scarica il numero di maggio 2014

spazzatura
efiori
N°3 MAGGIO2014
LUCA CENCI qualche notizia dal MIC 4.0­ROSSANA ROSSI per
fare memoria­GIULIA STORIALES e CESARE BOVI c.b. per una
coop rock 'n roll­BRUNO MARCHIO festambiente­MICHELE
ORIOLI il lavoro in cooperativa­PETRA TOMPOS e RITA
BERSELLINI tanti saluti da emc2­G.B.­ alla fine
editoriale­PETRA TOMPOS foto.
Qualche notiza dal MIC 4.0
luca cenci
...E UN PO' DI RAGIONAMENTI SUI GIORNI NOSTRI
Scrivo questo articolo in un tempo strano fatto di
ideali, di fede, di uomini ma soprattutto di
speranza. E’ appena finita Pasqua col suo carico di
lungimiranti attese e tra poco sarà il 25 Aprile
Festa della Liberazione e poco più in là la Festa dei
Lavoratori, il 1 Maggio. In poco più di 10 giorni
troviamo racchiuso quanto di più bello e
sorprendente la nostra cultura e la nostra storia,
la nostra Tradizione – quella con la T maiuscola –
ci ha lasciato in eredità. Sono parole e suoni di vita
e di coraggio ma anche di fatica e tribolazione,
sono i principi fondanti della nostra costituzione
italiana ma soprattutto, almeno spero, della nostra
etica personale. Sono l’eredità che vorrei lasciare
intatta ai miei figli, senza sciuparla con una vita
che spesso scivola via su binari di tutt’altro
spessore. Ma scrivo questo articolo anche in un
tempo strano per la nostra cooperativa, anch’esso
fatto di luci e grandi slanci ma anche di ombre e di
presagi tenebrosi. E anche per noi vorrei fosse un
tempo soprattutto di speranza. Così, forse un po’
per la pioggia di questi giorni e per qualche
squarcio improvviso di azzurro, mi è tornata in
mente la prima pagina di un libro che mi ha
affascinato tanti e tanti anni fa, e che più volte ho
tirato fuori in occasioni più svariate, per farmi
ridonare un po’ di speranza. Questa è una di
quelle occasioni: il libro si intitola, ancora oggi,
“Un ponte sull’eternità” e lo scrittore è Richard
Bach; l’inizio fa così: “Si pensa, talvolta, che di
draghi non ce n’è più neanche uno. E neppure di
prodi cavalieri. E neppur l’ombra di una
principessa che vaghi per foreste misteriose,
incantando col suo sorriso cerbiatti e farfalle.
Pensiamo, talvolta, che la nostra sia un’età senza
più frontiere, senza più avventure. Il destino è al di
là dell’orizzonte; quelle ombre che passavano al
galoppo, rilucenti, si sono ormai dileguate. Che
bello,
sbagliarsi!
Principesse
e
cavalieri,
incantesimi e draghi, avventura e mistero… non
solo son qui pure adesso, ma son tutto quel che c’è
e c’è sempre stato! Nel nostro secolo, hanno
mutato d’abiti, s’intende. I draghi indossano
uniformi , oggi, vanno in giro in assetto da guerra,
in tenuta da pronto intervento. I demoni della
società, stridendo, piombano su di noi se
solleviamo gli occhi da terra, se ci azzardiamo a
svoltare a destra laddove ci hanno ordinato di
girare a sinistra. Talmente astute si son fatte le
false apparenze che principesse e cavalieri possono
celarsi gli uni alle altre, possono celarsi persino a
sé medesimi. E tuttavia maestri di realtà vengono
ancora a noi, in sogno, a dirci che non abbiamo
giammai perduto lo scudo che occorre contro i
emc2 onlus
draghi, che sta in noi
cambiare il mondo come
ci pare e piace. L’intuito
non mentisce allorché ci
bisbiglia: Non sei polvere,
tu sei magia!”
E per quanto riguarda il
MIC, nulla da dire?
Guardate, è proprio in
momenti come questi che
chi ha la responsabilità di tracciare la strada su
cui corre la cooperativa, dovrebbe cercare al di
fuori gli spunti e gli stimoli per scegliere la rotta, e
il corso di management cooperativo che ho avuto la
fortuna di seguire grazie alla nostra coop, è
davvero un grande aiuto. Ho cercato, per quel che
potevo, di portare un po’ di quello che ho sentito
all’interno della cooperativa, anche e non solo
attraverso queste pagine. Ho cercato di farlo senza
avere la pretesa di insegnare nulla ma con la
certezza che tutti noi abbiamo tanto bisogno di
imparare e dobbiamo avere la voglia e l’umiltà di
farlo. Vi riporto un passo di un articolo di Mario
Mazzoleni, professore dell’Università Bocconi di
Milano, che parla dei manager cooperativi e che
alcuni di voi hanno già avuto tra le mani e sul
quale potremo avere occasione di tornare anche in
futuro: “Attraverso lo stile partecipativo, il manager
cooperativo migliora le relazioni con i propri
collaboratori,
aumenta
la
creatività
e
la
produttività delle persone che lavorano per la
cooperativa e genera un forte meccanismo di
affiliazione e riconoscimento. Il risultato è un
ambiente organizzativo in cui prevalgono la fiducia
e la collaborazione, dove si realizza di fatto l’ideale
cooperativo secondo cui l’impresa è la persona che
vi opera e, infine, dove migliora l’efficienza
organizzativa
e
aumenta
la
produttività
dell’impresa.(…) In questo senso, le cooperative
hanno una marcia in più poiché nascono
naturalmente predisposte alla partecipazione e alla
valorizzazione delle risorse che la compongono,
due elementi imprescindibili alla formazione di una
cultura organizzativa in grado di sfruttare a pieno
le potenzialità delle proprie risorse.”
E’ un modo di intendere la cooperazione che trovo
molto in sintonia con la vision di tanti di noi e che
mi auguro davvero sapremo mettere in atto
all’interno di EMC2, nonostante le tante difficoltà e
resistenze. Dovremo essere un po’ principesse e un
po’cavalieri e sperare che un pizzico di magia dia
luce ai nostri occhi.
1
Per fare memoria
UN PO' DI STORIA
Per fare memoria attraverso
queste pagine Marene, la
figlia del giudice Gian
Giacomo Ciaccio Montalto,
ucciso dalla mafia il 25
gennaio 1983, ci consegna il
ricordo affettuoso di suo
padre.
"Scrivo per parlare di Gian
Giacomo Ciaccio Montalto:
era mio padre e vorrei che il suo nome, la persona che era, ed
il suo sacrificio non andassero dimenticati. Nato a Milano il
20 Ottobre 1941 da una famiglia di origine siciliana, dopo
aver superato il concorso in magistratura venne assegnato
alla procura Trapani con le funzioni di sostituto procuratore
e benché giovanissimo, in poco tempo diventò la “memoria
storica della procura”. Svolse importanti indagini come quelle
sugli appalti del Belice e sulla sofisticazione dei vini,
spiccando numerosi mandati di cattura verso componenti di
famiglie mafiose della zona. Aveva capito quanto Trapani
fosse al centro di una fitta rete di commerci illeciti, anche
dalla massiccia presenza delle banche, ingiustificata rispetto
all’economia arretrata dell’intero territorio. E’ stato il primo a
fare sua la legge Rognoni –La Torre, e a capire quanto fossero
importanti le indagini bancarie per tracciare la mappa dei
flussi di denaro in grado di reggere gli equilibri delicatissimi
tra le famiglie mafiose. Sapeva dell’esistenza nei dintorni di
Trapani di una importante raffineria di droga, ed era ad un
passo dalla sua scoperta. A pochi mesi dalla sua uccisione, e
grazie alle informazioni da lui raccolte, fu scoperta e
riconosciuta come la più grande raffineria europea. Tutti i
colleghi che lo hanno conosciuto, e quelli che hanno stretto
rapporti di lavoro anche a distanza, concordano nel ritenere
Ciaccio Montalto un pioniere dell’antimafia. Era un uomo
timido, schivo, curioso della vita e delle persone, in
particolare dei più sfortunati, gli ultimi, verso i quali era
capace di slanci di generosità ed amicizia inusuali; privo di
pregiudizi o preconcetti, sensibile e desideroso di dare e
ricevere quell’affetto che non aveva avuto pienamente dalla
sua famiglia, ancorata ad antichi e rigidi principi morali.
Colpiva dunque la curiosità, che era vivissima, e che
sviluppava in lui una sete incontenibile di conoscenza e di
perfezione. Ogni passione era portata all'estremo e veniva
condivisa con le persone care: quella per la letteratura, che lo
ha spinto dopo la Laurea in Giurisprudenza ad iscriversi alla
facoltà di Lettere Antiche, tanto era l'amore verso i classici
greci e latini; quella per la musica, curata al punto da
scrivere saggi e recensioni sul quotidiano locale in merito alla
stagione lirica trapanese; la passione per il mare, nata da
una barca a motore e portata avanti con la vela dopo averne
provato l'emozione, passione che lo ha visto solcare i mari
fino in Turchia e che lo ha visto partecipe di regate fino in
Sardegna.. E poi la pesca subacquea, la fotografia: ogni cosa
approfondita fino al raggiungimento della perfezione. Tutte
2
rossana rossi
queste passioni lo appagavano e facevano di lui una persona
speciale. Aveva un sorriso affascinante: oggi più di allora me
ne accorgo se mi capita di guardare una delle poche
interviste che girano ancora sui vari siti web. Per me era tutto
il mondo: la persona che mi ha insegnato a nuotare, che mi
ha trasmesso l'amore per la musica, che mi ha avvicinato
alla letteratura. Non posso dimenticare la sua voglia di vivere,
l’amore che ci ha sempre dimostrato, l’esempio che è stato in
tutti i sensi. Nonostante le ripetute minacce aveva sempre
rifiutato la scorta, convinto che quando la mafia vuole
colpire, colpisce comunque, a prescindere da quante persone
possano rimanere coinvolte, e non aveva voluto mettere in
pericolo la vita di altri. La notte tra il 24 ed il 25 gennaio
1983, tornando a casa dopo una cena da amici non ha fatto
in tempo a scendere dall’auto, freddato da una scarica di
proiettili rimbalzati ovunque; il segno è rimasto indelebile sul
muro della casa, ed i fori sono visibili ancora oggi. Quella
stradina, che in estate ci vedeva correre e giocare, adesso
raccoglieva il suo sangue. Il suo corpo è rimasto lì; tra le
gambe il thermos di caffè che avrebbe dovuto tenergli
compagnia nella lunga notte di lavoro prima dell’udienza del
giorno dopo. Nessuno dei vicini ha dato l’allarme, nessuno
ha chiamato un’ambulanza, nessuno ha pensato che
potesse essere ancora vivo e che avrebbe potuto salvargli la
vita. Il corpo è stato trovato, dopo una notte in agonia, solo
alla mattina da un pastore che passava per caso. Aveva 41
anni. La notizia della sua morte è stata un trauma. Tutto il
mondo che era stato finì; improvvisamente diventammo
grandi. A 12 anni assumevo il ruolo di co­genitore, con la
paura perenne di perdere anche la mamma perché mi sarei
ritrovata sola a gestire due sorelle più piccole. Le minacce
non si interruppero con la sua morte; si riversarono sulla
famiglia: minacce di rapire me, la figlia più grande. Ho
viaggiato con la scorta fino alla fine dell’anno scolastico;
quella scorta che mio padre non aveva mai voluto adesso era
per me. Dopo l’estate ci trasferimmo a Parma; nostra madre
l’aveva scelta per via del Conservatorio (io studiavo musica) e
“perché è nel cuore dell’Italia”, come ci ripeteva sempre.
Cambiare vita, città, amici non è stato facile, ma non posso
lamentarmi se penso quanto può essere stato difficile per
nostra madre a soli 40 anni sradicare la famiglia e crescere
tre figlie da sola, in una città senza punti di riferimento. E’ lei
che ha fatto da collante a tutto; la sua forza è stata la nostra,
il suo amore ci ha sempre fatto da scudo, la sua intelligenza
è stata un esempio. Quando penso alla persona che vorrei, e
potrei ancora diventare, penso a mio padre e penso a mia
madre: spero di averne ereditato la forza, l'integrità,
l'intelligenza, il profondo senso del dovere. Con questi esempi
sono cresciuta e spero un giorno di dimostrarmene degna."
Marene Ciaccio Montalto
libera associazioni nomi e numeri contro le mafie
C.B. per una coop rock 'n roll
DIAVOLO BUONO?
…siamo all’ombra di un albero a Vigheffio, io fumo il
tabacco ma il Cesare mi offre una sigaretta, lui ha un
rosso e io una birra… questa intervista inizia
sicuramente bene… Il Cesare Bovi cooperativo ha 64
anni, è nonno, ha la voce un po’ roca; quando gli chiedo
non mi dice ma mi racconta ed è molto piacevole
ascoltarlo, anche perché tante cose di questa
cooperativa ancora non le so e mi dispiaccio nel non
saperle e Cesare è un pezzo di cooperativa che secondo
me può saperle… Il mio intervistato è un DIAVOLO
buono…non come quello piccolo di Benigni perché lui è
molto più fascinoso…è tipo Al Pacino ne “L’avvocato del
diavolo”…peccato che Giordano non sia esattamente
Keanu Reeves… Perché lo chiamo diavolo poi si dirà
nell’intervista ma sicuramente il primo motivo è che ne
ha la bella faccia…gli occhi chiari e taglienti, il
pizzetto/baffo da moschettiere..
G: Allora Cesare ci siamo, dimmi un po’ com’è che ci sei
arrivato in cooperativa…
C: Mi hanno chiamato per sistemare la sede di
Fontanellato perché prima era solo una stalla, era il
2008, abbiamo iniziato in settembre e in maggio doveva
essere pronta…”
G : ma perché, tu prima cosa facevi?
C: Io ho lavorato prima come costruttore di pozzi…poi
abbiamo messo su un’impresa di costruzioni dove
eravamo soci io e Giordano ma abbiamo avuto un po’ di
casini e abbiamo dovuto chiudere l’impresa…Giordano è
andato per la sua strada e io sono diventato capo
cantiere in un’altra impresa..
G: E poi vi siete ritrovati all’Averla…quindi tu eri del
mestiere e ne capivi di robe da costruire ma se non sei
arrivato con un’impresa con chi lavoravi per sistemare la
sede?
C: Eh….con gente che in cantiere non ci aveva mai
lavorato…non è stato facile, ogni giorno mi mandavano
qualcuno…Poi sono arrivati l’Ingegner Cenci e il
geometra Franco, i fratelli Abdeltif e Mustapha perché la
Cooperativa stava inglobando l’Archigeo (era l’impresa di
manutenzione del verde dove lavoravano anche Luca
Salsi, Luca Tapinelli, Sergio Veneri, l’Amanda)
G: ma siete riusciti a “consegnare” il lavoro per maggio?
C: Si siamo riusciti, è stata una grande soddisfazione ma
forse, senza voler far polemica che non mi interessa
farne, un grande GRAZIE è mancato..
G: ma Cesare, per come ho sentito parlare di te so che
sei un “personaggio” importante per il quale credo ci sia
una buona considerazione…però, se intuisco bene quello
che vuoi dire, hai anche ragione, credo sia importante
non dimenticarsi nel tran tran quotidiano e/o generale
di esplicitare i grazie e i complimenti quando son
meritati…. ma tornando a quando sei entrato in
Cooperativa, tu sapevi cosa fosse una Cooperativa?
Conoscevi il mondo Cooperativo? Perché anche io,
quando sono entrata con il servizio civile, di cooperative
non sapevo proprio niente e ne ho imparato un po’
facendo e vivendola..
C: No anche io non sapevo assolutamente niente ed ho
imparato a conoscerla vivendola; mi son ritrovato qui.
emc2 onlus
giulia storiales
Finito
il
lavoro
di
ristrutturazione son entrato
nel verde e all’epoca ho
visto che verde e raccolta
erano due gruppi divisi…e
allora io mi son inventato
gli aperitivi..
G:
Ahhhhh
i
famosi
aperitivi dell’Averla! e come
funzionavano?
C: Li facevamo tutti i
venerdì, la Cooperativa ci metteva lo spazio e niente più,
ognuno portava qualcosa. Le prime volte c’è stato
qualcuno che ha esagerato e la Cooperativa lo ha anche
fatto presente ma poi siamo riusciti a recuperare e
abbiamo continuato…il gruppo si è creato ed è
rimasto…e poi mi sono inventato anche le grigliate!
G: Adesso parliamo del fatidico momento, lo
spartiacque, l’anno zero…la fusione Giunchiglia Averla..
C: Sì, ci son state diverse assemblee in cui se ne
discuteva. Io con l’esperienza che avevo da imprenditore
ho capito subito che era una buona cosa che si doveva e
poteva fare, anche tra i colleghi portavo il mio punto di
vista ma c’è un però.. a distanza di un anno e mezzo si è
persa un po’ la socialità…c’è qualcuno che ci prova ma è
più faticoso. Sicuramente la distanza tra le sedi non
aiuta ma sembra manchi un po’ di volontà…
G: ho saputo che sei uno tra quelli che hanno preso in
affitto quegli appartamenti a Fidenza.. (tramite Legacoop
una cooperativa di abitazione ha contattato emc2
chiedendo se alcuni nostri soci erano interessati a
diventare affittuari di alcuni appartamenti di nuova
costruzione a Fidenza con canone concordato/agevolato
e con la possibilità fra 10 anni di riscattare
l’appartamento e di diventarne proprietari)
C: Sì è un gran bell’appartamento, ci entro la settimana
prossima son molto contento..
Questa per esempio è una bella cosa arrivata dalla Coop
ma
ripeto,
aldilà
di
questi
aspetti
seppur
importantissimi, è fondamentale la relazione e la
socialità in una cooperativa altrimenti non va…il gruppo
ha salvato tante situazioni…a me ha insegnato a vivere..
G: Cesare come si chiama l’altro tuo figlio?
C: Walter, vado da lui tutte le domeniche a pranzo….da
Giordano no che mi fa mangiare dell’erba
G: Cesare ci vai in chiesa?
C: Direi di no…poi sono un 68ttino..son stato parecchio
movimentato…e sono ex batterista, suonavo nei
DIAVOLI NERI. Sai che son anche uscito con Dori
Ghezzi 8 mesi..?
…E per me questi son 1000 punti netti…altro che meriti
cooperativi….Allora colleghi di Emc2 che flirtate con i
vips, vi aspetto per le prossime interviste di
spazzatura e fiori..
Sappiate anche che il prossimo evento cooperativo lo
organizziamo io e Cesare…si salvi chi può.
3
Festambiente
Così lontano così vicino
bruno marchio
LE FORMICHE INSIEME SPOSTANO UN ELEFANTE
Legambiente organizza
a Parma il 23, 24 e 25
maggio Festambiente.
Festambiente è fatta
da tante persone che,
come tante formiche
che
si
mettono
insieme per spostare
l'elefante,
stanno
mettendo insieme le
idee, le forze e la voglia di realizzare qualcosa
per se stessi e per gli altri. Festambiente vuole
essere un invito alla bellezza. La bellezza della
natura in città, dei bambini che giocano, degli
animali di campagna, del mangiare sano e... di
qualche ora da trascorrere assieme in allegria.
Tra l'altro voi ­ proprio voi ­ di Emc2 sarete
protagonisti con l'installazione del Ponte
Verde, un pop up garden ideato da Petra
Tompos, che sarà realizzato su via Bizzozero
(chiusa al traffico per l'occasione, sabato 24
maggio). Sarà bello e suggestivo attraversare le
strisce pedonali ricoperte da un tappeto di
prato e contornate da alberi ...
Legambiente, con Festambiente, propone tre
giorni di festa popolare, partendo da un
aperitivo per l'Europa venerdì, per chiudere in
musica domenica verso sera.
Non mi resta che segnalarvi gli appuntamenti
principali e rinnovarvi l'invito a partecipare,
come visitatori o, perchè no?, come volontari.
Venerdì 23 maggio
Ore 17.00: apertura Mostra "L'impronta del
Lupo" ­ Provincia di Parma
ore 18.00: Aperitivo per l'Europa (dibattito con
i candidati alle elezioni europee)
ore 20.30: Docufilm Small Food ­ il cibo dei
piccoli : l'esperienza Ortogiardino di Prove di
Comunità. A seguire i protagonisti raccontano.
Sabato 24 maggio
ore 9.30: Installazione del Ponte Verde su via
Bizzozero
ore 14.30: Festa Rete Laboratorio compiti, con
giochi, ludoteche e stand per bambini e non
solo.
Apertura PalaLupo del Parco Appennino
Tosco­Emiliano
ore 15: Ripara­bici (laboratorio a cura coop.
Cigno Verde)
ore 18: "Le formiche insieme spostano un
elefante: la Rete Laboratorio Compiti".
Dibattito con
Comune di Parma, Rete
Labocompiti, Legambiente nazionale
ore 20.30: selezione docufilm dal Clorofilla
4
Film Festival
Domenica 25 maggio
ore 10.30: ­ apertura Fattoria Bizzozero (con
asini, tacchini parmigiani, galline modenesi e
romagnole, maiali neri parmensi) e attrezzi
agricoli
­ gli asini "De raglio" (giri e attività per
bambini)
­ mercatino a km zero (produttori agricoli
locali)
ore 18.00: Musica: dj set con musica anni '80
(dj Andrea Gabbi).
Tutti i giorni: servizio Bar sotto il portico.
*Venerdì dalle 16. Sabato dalle 14. Domenica
dalle 10.30.
Sabato e domenica dalle 18 alle 20: Torta
fritta e salume (a cura Comitato Anziani
Bizzozero Solidale)
legambiente
Il lavoro in cooperativa
michele orioli
POSSIBILITA' DI INTEGRAZIONE E SOLIDARIETA'
Nel mese di maggio la Cooperativa Sociale
Emc2 Onlus è stata invitata dall’Università di
Parma, facoltà di Economia e Commercio, a
partecipare come relatore a un ciclo di
seminari riservato a una trentina di studenti
neo laureandi dal titolo “ L’IMPRESA
COOPERATIVA:
PERSONE,
VALORI,
MERCATO”.
Questo invito ci è arrivato affinchè potessimo
parlare e raccontare del “nostro caso”, della
nostra esperienza,
insieme ad altre Case
Histories d’eccellenza di Qualità e Comunità.
ABBIAMO COME MISSION: L’INSERIMENTO
LAVORATIVO DI PERSONE SVANTAGGIATE
AI SENSI DELLA LEGGE 381/91 E
L’INTEGRAZIONE DELLE FASCE DEBOLI
DELLA
SOCIETÀ
ALL’INTERNO
DEGLI
AMBITI DI LAVORO IN CUI OPERIAMO.
Ebbene si, all’esterno (e parlo anche di mondo
universitario!!!!!) siamo visti come una
eccellenza, come un esempio di buone prassi.
Siamo visti come la Cooperativa Sociale B sub
A più grande di Parma, e non solo…, come
l’esempio di lungimiranza e maturità che ha
portato due realtà a unirsi per mettere insieme
risorse, umane e materiali, competenze e
capacità per guardare al futuro, per
“garantirsi”, per continuare a creare lavoro e
occupazione, sviluppo e qualità … sempre
tenendo ben presente la nostra Mission e la
nostra Vision, rafforzando legami e progetti
con le realtà del nostro territorio in uno spirito
di welfare comunitario ormai assolutamente
necessario per sopperire alle carenze e
mancanze che la crisi economica, sociale,
politica, valoriale ha creato in questi ultimi
anni.
L’APPROCCIO
RELAZIONALE,
LA
POSSIBILITÀ
DI
LAVORARE IN RETE
E DI COLLABORARE
CON IL TERRITORIO,
È
FONDAMENTALE
PER
IL
NOSTRO
LAVORO PRESENTE
E FUTURO A FRONTE
DELLE
IMPORTANTI
SFIDE
CHE
CARATTERIZZANO LA NOSTRA SOCIETÀ.
Ecco… questo è come vedono Emc2 dall’esterno:
una bellissima realtà fatta di uomini e donne che
credono nel proprio lavoro, che perseguono
l'interesse generale della comunità, che
si
attivano per la promozione umana e
per
l’integrazione
sociale
dei
cittadini,
per
l’accrescimento delle capacità competitive e di
qualità per garantire il lavoro e migliori
condizioni occupazionali.
FRA I NOSTRI PRINCIPI FONDAMENTALI C’È
IL PRINCIPIO DELLA PORTA APERTA;
“PORTA
APERTA”
SIGNIFICA
INCORAGGIARE I CITTADINI AD ADERIRE
ALLA COOPERATIVA SENZA DISTINZIONE DI
PROVENIENZA,
FEDE
RELIGIOSA,
DI
GENERE. L’INTEGRAZIONE, INTESA IN
SENSO AMPIO (LAVORATIVA, UMANA, DI
DIFFERENZE) È ELEMENTO E MISSION
QUOTIDIANA DEL NOSTRO LAVORO.
Per cui il mio invito è quello di ascoltare, di
riflettere… ci invitano per tenere una lezione
quando invece la lezione ce la fanno loro.
REALIZZIAMO LA NOSTRA MISSION PER LA
PROMOZIONE UMANA E L’INSERIMENTO
SOCIALE DEI CITTADINI ATTRAVERSO
ATTIVITÀ
LAVORATIVE
DI
TIPO
IMPRENDITORIALE CON LA COOPERAZIONE
SOCIALE DI TIPO “B” E CON ATTIVITÀ
SOCIO­EDUCATIVE PER IL RAMO DELLA
COOPERAZIONE SOCIALE DI TIPO “A”.
Sono stato onorato di aver parlato a questi
studenti della nostra cooperativa, del nostro
lavoro quotidiano e delle nostre eccellenze e
sono rimasto stupito dalla reazione della
classe che ha manifestato interesse, curiosità
anche ammirazione nei confronti del nostro
stile e dei risultati raggiunti.
emc2 onlus
5
Tanti saluti da Emc2
p.tompos-r.bersellini
CARTOLINE ILLUSTRATE
La prima settimana di
aprile ho partecipato ad un
seminario
tenuto
all’Istituto Cervi. L’AIAPP
(Associazione
Italiana
Architettura del Paesaggio)
ogni anno a primavera
tiene
la
manifestazione
“Paesaggi
e
giardini
aperti” durante la quale
viene scelto un tema attuale, che fa da filo conduttore
per i programmi organizzati in tutto il paese.
Quest’anno il tema è stato: “Il progetto di paesaggio
come motore di sviluppo economico” e siccome è stato
giudicato un argomento interessante ma piuttosto
complesso, è stato ideato un workshop di
approfondimento da affiancare al programma
tradizionale dei “Giardini aperti”. Al seminario
partecipavano persone con diversi ruoli, con diverse
conoscenze
e
specializzazioni.
Economi
che
mostravano modelli di stima sul valore di un
paesaggio, esempi concreti di sviluppo territoriale e la
presentazione dei progetti dei ponti di Calatrava. In
realtà non volevo scrivere di economia o paesaggio.
Ma volevo condividere i pensieri che mi sono venuti
ascoltando gli oratori. La presentazione più
interessante è stata quella del Professor Papotti,
geografo del Università di Parma, che ha discusso
della valorizzazione e della comunicazione del
paesaggio. Il Professore ha spiegato come, attraverso
vari metodi di comunicazione, fosse possibile
aumentare il valore del territorio, portando come
primo esempio, le cartoline. Prima che si
trasformassero in un oggetto quasi esclusivamente
collegato al turismo facendo riferimento solo ad una
breve permanenza sul luogo, in passato in realtà sono
stati elementi importanti di racconto. Si usavano per
presentare un posto dove si viveva alle persone care
rimaste lontane. Venivano raffigurati paesaggi,
monumenti ed anche cibi locali qualche volta.
Venivano scelti elementi caratteristici del posto, per
mostrare la sua particolarità, la sua unicità.
A questo punto mi è venuta in mente una discussione
fatta con Giordano qualche giorno prima sull’identità
della cooperativa. Lui infatti si “lamentava” di come la
coop avesse perso il suo carattere, del fatto che non
esista una parola che descriva l’EMC2. Provavo ad
immaginare un’ipotetica cartolina di EMC2. Cosa
metterei in un foglio grande appena 10*15 cm che
rappresentasse una selezione di eccellenza? I nostri
prodotti? I nostri servizi? Sono rappresentativi? Sono
unici? Poi ho pensato al nostro logo, che tutto
sommato è l’essenza della cooperativa tradotta in
immagine. Ma basterebbe? ­ mi domandavo, mi
6
rispondeva il sociologo Sig. Ferraresi dell’Università
Lulm, lui sosteneva che il prodotto, il servizio, il logo
non è più così importante come qualche anno fa. Il
mercato soprattutto oltre oceano, diffonde sempre di
più la strategia “fairy tale” marketing. Interessano le
storie, il passato, da dove si viene, che scelte sono
state prese, che percorso si è fatto per arrivare qui…
Allora
perché
non
mettere
sulla
cartolina
immaginaria
proprio
NOI?
Lavoratori,
soci,
partecipanti attivi nella vita della cooperativa. Che
riusciamo a raccontare l’inizio, che con il lavoro
quotidiano contribuiamo alla costruzione, allo
sviluppo. Perché ogni persona con la sua lingua, con
la sua esperienza, modo di pensare e con principi con
cui vive colora la cooperativa. Si potrebbe pensare,
che questo mix di differenze sia una debolezza, ma in
realtà come accade in natura: un ecosistema con una
diversità biologica maggiore è più stabile, più
resistente nell’affrontare ogni imprevisto, così è anche
per l’EMC2 questi mille colori danno la forza per il
continuo rinnovo.
COME VALORIZZARE LE EX BORSE LAVORO
Colleghi e amici! Avete mai sentito parlare di Giulia?!
Sì sì, proprio la Giulia Storiales, quella bella ragazza
dai capelli lunghi e mori.
Ho iniziato come borsa lavoro in cooperativa nel 2012
e la prima esperienza fu l'isola ecologica di Felino. Mi
trovai bene fin dall'inizio: un'accoglienza vera e
propria, così come si accoglie una persona che ha
bisogno di empatia e solidarietà. Ma chi non si
troverebbe bene con il mitico 'Vittorione', o il 'Gigante
Buono' come lo chiamavo io?! Dopo 4 mesi la 'Coop'
mi diede la possibilità di sperimentarmi in altri
settori; accettai e così andai nei laboratori di
Vigheffio. Che splendore Vigheffio, che paradiso, che
verde e che pace. Splendore ideato e creato da
persone che credevano nella cooperazione! E vogliamo
parlare delle grigliate sotto le fronde degli alberi con
tutti i soci?
E' passato il tempo e a dicembre Giulia, quella bella
ragazza dai capelli lunghi e mori, mi propose di tenere
un corso di cucito come 'docente'...credo di aver
strabiliato gli occhi, in quanto non avevo mai cucito a
mano.
Il corso è iniziato a febbraio, e alla fine di maggio
avremo concluso un percorso che sta dando grandi
soddisfazioni ai corsisti; ma la soddisfazione più
grande credo di averla avuta io: EMC2 mi ha dato la
possibilità di 'misurarmi' e ricevere stima da chi ha
creduto in me.
Un sentito ringraziamento ed abbraccio a tutti.
emc2 onlus
Alla fine editoriale
DI ESSERI DIVERSI
Nana korobi ya oki, in giapponese significa
"Sette volte cado otto mi rialzo". La cooperativa
si è trovata diverse volte ormai a rinventarsi, a
districarsi in un mondo che non è costruito
pensando alla mutualità, ma pensato per la
competizione. In questo numero si parla di
diavoli, di formiche, di elefanti, di draghi, di
cavalieri e principesse, si parla dell'
eterogeneità della Cooperativa. Emc2 nasce,
nelle intenzioni, per essere produttrice di
energia cooperativa, oggi è soprattutto
consumatrice ( anche un po' sprecona) di
questa energia. Quando si è stanchi si cade, ci
si riposa, ci si rinfocilla e ci si rialza. L'energia
dovrebbe essere prodotta dalla forza che
scaturisce dal lavoro condiviso dei protagonisti
che eterogeneamente la compongono, siano
essi elefanti fomiche principesse o diavoli, così
ognuno mette un pezzo e si costruisce un
insieme. Oggi sembra che il problema
principale sia che forma dare a questo
insieme, e credo che questa sia anche la causa
principale di perdita di energia. Sette volte
cado otto mi rialzo. Forse basta guardare da
dove nasce la cooperazione, per capire meglio
da dove veniamo, analizzare il nostro presente,
per capire meglio chi siamo e provare ad
inventare il futuro per decidere che forma dare
all'insieme. Formare un insieme unico ma
ricco
delle
differenze
dovrebbe
essere
l'obiettivo condiviso che come una dinamo
crea l'energia di cui si alimenta. Più si
condivide più si genera. E allora è tempo di
rafforzare quegli spazi che già esistono in
cooperativa per sviluppare quel potenziale già
-g.b.-
presente e che è fatto da tutti quegli esseri che
la compongono e che hanno forme strane e
diverse, e sarebbe bello fare nostro un modello
antispecista in cui tutte le nostre forme
possano coesistere. Ma se ciò non sarà
possibile dovremo comunque andare avanti e
operare quelle scelte necessarie affinché ci sia
l'energia
per
accendere
la
luce
che
illuminandoci ci renda chiara la strada da
percorrere e ci consenta di vedere bene in
faccia chi sono i nostri compagni di strada.
Sette volte cado otto mi rialzo. Tenendo bene
presente che nessuno è in grado di rialzare
Emc2 da solo, e chi crede di riuscirci di averne
la forza, dovrebbe imparare bene dalle
formiche di cui parla Bruno. Perciò oggi è il
momento buono per inventarsi di nuovo e
rialzarsi, consapevoli che ogni volta che ci si
ferma si può sempre ripartire. Nana korobi ya
oki.