Pimco outlook june

Investment Outlook
Giugno 2014
Bill Gross
Your Global Investment Authority
Il tempo
(e il denaro)
in un cellulare
L’era moderna sta diventando più
virtuale che fisica, il che mi sembra
sempre più deprimente, anche solo
per il fatto che non sono riuscito
a stare al passo. Non ho neppure
un cellulare. Tuttavia, non occorre essere un genio per
capire che la realtà fuori, anziché dentro un computer o
un cellulare, dovrebbe essere l’esperienza da preferire.
Gli scienziati affermano che siamo solo sequenze di cifre
binarie, con miliardi di 1 e di 0 uniti a formare un cuore
che batte. Forse... ma io continuo a preferire i cinguettii
dal vivo ad Angry Birds. La realtà virtuale mi sembra
piuttosto IRreale.
Ciò detto, oltre all’evidente utilità di un computer o di un cellulare, ho
l’impressione che molti dei giovani che utilizzano questi dispositivi, scattando
continuamente foto, cerchino di imprigionare il tempo in una sorta di
bottiglia metaforica, utilizzando un cellulare Samsung o Apple anziché il
proverbiale flacone di un’altra epoca. YouTube e Facebook, ad esempio,
registrano e commemorano eventi, creando una storia virtuale che può
essere conservata. Le esperienze più preziose vengono misurate in termini di
milioni di clic futuri, anziché con l’euforico o talvolta deprimente susseguirsi
di singoli istanti del presente. Quando assisto a un evento sportivo o a un
concerto, non posso fare a meno di stupirmi di fronte alle migliaia di cellulari
che tentano di cogliere, quasi all’unisono, un istante che può essere inviato a
un pubblico trepidante. I destinatari sembrano ansiosi di vivere un numero
apparentemente illimitato di esperienze del loro passato immediato o di
quello altrui, anziché il momento presente. A me sembra che quei cellulari
racchiudano sì il tempo, ma con un retrogusto un po’ amaro rispetto alla
dolcezza della realtà presente. L’aspetto più triste di questa nuova realtà
virtuale racchiusa nel profondo “spazio interno” è che sempre più persone,
in particolare giovani, iniziano a credere che queste esperienze siano
“naturali”. Secondo un’indagine del Pew del 2011, un teenager americano
medio invia e riceve tra 100 e 200 messaggi di testo al giorno. È possibile
che a un certo punto sia tanto assorbito da questi “impegni” frenetici da
non riuscire più a cogliere il proprio presente.
Negli ultimi mesi la realtà di PIMCO è stata colta
dall’espressione “Nuova neutralità”. Dopo aver introdotto
con grande successo nel 2009 il concetto di “Nuova
normalità”, ma purtroppo senza averlo brevettato, ora ci
proiettiamo verso il futuro, augurandoci di racchiudere
questa nuova metafora nella proverbiale bottiglia, nel
cellulare o, ancora meglio, in portafoglio, con grande
clamore e, in definitiva, con un’efficace generazione di alfa.
Ma non si tratta di una lucciola. Per PIMCO la “Nuova
neutralità” è qualcosa di più duraturo, un periodo più
lungo, che fa pensare a uno scenario che dovrebbe protrarsi
almeno per i prossimi 3-5 anni, e forse molto più a lungo.
Cos’è la “Nuova neutralità” e perché è importante per
la valutazione di tutti gli strumenti finanziari? La
“Nuova neutralità” si riferisce al tasso ufficiale della
Federal Reserve (e delle altre banche centrali), il tasso
sui federal fund, sul quale si basano il costo del
credito e i prezzi delle obbligazioni, delle azioni e di
una moltitudine di strumenti alternativi. Le variazioni
del tasso ufficiale causano oscillazioni dei prezzi degli
altri strumenti, anche se non necessariamente
simultanee. Il tasso ufficiale della Fed è, per sua
natura, l’investimento meno redditizio e di qualità
più elevata che esista nella maggior parte dei cicli
d’investimento, ma che funge da guida per tutti gli
altri asset e in ultima analisi ne determina i prezzi.
Secondo una teoria enunciata negli anni Trenta dal noto
economista Irving Fisher, il tasso di riferimento può variare
unicamente di pari passo con l’inflazione, pertanto in
definitiva il tasso ufficiale “reale” sarebbe costante. Il
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GIUGNO 2014 | INVESTMENT OUTLOOK
tempo e i riscontri storici hanno dimostrato il contrario,
suggerendo che non solo l’inflazione, ma anche la crescita
del PIL, la produttività e ora diversi altri fattori possono
modificare questo tasso; in altre parole, il tasso “reale” può
aumentare o diminuire come qualsiasi altra variabile. È
praticamente impossibile da catturare in un dato istante,
come le lucciole del Midwest. Si osservi il grafico 1, che
illustra la ricerca forse più citata sul tasso ufficiale reale,
uno studio di Laubach/Williams che ho menzionato
nell’Investment Outlook dello scorso mese. Esso illustra non
solo le variazioni cicliche significative del tasso reale, ma
anche un’importante variazione del “trend” di lungo
periodo che vede un calo del rendimento reale da oltre il
4% dei primi anni Settanta a meno del 2% di oggi (e la
discesa non è finita). Il calcolo più recente dell’attuale tasso
“ciclico” in realtà è pari al -0,25%.
LA NUOVA NEUTRALITÀ DIVENTA REALE!
7
6
Percentuale (%)
Tuttavia, il mio appello a “vivere l’attimo” è tra i più difficili
da realizzare, no? Il presente viene e va e vivere l’attimo è
come dare la caccia alle lucciole in una calda serata estiva
nel Midwest. La luce si accende e si spegne, ed ecco
arrivare un’altra lucciola. È difficile catturare una lucciola se
non si ha una mira precisa come un laser, e la fotocamera
di un cellulare può aiutarci a farlo in modo virtuale, ma non
reale. Eppure tutti noi potremmo aver bisogno di una sorta
di bottiglia nella quale racchiudere gli attimi sfuggenti.
Come cantava John Denver, “What a friend we have in
time, gives us children, makes us wine” (Che buon amico il
tempo, ci dà figli, ci dà il vino). Quanto mi piace. Ma i
momenti più importanti dovrebbero essere bere il vino e
fare i figli. E i cellulari? Beh, nel mio mondo esistono solo
per le vostre chiamate, non per le mie. Il mondo virtuale
sarà anche interessante, ma non è la realtà.
5
4
3
2
1
0
-1
1961
1971
1981
1991
2001
2011
Stime di Laubach e Williams:
Andamento ciclico del tasso ufficiale reale nella
Nuova neutralità
Andamento tendenziale del tasso ufficiale reale nella
Nuova neutralità
Fonte: Laubach e Williams (2003).
Aggiornamento a marzo 2014
Grafico 1
Quindi “nuova” si riferisce al fatto che il tasso è cambiato.
Cosa significa invece “neutralità”? La Fed la definisce un
tasso coerente con una crescita tendenziale in una
situazione di piena occupazione e prezzi stabili. In realtà, in
una recente intervista Janet Yellen l’ha descritta come il
“tasso Goldilocks”, né troppo caldo, né troppo freddo, il
livello “giusto”. Neutrale. Tuttavia, definire il tasso neutrale
si è dimostrato molto più semplice che calcolarlo. Ciò detto,
chi riuscirà a calcolarlo, o almeno ci andrà vicino, troverà ad
attenderlo una scodella di deliziosa sovraperformance e un
morbido letto di alfa su cui dormire.
Finora Janet Yellen e i suoi predecessori hanno cercato di
modellizzare il tasso adeguato in base a molteplici fattori.
Come l’allora presidente della Fed di San Francisco ha
scritto nel 2005, “la ricerca suggerisce che il tasso reale
neutrale dipende da molteplici fattori – l’orientamento
della politica fiscale, la tendenza dell’economia globale … i
prezzi degli immobili, i mercati azionari, l’inclinazione della
curva dei rendimenti … inoltre, esso varia nel tempo”.
Noi di PIMCO non abbiamo nulla da obiettare a questa
logica, anche se il paragrafo sembra aver tralasciato due
importanti elementi “strutturali” che non si adattano bene
ai modelli quantitativi privilegiati dalla Federal Reserve. In
primo luogo, il riconoscimento che la “Nuova neutralità” è
determinata in misura significativa dai tassi di crescita reali
tendenziali, che a causa degli sviluppi demografici e
tecnologici devono affrontare ostacoli all’espansione
rappresentati da una crescita più lenta della popolazione
attiva e dalla minore partecipazione alle forze di lavoro. Se
la crescita del PIL è composta dalla crescita della
popolazione attiva e dalla produttività, negli ultimi anni si
sono verificati cambiamenti significativi che probabilmente
hanno ridotto la “Nuova neutralità” di almeno l’1%, come
suggeriscono i dati di Laubach/Williams.
Inoltre, quel che Janet Yellen e altri banchieri sono riluttanti
ad ammettere, almeno pubblicamente, è che i tassi reali
neutrali dipendono dal grado di leva del sistema
finanziario, un concetto di Minsky che non si adatta bene
ai modelli matematici, poiché il numero di osservazioni
storiche è limitato e non ha un preciso input digitale
idoneo per il “Modello di Taylor”. Non importa – PIMCO
cerca di pensare fuori dagli schemi. In verità, Paul
McCulley (il ritorno di Paul!), oltre ad aver coniato i
termini “sistema bancario ombra” e “momento di
Minsky”, ha elaborato la sua teoria della “Nuova
neutralità” tra il 2009 e il 2010. Secondo tale teoria, il
nostro sistema finanziario con un elevato grado di
leva contiene migliaia di miliardi di dollari di “nuova
liquidità” – pronti contro termine overnight, gli stessi
federal fund, carte di credito, ecc. – che possono
essere immediatamente convertiti in beni e servizi,
proprio come una banconota da 20 dollari. E una
banconota da 20 dollari non ha mai avuto né
meritato un tasso d’interesse: rimanendo nel
portafoglio o chiusa nell’armadio ha sempre reso 0%.
La sua utilità deriva dalla sua funzione di mezzo di
scambio, non dall’essere una riserva di valore che
matura interessi composti; lo stesso vale per buona
parte dei 75.000 miliardi di dollari di credito del
sistema bancario ombra e di quello ufficiale in circolo
nel sistema. McCulley ha teorizzato che, forse per il fatto
che gli interessi sono tassati, il credito “reale” a breve
termine dovrebbe avere un prezzo pari a circa 50 punti
base, ma non di più – ecco dove dovrebbe essere la
“Nuova neutralità”, con un prezzo prossimo allo 0% in
termini reali poiché, data l’enorme quantità di credito, si
tratta più di finanza che di economia reale. In realtà Paul
non è tornato da PIMCO in tempo per coniare il termine
“Nuova neutralità” (il quale, in attesa del marchio
registrato, è un’idea di Rich Clarida, il nuovo leader del
Secular Forum), ma ne ha posto le basi.
A ciò si aggiunge un altro pensiero – questa volta del
sottoscritto – che prefigura un tasso ufficiale basato sulla
“Nuova neutralità” estremamente basso. A rigor di
logica, direi che quanto più un’economia si basa sulla
finanza e presenta un’elevata leva finanziaria, tanto
più bassi devono essere i rendimenti reali per evitare
un disastro simile al terremoto Lehman Brothers. Se
la prosperità di un’economia si fonda sul prezzo del
denaro – come sempre più spesso accade nelle
economie globali sviluppate – le banche centrali
devono ridurre il costo del denaro e mantenerlo
basso per preservare tale prosperità. Ma quanto
basso? Beh, un po’ di storia può essere d’aiuto. In una
fase caratterizzata da un grado di leva altrettanto
elevato, tra il 1945 e il 1982, negli Stati Uniti e nel
Regno Unito i tassi ufficiali reali sono stati in media
pari rispettivamente al -0,31 e al -1,33%. In altri paesi
sviluppati europei e in Giappone i tassi erano persino
più bassi. Questi dati statistici sono tratti da un articolo del
2011 di cui Carmen Reinhart è stata coautrice, intitolato
“The Liquidation of Government Debt” e disponibile sul
sito internet http://www.nber.org/papers/w16893.
La correlazione logica tra l’elevata leva finanziaria e i bassi
tassi d’interesse trova riscontro nella più recente esperienza
del Giappone negli ultimi decenni. Anche se in quel caso il
tasso ufficiale reale della “Nuova neutralità” è stato
leggermente positivo, ciò è dovuto al fenomeno
indesiderato della deflazione e alla mancata volontà della
Bank of Japan di mantenere i normali tassi ufficiali
vicinissimi allo zero. Troppa leva finanziaria = tassi ufficiali
artificialmente bassi = Nuova neutralità = 0-50 punti base
reali negli USA e in diverse economie meno sviluppate.
Dobbiamo abituarci all’idea e, se possibile, trarne profitto.
INVESTMENT OUTLOOK | GIUGNO 2014
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Conclusioni
La parte più difficile è proprio trarne profitto. Con i tassi d’interesse reali e
nominali della “Nuova neutralità” i risparmiatori e gli investitori vengono
di fatto “tassati” a beneficio dei debitori. Come menzionato nell’ultimo
Investment Outlook, si può contrattaccare in diversi modi, principalmente
ponendo l’enfasi su tipologie di “carry” che presentano valutazioni più
convenienti rispetto alla duration, in particolare alla luce di rendimenti dei
Treasury decennali del 2,50% o anche meno.
Le forme di guadagno alternative includono le obbligazioni
societarie, la volatilità, il posizionamento sulla curva dei rendimenti
e sovrappesi su valute che sembrano esse stesse sopravvalutate,
ma lo sono di meno. Inoltre, se i tassi d’interesse della “Nuova
neutralità” favoriscono i debitori anziché i risparmiatori, diventare
un debitore prudente nell’ambito della strutturazione di un
portafoglio sembra del tutto sensato. Occorre solo procedere con
cautela, tenendo a mente i futuri momenti di Minsky che non possono
essere colti con un cellulare, racchiusi in una bottiglia o inseriti in un
portafoglio diversificato di azioni, obbligazioni o investimenti alternativi.
Dopo tutto, i prezzi degli asset sono molto simili alle lucciole del Midwest.
Accese e spente, su e giù, non smettono mai di muoversi e dar loro la
caccia è spesso frustrante e inutile. La “Nuova neutralità” di PIMCO
suggerisce che i tassi ufficiali reali saranno persistentemente bassi per un
periodo di tempo prolungato. Se ciò accadrà, sarà necessario un nuovo
approccio alla gestione di portafoglio, una nuova realtà alla quale PIMCO
è sempre stata pronta ad adattarsi. Per me e per tutti noi qui, questa è
una certezza reale, non virtuale.
Per una lettura veloce di “Il tempo in un cellulare”
1) La “Nuova normalità” di PIMCO si trasforma nella “Nuova
neutralità”.
2) La “Nuova neutralità” è il tasso ufficiale giusto, né troppo restrittivo,
né troppo espansivo.
3) PIMCO ritiene che il tasso ufficiale reale della “Nuova neutralità” sarà
prossimo allo 0 anziché al 2-3% come negli scorsi decenni.
4) Tassi della “Nuova neutralità” persistentemente bassi sosterrebbero i
prezzi attuali delle attività finanziarie, che apparirebbero meno
artificialmente elevati.
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