spazzatura efiori N°3 MAGGIO2014 LUCA CENCI qualche notizia dal MIC 4.0ROSSANA ROSSI per fare memoriaGIULIA STORIALES e CESARE BOVI c.b. per una coop rock 'n rollBRUNO MARCHIO festambienteMICHELE ORIOLI il lavoro in cooperativaPETRA TOMPOS e RITA BERSELLINI tanti saluti da emc2G.B. alla fine editorialePETRA TOMPOS foto. Qualche notiza dal MIC 4.0 luca cenci ...E UN PO' DI RAGIONAMENTI SUI GIORNI NOSTRI Scrivo questo articolo in un tempo strano fatto di ideali, di fede, di uomini ma soprattutto di speranza. E’ appena finita Pasqua col suo carico di lungimiranti attese e tra poco sarà il 25 Aprile Festa della Liberazione e poco più in là la Festa dei Lavoratori, il 1 Maggio. In poco più di 10 giorni troviamo racchiuso quanto di più bello e sorprendente la nostra cultura e la nostra storia, la nostra Tradizione – quella con la T maiuscola – ci ha lasciato in eredità. Sono parole e suoni di vita e di coraggio ma anche di fatica e tribolazione, sono i principi fondanti della nostra costituzione italiana ma soprattutto, almeno spero, della nostra etica personale. Sono l’eredità che vorrei lasciare intatta ai miei figli, senza sciuparla con una vita che spesso scivola via su binari di tutt’altro spessore. Ma scrivo questo articolo anche in un tempo strano per la nostra cooperativa, anch’esso fatto di luci e grandi slanci ma anche di ombre e di presagi tenebrosi. E anche per noi vorrei fosse un tempo soprattutto di speranza. Così, forse un po’ per la pioggia di questi giorni e per qualche squarcio improvviso di azzurro, mi è tornata in mente la prima pagina di un libro che mi ha affascinato tanti e tanti anni fa, e che più volte ho tirato fuori in occasioni più svariate, per farmi ridonare un po’ di speranza. Questa è una di quelle occasioni: il libro si intitola, ancora oggi, “Un ponte sull’eternità” e lo scrittore è Richard Bach; l’inizio fa così: “Si pensa, talvolta, che di draghi non ce n’è più neanche uno. E neppure di prodi cavalieri. E neppur l’ombra di una principessa che vaghi per foreste misteriose, incantando col suo sorriso cerbiatti e farfalle. Pensiamo, talvolta, che la nostra sia un’età senza più frontiere, senza più avventure. Il destino è al di là dell’orizzonte; quelle ombre che passavano al galoppo, rilucenti, si sono ormai dileguate. Che bello, sbagliarsi! Principesse e cavalieri, incantesimi e draghi, avventura e mistero… non solo son qui pure adesso, ma son tutto quel che c’è e c’è sempre stato! Nel nostro secolo, hanno mutato d’abiti, s’intende. I draghi indossano uniformi , oggi, vanno in giro in assetto da guerra, in tenuta da pronto intervento. I demoni della società, stridendo, piombano su di noi se solleviamo gli occhi da terra, se ci azzardiamo a svoltare a destra laddove ci hanno ordinato di girare a sinistra. Talmente astute si son fatte le false apparenze che principesse e cavalieri possono celarsi gli uni alle altre, possono celarsi persino a sé medesimi. E tuttavia maestri di realtà vengono ancora a noi, in sogno, a dirci che non abbiamo giammai perduto lo scudo che occorre contro i emc2 onlus draghi, che sta in noi cambiare il mondo come ci pare e piace. L’intuito non mentisce allorché ci bisbiglia: Non sei polvere, tu sei magia!” E per quanto riguarda il MIC, nulla da dire? Guardate, è proprio in momenti come questi che chi ha la responsabilità di tracciare la strada su cui corre la cooperativa, dovrebbe cercare al di fuori gli spunti e gli stimoli per scegliere la rotta, e il corso di management cooperativo che ho avuto la fortuna di seguire grazie alla nostra coop, è davvero un grande aiuto. Ho cercato, per quel che potevo, di portare un po’ di quello che ho sentito all’interno della cooperativa, anche e non solo attraverso queste pagine. Ho cercato di farlo senza avere la pretesa di insegnare nulla ma con la certezza che tutti noi abbiamo tanto bisogno di imparare e dobbiamo avere la voglia e l’umiltà di farlo. Vi riporto un passo di un articolo di Mario Mazzoleni, professore dell’Università Bocconi di Milano, che parla dei manager cooperativi e che alcuni di voi hanno già avuto tra le mani e sul quale potremo avere occasione di tornare anche in futuro: “Attraverso lo stile partecipativo, il manager cooperativo migliora le relazioni con i propri collaboratori, aumenta la creatività e la produttività delle persone che lavorano per la cooperativa e genera un forte meccanismo di affiliazione e riconoscimento. Il risultato è un ambiente organizzativo in cui prevalgono la fiducia e la collaborazione, dove si realizza di fatto l’ideale cooperativo secondo cui l’impresa è la persona che vi opera e, infine, dove migliora l’efficienza organizzativa e aumenta la produttività dell’impresa.(…) In questo senso, le cooperative hanno una marcia in più poiché nascono naturalmente predisposte alla partecipazione e alla valorizzazione delle risorse che la compongono, due elementi imprescindibili alla formazione di una cultura organizzativa in grado di sfruttare a pieno le potenzialità delle proprie risorse.” E’ un modo di intendere la cooperazione che trovo molto in sintonia con la vision di tanti di noi e che mi auguro davvero sapremo mettere in atto all’interno di EMC2, nonostante le tante difficoltà e resistenze. Dovremo essere un po’ principesse e un po’cavalieri e sperare che un pizzico di magia dia luce ai nostri occhi. 1 Per fare memoria UN PO' DI STORIA Per fare memoria attraverso queste pagine Marene, la figlia del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia il 25 gennaio 1983, ci consegna il ricordo affettuoso di suo padre. "Scrivo per parlare di Gian Giacomo Ciaccio Montalto: era mio padre e vorrei che il suo nome, la persona che era, ed il suo sacrificio non andassero dimenticati. Nato a Milano il 20 Ottobre 1941 da una famiglia di origine siciliana, dopo aver superato il concorso in magistratura venne assegnato alla procura Trapani con le funzioni di sostituto procuratore e benché giovanissimo, in poco tempo diventò la “memoria storica della procura”. Svolse importanti indagini come quelle sugli appalti del Belice e sulla sofisticazione dei vini, spiccando numerosi mandati di cattura verso componenti di famiglie mafiose della zona. Aveva capito quanto Trapani fosse al centro di una fitta rete di commerci illeciti, anche dalla massiccia presenza delle banche, ingiustificata rispetto all’economia arretrata dell’intero territorio. E’ stato il primo a fare sua la legge Rognoni –La Torre, e a capire quanto fossero importanti le indagini bancarie per tracciare la mappa dei flussi di denaro in grado di reggere gli equilibri delicatissimi tra le famiglie mafiose. Sapeva dell’esistenza nei dintorni di Trapani di una importante raffineria di droga, ed era ad un passo dalla sua scoperta. A pochi mesi dalla sua uccisione, e grazie alle informazioni da lui raccolte, fu scoperta e riconosciuta come la più grande raffineria europea. Tutti i colleghi che lo hanno conosciuto, e quelli che hanno stretto rapporti di lavoro anche a distanza, concordano nel ritenere Ciaccio Montalto un pioniere dell’antimafia. Era un uomo timido, schivo, curioso della vita e delle persone, in particolare dei più sfortunati, gli ultimi, verso i quali era capace di slanci di generosità ed amicizia inusuali; privo di pregiudizi o preconcetti, sensibile e desideroso di dare e ricevere quell’affetto che non aveva avuto pienamente dalla sua famiglia, ancorata ad antichi e rigidi principi morali. Colpiva dunque la curiosità, che era vivissima, e che sviluppava in lui una sete incontenibile di conoscenza e di perfezione. Ogni passione era portata all'estremo e veniva condivisa con le persone care: quella per la letteratura, che lo ha spinto dopo la Laurea in Giurisprudenza ad iscriversi alla facoltà di Lettere Antiche, tanto era l'amore verso i classici greci e latini; quella per la musica, curata al punto da scrivere saggi e recensioni sul quotidiano locale in merito alla stagione lirica trapanese; la passione per il mare, nata da una barca a motore e portata avanti con la vela dopo averne provato l'emozione, passione che lo ha visto solcare i mari fino in Turchia e che lo ha visto partecipe di regate fino in Sardegna.. E poi la pesca subacquea, la fotografia: ogni cosa approfondita fino al raggiungimento della perfezione. Tutte 2 rossana rossi queste passioni lo appagavano e facevano di lui una persona speciale. Aveva un sorriso affascinante: oggi più di allora me ne accorgo se mi capita di guardare una delle poche interviste che girano ancora sui vari siti web. Per me era tutto il mondo: la persona che mi ha insegnato a nuotare, che mi ha trasmesso l'amore per la musica, che mi ha avvicinato alla letteratura. Non posso dimenticare la sua voglia di vivere, l’amore che ci ha sempre dimostrato, l’esempio che è stato in tutti i sensi. Nonostante le ripetute minacce aveva sempre rifiutato la scorta, convinto che quando la mafia vuole colpire, colpisce comunque, a prescindere da quante persone possano rimanere coinvolte, e non aveva voluto mettere in pericolo la vita di altri. La notte tra il 24 ed il 25 gennaio 1983, tornando a casa dopo una cena da amici non ha fatto in tempo a scendere dall’auto, freddato da una scarica di proiettili rimbalzati ovunque; il segno è rimasto indelebile sul muro della casa, ed i fori sono visibili ancora oggi. Quella stradina, che in estate ci vedeva correre e giocare, adesso raccoglieva il suo sangue. Il suo corpo è rimasto lì; tra le gambe il thermos di caffè che avrebbe dovuto tenergli compagnia nella lunga notte di lavoro prima dell’udienza del giorno dopo. Nessuno dei vicini ha dato l’allarme, nessuno ha chiamato un’ambulanza, nessuno ha pensato che potesse essere ancora vivo e che avrebbe potuto salvargli la vita. Il corpo è stato trovato, dopo una notte in agonia, solo alla mattina da un pastore che passava per caso. Aveva 41 anni. La notizia della sua morte è stata un trauma. Tutto il mondo che era stato finì; improvvisamente diventammo grandi. A 12 anni assumevo il ruolo di cogenitore, con la paura perenne di perdere anche la mamma perché mi sarei ritrovata sola a gestire due sorelle più piccole. Le minacce non si interruppero con la sua morte; si riversarono sulla famiglia: minacce di rapire me, la figlia più grande. Ho viaggiato con la scorta fino alla fine dell’anno scolastico; quella scorta che mio padre non aveva mai voluto adesso era per me. Dopo l’estate ci trasferimmo a Parma; nostra madre l’aveva scelta per via del Conservatorio (io studiavo musica) e “perché è nel cuore dell’Italia”, come ci ripeteva sempre. Cambiare vita, città, amici non è stato facile, ma non posso lamentarmi se penso quanto può essere stato difficile per nostra madre a soli 40 anni sradicare la famiglia e crescere tre figlie da sola, in una città senza punti di riferimento. E’ lei che ha fatto da collante a tutto; la sua forza è stata la nostra, il suo amore ci ha sempre fatto da scudo, la sua intelligenza è stata un esempio. Quando penso alla persona che vorrei, e potrei ancora diventare, penso a mio padre e penso a mia madre: spero di averne ereditato la forza, l'integrità, l'intelligenza, il profondo senso del dovere. Con questi esempi sono cresciuta e spero un giorno di dimostrarmene degna." Marene Ciaccio Montalto libera associazioni nomi e numeri contro le mafie C.B. per una coop rock 'n roll DIAVOLO BUONO? …siamo all’ombra di un albero a Vigheffio, io fumo il tabacco ma il Cesare mi offre una sigaretta, lui ha un rosso e io una birra… questa intervista inizia sicuramente bene… Il Cesare Bovi cooperativo ha 64 anni, è nonno, ha la voce un po’ roca; quando gli chiedo non mi dice ma mi racconta ed è molto piacevole ascoltarlo, anche perché tante cose di questa cooperativa ancora non le so e mi dispiaccio nel non saperle e Cesare è un pezzo di cooperativa che secondo me può saperle… Il mio intervistato è un DIAVOLO buono…non come quello piccolo di Benigni perché lui è molto più fascinoso…è tipo Al Pacino ne “L’avvocato del diavolo”…peccato che Giordano non sia esattamente Keanu Reeves… Perché lo chiamo diavolo poi si dirà nell’intervista ma sicuramente il primo motivo è che ne ha la bella faccia…gli occhi chiari e taglienti, il pizzetto/baffo da moschettiere.. G: Allora Cesare ci siamo, dimmi un po’ com’è che ci sei arrivato in cooperativa… C: Mi hanno chiamato per sistemare la sede di Fontanellato perché prima era solo una stalla, era il 2008, abbiamo iniziato in settembre e in maggio doveva essere pronta…” G : ma perché, tu prima cosa facevi? C: Io ho lavorato prima come costruttore di pozzi…poi abbiamo messo su un’impresa di costruzioni dove eravamo soci io e Giordano ma abbiamo avuto un po’ di casini e abbiamo dovuto chiudere l’impresa…Giordano è andato per la sua strada e io sono diventato capo cantiere in un’altra impresa.. G: E poi vi siete ritrovati all’Averla…quindi tu eri del mestiere e ne capivi di robe da costruire ma se non sei arrivato con un’impresa con chi lavoravi per sistemare la sede? C: Eh….con gente che in cantiere non ci aveva mai lavorato…non è stato facile, ogni giorno mi mandavano qualcuno…Poi sono arrivati l’Ingegner Cenci e il geometra Franco, i fratelli Abdeltif e Mustapha perché la Cooperativa stava inglobando l’Archigeo (era l’impresa di manutenzione del verde dove lavoravano anche Luca Salsi, Luca Tapinelli, Sergio Veneri, l’Amanda) G: ma siete riusciti a “consegnare” il lavoro per maggio? C: Si siamo riusciti, è stata una grande soddisfazione ma forse, senza voler far polemica che non mi interessa farne, un grande GRAZIE è mancato.. G: ma Cesare, per come ho sentito parlare di te so che sei un “personaggio” importante per il quale credo ci sia una buona considerazione…però, se intuisco bene quello che vuoi dire, hai anche ragione, credo sia importante non dimenticarsi nel tran tran quotidiano e/o generale di esplicitare i grazie e i complimenti quando son meritati…. ma tornando a quando sei entrato in Cooperativa, tu sapevi cosa fosse una Cooperativa? Conoscevi il mondo Cooperativo? Perché anche io, quando sono entrata con il servizio civile, di cooperative non sapevo proprio niente e ne ho imparato un po’ facendo e vivendola.. C: No anche io non sapevo assolutamente niente ed ho imparato a conoscerla vivendola; mi son ritrovato qui. emc2 onlus giulia storiales Finito il lavoro di ristrutturazione son entrato nel verde e all’epoca ho visto che verde e raccolta erano due gruppi divisi…e allora io mi son inventato gli aperitivi.. G: Ahhhhh i famosi aperitivi dell’Averla! e come funzionavano? C: Li facevamo tutti i venerdì, la Cooperativa ci metteva lo spazio e niente più, ognuno portava qualcosa. Le prime volte c’è stato qualcuno che ha esagerato e la Cooperativa lo ha anche fatto presente ma poi siamo riusciti a recuperare e abbiamo continuato…il gruppo si è creato ed è rimasto…e poi mi sono inventato anche le grigliate! G: Adesso parliamo del fatidico momento, lo spartiacque, l’anno zero…la fusione Giunchiglia Averla.. C: Sì, ci son state diverse assemblee in cui se ne discuteva. Io con l’esperienza che avevo da imprenditore ho capito subito che era una buona cosa che si doveva e poteva fare, anche tra i colleghi portavo il mio punto di vista ma c’è un però.. a distanza di un anno e mezzo si è persa un po’ la socialità…c’è qualcuno che ci prova ma è più faticoso. Sicuramente la distanza tra le sedi non aiuta ma sembra manchi un po’ di volontà… G: ho saputo che sei uno tra quelli che hanno preso in affitto quegli appartamenti a Fidenza.. (tramite Legacoop una cooperativa di abitazione ha contattato emc2 chiedendo se alcuni nostri soci erano interessati a diventare affittuari di alcuni appartamenti di nuova costruzione a Fidenza con canone concordato/agevolato e con la possibilità fra 10 anni di riscattare l’appartamento e di diventarne proprietari) C: Sì è un gran bell’appartamento, ci entro la settimana prossima son molto contento.. Questa per esempio è una bella cosa arrivata dalla Coop ma ripeto, aldilà di questi aspetti seppur importantissimi, è fondamentale la relazione e la socialità in una cooperativa altrimenti non va…il gruppo ha salvato tante situazioni…a me ha insegnato a vivere.. G: Cesare come si chiama l’altro tuo figlio? C: Walter, vado da lui tutte le domeniche a pranzo….da Giordano no che mi fa mangiare dell’erba G: Cesare ci vai in chiesa? C: Direi di no…poi sono un 68ttino..son stato parecchio movimentato…e sono ex batterista, suonavo nei DIAVOLI NERI. Sai che son anche uscito con Dori Ghezzi 8 mesi..? …E per me questi son 1000 punti netti…altro che meriti cooperativi….Allora colleghi di Emc2 che flirtate con i vips, vi aspetto per le prossime interviste di spazzatura e fiori.. Sappiate anche che il prossimo evento cooperativo lo organizziamo io e Cesare…si salvi chi può. 3 Festambiente Così lontano così vicino bruno marchio LE FORMICHE INSIEME SPOSTANO UN ELEFANTE Legambiente organizza a Parma il 23, 24 e 25 maggio Festambiente. Festambiente è fatta da tante persone che, come tante formiche che si mettono insieme per spostare l'elefante, stanno mettendo insieme le idee, le forze e la voglia di realizzare qualcosa per se stessi e per gli altri. Festambiente vuole essere un invito alla bellezza. La bellezza della natura in città, dei bambini che giocano, degli animali di campagna, del mangiare sano e... di qualche ora da trascorrere assieme in allegria. Tra l'altro voi proprio voi di Emc2 sarete protagonisti con l'installazione del Ponte Verde, un pop up garden ideato da Petra Tompos, che sarà realizzato su via Bizzozero (chiusa al traffico per l'occasione, sabato 24 maggio). Sarà bello e suggestivo attraversare le strisce pedonali ricoperte da un tappeto di prato e contornate da alberi ... Legambiente, con Festambiente, propone tre giorni di festa popolare, partendo da un aperitivo per l'Europa venerdì, per chiudere in musica domenica verso sera. Non mi resta che segnalarvi gli appuntamenti principali e rinnovarvi l'invito a partecipare, come visitatori o, perchè no?, come volontari. Venerdì 23 maggio Ore 17.00: apertura Mostra "L'impronta del Lupo" Provincia di Parma ore 18.00: Aperitivo per l'Europa (dibattito con i candidati alle elezioni europee) ore 20.30: Docufilm Small Food il cibo dei piccoli : l'esperienza Ortogiardino di Prove di Comunità. A seguire i protagonisti raccontano. Sabato 24 maggio ore 9.30: Installazione del Ponte Verde su via Bizzozero ore 14.30: Festa Rete Laboratorio compiti, con giochi, ludoteche e stand per bambini e non solo. Apertura PalaLupo del Parco Appennino ToscoEmiliano ore 15: Riparabici (laboratorio a cura coop. Cigno Verde) ore 18: "Le formiche insieme spostano un elefante: la Rete Laboratorio Compiti". Dibattito con Comune di Parma, Rete Labocompiti, Legambiente nazionale ore 20.30: selezione docufilm dal Clorofilla 4 Film Festival Domenica 25 maggio ore 10.30: apertura Fattoria Bizzozero (con asini, tacchini parmigiani, galline modenesi e romagnole, maiali neri parmensi) e attrezzi agricoli gli asini "De raglio" (giri e attività per bambini) mercatino a km zero (produttori agricoli locali) ore 18.00: Musica: dj set con musica anni '80 (dj Andrea Gabbi). Tutti i giorni: servizio Bar sotto il portico. *Venerdì dalle 16. Sabato dalle 14. Domenica dalle 10.30. Sabato e domenica dalle 18 alle 20: Torta fritta e salume (a cura Comitato Anziani Bizzozero Solidale) legambiente Il lavoro in cooperativa michele orioli POSSIBILITA' DI INTEGRAZIONE E SOLIDARIETA' Nel mese di maggio la Cooperativa Sociale Emc2 Onlus è stata invitata dall’Università di Parma, facoltà di Economia e Commercio, a partecipare come relatore a un ciclo di seminari riservato a una trentina di studenti neo laureandi dal titolo “ L’IMPRESA COOPERATIVA: PERSONE, VALORI, MERCATO”. Questo invito ci è arrivato affinchè potessimo parlare e raccontare del “nostro caso”, della nostra esperienza, insieme ad altre Case Histories d’eccellenza di Qualità e Comunità. ABBIAMO COME MISSION: L’INSERIMENTO LAVORATIVO DI PERSONE SVANTAGGIATE AI SENSI DELLA LEGGE 381/91 E L’INTEGRAZIONE DELLE FASCE DEBOLI DELLA SOCIETÀ ALL’INTERNO DEGLI AMBITI DI LAVORO IN CUI OPERIAMO. Ebbene si, all’esterno (e parlo anche di mondo universitario!!!!!) siamo visti come una eccellenza, come un esempio di buone prassi. Siamo visti come la Cooperativa Sociale B sub A più grande di Parma, e non solo…, come l’esempio di lungimiranza e maturità che ha portato due realtà a unirsi per mettere insieme risorse, umane e materiali, competenze e capacità per guardare al futuro, per “garantirsi”, per continuare a creare lavoro e occupazione, sviluppo e qualità … sempre tenendo ben presente la nostra Mission e la nostra Vision, rafforzando legami e progetti con le realtà del nostro territorio in uno spirito di welfare comunitario ormai assolutamente necessario per sopperire alle carenze e mancanze che la crisi economica, sociale, politica, valoriale ha creato in questi ultimi anni. L’APPROCCIO RELAZIONALE, LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE IN RETE E DI COLLABORARE CON IL TERRITORIO, È FONDAMENTALE PER IL NOSTRO LAVORO PRESENTE E FUTURO A FRONTE DELLE IMPORTANTI SFIDE CHE CARATTERIZZANO LA NOSTRA SOCIETÀ. Ecco… questo è come vedono Emc2 dall’esterno: una bellissima realtà fatta di uomini e donne che credono nel proprio lavoro, che perseguono l'interesse generale della comunità, che si attivano per la promozione umana e per l’integrazione sociale dei cittadini, per l’accrescimento delle capacità competitive e di qualità per garantire il lavoro e migliori condizioni occupazionali. FRA I NOSTRI PRINCIPI FONDAMENTALI C’È IL PRINCIPIO DELLA PORTA APERTA; “PORTA APERTA” SIGNIFICA INCORAGGIARE I CITTADINI AD ADERIRE ALLA COOPERATIVA SENZA DISTINZIONE DI PROVENIENZA, FEDE RELIGIOSA, DI GENERE. L’INTEGRAZIONE, INTESA IN SENSO AMPIO (LAVORATIVA, UMANA, DI DIFFERENZE) È ELEMENTO E MISSION QUOTIDIANA DEL NOSTRO LAVORO. Per cui il mio invito è quello di ascoltare, di riflettere… ci invitano per tenere una lezione quando invece la lezione ce la fanno loro. REALIZZIAMO LA NOSTRA MISSION PER LA PROMOZIONE UMANA E L’INSERIMENTO SOCIALE DEI CITTADINI ATTRAVERSO ATTIVITÀ LAVORATIVE DI TIPO IMPRENDITORIALE CON LA COOPERAZIONE SOCIALE DI TIPO “B” E CON ATTIVITÀ SOCIOEDUCATIVE PER IL RAMO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE DI TIPO “A”. Sono stato onorato di aver parlato a questi studenti della nostra cooperativa, del nostro lavoro quotidiano e delle nostre eccellenze e sono rimasto stupito dalla reazione della classe che ha manifestato interesse, curiosità anche ammirazione nei confronti del nostro stile e dei risultati raggiunti. emc2 onlus 5 Tanti saluti da Emc2 p.tompos-r.bersellini CARTOLINE ILLUSTRATE La prima settimana di aprile ho partecipato ad un seminario tenuto all’Istituto Cervi. L’AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) ogni anno a primavera tiene la manifestazione “Paesaggi e giardini aperti” durante la quale viene scelto un tema attuale, che fa da filo conduttore per i programmi organizzati in tutto il paese. Quest’anno il tema è stato: “Il progetto di paesaggio come motore di sviluppo economico” e siccome è stato giudicato un argomento interessante ma piuttosto complesso, è stato ideato un workshop di approfondimento da affiancare al programma tradizionale dei “Giardini aperti”. Al seminario partecipavano persone con diversi ruoli, con diverse conoscenze e specializzazioni. Economi che mostravano modelli di stima sul valore di un paesaggio, esempi concreti di sviluppo territoriale e la presentazione dei progetti dei ponti di Calatrava. In realtà non volevo scrivere di economia o paesaggio. Ma volevo condividere i pensieri che mi sono venuti ascoltando gli oratori. La presentazione più interessante è stata quella del Professor Papotti, geografo del Università di Parma, che ha discusso della valorizzazione e della comunicazione del paesaggio. Il Professore ha spiegato come, attraverso vari metodi di comunicazione, fosse possibile aumentare il valore del territorio, portando come primo esempio, le cartoline. Prima che si trasformassero in un oggetto quasi esclusivamente collegato al turismo facendo riferimento solo ad una breve permanenza sul luogo, in passato in realtà sono stati elementi importanti di racconto. Si usavano per presentare un posto dove si viveva alle persone care rimaste lontane. Venivano raffigurati paesaggi, monumenti ed anche cibi locali qualche volta. Venivano scelti elementi caratteristici del posto, per mostrare la sua particolarità, la sua unicità. A questo punto mi è venuta in mente una discussione fatta con Giordano qualche giorno prima sull’identità della cooperativa. Lui infatti si “lamentava” di come la coop avesse perso il suo carattere, del fatto che non esista una parola che descriva l’EMC2. Provavo ad immaginare un’ipotetica cartolina di EMC2. Cosa metterei in un foglio grande appena 10*15 cm che rappresentasse una selezione di eccellenza? I nostri prodotti? I nostri servizi? Sono rappresentativi? Sono unici? Poi ho pensato al nostro logo, che tutto sommato è l’essenza della cooperativa tradotta in immagine. Ma basterebbe? mi domandavo, mi 6 rispondeva il sociologo Sig. Ferraresi dell’Università Lulm, lui sosteneva che il prodotto, il servizio, il logo non è più così importante come qualche anno fa. Il mercato soprattutto oltre oceano, diffonde sempre di più la strategia “fairy tale” marketing. Interessano le storie, il passato, da dove si viene, che scelte sono state prese, che percorso si è fatto per arrivare qui… Allora perché non mettere sulla cartolina immaginaria proprio NOI? Lavoratori, soci, partecipanti attivi nella vita della cooperativa. Che riusciamo a raccontare l’inizio, che con il lavoro quotidiano contribuiamo alla costruzione, allo sviluppo. Perché ogni persona con la sua lingua, con la sua esperienza, modo di pensare e con principi con cui vive colora la cooperativa. Si potrebbe pensare, che questo mix di differenze sia una debolezza, ma in realtà come accade in natura: un ecosistema con una diversità biologica maggiore è più stabile, più resistente nell’affrontare ogni imprevisto, così è anche per l’EMC2 questi mille colori danno la forza per il continuo rinnovo. COME VALORIZZARE LE EX BORSE LAVORO Colleghi e amici! Avete mai sentito parlare di Giulia?! Sì sì, proprio la Giulia Storiales, quella bella ragazza dai capelli lunghi e mori. Ho iniziato come borsa lavoro in cooperativa nel 2012 e la prima esperienza fu l'isola ecologica di Felino. Mi trovai bene fin dall'inizio: un'accoglienza vera e propria, così come si accoglie una persona che ha bisogno di empatia e solidarietà. Ma chi non si troverebbe bene con il mitico 'Vittorione', o il 'Gigante Buono' come lo chiamavo io?! Dopo 4 mesi la 'Coop' mi diede la possibilità di sperimentarmi in altri settori; accettai e così andai nei laboratori di Vigheffio. Che splendore Vigheffio, che paradiso, che verde e che pace. Splendore ideato e creato da persone che credevano nella cooperazione! E vogliamo parlare delle grigliate sotto le fronde degli alberi con tutti i soci? E' passato il tempo e a dicembre Giulia, quella bella ragazza dai capelli lunghi e mori, mi propose di tenere un corso di cucito come 'docente'...credo di aver strabiliato gli occhi, in quanto non avevo mai cucito a mano. Il corso è iniziato a febbraio, e alla fine di maggio avremo concluso un percorso che sta dando grandi soddisfazioni ai corsisti; ma la soddisfazione più grande credo di averla avuta io: EMC2 mi ha dato la possibilità di 'misurarmi' e ricevere stima da chi ha creduto in me. Un sentito ringraziamento ed abbraccio a tutti. emc2 onlus Alla fine editoriale DI ESSERI DIVERSI Nana korobi ya oki, in giapponese significa "Sette volte cado otto mi rialzo". La cooperativa si è trovata diverse volte ormai a rinventarsi, a districarsi in un mondo che non è costruito pensando alla mutualità, ma pensato per la competizione. In questo numero si parla di diavoli, di formiche, di elefanti, di draghi, di cavalieri e principesse, si parla dell' eterogeneità della Cooperativa. Emc2 nasce, nelle intenzioni, per essere produttrice di energia cooperativa, oggi è soprattutto consumatrice ( anche un po' sprecona) di questa energia. Quando si è stanchi si cade, ci si riposa, ci si rinfocilla e ci si rialza. L'energia dovrebbe essere prodotta dalla forza che scaturisce dal lavoro condiviso dei protagonisti che eterogeneamente la compongono, siano essi elefanti fomiche principesse o diavoli, così ognuno mette un pezzo e si costruisce un insieme. Oggi sembra che il problema principale sia che forma dare a questo insieme, e credo che questa sia anche la causa principale di perdita di energia. Sette volte cado otto mi rialzo. Forse basta guardare da dove nasce la cooperazione, per capire meglio da dove veniamo, analizzare il nostro presente, per capire meglio chi siamo e provare ad inventare il futuro per decidere che forma dare all'insieme. Formare un insieme unico ma ricco delle differenze dovrebbe essere l'obiettivo condiviso che come una dinamo crea l'energia di cui si alimenta. Più si condivide più si genera. E allora è tempo di rafforzare quegli spazi che già esistono in cooperativa per sviluppare quel potenziale già -g.b.- presente e che è fatto da tutti quegli esseri che la compongono e che hanno forme strane e diverse, e sarebbe bello fare nostro un modello antispecista in cui tutte le nostre forme possano coesistere. Ma se ciò non sarà possibile dovremo comunque andare avanti e operare quelle scelte necessarie affinché ci sia l'energia per accendere la luce che illuminandoci ci renda chiara la strada da percorrere e ci consenta di vedere bene in faccia chi sono i nostri compagni di strada. Sette volte cado otto mi rialzo. Tenendo bene presente che nessuno è in grado di rialzare Emc2 da solo, e chi crede di riuscirci di averne la forza, dovrebbe imparare bene dalle formiche di cui parla Bruno. Perciò oggi è il momento buono per inventarsi di nuovo e rialzarsi, consapevoli che ogni volta che ci si ferma si può sempre ripartire. Nana korobi ya oki.
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