvolti, tenuto conto di come
– in primis – il Municipio di Locarno licenzierà il suo messaggio al Consiglio Comunale,
così da permettere la cessione alla Fondazione della particella 124 RFD nella forma del
diritto di superficie.
81
9
Aspetti potenzialmente
problematici
83
In questo paragrafo, prima di passare alle conclusioni dello Studio di fattibilità, verranno
presentati e discussi due fattori potenzialmente problematici – in parte già emersi, anche
pubblicamente – per la futura Casa del cinema.
9.1 Conflitto con il Centro congressuale di piazza Stazione a Muralto?
Da un punto di vista strettamente congressuale, la sala progettata per la Casa del Cinema
non può essere considerata concorrenziale, rispetto a quella che sarà l’offerta del centro
congressuale di Muralto. Parimenti, non è possibile nemmeno parlare di due strutture
complementari; è invece vero il contrario. Le caratteristiche e le modalità d’utilizzo delle due
strutture, infatti, saranno assai diverse.
Anzitutto, le due sale saranno chiamate a soddisfare esigenze divergenti in termini di spazi
e utilizzo. La staticità infrastrutturale di una sala da cinema non potrebbe garantire la
flessibilità oggi richiesta ad uno spazio congressuale. Le poltroncine di una sala del
cinema, inoltre, devono offrire spazio, visuale e tutto ciò che rientra nel concetto di «comodità»: un concetto, che tuttavia assume un altro significato per chi partecipa a un congresso. Comodità, in questo caso, è poter utilizzare il proprio laptop, collegarsi a internet, poter
scrivere, avere spazio per la propria borsa da lavoro, eccetera. Il cinema è luogo di relax,
mentre il centro congressuale è un luogo di lavoro.
Se da un punto di vista congressuale non è quindi sensato considerare le due strutture
complementari, diverso è – come detto – il discorso a ruoli invertiti. Ciò, poiché dal punto di
vista cinematografico la sala congressuale potrebbe benissimo, con alcuni semplici e poco
onerosi accorgimenti, assumere il ruolo di sala cinematografica temporanea. Ovviamente,
se in fase di progettazione saranno immaginati gli interventi tecnici – e in parte strutturali
– necessari per ospitare in maniera adeguata delle proiezioni.
Da ultimo, è essenziale considerare che un congresso non necessità solo di una sala bensì
di ampi spazi collaterali. Per assicurare agli ospiti un alto livello qualitativo, non è essenziale
avere solo un palco capiente, ma servono anche uffici, spazi espositivi, sale per riunioni,
zone per il catering, aree d’accesso per camion, shuttle bus, taxi… Solo per citare alcuni
elementi.
In sintesi e conclusione, le due strutture – per quanto possano apparire simili a un primo
sguardo superficiale – si differenziano ampiamente per quanto concerne l’utilizzo e la
soddisfazione dei rispettivi utenti. L’una non può sostituire l’altra, se non in occasioni
particolari e limitate nel tempo.
85
9.2 La Casa del cinema è soltanto l’ennesimo stabile amministrativo?
Questo interrogativo merita una chiara e decisa risposta negativa: così non è – e non sarà.
La Casa del Cinema non è uno stabile amministrativo, ma l’edificio dove più attività – con il
denominatore comune dell’audiovisivo – troveranno la loro sede principale.
Di sicuro, il Festival internazionale del Film di Locarno è il principale beneficiario dell’operazione, e nella Casa del cinema potrà gestire al meglio i suoi interessi sia durante la rassegna sia negli altri mesi dell’anno, grazie anche alla sala da 400 posti. Per questa importante
struttura, il direttore della fondazione sta trattando anche con attori privati, in modo da
assicurare la massima vitalità – durante tutto l’anno – all’edificio. In questi obiettivi di
gestione si inseriscono a pieno titolo anche l’archivio-biblioteca del Festival, aperto al
pubblico, e gli spazi per la gastronomia, destinati ad arricchire tutto il quartiere.
Non va dimenticato, infine, il lavoro che la fondazione sta svolgendo per fare insediare nella
Casa del cinema anche altre attività ad alta plusvalenza economica e con rilevanti risvolti
turistici. Un ottimo esempio è la Film commission, ma vi sono pure concrete prospettive sul
fronte accademico, anche se per il momento non possono ancora essere citate per esteso.
In ogni caso, l’intento è di fare della Casa del Cinema un centro riconosciuto a livello
cantonale, nazionale ed internazionale – a beneficio di tutta la regione. Ecco perché non ha
senso parlare di un mero «alloggio di lusso» – fine a se stesso – per il Festival: si tratterà di
un vero e proprio centro di interesse per il cinema, tale da fare di Locarno e del Locarnese il
centro cantonale di un settore culturale ed economico riconosciuto tra le priorità per lo
sviluppo futuro del Cantone.
86
10
Conclusioni
87
Visto quanto sin qui esposto, il Gruppo di lavoro si permette di presentare la sua conclusione: una conclusione basata su dati come l’esame del sito, delle volumetrie, degli aspetti
tecnici, ma anche sui desideri dei vari attori che potrebbero gravitare attorno ad un’area
dedicata alle attività cinematografiche e audiovisive.
Una Casa del Cinema a Locarno ha una sua giustificazione dal punto di vista degli
obiettivi, del sito prescelto, della fattibilità economica. L’operazione sembra inserirsi
con assoluta logica nell’ampia visione strategica elaborata per il Locarnese, con
ricadute generali per tutto il Cantone.
È quindi nostra opinione che – con il concorso di progettazione che si aprirà nel 2010 – vi
sarà la possibilità di individuare tutte le migliori scelte operative, così da realizzare un’opera
dai molteplici contenuti e tale da dare vita a una rete di relazioni culturali, turistiche ed
economiche, con un sicuro beneficio per tutta la regione.
Locarno, febbraio 2009
Per la fondazione Casa del cinema Dir. avv. Michele Gilardi 89
Per il GP Casacinema
Arch. Fabrizio Gellera
Recapito
Fondazione Casa del cinema
c/o Studio Michele Gilardi
Via Stazione 9
6600 Locarno
[email protected]
www.casadelcinema.ch
90