2014 METAFORE (CN) Con il contributo Assistenza tecnica CONCERTi Si ringraziano Domenica 16 novembre ore 17.30 Gian Maria Bonino fortepiani: Pleyel 1831, Broadwood 1845 Mostra sonora di fortepiani d'epoca (1820 - 1850) delle case francesi più importanti: Boisselot, Erard, Pape, Pleyel sabato 22 novembre ore 17.30 Andrea Bertino violino Daniele Gatto fortepiani: anonimo Vienna 1810, Boisselot 1849 Mercoledì 26 novembre ore 17 “Papillons" musica e parole Daniele Gatto fortepiano Alliance française progetto scuola: lettura di poesie in francese sabato 29 novembre ore 17.30 Milena Punzi violoncello Fabio Volpi fortepiani: Pleyel 1831,Weiss 1830 sabato 13 Dicembre ore 21 Coro della Maddalena ignazio Viola chitarra Gian Maria Bonino fortepiano carré Pleyel 1832 ingresso ai concerti €. 5 Il suono rItrovato la magia del fortepiano in Europa la mostra verrà inaugurata domenica 16 novembre alle 11.30, sarà visitabile fino al 14 dicembre tutti i giorni nel seguente orario: ore 10 / 12,30 e ore 15.30 / 18.30 Nei giorni martedì, giovedì, sabato e domenica, saranno eseguite brevi sessioni concertistiche per consentire l’ascolto del suono dei fortepiani. Per le scuole visite guidate prenotando con mail a: [email protected] [email protected] I fortepiani in esposizione fanno parte della collezione del M.Gian Maria Bonino e di altri collezionisti francesi ingresso alla mostra €. 2 alba - Chiesa di san domeniCo dal 15 novembre al 14 dicembre 2014 A ccostarsi ad un mondo sonoro che non ci appartiene più, aiuta a comprendere quanto questi strumenti furono mezzo e insieme fonte di ispirazione per i lavori dei grandi maestri del passato, dai classici viennesi, ai primi romantici, sino a giungere ad un passato più vicino a noi. E non solo: la diversità dell’approccio tecnico alla tastiera, le meccaniche più semplici, la leggerezza al tatto, la dolcezza del tocco, sono le caratteristiche che aiutano ad interpretare più coerentemente le indicazioni sugli spartiti, talvolta apparentemente problematiche e di difficile interpretazione che si evidenziano in gran parte della letteratura pianistica. O ggi viviamo in un’epoca di globalizzazione, in cui generalmente il pianista, l’interprete, ha come punto di riferimento una tipologia di suono perfetto e il più possibile omogeneo, che permetta una certa tranquillità e sicurezza al momento dell’esecuzione. Con il pianoforte moderno si può eseguire qualsiasi genere musicale. in passato la situazione era molto diversa: basti pensare all’associazione spontanea di un tipo di strumento con un compositore, per esempio Mozart con Walter, Haydn con Schantz, Beethoven e Schubert con Graf, Chopin con Pleyel, Liszt con Erard, Brahms con Bösendorfer. Importanza del recupero storico-artistico dei Fortepiani C onfrontare i suoni e le tecniche costruttive degli strumenti musicali permette di capire le differenze sostanziali e storiche tra i pianoforti, (denominati nei primi cinquant’anni del XiX secolo: fortepiani), tutt’ora conservati, dell’epoca dei grandi Maestri. Si pensi, a questo proposito, ai fortepiani Stein e Walter di Mozart, dal timbro argentino, ancora cembalistico, o al suono prolungato e patetico degli Schantz e dei Graf dell’età di Beethoven, o al timbro incorporeo e velato dei fortepiani Pleyel, Erard e Boisselot, attraverso i quali “la fantasia dei romantici si alzava in volo verso mondi meravigliosi” (R. Steglich). L’intima relazione fra suono e stile dell’opera conferisce allo strumento “caro nume tutelare di ogni musicista”, l’attitudine ad esprimere ogni sentimento personale. Queste parole, che Paumgartner scrisse nel 1943, con lungimirante intuito dell’interesse e dell’inaspettato sviluppo che questo tema nei decenni successivi avrebbe avuto nel mondo musicale, possono stimolare alcune considerazioni sul recupero degli strumenti originali. In che modo è tutto questo, dunque, istruttivo? T utti i fortepiani presentano diversi caratteri di liuteria costruttiva e mettono in evidenza la differenza ed il carattere timbrico tra strumento e strumento. Le caratteristiche delle diverse scuole costruttive, addirittura tra strumenti della stessa bottega, magari terminati a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro stimolano la fantasia e la maestria dell’interprete, tanto che la stessa opera, eseguita su due strumenti differenti, suona diversamente. P ertanto uno dei principali motivi di interesse che noi oggi possiamo avere nei confronti dei fortepiani sia proprio questo: riscoprire le diversità del suono e le sue potenzialità come chiave di lettura, tenendo presente che oggi eseguire un brano di questi autori con uno strumento moderno, potrebbe costituire un “falso storico”.
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