E ora prova a misurare il tuo swing

SW ING
Hazeltine Golf
Course, Chaska
(Minnesota)
1991
E O R A , P R O VA A M I S U R A R E I L T U O
D AV I D C A R R E T TA
illustrazioni di
GIACOMO
GAMBINERI
Esiste il movimento
perfetto? I golfisti ci
sperano, studiano,
trovano il loro guru di
riferimento. Ma copiare
non basta, altrimenti
tutti sarebbero grandi
giocatori. Quindi? La
parola a due iperesperti
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ADDRESS
Schiena dritta, gambe leggermente
piegate, peso distribuito
su entrambi i piedi, corpo
allineato alla direzione
del colpo. L’impugnatura
è il fattore determinante.
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S TAC C O D E L B A S TO N E
Nei primi 10 cm di swing si
determina il resto della rotazione.
«Mani, braccia, pancia
e petto si muovono insieme»:
il campione Nick Faldo diceva
che se non si parte così,
«good luck» con tutto il resto.
«Negli anni Novanta fui
incaricato dalla PGA europea di fare una ricerca sull’evoluzione dello
swing, dalla prima testimonianza scritta del 1687
fino alle più moderne metodologie d’insegnamento. Da allora poco è
cambiato, salvo abbigliamento e materiale: i giocatori sono più liberi
nei movimenti perché non usano più giacca e cravatta, ma la polo e bastoni con shaft in grafite. Il gesto che serve per colpire la palla non è
cambiato molto. Lo swing si compone di due blocchi fondamentali: i
piccoli muscoli (mani, polsi, braccia) e i grandi muscoli (gambe, dorsali, addominali). Nel corso del tempo, più che alla forma dello swing, si
è data più enfasi all’uso dei grandi muscoli per creare potenza. Ma la
D O N ATO D I P O N Z I A N O
Presidente della PGA europea, già
direttore tecnico dell’European Golf
Teaching & Coaching Conference,
è direttore del Royal Park
Performance Center ai Roveri
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BACKSWING
Immaginate lo schermo
di un orologio dietro allo swing
(copyright del guru Leadbetter):
quando la faccia del bastone è
sulle ore 8, lo shaft punta verso
l’ombelico. Ruotano le anche
e la schiena, salgono le braccia.
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verità è che, se non sai usare i piccoli muscoli, non giochi a golf lo stesso. La tendenza è uno swing più atletico, ma la prossima evoluzione potrebbe essere qualche marcia indietro. Tra le donne, per esempio, oggi
vincono le coreane che utilizzano soprattutto i piccoli muscoli. In futuro si continuerà a saltare da una preferenza all’altra: grandi muscolipiccoli muscoli-grandi muscoli. Da inventarsi non c’è molto. Lo swing
perfetto è quello che permette a un singolo giocatore di sviluppare tutte le sue potenzialità. La ricerca della migliore tecnica per raggiungere
il massimo del potenziale passa attraverso l’analisi delle peculiarità
individuali. Se non si capisce quali sono, si rischia di creare uno swing
magari ortodosso alla vista, ma non adatto a chi lo esegue. È assurdo
pensare di imitare lo swing di qualcun altro: sarebbe come imitarne la
camminata. Se Rory McIlroy avesse imitato lo swing di Tiger Woods,
probabilmente non avrebbe mai vinto l’ultimo British Open».
S P E C I A L E O P E N D ’ I TA L I A
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DOWNSWING
È la fase discendente dello swing,
la parte bassa del corpo “tira”
la parte alta per riportarla,
con un’accelerazione progressiva,
verso la palla. È una questione
di ritmo: la regola è “non c’è fretta”.
APICE DEL BACKSWING
Il corpo è carico, la torsione
del corpo è completa, il peso
è più spostato sul piede destro.
Le mani sono sopra la spalla
destra. Il bastone è parallelo al
terreno e guarda verso il bersaglio.
LaPresse (2) — Phil Sheldon/Popperfoto/Getty Images (1)
a cura di
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I M PAT TO
È il momento della verità,
il punto di massima accelerazione.
La pallina va “attraversata” e non
soltanto colpita. La parte bassa del
corpo anticipa la parte alta, le mani
sono davanti alla testa del bastone.
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RELASE
Le braccia si distendono, il corpo
gira in direzione del bersaglio.
Secondo Jack Nicklaus,
è il momento dello swing in cui
la testa del bastone è il più lontano
possibile dalla spalla sinistra.
«Gli americani avevano provato a creare
lo swing perfetto. Un
computer aveva sintetizzato gli elementi di
tutti i migliori giocatori al mondo. Ma alla fine in gara non si riesce a giocare bene con il
“perfect swing”. Sono i macchinari che si usano adesso ad aver
cambiato lo swing negli ultimi anni: alcune vecchie credenze – in
particolare che la palla parte secondo la traiettoria del bastone –
sono state smentite da macchinari sofisticati, spingendo verso un
gioco molto più fisico. Ma molti giocatori si ispirano ancora a Ben
Hogan e ai colpi di 50 anni fa. Per il futuro, a livello di swing, quello che è stato scoperto è stato scoperto. Ci saranno fisici sempre
ALBERTO BINAGHI
Professionista dal 2006, ha giocato 14
stagioni nel Tour Europeo, è direttore
tecnico della squadra maschile
della Federazione Italiana Golf,
coach e caddy di Matteo Manassero
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FOLLOW TROUGH
Il corpo si distende per ritrovare
la posizione eretta, il peso
è al 95 per cento sul piede sinistro,
il corpo è ruotato verso il bersaglio.
FINISH
La stabilità del finish – equilibrio
(quanti secondi riesci a stare
in questa posizione?), braccia
dietro la spalla sinistra, corpo
al bersaglio – è l’indicatore finale
della correttezza dello swing.
più forti, associati a buone tecniche. Il futuro sarà fatto di giocatori bravi, ma anche preparati fisicamente: dei cloni di Tiger Woods,
che è stato il primo ad aver unito una tecnica perfetta e un fisico notevole. Lo swing perfetto è quello che va bene al singolo giocatore, anche nel gioco corto: c’è chi utilizza i polsi e chi li blocca.
Ma quel che conta è il risultato in gara sotto tensione. In gara, non
faccio il maestro di Manassero: sono suo amico e confidente. Quando faccio il caddy, faccio il caddy: la mia presenza lo tranquillizza.
Raramente gli do suggerimenti sullo swing, a meno che non veda
qualcosa di eclatante. Al British Open, il terzo giorno di gara, stava giocando un po’ troppo in difesa, stava frenando sulla palla.
Gli ho suggerito di essere più aggressivo all’impatto e di lasciare
passare il corpo. Ha funzionato con il 68 che lo ha riportato ai vertici della classifica».
S P E C I A L E O P E N D ’ I TA L I A
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