Programma 339 Giosuè 9:3-10:14 Nel nostro studio della Parola di Dio stiamo leggendo il libro di Giosuè, libro che si trova nel Antico Testamento e che affronta la guerra e la conquista del territorio. Il libro di Giosuè completa la redenzione di Israele che ebbe inizio in Esodo. L’Esodo è il libro della redenzione fuori dall’Egitto, ossia l’allontanamento dalla schiavitù; Giosuè è il libro della redenzione nella Terra Promessa. La parola chiave nel libro di Giosuè è POSSESSO. Dio aveva dato ai figli di Israele la loro terra con un patto incondizionato. A Abramo aveva detto “A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò il loro Dio” (Gen.17:8). Ciò nonostante, il possesso di Israele della terra era condizionato. C’era il conflitto e c’era la conquista. Gli Israeliti dovettero combattere le battaglie e prendere possesso dei loro possedimenti. E, come Giosuè ricordò loro nel suo discorso finale prima di morire, la loro ubbidienza alla Parola di Dio avrebbe determinato il possesso duraturo della terra. Lunedì scorso abbiamo letto della conquista di Gerico, martedì della sconfitta ad Ai e ieri della vittoria su Ai. Dopo questa vittoria Giosuè costruisce un altare al Signore, poi viene letta l'intera legge di Mosè perchè era tempo che ad Israele fossero ricordate le condizioni del patto con Dio. Ieri abbiamo aperto il libro di Giosuè poi ancora al capitolo 9, che tratta un accordo con i Gaboniti. Come Giosuè ebbe iniziato la conquista della terra promessa, incontrò tre nemici formidabili: Gerico, Ai e i Gabaoniti. Volendo continuare con le applicazioni alla nostra vita spirituale, possiamo dire che questi tre nemici di Giosuè oggi simboleggiano i nemici del cristiano. Abbiamo detto che Gerico rappresenta il mondo e la città di Ai rappresenta la carne, ossia la natura umana; i Gabaoniti invece rappresentano il diavolo, Satana. Ricorderai che la strategia di Giosuè fu di prendere per prima cosa Gerico, situata giusto al centro del territorio, quindi prendere Ai, situata a nord est di Gerico. Al sud c’erano i Gabaoniti e logicamente sarebbero stati i prossimi ad essere conquistati, ma i Gabaoniti erano abili, come abbiamo visto in Giosuè 9:3-6. 3 Gli abitanti di Gabaon, dal canto loro, quand'ebbero udito ciò che Giosuè aveva fatto a Gerico e ad Ai, 4 agirono con astuzia: partirono, provvisti di viveri, caricarono sui loro asini dei sacchi vecchi e dei vecchi otri da vino, vecchi e ricuciti. 5 Si misero ai piedi calzari vecchi e rappezzati, e dei vecchi abiti addosso; e tutto il pane, di cui si erano provvisti, era duro e sbriciolato. 6 Andarono da Giosuè, all'accampamento di Ghilgal, e dissero a lui e alla gente d'Israele: “Noi veniamo da un paese lontano; fate dunque alleanza con noi”. (Giosuè 9:3-6) Leggo ancora i versetti 14 e 15 di Giosuè 9: 14 Allora la gente d'Israele prese delle loro provviste, e non consultò il SIGNORE. 15 Giosuè fece pace con loro e stabilì con loro un patto per il quale avrebbe lasciato loro la vita; e i capi della comunità lo giurarono loro. (Giosuè 9:3-6+14-15) Leggiamo l’evoluzione dei fatti nei versetti da 16 a 18 di Giosuè 9 16 Ma tre giorni dopo ch'ebbero stabilito questo patto, seppero che quelli erano loro vicini e abitavano in mezzo a loro. 17 Infatti i figli d'Israele partirono, e giunsero alle loro città il terzo giorno. Le loro città erano Gabaon, Chefira, Beerot e Chiriat-Iearim. 18 Ma i figli d'Israele non li uccisero, a causa del giuramento che i capi della comunità avevano fatto loro nel nome del SIGNORE, Dio d'Israele. Però tutta la comunità mormorò contro i capi. (Giosuè 9:16-18) Anche dopo che gli Israeliti scoprirono che i Gabaoniti erano dei vicini e li avevano imbrogliati, onorarono l’accordo che avevano stipulato con loro, non uccidendoli. A Giosuè che chiese loro il perché di questo raggiro essi risposero: (22-27) 22 Giosuè dunque li chiamò e parlò loro così: “Perché ci avete ingannati dicendo: "Stiamo molto lontano da voi", mentre abitate in mezzo a noi? 23 Or dunque siete maledetti e voi non cesserete mai d'essere schiavi, spaccalegna e portatori d'acqua per la casa del mio Dio”. 24 E quelli risposero a Giosuè e dissero: “Era stato espressamente riferito ai tuoi servi che il tuo Dio, il SIGNORE, aveva ordinato al suo servo Mosè di darvi tutto il paese e di sterminarne davanti a voi tutti gli abitanti. E noi, per causa vostra, siamo stati in gran timore per le nostre vite, e abbiamo fatto questo. 25 E ora eccoci qui nelle tue mani; trattaci come ti pare che sia bene e giusto di fare”. 26 Giosuè li trattò dunque così: li liberò dalle mani dei figli d'Israele, perché questi non li uccidessero; 27 ma in quel giorno li destinò a essere spaccalegna e portatori d'acqua per la comunità e per l'altare del SIGNORE, nel luogo che il SIGNORE si sarebbe scelto; ed è ciò che fanno ancora al giorno d'oggi. (Giosuè 9:22-27) Abbiamo letto i versetti dal 22 al 27 di Giosuè 9. Forse penserai che quella gente cosi lontana, nel Vecchio Testamento, fosse poco civilizzata, ma notiamo che la parola di un uomo era molto importante, ed è cosi che Dio vuole ancora oggi. Abbiamo visto infatti, nella presentazione della legge, l’importanza che Dio dava ai voti e ai giuramenti. I Gabaoniti restarono dunque servi degli Israeliti e la loro presenza in mezzo al popolo sarà stato un ricordo spiacevole della conseguenza del fatto che non avevano cercato la volontà del Signore. CAPITOLO 10 Passando al capitolo 10 possiamo vedere che Giosuè, proseguendo la sua campagna nel sud della Palestina, sconfigge 5 re degli Amorei. Porta a termine questa impresa distruggendo le città di Maccheda, Lachis, Ebron, Iarmut, ed Eglon. Questo capitolo contiene il rapporto del famoso lungo giorno di Giosuè. “Giosuè fece fermare il sole?” E’ la domanda che molti si sono posti, sia scettici che uomini di fede. Più avanti troveremo alcune spiegazioni circa il lungo giorno di Giosuè che ci sono state proposte. Vediamo ora la miracolosa difesa di Gabaon Lo sfondo per tutte le azioni descritte in questo capitolo è il trattato che Giosuè fece con i Gabaoniti. Naturalmente avrebbe potuto non fare questo trattato, ma visto che lo fece si scontrò con gli ostacoli e le conseguenze che esso comportava. Leggiamo i versetti da 1 a 5 di Giosuè 10 1 Quando Adoni-Sedec, re di Gerusalemme, udì che Giosuè aveva preso Ai e l'aveva votata allo sterminio, che aveva trattato Ai e il suo re nel modo in cui aveva trattato Gerico e il suo re, che gli abitanti di Gabaon avevano fatto la pace con gl'Israeliti ed erano in mezzo a loro, 2 fu tutto spaventato. Infatti Gabaon era una città grande come una delle città regali, anche più grande di Ai, e tutti gli uomini suoi erano valorosi. 3 Perciò Adoni-Sedec, re di Gerusalemme, mandò a dire a Oam re di Ebron, a Piram re di Iarmut, a Iafia re di Lachis e a Debir re di Eglon: 4 “Salite da me, soccorretemi e noi batteremo Gabaon, perché ha fatto la pace con Giosuè e con i figli d'Israele”. 5 Cinque re degli Amorei, il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Lachis e il re di Eglon si radunarono, salirono con tutti i loro eserciti, si accamparono di fronte a Gabaon e l'attaccarono. (Giosuè 10:1-5) Questi re seppero del trattato che i Gabaoniti avevano fatto con Israele e si mossero contro di loro per distruggerli. Vediamo la reazione dei Gabaoniti nei versetti da 6 a 11 di Giosuè 10: 6 Allora i Gabaoniti mandarono a dire a Giosuè, all'accampamento di Ghilgal: “Non negare ai tuoi servi il tuo aiuto; affréttati a salire da noi, liberaci, soccorrici, perché tutti i re degli Amorei che abitano la regione montuosa si sono radunati contro di noi”. 7 Giosuè dunque salì da Ghilgal, con tutta la gente di guerra e con tutti gli uomini segnalati per valore. 8 E il SIGNORE disse a Giosuè: “Non li temere, perché io li ho dati in tuo potere; nessuno di loro potrà resistere di fronte a te”. 9 Così Giosuè piombò loro addosso all'improvviso: aveva marciato tutta la notte da Ghilgal. 10 E il SIGNORE li mise in rotta davanti a Israele, che inflisse loro una grande sconfitta presso Gabaon, li inseguì per la via che sale a Bet-Oron, e li batté fino ad Azeca e a Maccheda. 11 Mentre fuggivano davanti a Israele ed erano alla discesa di Bet-Oron, il SIGNORE fece cadere dal cielo su di loro delle grosse pietre fino ad Azeca, ed essi perirono: quelli che morirono per le pietre della grandinata furono più numerosi di quelli che i figli d'Israele uccisero con la spada. (Giosuè 10:6-11) Cosa fanno quindi questi Gabaoniti? Mandano un messaggio di S.O.S. a Giosuè. “Aiutaci presto”. Sembra che questa volta Giosuè consultò l’Eterno, perché troviamo scritto che il Signore incoraggiò Giosuè ad andare in battaglia promettendogli il Suo aiuto. Giosuè andò in loro soccorso per alcune ragioni. Primo, perchè a causa del trattato si sentiva obbligato; e in secondo luogo, dopo tutto, era stato chiamato a togliere di mezzo le popolazioni nemiche in questo territorio. Così i suoi soldati lo seguirono. Egli usò la tattica dell’attacco a sorpresa e Dio mise in rotta i nemici davanti a Israele. Ma proseguiamo la lettura dei versetti da 12 a 14 di Giosuè 10: 12 Allora Giosuè parlò al SIGNORE, il giorno che il SIGNORE diede gli Amorei in mano ai figli d'Israele, e disse in presenza d'Israele: “Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d'Aialon!” 13 E il sole si fermò, e la luna rimase al suo posto, finché la nazione si fu vendicata dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro del Giusto? E il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero. 14 E mai, né prima né poi c'è stato un giorno simile a quello, nel quale il SIGNORE abbia esaudito la voce di un uomo; perché il SIGNORE combatteva per Israele. (Giosuè 10:12-14) E’ venuto il momento di vedere le varie interpretazioni sul lungo giorno di cui si parlava all’inizio del capitolo. Possiamo esaminare 6 punti 1) alcuni hanno l’abitudine di evitare di dare interpretazioni. Essi ignorano completamente il fatto come se non valesse la pena di commentarlo; 2) alcuni considerano la frase come un linguaggio poetico e ciò permette loro di non usare una interpretazione letterale escludendo così completamente il miracolo dall’accaduto. Coloro che adottano questo atteggiamento prendono ad esempio Giudici 5:20 “Dai cieli si combatté: gli astri, nel loro corso combatterono contro Sisera”. E’ pericoloso adottare 3) 4) 5) 6) l’interpretazione poetica poiché non abbiamo informazioni sufficienti per affrontarla con sicurezza e inoltre ciò ci porta al vecchio luogo comune che dice che il linguaggio poetico sovente è una prosaica bugia; alcuni lo descrivono un miracolo di rifrazione. L’accento è posto sul versetto 13; alcuni adottano la posizione che Dio fermò l’intero sistema solare. Essi considerano il giorno di Giosuè di 23 ore e 20 minuti. Gli altri 40 minuti si ricavano in 2° Re 20:8/11, dove il sole fu fatto retrocedere di 10 gradini come segno per Ezechia che la sua vita sarebbe stata allungata; alcuni adottano la posizione che Dio oscurò il sole e non lo fece risplendere. Una versione traduce “O sole aspetta in Gabaon”, un’altra nelle note mette “O sole sii muto”. Alcuni studiosi della sacra scrittura assumono questa posizione. Giosuè dovette fare una marcia forzata per tutta la notte (circa 60 Km) per attaccare i nemici alle spalle e piombare repentinamente su di loro. Era luglio, con circa 45 gradi all’ombra, e non c’era ombra. Giosuè non voleva altro sole, egli voleva la mancanza di sole; la spiegazione migliore sembra essere la combinazione fra le ultime due. Giosuè aveva bisogno di più luce e meno calore. Forse Dio coprì il sole con una burrasca di grandine, rallentò piano piano la terra “Su Gabaon”, come dice il v. 12.; sta ad indicare che il sole si trovava direttamente sopra, perpendicolare su Gabaon e la luna calava nella valle di Aialon. Gabaon è a 31 gradi e 51 di latitudine nord. Questo comunque è un miracolo. Conformemente a quanto disse Giosuè, cap.10:12: “Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d’Aialon!” io credo che Dio fermò l’intero sistema solare per compiere questo miracolo. Il sole divenne inefficace, Giosuè voleva un lasso di tempo maggiore per combattere: così Dio fermò il sistema solare e neutralizzò il calore del sole con qualcosa come una tempesta di grandine. Dio provocò l’arrestarsi del sole tanto da permettere a Giosuè di vincere la sua battaglia. Un certo professore una volta disse “E’ ridicolo pensare che Dio avrebbe fermato l’intero universo per un solo uomo”. Può suonare assurdo per alcuni, ma Dio lo fece. Egli mandò anche il Suo Figlio nel mondo a morire per i peccatori, cosa che fu di granlunga più stupefacente che fermare il sole. Quando Dio fermò il sole dimostrò la sua saggezza e il suo potere. Quando Dio mandò Suo Figlio nel mondo per diventare un uomo e morire sulla croce Egli rivelò il suo amore. Se tu fossi l’unica persona che fosse mai nata, Cristo sarebbe morto per te. Il professore troverà ridicolo anche questo, e lo è. Ma noi abbiamo un’altra parola per tutto questo: Grazia. “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8). Anche oggi che abbiamo letto del lungo giorno, il tempo a mia disposizione è scaduto. Ti do’ appuntamento a domani a continuare a leggere nel libro di Giosuè.
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