24_4_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
24 aprile 2014
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 24 aprile 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 112 e 1,20
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
FRODI ALL’UE: 11 indagati nell’ultima inchiesta della Procura di Potenza
CASO LAPENNA Il prestito del vescovo
Avvisi per 2 ex consiglieri
Con De Franchi e Robortella indagati anche il fratello e la moglie
Superbo e i soldi dei poveri
«Non mi aveva detto quanto
altrimenti avrei detto no»
AMATO a pagina 12
a pagina 13
Il listone di Polese
con i Socialisti
benedetto
da Pittella (Gianni)
#Potenza2014
Si rafforza la candidatura di Petrone: le novità dell’ultima ora in
vista del simultaneo turno con le Europee
Dopo le accuse reciproche tra i pittelliani tutto finisce in goliardia
Aurelio Pace spiega perchè sosterrà De Luca e non Cannizzaro
SANTORO alle pagine 6 e 7
FINANZIARIA Per il “SalvaPotenza” bagarre in aula: «E’ una vera schifezza»
Santarsiero porta a casa
9 milioni per il capoluogo
VI SEGNALIAMO:
SANITA’
Al Sud la ricerca
è penalizzata
Basilicata
fanalino di coda
PANETTIERI a pagina 10
MATERA
Mulino Alvino
Benedetto non
si tira indietro
«Il Tar un incidente»
QUARTO a pagina 25
SPADAFINO a pagina 30
AMATO a pagina 22
a pagina 19
Michele Sciarrillo
Archibugi
cerca
giovani
attori
In morte
di un povero
mecenate
di Maschito
di PAOLO MAGELLI
NON è vero che gli angeli
non muoiono. Nel pomeriggio di Pasqua ne è
morto uno, un figlio adottivo di Prato, Michele
Sciarillo.
segue a pagina 22
Francesca Archibugi
a pagina 19
40424
9
771128
022007
L’Istituto
Alberghiero
POTENZA
FALABELLA, CENTONZE e SIRAGO alle pagine 24, 29 e 31
La regista a Potenza
Mozziconi
di sigaretta
MELFI
Al laboratorio
di pasticceria
raid notturno
Ladri di Scampia
Nei piccoli Comuni candidature e liste già definite
LABANCA a pagina 7
Mulino
Alvino
GRASSANO
Tolleranza zero
su cicche
e chewingum
per strada
Per i 39 Auchan
buone notizie
Iper Potenza
assume tutti
Vito Santarsiero in consiglio
didawdd
due
L’incontro
in Regione
RASSEGNASTAMPA
Giovedì 24 aprile 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
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Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 112
REGIONE PUGLIA ILLUSTRATO IL BANDO DALL’ASSESSORE LOREDANA CAPONE
FONDI PER EVITARE IL «DEFAULT»
«Zone franche» in Puglia
ecco come funzioneranno
Potenza, dalla Regione
un contributo speciale
di nove milioni di euro
INCISO IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA IV >>
Agevolazioni ed esenzioni per 59milioni di euro
Interessati 11 comuni. Domande fino al 12 giugno
SEDUTA Il consiglio regionale di ieri [foto T. Vece]
SERVIZI A PAGINA 6 >>
GOVERNO SÌ DELLA CAMERA AL TESTO SUL LAVORO, MA NCD ALZA LA VOCE. IL MINISTRO ALFANO: LA SINISTRA DEL PD FRENA IL CAMBIAMENTO
L’INCHIESTA SI PARLA DI 500MILA TONNELLATE
«Ora giù i prelievi a pensionati e partite Iva. Impegno per i più poveri»
Berlusconi firma per i servizi sociali. E Forza Italia: il Senato sia elettivo
della camorra
tombati
Renzi: meno tasse per tutti Ordona,
nell’ex cava i rifiuti
l Il governo incassa il voto di fiducia al decreto sul
lavoro. Oggi il sì definitivo sul provvedimento. Ma lo
scontro è solo rinviato: al Senato, dove i numeri sono
più incerti. Il premier annuncia provvedimenti per
abbassare le tasse a pensionati e partite Iva. Mentre il
decreto Irpef conferma gli 80 euro in busta paga da
maggio. Berlusconi ha firmato l’affidamento ai servizi sociali. Il suo impegno incomincerà la settimana
prossima. Spera di fare i comizi elettorali.
DAI TRASPORTI
ALLE RIFORME
ECCO L’ITALIA
DELLA VETOCRAZIA
di GIUSEPPE DE TOMASO
SERVIZI DA PAGINA 2 A 5 >>
È
difficile dare torto a
chi spiega così i tempi
lunghi del declino italiano: Silvio Berlusconi non è stato Margaret Thatcher, Romano Prodi non è stato
Gerhard Schroeder. Sia il centrodestra sia il centrosinistra, a
differenza dei due leader stranieri sopra citati, hanno mostrato il braccino corto sul campo delle riforme. Il che costituisce tuttora la remora principale,
da parte dei partner europei, nei
confronti di tutti i progetti romani tesi ad allentare i vincoli
della spesa pubblica. In sintesi:
Matteo Renzi non fa mistero di
voler bucare il muro del 3% nel
rapporto deficit/pil, e l’Europa
gli risponde picche; ma se Renzi
si presentasse a Bruxelles con
un bel pacchetto di riforme credibili (dal lavoro alle istituzioni,
dalla giustizia al sistema industriale), probabilmente qualcuno gli presterebbe ascolto.
SEGUE A PAGINA 25 >>
PRESSIONE ED EVASIONE
IL PAESE DEI RECORD
di GIANFRANCO SUMMO
A PAGINA 25 >>
DAL 30 LA RASSEGNA CON 200 IMBARCAZIONI IN MOSTRA
Brindisi
sfida alla crisi
dal Salone
della nautica
PORTOLANO A PAGINA 8 >>
ULTIMI
RITOCCHI
Saranno
esposte 200
imbarcazioni al
Salone nautico
di Brindisi che
prenderà il via
il prossimo 30
aprile e resterà
aperto per 5
giorni
ORDONA (FG) Gli scavi dei carabinieri nella cava dismessa
SERVIZIO A PAGINA 7 >>
CONCERTO SI AVVIA A DIVENTARE PIÙ IMPORTANTE DI QUELLO DI ROMA
Primo Maggio a Taranto
ci sarà anche Capossela
l Non un concerto «contro» quello di Roma. Ma «un invito a chi di
dovere a prendere la parola su una questione rimasta aperta». Tra
musica e diritti, torna il concertone del Primo Maggio a Taranto. Ieri
la presentazione a Roma con Michele Riondino e Roy Paci: tra gli ospiti
e sostenitori, Vinicio Capossela, Caparezza (che aprirà il concertone
alle 15,30), Afterhours, Paola Turci, Sud Sound System, Diodato.
FLAVETTA A PAGINA 29 >>
SALENTO RAGAZZINA DI 12 ANNI
ROMA
Baby-squillo ai Parioli
in otto subito a giudizio
A PAGINA 19 >>
VENDITA ALITALIA
Il governo in attesa
di risposte da Ethiad
A PAGINA 21 >>
I DUE PAPI SANTI
Anche Ratzinger
alla canonizzazione
LESTINGI E PARTIPILO IN CULTURA >>
Riceve l’sms d’addio
dal padre e corre
a salvarlo dal suicidio
l Una 12enne salentina ha
salvato il padre dal suicidio. La
ragazzina ha ricevuto un sms
nel quale il padre le scriveva
«Addio per sempre». Ha subito
avvisato la madre che ha allertato i carabinieri. L’uomo è stato
trovato in casa con una corda al
collo: i militari l’hanno soccorso
in extremis. L’uomo, da poco separato dalla moglie, attualmente non ha un lavoro fisso e soffre
di una patologia cronica.
MURRIERI A PAGINA 9 >>
RASSEGNASTAMPA
Giovedì 24 aprile 2014
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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INCHIESTA UNDICI AVVISI DI CONCLUSIONE INDAGINI. COINVOLTI EX CONSIGLIERI REGIONALI
Fondi in agricoltura
frode all’Europa
ARBEA
L’ente
regionale che
eroga i
finanziamenti
europei in
agricoltura
[foto Tony Vece]
L’accusa: finanziamenti
ottenuti anche da chi
non ne aveva diritto
grazie a funzionari e
istruttori delle pratiche
l Undici avvisi di conclusione delle indagini sui
contributi europei per il settore agricolo, notificati nei giorni scorsi dalla Squadra mobile di
Potenza e dagli agenti del Corpo forestale dello
Stato ad alcuni funzionari pubblici, ex consiglieri
regionali e imprenditori. L’accusa: frode alla Ue
sui finanziamenti per i rimboschimenti. Secondo
la Procura le pratiche per i finanziamenti sarebbero passate nonostante l’assenza dei requisiti.
SERVIZIO A PAGINA VII >>
.
POTENZA IL VERBALE DI MONS. SUPERBO SUL GIRO DEI FONDI PRESTATI ALL’AVV. LAPENNA E RICEVUTI DA DON CERVINO
Vescovo sotto torchio
per i soldi della Curia
REGIONE: APPROVATA LA LEGGE DI STABILITÀ
Le sue giustificazioni non convincono la Procura
«I soldi erano di don
Antonio Cervino. Il
sacerdote è danaroso.
Non tutti i preti lo sono»
La Diocesi di Potenza
precisa: «Nessun
prestito è stato fatto con
i fondi dell’8 per mille»
l I soldi erano di don Antonio Cervino. «Soldi suoi», dice il vescovo.
Perché il sacerdote è danaroso. «Non
tutti i preti sono... lui ce li ha». Don
Agostino Superbo, vescovo di Potenza,
spiega al pubblico ministero Francesco
Basentini da dove provengono i soldi
usati per la carità dopo il prestito da
45mila euro - non rientrato - all’avvocato Sergio Lapenna, ex consigliere
regionale. I passaggi sono particolarmente ingarbugliati. Per questo la Procura di Potenza ha deciso di vederci
chiaro. E per capire con esattezza da
dove provenissero quei soldi ha scoperto che la diocesi di Potenza ha a
UNA GIORNATA POTENZA
DAL PAPA A Piani del Mattino
E IL MESSAGGIO scatta la protesta
AI GIORNALISTI contro il parco eolico
di MARCO FASULO *
«P
erché cercate
tra i morti Colui che è vivo?
È un pietra miliare della nostra fede, attenti
che non diventi pietra d'inciampo». Questo il tema della
riflessione proposta nell'Udienza generale del mercoledì dopo
Pasqua, da papa Francesco che,
nell'occasione, ha ricevuto anche gli auguri per l'onomastico
nella giornata che la Chiesa
dedica a san Giorgio. A formularglieli, insieme alle decine di migliaia di fedeli presenti
in piazza san Pietro, anche diversi gruppi provenienti dalla
Basilicata, tra questi una nutrita rappresentanza di giornalisti lucani iscritti all'Ucsi
regionale.
CONTINUA A PAGINA XII >>
disposizione 30 conti bancari (alcuni
risultati inattivi). E che per coprire il
«buco» creato dal prestito all’avvocato
(che ha affidato i suoi beni a un
amministratore, il quale ha stabilito un
piano di rientro con i creditori) il
vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, ha chiesto a sua volta un
prestito a un sacerdote di Policoro, don
Antonio Cervino. All’interno pubblichiamo la ricostruzione degli investigatori, partendo dal fatto che Superbo, in merito al prestito all’avvocato, ha riferito di non conoscere l’entità della somma.
AMENDOLARA A PAGINA III >>
POTENZA
Cannizzaro-De Luca
salta l’ultimo tentativo
per un candidato unico
FERRARA A PAGINA VI >>
Passa la norma
«salva Potenza»
In arrivo 9 milioni
l Via libera del Consiglio regionale
all’art. 18 della legge di stabilità che istituisce un fondo per tutti i Comuni lucani
al fine di garantire i principali servizi
per i cittadini e riconosce il ruolo e le
emergenze della città di Potenza, con un
finanziamento straordinario di 9 milioni
di euro in due anni.
INCISO A PAGINA IV >>
SERVIZIO A PAGINA V >>
IL CASO DIVERGENZE CON GENTILE SU ASPETTI GESTIONALI
SITO UNICO LA BASILICATA È TRA LE PROBABILI SEDI
Acquedotto Lucano, bufera Torna l’incubo nucleare
Mussuto si dimette dal Cda e Scanzano trema ancora
VERDI Giovanni Mussuto
l Giovanni Mussuto ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione di Acquedotto Lucano. La decisione di
gettare la spugna potrebbe essere
legata a tensioni tra lo stesso
Mussuto e la presidente Rosa
Gentile. Tra i due sarebbero volati stracci nel corso di diversi
Cda. Mussuto, in particolare, contesterebbe la gestione «monocratica» dell’ente, la prima stazione
appaltante della Basilicata.
BRANCATI A PAGINA VII >>
PROTESTA No al nucleare
SINDACATI CGIL, CISL E UIL
Festa dell’1 maggio
sul tratto della A3
Lavoro e sicurezza
l Torna l’incubo nucleare in
Basilicata. Bruxelles obbliga ciascun Paese a gestire in modo autonomo i propri rifiuti nucleari.
Sull’Italia incombe anche la scadenza dei contratti stipulati con
Francia ed Inghilterra che, al
momento, ospitano una parte
delle nostre scorie per riprocessarle, cioè per estrarne plutonio
e ed uranio. Tra le regioni che
potrebbero ospitare il deposito di
scorie c’è di nuovo la Basilicata.
l Si svolgerà, a Lagonegro,
nell’area della galleria Renazza,
sull'autostrada A3 Salerno-Reggio
Calabria – dove alcune settimane
fa è morto un operaio di 55 anni –
la manifestazione regionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil per la
Festa del Primo Maggio. Le manifestazioni organizzate per la festa dei lavoratori saranno dedicate alle battaglie per avere più
lavoro, rafforzare la solidarietà,
mettere al centro la sicurezza».
MIOLLA A PAGINA II >>
L’INTERVENTO A PAGINA XII >>
RASSEGNASTAMPA
Gli italiani devono fidarsi
di più dei loro scienziati.
Non dimenticate che
avete una grande storia
scientifica, non solo
artistica.
John Harris
Direttore Institute for Science
Ethics and Innovation
1,30 Anno 91 n. 111
Giovedì 24 Aprile 2014
U:
Riforme, la partita più difficile
Ghostbuster:
il compleanno
dei fantasmini
Pasquini pag. 17
●
●
Quando i garofani
invasero Lisbona
Rossanda:
90 anni
controcorrente
Gravagnuolo pag. 18
Ferrari pag. 19
Scontro sul Senato tra Boschi e minoranza Pd ● Forza Italia specula e apre all’elezione dei senatori
Lavoro: passa la fiducia. Renzi: ora meno tasse a pensionati e partite Iva. «Battaglia contro l’evasione»
La Camera vota la fiducia al decreto lavoro. Ma si riapre lo scontro sulle riforme. Duello tra Boschi e la minoranza
Pd con Forza Italia che specula. Renzi
annuncia: meno tasse ai pensionati.
Staino
ANDRIOLO CARUGATI DI GIOVANNI
ZEGARELLI A PAG. 2-6
Aprire gli occhi
sul lavoro
RINALDO GIANOLA
●
mentre a Piombino deflagra la crisi delIL GOVERNO OTTIENE LA FIDUCIA ALLA CAMERA SUL DECRETO LAVORO
la Lucchini. Migliaia di lavoratori
dell’Acciaieria con le loro famiglie e la
comunità locale, in ansia per il futuro,
ricevono l’appoggio di Papa Francesco
che trova la parole giuste. Chiede ai responsabili della politica e dell’economia di «aprire gli occhi» e di «non restare con le mani incrociate». Questi due
fatti apparentemente distanti, un voto
parlamentare su un provvedimento
del ministro Poletti e la crisi di uno storico polo industriale, sono in realtà asSEGUE A PAG. 2
sai vicini.
Il Cavaliere dimezzato
a servizio dagli anziani
● Berlusconi firma per
l’affido ai servizi sociali: da
maggio al centro disabili
● 12 prescrizioni: vietato
incontrare pregiudicati
● Scoppia il caso Bondi
Troppi calci
al buon senso
IL CASO
MARCO BUCCIANTINI
L’altra sera è scomparso dalla
televisione l’agronomo
dell’azienda vinicola. Era Neri
Ferrari, il padre di Silvia, la
giovane già vedova che sogna
il cognato ed è pure orfana di
madre per un copione
maligno e intricato. Adesso
per legge è orfana anche di
padre, falciato dalla par
condicio: una persecuzione,
povera lei.
SEGUE A PAG. 7
Intesa su Piombino:
si apre una speranza
Via alla riconversione ecologica delle acciaierie. Il sostegno del Papa
Intervista a Rossi: i lavoratori vera classe dirigente FRANCHI A PAG. 5
CHIUSA L’INCHIESTA
Stamina, la truffa oscena
● Indagati Vannoni, l’ex
direttore e otto medici di
Brescia: malati come cavie
Con un’ordinanza di 70 pagine e le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione della privacy, si chiude il primo atto dell’inchiesta-Stamina. Indagati Vannoni, Andolina, l’ex direttore sanitario e 8 medici.
TARQUINI A PAG.11
Una lezione
per tutti
PIETRO GRECO
La Procura di Torino ha chiuso
l’inchiesta sul caso Stamina. I
reati contestati sono gravi.
SEGUE A PAG.11
FRONTE DEL VIDEO
Berlusconi ieri ha controfirmato il documento preparato dalla direttrice
dell’Ufficio penale di Milano Severina
Panarello che specifica le condizioni
dei circa dieci mesi di pena residua da
scontare ai servizi sociali. Dodici le
«prescrizioni»: dal divieto di frequentare pregiudicati a quello di fare uscite
notturne. Stasera il ritorno a Porta a
Porta, da cui mancava da un anno. E
scoppia il caso Bondi che dice: Forza
Italia ha fallito, sosteniamo Renzi. Ma
il premier risponde: resti dov’è.
FANTOZZI A PAG.8
MARIA NOVELLA OPPO
Se ottanta euro vi sembran pochi
zistiMario Giordano ed Elisabetta Gardi●
fino a ieri era- ni a Ballarò, dove hanno gufato contro
no una bugia, oggi sono, come direbbe l’Italia e accusato il premier di non aver
PER BERLUSCONES E GRILLINI, GLI 80
EURO INBUSTA PAGA
Totò, una quisquiglia e domani soltanto
«una tantum». In più, per Grillo, sono addirittura reato (voto di scambio!). Insomma, per avere rimpolpato le buste paga
di dieci milioni di contribuenti (quelli
che hanno sopportato finora il grosso
del peso fiscale!), Renzi è diventato un
cinico fuorilegge, che se ne frega di incapienti, pensionati e lavoratori autonomi.
Questi, più o meno, gli argomenti dei for-
fatto in due mesi quello che loro non hanno saputo fare in vent’anni. La Gardini
prima ha sostenuto che i soldi per gli 80
euro non ci sono e poi che il governo deve trovare 100 miliardi per le aziende. A
Floris che le faceva notare la vistosa incongruenza, la signora non ha saputo
che cosa rispondere. Povero Berlusconi,
con gente così non può vincere neanche
alla tombola della casa di riposo.
Elezioni, fronte
della legalità
IL COMMENTO
MARIA CARMELA LANZETTA
«Lottare contro le mafie nel
nostro Paese significa difendere
la democrazia, e nessuno
sviluppo del Mezzogiorno sarà
possibile fino a quando la
criminalità mafiosa interagirà
rubando i soldi pubblici e
riciclandoli, moltiplicando la sua
forza economica e sociale».
Queste le parole pronunciate dal
Procuratore Nazionale
Antimafia Franco Roberti.
SEGUE A PAG. 15
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Giovedì 24 aprile 2014
il voto finale. Renzi ottiene 344 sì
LA RICETTA ANTI-CRISI Oggi
rispetto i 325 voti delle ultime due fiducie
alla Camera e i 378 dell’insediamento
RIFORME E PROGRAMMI
Lavoro, il primo round
se lo aggiudica il governo
Sì con il voto di fiducia. Alfano si adegua, ma la partita è al Senato
l ROMA. È metà pomeriggio
quando nell’Aula di Montecitorio
arriva il sesto voto di fiducia per il
governo Renzi, quello sul decreto
lavoro (344 sì, 184 no) che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione
dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti. Renzi si impone e
vince, con Ncd e Scelta Civica allineati e compatti nel voto. Ma al
Senato, dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata.
Protestano i grillini: si incollano su bocca e fronte un codice a
barra, simbolo di «lavoratori trattati come merce». Per la Lega la
fiducia aiuta Renzi a non mostrare
le crepe della sua maggioranza,
mentre Forza Italia denuncia «lo
spettacolo indecente di Ncd che
finge di opporsi» mentre «il premier deve piegarsi alla golden share della sinistra Pd».
In attesa del voto finale sul provvedimento (previsto per oggi) Renzi porta intanto a casa un robusto
voto di fiducia: 344 sì, dignitosis-
ALFANO «Il governo non corre
rischi al Senato»
simo punto intermedio tra i 325
voti a favore delle ultime due fiducie alla Camera ed i 378 dell’insediamento. Il vertice di maggioranza fallito martedì, con l’avvilimento di Poletti invano impegnato in una mediazione, avrebbe
potuto aprire scenari diversi. Ma a
bagnare le polveri, al mattino, è lo
stesso Angelino Alfano. «Il gover-
l ROMA. Il decreto Irpef è oramai cosa fatta.
Ecco alcune delle misure.
IL BONUS 2014 -Riguarda i lavoratori dipendenti
e sarà di 640 euro, 80 al mese fino a dicembre, per i
contribuenti con reddito fino a 24.000 euro. Esclusi
gli incapienti (chi non paga Irpef perché le detrazioni
superano il dovuto) e i redditi sopra i 26.000 euro. Il
bonus, invece, tra 24.000 a 26.000 euro decresce fino a
zero. Arriverà nella busta paga di maggio.
AL 26% TASSA RENDITE E CONTI CORRENTI
-Scatta dal primo luglio l’aumento dal 20% al 26%
dell’aliquota sulle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le
plusvalenze di azioni e fondi, nonché interessi su
conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp.
IRAP: QUEST’ANNO TAGLIO A METÀ -Non vale
poco: 3,7 miliardi in due anni. L’aliquota principale
dell’Irap passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per
quest’anno è previsto un taglio a metà, un’aliquota
no non corre alcun rischio al Senato», smorza i toni il segretario
Ncd che riconosce pubblicamente
a Renzi «il grande merito di rinnovare la sinistra italiana sui contenuti, spingendo avanti la palla in
cdm mentre la sinistra Pd la rallenta in commissione».
Parole che illuminano di luce
diversa le dichiarazioni di guerra
del Ncd: «Renzi non rischia la fiducia ma il logoramento dell’azione di governo»" (Sacconi); «Cambieremo il decreto al Senato, riportandolo vicino al testo originale» (Lorenzin); «Se il testo rimarrà quello di oggi, noi non lo
voteremo, e Renzi non commetterà ancora l’errore di farci scegliere tra la stabilità dell’esecutivo
ed un testo" (Quagliariello). Anche Scelta Civica, con Andrea Romano, protesta: «Non dovevano
costringerci a votare la fiducia
sulla vita del governo e non sulla
sua prima vera riforma, è un fallimento politico».
Relatore del provvedimento al
Senato sarà Pietro Ichino, ma se
Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai
contratti a termine e di apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che scade il 20
maggio. E mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le accuse di ingerenza della
Cgil sul dl, il ministro Poletti spande ottimismo: "Credo che siamo
nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel suo impianto
ed è assolutamente di valore, le
distanze sono alla portata".
Di diverso avviso il capogruppo
di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La fiducia sul
decreto lavoro è un imbroglio.
Renzi mette la fiducia perchè non
ha la fiducia, perchè non ha i voti
della sua maggioranza, perchè un
partito, il Nuovo Centrodestra gli
ha detto di “no”».
Ora il secondo tempo della partita, al Senato.
Milena Di Mauro
CAMERA
Il tabellone elettronico
con il risultato del voto di
fiducia sul decreto
lavoro
Il decreto lavoro
APPRENDISTATO
CONTRATTI A TERMINE
In aziende con più
di 30 dipendenti
obbligo di assumere
il 20% degli
apprendisti
35% della
retribuzione
del livello
contrattuale
di inquadramento
CONTRIBUTI
mesi
Proroghe possibili
purchè nell’ambito
della stessa attività
Limite
sul numero
di contratti
a termine
à
contributiva)
20% dell’organico
complessivo
(es.: 1 per
impresa
di 5 addetti)
il limite
di spesa
statale passa
da 5,6 milioni
a 15 milioni
di euro
Semplificazione
degli adempimenti
burocratici
richiesti
alle imprese
DONNE IN MATERNITÀ
Conteggiato
à per acquisire
diritto di precedenza
per contratti
successivi presso
la stessa azienda
Gli 80 euro al mese per i dipendenti arriveranno a maggio
evitare ricorsi, facendo riferimento al periodo d’imposta in corso all’entrata in vigore del decreto.
TAGLI A MINISTERI -I tagli ai ministeri salgono
da 200 a 240 milioni. I «risparmi» per gli acquisti di
beni e servizi arriveranno soprattutto dalla Difesa:
75,3 milioni già quest’anno che saliranno a 112,8
milioni nel 2015.
DA TETTO DIRIGENTI A RAI -Viene confermato a
240.000 euro il tetto per i dirigenti (vale 40 milioni) e i
manager pubblici. Prevista forbiciata delle società di
gestione dei servizi degli enti locali e una riorganizzazione dei centri di acquisto pubblici. Dalla Rai
un «contributo» di 150 milioni, con cessione di società o riorganizzazione delle sedi.
TASSA BANCHE A GIUGNO, FORMULA ANTI
RICORSI -L’imposta sulla rivalutazione delle quote
della Banca d’Italia in mano agli istituti di credito,
aumentata al 26%, si pagherà a giugno, con il saldo
delle tasse sui redditi 2013. La norma è costruita per
LOTTA ALL’EVASIONE, 15 MLD NEL 2015 -Il
governo punta a incassare 15 miliardi dalla lotta
all’evasione nel 2015, 2 miliardi più del previsto. A
termine del Cdm le slide del governo ipotizzavano 3
miliardi di incassi.
5
CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ
Decreto Irpef, ecco le novità
dai precari ai super-manager
intermedia del 3,75%. Calano anche le altre aliquote
previste per banche e agricoltura: dal 4,2 al 3,8% del
2015, dal 5,9 al 5,3%, dall’1,9 all’1,7%. Anche per loro
taglio dimezzato quest’anno.
36
Per contratto, patto
di prova e piano
formativo individuale
(li usano
al posto
di altri tipi di
ammortizzatori)
criteri
da definire
da parte
del ministero
del Lavoro
di concerto
col Tesoro
ANSA
PAGAMENTI P.A -Nuove risorse e modalità finalizzate all’estinzione dei debiti. Previste norme
per i debiti fuori bilancio, per anticipare liquidità dei
comuni in dissesto, per garantire il rispetto dei
tempi nel settore sanitario.
TETTO A USO CONSULENTI E CO.CO.CO -Nel
2014 le amministrazioni pubbliche - tranne università e sanità - non potranno dare incarichi di consulenza quando il costo supera la spesa del proprio
personale. Il tetto è al 4,2% per gli enti con spesa
massima di 5 milioni di euro e all’1,4% per quelli che
superano i 5 milioni. Limite previsto anche per i
co.co.co: al 4,5% per le Pa entro 5 milioni di spesa e
all’1,1% oltre i 5 milioni.
TAGLIO 5% CONTRATTI -Si potranno ridurre del
5% gli importi dei contratti per beni e servizi. I
contratti possono essere rinegoziare in funzione della riduzione ed è fatta salva la possibilità di recedere
entro 30 giorni senza penali. Le amministrazioni
potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni-quadro della Consip S.p.A.
DL IRPEF I GOVERNI LOCALI DEVONO CONTRIBUIRE AL RISANAMENTO DEI CONTI PUBBLICI. SE NON AGISCONO AUTONOMAMENTE, AGIRÀ COTTARELLI
Spending, dalle Regioni «obolo» di 700 milioni
Oggi la Conferenza straordinaria dei presidenti discuterà «come» e «dove» tagliare
VASCO ERRANI Presidente della Conferenza delle Regioni
l ROMA. Hanno evitato all’ultimo momento il
temuto pericolo di perdere 2,4 miliardi destinati
alla sanità ma non possono sottrarsi al dovere di
contribuire con 700 milioni al risanamento dei
conti. Sono le Regioni italiane, che oggi, in una
Conferenza straordinaria dei presidenti, convocata da Vasco Errani, dovranno discutere sul come e dove tagliare.
Il dl Irpef, infatti, presentato il 18 aprile scorso
in conferenza stampa dal Governo dopo il Consiglio dei ministri, prevede che tra Stato, Regioni
ed Enti locali i risparmi debbano ammontare
complessivamente a 2,1 miliardi, 700 milioni ciascuno. Il premier Matteo Renzi ha dato a tutti 60
giorni di tempo per indicare dove procedere con i
tagli, altrimenti a intervenire sarà il temuto commissario per la spending review, Carlo Cottarelli.
«Noto con dispiacere che la promessa non è
stata mantenuta, visto che a suo tempo era stato
spiegato che la stagione dei tagli ai Comuni era
finita e che comunque si sarebbe operata una
redistribuzione tra Municipi virtuosi e non», commenta con una certa stizza il vicepresidente Anci
e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo. Ciò
smentisce impegni già presi - aggiunge il primo
cittadino lombardo - visto che si parla di cifre non
indifferenti; ora aspettiamo i contenuti ma posso
già dire che sicuramente, come al solito, chi meglio amministra viene trattato peggio, quindi essere seri e virtuosi non conviene, visto l’impianto
delle leggi dello Stato». Al contrario, osserva ancora Cattaneo, «avrei voluto sentir parlare di leggi
che potessero liberare le tantissime energie presenti nei Comuni con lo scopo di aumentare l’incisività dei sindaci. Cosa che in verità mi aspettavo da quello che viene considerato un governo
dei sindaci». Sul fronte più proprio della spending
review Cattaneo è piuttosto chiaro: «Come sempre, come amo ripetere anche al sottosegretario
Delrio, sono tre gli ambiti su cui lavorare: le li-
beralizzazioni, per le quali serve un quadro normativo chiaro, quindi senza vincoli; il patrimonio
pubblico, dove si può fare ancora di più, con dismissioni con varianti in deroga. Infine la spesa
del personale, nel cui ambito figura ancora l’enorme problema dei dirigenti: molti cittadini non lo
sanno - ricorda il rappresentante dell’Anci - ma il
più basso dirigente di un comune prende il doppio
dei sindaco, mentre nei grandi municipi questa
forbice è più attenuata».
Sul fronte delle Regioni, il più battagliero è il
governatore leghista del Veneto, Luca Zaia: «Renzi
dimostri di avere il coraggio fino in fondo e di fare
in modo che i 30 miliardi dormienti di sprechi in
Italia vengano fuori applicando un principio basilare, quello dei costi standard». E il governatore
della Campania, Stefano Caldoro, afferma: «Con il
Governo ci sarà un confronto costruttivo. Ma non
possono esserci tagli lineari che penalizzerebbero
solo i cittadini, quelli del Sud in particolare».
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Giovedì 24 aprile 2014
Il «fiorentino» nega d’aver varato norme
elettoralistiche, però - a un mese dalle
europee - i sondaggi premiano il Pd
LA DIRETTA
Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Leggi le istruzioni a pagina 25
Renzi: ora giù le tasse
a pensionati e partite Iva
Sotto il pressing di M5S, il premier rinuncia alla Partita del cuore
Eurostat
«Nel 2013 è “esploso” il debito
dei Paesi Ue, Germania esclusa»
.
BRUXELLES - Le cure a base di austerità e tagli nella zona
Euro hanno risanato il deficit, che nel 2013 nella Ue-18 è sceso
al 3%, ma hanno fatto esplodere il debito che ha raggiunto il
suo record storico e da 90,7% del 2012 è salito al 92,6%. Ed
Eurostat conferma che, ancora una volta, i due Paesi con i debiti pubblici più elevati sono sempre la Grecia e l’Italia: con, rispettivamente, il 175,1% e il 132,6% di debito sul pil, continuano ad essere i più sotto pressione di Eurolandia.
Ma la spesa pubblica è aumentata anche in molti altri Paesi
nel corso del 2013: il debito in Italia passa da 127% a 132,6%,
in Portogallo da 124% a 129%, in Irlanda da 117,4% a
123,7%, in Spagna da 86% a 93,9%, in Francia da 90,6% a
93,5%. E per la prima volta, Eurostat pubblica anche i dati che
consentono di misurare il peso della «solidarietà Ue», cioè il
contributo dei Paesi al fondo salva-Stati: per l’Italia, ad esempio, nel 2013 sono stati spesi 44 miliardi, pari al 2,8% del pil.
Sono cifre elevate, che però non pesano sul deficit ma solo
sul debito - precisano i tecnici - e di cui la Commissione non
tiene conto quando quantifica gli sforzi strutturali che chiede
ai Paesi. La Germania si conferma primo della classe: il debito
è sceso dall’81% al 78,4%, e ha anche azzerato il suo surplus,
tanto che per il 2013 può dichiararsi in pareggio di bilancio.
l ROMA. Non indosserà la maglia numero 8 al fianco di Baggio e
Batistuta. Matteo Renzi rinuncia
«anche se mi costa caro», confessa,
alla Partita del Cuore per chiudere
le polemiche sulla par condicio.
Ma non l’offensiva contro M5S che
«non ha paura di me calciatore ma
di chi vuole cambiare l’Italia». È
un’altra la porta in cui il premier
tenterà di mettere a segno un gol:
vincere le europee dimostrando
che fa sul serio e che, dopo aver
dato 80 euro, «non un’elemosina»,
manterrà gli impegni con sgravi
per incapienti, partite Iva e pensionati.
I sondaggi confermano che il
decreto Irpef è tutta salute per il
Pd a quasi un mese dalle elezioni.
Ma il premier non ci sta ad ascoltare chi critica le misure del governo come mossa elettorale. «Altro che misura elettorale - taglia
corto nella prima diretta twitter
#matteorisponde da quando è entrato a Palazzo Chigi - è una rivoluzione nel modo di concepire il
TECNOLOGICO Matteo Renzi risponde alle domande su Twitter
rapporto tra stato e cittadini. Datevi pace, i soldi arrivano e a chi fa
polemica noi rispondiamo lavorando e non inseguendo le meschinità altrui». E nel mirino finisce il principale competitor del
Pd: Beppe Grillo. «I comici milionari - attacca Renzi - dicono che 80
euro sono una presa in giro. Se
provassero a vivere con 1.200 euro
al mese non lo direbbero».
Polemiche a parte, il premier
guarda avanti: ieri ha avuto a Palazzo Chigi un lungo vertice con il
ministro Marianna Madia per
chiudere entro aprile la riforma
della pubblica amministrazione.
Semplificare è la parola d’ordine
del prossimo decreto con un occhio ai cittadini e alle imprese che
«vanno aiutate riducendo la burocrazia». D’altra parte anche la
riforma del lavoro, che ieri ha incassato la fiducia alla Camera rinviando eventuali modifiche al Senato, punta, secondo il premier, a
togliere i lacci che ostacolano l’aumento dell’occupazione. Contro
l’«emergenza» lavoro, Renzi non
crede che la ricetta giusta sia l’introduzione del reddito minimo:
«Non sono d’accordo sul fatto che
il reddito minimo di cittadinanza
crei posti di lavoro. Abbassare le
tasse è giusto».
In questa direzione si muove il
governo: nei prossimi mesi, come
annunciato approvando il decreto
Irpef, si cercheranno le risorse per
dare il bonus anche agli incapienti
e per intervenire sulle partite Iva.
Più lunghi i tempi per un aiuto ai
pensionati sotto i mille euro: «Nel
2014 - aveva spiegato il premier
aprendo la campagna elettorale a
Torino - non ce la facciamo ma nel
2015 è un impegno».
Cristina Ferrulli
I SINDACATI PREVEDONO UN ASSEGNO PENSIONISTICO ANTICIPATO MA RIDOTTO. LA SETTIMANA PROSSIMA IL CONFRONTO
Poletti affronta la grana-esodati
Il ministro annuncia «misure strutturali per evitare ogni volta aspettative e ingiustizie»
l ROMA. Flessibilità pensionistica, il governo al lavoro. Il ministero del Lavoro accende i riflettori su un’area vasta di persone
che va sotto la definizione di «esodati», in
pratica chi è vicino alla pensione ma non
ancora pensionabile, che ha perso o perde il
lavoro e per i quali intende studiare soluzioni
strutturali. Dall’altra Palazzo Chigi annuncia l’ampliamento della platea dei benefici
fiscali questa volta anche ai pensionati.
Riguardo gli «esodati» servono soluzioni
strutturali «per evitare di alimentare ad ogni
round aspettative ed ingiustizie» ha spiegato
il ministro del Lavoro Giuliano Poletti annunciando «tra una settimana» il confronto
con Inps, parti sociali, commissioni Lavoro
di Camera e Senato. Un tavolo cui il presidente della Commissione Lavoro Cesare
Damiano (Pd), vuole anche il ministero
dell’Economia.
Tornando al popolo della «terra di mezzo»,
i «senza lavoro e senza pensione», certo è che
«bisogna lavorare a soluzioni dinamiche, che
producono delle condizioni strutturali, con
un meccanismo mobile in grado di tenere
tutti dentro» ha spiegato Poletti. Il ministro
ne aveva parlato qualche giorno fa: «Stiamo
costruendo uno scivolo che consenta di collegare la condizioni di queste persone al
pensionamento». Senza ricorrere però a tu-
tele parziali. «Bisogna fare una regola generale che dica che tutti quelli che arrivano a
questa condizione possono avere questo tipo
di trattamento. Naturalmente questa è
un’operazione che ha dei costi» ha detto, ma
va costruita tecnicamente bene per evitare
di riprodurre problemi, trovando «un bilanciamento che consenta di fare quest’operazione in maniera efficace».
Altri dettagli al momento non ci sono.
Secondo i sindacati che si attendono di essere ascoltati dal ministro, potrebbe trattarsi
di uno strumento flessibile che «prevede un
assegno pensionistico anticipato ma ridotto».
SINDACATI:
MINI ASSEGNO
IN ARRIVO
Per i
rappresentanti
dei lavoratori,
che si attendono
di essere
ascoltati dal
ministro
Giuliano Poletti
(nella foto), la
soluzione per gli
esodati
potrebbe
sostanziarsi in
uno strumento
flessibile che
«prevede un
assegno
pensionistico
anticipato ma
ridotto».
.
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Giovedì 24 aprile 2014
tra i Democratici per la
PARTITI E ISTITUZIONI Tensione
determinazione di Chiti nel portare
TRA RIFORME E POLEMICHE
HANNO DETTO
Zanda (Pd)
.
«All’elezione diretta
del Senato non può non
conseguire il voto di fiducia al governo e una
potestà legislativa pari a
quella della Camera».
Guerini (Pd)
.
«Il Senato non elettivo è uno dei punti cardine dell’impianto dell’accordo contratto con
Forza Italia. Confido che
si arrivi presto a un approdo corrispondente al
patto del Nazareno».
Romani (FI)
avanti il suo progetto alternativo
Asse tra sinistra Pd e FI
sulla difesa del Senato
Chiti: accordo con il M5S. Gli azzurri: sia elettivo. Stop del governo
l ROMA. Sale la tensione sulle riforme, con l'avvicinarsi del primo passaggio rilevante: l’adozione
di un testo base da parte della commissione Affari
costituzionali del Senato. Forza Italia strizza l’occhio alla minoranza Pd e alla sua battaglia per
mantenere il Senato elettivo, e il numero due del Pd
Guerrini la richiama all’osservanza dei patti. Ma la
tensione è evidente anche all’interno del Pd, proprio
per la determinazione della sinistra interna guidata
da Vannino Chiti nel portare avanti la battaglia per
il mantenimento di un Senato ad elezione popolare.
La giornata si apre con toni aspri. In una lettera al
Corriere della Sera il ministro Maria Elena Boschi
accusa Chiti e quanti vogliono un Senato elettivo di
«tentare di bloccare la riforma». «Il fatto che la
proposta venga da parte della minoranza interna
del Pd – scrive – è particolarmente stupefacente,
essendo proprio la minoranza Pd quella che ha
chiesto e ottenuto alla Camera di eliminare dall’Italicum ogni riferimento alla legge elettorale del Senato, proprio in forza dell’assunto che il Senato non
sarebbe mai stato elettivo».
Chiti replica al ministro intervenendo durante la
discussione generale in commissione Affari Costituzionali: ribadisce punto per punto le sue ragioni e si dice «amareggiato» per l’accusa di voler
bloccare le riforme. Al di là del merito, Chiti contesta l’impostazione politica del premier Matteo
Renzi, basata sul patto esclusivo con Forza Italia. Il
dialogo, dice Chiti, va cercato anche con M5s e Sel,
che vogliono anche loro conservare un Senato elettivo.
Na Renzi non intende cedere, e lo ribadisce ri-
spondendo su Twitter alle domande dei cittadini. Il
premier sottolinea che l'elettività del Senato «è una
contraddizione con l’impostazione di fondo», cioè
quella di una Camera in cui sono rappresentate le
Autonomie; inoltre il ddl del governo «fa una rivoluzione e semplifica il procedimento legislativo».
A scombussolare i piani ci si mette anche Forza
Italia, il cui capogruppo Paolo Romani, pur ribadendo la validità del patto Renzi-Berlusconi, chiede
una «ulteriore riflessione» sul Senato elettivo, magari con un nuovo incontro Renzi-Cavaliere.
Romani ha una buona metà dei suoi 60 senatori
sul piede di guerra: molti «azzurri» temono che con
l’approvazione delle riforme Renzi tracimi elettoralmente rubando consensi anche a Forza Italia.
Anche la riunione del gruppo prevista in giornata
viene rinviata. Romani indica però una mediazione
come via di uscita: sì all’approvazione delle riforme,
purchè subito dopo le europee si approvi in Senato la
riforma elettorale.
Un altolà a Forza Italia lo dà il vicesegretario del
Pd, Lorenzo Guerrini, il quale ricorda che il «Senato
non elettivo» è uno dei punti cardine «dell’impianto
dell’accordo contratto con Forza Italia»; ed aggiunge
di "confidare che si arriverà a un approdo corrispondente al patto del Nazareno».
In pratica, il fronte che chiede il mantenimento
del senato elettivo può contare solo sul voto di Corradino Mineo (minoranza del Pd), Loredana De
Petris (Sel) e di altri quattro senatori di M5s ed ex
M5s. Troppo pochi. Così, conti alla mano, il ministro
Boschi può dire a fine giornata che sulle riforme
«non c'è assolutamente un problema di numeri».
Giovanni Innamorati
LA RIFORMA DELLA P.A.
Cottarelli: gli 85.000 esuberi
nel pubblico impiego
«non è un numero elevato»
l ROMA. - A palazzo Chigi si
sono aperti i lavori sulla riforma della pubblica amministrazione, che il governo punta a
chiudere per la fine di aprile. Il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha infatti incontrato
il ministro della Pa, Marianna
Madia, in una riunione che è
andata avanti circa due ore e
mezzo e che segna un’accelerata per tirare le somme sul
capitolo. Prima del meeting
istituzionale Renzi è però tornato a rispondere alle domande
dei suoi followers su Twitter. E
a chi gli domandava della dirigenza pubblica, ha risposto:
«Più merito, più mobilità, più
qualità». Contro lacci e laccioli
che imbrigliano le imprese, ha
ribadito: «Le aziende vanno
aiutate riducendo la burocrazia». Di certo, ha assicurato il
premier, «non deleghiamo le riforme ai prof».
Le misure per rilanciare la
Pa viaggiano su un binario parallelo a quello della Spending
Review. E proprio mentre iniziava la riunione sulla riforma
a Palazzo Chigi, che ha visto la
partecipazione anche di altri
membri del governo come Graziano Delrio, il commissario
Carlo Cottarelli, è intervenuto
in Parlamento per dire che gli
85.000 esuberi individuati nel
pubblico impiego «non sono
molto elevati» se valutati «in
rapporto all’occupazione» nel
comparto, che conta circa 3 mi-
.
«Prima del rush finale può essere una necessità un nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi. Ho ribadito la validità
del patto, ma questo
non significa che non ci
siano problemi».
Buccarella (M5S)
.
«Un progetto riproposto in maniera non
difforme da Renzi nel
suo patto con il piduista
(tessera 1812) e condannato Berlusconi»
Quagliariello (NCD)
.
«La questione
dell’elettività o meno
del Senato non va posta
come un braccio di ferro. La fonte di legittimazione dipende dalle funzioni che dovrà assumere il Senato. Dobbiamo
muoverci con attenzione per evitare che la
Carta costituzionale diventi un regolamento
condominiale».
IL CASO E RENZI TORNA A PARLARE DELLA FINE DEL SEGRETO DI STATO
IL CASO UNO SPAZIO PER I BAMBINI. RIVOLUZIONE ROSA DELLE MAMME E DEI PAPÀ
Grasso: commissione Camera, ludoteca
sugli anni delle stragi e poppata per i bebè
l ROMA. Piero Grasso l’aveva chiesta
con molta forza nel discorso di insediamento alla Presidenza del Senato: una commissione di inchiesta su tutte le stragi politiche
e mafiose per far luce sugli intrecci che
portano fin dentro alcune stanze dello Stato.
Ora la declassifica degli atti sulle stragi,
decisa ieri da Matteo Renzi, offre al Presidente del Senato l’occasione di rilanciare:
«Anche il Parlamento può e deve – scrive su
Fb- contribuire all’accertamento della verità: giudiziaria se ancora possibile, o storica. Per questo ribadisco con forza la necessità dell’Istituzione di una Commissione
d’inchiesta su tutte le stragi irrisolte del
nostro Paese, mafiose e terroristiche, con il
compito di rendere pubblici i documenti
delle Commissioni passate e continuare il
lavoro d’inchiesta», aggiunge Grasso. «Dobbiamo avere il coraggio di guardarci indietro senza paura e senza omissioni, perchè un Paese che nasconde e teme la propria
storia è un Paese senza futuro". Un invito
che arriva quando proprio Palazzo Madama
deve discutere della Commissione d’inchiesta sul caso Moro che, in questa ottica, potrebbe ampliare i suoi compiti istituzionali
anche alle stragi politico-terroristiche e di
mafia come chiede Grasso.
E mentre arrivano sollecitazioni al Presidente del Consiglio affinchè su altri capitoli della storia più oscura della Repubblica (Moby Prince, Abu Omar, caso Mitrokhin) cada il cono di luce della declassifica totale degli atti in mano allo Stato,
Matteo Renzi è sorpreso delle reazioni scatenate dalla sua «liberatoria» sulle carte
delle stragi. Sorpreso, spiega su twitter, per
una «una polemica incomprensibile». «Vogliamo un paese più trasparente possibile,
SENATO Il presidente Piero Grasso
con i dati accessibili online. Un sacco di
faldoni sono stati portati fuori dagli archivi
riservati nell’archivio di Stato a disposizione di tutti. Non dobbiamo essere il paese
della nebbia ma della chiarezza. Dopodichè
ho visto polemiche anche su questo, se siete
nervosi ditelo. Che ci dobbiamo fare?".
Un sostegno diretto alla scelta di Renzi
arriva dal responsabile del Viminale, il
"cuore occulto" del potere centrale dello Stato per molti anni: "La decisione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi" sulla
declassificazione degli atti relativi alle stragi "è stata condivisa da tutti, e vedrà ciascuno impegnato per le proprie parti di
competenza, e in prima fila il ministero
dell’Interno. Saremo protagonisti di trasparenza nel versare agli archivi di Stato documenti che possano rendere nitida la storia del Paese, dice Alfano.
Paolo Cucchiarelli
l ROMA. Uno spazio per i bambini all’interno del vecchio palazzo che ospita la Camera dei deputati e, chissà, in futuro la
possibilità di allattare in Aula i bebè. A
Montecitorio è iniziata la rivoluzione rosa
delle mamme e dei papà (non molto attivi,
per la verità, questi ultimi). Finalmente,
Montecitorio sarà dotato di una piccola ludoteca per i bimbi dei parlamentari e di
coloro che lavorano nel «palazzo». La possibilità di portare i bebè in Aula e allattarli
durante le sedute, invece, è per il momento
soltanto una richiesta.
La creazione di creare uno spazio per
bambini alla Camera ha raccolto l’adesione
bipartisan di parlamentari di tutti i partiti
e, tra alti e bassi, è finalmente giunta a
conclusione. Merito anche della vicepresidente della Camera Marina Sereni che ha
coordinato il lavoro del gruppo di parlamentari in questi ultimi mesi: «E' un passo
avanti», spiega la deputata del Pd che oggi
guiderà un gruppetto in «un sopralluogo di
uno degli spazi individuati».
«In realtà – sottolinea la Sereni -, non si
tratta di una vera e propria ludoteca o di un
asilo, per il quale sarebbe necessaria una
struttura ad hoc con permessi specifici;
piuttosto, sarà uno spazio di ospitalità per
rendere più facile ai genitori vedere i propri
figli a Montecitorio». La vicepresidente ci
tiene a sottolineare che la ludoteca non comporterà «alcun costo per la Camera», se non
quelli per gli allestimenti minimi di sicurezza, e che sarà «autogestita dagli stessi
genitori o da chi da loro indicato».
Con l’ultima legislatura, l’età media dei
parlamentari si è abbassata di molto ed è
aumentato il numero di numero di
neo-mamme e neo-papà: l’esigenza che prima era di pochi si è allargata a molti. Così lo
MINISTRO Marianna Madia
scorso anno la deputato di Scelta Civica e
neo-mamma Valentina Vezzali aveva lanciato una sottoscrizione per aprire uno spazio per bimbi a Montecitorio, raccogliendo
circa 200 firme.
Piena condivisione all’iniziativa da parte
di Nunzia De Girolamo che domani prenderà parte al sopralluogo. L’esponente di
Ncd ed ex ministro giudica «l’apertura della
ludoteca un gesto di civiltà e di buon esempio». «La vera battaglia per le donne non è
metterle capolista ma coniugare i tempi di
lavoro con la famiglia – afferma – Da politico
non voglio rinunciare a fare la madre e ad
amare mio figlio".
Soddisfazione anche da parte delle mamme cinquestelle. La pattuglia M5S è una
delle più nutrite: Mara Mucci, Gessica Rostellato, Roberta Lombardi sono madri da
poco. «Era ora».
Teodoro Fulgione
RASSEGNASTAMPA
8 PUGLIA E BASILICATA
LA KERMESSE
UNA CINQUE GIORNI DI EVENTI
Giovedì 24 aprile 2014
DUECENTO IMBARCAZIONI
Spazio anche alla sezione accessori con 20
aziende che operano nel campo della
manutenzione e dell’allestimento degli scafi
Brindisi, il 30 prende il via
il Salone nautico di Puglia
Un calcio alla crisi, gli espositori aumentano del 30%
BRINDISI La
presentazione
della XII
edizione del
Salone
nautico di
Puglia che si
terrà a
Brindisi dal
30 aprile al 4
maggio
ANTONIO PORTOLANO
l BRINDISI. Aprirà i battenti anche in
barba ai venti di crisi - che negli ultimi
tempi hanno costretto molti happening di
settore a dare forfait e rinviare kermesse e
fiere a tempi migliori – e con una crescita
del 30% in termini di partecipanti alla XII
edizione.
Dal 30 aprile al 4 di maggio, sul lungomare Regina Margherita, prende il via il
Salone nautico di Puglia. Saranno circa
200 le imbarcazioni esposte in acque e a
terra, tutte di brand prestigiosi della nautica. Ci saranno tra le altre le tipiche
imbarcazioni da pesca americane Boston
Whaler ma anche una sezione dedicata ai
battelli pneumatici ed ai gozzi di costruzione regionale ed un ampio spazio dedicato alla motoristica. Aziende di primo
piano come Isotta Fraschini, Caterpillar,
Volvo, Yamaha, Suzuki, Honda, Evinrude.
E operatori provenienti da tutta Italia, in
particolare dalla Sicilia, dalla Campania,
dalle Marche, dal Lazio. E ancora spazio
alla sezione accessori con circa 20 aziende
che operano nel campo della manutenzione e nell’allestimento delle imbarcazioni. In occasione di Brindisi Città europea dello sport 2014, il Coni provinciale
organizzerà nell’area fieristica un vero e
proprio villaggio dello sport a cui parteciperanno altre 15 federazioni provinciali che daranno la possibilità di praticare e conoscere alcuni sport acquatici
come surf, canottaggio, vela. L’enogastronomia pugliese e la cucina legata al mare
saranno rappresentati dall’assessorato alle Politiche agricole e della pesca regionale.
Il cuore della cinque giorni è rappresentato dalla convegnistica, ma non solo.
Novità assoluta è data dall’apertura alla
cultura con l’accordo sottoscritto con la
Città del libro di Campi Salentina che
organizzerà una rassegna bibliografica,
.
anche sul tema del mare, all’interno della
Casa del turista, con il coinvolgimento
delle principali case editrici della regione.
Sempre in tema di cultura da non perdere
I NUOVI SPAZI
Saranno rappresentate anche
l’enogastronomia e la cucina legata
al mare come pure la cultura
la mostra di archeologia marina organizzata dal Museo provinciale Ribezzo.
Anche quest’anno si conferma e si rilancia
la vocazione «all’inter nazionalizzazione»
dello Snim. Un’area espositiva sarà dedicata ai porti di Croazia - rappresentati
dall’Ente nazionale per il Turismo - men-
tre si riconferma la presenza del porto di
Montenegro. A Brindisi saranno in mostra
anche le migliori strutture portuali turistica della regione. Quest’anno aderisce
all’evento anche la Camera di Commercio
di Foggia che, in uno spazio espositivo
collettivo, ospiterà il meglio della produzione locale e le strutture turistiche di
Marina del Gargano, Marina di Rodi Garganico e Vieste. Occhi puntati sulla 12esima edizione dello Snim anche da parte del
governo come dimostra la presenza del
sottosegretario alle Infrastrutture Umberto De Basso De Caro che aprirà la fiera
partecipando alla tavola rotonda sul tema:
«Nautica ed economia tra difficoltà e prospettive di sviluppo». Cresce l'interesse
attorno allo Snim anche da parte di altri
sistemi fieristici come dimostra la partnership sottoscritta con Fiera del Levante
e Unioncamere Puglia.
TRASPORTI OBIETTIVO MIGLIORARE I SERVIZI
Turismo in bicicletta
la Regione si attrezza
l Uno studio sui bisogni di mobilità dei cicloturisti
che vengono in Puglia per trascorrere le loro vacanze
è stata avviato dall'amministrazione regionale in collaborazione con la cattedra di Economia politica del
dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università
del Salento. Nella fase iniziale sono stati distribuiti
1.500 questionari. L'obiettivo è migliorare i servizi di
trasporto regionali.
L'iniziativa rientra nelle attività del progetto di
cooperazione transfrontaliera Intermodal (Intermodality Model for the Development of the Adriatic
Littoral zone) finanziato con fondi del programma
Ipa Adriatic Cbc 2007-2013, di cui l'assessorato alle
infrastrutture e mobilità della Regione Puglia è partner di progetto.
«L'indagine - spiega l'assessore regionale Giovanni Giannini cui qualche giorno fa il presidente della
giunta, Nichi Vendola, ha conferito le deleghe aggiuntive per la Difesa del suolo e Rischio Sismico.
nonché per le Risorse Idriche - è finalizzata a conoscere le esigenze di intermodalità delle varie tipologie di cicloturisti che vengono nella nostra regione per trascorrere le loro vacanze e per migliorare
l'offerta di trasporto combinato. Destinatari dell'indagine sono coloro che arrivano in Puglia con la
bicicletta al seguito su un altro mezzo di trasporto,
coloro che arrivano senza bicicletta e la noleggiano in
loco, coloro che arrivano direttamente in bicicletta e
da qui effettuano un successivo trasferimento con
altri mezzi via terra, mare o aria».
Il questionario in italiano e in inglese, disponibile
in formato cartaceo o elettronico, sarà distribuito
dalle strutture ricettive pugliesi o tramite il web.
L'esito dell'indagine consentirà alla Regione Puglia
di coordinare e rendere sinergiche le politiche di
sviluppo del turismo con quelle di sviluppo della
mobilità ciclistica.
IL BUCO DI 45MILA EURO ANCORA DA CHIARIRE I MOVIMENTI DI DENARO. LA DIOCESI HA 30 CONTI
Il vescovo sotto torchio per il prestito
concesso all’avvocato coi soldi dei poveri
Potenza, per ripianarlo un sacerdote ha usato i denari di una colonia
FABIO AMENDOLARA
l Da un conto della diocesi di
Potenza vengono prelevati 45mila euro
per un prestito a un avvocato in difficoltà. Su quel conto la Cei - la
Conferenza episcopale italiana - versava ogni anno i «fondi anticrisi»,
quelli per aiutare le famiglie bisognose: 300mila euro. La Procura di
Potenza ha cercato di
capire come è stata
tappata quella falla da
45mila euro. E ha
messo il vescovo sotto
torchio.
I soldi erano di don
Antonio
Cervino.
«Soldi suoi», dice don
Agostino Superbo, ex
vicepresidente della Cei. Perché il sacerdote è danaroso. «Non tutti i preti
sono... lui ce li ha». Il vescovo, testimone dell’inchiesta, spiega al pubblico ministero Francesco Basentini
da dove provengono i soldi usati per la
carità dopo il prestito da 45mila euro non rientrato - all’avvocato Sergio Lapenna, ex consigliere regionale. I pas-
saggi sono particolarmente ingarbugliati.
Per questo la Procura di Potenza ha
deciso di vederci chiaro. E per capire
con esattezza da dove provenissero
quei soldi ha scoperto che la diocesi di
Potenza ha a disposizione 30 conti
bancari (alcuni risultati inattivi). E
che per coprire il «buco» creato dal
prestito all’avvocato (che ha affidato i
suoi beni a un amministratore, il quale
ha stabilito un piano
di rientro con i creditori) il vescovo di
Potenza, monsignor
Agostino Superbo, ha
chiesto a sua volta un
prestito a un sacerdote di Policoro, don
Antonio Cervino.
Ecco la ricostruzione degli investigatori. Superbo, in merito al prestito all’avvocato, ha riferito di non
conoscere l’entità della somma e che a
don Pasquale Zuardi, l’economo della
diocesi, aveva detto soltanto: «Don
Pasquale, fai quello che puoi, tu conosci le nostre casse».
MONS. SUPERBO
«Non conoscevo l’entità
della somma data a
Lapenna»
POTENZA Il
vescovo
mons.
Agostino
Superbo
AVVISO DI DEPOSITO E PUBBLICAZIONE
.
Venuto a conoscenza dell’importo
del prestito - 45mila euro - e dell’insolvenza dell’avvocato, «chiedeva a sua
volta - si legge in un’informativa dei
carabinieri - un prestito a titolo personale di pari importo a don Cervino,
in modo da non trovarsi in difficoltà
per il denaro da destinare alla carità».
Don Cervino fa il bonifico. Ma non
con soldi suoi, come invece aveva
riferito il vescovo.
I soldi sono stati spostati dal conto
della società Charitas Christi colonia
Stella maris di Policoro e sono finiti su
uno dei conti bancari della diocesi
potentina. Anche quelli erano soldi
della Cei?
I soldi finiti su quel conto corrente
provengono dalle rette che i Comuni
pagano per i bambini bisognosi ospitati nella colonia estiva di Policoro, in
provincia di Matera.
«Pertanto - annotano gli investigatori - non erano su un conto personale».
Quel prestito di don Cervino, ha
spiegato il vescovo al pm, è servito per
non far mancare nulla ai poveri.
«Ho chiesto all’amico», ha detto il
monsignore.
Era solo un anticipo. Poi il buco nel
«fondo anticrisi» con molta probabilità
lo ripianerà la Cei. Ma nei movimenti
bancari, sospettano gli investigatori,
c’è ancora qualcosa da chiarire.
ai sensi della L.R. 11/2001 e del D.Lgs 152/2006 s.m.i.
del Progetto esecutivo, Studio d’Impatto Ambientale
e Sintesi in linguaggio non tecnico, relativo al
Progetto di Ampliamento Cava di calcare in agro di
Galatina (LE), loc. “S.Giovanni”
La MINERMIX s.r.l., con sede in Fasano (BR), C.da
Matarano 3/A ha depositato copia del Progetto al
Comune di GALATINA (LE) ed allo Sportello Unico
Regionale Attività Estrattive (SURAE) in Bari. L’area
di cava è distinta nel N.C.T. di Galatina al Foglio 4 p.lla
25. Il progetto si riferisce all’Ampliamento di cava di
calcare in esercizio e prevede l’asportazione progressiva della roccia calcarea con scavo a cielo aperto.
La coltivazione della roccia avverrà contestualmente
alle operazioni di recupero ambientale delle aree già
coltivate e si esplicherà in n° 4 lotti successivi organizzati temporalmente in n° 4 fasi. Ai sensi degli artt.
23 e 24 del D.Lgs citato, gli elaborati sono disponibili
presso gli Uffici del Comune di Galatina (LE) per 60
(sessanta) giorni dalla data della presente pubblicazione e chiunque abbia interesse nello stesso
termine può presentare in forma scritta osservazioni o pareri, indirizzandoli allo stesso Comune.
Per la pubblicità su
BARI: 080/5485111
BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500
LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982
POTENZA: 0971/418536
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 25
Giovedì 24 aprile 2014
DE TOMASO
Ecco l’Italia della vetocrazia
>> CONTINUA DALLA PRIMA
A
nche se, obiettivamente è arduo sostenere che la crescita del debito
potrebbe generare la ripresa
dell’apparato produttivo. Lo stesso
John Maynard Keynes (1883-1946), demiurgo
del deficit spending, considerava temporanea la
sua ricetta, fondata sul surplus di spesa, per
svegliare un’economia addormentata. L’incremento delle uscite, anche a suo parere, non
avrebbe dovuto essere a tempo indeterminato.
Berlusconi poteva riformare da destra il Belpaese, Prodi poteva farlo da sinistra. Chi per
una ragione, chi per un’altra, entrambi non lo
hanno fatto, e lo Stivale si è inceppato definitivamente. Anzi, le poche riforme giunte a
destinazione hanno peggiorato lo status quo ,
come testimonia ad esempio la revisione del
Titolo Quinto della Costituzione, sfociata nella
paralisi decisionale tra Stato e Regioni per
colpa di una capillare e confusa legislazione
concorrente in quasi tutte le materie-chiave
affidate all’attività politica.
Più che sulla votocrazia, la politica italiana
si fonda sulla vetocrazia, degenerazione esasperata prima dalla sbornia federalistica successiva al boom elettorale leghista, e poi dalla
conseguente riscrittura del Titolo Quinto della
Carta Costituzionale. Già in condizioni normali, l’assenza in Italia di un sentimento nazionale comune rendeva complicato il varo di
misure condivise da tutti, o perlomeno dalla
maggioranza dell’opinione pubblica. L’avvento della cultura federalistica in salsa bossiana
ha completato il quadro, dissestando ogni spirito unitario, per cui anche i partiti più lontani
dal vangelo «padano» si sono sentiti autorizzati
a scimmiottare i conati autonomistici della
Lega in nome del primato del municipalismo
sul resto del mondo.
qualcuno, qualcosa, un cavillo giuridico, un
È vero che l’Italia resta la patria dei Comuni, inghippo burocratico, che rimanderà alle cae che i Comuni hanno scandito per secoli la lende greche la questione. E il raddoppio ferstoria della nazione fino a ritardare l’approdo roviario sarà oggetto di studi e contenziosi
all’unità della Penisola. Ma è altrettanto vero anche nel 2341.
che il Risorgimento aveva ribaltato questa rafLogico che lo Stivale sia imballato. Se i refigurazione, consegnando allo Stato il mastice tropensieri speculativi o i calcoli affaristici
dell’unione territoriale e lo scettro di decisore arrestano sul nascere un’opera auspicata da
di ultima istanza.
tutti, soprattutto dal buon
In seguito, le spinte censenso, figuriamoci cosa
trifughe, i conati secessiosuccede quando sono in
nistici, le astruserie campacantiere interventi che rinilistiche hanno ripreso il
scuotono un consenso mesopravvento, sino al punto
no unanime, come ad esemche - di questo passo - un
pio il gasdotto nel Salento.
giorno verrà stoppata perIl presidente Obama ha
sino l’apertura di un asilo
suonato la sveglia all’Euronido, se a un comitato di
pa, e all’Italia: ragazzi muoquartiere la cosa non garvetevi, sta per tornare la
berà.
guerra fredda, i rapporti
Esaminiamo il caso del
con la Russia di Putin non
raddoppio della linea ferrogirano al bello, non perdete
viaria Termoli-Lesina, pretempo sul gasdotto Tap, permessa di ogni discorso
ché i conflitti del futuro sasull’alta velocità per la coranno di natura energetica,
stiera adriatica. Nulla si
di conseguenza conviene
muove, perché il Molise non GAS Obama dà la sveglia all’Europa
cautelarsi affrancandosi
si decide a dare una risposta
dalla dittatura di un solo
al progetto delle Ferrovie, in nome dell’au- fornitore. Ma - scommettiamo - neppure un
tonomia locale da rispettare. Va bene, le po- interesse pubblico superiore, com’è quello
polazioni vanno ascoltate e coinvolte. Ad un dell’approvigionamento energetico, riuscirà
certo punto però bisogna pure prendere una ad accelerare la realizzazione del gasdotto. Il
decisione, se non si vuole trasformare ogni municipalismo è così radicato da condizionare
assemblea da luogo della rappresentanza in o bloccare qualsiasi decisione.
luogo della rappresentazione (parodia della deÈ vero. Berlusconi e Prodi non hanno imimocrazia). Adesso, di fronte alla melina mo- tato Thatcher e Schroeder. Ma il resto del Bellisana, più irritante di quella in uso sui terreni paese non può scagliare facilmente la prima
di gioco sudamericani, si spera che lo Stato pietra.
Giuseppe De Tomaso
centrale faccia sentire la propria voce [email protected]
mativa. Ma, inutile illudersi. Spunterà sempre
GIANFRANCO SUMMO
Pressione ed evasione record
«S
ull'evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz
ma con l’innovazione e l’incrocio dei dati». Parola del
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ieri ha lanciato un segnale di (apparente) incoraggiamento ai tartassati del fisco. Dunque, «no» ai teatrali blitz a Cortina d’Ampezzo
d’inverno e in Costa Smeralda d’estate: non piacciono a chi teme che le
divise della Guardia di finanza facciano scappare i turisti. E come la
mettiamo con i controlli incrociati del Redditometro? Fanno storcere il
naso ai sacerdoti della privacy che temono il Grande Fratello del Fisco.
Potremmo chiudere qui il discorso e rassegnarci a rimanere il Paese
europeo con la più alta pressione fiscale e la più alta evasione fiscale.
Tanto non si può e non si deve fare niente. Ma viene voglia anche di
prendere a prestito altre parole, quelle del segretario nazionale del Pd,
Matteo Renzi (ancora lui?) che nel «lontano» gennaio 2014 rispondeva
«Male non fare paura non avere» a chi gli rimproverava il dialogo con
Berlusconi sulla riforma elettorale. E quindi: se pago regolarmente le
tasse, che cosa avrei da temere da un controllo fiscale? Per di più il
Redditometro nel marzo scorso ha ottenuto anche il via libera del
Garante per la privacy e prevede verifiche nel caso in cui le spese
siano superiori almeno del 20% rispetto ai guadagni dichiarati. Per
ora i controlli riguardano solo 20mila casi tra i più eclatanti scovati
incrociando le varie banche dati a disposizione dell’Erario. E nelle
spese «sospette» non rientrano quelle per alimenti, abbigliamento,
alberghi e viaggi. Nessun voyerismo fiscale, dunque. Solo di fronte ad
un tenore di vita «inspiegabile» l’Agenzia delle Entrate chiamerà il
contribuente per un primo ed anche un eventuale secondo chiarimento.
È questa la strada giusta? Si spera, anche perché il Paese è al
collasso. Il boom economico del dopoguerra è il frutto del patto sociale
che ha regalato l’evasione fiscale agli imprenditori del Nord e l’assistenzialismo statale ai cittadini del Sud; la crescita dei ruggenti
Anni Ottanta e Novanta si è fondata sull’esplosione del debito pubblico
che ha generato sprechi e privilegi; l’euro, l’Unione europea e la crisi
globale hanno fatto cadere i veli e gli alibi. Ora l’Italia vive al di sopra
delle proprie possibilità, abituata a considerare diritti i privilegi, con
il comodo alibi che una pressione fiscale insostenibile giustifica l’evasione fiscale. Per non parlare di una rete di criminalità organizzata
ormai ramificata in tutta Europa in grado di gestire una economia
parallela sconosciuta al Fisco. Speriamo che lì dove hanno fallito
l’ottimismo di Berlusconi, la sobria austerità di Monti e le palle d’acciaio di Letta riesca il volitivo attivismo di Renzi che il Redditometro
l’ha ereditato e si accinge a gestirlo.
Intanto si spera che nella rete dei controlli non finiscano solo i
«pesci piccoli». A nevrotizzare il contribuente italiano non è tanto il
controllo a tappeto quanto lo stillicidio di piccole dimenticanze che
generano contenziosi ai limiti del demenziale per pochi euro che si
moltiplicano per effetto di interessi e sanzioni. Dunque se deve essere
caccia all’evasore, che almeno sia caccia grossa. E nella caccia grossa
non si può avere timore dei pachidermi: banche, società finanziari,
grandi imprese con fatturati miliardari sono i principali soggetti a
rischio evasione ed elusione. Lo dicono le cronache, con i resoconti su
transazioni al ribasso per il Fisco e pur sempre convenienti per chi ha
nascosto gli imponibili.
Il Redditometro, poi, fa scattare anche un paio di riflessioni accessorie: è lecito immaginare che i 20mila casi eclatanti sui quali
l’Agenzia delle Entrate si sta concentrando siano solo la punta di un
iceberg di controlli. Insomma, il sospetto che il Fisco sia perfettamente
in grado di scovare tutti gli evasori e costringerli a pagare il dovuto è
sempre più forte. Ma chi si assume la responsabilità storica di fare in
Italia quello per cui non si verrebbe rieletti mai più neppure al consiglio di quartiere? Nel nostro Paese si stima (per difetto) una evasione
fiscale di 180 miliardi di euro con il coinvolgimento di dieci milioni di
contribuenti. Dieci milioni di voti. Di fronte a questa equazione impallidisce il ragionamento di giustizia sociale in base al quale pagando
tutti, tutti pagheremmo meno. E quindi torniamo al comodo alibi della
pressione fiscale che rende addirittura socialmente tollerabile (se non
benvenuta) una fisiologica quota di evasione erariale.
Non si può non concludere il discorso con il sogno americano. Un
sistema fiscale, quello made in Usa, che nella percezione comune
risolverebbe ogni problema. Nessuna trattenuta alla fonte (i lavoratori
dipendenti ne sanno qualcosa...) ogni spesa documentata diventa deducibile, il contrasto di interessi come primaria fonte di controllo
antifrode (la tua ricevuta diventa la mia deduzione quindi niente
parcelle a nero) e pressione fiscale dimezzata rispetto a quella italiana.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Intanto l’assistenza sociale e
previdenziale di stampo europeo non ha nulla a che vedere con quella
statunitense, dove i minimi garantiti sono inferiori ai nostri. Poi il
sistema di tassazione (tra imposte federali, statali e cittadine) non è
meno complicato del nostro. Le deduzioni non sono poi così «assolute»
e convenienti come si immagina. Però una cosa è certamente diversa
rispetto all’Italia: per chi evade le tasse si spalancano le porte del
carcere e il sistema di verifiche è più efficiente che in Italia, dove tra
Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Equitalia, Sogei e le relative ramificazioni regionali sarebbe interessante sapere se i recuperi
dell’evasione garantiscono almeno un euro in più di quanto tutto
questo apparato ci costa.
ATTENTI A NON GETTARE
IL BAMBINO INSIEME
CON L’ACQUA SPORCA
di VITO SPADA
F
orse sembrerà strano, ma bisognerebbe ricordare
che tutti gli strumenti finanziari che si sono succeduti nel tempo sul mercato, hanno avuto la loro
crisi di identità e sono stati inizialmente giudicati
inutili e dannosi dalla gente. Strumenti finanziari come la
società per azioni, una cambiale o un mutuo, che sembrano a
noi ovvi e necessari per la nostra vita economica , hanno
infatti subito nel passato le loro sconfitte sui mercati. Il tempo e la comprensione degli eccessi che pure hanno accompagnato la loro apparizione , sono serviti successivamente
alla riconferma della loro importanza. Lo stesso destino pare
accompagnare le cartolarizzazioni. La Bce e la Bank of England hanno recentemente insistito sulla ripresa di questi
strumenti finanziari per agevolare la ripresa del credito nel
settore bancario. E anche la Banca d’Italia ha chiaramente
riaffermato che “la cartolarizzazione è uno strumento importante per la ripresa del credito” nel nostro Paese. Il punto
da cui bisogna partire per comprendere le motivazioni di tali
scelte, è il funzionamento della cartolarizzazione sui bilanci
delle banche. Se queste devono essere guidate nella concessione dei prestiti dall’ammontare del capitale da loro indicato in bilancio, e se è divenuto necessario richiedere alle
banche un aumento della loro capitalizzazione, per fare fronte alle possibili perdite inattese in un ciclo economico, le vie
principali che possono essere seguite per questa operazione
di capitalizzazione sono due. La prima è ovviamente quella
del puro e semplice aumento di capitale, che però è oggi
molto costoso per via del rischio implicito di questo approccio. La seconda è la diminuzione da parte delle banche delle
loro attività in bilancio. Diminuendo il peso delle loro attività sul capitale le banche possono ricostruire (far aumentare) automaticamente il valore del loro capitale. Non solo.
Con la stessa operazione, ovvero con la vendita delle loro
attività ( in maggioranza prestiti) la banca recupera oltre al
capitale, anche la preziosa liquidità monetaria. Si trasformano così i precedenti prestiti, in denaro contante. Ottenere
con la vendita delle attività sia un aumento implicito del loro
capitale che una maggiore liquidità, genera di conseguenza
la possibilità di effettuare nuove operazioni di prestito. E
siccome il problema di oggi è quello di fare ripartire il credito, è evidente che questa via è quella più efficiente.
PRESTITI -La cessione dei prestiti ( le attività della banca)
è realizzata attraverso la trasformazione in titoli ( cartolarizzazione) dei crediti che si intendono cedere al mercato.
L’incorporazione del credito in un titolo (come nella cambiale) consente un più facile trasferimento del credito ed una
sua migliore diffusione sul mercato. Le nuove norme regolamentari sulle cartolarizzazioni sono oggi più stringenti
per le banche, perché richiedono che la banca trattenga una
quota della cartolarizzazione nel suo portafoglio, a dimostrazione che anche le eventuali perdite future saranno riflesse nel suo bilancio. Si è cercato così di evitare che le
banche possano cartolarizzare crediti inaffidabili, senza subirne le conseguenze. Dopo la crisi finanziaria e le accuse a
volte poco precise ed impietose sulle cartolarizzazioni, il
mercato europeo per queste operazioni si è molto ristretto.
Nel 2013 si sono cartolarizzati solo 180 miliardi contro gli 800
miliardi del solo 2008. E paradossalmente il mercato europeo
ha sempre mostrato , diversamente da quello americano, che
le cartolarizzazioni dei mutui hanno da noi un percentuale
di “default” dell’1,5% , un valore estremamente basso a testimonianza della bontà di questa classe di attivi. Si possono
ovviamente cartolarizzare non solo mutui immobiliari, ma
anche prestiti alle pmi e persino prestiti dubbi, ovviamente
con prezzi diversi e rapportati al loro rischio implicito. Anche nei casi di prestiti dubbi o in “sofferenza” bisogna ricordare che questi hanno comunque un “valore di recupero”
seppure minimo, che è riflesso nel prezzo di vendita. Si stima
che in tutta l’Europa ci siano 1.000 miliardi di prestiti della
specie e che il mercato secondario per queste operazioni è
fondamentalmente controllato da istituzioni finanziarie
americane , da fondi sovrani ,dai ricchi gruppi familiari e
dai fondi di “private equity”. Questo aspetto solleva il problema della mancanza in Europa di un efficiente mercato
finanziario che possa funzionare per l’assorbimento di queste operazioni. Dovremmo convincerci comunque, che le
banche non potranno mai da sole con i propri capitali, finanziare tutte le richieste delle imprese e dei privati, e che
tale offerta deve necessariamente passare sul mercato finanziario. Di conseguenza dovremmo comprendere che gli
errori passati commessi nel mondo finanziario non comportano una cancellazione di tutto quello che si è costruito.
Non possiamo buttare , come si dice da noi, il bambino con
l’acqua sporca. La finanza non è il diavolo e non può essere
sempre e comunque demonizzata. Dobbiamo certamente evitarne gli eccessi e gli errori inevitabili. Ma soprattutto dovremmo , per criticarla, comprenderla meglio.
RASSEGNASTAMPA
2
giovedì 24 aprile 2014
POLITICA
Renzi annuncia:
«Meno tasse
ai pensionati»
Misure ad hoc anche
per lavoratori autonomi
e partite Iva
● Il premier risponde
su Twitter alle domande
dei cittadini
● A Grillo: «Gli 80 euro
sono una presa in giro?
Possono dirlo soltanto
dei comici milionari»
●
MARIA ZEGARELLI
ROMA
Annuncia via Facebook che non parteciperà alla «partita del cuore» per non alimentare polemiche di cui non c’è bisogno, poi dà appuntamento ai suoi follower alle 14 per un’ora di botta e risposta
a 360 gradi. Il presidente del Consiglio
nel giorno in cui la Camera vota la fiducia
al decreto Lavoro, riannoda i fili con i social da Palazzo Chigi e conferma la notizia
a cui più tiene larga parte dei cittadini:
«Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire nel lavoro di abbassamento tasse e lo manterrò». Misure che slitteranno molto probabilmente nella prossima legge di stabilità
ma che Renzi intende portare fino in fondo grazie alla dieta dimagrante per smaltire gli sprechi che dal 2015 diventerà ancora più intensiva.
Tante le domande, una sfilza, gli 80 euro vanno forte, come i tagli ai costi della
politica, la scuola, il lavoro. E se su alcuni
tweet risponde con ironia, su altri si sofferma con precisione puntigliosa. Come sul
bonus che arriverà con la busta paga di
maggio, su cui «i gufi», come li chiama il
premier, si sono a lungo concentrati. Ora
che è certo che arriveranno a maggio, che
le coperture ci sono, ragiona il premier,
l’accusa è che si tratta di una misura ad
hoc per la campagna elettorale. «Arriveranno dopo le elezioni, è una rivoluzione
nel concepire il rapporto tra Stato e cittadini, non c’entra niente con la campagna
elettorale. La rivoluzione è iniziata», risponde. E affonda: «Ragazzi, datevi pace,
questi soldi arriveranno». Ce l’ha soprattutto con Beppe Grillo e il M5S che in vista
del 25 maggio sparano ad alzo zero. «Noi
rispondiamo alle polemiche lavorando»,
replica durante la diretta twitter. Di prima
mattina era stato ancora più diretto: «I comici milionari dicono che 80 euro sono
una presa in giro. Se provassero a vivere
con 1200 euro al mese non lo direbbero».
Luigi Di Maio coglie la palla al balzo: «Non
mi meraviglia che Renzi creda di poter
comprare il voto dei cittadini italiani con
80 euro. Renzi non ha mai sudato un soldo
in vita sua, a differenza di Grillo che se li
guadagna da sempre con la sua professione e misurandola con il mercato». Immediata la controreplica: «Prende il doppio di
me, ma non farei polemiche con nessuno.
Sorridere costa meno». Il clima è da campagna elettorale, a Palazzo Chigi non sottovalutano ma nemmeno drammatizzano, è così nelle dinamiche interne alla maggioranza sul decreto Lavoro, con Ncd e Sc
che minacciano battaglia al Senato, con il
M5s che vuole a tutti i costi fare il botto
alle urne e il vero nemico, adesso che Fi è
in sofferenza, resta il Pd.
Per questo Renzi da una parte tiene vivo il rapporto sui network, là dove tutto è
iniziato, dall’altro incalza i ministri ad andare avanti con le riforme perché, spiega,
«c’è solo un modo per convincere gli italiani che possiamo cambiare il Paese: cambiandolo, senza perdere ulteriore tempo». E infatti ieri a Palazzo Chigi ha convocato un vertice con le ministre Marianna
Madia e Maria Elena Boschi, i sottosegretari Graziano Delrio e Angelo Rughetti,
Patrizio Caligiuri, consigliere giuridico di
Madia e il capo di Gabinetto Polverari per
fare il punto sulla riforma della Pubblica
amministrazione che molto probabilmen-
.. .
Vertice a Palazzo Chigi
con il ministro Madia
sulla riforma della
Pubblica amministrazione
te Renzi annuncerà la prossima settimana per titoli e poi, come già accaduto per il
Dl Poletti aprirà la consultazione. Due le
linee su cui si articolerà: un decreto legge
e un disegno di legge delega. Dopo due
ore di confronto serrato si sono aggiornati a lunedì, ma intanto alcuni punti sono
fissati: riforma della dirigenza, ricambio
generazionale non traumatico, nessun ulteriore taglio agli stipendi dei dirigenti,
nessun esubero. Renzi la riassume con poche parole: «Più merito, più mobilità, più
qualità».
Le domande che arrivano via twitter,
però, sono per lo più il sintomo dell’insofferenza contro la politica e allora le risposte non possono che virare in quella direzione. Rivendica i tagli alla politica, «non
tagliamo gli stipendi ai parlamentari, facciamo di più, tagliamo direttamente un
terzo dei parlamentari con la riforma costituzionale», il superamento delle Province e quello del Senato elettivo con cui è
ancora in corso un braccio di ferro interno al suo stesso partito ma ormai avviato.
Poi, la scure sul numero delle auto blu, sui
ministeriali che andranno a piedi o con i
mezzi pubblici, e che permetterà agli autisti che sono poliziotti di tornare in servizio operativo, o la forbice sulla busta paga
dei manager pubblici e delle voci della
pubblica amministrazione, come i bandi
di gara, una spesa da 100 milioni di euro
che d’ora in poi sarà sacrificata perché ci
si dovrà affidare ai social per gli annunci.
Un lungo elenco di cose fatte e di cose in
divenire, come lo sblocco dei 3,5 miliardi
di euro che andranno all’edilizia scolastica, «abbiamo ricevuto 4500 richieste. Abbiamo tolto dal patto di stabilità gli interventi sulle scuole, sarà un grande lavoro
che affronteremo da giugno e porterà cantierisu tutto il territorio». Della «complicata questione del quoziente familiare», in
cui rientra anche il bonus degli 80 euro, si
parlerà «nella delega fiscale», spiega.
Annuncia anche un vertice per lunedì
prossimo con i ministri di Esteri, Difesa,
Interno e i servizi segreti per verificare
l’operazione «mare nostrum», «ma è strano che l’immigrazione diventi un’emergenza sempre in campagna elettorale. Se
c’è un’emergenza c’è anche prima...»,
chiude.
#MATTEORISPONDE
«Più duri sull’evasione» «Sud, al lavoro sui treni»
«Sull’evasione fiscale possiamo fare di
più, non con i blitz ma con
l’innovazione e l’incrocio dei dati». Così
il premier Matteo Renzi durante
#matteorisponde.
Per la rete dei trasporti ferroviari al Sud
«dobbiamo utilizzare meglio i fondi
europei che sono tanti e spesso non
spesi o spesi male. Nei prossimi dieci
giorni faremo un incontro ad hoc».
Precari e «garantiti», è ora di aprire gli occhi
IL COMMENTO
RINALDO GIANOLA
SEGUE DALLA PRIMA
Sono fatti riconducibili allo stesso
comun denominatore che è l’assenza di
coerenti politiche di sviluppo, la
mancanza di una strategia industriale
nei settori chiave del nostro Paese, la
svalutazione del lavoro come fattore
economico, culturale, di emancipazione
sociale. Diciamo subito, con il massimo
rispetto per l’azione del governo, che in
altri tempi, non lontani, il decreto lavoro
avrebbe portato le persone in piazza e
suscitato vaste critiche e proteste nel
mondo politico e sindacale. Mentre in
questo frangente non è successo quasi
nulla.
Il decreto offre una grande opportunità
alle imprese di poter utilizzare
lavoratori, senza l’impegno di assumerli
a tempo indeterminato, in condizioni di
ampia flessibilità contrattuale e
normativa. Il progetto Poletti, nei fatti, è
un nuovo passo nella direzione della
liberalizzazione dei contratti a termine
di cui le imprese hanno abusato in questi
anni senza riuscire, tuttavia, a creare
nuova occupazione stabile, nè ad avviare
una nuova stagione di investimenti e di
crescita. Probabilmente oggi il governo
punta a dare una scossa all’occupazione
offrendo alle aziende una carta
formidabile, un autentico jolly.
Un imprenditore può assumere un
lavoratore con un contratto a tempo,
questo rapporto può durare tre anni con
cinque proroghe (prima della
“rivoluzionaria” modifica in
commissione lavoro erano otto...), non
deve motivarle e naturalmente non deve
rispettare lo Statuto dei lavoratori. Che
cosa si vuole di più? Per i tre anni del
possibile contratto il lavoratore precario
non è tutelato dall’articolo 18, ormai
largamente svuotato del suo valore
originario che era quello di impedire
licenziamenti ingiustificati, discriminanti
o comportamenti vessatori da parte del
datore di lavoro. L’articolo 18 era già
stato abbattuto da Elsa Fornero, il
ministro creatore degli esodati, con
l’introduzione dell’indennizzo a fronte
del licenziamento per motivi economici.
Il precario, dunque, avrà il contratto a
termine fino a tre anni, se gli va bene, e
potrà magari essere mandato a casa con
un tweet, segno della modernità
trionfante. Per questi precari niente
«tutele crescenti», che forse appariranno
più avanti nel progetto di riforma più
ampio, strutturale, fino alla scrittura de l
nuovo codice del lavoro, di cui ha già
parlato Matteo Renzi.
Ora speriamo tutti quanti che questa
dose di flessibilità da cavallo possa
almeno svegliare il mercato del lavoro e
le imprese, e abbattere il tasso di
disoccupazione ufficialmente al 13%, ma
che in realtà è più alto se si tiene conto
dei lavoratori in mobilità e di quelli in
cassa integrazione con poche o nulle
possibilità di rientrare in fabbrica o in
ufficio. Il governo ha ottenuto un
successo, e tuttavia dovrebbe porsi
qualche domanda, che altri in Europa si
pongono. Che senso ha introdurre nel
sistema ulteriori forme di flessibilità del
lavoro quando si perdono milioni di
posti? Perchè la flessibilità già esistente
in Italia, la più varia e articolata, non è
riuscita ad arginare l’emorragia di 1,8
milioni di occupati tra il 2007 e il 2013? I
lavoratori flessibili sono stati i primi a
pagare i costi della crisi, i primi a essere
licenziati. Perchè la flessibilità, elemento
essenziale in un mercato del lavoro
efficiente, funziona quando il ciclo
economico tira, in condizioni di buona
occupazione.
Ma la flessibilità, lo ha scritto pure il
FinancialTimesnon l’Unità, non è in grado
di proteggere i lavoratori dalla
recessione. Il governo, nonostante gli
schiamazzi di Alfano e Sacconi,
dovrebbe valutare se la flessibilità
ulteriore offerta su un piatto d’argento
alle imprese è propedeutica allo sviluppo
e a creare nuova occupazione o se,
invece, diventa, come spesso è stata in
passato, una forma di dumping salariale e
sociale, una scorciatoia per recuperare
margini di competività sulla pelle dei
lavoratori avendo il sistema industriale
rinunciato in parte a ricerca,
innovazione, a un modello “alto” di
sviluppo.
E qui torniamo a Piombino, ai lavoratori
dell’Acciaeria e delle grandi fabbriche
che sarebbero i «garantiti», secondo il
pensiero liberista che tanti danni ha
prodotto anche a sinistra. L’Acciaieria si
spegne così come si sono spente tante
imprese industriali, spesso passate dalle
mani dello Stato a quelle dei privati. Il
«re del tondino» Lucchini si presentò più
di vent’anni fa licenziando 900
lavoratori e la prima fila dei delegati
Fiom. Ma la storia presenta il conto per
tutti: il suo gruppo è finito male,
nonostante le frequentazioni di
Mediobanca e del Corriere della Sera.
Dopo il passaggio dei russi di Severstal,
dopo l’illusione di un‘improbabile offerta
dal Nord Africa, oggi Piombino guarda
con ansia al futuro. Agli operai
dell’Acciaieria toccherà «riconventirsi» e
lo faranno con impegno e lealtà, come
hanno sempre fatto. I loro figli, intanto,
si metteranno in fila per un contratto a
tempo determinato. Non più di tre anni,
però.
RASSEGNASTAMPA
3
giovedì 24 aprile 2014
Lavoro, è tregua armata
In Senato lo scontro finale
Tutta la maggioranza vota la fiducia
alla Camera ● Ma Sacconi (Ncd) annuncia
un esame approfondito a Palazzo Madama
● A Ichino l’incarico di relatore
●
B. DI G.
ROMA
Matteo Renzi twitta in tempo
reale a Palazzo Chigi
FOTO LAPRESSE
«Niente slogan sui marò» «Stragi, basta nebbie»
«Seguiamo la vicenda dei marò tutti i
giorni, suggerirei di toglierla il prima
possibile dalla campagna elettorale.
Qualche partito lo ha usato ed è sbagliato:
è un tema vero che riguarda il diritto».
Sulla declassificazione degli atti sulle
stragi: «Non dobbiamo essere il Paese
della nebbia ma della chiarezza. Ho
visto polemiche anche su questo, se
siete nervosi ditelo...».
Nessuna sorpresa nell’aula di Montecitorio, aspettando i «fuochi d’artificio» che
Ncd promette in Senato. La fiducia che
il governo ha posto sul decreto lavoro è
passata con il sì di tutta la maggioranza
(344 voti favorevoli, di Pd, Scelta civica,
Ncd e Pi), e il no delle opposizioni (184
voti contrari di FI, Sel, M5S, Lega, Fratelli d’Italia). Oggi si procederà con il voto sugli ordini del giorno e il varo del testo, che passa così a Palazzo Madama.
E lì il presidente della commissione
Lavoro, Maurizio Sacconi, riapre la partita. «La commissione Lavoro del Senato svolgerà una seconda lettura approfondita del decreto lavoro - ha detto per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore». Il senatore alfaniano - tra i più intransigenti nei confronti delle modifiche introdotte alla Camera - assicura
che garantirà «che i lavori si svolgano in
tempi utili a che il Senato possa compiere le eventuali modifiche garantendo altresì la conversione del decreto legge
nei tempi previsti. Sono certo che la
maggioranza saprà operare una sintesi,
aperta a recepire i contributi positivi delle stesse opposizioni».
Non è complicato immaginare la direzione di marcia che Sacconi intende imprimere al decreto. «Il nostro mercato
del lavoro, che allo stato si caratterizza
per l’esclusione di troppe persone, ha
evidente bisogno di misure urgenti per
incrementare la propensione ad assumere - dichiara - L’esame dei dettagli non è
certo secondario perché anche un solo
dettaglio può fare la differenza tra un
apprendista e un disoccupato». Per gli
addetti ai lavori il messaggio è chiaro:
via lacci e lacciuoli per le aziende. Assumere apprendisti senza vincoli, così co-
.. .
Commercianti
e industriali invocano
meno vincoli su contratti
a termine e apprendistato
Giuliano Poletti, Teresa Bellanova
FOTO LAPRESSE
me rinnovare contratti a termine senza
tetti. Detta così non si capisce con quali
criteri lo Stato dovrebbe finanziare l’apprendistato per circa due miliardi l’anno.
STRATEGIE PARLAMENTARI
Ncd è sicura di riuscire a ritagliarsi un
ruolo di protagonista nelle stanze del Senato, dove si discuterà del decreto proprio nei giorni di campagna elettorale
per le europee. Un’occasione da non perdere per gli alfaniani, che tuttavia si
espongono a un rischio molto forte. Il
decreto infatti scade il 20 maggio, e considerando ponti e festivi, il tempo non è
molto lungo per consentire altri due passaggi parlamentari. Senza contare anche il fatto che nessuna modifica sarà
possibile senza l’accordo del Pd, per un
semplice problema di numeri. Dunque,
una mediazione sarà ineludibile. Sulle
modifiche introdotte alla Camera il par-
tito di Renzi si dice compatto: non ci dovrebbero essere incrinature al Senato.
Certo, molto dipenderà da come Sacconi e sodali sapranno muoversi: non è affatto escluso che riescano a spuntare
qualcosa. Soprattutto su quella norma
che prevede l’obbligo di stabilizzare il
20% degli apprendisti se si vuole procedere ad assumerne di nuovi. Il Sole24ore di ieri non nascondeva l’irritazione di Confindustria su questo punto,
e non è detto che il pressing degli imprenditori non si faccia sentire in Senato.
Intanto ci sono già i commercianti a
suonare la gran cassa della deregulation. «Sull’apprendistato manca il coraggio di semplificare fino in fondo e sul
contratto a termine si torna a ventilare il
tema della precarietà, quando la disoccupazione è ormai a livelli record e occorrono risposte urgenti», scrive Confcommercio in una nota. Evidentemente non
bastano i 36 mesi senza causale né articolo 18: è ancora troppo poco. Così come
non basta che si possa scrivere un piano
formativo di un rigo nel contratto per
l’apprendistato. Tutto questo per Confcommercio è un passo indietro. Anche i
commercianti se la prendono con le sanzioni: in particolare con quella che prevede l’assunzione se si supera il tetto del
20% dei contratti a termine. Per la verità in questo caso si tratta di rispettare
una legge quadro, che impone dei vincoli al contratto a termine (vedi intervista
sotto): altrimenti di fatto si cancella il
contratto a tempo indeterminato in favore del termine. In tempi di precariato
spinto non sembra proprio una brillante
idea.
Intanto il sindacato apre anche il confronto sul disegno di legge delega, che
insieme al decreto completa il Jobs Act.
«Sul ddl lavoro occorrerà discutere ogni
singolo articolo perché così com’è rischia di ridurre le protezioni e creare ancora più complicazioni - il segretario
confederale della Cgil, Serena Sorrentino - in una materia su cui si interviene
da anni senza mai ricostruire un disegno organico». Anche dalla Uil c’è allarme per l’incoerenza di alcuni aspetti della delega con il decreto.
...
Il sindacato apre il duello
sulla disegno di legge
che completa il Jobs Act:
«incoerente con il decreto»
«L’atteggiamento di Ncd è sempre stato ambiguo»
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
ne di piantare le proprie bandierine».
«Devo dire che come relatore ho vissuto un atteggiamento piuttosto ambiguo da parte di Ncd». Carlo Dell’Aringa (Pd), relatore del decreto lavoro,
parla con l’Unità mentre in aula prosegue la chiama sulla fiducia. E racconta
la sua versione dei fatti in una vicenda
che sta diventando un moderno Rashomon in cui ciascuno suona il suo spartito. Complici i tatticismi preelettorali.
«Se i punti restano quelli esposti due
giorni fa, credo che il compromesso sia
a portata di mano. Perché quelle modifiche hanno una loro rilevanza, ma nessuna mette in discussione l’impianto di
quello che è uscito dalla commissione,
così come la commissione non ha stravolto l’impianto del decreto. In Senato
si può trattare, ma attenzione che se
poi si rilancia sorge il problema dei
tempi e ci si assume una grossa responsabilità, perché le imprese vogliono
questo decreto. Chi si comporterà in
modo tale da intralciare l’approvazione si troverà in grande difficoltà».
In che senso ambiguo?
«Per tutta la fase della discussione in
commissione Ncd si è detto contrario a
qualsiasi forma di emendamento, nella
convinzione che non si dovesse modificare il testo originario. Con una posizione di questo genere era difficile coinvolgerlo in qualche tipo di mediazione.
Quindi di fatto non c’è stato un confronto. Poi solo alla fine, appena 5 minuti
prima di andare in aula, è sembrato
che ci fosse la volontà di mediare. Se
l’avessero detto qualche giorno prima,
forse si riusciva a trovare una soluzione di compromesso anche con Ncd. Fatto gli ultimi 5 minuti, è forte la tentazio-
InSenatositroveràilcompromessooaumenteranno i dissidi?
Ncd annuncia battaglia
«In un primo momento il Ncd voleva
una sostanziale deregulation dell’apprendistato, ma nell’ultimo confronto
non è stato così: ha solo chiesto che la
formazione possa essere organizzata
all’interno dell’azienda, e questo si può
fare, è previsto anche nelle linee guida
della conferenza Stato Regioni.
L’avremmo potuto fare benissimo anche in commissione se Ncd avesse aper-
preoccupati sufficientemente della
maggioranza, ma il Ncd sembrava essersi tirato fuori dal confronto».
L’INTERVISTA
Carlo Dell’Aringa
Anche sulle 5 proroghe c’è stato l’accordo del governo?
«Certo. Ricordo che le norme in vigore
prevedevano una sola proroga e da un
massimo di 12 mesi per i contratti a termine senza causale. Oggi ci sono 36 mesi e 5 proroghe: non mi pare che si sia
reintrodotta rigidità».
«Per tutta la fase
della discussione si sono
sottratti al confronto
Al Senato si può trattare
ma chi rilancia si assume
una grossa responsabilità»
to alle modifiche. Altra cosa è la sanzione per chi supera il tetto del 20% (di
contratti a termine, ndr), che si vuole
pecuniaria. Qui è più complicato, perché la legge dice che il contratto normale è a tempo indeterminato, ma che è
possibile apporre un termine se vengono rispettati certi vincoli. In caso contrario il termine decade e quindi il contratto diventa a tempo indeterminato.
Per questo è più difficile inserire la sanzione pecuniaria, ma ci si può provare
a inserirla. Con le dovute cautele, perché anche la Commissione Ue è molto
Confindustria Le ha chiesto qualcosa?
attenta su questo punto».
Il Pd è diviso sulle modifiche introdotte?
«Assolutamente no. Io condivido le parole con cui Damiano ha avviato l’esame del testo all’interno del partito.
Cioè che noi siamo in mezzo: da una
parte ci sono quelli che vogliono abolire il decreto, dall’altra parte quelli che
non vogliono neanche modificarlo. Il
nostro impegno è stato quello di trovare una soluzione di equilibrio, condivisa dal governo. E abbiamo fatto proprio questo: tutto il Pd si è ritrovato su
questo approccio. Forse non ci siamo
«Confindustria ha chiesto di poter godere di alcune nuove norme fin da subito, come il tetto del 20% che può essere
in certi casi favorevole alle imprese,
perché la maggioranza dei contratti
collettivi prevedono tetti più bassi o
uguali. Il tetto era già previsto nel decreto, che però dice anche che i contratti collettivi possono modificare la quota. Quindi se Confindustria vuole cambiare quella soglia non deve far altro
che aprire un negoziato».
Il decreto riuscirà a fronteggiare la crisi
occupazionale?
«La flessibilità può aiutare, ma in una
prospettiva di crescita, di consumi, altrimenti non serve».
RASSEGNASTAMPA
5
giovedì 24 aprile 2014
LA BATTAGLIA DI PIOMBINO
MASSIMO FRANCHI
ROMA
«Piombino non deve chiudere!». Il grido
degli operai è arrivato forte a Roma. Ad
ascoltarlo e a rilanciarlo sono stati le due
autorità più importanti: Papa Francesco e
Matteo Renzi. Se il primo durante l’udienza generale del mercoledì ha raccontato:
«Ho ricevuto un video-appello da parte degli operai della Lucchini di Piombino che
mi ha davvero commosso», ha detto nel
suo intervento in piazza San Pietro. «Cari
operai, cari fratelli - ha aggiunto -, sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza e preoccupazione di padri di famiglia
che chiedono solo il loro diritto di lavorare
per vivere dignitosamente. Siate sicuri della mia vicinanza, della mia preghiera. Non
scoraggiatevi. Il Papa è accanto a voi. Cari
operai, cari fratelli, vi abbraccio fraternamente». «E a tutti i responsabili - ha detto
il Papa - chiedo di compiere ogni sforzo di
creatività e generosità per riaccendere la
speranze nei cuori di questi nostri fratelli e
nel cuore di tutte le persone disoccupate a
causa dello spreco e della crisi economica.
Per favore aprite gli occhi e non rimanete
con le mani incrociate».
Poche ore dopo è stato Matteo Renzi ad
annunciare - come richiesto martedì dal
presidente della Regione Toscana Enrico
Rossi - che la firma sull’Accordo di programma per Piombino si sarebbe tenuta a
palazzo Chigi. In una serie di tweet il presidente del Consiglio ha rassicurato i lavoratori. «Lo spengimento dell’altoforno di
Piombino è una brutta notizia per la città». «La ripartenza di Piombino - ha aggiunto - passa attraverso una serie di azioni puntiali inserite nel protocollo di intesa
che firmiamo oggi (ieri, ndr) con i ministri
e il presidente della Regione» ma tocca anche agli «investitori privati dare un futuro
a Piombino».
La firma arriverà questo pomeriggio,
ma sostanzialmente l’accordo si è chiuso
alle 19 di ieri. Manca la formalizzazione di
70 milioni di fondi del ministero delle Infrastrutture, rimandata a domani per l’assenza del ministro Maurizio Lupi.
Il via libera è arrivato a fine pomeriggio, dopo una lunga maratona per limare i
dettagli sul testo del Protocollo messi a
punto dallo stesso Enrico Rossi e dal viceministro allo Sviluppo economico Claudio
De Vincenti presso la sede di via Veneto.
Alla fine tutto si è sistemato: i 139 milioni
previsti per la bonifica, la riconversione
.. .
A palazzo Chigi il «via
libera» al Protocollo:
200 milioni per la
bonifica e la riconversione
Francesco sta con gli operai
Ok l’accordo di programma
Una giornata
drammatica per il polo
industriale toscano
● Le parole del Papa
e il progetto
di riconversione
offrono ai lavoratori
un po’ di speranza
per il futuro
●
verde dell’acciaeria, gli interventi per l’allargamento del porto - quasi impossibile
però che la Concordia sia dismessa a Piombino -, la viabilità saranno finanziati per
60 milioni dalla Regione Toscana e per i
restanti con fondi del ministero dell’Ambiente (50 milioni), del Mise, del ministero della Difesa per la dismissione di navi
militari. A questi appunto vanno aggiunti i
70 milioni di Lupi per un totale di oltre
200 milioni.
IL FORNO ELETTRICO È IL FUTURO
Unaltro importante finanziamento importante dovrebbe arrivare dall’Unione europea: si tratta dei fondi per la riconversione
verde del settore acciaio, fondi che servirebbero per permettere la sostituzione
dell’altoforno con il forno elettrico corex,
mantenendo a Piombino l’area a caldo. La
stessa per cui - per ora - non ci sono offerte
sulfronte Lucchini. La partita infatti è doppia: accanto all’Accordo di programma, il
30 maggio il ministero dello Sviluppo comunicherà quali gruppi si sono aggiudicati il bando per subentrare alla Lucchini.
Messa da parte la bufala Khaled - l’imprenditore giordano che prometteva di salvare
l’altoforno - la speranza ora viene dall’India. L’offerta del gruppo Jsw è ora limitata
al laminatoio a freddo, ma è concreta la
possibilità che si possa allargare a costruire un forno elettrico Corex. «Abbiamo insistito a lungo per inserire nel Protocollo un
riferimento diretto a questa possibilità spiega Gianni Venturi della Fiom - è l’unico modo per mantenere livelli occupazionali simili agli attuali, sebbene servano al-
meno tre anni e mezzo per una riconversione di questo tipo e quindi nel frattempo
i lavoratori dovranno essere tutelati con i
contratti di solidarietà (l’accordo è stato
sottoscritto la scorsa settimana, ndr) e la
cassa integrazione».
La Fim Cisl invece annuncia la festa del
primo maggio nella città toscana. «Piombino rappresenta il secondo polo siderurgico del nostro paese dopo l’Ilva di Taranto
e dà lavoro a circa 2500 persone a cui si
aggiungono 1500 lavoratori dell’indotto,
528 della Magona (Arcelor Mittal) e altri
110 di Tenaris Dalmine. Per queste ragioni
la Festa del primo Maggio a Piombino assume un carattere strategico», ha detto il
segretario nazionale della Fim Cisl, Marco
Bentivogli, annunciando che sarà presente anche il sindaco Gianni Anselmi. «La
priorità è e resta la tutela dei lavoratori»,
dichiarail segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro.
IERI SCIOPERO, OGGI ASSEMBLEA
Nelle stesse ore i lavoratori di Piombino
erano in sciopero. Due ore contro lo spegnimento dell’altoforno. Ma una nuova
speranza è arrivata da Roma. E questa
mattina sarà lo stesso Enrico Rossi ad illustrarla ai lavoratori.
LUCCHINI
Arrivano offerte
per il polo siderurgico
di Trieste Servola
Oltre a Piombino, il fallimento della
Lucchini coinvolge altre città
italiane. Anche per Trieste ieri sono
arrivate buone notizie. All’ultimo
giorno utile sono arrivate due
manifestazioni di interesse per
l’acquisto del Complesso di Trieste
Servola, messa in vendita dal
commissario straordinario della
Lucchini Piero Nardi nell’ambito
della stessa procedura che prevede
anche lo spegnimento dell’altoforno
di Piombino e la cessione degli
impianti toscani. In una nota lo
stesso commissario rivela che si
tratta di una offerta italiana ed una
estera. Entrambe le manifestazioni
di interesse ricevute sono al
momento incomplete rispetto. Il
Commissario ha pertanto dato
tempo fino a domenica 27 aprile per
completarle. Precisando che il
presupposto per partecipare era la
volontà di proseguire con l’attività
siderurgica nel sito di Servola»,
conclude la nota.
I lavoratori di Piombino combattono per il loro futuro
«I lavoratori di Piombino sono la vera classe dirigente»
M. FR.
Twitter @MassimoFranchi
«Sono due anni e mezzo che aspettavo questo momento, che come Regione parliamo
di riconversione ecologica dell’acciaieria
con tecnologie all’avanguardia. Diamo una
prospettiva ad un intero territorio e vogliamo che tutti i lavoratori siano coinvolti nella
bonifica con un grande contratto di solidarietà. Ma se siamo arrivati a firmare questo
Protocollo lo dobbiamo a loro che in questa
vicenda sono stati la vera classe dirigente. E
non certo a un bel pezzo del capitalismo italiano: se gli avessimo dato retta a quest’ora
aPiombino l’area acaldo sarebbeun capitolo chiuso». Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha appena chiuso la sua
24ore di trattativaromana. Dal pomeriggio
dimartedì è rimastochiuso alministero dello Sviluppo a battersi e limare il testo
dell’Accordo di programma per Piombino
assieme al viceminsitro Claudio De Vincenti. «Mancano ancora i 70 milioni del ministro Lupi, ma domani (oggi pomeriggio, dopo aver incontrato i lavoratori questa mattina, ndr) firmiamo».
Presidente Rossi, alla fine ha avuto ragione lei. Ha chiesto l’intervento di palazzo
Chigi e Matteo Renzi l’ha accontentata.
Ma non eravate in cattivi rapporti?
«La cosa che mi ha fatto più piacere è che
Renzi abbia detto che su Piombino si fida di
me. Ho chiesto il suo intervento per chiudere in fretta».
L’INTERVISTA
Enrico Rossi
«Il capitalismo italiano
ha fatto una pessima figura
in questa drammatica
pagina industriale. Renzi?
Mi ha detto che si fida
di me per salvare il lavoro»
Ora Piombino ha una speranza concreta
per un futuro di lavoro.
«Per la città oggi è un giorno drammatico.
Lo spegnimento dell’altoforno è la morte
per migliaia di famiglie. Per questo ho lottato per far arrivare nella stessa giornata una
notizia di segno opposto: le istituzioni si sono messe assieme e hanno dato un segnale
di nuovo inizio».
Sonostatesettimane convulseincittà. La
bufala Khaled, gli operai che minacciavano di non votare alle Europee...
«Sì, Khaled era un bluff. Ma è stato comprensibile che i lavoratori - che in questa vicenda sono stati la vera classe dirigente e
che io ho solo ascoltato - l’abbiano voluto
andare a vedere. Era l’unico che assicurava
la sopravvivenza dell’altoforno che per gli
operai significava la salvezza».
Orapartonoilavoridibonifica.Realisticamentequantodureranno.Treanniemezzo sono una stima troppo ottimistica?
«Direi una stima realistica. Ma noi partiremo subito e già da settembre gli interventi
sul porto ci consentiranno di avere una profondità di 20 metri e di ospitare il refitting
delle navi».
Tardi però per ospitare la Costa Concordia in partenza dal vicino Giglio...
«Sei tempidella movimentazionedella Concordiaslittassero,Piombinopotrebbe benissimo essere in grado di accoglierla».
Torniamo alla riconversione. A fine maggio si saprà quale gruppo subentrerà alla
Lucchini. Avete delle preferenze?
«Chiunque sia dal primo giugno stileremo
con lui un cronoprogramma per la bonifica
e la riconversione».
Siparlainsistentementedelgruppoindiano Jsw e della sua volontà di investire su
unfornoelettricoCorexchepermetterebbe di riassorbire quasi tutti i lavoratori
dell’altoforno.
«Sì, questo gruppo indiano sembra interessato a sviluppare anche a Piombino questa
tecnologia, che è il futuro verde dell’acciaio.
Gli incentivi per utilizzare questa tecnologia sono contenuti nel Protocollo. Ci sono
tutte le condizioni perché Piombino abbia
di nuovo un’area a caldo. E mi lasci sfogare:
se avessimo dato retta ad un bel pezzo del
capitalismoitaliano (ilriferimentoè allacordata tricolore Arvedi-Marcegaglia, ndr),
spalleggiato da un altro bel pezzo di gruppi
editoriali, Piombino avrebbe già dato l’addio all’area a caldo e a migliaia di posti di
lavoro».
Gli indiani li ha già incontrati?
«No, masono prontoa farlo appena possibile. Dobbiamo metterci al lavoro in fretta, la
variabile tempo è decisiva».
Leipoihalanciatounapropostaperlagestione della bonifica.
«Sì,ho proposto un grande contratto di solidarietà che permetta a tutti i lavoratori della Lucchini, delle aziende dell’indotto ed
esterne di fare parte del processo di bonificaericonversione.In più lo Statorisparmierebbe i soldi della cassa integrazione in deroga che invece servirebbero se la bonifica
non riguardasse le aziende piccole dell’indotto ed esterne. Il piano io l’ho solo riproposto. Sono stati i lavoratori ad elaborarlo:
vogliono lavorare alle bonifiche ambientali
e vigilare che le nuove tecnologie vengano
effettivamente installate. Speriamo di lavorarci anche qui al più presto».
Cos’ha imparato da tutta questa vicenda?
«Ho imparato dai lavoratori. Sono stati loro
a portare perfino Papa Francesco dalla loro
parte.Dopo anni disubordinazione culturale, la sinistra deve ripartire da lì: dalla centralità del lavoro e dall’idea della classe operaia come classe dirigente del Paese, in grado di mettere al centro gli interessi nazionali e una nuova idea di sviluppo. Piombino è
una sfida e può essere un nuovo inizio».
RASSEGNASTAMPA
6
giovedì 24 aprile 2014
POLITICA
Riforme, scontro nel Pd
E Forza Italia specula
● Boschi contro Chiti:
«È stupefacente
che la minoranza freni»
● La replica: «C’è
una maggioranza
favorevole al Senato
elettivo»
● Il premier: «Non
delego la materia
ai professori»
ANDREA CARUGATI
ROMA
«Stupefacente che la minoranza Pd cerchi di bloccare la riforma del Senato»,
attacca di primo mattino il ministro Maria Elena Boschi dalle colonne del Corriere della Sera. «Non si può dire che chi
vuole l’elezione diretta dei senatori da
parte dei cittadini non vuole le riforme»,
replica nel pomeriggio Vannino Chiti,
capofila dei senatori ribelli alla linea del
premier. «Come ho detto al ministro Boschi, se la maggior parte dei parlamentari vuole l’elezione diretta basta assumere questo e le riforme galoppano...».
Il faccia a faccia tra il ministro e il senatore dissidente si realizza nel pomeriggio a Palazzo Madama, in una affollata riunione della commissione Affari costituzionali che oggi concluderà la prima parte della discussione sulla riforma. Boschi non interviene, ascolta una
parte della discussione e poi scappa alla
Camera per la fiducia. Chiti, a margine,
sembra soddisfatto, perché l’idea del Senato eletto dai cittadini in questa prima
fase dal dibattito ha riscontrato parecchi consensi. Dal M5S che si è detto
.. .
I berlusconiani aprono
a modifiche sul sistema
di elezione. Romani: «Ma
resta l’accordo con Renzi»
pronto a sostenere la proposta Chiti
«con alcune modifiche», fino a Forza Italia che con il capogruppo Paolo Romani
spiega che «intendiamo mantenere i patti con Renzi, ma un’ulteriore riflessione
è necessaria sul sistema di elezione dei
membri del Senato». Romani è sibillino.
Prima annuncia che sul Senato elettivo
«è d’accordo buona parte dei gruppi in
commissione, anzi mi pare che ci sia la
maggioranza in commissione e anche in
aula». Poi spiega che «se il governo richiamerà all’ordine la sua maggioranza, sia la minoranza Pd sia le altre componenti, noi ci uniformeremo alla proposta del governo».
Il vicesegretario Pd Guerini replica
immediatamente: «Il Senato non elettivo è uno dei punti cardine dell’accordo
tra noi e Fi». «Nessun problema di numeri, Fi mantiene i patti», gli fa eco la Boschi. Gaetano Quagliariello, ex ministro
e plenipotenziario di Ncd sulle riforme,
prova a fare da paciere: «Il problema
non è l’elettività diretta del Senato ma le
sue funzioni. Se dovrà avere una funzione di contrappeso e garanzia allora la
fonte di legittimazione non potrà che essere popolare».
Quagliariello rilancia la proposta di
Ncd, che prevede l’elezione dei senatori
in contemporanea con i consigli regionali. Un’idea che trova consensi trasversali
e che alcuni vedono come un possibile
punto di mediazione. Di certo la condivide Roberto Calderoli, che con Anna Finocchiaro è relatore del provvedimento. All’inizio della prossima settimana i
due relatori dovranno partorire il testo
base. Un’operazione complessa, con il
governo e il capogruppo Pd Zanda che
chiedono di adottare la bozza del governo, e molti altri, a partire da Chiti e
M5S, che vorrebbero discutere su una
base diversa.
I due relatori non hanno ancora preso una decisione. «Alla luce della discussione che abbiamo sentito mi pare difficile poter adottare il testo del governo.
Credo che ci saranno parti di quel testo
con alcune integrazioni», spiega a l’Unità Calderoli. Che sintetizza con una battuta il dibattito di ieri: «Il testo del governo è stato disintegrato a pallettoni da tutti tranne che da Zanda...». Di paletti e
distinguo ne sono stati posti molti. Qua-
si nessuno vuole le 21 personalità illustri
scelte dal Quirinale, Ncd non gradisce la
presenza paritaria dei sindaci rispetto ai
rappresentanti delle Regioni, il capogruppo M5s Maurizio Buccarella (in tandem con Grillo) spara a zero paragonando il progetto di Renzi a «quello della
P2».
Loredana de Petris di Sel sbotta e
chiede copia del patto Renzi-Berlusconi. «Se ne parla da mesi, lo vogliamo vedere!». «Il muro contro muro del governo non aiuta il processo di riforma», avverte il bersaniano Miguel Gotor. Stefano Fassina replica a Boschi e Renzi:
«Nessuno vuole bloccare le riforme. Invece di lanciare accuse di sabotaggio o
ricerca di visibilità sarebbe utile che il
governo facesse attenzione alle soluzioni indicate da Chiti».
Luigi Zanda, politico d’esperienza, invita tutti alla prudenza. «Non mi sembra
che ci sia stata sinora una prevalenza di
opinioni a favore di un Senato eletto direttamente dai cittadini. Gli orientamenti diventeranno più chiari al momento
del voto sugli emendamenti, quando le
scelte dovranno essere esplicite». Sulla
stessa linea anche Claudio Martini, vicino a Bersani: «Non vedo questa prevalenza per il Senato elettivo». Il capogruppo Pd infine ha auspicato che il ddl del
governo sia adottato come testo base:
«Ho dubbi che si possa trovare un altro
testo che raccolga una base così ampia...».
Renzi, dal canto suo, spiega di non voler «delegare le riforme ai professori»,
ribadisce il suo no all’elezione diretta e
all’Anpi dice: «la mia riforma rispetta i
valori che noi tutti difendiamo». Secondo il forzista Romani, una volta definito
il testo base, sarà «utile» un nuovo
round tra il premier e Berlusconi. Di certo, calano le chance di ottenere un via
libera dell’Aula prima del 25 maggio.
«Non possiamo stressare il calendario
parlamentare», ammette Guerini.
...
Zanda: «Il testo base
sia quello del governo»
Il relatore Calderoli:
«A questo punto è difficile»
GIUSTIZIA
Orlando: «Subito le emergenze, poi la riforma
Da rivedere il sistema di elezione del Csm»
Prima le emergenze. Poi, da giugno,
via a una riforma della giustizia «che
abbia un respiro collettivo». Il ministro
della Giustizia Andrea Orlando detta i
tempi dei lavori e in commissione al
Senato spiega che «affrontare le
emergenze è solo un presupposto,
una bonifica del campo e non
un’alternativa a una riforma con un
respiro complessivo». Quattro le
priorità d’intervento indicate da
Orlando: il sovraffollamento delle
carceri, gli arretrati della giustizia
civile, la situazione del personale
amministrativo e l’affinamento degli
strumenti di contrasto alla criminalità
organizzata. La premessa però è
importante: «Nessuna riforma - dice
Orlando - è possibile in assenza delle
condizioni materiali per realizzarle,
anche in presenza di emergenze che
rischiano di assorbire tutte le energie
necessarie, e le norme non bastano
senza adeguate misure
organizzative». Il problema della
giustizia italiana, sottolinea il ministro,
è che non ha un andamento uniforme
in tutto il Paese, per esempio nei tempi
«e questo non è il prodotto di criticità
differenti ma dei processi
organizzativi, nel buon uso delle
risorse e dell’efficientamento del
«Si eleggano i senatori insieme ai consiglieri regionali»
NINNI ANDRIOLO
ROMA
Senatori eletti dai cittadini che scelgono per il Consiglio regionale anche i rappresentanti della Regione a Palazzo Madama. Né costi aggiuntivi, né elezione
diretta: salvi i paletti posti da Renzi e
salva anche la richiesta maggioritaria, e
trasversale, di preservare il diritto degli
elettori a scegliere i propri rappresentanti. Potrebbe essere questa la soluzione finale del rebus sul Senato che verrà.
Per fare avanzare «la mediazione» è
all’opera da tempo un gruppo di «facilitatori». Tra questi Francesco Russo, senatore Pd, già consigliere di Enrico Letta e membro della commissione Affari
costituzionali di Palazzo Madama. È
convinto che anche Vannino Chiti potrebbe ritrovarsi in una proposta ben
presente ai due relatori, Finocchiaro e
Calderoli, e al ministro Boschi. «È diffusa l’esigenza che il Senato assuma protagonismo in relazione alla riforma, così
come diffuso è l’apprezzamento per le
aperture del governo - spiega Russo Siamo ottimisti sul fatto che le posizioni
possono convergere».
I tempi stringono però, ce la farete ad approvare la riforma entro il 25 maggio?
«Vogliamo accettare la sfida. La velocità non è dettata dai tempi delle europee
L’INTERVISTA
Francesco Russo
La mediazione ipotizzata
prevede un «apposito
listino» e «nessun aggravio
di spesa»: «Una soluzione
che non smentisce
il disegno del governo»
ma dal fatto che oggi soltanto il 3% dei
cittadini esprime fiducia nel Parlamento e nei partiti. Una buona riforma serve a recuperare fiducia nei canali di rappresentanza. Queste preoccupazioni accomunano le posizioni di Chiti e quelle
del governo, quelle della maggioranza e
di settori importanti dell’opposizione.
Esistono le condizioni per approvare la
riforma, almeno in commissione, entro
il 25 maggio. L’unico vero ostacolo è
l’ostruzionismo del M5S».
Che tipo di Senato potrebbe venir fuori a
questo punto?
«Penso che si possa agire dentro i quattro paletti posti da Renzi. Superiamo il
bicameralismo perfetto, ma manterremo per il Senato un ruolo importante.
Né voto di fiducia, né voto al bilancio, né
reintroduzione di fondamentali fette di
legislazione. Il Senato avrà competenza
sulle leggi costituzionali, come prevede
il governo, ma potrà occuparsi anche di
leggi elettorali, di enti locali, di accordi
internazionali, di rapporti tra Stato e Regioni. Tutto ciò salvaguarda l’impostazione di Renzi».
Ma Chiti chiede un Senato di garanzia...
«Dovrà essere uno strumento di garanzia importante ridefinendo le soglie per
eleggere il presidente della Repubblica,
i membri della Corte costituzionale, del
Csm, ecc. Le autorità di garanzia sareb-
bero di competenza del Senato, come si
riportano a Palazzo Madama anche le
commissioni d’inchiesta e i poteri per la
valutazione delle politiche pubbliche.
Molte di queste cose sono largamente
condivise in commissione e si registra
un’apertura del governo. La vocazione
principale del nuovo Senato, però, potrebbe essere quella di “Camera europea”. Una istituzione molto moderna
che valuta gli impatti della legislazione
Ue e costruisce l’interfaccia con il Parlamento europeo».
Sull’inelegibilità il governo non cambia
idea però...
«Si registrano anche qui molte convergenze in realtà. È necessario, innanzitutto, che i nuovi senatori abbiano il
tempo di occuparsi dei compiti importanti che il nuovo Senato comporta...».
Niente sindaci e governatori, quindi?
«L’obiettivo dovrebbe essere quello di
creare una seconda Camera delle Regioni, va privilegiato il numero dei loro rappresentanti rispetto ai sindaci. Perché
non si determini una istituzione
“dopolavoristica” - oltre alla parità di genere, alla riduzione delle nomine che
spettano al Capo dello Stato, al riequilibrio delle Regioni sulla base della popolazione - va evitata la duplicazione di cariche».
E come verrebbero nominati i membri
del Senato?
«Potrebbero essere eletti direttamente
dai cittadini chiamati alle urne per rinnovare i consigli regionali. Avremmo
consiglieri regionali con il compito specifico di rappresentare la propria comunità in Senato. Non dovranno assumere
compiti di giunta o di commissione. Potrebbero essere individuati e votati “a
latere”. In un apposito listino di coalizione o di partito per esempio».
Glielettori voterebberoconsiglieri regionali e consiglieri “senatori”?
«Sì. Questi ultimi sarebbero consiglieri
regionali a tutti gli effetti, ma nella divisione dei compiti avrebbero l’incarico
specifico di sedere in Senato. Sarebbero
pagati dalla loro Regione e non ci sarebbero aggravi di spesa. Una soluzione di
questo genere non smentirebbe l’impostazione originaria del governo. Che, a
questo punto, potrebbe raccogliere il lavoro proficuo fatto fin qui della commissione, potrebbe avanzare una seconda
versione della propria proposta e far
procedere su quella base il dibattito in
vista del voto definitivo. Il governo manterrebbe il proprio protagonismo, i firmatari della proposta Chiti potrebbero
veder raccolte molte loro istanze e si potrebbero determinare proficue convergenze facendo un passo in avanti. Non
ci sarebbero così né vincitori né vinti».
RASSEGNASTAMPA
7
giovedì 24 aprile 2014
Dalla partita del cuore
quanti calci al buon senso
SEGUE DALLA PRIMA
Il senatore del Pd
Vannino Chiti
flusso di lavoro». Per quanto riguarda
le condizioni delle carceri, «i risultati
ottenuti sulla diminuzione della
popolazione carceraria sono
importanti ma non ancora sufficienti».
Secondo i dati del Ministero si è
passati da 21 mila detenuti in attesa
giudizio del 2009 ai poco più di 10mila
di adesso, e da 12 mila a 29mila i
condannati a pene alternative. «Un
trend apprezzabile ma ancora non
comparabile con altri paesi europei»,
commenta Orlando. Che poi si
sofferma sul Csm: «È opportuna una
riflessione sul sistema elettorale del
Consiglio superiore della magistratura
- dice - per assicurare la sua piena
neutralità e impermeabilità rispetto a
interessi di parte e logiche di carattere
corporativo».
Ivano Marescotti è sparito dal telefilm
Una buona stagione (non per lui, sembrerebbe) perché è candidato alle Europee
per la Lista Tsipras e la sua apparizione
violerebbe le regole. La sua sottrazione
dalle scene trasmesse invece spazza via
il buon senso e il gusto per un prodotto
che perde interezza. Marescotti maneggia terra e ragiona fra i filari, consola
una figlia tormentata e ama Elisabetta
(scrivono così, nella trama). Tutte attività che potrebbero inquinare le elezioni,
si capisce.
Dentro quella televisione, su quello
stesso canale - Rai 1 - proprio stasera
riappare, accomodato sul divanetto niveo di Porta a Porta, il condannato Silvio Berlusconi. Soffierà sulla cenere di
quel che resta della sua immagine. Parlerà proprio di questo, cercherà i voti
perduti, lo farà per dovere e disperazione, questo è il ruolo che gli viene chiesto. La Rai non c’entra - è giusto scriverlo: è la legge che vieta l’agronomo e permette il pregiudicato. Qualche anno fa
per lo stesso motivo e con un eccesso di
zelo impareggiabile fu bloccata perfino
una fiction su Falcone e Borsellino: doveva andare in onda il 23 maggio del
2006, anniversario della strage di Capaci. Fu rimandata perché in quei giorni
si votava il rinnovo del parlamento siciliano e Rita Borsellino - sorella del giudice Paolo - era candidata alla presidenza
della Regione. Ricordare l’eccezionale
e triste epopea di quei giudici e di quel
cognome poteva favorire Rita nella contesa elettorale.
Per tornare all’attualità, nel mezzo
c’è una partita di calcio dal titolo pacificatorio e benintenzionato: la partita del
cuore. È un appuntamento datato, che si
rinnova ogni anno, sempre per una buona e diversa causa: quest’anno si fa a
Firenze ed è per Emergency, la nostra
miglior ambasciata in giro per il pianeta. Ma è insufficiente il cuore degli uomini, scriveva qualcuno. E così diventa
campo per prendersi a pedate perché
.. .
Gino Strada dal Sudan:
«Questa è un’iniziativa
di solidarietà, non diventi
un terreno di scontro»
IL CASO / 1
MARCO BUCCIANTINI
[email protected]
Si tagliano le fiction e si alza
il polverone su Renzi, che
si «toglie» dal match per
la beneficenza: ma stasera
vedremo un pregiudicato
comiziare in tv da Vespa
alla partita era “iscritto” Matteo Renzi,
e tra l’altro ci teneva parecchio e lo ricordava quando poteva, lui fra Antognoni, Baggio e Batistuta, lui tifoso della
Fiorentina. I grillini chiedono di bloccare la diretta Rai per un evento che si
nutre della «pubblicità» che può riscuotere dalla televisione: a Emergency andrà l’incasso del botteghino ma l’associazione di Gino Strada vive dell’impegno dei volontari e si sostiene con i proventi del 5 per mille e un successo di
pubblico può giovare alla causa. Non è
argomento per i Cinque stelle, che
quando partono a testa bassa non fanno prigionieri. Per loro la polpa della
democrazia è questa. Per Grillo è testimonianza diretta, esclamativa: «Li abbiamo beccati! Siamo in un regime!»,
così, senza esagerare. Anche Forza Italia ha caricato a pallettoni i suoi pensatori. Come è suo costume, Maurizio Gasparri si è distinto: in peggio. «La soluzione migliore è rinviare la partita». Capovolge il senso perché lui stesso è un
campione di questo tempo perverso, è
l’autobiografia del nonsenso. Tutta la
sua idea è questa: è certificare l’anormalità: restino i politici, si sposti la partita.
C’è sempre un’occasione persa quando la realtà offre il tema per ragionare
sulle regole, e magari levigarle delle
Il premier Matteo Renzi sul campo di calcio in una foto d’archivio
asprezze e riportarle a un’essenza più
autentica, e distinguere, nel caso, sulla
sostanza di un’apparizione televisiva,
calcorare i vantaggi effettivi, e anche la
propaganda. La partita del cuore non è
contenitore politico, l’unico spazio consentito sotto elezioni, ma è altrettanto
vero che Renzi - che non è candidato
alle Europee - non avrebbe usato quei
minuti per motivi elettorali, non avrebbe conversato di politica (anzi, forse sarebbe riuscito a evitare i microfoni, che
lo attraggono quanto il calcio). Stiamo
cospirando attorno a una legge pasticciata e contorta, questo va detto. E Renzi stesso ha evitato altri 20 giorni di polemiche, tirandosi fuori e scrivendo su
Facebook: «Qualche giorno fa mi chiama Gino Strada e mi chiede di rilanciare l’attenzione dei media, di aiutare anche nel mio nuovo ruolo, per fare della
partita un’occasione di sostegno per i
progetti di Emergency. Lo faccio volentieri. E qui casca l’asino, anzi il grillo.
Cinque stelle mi accusa di strumentalizzare il calcio in campagna elettorale, di
volere la diretta tv per conquistare voti.
La rabbia e la paura dei grillini sporcano un evento come la partita del cuore
che da anni unisce gli italiani. Hanno
paura di chi vuol cambiare l’Italia e cambiare la protesta in proposta. Strumentalizzare gli 80 euro, i segreti di Stato,
gli investimenti sulle scuole è ancora polemica politica. Strumentalizzare la beneficenza no». Lapidario Gino Strada,
che l’altro giorno aveva definito «follia»
il fatto che Renzi non potesse giocare la
partita, «visto che ha già partecipato lo
scorso anno». Ieri ha aggiunto tre righe, dal Sudan dov’è impegnato a salvare la gente. «A me interessa che l’evento si svolga e che si raccolgano fondi per
curare le persone, come facciamo da
vent’anni. Tutto il resto sinceramente
mi interessa poco».
È vero, tutto il resto è perfino fastidioso se messo nei pressi di questo dottore
e delle sublimi cose che fa. Lui direbbe:
«Niente di straordinario, facciamo i medici, curiamo chi sta male». Lineare,
normale. Ed è quella normalità che deve riguadagnare un Paese sdrucito dalle polemiche quotidiane alle quali ormai partecipa quel movimento a perdere radunato attorno a un volgare mitomane. Un Paese costretto a darsi regole
d’emergenza, pensate quando un uomo
sommava su di sé tutto l’etere, per paura di non saper rispettare neppure quelle minime. Un Paese da curare.
.. .
Il premier: «La rabbia
e la paura dei grillini
sporcano un evento che
da anni unisce gli italiani»
Marescotti: «Via dalla fiction perché candidato, assurdo»
O
ltre il danno la beffa. «E la dimostrazione lampante di cialtroneria», aggiunge Ivano Marescotti, attore teatrale e cinematografico, candidato alle Europee con la lista Tsipras, «cancellato» dai titoli di
coda e da uno sceneggiato tv in onda
su Rai Uno - “Una buona stagione” non appena dalla Rai si sono accorti
che l’attore era anche candidato. Solo
alla seconda puntata, però.
Peccato tuttavia che proprio nei
giorni in cui nasceva il caso - «a Pasqua» - un altro canale della tv pubblica, Rai Premium, mandava in onda un
altro sceneggiato in cui Marescotti
era interprete, “Raccontami”. Uno sì
e l’altro no: misteri. O «cialtroneria»,
appunto, per Marescotti. Che nella fiction è il padre della protagonista. E
racconta come sono andate le cose:
«Io non mi sono accorto né dell’uno
né dell’altro. Lo sceneggiato in questione l’ho girato nel 2012, due anni
fa, e non sapevo neanche quando sarebbe andato in onda. I giorni di Pasqua li ho passati ininterrottamente al
telefono, con agenti, responsabili... In
sostanza si sono accorti, solo dopo che
era andata in onda la prima puntata il
primo aprile, che io ero interprete e
candidato. Così mi hanno chiesto prima di ritirarmi dalle elezioni, ricor-
IL CASO / 2
CHIARA AFFRONTE
BOLOGNA
L’attore corre alle Europee
con la lista Tsipras. «La Rai
se n’è accorta dopo
la prima puntata: tagliate le
mie scene e il mio nome dai
titoli di coda. Cialtroneria»
dandomi che lo aveva fatto a suo tempo Cristiana Capotondi, candidata
con Rutelli nel 2008, e poi di firmare il
nulla osta con cui li autorizzavo a tagliare le scene in cui ero presente».
Marescotti, però, non ha fatto e non
ha intenzione di fare né l’una né l’altra
cosa.
«La legge sulla par condicio ha i
suoi limiti e questo è già un elemento spiega l’attore - ma al di là di questa
considerazione resta il fatto che, vista
la mia candidatura, si poteva anche decidere di rinviare la fiction». Girata
due anni fa, appunto. «Mi hanno parlato di danni enormi, immagino pubblicitari», aggiunge Marescotti. «Ma può
essere un problema mio? Ho fatto
70-80 film, una ventina di fiction, è
pensabile che io possa avvertire tutti i
soggetti coinvolti della mia candidatura?».
SCOPRI LE DIFFERENZE
Questa per lui, più che par condicio, è
«censura bella e buona - tuona - è una
vicenda a dir poco pietosa». E lo è per
Marescotti soprattutto dopo che ha
scoperto - e questa è stata una sua scoperta davvero - che Rai Premium contemporaneamente alla bufera per
“Una buona stagione” in onda su Rai
Uno, trasmetteva “Raccontami”. «Me
l’ha detto mia sorella - fa sapere divertito l’attore -, mi ha detto, “ti ho visto
io sai? Non sei stato cancellato!”». E
quindi, qual è la differenza tra l’una e
l’altra fiction? Si chiede Marescotti.
Certo, essere in onda sulla tv ammira-
.. .
«Sceneggiato girato due
anni fa. Non intendo
ritirarmi dalle elezioni né
autorizzare la censura»
glia della Rai fa un po’ la differenza, in
tempi di elezioni. Ma le motivazioni
addotte da chi ha cancellato l’attore
dovrebbero valere per l’uno e per l’altro sceneggiato: dimissioni o nulla
osta alla cancellazione. «Che per altro
stavano già facendo quando mi hanno
chiesto di acconsentire, solo per liberarsi la coscienza...Folle pensare che
l’avrei fatto», assicura l’attore. Che di
battaglie politiche ne ha fatte molte:
la più recente quella per la scuola pubblica e per la promozione del referendum che chiedeva l’eliminazione della
convenzione comunale alle scuole paritarie private a Bologna. Ma da tempo in campo anche contro la violenza
alle donne, in numerose campagne di
comunicazione.
Sul piano legale Marescotti sta cercando di chiarire alcuni punti: «Ad
esempio non sono certo del fatto che il
mio nome possa essere tagliato dai titoli di coda, perché si tratta di accordi
contrattuali». Diverso, invece, il discorso sul piano contenutistico: «Ti
può sempre venire detto che, per esigenze di montaggio, la tua parte è stata tagliata». Ma non è stato così in questo caso, perché il personaggio da lui
interpretato è comparso nella prima
puntata in onda “per errore” ma è poi
sparito.
RASSEGNASTAMPA
15
giovedì 24 aprile 2014
COMUNITÀ
Il commento
La lettera
Il voto europeo: impegno contro le mafie
Da un professore
al Presidente
Maria Carmela
Lanzetta
Ministro per gli
Affari Regionali
SEGUE DALLA PRIMA
Parole che bastano per spiegare che la
mafia non è un problema, ma il problema
del nostro Paese. È il fronte sul quale
concentrare tutti gli sforzi, se vogliamo
liberare il presente e il futuro dei giovani - soprattutto dei tanti giovani del Meridione - dai condizionamenti della criminalità organizzata che paralizzano lo sviluppo culturale, sociale ed economico.
Per farlo sono convinta che occorra un
impegno rinnovato e trasversale, che vada oltre il grande sforzo che stanno compiendo con serietà e impegno ogni giorno la magistratura e le forze dell’ordine,
e punti all’educazione nelle scuole, all’informazione, a risvegliare di nuovo un
grande movimento civile in Italia. Perché le mafie e la corruzione sono i veri
nemici da combattere se vogliamo realizzare a pieno la nostra Costituzione repubblicana, se vogliamo davvero un Paese che porti avanti i principi di uguaglianza, solidarietà e benessere.
Ma sono fenomeni che non si sconfiggono solo con norme e condanne. Le
energie positive e le forze sane della società e della cultura, insieme alla buona
politica, devono riprendersi il loro spazio, tornare a far sentire la propria voce,
nel dibattito pubblico e nella realtà concreta dove vivono ogni giorno, per difendere le nostre istituzioni democratiche,
soprattutto in una fase di difficoltà economica in cui le realtà mafiose sono diventate sempre più forti, insidiose e penetranti.
Occorre farlo adesso, alla vigilia di un
importante appuntamento elettorale come quello che ci aspetta il 25 maggio e in
cui milioni di cittadini sono chiamati a
scegliere non solo i deputati europei ma
anche centinaia di amministratori locali. In quell’occasione ricordiamoci che
spesso sono proprio loro a dover affrontare per primi e più duramente gli attacchi di chi vuole piegare agli interessi cri-
L’intervento
Nonviolenza e disarmo
Il nostro 25 aprile
Flavio
Mongelli
Responsabile
Cooperazione
Internazionale Arci
●
CORREVA L’ANNO 2003: DOPO L’ATTERRAGGIO A KABUL DEL PRIMO SCAGLIONE
DEL CONTINGENTE militare italiano della
missione internazionale «Libertà duratura»; dopo la conclusione dei lavori del Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre e la
presentazione, da parte dell’allora Presidente degli Stati Uniti G. W. Bush, di documenti, rivelatesi poi falsi, a giustificazione
dell’invasione in Iraq, all’anfiteatro veronese si organizzò l’ultima Arena di Pace. A
distanza di alcuni anni, a fronte di una spesa militare annuale nel mondo di oltre
1.700 miliardi di dollari (quasi 26 miliardi
di euro la spesa dell’Italia nel 2012) e di un
bollettino di guerra che la crisi economica
e sociale ci consegna (nel 2012, le famiglie
italiane in condizione di povertà relativa
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
minali l’attività amministrativa. Adesso
dobbiamo mostrare perché tenere la
guardia molto alta contro le mafie, la criminalità e la corruzione sia fondamentale per uno sviluppo sano della nostra economia e dei nostri territori, da Sud a
Nord. Perché ormai, ce lo dicono le cronache di tutti i giorni, il fenomeno della
criminalità organizzata è radicato in
ogni area del nostro Paese. Lo sanno bene i tanti amministratori onesti che ogni
giorno svolgono il loro dovere difendendo la legalità con determinazione e passione civile, spesso subendo minacce e
intimidazioni, come testimonia il rapporto dell’associazione Avviso Pubblico,
che ha contato ben 351 atti di intimidazione e minaccia nel 2013 nei confronti
di amministratori locali e funzionari
pubblici, quasi uno al giorno, un aumento del 66% rispetto al 2010. La maggior
parte degli episodi si registra ancora nel
Mezzogiorno, ma si stanno diffondendo
rapidamente anche in regioni dove fino
a qualche anno fa queste realtà erano
sconosciute.
Un fenomeno preoccupante, che re-
centemente ha spinto il Senato a istituire una Commissione di inchiesta in proposito, presieduta da Doris Lo Moro.
Senza contare il numero dei Comuni
sciolti per infiltrazioni mafiose, 243 dagli anni novanta ad oggi.
Spero che il voto di fine maggio dia un
segnale importante in questo senso, che
gli elettori premino chi si impegna per la
legalità e la trasparenza. Sarà un primo
passo in quella che mi piacerebbe fosse
una rinnovata battaglia contro le mafie
e la corruzione. Una battaglia che aiuterebbe anche a riavvicinare i cittadini alla politica, recuperando quella fiducia
nelle istituzioni che negli ultimi anni si è
drammaticamente consumata, creando
una frattura profonda nel nostro Paese.
Il governo Renzi e il Parlamento hanno
dato recentemente due importanti segnali nella giusta direzione, con la scelta
di Raffaele Cantone alla guida dell’Autorità contro la Corruzione e l’approvazione della legge contro il voto di scambio.
Occorre proseguire su questa strada,
con uno slancio e un impegno rinnovati.
Per la nostra democrazia.
Maramotti
erano il 12,7% e il 6,8% quelle in povertà
assoluta), molte organizzazioni laiche e religiose si convocheranno domani a Verona per «Arena di Pace e Disarmo» perché,
si legge nell’appello, «la Resistenza oggi si
chiama nonviolenza, la Liberazione oggi
si chiama disarmo».
Il 25 aprile in Arena, attraverso la testimonianza di Lidia Menapace e gli interventi di molte altre personalità e artisti,
salderà simbolicamente il tema della pace
alla Festa della Liberazione e al centenario della Prima Guerra Mondiale. Lo sviluppo della tecnologia militare porta la
guerra sulle vette altissime della disumanizzazione. Se si concorda che scienza e
tecnologia non devono essere poste al servizio della violenza e della morte; se si intende garantire la piena applicazione
dell’art. 11 («L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad
un ordinamento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo») e dell’ art. 52 della Costituzione (che definendo la difesa della Patria
come «sacro dovere del cittadino», contempla anche la promozione di una difesa
civile), il dibattuto tema dell’acquisto degli F-35 diviene dirimente.
Se si considera che l’Italia intende acquistare 90 cacciabombardieri, che presentano problematiche strutturali e il cui
costo si aggira sui 130 milioni di euro ciascuno (15 miliardi il costo complessivo, 52
miliardi se si includono i costi di gestione
e di mantenimento), i tagli di 400 milioni
di euro alla difesa (150 milioni per il programma F-35) previsti dal decreto del governo sul bonus Irpef sono insufficienti:
ridurre di 150 milioni il costo degli F-35
significa rinunciare a un solo F-35 più un
pezzo d’ala, significa acquistarne 89 anziché 90, significa non scalfire quel formidabile sperpero di denaro pubblico rappresentato dalle spese militari.
La Rete della Pace, che riunisce molte
realtà del pacifismo italiano, ritiene esaurita la politica degli annunci e più che mai
necessaria l’attuazione concreta di politiche che invertano la direzione intrapresa.
In effetti, rinunciare ad un solo cacciabombardiere ci consentirebbe di disporre di risorse per costruire 387 asili nido, aiutare
14.742 famiglie con disabili e anziani non
autosufficienti oppure impiegare in servizio civile per un anno 14.428 ragazzi e ragazze.
Rinunciare all’intero programma di acquisto degli F-35, come altri Paesi hanno
fatto, sarebbe probabilmente il volano per
un’economia e una società diverse, come
a Verona, domani 25 aprile, a gran voce
chiederemo si realizzi.
La tiratura del 23 aprile 2014
è stata di 68.213 copie
Gianfranco
Pasquino
●
CARO PRESIDENTE,
CAPISCOILTUORISERBOINMATERIADIPROPOSTEDIRIFORME ISTITUZIONALI. IN VERITÀ, PERÒ, IL RISERBO NON LO
HAISEMPREMANTENUTO.PERESEMPIO,ANCHEDOPOLASENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, che ha fatto a pez-
zettini il Porcellum, hai subito richiesto una riforma
elettorale. Molti, invece, non a torto, pensano che l’esito di quella sentenza sia una legge elettorale proporzionale, il consultellum, quasi immediatamente praticabile. Sembra che tu desideri altro, ma, ecco una parte del
tuo riserbo, non l’hai fatto trapelare. Vuol dire, dunque, che condividi le liste ancora bloccate, il premio di
maggioranza e tutte le soglie di accesso al Parlamento?
Per quel che concerne la riforma del Senato, hai dichiarato il tuo sostegno alla fine del bicameralismo paritario, ma, si sa, meglio, si dovrebbe sapere, che di bicameralismi differenziati ne esistono molte varianti. Possibile che quella prospettata da Renzi e Boschi sia la migliore? Qui stanno molti punti dolenti che, in parte, ti riguardano direttamente, in parte, riguardano l’istituzione Presidenza della Repubblica, il suo ruolo, i suoi compiti.
Davvero pensi, una volta terminato il tuo secondo
mandato, quando lo vorrai, ma, preferibilmente per
me, il più tardi possibile, sia opportuno e istituzionalmente utile per te (e per i futuri presidenti della Repubblica) diventare deputato a vita? Davvero ritieni una
buona soluzione che tu e i futu.. .
ri Presidenti siate dotati del potere di nominare ventuno senaSull’Italicum
tori per sette anni? Facendo un
passo indietro, certamente sei
vorrei
consapevole che, una volta prichiedere
vato il Senato del potere di eleggere il Presidente, toccherà ala Napolitano
la sola Camera dei deputati
se condivide
procedere a questa importanelezione. Se il cosiddetle liste bloccate tissima
to/maledetto Italicum sarà ape il premio di provato nella sua versione atnella prossima Camera
maggioranza tuale,
dei deputati ci sarà una maggioranza assoluta creata dal
premio di maggioranza che potrà fare il bello e il cattivo tempo, pardon, che potrà da sola eleggere un Presidente che molto difficilmente apparirà Presidente di
garanzia, rappresentante, come dice la Costituzione,
della «unità nazionale».
Per di più, quel Presidente di parte avrà molti poteri
di nomina che, è fortemente presumibile, eserciterà
non contro la maggioranza che lo ha eletto e neppure a
prescindere da quella maggioranza (sono sicuro che
hai apprezzato il mio understatement). Quindi, non soltanto quei ventuno senatori avranno un colore molto
visibile, ma anche, punto molto dolente, i cinque giudici costituzionali di spettanza del Presidente non arriveranno al Palazzo della Consulta con tutti i crismi della
loro autonomia di pensiero e di giudizio. Insomma, fra
deputati nominati dai dirigenti del loro partito e delle
loro correnti, quindi, ubbidientissimi, senatori nominati da te, forse in carriera, di sicuro tecnicamente irresponsabili (non dovranno rispondere a nessuno né politicamente né elettoralmente tranne alla loro personale
ambizione), con giudici costituzionali probabilmente
espressione di una parte politica, dove vanno a finire i
pesi e i contrappesi che, ci insegni, sono il pregio delle
democrazie, non soltanto di quelle parlamentari?
Con riferimento alla tua storia istituzionale e ai tuoi
comportamenti politici, parlamentari e presidenziali
sono fiducioso che tu condivida le mie preoccupazioni.
Non sono un «professorone» (copyright ministro Boschi), anche se sto tuttora impegnandomi per diventarlo; non sono neppure un «solone del diritto» (copyright
Dario Nardella, candidato sindaco di Firenze), quindi,
ho pochissime chance di essere ascoltato e preso in considerazione.
Tu, caro Presidente, hai molte lauree adhonorem, ma
è la tua autorevolezza personale che va anche oltre la
carica istituzionale che ti consentirà, se ritieni degne di
interesse almeno parte delle mie considerazioni, di essere ascoltato e, quel che più conta, di suggerire riforme che non siano uno spezzatino e che siano suscettibili, non di stravolgere i pesi e i contrappesi, togliendo
potere agli elettori, ma di fare funzionare meglio (più
velocemente…) la democrazia italiana.
RASSEGNASTAMPA
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Giovedì 24 aprile 2014
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POLITICA E RIFORME
Protesta dei grillini che si incollano sulla fronte
un codice a barre: «Lavoratori trattati come merce»
Sul decreto lavoro
fiducia a Renzi
Maggioranza spaccata sulle modifiche imposte
in Commissione. La battaglia riprende in Senato
di MILENA DI MAURO
ROMA - E’ metà pomeriggio
quando nell’Aula di Montecitorio arriva il sesto voto di fiducia
per il governo Renzi, quello sul
decreto lavoro (344 sì, 184 no)
che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in
commissione dalla sinistra Pd
al testo del ministro Poletti.
Renzi si impone e vince, con
Ncd e Scelta Civica allineati e
compatti nel voto. Ma al Senato,
dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata.
Protestano i
grillini: si incollano su bocca e
fronte un codice
a barre, simbolo
di «lavoratori trattati come
merce». Per la Lega la fiducia
aiuta Renzi a non mostrare le
crepe della sua maggioranza,
mentre Forza Italia denuncia
«lo spettacolo indecente di Ncd
che finge di opporsi» mentre
«il premier deve piegarsi alla
golden share della sinistra
Pd».
In attesa del voto finale sul
provvedimento (previsto per
Poletti
«Il decreto
è rispettato
nel suo
impianto»
oggi) Renzi porta intanto a casa un robusto voto di fiducia:
344 sì, dignitosissimo punto
intermedio tra i 325 voti a favore delle ultime due fiducie alla
Camera ed i 378 dell’insediamento. Il vertice di maggioranza fallito martedì scorso, con
l’avvilimento di Poletti invano
impegnato in una mediazione,
avrebbe potuto aprire scenari
diversi. Ma a bagnare le polveri, al mattino, è lo stesso Angelino Alfano. «Il governo non
corre alcun rischio al Senato»,
smorza i toni il segretario Ncd
che riconosce pubblicamente a
Renzi «il grande merito di rinnovare la sinistra italiana sui
contenuti, spingendo avanti la
palla in cdm mentre la sinistra
Pd la rallenta in commissione».
Parole che illuminano di luce
diversa le dichiarazioni di
guerra del Ncd: «Renzi non rischia la fiducia ma il logoramento dell’azione di governo»
(Sacconi); «Cambieremo il decreto al Senato, riportandolo
vicino al testo originale» (Lorenzin); «Se il testo rimarrà
quello di oggi, noi non lo voteremo, e Renzi non commetterà
ancora l’errore di farci scegliere tra la stabilità dell’esecutivo
ed un testo» (Quagliariello).
Anche Scelta Civica, con Andrea Romano, protesta: «Non
dovevano costringerci a votare
la fiducia sulla vita del governo
e non sulla sua prima vera riforma, è un fallimento politico».
Relatore del provvedimento
al Senato sarà Pietro Ichino,
ma se Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai contratti a termine e di
apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che scade il 20 maggio. E
mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le
accuse di ingerenza della Cgil
sul dl, il ministro Poletti spande ottimismo: «Credo che siamo nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel
suo impianto ed è assolutamente di valore, le distanze sono alla portata».
Di diverso avviso il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La
fiducia sul decreto lavoro è un
imbroglio. Renzi mette la fiducia perché non ha la fiducia,
perché non ha i voti della sua
maggioranza, perché un partito, il Nuovo Centrodestra gli ha
detto di no». Ora il secondo
tempo della partita, al Senato.
PAR CONDICIO Il rottamatore rinuncia alla “Partita del cuore”
Il premier: «Ora pensionati e partite Iva»
di CRISTINA FERRULLI
ROMA - Non indosserà la maglia
numero 8 al fianco di Baggio e Batistuta. Matteo Renzi rinuncia «anche se mi costa caro», confessa, alla
partita del Cuore per chiudere le
polemiche sulla par condicio. Ma
non l’offensiva contro M5S che
«non ha paura di me calciatore ma
di chi vuole cambiare l’Italia». E’
un’altra la porta in cui il premier
tenterà di mettere a segno un gol:
vincere le europee dimostrando
che fa sul serio e che, dopo aver dato
80 euro, «non un’elemosina», manterrà gli impegni con sgravi per incapienti, partite Iva e pensionati.
I sondaggi confermano che il decreto Irpef è tutta salute per il Pd a
quasi un mese dalle elezioni. Ma il
premier non ci sta ad ascoltare chi
critica le misure del governo come
mossa elettorale. «Altro che misura elettorale - taglia corto nella prima diretta twitter #matteorisponde da quando è entrato a Palazzo
Chigi - è una rivoluzione nel modo
di concepire il rapporto tra stato e
cittadini. Datevi pace, i soldi arrivano e a chi fa polemica noi rispondiamo lavorando e non inseguen-
Il premier Matteo Renzi
do le meschinità altrui». E nel mirino finisce il principale competitor
del Pd: Beppe Grillo. «I comici milionari - attacca Renzi - dicono che
80 euro sono una presa in giro. Se
provassero a vivere con 1200 euro
al mese non lo direbbero».
Polemiche a parte, il premier
guarda avanti: ieri ha avuto a Palazzo Chigi un lungo vertice con il
ministro Marianna Madia per
chiudere entro aprile la riforma
della pubblica amministrazione.
Semplificare è la parola d’ordine
del prossimo decreto con un occhio
ai cittadini e alle imprese che «vanno aiutate riducendo la burocra-
zia». D’altra parte anche la riforma
del lavoro, che ieri ha incassato la
fiducia alla Camera rinviando
eventuali modifiche al Senato,
punta, secondo il premier, a togliere i lacci che ostacolano l’aumento
dell’occupazione. Contro l’emergenza lavoro, Renzi non crede che
la ricetta giusta sia l’introduzione
del reddito minimo: «Non sono
d’accordo sul fatto che il reddito
minimo di cittadinanza crei posti
di lavoro. Abbassare le tasse è giusto».
In questa direzione si muove il
governo: nei prossimi mesi, come
annunciato approvando il decreto
Irpef, si cercheranno le risorse per
dare il bonus anche agli incapienti
e per intervenire sulle partite Iva.
Più lunghi, invece, i tempi per un
aiuto ai pensionati sotto i mille euro: «nel 2014 - aveva spiegato il premier aprendo la campagna elettorale a Torino - non ce la facciamo
ma nel 2015 è un impegno». L’obiettivo è “rilanciare l’economia” e
un pil che «quest’anno è stato negativo, anzi disastroso» senza sforare
i parametri europei. Risparmiando, in primis, sulla macchina statale.
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LE MODIFICHE
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Poletti pronto
a rivedere 2 punti
di FRANCESCO CARBONE
ROMA- Incassata la fiducia a
Montecitorio il decreto Lavoro si appresta ad essere consegnato all’esame di Palazzo Madama (dopo il voto finale sul
provvedimento oggi alla Camera) dove si prospettano non
troppe modifiche tecniche. O
almeno sembrerebbe reggere
la mediazione del ministro del
Lavoro Giuliano Poletti, che al
momento non ha incontrato
opposizioni da Parte del Pd e di
Ncd, che punterebbe a modificare il testo in
soli 2 punti: la
sanzione per lo
sforamento del
tetto del 20% e il
preambolo sul
contratto di inserimento. Ma
da qui al Senato
le posizioni potrebbero
comunque cambiare. E il deputato di Ncd Sergio Pizzolante
nella sua dichiarazione di voto
spiega: «Il governo avrà la fiducia di Ncd ma ci prendiamo
la libertà al Senato di tornare
verso il testo originario del governo dicendo sì fin da oggi alla proposta di mediazione di
Poletti».
Il provvedimento arriverà
la prossima settimana nelle
mani del presidente della commissione Lavoro di Palazzo
Madama, Maurizio Sacconi
dell’Ncd, che anche ieri ripeteva: «Sul decreto per il lavoro la
maggioranza di governo non
rischia» ma «la Commissione
Lavoro svolgerà una seconda
lettura approfondita del decreto lavoro per la quale ho incaricato il senatore Pietro
Ichino di svolgere la funzione
di relatore». Inoltre «l’esame
dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo
dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato».
Da quanto sembra almeno
dal dibattito odierno si arriverebbe dunque a poche modifiche e concordate. In linea con
la mediazione proposta dal
ministro del Lavoro dopo una
riunione alla Camera. Cioè le
modifiche sarebbero solo 2 rispetto alle 4 ipotizzate. E riguarderebbero
la trasformazione dell’obbligo di assumere
(i contratti a
termine se si
sfora il tetto del
20%) con un risarcimento
monetario a carico delle imprese insieme al preambolo
(chiesto da Scelta Civica) che
rafforza il contratto di inserimento a tempo indeterminato.
Su queste modifiche - spiega
il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano rigettando divisioni all’interno del partito - il
Pd sarebbe d’accordo. Viceversa se si insistesse su altre
modifiche il Pd chiederebbe
anche la riduzione da 5 a 4 delle proroghe sui contratti a termine. Un altro punto sollevato
dall’Ncd è la formazione per
l’apprendistato. La formazione secondo il Nuovo Centro
Destra sarebbe un appesantimento per le aziende. Per questo si punterebbe a coinvolgere anche i privati.
Damiano (Pd)
«Su questi
cambiamenti
tutti d’accordo»
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Giovedì 24 aprile 2014
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IL CASO Parte a “Porta a porta” la maratona dell’ex premier
In FI scoppia il caso Bondi
ma Berlusconi pensa alla tv
di YASMIN INANGIRAY
Protesta
dei deputati
dell’M5s con un
codice a barre
sulla fronte
I NUMERI
Dl lavoro: per Renzi
è la sesta fiducia
ROMA - Con il voto della Camera sul decreto Lavoro, il governo
Renzi incassa la sua sesta fiducia. Le prime due, quelle programmatiche, le aveva ottenute il 25 febbraio scorso. Ecco il
quadro: Senato 25/02/2014 Governo 169 sì, 139 no, 0 astenuti. Camera 25/02/2014 Governo 378 sì, 220 no, 1 astenuto. Camera 13/03/2014 Dl Missioni 325 sì, 177 no, 2 astenuti. Senato
26/03/2014 Ddl Delrio 160 sì, 133 no, 0 astenuti. Camera
10/04/2014 Dl Salva Roma 325 sì, 176 no, 0 astenuti.
LA POLEMICA Grillo continua l’attacco a Renzi
ROMA - Il primo appuntamento sarà nel salotto di Porta a Porta. Ma stando alle intenzioni di Berlusconi la trasmissione condotta da
Bruno Vespa è solo l’inizio di una «maratona
televisiva» (così l’ha definita lui stesso) che lo
impegnerà per tutta la campagna elettorale.
Un ruolo che il Cavaliere ha intenzione di
giocare da protagonista convinto che lo svolgimento dei servizi sociali (ieri la firma ufficiale) non gli impedirà di poter aiutare il suo
partito a risalire la china dei sondaggi: la mia
assenza ha portato i nostri militanti ad allontanarsi - ha spiegato ai fedelissimi -, ora conto
di poter invertire il trend.
Una strategia studiata a tavolino che prevede non solo
l’apparizione in tv ma anche
l’utilizzo di social media e laddove non fosse possibile anche
i messaggi registrati, oltre all’idea di tenere comizi nelle
piazze. L’ipotesi di organizzare qualcosa il primo maggio
(mai ufficializzata) pare sia comunque accantonata, al massimo l’ex capo del governo potrebbe fare un
blitz in qualche iniziativa organizzata dai
candidati oppure in qualche club. Raccontano poi che l’ex premier in realtà abbia iniziato
già da diverse settimane a registrare spot per
le europee proprio in previsione dei servizi sociali.
La richiesta fatta a tutti è quella di serrare i
ranghi e spendersi il più possibile per la campagna elettorale. Ecco perchè la polemica sollevata ieri mattina dall’ex coordinatore e fedelissimo Sandro Bondi pare lo abbia molto irritato (basta con l’autolesionismo, è il commento con i suoi uomini). Le taglienti critiche del
senatore azzurro, che arrivano nel giorno in
cui l’ex portavoce storico Paolo Bonaiuti ufficializza il passaggio con Ncd, hanno offerto il
fianco proprio agli ex compagni di partito ora
con Alfano per poter puntare il dito contro
Forza Italia decretandone ufficialmente la
crisi. Ecco perchè ad intervenire è stato pro-
prio Berlusconi: con Sandro ci parlo io - avrebbe detto ai suoi - voi evitate di attaccarlo. Ed infatti al di là del consigliere politico del Cavaliere Giovanni Toti che si è limitato a mettere in
chiaro come le parole di Bondi siano «una sua
posizione personale», nessuno del vertice azzurro ha rilasciato commenti. E così dopo la
telefonata dell’ex capo del governo puntuale
arriva la correzione di rotta dell’ex ministro
della Cultura: «Sono stato frainteso, la mia fedeltà a Berlusconi non è in discussione».
La precisazione però non serve a calmare le
acque e a fornire un’ulteriore fotografia delle
lacerazione interne al partito che rischiano di
venire alla luce dopo le elezioni europee. Dopo
l’addio di Bonaiuti, la presa di posizione di
Bondi, resta da capire il destino di un altro big della prima
ora come Claudio Scajola.
L’ex coordinatore escluso
dalla corsa alle europee non ha
nessuna intenzione di lasciare
il partito. Anzi, a quanto raccontano, l’esponente azzurro
ha in programma una serie di
riunioni in tutta la circoscrizione Nord-Ovest per individuare quei candidati su cui fa convogliare i
voti. L’appoggio al partito non è in discussione - viene spiegato - ma dopo le europee si tireranno le somme.
E con la firma del verbale delle prescrizioni
è cominciato anche ieri l’affidamento in prova
ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. Per un
anno, questa la pena netta da espiare per via
della condanna definitiva per in caso Mediaset, dovrà attenersi alle 12 regole fissate una
settimana fa dal Tribunale di Sorveglianza di
Milano, compreso l’obbligo di assistere gli anziani ospiti nel centro di Cesano Boscone della
Fondazione Sacra Famiglia dove si dovrebbe
recare già lunedì prossimo. Arrivato attorno
alle 17.30 all’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, il leader di Forza Italia, accompagnato dai suoi legali, è rimasto a colloquio con
Severina Panarello, la responsabile dell’ente,
per circa un’ora e mezza, il tempo per sottoscrivere il documento stilato dal giudice.
Bonaiuti
ufficializza
il passaggio
all’Ncd
LO SCONTRO La minoranza passa alla difesa
Il sindaco Pizzarotti si ribella FI tentata dal decreto Chiti
«Impossibile verifica su di me» Pd fibrilla e richiama ai patti
di TEODORO FULGIONE
di GIOVANNI INNAMORATI
ROMA - Continua il «botta e
risposta» a distanza tra Federico Pizzarotti e Gianroberto
Casaleggio all’interno del
M5S. «La verifica? Non è tecnicamente fattibile. E poi cosa facciamo? Cominciamo ad
amministrare una città e poi
ce ne andiamo e lasciamo le
cose a metà?». E’ la risposta
che il sindaco di Parma invia
al co-fondatore dei cinquestelle, chiudendo all’ipotesi,
caldeggiata dal senatore Vito
Crimi e, indirettamente, da
Casaleggio, di una «consultazione» fra gli iscritti del
Movimento per giudicare il
lavoro del primo cittadino di
Parma. Nel linguaggio del
M5S si chiama «verifica» ed è
uno strumento che viene usato dai militanti per controllare i consiglieri regionali e comunali.
Per Pizzarotti la «consultazione» non è attuabile perché,
prima, «andrebbe stabilito
un preciso iter». «Non è chiaro - afferma - chi dovrebbe votare: tutti gli attivisti? Chi
partecipa alle assemblee? Chi
ha già votato on line?».
«A noi piace essere misurati una volta completato il
mandato per quello che ab-
ROMA - Sale la tensione sulle
riforme, con l’avvicinarsi del
primo passaggio rilevante:
l’adozione di un testo base da
parte della commissione Affari costituzionali del Senato.
Forza Italia strizza l’occhio
alla minoranza Pd e alla sua
battaglia per mantenere il Senato elettivo, e il numero due
del Pd Guerrini la richiama
all’osservanza dei patti. Ma la
tensione è evidente anche all’interno del Pd, proprio per
la determinazione della sinistra interna guidata da Vannino Chiti nel portare avanti
la battaglia per il mantenimento di un Senato ad elezione popolare.
La giornata si apre con toni
aspri. In una lettera al Corriere della Sera il ministro Maria Elena Boschi accusa Chiti
e quanti vogliono un Senato
elettivo di «tentare di bloccare la riforma». «Il fatto che la
proposta venga da parte della
minoranza interna del Pd scrive - è particolarmente
stupefacente, essendo proprio la minoranza Pd quella
che ha chiesto e ottenuto alla
Camera di eliminare dall’Italicum ogni riferimento alla
legge elettorale del Senato,
Gianroberto Casaleggio
biamo effettivamente realizzato», conclude. Casaleggio
aveva rinfacciato a Pizzarotti
di non aver saputo evitare la
costruzione dell’inceneritore
a Parma (la sua sospensione
era uno dei punti chiave del
M5S nella campagna elettorale per le comunali nella città ducale)».
Ma la questione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti appare marginale. Lo
scontro tra Casaleggio e Pizzarotti è politico. Il sindaco
ducale non ha fatto mancare
critiche a Grillo e Casaleggio
per la gestione delle espulsio-
ni. E ai due cofondatori non
sono piaciute iniziative come
la riunione «preparatoria»
dei candidati M5S per le prossime amministrative alle
porte di Parma. Sulla questione, ieri, non sono intervenuti né Casaleggio né Beppe
Grillo. Il comico, in vista delle
Europee, preferisce concentrare tutta la sua attenzione
su Matteo Renzi. Anche ieri
dal suo blog ha attaccato il
premier sull riforme (“una
fotocopia di quelle della P2 di
Licio Gelli”) e lavoro (“la dignità degli italiani vale più di
80 euro”).
Gianni Cuperlo e Vannino Chiti
proprio in forza dell’assunto
che il Senato non sarebbe mai
stato elettivo».
Chiti replica al ministro intervenendo durante la discussione generale in commissione Affari Costituzionali: ribadisce punto per
punto le sue ragioni e si dice
«amareggiato» per l’accusa
di voler bloccare le riforme.
Al di là del merito, Chiti contesta l’impostazione politica
del premier Matteo Renzi, basata sul patto esclusivo con
Forza Italia. Il dialogo, dice
Chiti, va cercato anche con
M5s e Sel, che vogliono anche
loro conservare un Senato
elettivo. Ma Renzi non intende cedere, e lo ribadisce rispondendo su Twitter alle domande dei cittadini. Il premier sottolinea che l’elettività del Senato «è una contraddizione con l’impostazione di
fondo», cioè quella di una Camera in cui sono rappresentate le Autonomie; inoltre il
ddl del governo «fa una rivoluzione e semplifica il procedimento legislativo».
FI pur ribadendo la validità
del patto Renzi-Berlusconi,
chiede una «ulteriore riflessione» sul Senato elettivo.
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Giovedì 24 aprile 2014
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POLITICA LUCANA
Polemiche e scontri verbali accesi tra Giuzio e Rosa
per tutto il lungo dibattito. Pittella incassa il risultato
E il sesto giorno
fu “approvato”
La manovra finanziaria che vale oltre 3 miliardi
ha ottenuto il “sì” dei dodici della maggioranza
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Il sì dell’aula arriva al
sesto giorno di consiglio regionale.
La legge di bilancio complessiva è
stata approvata con il voto favorevole di 12 consiglieri regionali su 21.
La maggioranza che sostiene Marcello Pittella quindi alla prima votazione ha mostrato coesione. Hanno
votato a favore i consiglieri del Pd,
di “Pittella presidente”, di Realtà
Italia, e del Psi. Contro 7 consiglieri
dei gruppi consiliari di FI, FdI,
M5S, Udc e PpI.
Ma quello che colpisce è stata la
durata. Un record assoluto. Difficile da battere. E’ stato un lunghissimo travaglio quello per approvare
la legge finanziaria (la prima della
decima legislatura partita dopo le
elezioni dello scorso novembre)
2014. Una maratona dovuta sostanzialmente a 2 motivi: il noviziato di tantissimi legislatori alla loro
prima esperienza che ovviamente
ha rallentato i lavori con qualche errore di gioventù inevitabile e una
durissima azione dell’opposizione
(che questa volta è divisa in tre anime diverse). Ci sono state polemiche
infinite. A volte anche su aspetti secondari. Ma molto spesso, invece,
l’opposizione e la polemica è stata su
questioni di sostanza. In questo
quadro c’è da registrare la nascità
di una nuova coppia di “sfidanti”.
Gianni Rosa di Fratelli d’Italia e Vito Giuzio del Pd. I due evidentemente non si “amano”. E per tutta la durata del dibattito si sono beccati anche aspramente. E addirittura
avendo comuni origini territoriali i
due hanno dato vita a siparietti quasi “folkloristici”. Indimenticabile in
tal senso il termine rammarro usato da Giuzio nei confronti di Rosa
per indicare un colorito “verde” e il
“bell bell” con tanto di gesticolazione rivolto da Roma nei confronti del
consigliere del Pd. Non è stato semplice il compito di Piero Lacorazza,
che nella veste di presidente del
Consiglio, ha dovuto svolgere quasi
il ruolo di arbitro dei due contendenti. Per il resto questa Finanziaria sarà ricordata per le sfide dialettiche tra Michele Napoli (Fi) e Franco Mollica (Udc) con i democratici
Roberto Cifarelli e Vito Santarsiero.
Del resto anche il presidente della
giunta, Marcello Pittella è stato protagonista di scontri memorabili con
Gianni Rosa. Questo per il clima e il
colore.
Per i numeri, la prima finanziaria
dell’era Pittella vale circa 3 miliardi
e 700 milioni. Per gli altri numeri è
stato deciso che il limite massimo di
indebitamento è di poco più di 97
milioni. Tra le più importanti voci di
spesa ci sono i 31 milioni per l’istruzione. Per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali saranno finanziati circa 50
milioni. Per il settore Turismo sono stanziati, invece, circa 47 milioni di euro. In materia di “Assetto
del territorio ed edilizia abitativa” vengono stanziati circa 90 milioni di euro. E ancora: per lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente sono stanziati
circa 500 milionidi euro nei prossimi tre anni. A sostegno dei Trasporti e diritto alla mobilità nel
triennio considerato vengono stanziati 377 milioni. Per interventi a
seguito di calamità naturali e per il
sistema di protezione civile sono
stanziati circa 120 milioni.
Rispetto alle politiche sociali e
quelle rivolte alla famiglia c’è uno
stanziamento complessivo di 60 milioni. La spesa più cospicua, come
consuetudine è assorbita dalla Sanità: circa 980 milioni oltre ai 65
milioni di euro per il triennio in relazione agli investimenti sanitari.
Per i prossimi tre anni vengono
quindi stanziati circa 71 milioni di
euro a favore del Programma Industria Pmi e Artigianato, 106 milioni per il Programma Reti e altri
servizi di pubblica utilità e 225 mi-
|
lionidi euro il Programma Ricerca
e Innovazione. Vengono ancora
stanziati 140 milioni per le politiche del lavoro e la formazione professionale. Per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca si
prevede uno stanziamento triennale di circa 112 milioni di euro.
Circa 24 milioni di euro saranno
infine impegnati negli anni 2014,
2015 e 2016 per l’energia e la diversificazione delle fonti energetiche.
Novità sul piano fiscale. Come da
anticipazioni è stato confermato
l’aumento dell’Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro (0,50 %) e 75
mila euro (1,10%). Per i redditi fra i
55 e i 75 mila euro l’aumento non si
applica alle famiglie con 2 figli a carico. Su proposta del consigliere Rosa è stato introdotto un aumento
dell’Irap (dal 3,9 al 4,9%) per le imprese che di occupano di produzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto di idrocarburi.
[email protected]
PETROLIO
|
Latronico annuncia: delegazione a Roma
Forza italia incontra
il ministro Guidi
IL deputato lucano di Forza
Italia, Cosimo Latronico, che
era arrivato in ritardo rispetto all’iniziativa promossa dai
colleghi del Pd nei confronti
del ministro del Guido, in fatto di petrolio, ora prova a recuperare. E annuncia: “come
delegazione di Forza Italia
Basilicata, assieme al capo
gruppo in consiglio regionale, Michele Napoli, e al consigliere regionale, Paolo Castelluccio, incontreremo il
prossimo 13 maggio a Roma
il ministro dello Sviluppo
Economico, Federica Guidi”.
Latronico ricorda pure che
nelle settimane passate avevano inviato una lettera al
ministro ed al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, per chiedere la
convocazione di un tavolo
istituzionale che coinvolga il
governo nazionale, quello regionale e i parlamentari lucani per mettere a tema la
questione energetica della
regione e la definizione degli
strumenti per lo sviluppo e la
protezione ambientale del
territorio.
«Il tavolo - aggiunge Latronico - è l’occasione per compie-
Immagini d’archivio del Consiglio regionale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro Guidi
re una verifica sullo stato di
attuazione degli accordi sino
ad ora sottoscritti – scrive il
parlamentare – e delle stesse
previsioni normative che
hanno accompagnato la storia del più grande giacimento petrolifero in terra ferma
d’Europa. A 15 anni dalla stipula del primo accordo di
programma ed alla luce delle
scelte contenute nella strategia energetica nazionale, che
assegna un ruolo rilevante
alle risorse energetiche lucane, occorre ricapitolare lo
stato di avanzamento di tutte
le norme e degli strumenti di
sviluppo».
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ROYALTY
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Il documento congiunto di sindaci e segretari
No all’emendamento Benedetto
«Non una vittoria della Val d’Agri
ma del buon governo»
CON un documento congiunto i
sindaci e i segretari della Val
d'Agri che avevano manifestato
ilo loro totale disappunto sulla
proposta di modifica della L.R.
40/95, esprimono la loro soddisfazione sull'esito della discussione in Consiglio Regionale e
sulla relativa votazion che ha
bocciato l’emendamento Benedetto sulla distribuzione delle
royalty a tutti i comuni lucani.
«Non è stata, come riportato
da una parte della stampa, la
vittoria della Val d'Agri - si legge nel documento - ma a vincere
è stato il buon governo e la condivisione della necessità di
un'approfondita discussione
sulle questioni che riguardano
le estrazioni petrolifere e la Val
d'Agri, che da tempo attende,
più che una mera suddivisione
di prebende, programmi di sviluppo e di crescita.
Si tratta, in definitiva, di definire un metodo più partecipativo che deve essere esteso anche
agli altri territori, come la Valbasento, dove si vivono situazioni di eguale disagio e difficoltà. La stessa costituzione di
un’apposita commissione consiliare regionale va verso questa direzione.
Estrazioni
Ora è necessario, e i Sindaci e i
segretari del PD lo rivendicano
con forza, un confronto serrato
sulle questioni che sono state riportate nei precedenti documenti e sulle valutazioni emerse nel corso della seduta consiliare regionale. In primis le problematiche connesse alla tutela
della salute pubblica (monitoraggio d'eccellenza, reparto di
medicina ambientale nell’ospedale di Villa d’Agri). Subito dopo le questioni che attengono lo
sviluppo e il lavoro».
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Giovedì 24 aprile 2014
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L’opposizione: «Vergogna. E’ una schifezza»
“Nessuno tocchi
Caino” infiamma
l’aula
UN contributo di 50 mila euro all’associazione di fama
internazionale guidata dal
leader dei Radicali Marco
Pannella, “Nessuno tocchi
Caino” previsto nel ddl di
stabilità che ha infiammato
l’aula. Al di là dell’indiscutibile validità l’associazione
«perché soldi pubblici proprio a questa e alle altre
no?». Questo l’interrogativo
sollevato in aula dai consiglieri Mollica, Napoli e Rosa.
Con quest’ultimo che accusa: «Forse la spiegazione
sta solo nel voto del 25 maggio per le europee». Insomma, Fratelli d’Italia insinua
he il contributo serva a favorire la corsa al Parlamento
Ue del fratello del governatore, Gianni Pittella. Il Consiglio, con 11 voti a favore, ha
infine approvato il contributo.
|
LA PRECISAZIONE DEL CONSIGLIERE GRILLINO
|
Gianni Perrino non ci sta a passare
come il salvatore della maggioranza
Dal gruppo consiliare dell’M5S
POTENZA - In riferimento all’articolo a firma di Salvatore Santoro apparso ieri sul Quotidiano, il M5S
Basilicata chiarisce la propria posizione in merito alle royalties del petrolio. Contrariamente a quanto
maliziosamente riportato dal vostro cronista, naturalmente non vi è stato alcun appoggio né salvataggio della maggioranza e di Pittella da parte del sottoscritto sull’emendamento, a firma di Benedetto ed altri, che intendeva far giungere ad altri comuni lucani una piccola parte del già misero “piatto di lenticchie” rappresentato dalle royalties sul petrolio.
L’interpretazione fornita dal vostro cronista è
smentita dai fatti, per altro impressi nella registrazione della seduta del consiglio regionale del 22 aprile. Basta rivederla (o leggere la documentazione agli
atti del consiglio regionale) per apprendere che il
M5S Basilicata, tramite il sottoscritto, ha presentato
– già alcuni giorni prima dell’emendamento presentato, come al solito, all’ultimo momento dalla giunta
Pittella – un proprio emendamento che chiedeva la
cancellazione della proposta elettorale di Benedetto.
La posizione del M5S Basilicata sulle royalties del
petrolio è, difatti, nota da tempo ed è scritta a chiare
lettere nel programma elettorale regionale: il M5S è
per il progressivo abbandono delle estrazioni petrolifere e per una graduale transizione verso un economia realmente “verde” che metta al primo posto ambiente e salute. Le “royalties” del petrolio sono solo
un misero “piatto di lenticchie” che lascia ai lucani
solo povertà, gravi danni ambientali e alla salute.
Pensare di voler ripartire le (magrissime) royalties
petrolifere fra tutti i comuni lucani è per il M5S la solita trovata elettoralistica, che può essere apparsa
buona solo a chi è candidato alle Europee, come Benedetto.
Un’idea fuorviante e, per questo, completamente
inidonea a ricercare una seria e radicale soluzione ai
gravi problemi che le attività estrattive hanno provocato alla salute e al territorio lucano, senza apportare né sviluppo né occupazione. Dal (presunto) Texas
d’Italia (come la Basilicata è stata impunemente definita da taluni politicanti e da cosiddetti “analisti”)
emigrano più di 3000 giovani ogni anno. La Basilicata è la regione più povera d’Italia: il 31,6% di chi ha
tra 15 e 34 anni non lavora, e più del 28% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà. Numeri
impietosi, inquietanti. La domanda sorge spontanea: che fine fanno le royalties? Dalle royalties la Basilicata, negli ultimi 11 anni, ha “racimolato” oltre
669 milioni, che diventano 800 se si calcolano anche
quelli incassati dai comuni.
Solo una piccola parte della ricchezza munta dal
sottosuolo lucano dalle compagnie petrolifere e davvero poca cosa rispetto alla “royalty camuffata”,
quel 42% di tasse che lo Stato centrale riscuote dalle
compagnie petrolifere (450 milioni di euro solo per il
2010), Nel 2013 sono stati 168 i milioni di euro entrati nelle casse della regione e dei comuni lucani (so-
prattutto della Val d’Agri). Soldi che, come ha denunciato la Corte dei Conti, sono stati completamente gettati al vento: le royalties vengono sistematicamente “bruciate” in spese correnti (ovvero nelle note
filiere clientelari, oltre che in qualche inutile e deturpante “rondò”). Risorse sprecate, che non sono state
mai utilizzate per creare posti di lavoro (di qualità e
stabili), incentivando, ad esempio, i settori della autentica “green economy”, favorendo la migrazione
dai combustibili fossili ad una economia basata sull’energie rinnovabili (micro impianti domestici), investendo nella ristrutturazione e riqualificazione
energetica ed antisismica del patrimonio edilizio,
nella manutenzione e nella cura sistematica del territorio lucano, sul quale pende un costante rischio
idrogeologico, nella tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e ambientale lucano,
nella ricerca scientifica e tecnologica.
Per tutti questi motivi, ben prima del volubile e ondivago Pittella, il M5S Basilicata ha rispedito al mittente (Benedetto) “il piatto di lenticchie” ed ha annunciato di voler elaborare e proporre un proprio
progetto di legge (serio, ben articolato e strutturato)
in materia di royalties e, soprattutto, di estrazioni
petrolifere. Perché la Basilicata e i lucani meritano
sempre il massimo rispetto: la salute e la tutela ambientale sono la vera ricchezza e non hanno prezzo!
Nessuna malizia. Per carità. Mi attengo ai fatti e alla
cronaca. E per evitare ulteriori fraintendimenti riprendo la parte “incriminata del mio articolo” dove
scrivevo: “Il pentastellato di fatto ha salvato la maggioranza da ulteriori polemiche”. Il salvataggio della maggioranza non era inteso in termini assoluti
ma “da ulteriori polemiche”. E lo ribadisco. L’emendamento del consigliere regionale Gianni Perrino
(che aveva facoltà di ritirarlo in qualsiasi istante anche un secondo prima del voto) ha evitato che la maggioranza votasse sull’emendamento Benedetto.
Una proposta che aveva impegnato il Consiglio regionale per oltre un’ora tra sospensioni e urla tra i
banchi dei consiglieri. Un emendamento che era stato votato in Commissione da consiglieri del Pd ma
che arrivato in aula era stato contestato e criticato
dal presidente della giunta Pittella che aveva chiesto
espressamente a Benedetto il suo ritiro e che al rifiuto dello stesso Benedetto era rimasto visibilmente
contrariato. Senza contare che nello stesso dibattito
conseguente Benedetto aveva parlato addirittura di
dimissioni da consigliere e subito dopo c’era stato un
alterco acceso - a stento frenato dal presidente del
Consiglio Piero Lacorazza - tra Gianni Rosa e Vito
Giuzio. Bene, in tutto questo bailamme, al netto delle
nobili intenzioni, l’emendamento di Perrino votato
prontamente da quelli del Pd (non accade mai!) ha di
fatto messo a tacere tutte le polemiche che c’erano
già state ed evitato tutte quelle che potevano ancora
scoppiare. Tanto era dovuto.
Salvatore Santoro
“Salva Potenza”
E’ bagarre, ma alla fine
l’emendamento passa
di MARIATEREASA LABANCA
FINIRANNO per il 90 per cento
(nove milioni di euro) nelle casse
del Comune di Potenza, arrivano
per la metà (5 milioni) dalle risorse che la Regione avrebbe dovuto
trasferire ad Acquedotto lucano
per consentire una riduzione
delle tariffe. Per l’opposizione
«soldi tolti direttamente dalle tasche dei lucani». Di fatto, risorse
accantonate per appianare un
debito, spostate su un altro debito. Ce lo si aspettava e alla fine è
stato così: l’emendamento “salva
Potenza” ieri ha infiammato il dibattito consiliare. Una lunga discussione, ripresa in più fasi, che
però non ha cambiato l’esito piuttosto atteso: approvazione, a
maggioranza, con dodici voti favorevoli e sei voti contrari (Rosa,
Mollica, Napoli, Castelluccio,
Perrini e Leggieri).
Prima, però, l’opposizione di Fratelli
d’Italia, Udc e Fi, ha
provato a dare attaglia: una «schifezza» travestita con
«un artefizio». A
partire dal titolo del
tanto controverso
articolo 18 del ddl di
Stabilità presentato
in mattinata dalla
relazione del consigliere ed ex primo cittadino del
capoluogo che ha proposto l’emendamento, Vito Santarsiero:
“Fondo di coesione territoriale”.
Sulla carta un fondo destinato ai
comuni per potenziare e incentivare quei servizi sovracomunali,
come giustizia e sanità. Nella
pratica un “regalo” alla città di
Potenza per salvarla dal dissesto
finanziario (quasi cento milioni
di euro di debito): in due anni, nove dei dieci milioni della voce in
bilancio saranno destinate al capoluogo di regione. Centomila
euro all’Unione dei Comuni e pochi spicci (la rimanente parte è di
900.000 euro) a tutti gli altri comuni lucani.
Il consigliere Rosa (FdI) che
chiede conto della provenienza
delle risorse per alimentare il
fondo accusa la maggioranza di
aver “scippato” quei soldi a tutti i
lucani e di averli distratti rispetto ad altre reali priorità. «Il Pd è
compatto su questo emenda-
mento per coprire le schifezze
fatte tanti anni di amministrazione del centrosinistra».
Mollica (Udc) gli fa eco: «Mamma Regione non si può farsi carico della mala gestione dell’amministrazione comunale. E poi ci
sono tanti altri comuni sull’orlo
del collasso finanziario, magari
quelli in cui Potenza va a portare
la sua spazzatura».
Anche Michele Napoli (Fi) affonda: «Una vergogna. Come ormai si ripete da anni. Solo che a
fronte di questi trasferimenti
non c’è stato alcun miglioramento dei servizi. In pratica soldi buttati».
A difendere l’emendamento,
«che ho contribuito a scrivere insieme a Santarsiero» è il capogruppo del Pd, Nicola Cifarelli:
«Il problema e’ esattamente il
contrario. I guai di Potenza derivano anche dal fatto che negli anni precedenti è stata
sottovalutata nel
suo ruolo di città di
servizi. Qui, erroneamente, si sta solo provando a spostare la campagna
elettorale per le
prossime amministrative». Per Santarsiero un «attacco
eccessivo» su città e
l’amministrazione
da parte dell’opposizione. E proprio all’ex primo cittadino spetta
la difesa della gestione del capoluogo: «Non riceviamo contributi dal 2007. Due anni fa abbiamo
ricevuto 6 milioni di euro. Il Comune di Potenza non ci sono
spendaccioni. Abbiamo dimezzato il debito. Se l’Italia avesse
fatto come noi, sarebbe la Germania». Fa dichiarazione di voto favorevole “per fede” il consigliere
Paolo galante. E alla fine il fronte
dell’opposizione non trova i numeri giusti per evitare l’approvazione della norma, insieme a
quella del petrolio, più scottante
di questa Finanziaria. E Santarsiero commenta soddisfatto:
«Un atto particolarmente significativi, per tutti i comuni che
erogano servizi sovracomunali,
per Potenza. Un grazie al presidente Pittella e alla maggioranza
che è stata compatta ed omogenea».
[email protected]
«I soldi
che servivano
a ridurre la bolletta di Al andranno al capoluogo»
L’ATTACCO DI ROSA
«Proroghe su proroghe
per favorire gli amici»
E IL consigliere di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa
attacca la Giunta Pittella sull’articolo del Collegato alla legge di Bilancio 2014-2016, l’art. 10
comma 1, che prevede la proroga di un termine, contenuto in una legge del 2010, al
31.12.2014. «Cercando la legge del 2010 spiega - si scopre che l’articolo prorogato non
è altro che la proroga di un altro termine, contenuto in una legge del 2009. Di legge in legge, di proroga in proroga
salta fuori che il termine prorogato fa riferimento alla Legge regionale
19 gennaio 2005, n. 1 “Snellimento procedure istanze finanziate dalle LL.RR. 12 agosto 1986 n. 16 e 25 gennaio 1993 n. 5». «Ricapitolando, quindi – afferma l’esponente di Fratelli d’Italia - ci sono delle
opere, finanziate con leggi del 1986 e del 1993, che nel 2005 hanno
bisogno di uno snellimento del procedimento. Snellimento che consiste nel prorogare altri termini. Va bene. Una proroga non si nega a
nessuno. Ma a chi giova? Ci chiediamo, cioè, chi ha partecipato ad
un bando per il finanziamento di investimenti nel settore della industria alberghiera e degli impianti ad essa complementari nel lontano
1986 e nel 2005 che interesse ha al finanziamento di progetti oramai
vetusti? Questa domanda ha una risposta ben precisa. Chi ha partecipato a quei bandi l’interesse alla proroga ce l’ha. Eccome. E l’interesse è quello di non dover restituire i fondi già ottenuti. Questa è la
prova che «continuano i ‘favori’. Il Collegato ne è pieno».
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Giovedì 24 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
#POTENZA2014
Rinforzo socialista per i giovani pittelliani
L’operazione che di certo non dispiace a Gianni
Polese non cede
anzi raddoppia
AL COMUNE DI POTENZA
Liste, come e quando
DALComune di Potenza fanno sapere: la presentazione delle candidature alla carica di sindaco e
delle liste dei candidati alla carica di consigliere comunale con i relativi allegati deve effettuarsi presso la segreteria generale del Comune,
presso il Palazzo di
Città di Piazza Matteotti, dalle ore 8 alle
ore 20, di venerdì 25
aprile 2014 e dalle
ore 8 alle ore 12 di
sabato 26 aprile
2014. Sul sito del
Ministero dell'Interno e sull'home page del Comune di Potenzaè pubblicata l'edizione 2014 delle " Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature".
Con Petrone entra in gioco anche il Psi di Valvano
Farà lista comune con “Potenza democratica”
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Il day after è contraddistinto da momenti di goliardia. C’è
la riunione del Consiglio regionale
e i vari Giuzio, Galante, Bradascio e
Polese sono spesso molto vicini. Evitano altre polemiche. Sono trascorse poche ore dal botta e risposta e
dalle polemiche tra “pittelliani divisi” che di certo infiammera la prossima campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Potenza. Mario
Polese sta con Luigi Petrone (il candidato fortissimamente voluto dal
Pd) e non con Roberto Falotico. Polese ovviamente è solo il “deus ex
machina” di Potenza democratica.
Dentro ci sono invece attivamente
tanti giovani motivatissimi a dare
battaglia in nome del rinnovamento.
La cosa non è piaciuta ai “falotichiani”che in nome di quella rivoluzione democratica ideata da Marcello Pittella vorrebbero replicare il
successo alle regionali in barba ai
colonnelli del Pd. La scelta di Polese
dunque non è piaciuta. Rischia di
frantumare il sogno. E quindi le
A sinistra i giovani di “Potenza
democratica”, sopra il simbolo della lista
a destra Valvano
punte avanzate di Roberto Falotico
in consiglio regionale (Galante,
Giuzio e Bradascio) non le hanno
mandate a dire a Polese. Che però
nonostante sia chiaro che Marcello
Pittella non faccia salti di gioia (per
usare un eufemismo) va avanti per
la propria strada e anzi raddoppia.
Perchè la lista si rafforza: il Psi di Livio Valvano entra in gioco, si schiera con Luigi Petrone (che incassa altri sponsor) e farà una lista comune
proprio con “Potenza democratica”.
Saranno una quindicina i candidati
socialisti in lista. Lista che di fatto
diventa un “listone”. E appare anche il simbolo dei socialisti europei.
Gianni Pittella che punta proprio a
essere uomo fortissimo del Pse in
Europa non può che sorridere.
Detto questo, va registrato che ieri in Consiglio regionale il clima tra
pittelliani si è disteso. Giuzio e Polese ci hanno riso sopra, anche se in
campagna elettorale non mancheranno “stilettate”. Intanto Marcello
Pittella ieri è parso molto concentrato sulla manovra finanziaria e si
tiene volutamente fuori dalle polemiche. In tutto questo non poteva
mancare l’ufficializzazione dell’operazione politica da parte del segretario regionale del Psi, Livio
Valvano: «Non è una semplice intesa elettorale ma qualcosa di più. E'
un’integrazione su visioni politiche
e amministrative comuni, su progetti che riguardano la città capoluogo e l’intera comunità regionale
che ci ha convinto a costruire una lista di candidati collegata al candidato sindaco Luigi Petrone. Dopo
che il Centrosinistra si era perso
sull'indecisione intorno alle primarie, soprattutto per le questioni interne al Pd, il Psi e Potenza Democratica, hanno deciso di presentare
un'unica lista per dare un segno
forte di unità alla città di Potenza e
soprattutto per condividere il rinnovamento delle classi dirigenti».
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L’intervista al candidato FdI-An alle prossime europee
Alemanno a Potenza: «Solo noi
abbiamo a cuore il Sud»
POTENZA - L’ex sindaco di Roma,
Gianni Alemanno ieri a Potenza
per la propria candidatura al Parlamento europeo nelle liste di Fratelli
d’Italia - An, risponde alle domande
del Quotidiano della Basilicata.
Perchè i lucani dovrebbero sostenerla alle prossime europee?
«La Basilicata è nel cuore del
Mezzogiorno e risente di tutti i limiti del modello di sviluppo che è
stato imposto in questi anni al Sud
dal Nord Italia e dall'Europa. In più
la questione Meridionale è scomparsa dall'agenda dei governi
Monti, Letta e oggi Renzi. Nessuno
parla più di Mezzogiorno, solo FdI An mette insieme la volontà di essere il Partito della Nazione italiana e
la consapevolezza che tutto questo
si realizza rilanciando lo sviluppo
del Mezzogiorno. L'Italia può crescere soltanto puntando sulle regioni meridionali e aprendosi verso il Mediterraneo.
Per quanto mi riguarda, ho dimostrato come Ministro dell'Agricoltura una grande attenzione per
lo sviluppo del Mezzogiorno, anche
in forza delle mie origini meridionali. Persino come sindaco di Roma ho avuto una grande attenzione per le comunità regionali provenienti dal Mezzogiorno che vivono
nella nostra città. Insomma, penso
che il mio possa essere un voto utile
per il Sud per la mia storia personale e politica e per il mio attuale impegno nell'unico partito che parla oggi di Nazione e Mezzogiorno».
Spieghi meglio la questione
dell'euro...
«Noi pensiamo che per salvare
l'unità europea è necessario uscire
dai vincoli stringenti che oggi ci
vengono imposti in nome dell'euro. Basta pensare all'ultimo trattato firmato a Bruxelles, il Fiscal
Compact che ci impone di tagliare il
nostro debito dal 130% al 60% in
venti anni, il che significa tagliare
ogni anno di 50 miliardi il nostro
bilancio, rinunciando ad ogni ipotesi di abbassamento delle tasse e
ogni politica di investimento. Oppure pensiamo al Patto di stabilità,
che impedisce agli enti locali di investire quasi 17,5 miliardi di euro
che pure sono presenti nelle casse
dei comuni e delle province. In realtà l'euro funziona bene solo per la
Germania ma crea sottosviluppo e
recessione in tutti gli altri Paesi a
cominciare dall'Italia. Dobbiamo
quindi portare nel Parlamento europeo una proposta politica per
una dissoluzione concordata dell'eurozona, ovvero l'impegno di
tutti i Paesi europei a superare la
moneta unica e a tornare alle monete nazionali, sia pure in quadro di
solidarietà europea. Nel prossimo
Parlamento europeo gli eurocritici
potrebbero essere la maggioranza
e noi saremo protagonisti in questo
schieramento per liberare l'Italia
da vincoli che rischiano di massacrarla.
La sua "ricetta" per il Sud?
Ci sono quattro assi per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il primo sono
le politiche di valorizzazione del
territorio, come l'agroalimentare,
il turismo e le politiche ambientali.
Il secondo sono i beni culturali e la
cultura in genere in un territorio
che raccoglie la grande eredità della Magna Grecia, la più antica forma di civilizzazione del nostro continente. Il terzo è il Made in Italy,
che ereditiamo dalle nostre tradizioni produttive e che può essere
sviluppato attorno alle nostre università attraverso ricerca e innovazione. Infine, il quarto asse è quello
della logistica e della cooperazione
aperta al Mediterraneo, portualità,
infrastrutture, centri di servizio
che possono realmente valorizzare
la nostra centralità nel Mare Nostrum. Ma per rendere possibile
tutto questo è necessario attuare
una fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno che permetta alle imprese
che operano nel Sud di pagare meno tasse perché hanno meno servizi e opportunità di quelle del Nord.
Dobbiamo chiedere all'Unione Eu-
Gianni Alemanno a Potenza
ropea di poter utilizzare per questi
obiettivi gli 11,5 miliardi di euro di
fondi strutturali non spesi entro il
2013, che quindi non devono essere restituiti a Bruxelles ma neanche dilapidati in tanti inutili progetti i che non creano sviluppo ma
servono solo ad arricchire qualcuno.
Conosce bene la Basilicata. Cosa non va? E cosa invece è da salvare?
«La Basilicata può essere un laboratorio per realizzare tutte le politiche del Mezzogiorno illustrate
nella precedente risposta ma ha in
più la grande potenzialità delle royalty del petrolio. Fino a oggi la regione Basilicata ha negoziato male
queste royalty, ottenendo poco dalle multinazionali che estraggono il
greggio. Ma soprattutto ha disperso queste risorse in tanti inutili
progetti che non creano sviluppo.
La nostra proposta è quella di concentrare queste proposte per risol-
vere il grande gap infrastrutturale
che caratterizza questa regione: le
bretelle di autostradale di collegamento tra Sicignano e Potenza e tra
Potenza e Melfi. Senza parlare di
Matera che non è collegata nè con
autostrade nè con ferrovie».
Amministrative oltre che europee. FdI - An ha fatto una scelta
solitaria. Lei ha parlato però nelle scorse settimane con Cannizzaro che è il candidato sindaco
dell'altro centrodestra. Cosa non
ha funzionato?
«Forza Italia non ha accettato la
nostra proposta di scegliere il candidato sindaco attraverso le primarie. Per cui, al di là della stima personale per Cannizzaro, non c'erano
i presupposti politici per uno schieramento comune al primo turno. Il
nostro candidato Dario De Luca è la
grande speranza di riaggregare il
centrodestra partendo da destra».
sal.san
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Primo piano
Giovedì 24 aprile 2014
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9
Il partito (non) decide sui consiglieri con più di tre mandati
Deroghe sì, ma non più di 3
Sui nomi, il Pd prende tempo
di MARIATERESA LABANCA
Il Palazzo
di Città
di Potenza
Denuncia di Ramunno contro un parlamentare del Cdx
Il “ricatto” elettorale: «Candidati con noi
e ti farò fare qualcosa a Roma»
PROMESSE di lavoro in cambio di una can- stato questo. Ramunno, però, preferisce
didatura.
non fare nomi. E dopo qualche ora cancella
L’accusa del consigliere comunale di Rio- anche la parte relativa al fatto che si tratti di
nero ed esponente di rilievo di
un onorevole. Rimane l’accuFratelli d’Italia di Basilicata è
sa, molto pesante. Il consigliegrave.
re dice di aver assistito persoUn post su facebook e in pochi
nalmente alla telefonata. Cerminuti la pagina di Donato Rato, per quanto non ci sia il nomunno si riempie di commenme, c’è da dire che i lucani in
ti.
Parlamento del centro destra
Si tratterebbe di un parlanon sono molti. Schierati alle
mentare lucano del centrodeamministrative di Potenza, per
stra che avrebbe provato a conaltro, non con il candidato di
vincere una donna ad accettare
Fratelli d’Italia, ma con quello
la candidatura con metodi, si
di Forza Italia, Michele Cannizpotrebbe dire, poco ortodossi:
zaro. Chiara, quindi, la guer“dai scendi in campo con noi,
ra politica che fa da sfondo a
poi mandami il tuo curriculum Donato Ramunno
questa vicenda. Ma di certo il
che vede di farti fare qualcosa a
tentativo di a convincere alla
Roma”.
candidatura tramite la promessa di un laIl tenore della telefonata dovrebbe essere voro non può fare onore a nessuno.
|
POTENZA - E sul nodo delle deroghe
per la candidabilità dei consiglieri comunali con più di tre mandati alle amministrative di maggio, il Pd prende
ancora tempo. Anche dalla riunione
tecnica che si è tenuta ieri mattina non
è emersa la linea definitiva. O meglio,
le indicazioni ci sono, ma la certezza
dei nomi no: dei ricandidabili ci saranno, ma non si ancora di chi si tratti. L’orientamento emerso è questo: rinnovamento sulle liste, ma con un margine di autonomia. Due, o al massimo tre
consiglieri uscenti
poter
POPOLARI UNITI dovrebbero
godere della “grazia”. A patto, però - ci
tengono a precisare
dal partito - di candidatura ispirate per
OGGI, alle ore 11 e lo più da spirito di
30, presso la sala riu- servizio. Insomma,
nione del Partito dei nessuna postazione
"Popolari Uniti", in via da rivendicare ad
Pretoria, si terrà la elezione avvenuta.
conferenza stampa
Sui nomi, dicevaper la presentazione mo, ancora alcuna
delle idee program- ufficialità.
matiche e delle iniziaFacile immaginative future che il partito re che si tratti anche
intende promuovere di una scelta stratesul territorio in vista gica per rinviare
delle prossime sca- eventuali polemidenze elettorali.
che a tempi più maSarà presente an- turi. Si tratta pur
che il candidato sinda- sempre di questione
co del centrosinistra, calda su cui all’inLuigi Petrone.
terno del Partito potrebbe aprirsi un
nuovo fronte di guerra. Del resto, anche la lista del consigliere regionale
Polese si è detta a sostegno del candidato sindaco Petrone a patto di un rinnovamento totale su liste e programmi.
Incontro
con Petrone
IL CENTRODESTRA
Il candidato sindaco del centrosinistra, Petrone
Otto sono i consiglieri che hanno ha
già svolto tre mandati al Comune di Potenza: Nicola Lovallo, Giuseppe Messina, Teodosio Ciriello, Donato Russo,
Donato Coviello, Giuseppe Ginefra,
Antonio Pesarini e Federico Pace.
Quest’ultimo però, ha già annunciato
ufficialmente di aver rinunciato alla
sua personale ricandidatura. Oltre all’assessore al Bilancio uscente qualcun altro sta vagliando la possibilità
del passo indietro per assecondare le
esigenze del partito. Che però sarebbe
pronto ad ammettere due, o al massimo tre, eccezioni sulla base della valutazione dei casi individuali e soprattutto sulla valutazione delle convenienze
in termine elettorali. Con la precisazione, però, che «chi è stato già protagonista “consumato” della vita amministrativa cittadina, dovrà essere comunque disposto a fare largo agli altri».
[email protected]
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Aurelio Pace spiega la scelta dei Popolari per l’Italia Oggi al Principe di Piemonte: Fdi, PpI e lista civica
«Proveremo fino alla fine a fare De Luca inaugura la campagna
sintesi, ma Dario è il nuovo» «Liberiamo la città dall’arroganz»
POTENZA - «Io cercherò la mediazione fino alla fine ma è chiaro che bisogna essere
coerenti e andare avanti». Parla il consigliere regionale dei Popolari per l’Italia,
Aurelio Pace che oggi sarà in conferenza
stampa insieme al candidato sindaco Dario De Luca per presentare appunto la
coalizione che sostiene l’ingegnere.
La scelta è dunque fatta. I Popolari per
l’Italia stanno con Fratelli d’Italia e De Luca ma Pace lascia ancora qualche spiraglio aperto (fino a domani alle 16 ndr).
Difficile che accada il “miracolo” del centrodestra unito anche a onor del vero ieri
pomeriggio alle 17 circa De Luca e Michele Cannizzaro (il candidato sindaco voluto da Forza Italia) si sono incontrati privatamente. Ma pare che dall’incontro non
sia arrivato nessuna fumata bianca.
Intanto Pace spiega perchè tra i due i
Popolari per l’Italia stanno con l’ingegnere e non con l’ex dg del San carlo: «Io ho
cercato tre mesi fa De Luca che mi disse sì.
Cannizzaro in questa logica arriva dopo
ed è una persona valida ma il centrodestra oggettivamente in questo momento
ha bisogno di metodo e di uomini. Rispetto al centrosinistra diviso sento la responsabilità di tentare una mediazione
perchè potrebbe essere un momento storico».
Detto questo però, Aurelio Pace chiarisce: «Siamo di fatto a 24 ore dalla presentazione delle liste. Se la mediazione non
Aurelio Pace
porterà a nulla io dovrò scegliere. E a quel
punto sceglierò un’azione di rinnovamento e un candidato sindaco che è molto
vicino alle mie posizioni politiche».
Aurelio Pace quindi spiega perchè De
Luca e non Cannizzaro: «Da un punto di
vista politico Dario è molto più vicino alle
posizione del nostro partito. Ed è un uomo oggettivamente nuovo da offrire alla
città di Potenza che a mio modo di vedere
ha bisogno proprio di questo profilo di
candidato».
L’ultima domanda è sulle prospettive e
sugli auspici. Così Pace: «Il mio augurio è
quello di trovare l’unità del centrodestra
anche nell’ultimo minuto utile. Così non
fosse il nostro obiettivo politico ed elettorale con De Luca è quello di arrivare per lo
meno al ballottaggio».
s.s.
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L’INGEGNERE potentino,
Dario De Luca, scende ufficialmente in campo. Oggi,
presso il teatro “Principe di
Piemonte” al rione Santa
Maria di Potenza, verrà
inaugurata la campagna
elettorale della coalizione
“L’altra Potenza” e del candidato sindaco. Con De Luca i partiti che compongono il cartello elettorale:
Fratelli d’Italia, Popolari
per l’Italia e la lista civica
“De Luca Sindaco”.
Alla manifestazione parteciperanno i novantadue
(92) candidati delle tre liste, i leader di partito e dirigenti nazionali e locali.
L’ingegner De Luca spiegherà le ragioni politiche e
culturali della sua candidatura. Accennerà al programma elettorale ed introdurrà i temi della campagna elettorale della sua
coalizione. «La scelta di denominarla “L’altra Potenza” - si legge nella nota
stampa di presentazione ribadisce l’idea di una forte
discontinuità con modelli
politici usurati, con prassi
La campagna di Dario De Luca
e sistemi di potere logori. potentini. L’impoverimen“De Luca realizza l’idea di to e l’imbruttimento cultuun cambiamento radicale e rale e urbanistico della citnel contempo di una forte tà. De Luca, con la sua prosuggestione: i vecchi sche- fessionalità collaudata ed
mi sono superati. Il proble- un fortissimo legame con
ma non è solo vincere ma la sua comunità, si impe“liberare” la città dalla me- gna a provocare un dibattidiocrità, dall’arroganza e to leale e severo senza fare
da forme di potere più o me- sconti a nessuno. Con una
no “occulte”, dove non si visione sociale che scaturicapisce bene cos’è la sini- sce dal suo impegno civile:
provi Potenza a recuperare
stra e cos’è la destra».
«Questi ultimi vent’anni fiducia in una nuova forma
- prosegue la nota - hanno di politica. Provino i potensegnato il declino di Poten- tini a credere che “un’altra
za. La mortificazione dei Potenza” è possibile».
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Giovedì 24 aprile 2014
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SALUTE
La Corte dei Conti
sulla distribuzione
dei finanziamenti
in tutta Italia
La Basilicata è ultima
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Non è un dato rassicurante per
il Sud, tantomeno per la Basilicata che attualmente ospita il centro di ricerca Crob di
Rionero e va verso il riconoscimento di Irccs
anche per il reparto di reumatologia del San
Carlo di Potenza. In pratica i soldi pubblici
destinati alla ricerca in campo sanitario
vanno quasi tutti al Nord. A dirlo è la sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, che in sostanza prende atto dell’enorme
differenza strutturale tra regioni. E questa
differenza, nelle percentuali, è assai pronunciata. Il Nord infatti fino al 2013 ha incassato il 73% dei fondi pubblici destinati alla ricerca, il 21% è destinato al Centro e soltanto il 7% al Sud. Stesso vale per quella che
viene chiamata “ricerca finalizzata”: il 63%
dei contributi va al Nord, il 32% al Centro e
soltanto il 4% al Sud. I magistrati della Corte dei Conti hanno analizzato un periodo di tempo che va
dal 2007 al 2011, con un aggiornamento al 2012. E le
criticità non mancano, una
su tutti, forse quella più evidente, è l’enorme quantità di
soldi pubblici riversati all’interno del San Raffaele di
Milano, che è l’istituto che
prende più denaro in assoluto, quasi “fagocitando” il resto dell’Italia.
Il quadro generale comunque non è affatto conciliante. Mentre i magistrati fanno
notare che sulla questione trasparenza non
c’è quasi nulla da dire, la “tempestività” del
finanziamento resta ancora un problema,
anche se le direttive ministeriali sono «in
buona misura rispettati». Ma prima di tutto
bisogna fare un po’ di ordine. C’è in primis
una questione geografica: la maggior parte
degli Irccs si trova nel Lazio e in Lombardia,
ma c’è da tenere presente anche un altro fattore: i privati sono quelli che ricevono più finanziamenti da anni rispetto alle strutture
pubbliche. E la forbice della discrepanza è
matematicamente chiara: i due terzi dei finanziamenti totali vanno ai privati, un terzo soltanto alle strutture pubbliche.
Ma è la stessa bilancia dei finanziamenti
ad oscillare a favore di alcune discipline
trattate nei progetti finanziati. per quanto
riguarda la ricerca corrente il 28% è destinato all’oncologia e il 22% alle neuroscienze. Per quanto riguarda invece la ricerca finalizzata il 30% va alle neuroscienze e il 20%
all’oncologia.
Molte
le criticità
a partire
dai tempi
di erogazione
L’Irccs Crob di Rionero in Vulture
Sanità, al Sud
penalizzata
la ricerca
La questione si fa critica quando si comincia a parlare di tempi di erogazione dei
finanziamenti, soprattutto nella ricerca finalizzata. Tra il 2007 e il 2011, registra la
Corte dei Conti, i residui di spesa si aggirano costantemente sui 160 milioni rispetto a
stanziamenti di competenza che oscillano
tra i 117 e i 53 milioni di euro. C’è quindi una
sorta di tendenza generale che non fa altro
che aumentare di gran lunga i tempi di erogazione: molte amministrazioni infatti preferiscono riportare all’esercizio successivo
la competenza di spesa. E su questo la Corte
è chiara: bisogna trovare dei metodi, già applicati in altri ambiti, per evitare questo
continuo rimando delle competenze. Stesso
vale per i tempi utili a chiudere le procedure
di verifica dei risultati merita secondo i giudici «ulteriori ridimensionamenti». «Per
quanto attiene in particolare la verifica del
completamento dei progetti di ricerca –
scrive la Corte dei Conti - è emerso che il Ministero compie periodici riscontri sullo stato di avanzamento dei progetti, cui è colle-
gata l’erogazione delle tranches di finanziamento. In merito al riscontro degli "impatti" dei progetti, è particolarmente avvertita l’esigenza di predisporre strumenti di
analisi innovativi, non solo per individuare
le ricadute cliniche dei progetti medesimi,
ma soprattutto per verificare l’accoglienza
della comunità scientifica riservata ai risultati, sebbene i tempi di realizzazione di tali
strumenti risultino in ogni caso particolarmente ampi».
Ci sono diversi aspetti critici, a partire dai
tempi, ma anche la mancanza di strumenti
validi di verifica dei progetti. In conclusione la Corte fa anche capire l’altra necessità:
quella di non disperdere le risorse in troppi
progetti, ma la tendenza oggi è esattamente
contraria.
In tutto questo la Basilicata, con il Crob di
Rionero, si trova praticamente all’ultimo
posto per quantità di finanziamenti. Nel
2008 la struttura ha ricevuto circa 613mila
euro, diventati circa 415 l’anno successivo.
Nel 2010 si è passati a 515mila euro circa
mentre nel 2011 la cifra di finanziamenti ricevuti si è assestata attorno ai 514mila euro
circa. Il totale è di due milioni 055mila euro
con una media di circa 411mila euro all’anno. Ma quanto incide in totale il Crob di Rionero sulla spesa totale? Quasi nulla, solo lo
0,23%, mentre al Nord solo il San Raffaele
in cinque anni ha incassato quasi 92 milioni di euro.
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Il decreto della Giunta regionale non rileva criticità importanti sul territorio
Medici di base, ecco dove si registrano
le carenze in termini di personale
Una foto di
un medico a
lavoro
POTENZA - La Regioen Basilicata,
con delibera della giunta regionale,
ha pubblicato il bando e l’elenco delle
carenze di medici di base in tutto il territorio della Basilicata.
E la situazione, in relazione al secondo semestre del 2013, che permette in questo modo lo spostamento di al-
cuni medici di base in altri ambiti territoriali, non è negativa.
Ci sono, certamente, delle eccedenze
ed alcune carenze in diversi ambiti
territoriali, compresi Matera e Potenza, ma a volte non si tratta di numeri
alti. Il massimo è di 3-4 medici circca
in meno in alcune strutture, ma molti
di questi sono già in fase avanzata di
ricollocamento.
Per quando riguarda la provincia di
Potenza alcune criticità sono registrate nell’ambito territoriale che
comprende Marsico Nuovo, Paterno e
Tramutola, dove si registra un medico in meno rispetto a quanto richiesto
e l’area di Grumento Nova, Moliterno,
Montemurro, Sarconi e Spinoso. Anche qui la richiesta è di un medico di
base in più, già in fase di ricollocamento.
Nell’Asl di Matera la situazione è
contraria: nel senso che ci sono due
medici in eccedenza rispetto a quanto
richiesto. Diversa la questione a Venosa: mentre si segnala un’eccedenza
di due medici di base in diversi ambiti
viene sengnalata una carenza consistente. Mancano 5 medici da distribuire nell’ambito territoriale di Venosa.
Nell’ex Asl 3 di
Lagonegro invece la situazione è
tutto sommato bilanciata.
In eccedenza ci
sono tre medici in
tutto l’ambito territoriale, mentre si registrano situazioni carenti tra Noepoli, Cersosimo,
San Costantino Albanese, San Paolo
Albanese, Senise e Terranova di Pollino.
Qui mancano due medici utili a ga-
rantire un servizio costante.
E a proposito di servizi c’è da segnalare la situazione della guardia medica di Potenza, che in questo periodo di
feste a lavorato a pieno regime in presenza di un solo medico, peraltro diviso in diverse competenze. ma anche
su questo è previsto un rafforzamento complessivo della forza lavoro.
Intanto fino alla
fine del mese i medici potranno presentare domanda
di assegnazione dell’incarico per uno
o più ambiti territoriali, solo dopo si
procederà alla riorganizzazione complessiva che durerà per tutto il 2014.
v. p.
Fino alla fine del mese
i dottori potranno
presentare la domanda
di assegnazione degli incarichi
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PRIMO MAGGIO
11
Manifestazione di Cgil, Cisl e Uil a galleria Renazza
in onore dell’operaio 55enne morto sul cantiere
«Più lavoro e più sicuro»
I sindacati chiedono difesa dell’occupazione e politiche attive per nuovi posti
SONO diverse le manifestazioni
organizzate per il 1 maggio in Basilicata da Cgil, Cisl e Uil. Tutte dedicate, quest'anno, alle battaglie
per avere più lavoro, rafforzare la
solidarietà, mettere al centro la sicurezza nelle aziende e nei cantieri, anche dopo l'ennesimo tragico
accadimento presso la Galleria
Renazza in località Lagonegro, in
cui ha perso la vita Giuseppe Palagano, operaio di 55 anni.
Si inizierà con la manifestazione regionale che si terrà alle ore
10 con concentramento e comizio
proprio nell'area antistante la Galeria Renazza (Lagonegro) sulla
“canna Nord della Salerno-Reggio Calabria”, con gli interventi
dei segretari generali regionali
Genovesi, Falotico e Vaccaro, per
poi proseguire con le tradizionali
manifestazioni in provincia di
Matera, ad Irsina (Piazza XXV Luglio alle ore 12,00) e Montescaglioso (Piazza Roma alle ore
18,00), con la partecipazione dei
segretari provinciali di Cgil, Cisl e
Uil.
«Mettere al centro la creazione
di buona e stabile occupazione –
spiegano i sindacati – vuol dire rilanciare non solo le proposte concrete contenute nel Piano del Lavoro di Cgil, Cisl e Uil, ma sfidare
le imprese e le istituzioni
locali, a partire dalla Regione, affinchè si assuma il tema del lavoro come tema centrale, in
un'ottica di difesa non solo di quello che c'è, ma soprattutto di programmazione di interventi che
già nel breve periodo
creino occupazione e
riattivino quindi consumi, redditi e speranza. Il tutto dentro un'idea di intervento pubblico volto a
creare realmente maggiore solidarietà, maggiore tutela e partecipazione a partire dai soggetti
più deboli: pensionati, giovani, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E questo anche in relazione alle scelte
|
BRINDISI
|
Ritorna
l’appuntamento
alla Grancia
del Governo Nazionale che deve
tornare ad investire sulle politiche industriali, su una maggiore
redistribuzione, dopo il lavoro dipendente, anche a favore di pensionati, famiglie ed incapienti e
fare del Welfare non una spesa da
tagliare ma un settore dove investire per creare occupazione e maggiore coesione sociale».
«Ovviamente
creare lavoro vuol
dire non un lavor
purchè sia, ma un
lavoro con diritti e
dignità, con tutele
vere a partire dalla
prima tutela che deve essere la sicurezza. Ancora oggi oltre mille
lavoratrici e lavoratori muoiono
ogni anno nelle aziende, per le
strade, nei cantieri: la crisi ha colpito anche i minimi e fondamentali investimenti per prevenzione ed
informazione, per dispositivi di
protezione fondamentali, ecc.
Non sono tollerabili queste condi-
In alto il Primo
Maggio dei
sindacati a
Corleto P. In
basso i
cantieri della
A3
Varie
iniziative
sul territorio
regionale
zioni e siamo stufi di dover ogni
giorno, dover denunciare questo
o quell'incidente, questa o quella
organizzazione del lavoro che
sfrutta e mette a rischio la vita dei
lavoratori».
«Per questo - concludono Cgil,
Cisl e Uil - ripartiamo dal cantiere
della Gallerina Renazza dove solo
poche settimane fa un lavoratore
edile ha perso la vita. Perchè serva
sempre da ammonimento e sia
sprone perchè tutti i giorni si
combatta, come fa il sindacato, la
battaglia per la sicurezza sul lavoro e per migliori condizioni di lavoro: perchè è una battaglia di civiltà che vale per tutti, sempre. E
questo ripeteremo in tutte le piazze il prossimo Primo Maggio. Ammonimento per tutti, in Basilicata
come nel resto del Paese».
BRINDISI DI MONTAGNA Tutto pronto per la seconda edizione del Primo Maggio al Parco Grancia- Basilicata in vetrina 2014 con molte conferme e
tante novità. Tra queste ultime
il lancio del concorso “Il tuo spazio Grancia”ideato dall'associazione Spazio Grancia, in collaborazione con Proloco di Brindisi Montagna e il Comune di
Brindisi Montagna. Una nuova
formula che concilia la modalità ormai sperimentata della Residenza artistica con l’esigenza
di sostenere con più energia il
lavoro artistico – culturale della
Basilicata. Aperta a tutti gli artisti italiani e stranieri, il concorso si propone di attivare una
modalità inedita di approfondimento sull’operare artistico, offrendo una borsa di studio a totale copertura delle spese di vitto e alloggio destinato a favorire la ricerca di nuove forme di
arte e spettacoli. Durante la
giornata 1° maggio, che dalle
ore 10 si protrarrà sino a notte
inoltrata, si potranno visitare
gli stand espositivi delle varie
associazioni aderenti, degustare prodotti tipici lucani presso il
"Borgo dei Sapori", partecipare
al workshop mattutino sulla
“Programmazione
Europea
2014-2020 sistema naturale e
culturale”, assistere al "percorso Rapaci" e ascoltare l'esibizione, dal vivo, di più di quindici
band lucane nell'auditorium
naturale della Grancia.
Presentata anche a Potenza l’iniziativa nazionale: «Noi esclusi da tutte le politiche»
I pensionati scrivono a Renzi:
«Non stiamo affatto tranquilli»
“Caro Matteo, noi non stiamo sereni”. È questo lo slogan (che è diventato anche un hashtag da usare sui
social network) della campagna
nazionale di mobilitazione, che i segretari regionali di Spi Cgil, Fnp
Cisll e Uil pensionati(Allegretti,
Zuardi, Tortorelli) hanno illustrato ieri e che sarà articolata in numerose iniziative sul territorio (la prima nella mattinata del 29 aprile
prossimo sul piazzale della Regione Basilicata), per chiedere al Governo Nazionale risposte serie
estrutturatesui temi principali della piattaforma rivendicativa unitaria (lavoro, sviluppo, tutela del reddito, occupazione, welfare pubblico e solidale, legge sulla non autosufficienza, lotta agli sprechi e ai
privilegi, estensione delle riduzione delle tasse anche ai pensionati)
attraverso una raccolta firme e l'invio di una cartolina (intuttosaranno più di 1 milione) da consegnare
al Presidente del Consiglio entro il
mese di giugno,in una manifesta-
zione che sarà organizzataad-hoc.
«Dopo le promesse - dichiarano le
categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil - arrivano le amarezze, e i
pensionati lucani sono i primi a
non aver apprezzato le parole del
primo ministro MatteoRenzisui famosi 80 euro. Esclusi dai proclami
del premier, che ha annunciato di
voler aiutare i lavoratori dipendenti con stipendi inferiori ai 1500 euro mensili, i pensionati (molti al minimo, come in Basilicata, con pensioni intorno ai 5-600 euro) non ci
stanno e chiedono di estendere anche a loro, ai lavoratori precari, agli
incapienti (cioè coloro che hanno
meno di 8.000.00 euro di reddito
l'anno) i nuovi benefici.
«A livello regionale abbiamo
scritto al presidente Pittella per
aprire un confronto, a tutto tondo,
in coerenza con quanto contenuto
nel Piano del Lavoro unitario e nei
contributi inseriti proprio dai pensionati. Appena la finanziaria regionale sarà approvata, inoltre,
chiederemo che si dia corso ad un
tavolo di confronto e di lavoro per la
soluzione dei problemi relativi alla
non autosufficienza ed ai piani sociali di zona». Alla conferenza
stampa hanno anchepartecipato i
segretari generali di Cgil, Cisl e Uil,
Genovesi, Falotico e Vaccaro, che
hanno sottolineato come ilGoverno
nazionale stia lavorando in manie- La conferenza stampa nella sede della Cgil
ra schizofrenica. Da una parte ha la lafinta partita IVA, gli autonomi ben un terzo (la seconda guerra
buona intuizione di rilanciare i costrettiadesserlo solo per necessi- mondiale ne distrusse il44%).Bisoconsumi interni con “l’operazione tà dettata dall’unico committente e gna guardare al futuro con tanta
voglia di valorizzare le persone e di
80 Euro” (fino a oggi tutti erano non per scelta".
«Quello di cui realmente abbia- credere inun nuovo modello che sia
convinti che l’economia del Paese si
potesse reggere solo sulle esporta- mo bisogno, hanno continuato in inclusivo e non esclusivo assumenzioni, oggi si comincia a parlare an- coro Cgil, Cisl e Uil regionali e rela- do settori come la cura del territoche di mercato interno e di rilancio tive federazioni dei pensionati, so- rio, del patrimonio ambientale e
delle spese fondamentali), ma dal- no delle strutturatepolitiche indu- culturale, dei servizi alla persona,
l'altra riducendo la platea dei bene- striali e di sviluppo, che assumano della formazione, come i settori
ficiari limita la funzione anticiclica come strategici i nuovi settori a va- principali su cui investire.
Su base regionale, poi, la situadella scelta. "La povertà e il bisogno lore aggiunto e il welfare come vonon sonouna condizione legata al lano occupazionale. Le politiche in- zione non cambia di molto, anzi se
tipo di contratto o all'età, ma deve dustriali devono servire a riattiva- può peggiora, con una legge finannecessariamente essere connessa re l’offerta, attraverso il rinnova- ziaria regionale che impostata su
alreddito. Povero può essere il pen- mento di un apparato produttivo poche e chiare emergenze, su sesionato, il lavoratore precario, che dalla crisi è uscito ridotto per gnali importanti».
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Giovedì 24 aprile 2014
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L’INCHIESTA
Avvisi di garanzia
per 11 persone
tra cui i fratelli
De Franchi
e i coniugi Robortella
di LEO AMATO
POTENZA - Ci risiamo: il biologico farlocco; l’imprenditore agricolo che imprenditore non è; i dirupi che diventano boschi; i
terreni affittati soltanto sulla carta eccetera eccetera.
Sono 11 i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini per l’ultima tranche di verifiche sull’erogazione dei fondi
comunitari di sostegno all’agricoltura lucana.
Sul registro degli indagati sono finiti
anche due ex consiglieri regionali, l’ex
presidente Prospero De Franchi (Popolari) e Pasquale Robortella (Pd). Entrambi in
passato erano stati già coinvolti in inchieste sui contributi intascati per le rispettive
aziende, e se il primo è stato prosciolto il secondo risulta ancora tra i 54 imputati del
processo sul “sistema Arbea”. Poi ci sono le famiglie:
così con Prospero c’è il fratello Sergio e con Robortella
la moglie Rosa D’Aquaro.
Le accuse per cui il pm
Francesco Basentini, che
ha ereditato un fascicolo del
collega Salvatore Colella, si
accinge a chiedere il rinvio
a giudizio vanno dalla falsità ideologica commessa dal
privato al pubblico ufficiale
alla la falsità ideologica commessa dal
pubblico ufficiale passando per la truffa
aggravata perché in danno delle istituzioni.
Non è chiaro di quanto si sarebbero appropriati ingiustamente i fratelli De Franchi mentre ai coniugi Robortella sono addebitati complessivamente oltre 44 mila
euro di contributi indebiti. In particolare
alla signora che stando all’accusa avrebbe
dichiarato falsamente la «conduzione» di
alcuni terreni a titolo di proprietà e di aver
ritirato la cultura di seminativi su alcuni
di questi, intascando il relativo contributo, mentre in realtà la produzione sarebbe
andata avanti lo stesso.
Risultano indagati per oltre 10mila euro di incassi indebiti anche Giovanni Votta di Marsiconuovo e Tommaso Romeo di
Potenza a cui ne vengono contestati oltre
36mila. Poi ci sono dirigenti, funzionari
dell’Arbea ed ex responsabili del Caa di
Confagricoltura: Ermanno Pennacchio
(responsabile dell’ufficio tecnico di Arbea), Eugenio Tropeano, Fortunato Gian-
Le accuse:
falso
ideologico
e truffa
aggravata
Frodi all’Ue
nel mirino due
ex consiglieri
La questura di Potenza. Nei riquadri in alto Prospero De Franchi. Sotto Pasquale Robortella
L’ex presidente si difende: «Non hanno
preso tutti i dati in possesso dell’Arbea»
nuzzi e Francesco Guarini.
Le indagini sono state condotte dagli
agenti del Corpo forestale dello Stato e della Squadra mobile di Potenza a partire dalla denuncia di un agricoltore che avrebbe
segnalato una forzatura nella sua pratica
inserita nel sistema informatico che gestisce le erogazioni dei contributi.
I fatti si riferiscono al 2008 e il 2009.
De Franchi ha già fatto sapere di essere
sicuro di chiarire la questione in tempi
brevi. «Gli investigatori non hanno acquisito nemmeno gli atti dei controlli già effettuati dall’Arbea». Ha spiegato al Quotidiano. «Comunque i terreni sono ancora
lì. Basta solo effettuare un sopralluogo».
ACQUEDOTTO
Mossuto si dimette
Intanto Pittella
prepara il taglio
POTENZA –La notizia ufficiale del giorno è che Giovanni Mussuto, ex segretario dei Verdi, lascia il consiglio di amministrazione di Acquedotto lucano, con
largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato (aprile 2015). Ma
nella società che gestisce il servizio idrico integrato la “rivoluzione” in arrivo è
di ben altra portata. Una lettera del presidente Pittella (in qualità di rappresentate del socio di maggioranza, la Regione) ai vertici della Spa dell’acqua chiede
la convocazione di un’assemblea per il
mese di maggio, con all’ordine del giorno l’istituzione della figura dell’amministratore unico. Dopo gli annunci che
lo stesso governatore aveva fatto in varie occasioni, si passa quindi ai fatti.
Nelle settimane scorse Pittella aveva
detto di aver richiesto un parere notarile per come cambiare la formula societaria: dal Cda, appunto, all’amministratore unico. Non è chiaro quali saranno i
tempi necessari per attuare questa trasformazione. Ma di certo c’è che nella società ormai gravata da un pesantissimo
debito, le cose stanno per cambiare. In
maniera definitiva.
‘NDRANGHETA L’evoluzione criminale dei clan in Italia e non solo
Una holding criminale
con un Cda e un presidente
di MASSIMO LAPENDA
CATANZARO - La ‘ndrangheta
ha una sua struttura tendenzialmente unitaria, con una
sorta di «consiglio di amministrazione» che
elegge il suo
«Presidente».
E’ questo il
quadro
che
emerge dalle indagini delle Dda
di Reggio Calabria e Catanzaro
e riportate nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia.
Da una recente indagine dell’istituto di ricerca Demoskopika è emerso che la ‘ndrangheta
ha un giro d’affari complessivo
Un potere
economico
pari al 3,5%
del Pil 2013
di 53 miliardi di euro.
L’enorme potere economico
della mafia calabrese è pari al
3,5% del Pil italiano del 2013. Il
maggiore introito è costituito
dal traffico di stupefacenti che
determinerebbe guadagni per
24,2 miliardi di euro. Un’altra
importante fonte di profitto è
costituita dall’attività di riciclaggio, che ha assicurato alle
cosche calabresi un profitto di
19,6 miliardi di euro.
Risultano significativi anche i guadagni criminali relativi a estorsioni e usura (2,9 miliardi di euro), agli appalti pubblici (2,4 miliardi di euro) ed al
gioco d’azzardo (1,3 miliardi di
euro). Meno rilevanti invece i
proventi dal traffico di armi
(700 milioni di euro) e di rifiuti
illeciti (670 milioni di euro),
dalla prostituzione (370 milioni di euro), dalla contraffazione (330 milioni di euro) e dall’immigrazione
clandestina
(130 milioni di euro).
Le diverse sentenze ed ordinanze di custodia cautelare
emesse negli anni dalla magistratura confermano questa
impostazione. E non poteva essere altrimenti.
Una compiuta valutazione
del fenomeno della ‘ndrangheta non poteva condurre a pensare che gli esponenti delle cosche, per amministrare «bilanci» di centinaia di milioni di euro e governare dinamiche economiche in decine di comparti
in Italia e all’estero, si potessero affidare ai singoli “locali”
disseminati e slegati.
Le inchieste hanno eviden-
Il blitz al termine di una delle ultime operazioni internazionali di contrasto ai clan
ziato la presenza di vere e proprie cosche di ‘ndrangheta, oltre che in Italia e, segnatamente, in Lombardia, Piemonte e
Liguria, anche all’estero in
Svizzera, in Germania, in Canada e in Australia, e cioè proprio nei paesi e nei territori in
cui, statisticamente, esistono
consistenti comunità calabresi. E tuttavia non in tutti i territori che hanno conosciuto l’emigrazione
calabrese
la
‘ndrangheta si è strutturata secondo gli schemi che le sono
propri e che hanno il loro mo-
dello in Calabria.
Secondo i magistrati di Reggio Calabria e Catanzaro, la
‘ndrangheta mantiene l’assoluta supremazia nel traffico internazionale di stupefacenti.
Le cosche calabresi, grazie
alla presenza di qualificati broker in tutti i principali snodi
del traffico della cocaina, mantengono rapporti privilegiati
con i principali gruppi fornitori in Sud America e con gli
emissari di questi ultimi in
Olanda, Spagna e Germania.
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CASO LAPENNA
13
Il vescovo sul prestito dal fondo destinato ai poveri
Per l’economo della diocesi era stato lui a dare l’ok
«Non sapevo di tutti quei soldi»
Ma Superbo nega: «E’ troppo, una somma del genere non l’avrei mai concessa»
di LEO AMATO
POTENZA - «Pasquale è un
uomo leale. Lui ha supposto
che il Lapenna avesse parlato
con me anche del quantitativo, ma con me non aveva parlato ecco perché... Io l’ho
mandato da lui senza sapere...»
Sono parole del vescovo di
Potenza Agostino Superbo
raccolte nel verbale agli atti
dell’inchiesta partita dalla
denuncia dell’avvocato Sergio Lapenna, che adesso si ritrova indagato per millantato credito e voto di scambio.
Superbo è stato sentito dagli inquirenti agli inizi di
gennaio dopo che era stato
indicato dallo stesso Lapenna come uno dei suoi creditori, assieme all’economo della
diocesi del capoluogo, don
Pasquale Zuardi, che è chi gli
ha consegnato materialmen- stiti ad alcuno ma solo daziote 45mila euro dal fondo del ni di piccole somme di denaro
“culto caritativo”, destinato a titolo caritatevole che non
alle esigenze dei più poveri.
devono superare i 6mila euL’ex consigliere regionale ro». Questo è quanto aveva ridi Forza Italia, fallito il tenta- ferito al pm precisando di
tivo di un secondo mandato non essere a conoscenza delle
alle elezioni di novembre, «motivazioni che hanno
aveva raccontato agli investi- spinto il vescovo a disporre»
gatori che quei soldi gli erano quel prestito. Solo che a riserviti perché era vittima di guardo anche Superbo ha
estorsione. Ma a distanza di raccontato di essere cascato
qualche mese il suo presunto dalle nuvole una volta scoaguzzino, il trentenne poten- perto quanti soldi aveva pretino Antonio Guglielmi, è di- so davvero l’avvocato.
ventato il suo grande accusa«Io ho mandato Lapenna
tore. Di fatto il pm Francesco senza sapere di quale quantiBasentini, credendolo né più tà fosse il prestito richiesto.
né meno che
Sapendo solo
un «presta- LA LETTERA AL PAPA che era in diffinome», ha
coltà. Decidi
chiesto l’artu. Dall’econochiviazione
mo a fiducia.
della denunLui suppone
cia nei suoi
sempre
la
«SONO indignato, da cristia- mia... Lui ha
confronti,
ma gli ha in- no convinto oltre che da sem- supposto che
viato un avvi- plice cittadino, per quanto ri- io sapessi ma
so di garan- portato dalle cronache dei io non sapevo
zia per voto di quotidiani sul cattivo utilizzo assolutamenscambio, per dei soldi sperperati dalla Dio- te niente...»
le preferenze cesi di Potenza, per sostenCosì si è difetare millantatori e losche figu- so il vescovo
“pilotate”
sull’avvocato re, piuttosto che i tanti poveri aggiungendo
in
cambio e le famiglie bisognose che che se avesse
della promes- continuano a crescere anche saputo l’amtra le Parrocchie della nostra montare della
sa di denaro.
Tre giorni Basilicata». E’ l’incipit della richiesta non
prima del ve- lettera aperta indirizzata a avrebbe mai
scovo gli in- Papa Francesco da Gianluigi acconsentito.
Laguardia dopo le ultime no- Di fatto per
vestigatori
avevano in- tizie sul caso Lapenna. «Oc- compensare il
corre riportare serenità e tra- buco avrebbe
terrogato
don Pasquale sparenza - aggiunge Laguar- chiesto a sua
Zuardi, di cui dia - superando quelle omer- volta un preaveva parlato tà ingiustificate che nascon- stito a un saa lungo an- dono, anche tra le mura di cerdote di Poliche Gugliel- antiche Chiese della città, coro che ha dimi. Solo che tanti misteri e atti ignobili».
chiarato
di
una volta daaverli attinti
vanti ai magistrati il sacerdo- da un conto corrente dove
te ha negato di conoscerlo co- confluivano i risparmi e i verme pure avergli confidato il samenti di alcuni comuni per
suo problema con Lapenna, la colonia Stella Maris, semche da un po’si negava al tele- pre di Policoro.
fono e non restituiva quei sol«E’ stato un errore». Si è
di .
giustificato Superbo. «In vi«Dall’anno 1999, data in sta della persona che si ritecui io ho assunto la carica di neva stimabile che capisce coecconomo della diocesi di Po- me sono le nostre cose (...) ma
tenza, non sono mai stati fatti è un errore non è come si può
prestiti di denaro a nessuno. dire una illegalità».
Aggiungo altresì che nel noMa anche su questo prima
stro regolamento ecclesiasti- di chiudere le indagini gli inco non è assolutamente con- quirenti hanno voluto vedertemplata l’elargizione di pre- ci chiaro.
«Io cristiano
indignato»
A sinistra monsignor Agostino Superbo. Sopra l’articolo con la replica di Lapenna alle prime notizie sull’ammanco
dal fondo per i poveri della diocesi di Potenza.
|
TRAFFICO DI RIFIUTI
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Maxi discarica illegale
Prime conferme dai carotaggi
ORDONA - Arrivano le prime conferme all’esistenza di un traffico illegale di rifiuti dalla Campania alla
Puglia scoperto dalla Dda di Bari
che ha portato ogni genere di scarto, anche di tipo ospedaliero, speciale e pericoloso, nella mega discarica illegale di Ordona, in un’area
agricola nel foggiano.
Qui, dove si stima siano state sotterrate 500.000 tonnellate di rifiuti, oggi è cominciata una campagna di scavi volta proprio ad individuare l’entità e la pericolosità del
materiale “tombato”.
Ricostruendo il flusso campano,
i carabinieri del Noe, che stanno
conducendo le indagini, si aspettavano sì di trovare nel sito di Ordona
enormi quantità di materiale, ma
solo prodotto della frazione umida.
Nei primi carotaggi eseguiti oggi
hanno scoperto invece che nell’enorme cratere parzialmente colmato c’è di tutto: anche i rifiuti indifferenziati e non trattati ospeda- Il sopralluogo di uno degli investigatori sul sito sospetto
lieri e chissà che altro. Saranno le di euro. Tra gli arrestati c’era anche zione secca, invece, sarebbero state
analisi a stabilirne esattamente la un indagato che figurava nella lista disperse tra Puglia, Molise e Camdi persone consegnata il 7 ottobre pania e Basilicata, in particolare
tipologia e forse la provenienza.
Le ruspe che ieri hanno comin- 1997 dal pentito Carmine Schiavo- l’area industriale di San Nicola di
ciato a scandagliare la discarica ne alla Commissione d’inchiesta sul Melfi, dove il capannone abbandonato della Ceramica Normanna rihanno potuto lavorare per poche ciclo dei rifiuti.
Secondo quanto accer- sulta essere stato utilizzato a luore perchè la pioggia
tato dagli investigatori, i glio dell’anno scorso per smaltire
giunta in mattinata ha
rifiuti erano prodotti in illegalmente un carico di “frazioimpedito di proseguidiversi Comuni della ne secca”,
re i lavori. RiprendeIn alcuni casi lo sversamento saprovince di Salerno e di
ranno lunedì prossiCaserta e seguivano due rebbe avvenuto vicino a zone lacumo, ma tanto è bastato
percorsi distinti. La fra- stri o corsi d’acqua di grande rileper avere conferme di
zione umida dopo essere vanza paesaggistica e faunistica,
quanto ipotizzato nelstata trasportata nei siti ovvero aree protette.
l’inchiesta della Dda
Per Legambiente, la scoperta di
di stoccaggio della “Sele
che l’11 aprile scorso
Ambiente”, veniva tra- Ordona dimostra «ancora una volha portato in carcere
sferita nell’impianto di ta la gravità della situazione» e
14 persone tra ammicompostaggio
della conferma «come l’ecomafia sia dinistratori, soci e autotrasportatori di società che lavora- “Biocompost Irpino” di Bisaccia e ventata una piaga per il nostro
no allo smaltimento e al trattamen- senza alcun tipo di trattamento, con Paese». Legambiente ribadisce
falsi documenti di accompagna- quindi che è «urgente approvare il
to dei rifiuti.
L’inchiesta ha portato anche al mento, veniva definitivamente disegno di legge sui reati ambiensequestro di aziende, stabilimenti, smaltita nell’enorme cratere di Or- tali per colpire in maniera più efficace chi specula contro l’ambienautomezzi pesanti e discariche dona, gestito dalla “Edil.C.”.
Almeno 12.000 tonnellate di fra- te».
abusive per un valore di 25 milioni
Sarebbero
stati smaltiti
anche scarti
di origine
ospedaliera
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Economia Italia / Mondo
Giovedì 24 aprile 2014
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ALITALIA I nodi restano esuberi e debito. Del Torchio incontra i sindacati
Il Governo aspetta, Etihad pure
Renzi vuol vedere l’offerta, ma gli arabi attendono prima fatti concreti
di DANIELA NAVI
ROMA - Il Governo aspetta
la proposta di Etihad. Ma la
compagnia degli Emirati
Arabi avrebbe chiesto di vedere i fatti, prima di presentare la propria offerta: soluzione del nodo debito, altri
risparmi sul costo del lavoro e manleva sui contenziosi pregressi. Rischia quindi di avvitarsi la trattativa
in corso tra Alitalia e il vettore arabo, con il fattore
tempo che diventa sempre
più decisivo. Per questo l’ad
Gabriele Del Torchio, a poche ore dal cda, ha incontrato i segretari generali dei
sindacati. Che,
insieme
alle
banche, sono la
controparte con
cui l’azienda deve ora trattare
per risolvere i
due principali
nodi (costo del
lavoro e debito) che sono la
chiave per arrivare all’accordo.
Ieri sulla vicenda è intervenuto anche il presidente
del consiglio Matteo Renzi
che, via twitter, ha indicato
la posizione del Governo:
«Aspettiamo la proposta
Etihad poi agiremo di conseguenza». «Prima vediamo se questo matrimonio
s’ha da fare», ha detto anche il ministro dei trasporti
Maurizio Lupi, spiegando
che il Governo sta seguendo «con attenzione», ma lasciando «lavorare le due imprese»: «speriamo che si
trovi un accordo», ha aggiunto Lupi, definendo l’intesa «strategica». E rassicurando anche sul rischio
esuberi: «non ho mai sentito parlare di tremila tagli»
(le indiscrezioni parlano
una richiesta di esuberi da
un minimo di mille ad un
massimo di 3 mila unità).
La trattativa, però, al momento sembra congelata.
Del Torchio, secondo quanto si apprende, avrebbe detto ai sindacati che la situazione con Etihad non è compromessa, né interrotta,
ma la posizione della compagnia di Abu Dhabi sarebbe durissima. Prima di presentare l’offerta vuole vedere fatti concreti: ovvero ripresa della trattativa con i
sindacati sul costo del lavoro (mancano all’appello 48
milioni di risparmi, dopo
gli 80 già ottenuti con l’accordo i metà febbraio per 1.900
esuberi), soluzione dell’ostacolo del debito
(Etihad chiede
la rinegoziazione per 400 milioni ma le banche
traccheggiano, in particolare Intesa SanPaolo che si
sarebbe messa di traverso) e
il decreto per la liberalizzazione degli slot di Linate.
Ma ad ostacolare la trattativa ci sarebbero anche i contenziosi con Air One e WindJet, su cui Etihad vorrebbe garanzie.
I problemi dei debiti pregressi, del ruolo delle banche e del costo del lavoro
«devono essere risolte contemporaneamente in modo
che si possa sul serio arrivare a un accordo», ha confermato dopo l’incontro
con Del Torchio il leader
della Uil Luigi Angeletti,
che lancia un appello: «se
tutti i soggetti, compresi i
sindacati, fanno la loro parte, l’accordo è a portata di
mano. E noi lavoriamo per
un accordo».
Angeletti
«Faremo
il necessario»
TOKYO Il periodo di riferimento è aprile 2013-marzo 2014
Toyota brucia un altro record
in 12 mesi vende oltre 10 milioni di auto
I giapponesi sono i primi produttori mondiali
subito dopo ci sono i tedeschi della Volkswagen
di TITO GIABARRI
TOKYO - Toyota brucia un altro
record e, dopo il superamento dei
10 milioni di auto prodotte in un
anno, centra quello sulle vendite
globali, salite nei dodici mesi del
2013/14 a 10,133 milioni, diventando anche in questo caso la prima compagnia al mondo a battere il target di 10 milioni.
Includendo i brand Daihatsu e
Hino, la perfomance del gruppo
di Nagoya segna un progresso
del 4,5%, grazie alla spinta delle
attività in Nord America e Cina,
insieme al miglioramento in
mercati da tempo in difficoltà, come l’Europa.
Il periodo di riferimento è aprile 2013-marzo 2014, ma Toyota è
stata già a un passo dallo storico
traguardo: nell’anno solare
2013, le vendite hanno toccato i
9,98 milioni di unità (+2%).
Un dato che ha consentito al
gruppo di Nagoya di mantenere
lo scorso anno la leadership mondiale e di staccare,
sia pure per poche
migliaia di unità, la
tedesca Volkswagen (9,73 milioni) e
l’americana General Motors (9,71 milioni), una delle Big
Three di Detroit.
Seguono,
nella
classifica dei principali player globali, l’alleanza nippofrancese NissanRenault (8,3 milioni) e la coreana
Hyundai-Kia (7,6
milioni).
Lo scorso anno il
colosso giapponese
ha prodotto 10,12
milioni di veicoli, al
ritmo di 28.000
unità al giorno, con
un organico di oltre
325.000 dipendenti e 50 impianti in 30 Paesi su tutti i continenti.
L’obiettivo di Toyota per il
2014 è vendere 10,32 milioni di
veicoli (+4% sul 2013), con la
principale minaccia che sembra
arrivare da Volkswagen che
punta a superare quota 10 milioni e, possibilmente, a conquistare la leadership grazie al boom in
Cina dove è leader con oltre 3 milioni di veicoli, nel primo mercato
mondiale da quasi 22 milioni, secondo i dati del 2013.
I primi dati del trimestre gennaio-marzo fotografano una corsa molto serrata: Toyota, secondo quanto riportato in una nota,
tiene la posizione di vertice con
2,583 milioni di veicoli venduti
contro GM e Volkswagen che
s’attestano, rispettivamente a
2,420 (+2%) e 2,4 milioni (+6%).
Il 6% in più della casa nipponica nei tre mesi frutta però l’11,6%
sul mercato domestico, come anticipazione della tassa sui consumi portata il primo aprile dal 5 all’8%.
Per rispettare il passo nel corso
dell’anno e tenere a distanza le rivali, Toyota deve rafforzare le posizioni in Cina dove il target di 1
milione di pezzi annui è vicino,
ma all’ apparenza sempre difficile da superare. La ripresa è solo
negli ultimi mesi, dopo le difficoltà seguite alle turbolenze della
crisi diplomatica tra Tokyo e Pechino scoppiata a settembre
2012 a causa della sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu.
Ora i giapponesi puntano sulla Cina
FOCUS Presto fuori dal bailout anche Grecia e Irlanda
Il Portogallo torna sui mercati
vanno a ruba i 750 milioni di titoli
di BEPPE COLONNA
ROMA - E’ la rivincita dei “Pigs”, i Paesi colpiti dalla crisi dei mercati dal 2010 che, a
quattro anni di distanza, tornano sui mercati, rivedono spiragli di crescita e possono
permettersi di uscire dall’assistenza della
“troika” o persino di rinegoziare i termini
del salvataggio.
Il Portogallo nella sua asta di ieri in cui
offriva 750 milioni di euro di titoli di Stato
decennali, ha riscosso una domanda massiccia di 2,6 miliardi con un tasso sceso poco sotto il 3,60%. Un livello mai toccato da
quando la Grecia scatenò il panico sui mercati nel 2010 infiammando ben presto anche il Paese iberico.
Merito degli sforzi di risanamento di Lisbona, che visto al risultato di ieri dovrebbe
seguire l’Irlanda annunciando il prossimo
mese l’uscita dall’odiato “bailout”, il salvataggio da 78 miliardi di euro che le costò la
sottomissione alle ricette di Unione europea, Fondo monetario internazionale e
Banca centrale europea. Ma anche merito
della Bce, il cui impegno a fare «qualsiasi
cosa servirà» per difendere gli Stati che
hanno adottato l’euro potrebbe essere rimpolpato da acquisti sui titoli di Stato se il rischio di deflazione si facesse concreto. Per i
mercati, i rendimenti ancora alti dei “Pigs”
paiono dunque scommessa con garanzia.
L’economia portoghese per il momento
mostra segnali ancora timidi di ripresa,
con una disoccupazione sopra il 15%. Ma il
ritorno alla crescita nel 2013 è stato migliore del previsto, le partite correnti sono in
surplus per la prima volta dagli anni ’60, il
deficit pubblico (escludendo i costi per ricapitalizzare le banche) sta facendo meglio
del previsto.
Atene, dopo gli anni neri della crisi e dopo aver saggiato i mercati poche settimane
fa con un bond da 2,5 miliardi che ha visto
offerte pari a quasi otto volte tanto, ieri si è
vista certificare da Eurostat un surplus
primario 2013 migliore del previsto a 1,5
miliardi, che anticipa di un anno le attese e
supera l’obiettivo concordato con i creditori. I conti 2013 vanno «molto al di sopra dell’obiettivo», ha fatto sapere la Commissione Ue. Ci sono le condizioni per discutere
con i partner europei, cioè il grosso dei creditori, un alleggerimento delle condizioni
del prestito ricevuto. Il negoziato potrebbe
partire già al prossimo Eurogruppo di
maggio a Bruxelles e concretizzarsi in una
estensione del periodo di tempo per rimborsare i prestiti tagliando i tassi d’interesse.
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Giovedì 24 aprile 2014
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Bocciato l’emendamento alla finanziaria che voleva ritoccare al ribasso la legge regionale
Non cambierà costruire nell’Asi
Un anno fa la norma modificata con più flessibilità alle volumetrie da realizzare
degli oneri di urbanizzazione da parte
POTENZA - Il limite di superficie edifidegli imprenditori. Dopo un tentativo
cabile all’interno dei lotti delle aree indi mediazione in maggioranza l’idea è
dustriali rimmarrà fissato al 50 per censtata limitata. La versione successiva
to della superficie dell’intero lotto, sedell’emendamento alla finanziaria precondo quanto stabilito un anno fa da
vedeva così di ritoccare quella legge aluna legge regionale. L’emendamento
meno tenendo conto di alcuni parameproposto in sede di finanziaria dal contri (definiti standard) come verde, spasigliere Santarsiero (Pd) per rivedere al
zio pubblico, distanze, viabilità, accesribasso quel limite non è passato. Tropsi.
po pochi i sì. In assenza di maggioranza
Tornati in aula, però, il voto non ha
semplice, con l’astensione di Galante
dato i risultati sperati. I dissidi interni
(Realtà italia), Romaniello (Sel), Bradaal
centrosinistra legati alle vicende eletscio (Pittella presidente), Giuzio (Pd) e
torali sembrano ormai avere un peso
con il voto contrario dell’opposizione, le
importante
anche in decisioni amminicose rimarranno così come sono. Almestrative.
no per un po’.
Dettagliata
la motivazione dell’astenLa vicenda va avanti da diversi mesi.
sione di Romaniello che ha suggerito di
Quasi un anno fa il
effettuare
un’analisi
prima di modificaconsiglio regionare di nuovo una norma tanto tecnica.
le ha approvato
«Un
anno
fa
modificammo
la legge reuna legge di modigionale per provare a dare premialità a
fica della norma L’area industriale in zona Asi
quegli imprenditori pronti a investire
già esistente. La superficie delle sago- perficie ammessa, si possa edificare più a vocazione commerciale, che desti- nell’aree industriali. Ora non ha senso
ricambiare tutto senza prima capire che
me (cioè la porzione molto di più delle previsioni storiche. nata all’industria pesante.
Una prima proposta di Santarsiero effetti abbiamo avuto, dove ha funzionasu cui si può alzare Senza contare che, soprattutto a Potenl’edificio) è stata za, l’area industriale è ormai una zona suggeriva di ripristinare il pagamento to e dove no».
portata dal 30 al 50
per cento della diAUTOMOTIVE
mensione del lotto
(su 1000 metri quadrati di lotto, 500
metri quadrati di
sagoma). È stato
poi abolito il pagamento degli oneri
di urbanizzazione da parte degli imprenditori che volessero ripristinare
MELFI - Il consorzo Acm - che raccoglie Ugl: «Noi - ha spiegato De Nicola - abbiamo
capannoni o realizzarne di nuovi. Per i
le
chiesto che non si proceda ad azioni unilaprivati un incentivo all’investimento:
13 aziende dell’indotto dello sta- terali ma che si percorra la strada
gli oneri di urbanizzazione sono la tasbilimento di Melfi della Fiat - ha della discussione sugli aspetti
sazione sulla realizzazione di quei serviannunciato in serata ai sindaca- produttivi ed occupazionali».
zi, spesso costosi, come la rete fognaria
ti, durante una riunione svoltaNelle 13 aziende del consore l’illuminazione pubblica. Più complisi a Napoli, il recesso dagli accor- zio lavorano 1.650 persone:
cato far quadrare i conti per Comuni e
di
a
partire
dal
prossimo
1
lu«La
volontà di Acm di giungeAsi che non incassano la cifra.
glio.
re ad un nuovo accordo più in
Il punto su cui si è aperto il dibattito
Lo
ha
reso
noto
il
segretario
relinea
con il punto di vista della
nei mesi successivi è stato quello delle
gionale della Basilicata della Fiom- Fiat - ha aggiunto De Nicola - è
volumetrie. In zona industriale, infatti,
In
alto
De
Cgil,
Emanuele
De
Nicola,
che
ha
partechiara,
ma deve essere altretnon c’è limite di altezza dell’edificato, se
Nicola
cipato alla riunione insieme a rappresentanti tanto chiaro che i lavoratori devonon rispetto alla distanza dai confini. Il
della
Fiom
nazionale,
e
di
Fim,
Uilm,
Fismic
e
no
essere
garantiti».
timore è quello che, aumentando la su-
Il consorzio Acm recede dagli accordi dal primo luglio
L’annuncio a Napoli durante una riunione coi sindacati
|
IL RACCONTO
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Una reporter tra i clochard
L’esperienza della giornalista lucana Francesca Barra in un libro
di Michele Russomanno
Che cos’è la povertà? Cos’è diventata in un tempo di crisi mai
così lungo, così schiacciante
dall’ultimo
dopoguerra ad oggi? Chi
sono i nuovi poveri?
Che storie hanno? E
come sono le loro vite senza prospettiva,
ricche spesso solo di
rabbia e d’abbandono? Lo racconta nel
suo ultimo libro, che
dopo Policoro e Potenza farà tappa oggi, alle 18,
nella sala consiliare della Provincia di Matera, la giornalista
Francesca Barra.
L’autrice, che già ai tempi de
“La bellezza contro le mafie” s’era impegnata nel dar voce alle
vittime della criminalità organizzata e alle loro storie, torna a
raccontare la quotidianità dei
“bisognosi“, delle persone in
difficoltà. Lo fa attraverso una
“inside story” cominciata 4 anni fa alla stazione Centrale di
Milano.
Una inchiesta durata un mese, durante la quale la Barra ha
vissuto tra i clochard del terzo
millennio, «condividendone la
sopravvivenza ai margini di Milano e la sensazione d’essere diventata invisibile; di provare cosa significa perdere tutto.» Del
suo libro, edito da Rizzoli, l’autrice d’origine lucana ha parlato ieri a Potenza con il presidente della Giunta regionale Pittella e con la giornalista Angela
Divincenzo. “Tutta la vita in un
giorno - Viaggio fra la gente che
sopravvive mentre nessuno se
ne accorge”, nasce come risposta ad una domanda: può la verità fare ancora notizia?
Deve far notizia se, come ha
detto il governatore Pittella:
«Oggi la povertà è più diffusa di
quanto avremmo mai potuto
immaginare. Lo è in Basilicata
non meno che nel resto d’Italia».
«I dati Istat sono chiari in proposito. Parlano di sette milioni
di poveri relativi, che vivono In alto Francesca Barra (a destra) e a lato la copertina del libro (f. MATTIACCI)
con 500 euro al mese, e quattro
deguatezza causato da un fallimilioni di indigenti assoluti. sono salvare dalla deriva.»
«Come giornalista mi sono mento al quale una società e una
L’idea della pubblicazione nasce proprio per questo, ha spie- sentita responsabile», ha con- politica più attenta possono
gato Francesca Barra, «per re- cluso la Barra: «ho vissuto a porre rimedio.» «Tutta la vita in
stituire una dignità a persone stretto contatto con persone dal un giorno», insomma, è un libro
che la crisi ha marginalizzato. passato scomodo e dal futuro utile a scorgere i mali che la soPerchè le storie contenute al suo impossibile. Persone che vivono cietà post moderna, nella cieca
interno sono talmente vicine a il presente come unico tempo di rincorsa dei suoi assurdi ritmi
quelle di noi tutti da mostrare vita; che covano rabbia toccan- forsennati, produce. È una piccome basti un nulla, a volte, per do l’altrui indifferenza ma che cola spina nel fianco d’uno “stafar prendere alla vita una brutta possono essere ‘recuperate’ se tus quo” che non potrà migliopiega. Ed in questo caso solo la non si lasciano sprofondare nel- rare senza aver guardato bene
solidarietà, il recupero di un la depressione, nell’isolamento, in faccia la miseria che produforte legame di prossimità, pos- nella vergogna, nel senso d’ina- ce.
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Basilicata
Giovedì 24 aprile 2014
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Al lavoro sul mantenimento degli operai nel servizio idrico e un piano di rientro sul Tpl
Ex Aato e trasporti, due incontri in regione
I lavoratori dell’ex Aato sono stati ricevuti
in regione per capire quali saranno le strategie a tutela del lavoratori e sul futuro del
servizio idrico integrato. Ma non è stato l’unico incontro di ieri: c’è infatti, come chiaramente espresso dal collegato alal legge
di bilancio, da discutere anche sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale.
Anche qui, mentre si va verso una riforma
sostanziale del settore, è stato dato un tempo preciso alle amministrazioni per poter
operare sulle proproghe dei rispettivi contratti di servizio.
Ma ritornando alla questione Aato c’è da
partire da un presupposto: per i sindacati
la questione occupazionale e di nuova governance del settore idrico lucano sono due
priorità assolute. All’incontro di ieri mattina al dipartimento ambiente della Regione
hanno partecipato alcuni lavoratori ex Aato assieme ai sindacati. La preoccupazione
degli operai, dopo la conversione dell’Aato
in Conferenza interistituzionale del servizio idrico, sta proprio su una loro eventuale
ricollocazione. La Regione ha assicurato la
continuità del dato occupazionale e ha evidenziato la necessità di portare a compimento un iter di trasformazione non ancora ultimato. Oltre ad affrontare l’emergenza degli occupati, è volontà del governo regionale avviare un percorso che porti alla
creazione di un modello organizzativo virtuoso che possa garantire l’efficientamento del settore idrico in Basilicata, evitando
sovrapposizioni di compiti e assicurando
la qualità di servizi e funzioni.
Subito dopo l’incontro con i dipendenti
dell’ex Aato, sono stati ricevuti i rappresentanti di alcuni dei soggetti coinvolti
nella riforma del Trasporto pubblico.
La Regione ha comunicato che sta studiando un meccanismo finanziario che
possa consentire il rientro dall'esposizione
debitoria. Un passo necessario verso la riforma del trasporto pubblico che preveda
la riorganizzazione del settore e la razionalizzazione dei costi. La Regione ha anche
annunciato che si procederà con incontri
cadenzati a cui parteciperanno i soggetti
interessati, fino a quando la riforma non
sarà ultimata.
La sede della Regione Basilicata
Si farà il punto di tutti gli accordi sottoscritti dalla Regione con le società petrolifere
Petrolio, a maggio incontro al Mise
Latronico annuncia la presenza una delegazione lucana di Forza Italia
POTENZA - Il centrodestra lucano va a discutere
di petrolio a Roma. Lo ha
annunciato Cosimo Latronico che si presenterà il 13
maggio a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico inesieme a Michele
napoli e Paolo Castelluccio.
Il tutto a pochi giorni
dalla lettera inviata da latronico al ministro ed al
presidente della Regione
Basilicata, Marcello Pittella, per chiedere la convocazione di un tavolo istituzionale che coinvolga il governo nazionale, quello regionale e i parlamentari
lucani per mettere a tema
la questione energetica
della regione e la definizione degli strumenti per lo
sviluppo e la protezione
ambientale del territorio.
«Il tavolo è l’occasione
per compiere una verifica
sullo stato di attuazione
degli accordi sino ad ora
sottoscritti – scrive il parlamentare – e delle stesse
previsioni normative che
hanno accompagnato la
storia del più grande giacimento petrolifero in terra
ferma d’Europa. A 15 anni
dalla stipula del primo accordo di programma ed alla luce delle scelte contenute nella strategia energetica nazionale, che assegna un ruolo rilevante alle
risorse energetiche lucane, occorre ricapitolare lo
stato di avanzamento di
tutte le norme e degli strumenti di sviluppo».
Non sarà un’impresa
semplice quindi, perché
bisognerà mettere sul tavolo tutto ciò che è stato effettivamente fatto stando
agli accordi tra Regione e
compagnie petrolifere almeno fino ad oggi. E la
questione energetica, con
la riforma del titolo V, ha
già suscitato un dibattito
senza fine, a partire pro-
Il progetto “Sirni” di Unioncamere
Un nuovo bando
per l’imprenditoria
Cosimo Latronico
prio dagli impegni presi
da Eni e Total con la Regione sul territorio. Il risultato è molto altalenante.
Molto infatti, a partire dai
primi accordi dio 15 anni
fa, non è stato fatto o soltanto auspicato. «A livello
parlamentare Forza Italia
ed il centro destra ha detto
latronico - hanno lavorato
per ottenere una legislazione di favore nel campo
energetico per la Basilicata.
Dal fondo per la riduzione del prezzo del carburante (al momento ci sono 160
milioni di euro disponibili
nelle casse del Mise) all'articolo 16 del dl liberalizzazioni che assegna una quota di risorse fiscali ai territori dove avvengono le
estrazioni petrolifere pur
in un quadro di rigorosa
compatibilità ambientale.
Il decreto ministeriale
attuativo va assolutamente rivisto per preservare il
senso del contenuto che il
legislatore ha voluto stabilire legando la strategia
energetica nazionale a
strumenti di sviluppo reale dei territori che contribuiscono a mitigare la dipendenza energetica del
Paese»
Mercato energetico liberalizzato
se ne discute nei seminari della Cisl
POTENZA - Si terrà oggi alle 16, nella sala
Ugo Bianchi della Cisl regionale, in Via del
Gallitello 56, a Potenza, il primo di un ciclo di
incontri formativi sul mercato elettrico e del
gas messo a punto dall'Adiconsum nell'ambito di un progetto nazionale sostenuto dal ministero dello Sviluppo economico e dal Consiglio nazionale dei consumatori e utenti. L'obiettivo è trasferire ai cittadini, in particolare
alla clientela domestica, le conoscenze necessarie per utilizzare al meglio le opportunità
offerte dalla liberalizzazione del mercato elettrico e del gas. Il corso sarà tenuto da due
esperti del settore: Vincenzo Telesca, presidente provinciale di Adiconsum, e Anna Michela Martone. Si discuterà, in particolare,
delle diverse tipologie di contratti (mercato
libero, tutelato, a fasce orarie), della gestione
dei reclami e delle procedure extragiudiziali
per la soluzione delle controversie, di come
comportarsi in caso di attivazione di un contratto non richiesto, etc. Ogni incontro sarà
introdotto dalla proiezione di slide contenen-
ti la presentazione degli argomenti trattati e
prevede il coinvolgimento attivo del pubblico
nella discussione.
La liberalizzazione accanto a indubbi vantaggi, ha portato ai clienti domestici anche alcune criticità, che occorre superare affinché i
benefici effetti della maggiore concorrenza
possano coinvolgere appieno anche le famiglie. Nonostante gli interventi regolamentari e sanzionatori dell'Autorità per l'energia,
infatti, si registrano ancora numerosi comportamenti commerciali scorretti, contratti
non richiesti, reclami per doppie fatturazioni
in caso di cambio di fornitore, bollette stimate
(specialmente nel settore gas) con consumi
eccessivi e anomali, insieme alle difficoltà
che l'utente è costretto ad affrontare nel passaggio da un operatore all'altro. Accanto ai
disagi ascrivibili ai comportamenti delle società energetiche, i clienti domestici trovano
difficoltà ad affrontare anche questioni molto semplici, come la comprensione delle bollette, l'ottenimento dei bonus sociali.
La sede della Camera di Commercio
POTENZA - È rivolto a 35
aspiranti imprenditori il
bando denominato “Sirni
Servizi integrati reali per la
nuova imprenditorialità”,
di cui la Camera di Commercio di Potenza è partner,
realizzato con il contributo
di Unioncamere nazionale e
del Ministero dello Sviluppo Economico ed avviato in
collaborazione con altre sei
tra Camere e Unioni Regionali.
Nell’ambito del progetto,
la Forim – Azienda Speciale
della Camera di Commercio
di Potenza, mette a disposizione degli aspiranti imprenditori e dei neo-imprenditori un’azione finalizzata all’accrescimento
delle competenze imprenditoriali necessarie all’avvio o al consolidamento di
una nuova impresa o di
un’attività di auto impiego
sul territorio della provincia di Potenza attraverso un
percorso di formazione imprenditoriale in aula su tematiche come assessment
dell’idea imprenditoriale,
ascolto del mercato, business plan, strumenti di finanziamento, strumenti
telematici per la gestione
amministrativa, web marketing, social media marketing. Previsti anche moduli successivi alla giornata di formazione come l’assistenza alla predisposizione del business plan, il supporto continuativo a distanza attraverso webinar
o strumenti interattivi, un
ulteriore servizio di assistenza tecnica personalizzata e specialistica per la
messa a punto del business
plan (su richiesta). Tra coloro che abbiano preso parte
ad almeno il 60% del monte
ore complessivo del percorso formativo e di assistenza
tecnica e che abbiano avviato un’attività di impresa,
verranno selezionati 10 potenziali beneficiari di un
contributo in conto capitale
di importo massimo di 5mila euro. Nel 2013, sono state
37 le candidature (di cui 31
di imprese da costituire e 6
di imprese costituite da non
oltre un anno); all’attività di
formazione hanno partecipato 25 imprenditori e al
termine delle attività sono
giunte a maturazione 7
proposte imprenditoriali.
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POTENZA
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Subentra il gruppo Sgaramella che procederà a riassumere i dipendenti
Auchan, tutti salvi i 39 lavoratori
Positiva risoluzione della vertenza in Regione. Assunzioni entro maggio
C’ERA l’Auchan, o meglio l’Europa Cash, ci sarà l’Iper Potenza srl
(gruppo Sgaramella). Si conclude positivamente la vertenza che
in queste settimane ha fatto tremare non solo il capoluogo ma
tutto l’hinterland di Potenza.
I trentanove lavoratori saranno assunti dalla società che subentra, con un nuovo contratto di
lavoro e con le stesse mansioni e livelli di inquadramento, in maniera graduale entro e non oltre il
mese di maggio.
E’ questo l’esito delle trattative
in corso tra la proprietà immobiliare e la società Iper Potenza Srl.
Quest’ultima avvierà la propria
attività negli stessi locali in cui
esercita Europa Cash fino al 30
aprile l’attività di ipermercato
presso la struttura del Polo acquisti Lucania di Tito Scalo.
E’ quanto comunicato dal rappresentante della società Europa
Cash nel corso dell’incontro che si
è svolto ieri
presso il dipartimento
Politiche di
Sviluppo
convocato
dall’assessore Raffaele Liberali per una
verifica della situazione occupazionale e
produttiva
dell’azienda commerciale.
Dal tavolo, al quale hanno partecipato, oltre all’assessore e la
Task Force Occupazione della Regione, i rappresentanti di Confesercenti Potenza, Iper Potenza
Srl, Filcams – Cgil, Fisascat Cisl,
Uiltucs – Uil e Uil, è emerso un dato positivo per il futuro dei lavoratori sancito nel verbale della riunione: “La Iper Potenza Srl – si
legge – all’unico fine di consentire una ricollocazione dei lavoratori licenziati che attenui l’impatto sotto il profilo occupazionale,
al momento dell’avvio della propria attività – prevista entro fine
maggio 2014 – manifesta la propria disponibilità ad assumere ex
novo i lavoratori già in forza alla
società Europa Cash (39 unità lavorative) in maniera graduale fino all’apertura dell’esercizio, a
condizione – condivisa da parte
delle organizzazioni sindacali e
dai singoli lavoratori interessati
– che la stessa avverrà al di fuori
degli ambiti di operatività dell’articolo 2112 C.C., con esclusione di
ogni forma di responsabilità solidale e di continuità con il precedente rapporto di lavoro».
La società ha inoltre manifestato la disponibilità ad assumere
anche i due lavoratori assunti ex
legge 68/99.
«Le parti – conclude il verbale
sottoscritto – nel prendere atto
positivamente della conclusione
della vertenza, concordano che i
39 lavoratori saranno assunti
con un nuovo contratto di lavoro
in linea con il Ccnl di categoria
con le stesse mansioni e livelli di
inquadramento, in maniera graduale ed entro e non oltre il mese
di maggio 2014». sgaramella
Sma di corato
Dal primo
maggio
si cambia: Iper
Potenza
al posto
di Europa Cash
Casting a Potenza
Francesca
Archibugi
seleziona
piccoli attori
I partecipanti all’incontro in Regione (Foto Andrea Mattiacci)
VOLONTARIATO Il Regolamento c’era ma non era rispettato
Associazioni: una Commissione
stilerà una graduatoria per i locali
LA lettera ufficiale risale al 6 febbraio scorso. La risposta, altrettanto ufficiale, è dell’11 aprile e annuncia la costituzione di una “Commissione intersettoriale per l’assegnazione di immobili alle associazioni
senza scopo di lucro”.
La vicenda - di cui ci siamo occupati più volte lo scorso anno - nasce allorquando alcune associazioni di
volontariato meno “fortunate” mettono in evidenza la differenza di
trattamento riservata dai diversi
enti locali. In pratica ci sono alcune
associazioni che hanno una sede, altre che devono rimetterci di tasca
propria, pagando il fitto di un locale. A chiedere con insistenza che si
faccia chiarezza e soprattutto che si
rispettino principi di trasparenza, il
presidente del “Ponte”, Rocco Casella. La sua sollecitazione è stata raccolta poi dal consigliere comunale
di Fratelli d’Italia, Rocco Coviello.
Ed è sua, infatti, la lettera del 6 febbraio indirizzata al sindaco, al segretario generale, all’assessore al
Patrimonio, in cui molto semplice-
Rocco Coviello
mente si chiede che venga una volta
per sempre rispettato l’articolo 10 di
un Regolamento già esistente ma
che, evidentemente, nessuno rispettava. Il Regolamento è quello
sulla vendita e l’uso da parte di terzi
di beni immobili del Comune. «Si invita - scrive Coviello - il commissario
generale a nominare la commissione intersettoriale così come prevista dallo stesso articolo 10. E si sollecita l’amministrazione ad attenersi rigorosamente alle indicazioni e
modalità stabilite nel citato artico-
lo». E la risposta si è fatta attendere,
ma finalmente è arrivata. Il segretario generale Giovanni Moscatiello,
infatti, ha disposto di «costituire
una commissione intersettoriale
per l’assegnazione di immobili comunali ad associazioni senza scopo
di lucro», composta dai dirigenti
delle diverse unità di direzione
(Sport, Protezione civile, Cultura e
servizi sociali). E la Commissione
dovrà vigilare proprio sul rispetto
di quel famoso articolo 10, secondo
cui «per l’affidamento si procede attraverso la formazione di una graduatoria con validità biennale». Insomma, nessuno più potrà infilare
l’associazione amica, «dovrà essere
rispettato - dice Coviello - un principio di trasparenza finora non rispettato. E l’affidamento sarà poi biennale, non è che i locali devono restare in eterno a una sola associazione.
Certo, toccherà ora alla prossima
amministrazione e al prossimo sindaco far rispettare le regole, ma è
questo un primo atto concreto».
Antonella Giacummo
LA REPLICA
La Cisl risponde al San Carlo: «Sei lavoratori alla porta»
«È STUPEFACENTE che un’azienda seria come il
San Carlo dimentichi il suo 'ruolo di mediazione' e si
sostituisca alla controparte sindacale, in questo caso la ditta aggiudicataria del bando Consip per la
manutenzione degli impianti, la Manutencoop, per
polemizzare con il sindacato con una ricostruzione
dei fatti piuttosto lacunosa». Così replica il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Salvatore
Troiano, alla nota diffusa dal San Carlo, ribadendo
che gli addetti al servizio di esercizio e manutenzio-
ne degli impianti elettrici e speciali dei due nosocomi, il San Carlo di Potenza e il San Francesco da Paola di Pescopagano, «erano 23 e non 16».
Per il segretario della Fim «i numeri sono dunque
incontrovertibili e attaccarsi alla spending review
non serve a giustificare il fatto che 6 lavoratori sono
stati messi alla porta. Nessuno ha mai contestato il
diritto-dovere del San Carlo di ottenere consistenti
risparmi con il ricorso alla Consip, ma i risparmi
non si possono fare sulla pelle dei lavoratori».
Francesca Archibugi
E’ stata la Lucana
Film commission a
ospitare, nei suoi locali in corso Umberto a
Potenza, la regista
Francesca Archibugi.
Nel pomeriggio, infatti, si sono svolti i casting per una pellicola
d’autore che verrà girata nei prossimi mesi. Il progetto, realizzato dalla Indiana
Production Company,
vedrà protagonista
proprio la Archibugi
che, nel capoluogo lucano, ha personalmente selezionato alcuni attori non professionisti.
La regista ha incontrato ragazzini tra i 6 e
i 18 anni e ricercato
una figura maschile
tra i 40 ed i 50 anni, indispensabili per raccontare una storia ancora senza nome e che
da qui in avanti farà sicuramente parlare di
sé.
Il lavoro di pre-produzione è stato condotto nel massimo riserbo ma tra i “rumors” più insistenti si
parla della partecipazione di due grandi
della settimana arte
italiana: il lucano Rocco Papaleo e Alessandro Gassman, già
compagni sul set in
“Basilicata Coast to
Coast” e che potrebbero far parte di questo
nuovo lavoro che
muove i primi passi
proprio in regione.
Una terra, la Basilicata, che parla sempre
più al cinema nazionale.
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Potenza e provincia
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AVIGLIANO La memoria della prima guerra mondiale affidata a un restauro
Il cannone solitario nel viale
Tra lettere storiche e l’arma da recuperare, un ricordo locale del conflitto
AVIGLIANO - «Da quattro
mesi niente campane, solo il
rombo del cannone. (…) Voi
non dovete credere che tutta
la Patria si limita alla sola
nostra famiglia, ma la Patria
nostra, quella che è chiamata a combattere, è grande e
più grande noi la faremo.
Noi siamo sempre allegri e
quando non siamo disturbati dal nemico facimo a pallittile di neve come se fossimo
nella piazza del Casale». Così
scriveva alla madre e alla figlia, quasi 100 anni fa, Francescantonio D’Andrea, contadino aviglianese, caporal
maggiore nella Grande
Guerra. In un’altra lettera
annotava: «Se domani dovreste sapere che sono morto, non dovete piangere, perché sono morto per la Patria».
Leonardo Coviello, soldato del glorioso ventinovesimo Battaglione, rivolgendosi al padre in una lettera descriveva la sua vita al fronte:
«Caro padre vi vorrei un po’
nascosto per farti vedere la
vita che facciamo. Si sta sempre allegro, sempre candando, la moneta non manca
mai adesso abbiamo 50 centesimi al giorno, la sera andiamo sempre a mangiare e
a candare e si fa sempre viva
Trieste, viva l’Italia viva il
re».
In questa guerra gli aviglianesi diedero prove di
grande attaccamento verso
la Patria. Con un alto senso
del dovere, molti si sacrificarono, e il tutto è testimoniato
dal lungo elenco di nomi sulle lapidi commemorative.
Decenni dopo, ad Avigliano,
nel ricordo della prima guerra mondiale, sono rimasti il
cannone di medio calibro e il
monumento ai caduti con il
larghetto delle lapidi, custoditi nella villa comunale. Ma,
a dispetto della storia, da
qualche anno, quello che era
chiamato “viale della Vittoria”è stato ribattezzato “Vincenzo Verrastro”.
AVIGLIANO
Acqua
potabile,
un bene
su cui
vigilare
Il cannone di viale Verrastro ad Avigliano
Negli ultimi tempi c’è un
volontario, Luciano, che in
solitudine sta lavorando alla
ristrutturazione del cannone. È possibile riaprire un di-
battito su quel pezzo di storia? Magari servirebbe a riportare a galla un racconto
che riguarda anche al comunità aviglianese. E magari
riusciremmo a conoscere la
vera storia del cannone e del
primo colpo esploso sul campo di battaglia, segnando l’inizio di una guerra, a cui,
d’allora, sono seguite tante
altre, inutili e “disumane”.
In fondo, “solo i morti hanno
visto la fine della guerra”.
Enzo Claps
Il Gal Vulture Alto Bradano sostiene la formazione del marchio collettivo
Se la Podolica si fa brand
Il marketing territoriale mettendo in rete le piccole realtà esistenti
AVVICINARE il cliente ai prodotti e ai
territori in cui si originano, attrarre i
consumatori attraverso la creazione
di un’esperienza, sostenere lo sviluppo dei territori attraverso alcuni dei
prodotti di punta dell’agroalimentare, dare attenzione e valore a piccole
realtà produttive mettendole a sistema, tra loro e con gli altri anelli della
filiera. C’è tutto questo dietro l’obiettivo della creazione di un marchio collettivo della Podolica lucana, voluto
dal Gal Sviluppo Vulture Alto Bradano che ha indetto un bando pubblico
aggiudicato da un Ati (Associazione
Temporanea di Imprese) composta da
Confagricoltura Basilicata e Tab Consulting.
«Il mercato dei prodotti podolici ha
un alto potenziale di crescita ma occorre organizzare la filiera – ha sottolineato il presidente del Gal Sviluppo
Vulture Alto Bradano, Francesco Perillo, durante un incontro tenuto con
gli allevatori –. È quindi necessario lavorare ad un progetto di sistema per
favorire una maggiore tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, una
maggiore promozione dell’immagine
dei territori, un sostegno allo sviluppo
della commercializzazione. Questa
operazione è il segnale di come, nonostante la crisi, si possa fare quadrato
intorno a chi ha voluto continuare a
scommettere su un mestiere difficile,
puntando su una razza che ha sempre
rappresentato una assoluta eccellenza del nostro territorio, da tutelare e
valorizzare, per garantire in primis
un adeguato reddito agli allevatori».
L’azione di marketing territoriale si
svilupperà mettendo in rete le piccole
realtà produttive esistenti in Basilicata e utilizzando un marchio collettivo
per valorizzare la qualità dei prodotti
ma anche chi e cosa c’è dietro: «il legame, forte e indissolubile, con i territori, e la storia di quei caparbi allevatori
che non hanno mai mollato, nonostante il rischio di estinzione della razza». Attraverso il marchio collettivo si
potranno tutelare il territorio e alcuni
dei suoi prodotti di eccellenza, favorendo uno sviluppo delle aree locali e
aumentando la competitività delle
produzioni, per cercare nuovi sbocchi
sui mercati.
Oggi la celebrazione in onore del predicatore Ferrer
Bella in festa per San Vincenzo
BELLA – Bella in festa oggi in occasione della celebrazione di San
Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano invocato dal popolo
per la pioggia. La giornata in
onore del santo comincerà in
mattinata con le note della banda
musicale di Camerota (Sa) che allieterà per le vie del paese l’aria di
festa in omaggio al santo. La
giornata seguirà con la processione a partire dalle 16.30 dalla
cappella dedicata al santo per poi
attraversare tutte le vie del paese.
E si concluderà con la concelebrazione eucaristica ufficiata dal
parroco Don Semphrien Ntumba
e dal vice parroco Don Ovidio
Duarte.
In serata invece l’atteso live
show del gruppo musicale “I diavoli del sud” e lo spettacolo di cabaret animato dal noto comico
Michele Caputo, già protagonista alla popolare trasmissione televisiva Zelig. A conclusione della festa il tradizionale spettacolo
La chiesa di San Vincenzo a Bella
pirotecnico ad illuminare il cielo
bellese.
Un momento di aggregazione
molto importante per la comunità bellese in quanto la cappella,
autentico gioiello artistico risa-
lente al 1759, è stata da poco aperta al pubblico. Infatti una volta al
mese si celebrerà la santa messa e
in funzione della prossima estate
sarà aperta per i visitatori.
Davide Di Vito
BREVI
VIABILITÀ
Chiude di notte
la variante
di Tito-Brienza
L’ANAS ha comunicato che da lunedì 28 a mercoledì 30 aprile 2014 ,
nella fascia oraria notturna compresa tra le ore 22:00 e le ore 6:00
del giorno successivo, sarà chiusa
al traffico, in entrambe le direzioni,
la strada statale 95 “Variante di Tito
Brienza”, nel tratto compreso fra il
km 0,000 e il km 7,900, nel comune
di Satriano di Lucania, in provincia
di Potenza.
Il provvedimento sarà necessario
- spiega una nota dell’Anas - per eseguire lavori di manutenzione e verifica agli impianti tecnologici delle
gallerie “Serra S. Vito”, "La Badia" e
“Serra delle Macine” .
Nelle ore di chiusura il traffico sarà deviato sul vecchio percorso della statale 95 “Di Brienza” dallo svincolo di Tito (km 1,900) allo svincolo
di Sant'Angelo Le Fratte (km
14,800).
Rubinetti sotto indagine
AVIGLIANO - Si chiama “Progetto Earth.
Punto 0 della Terra” e
sarà l’occasione per
discutere della salvaguardia del pianeta
Terra.
L’appuntamento arriva a pochi
giorni dalla giornata
mondiale della terra.
La
conferenza
stampa che si svolgerà alle 18 del prossimo 26 aprile, nella sala consiliare di Avigliano, sarà moderata da Francesco Giordano e sarà l’occasione per rendere noti i
dati riguardanti le
analisi condotte dalla
associazione sulle acque potabili di rubinetto nel comune.
Proprio l’acqua è
una delle risorse su
cui si concentra più
attenzione in questi
tempi: risorsa necessaria, ma scarsa da
tutelare.
Si discuterà anche
dei rischi provenienti
dalle acque non in linea con la norma,
«ben chiari alle associazioni ambientaliste ma ancora sconosciuti alla popolazione».
«Quando a rischio è
la potabilità dell’acqua, è a rischio la salute di un’intera comunità.
Non è tutto.
La riflessione prosegue.
«Quando le istituzioni preposte al controllo ed alla tutela
della salute dei cittadini non danno risposte certe e verificabili conclude la nota inviata dall’associazione - ognuno di noi ha il
dovere di concorrere
alla ricerca della verità per garantire la salvaguardia del bene
comune». I dati possono aiutare.
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E sulla Melfi-Foggia in fiamme un mezzo. Traffico in tilt per due ore
Piove e sulla Potenza-Melfi altro incidente
MELFI - Non c’è pace per gli
automobilisti che percorrono la strada Potenza-Melfi.
Ieri nel pomeriggio un altro
bruttissimo incidente, causato probabilmente dall’asfalto reso viscido dal maltempo.
Il sinistro si è verificato in
prossimità dell’uscita di Rapolla, nello stesso punto dove
20 giorni fa si è registrato un
altro incidente con due morti. Coinvolte alcune autovetture, i cui autisti sono stati
subito soccorsi dalla polizia
stradale, Vigili del fuoco e
Croce rossa. Sono state bloccate le varie uscite in direzione Melfi, tutte le strade deviate. I soccorritori hanno lavo-
rato fino a sera per liberare la
strada dal pericolo. Gli automobilisti che percorrono
quotidianamente
questa
strada sono esasperati. Chiedono la messa in sicurezza,
perchè basta un po’ di pioggia e si finisce fuori strada.
Ma i problemi si verificano
anche più avanti. Alle 17 dello scorso 22 aprile, infatti, un
altro incidente si è verificato
sulla superstrada Melfi-Foggia. A pochissimi chilometri
dal comune pugliese, infatti,
alcune autovetture, dopo
aver urtato alcune macchine
ed il guard-rail, hanno preso
fuoco.
Traffico in tilt per circa 2
ore. Tra gli automobilisti
A sinistra il mezzo sulla Melfi-Foggia. Nelle altre foto l’incidente di ieri
bloccati, anche dei lucani,
che dovevano raggiungere la
stazione di Foggia. Ambulanze, vigili del fuoco e polizia
stradale arrivano sul posto
dopo oltre mezz’ora. Per for-
tuna l’autista della Passat,
che ha preso fuoco, ha avuto
la prontezza di mettersi in
salvo.
Lorenzo Zolfo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Melfi: arrestato 29enne di Scampia scoperto a rubare macchinari all’Istituto alberghiero
Raid al laboratorio di pasticceria
Recuperata la refurtiva, è caccia a 3 complici e a un possibile basista
Parte domani
il Certamen a Venosa
POTENZA - Avevano già caricato
sul furgone una grossa impastatrice, un forno e una gelatiera, quando
hanno visto arrivare i carabinieri e
hanno provato a darsela alle gambe. Ma il più corpulento dei quattro
non ce l’ha fatta, e per un po’ di dolci
e pasticcini c’è da giurarci che non
vorrà neanche sentirne parlare.
E' agli arresti da ieri notte Antonio Cilento, 29enne di Scampia, fermato dai militari del Nucleo operativo di Melfi durante un raid nel laboratorio di pasticceria dell’Istituto
alberghiero Gasperrini.
Ad allertare gli uomini ai comandi del tenente Marco Sannino era
stata una segnalazione di qualche
giorno fa, quando un cittadino ha
notato quel furgone bianco aggirarsi nelle strade del centro cittadino e si è insospettito perché il conducente non sembrava per nulla
una persona del posto.
Per questo poco prima della mezzanotte di martedì, quando è arrivata un’altra segnalazione identita in
tutto e per tutto, i militari coordinati dal maresciallo Marco Soricelli
non si sono fatti pregare e un quarto d’ora dopo erano già in strada nel
punto dell’ultimo avvistamento, solo che il furgone era già sparito.
L’Istituto Alberghiero
A quel punto si trovavano all'altezza del cancello dell’Istituto alberghiero, chiuso come se niente fosse.
Ma hanno deciso di controllare lo
stesso il lucchetto scoprendo che
era stato tranciato e rimesso lì soltanto per fare scena. Così hanno capito che i ladri potevano essere ancora lì dentro e si sono preparati per
l'irruzione.
E' stata questione di istanti e appena svoltato l’angolo dell’edificio il
furgone bianco è ricomparso, fermo all’ingresso del laboratorio col
portellone posteriore aperto. I ladri
avevano già caricato materiale per
un valore stimato sui 50mila euro
ma per terra, smontato, ce n’era anche dell’altro. Si sono resi conto che
erano stati scoperti e hanno iniziato
a correre in tutte le direzioni.
Con Cilento le ombre avvistate dai
carabinieri sono state quattro e non
è escluso che nei prossimi giorni
venga ne venga identificata qualcun'altra. Infatti, ieri mattina, è stata ritrovata anche un auto, poco distante dal centro cittadino, che potrebbe essere servita per arrivare
sul posto. Un auto senza segni di
forzatura alle portiere di proprietà
di una donna di Scampia che non risulta averne ancora denunciato il
furto.
Poi resta da capire se qualcuno ha
fatto da basista suggerendo l’obiettivo del raid, dato che i ladri sembrano andati “a colpo sicuro”, dritti al
laboratorio di pasticceria.
Si sarebbero potuti perdere nei
corridoi dell’istituto cercando qualcosa da portare via, invece hanno
preso di mira subito le macchine da
cucina. Va bene che alla gola non si
comanda, ma il sospetto che abbiano avuto una dritta sembra tutt’altro che campato in aria.
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VENOSA - Parte domani, con
la gara di latino, e si conclude
domenica 28, con la premiazione dei vincitori, la XXVIII edizione del Certemen Horatianum. La manifestazione, organizzata dall’Iiss “Q. Orazio
Flacco di Venosa”, ruota intorno alla la gara di traduzione dal
latino di un brano oraziano e si
articola in una serie di eventi finalizzati allo studio e all’approfondimento di tematiche specifiche e in iniziative per il tempo
libero. “Tres Dies Domi Horatii” dedicati alla cultura, all’arte e alla musica. Questi gli ingredienti che hanno determinato ogni anno il successo della manifestazione e il suo radicamento nella tradizione. Il
concorso da quest’anno si è
aperto anche ai Licei Scientifici, delle Scienze umane e Artistici (Indirizzo Arti Figurati-
ve) d’Italia. La novità, introdotta con la XXVIII edizione, riguarda i candidati dei Licei Artistici (Indirizzo Arti Figurative), ai quali verrà assegnato un
testo oraziano in latino, accompagnato da una traduzione in
italiano d’autore. Numerose
anche quest’anno le delegazioni straniere, che provengono
dal Portogallo, dalla Romania,
dalla Bulgaria, dall’Austria e
dalla Germania. I tre giorni ufficiali del Certamen sono preceduti dall’ “Open day della cultura” di oggi. Con inizio alle 17
esperti relazioneranno su: Romanizzazione della Valle del
Basento (Myles Mccallum);
Prima di Venusia: gli Italici tra
Melfese e Valle del Bradano
(Massimo Osanna); Scienza su
Tela (a cura Liberascienza);
Parla Gaber (Mirada).
Giuseppe Orlando
In morte di un mecenate povero di soldi ma ricco di cuore
DOMENICA scorsa, dopo una lunga malattia, è morto Michele Sciarillo, storico gestore del Caffè al Teatro di Prato, originario però di
Maschito, dove è deceduto. Michele, che non ha mai dimenticato le
sue origini diventando il promotore di tante iniziative proprio a Maschito, era però una persona molto amata e conosciuta anche negli
ambienti culturali pratesi. Per ricordarlo Paolo Magelli, direttore
del teatro Metastasio di Prato, ha scritto questo delicato ricordo.
segue dalla prima
di PAOLO MAGELLI
Tutta la città lo conosceva perchè
aveva fondato insieme a suo fratello Pasquale un locale che era divenuto leggendario, il Caffè al Teatro. Michele è morto a Maschito, un
paese della Lucania conosciuto
non solo perchè nel 1943 fu per alcune settimane la prima Repubblica libera d’Italia a causa di una famosa rivolta popolare antifascista,
ma perchè la storia di questa terra
iniziò all’epoca romana con il nome
“masculetum” ovvero “terra di viti
maschie, Aglianico”. Michele Sciarillo era fiero delle sue origini e oltre al pratese parlava perfettamente la lingua Arbëreshë, lingua nobile, albanese antico, che oggi solo
intellettuali raffinati praticano.Michele aveva fondato dunque
il Caffè al Teatro nella storica sede
dell’ex Circolo socialista e, d’estate
in giardino e d’inverno in cantina,
investiva tutti i suoi guadagni in
attività culturali che servivano
non a dare lustro a lui, ma a proteggere, finanziare, aiutare artisti
giovani e vecchi che se lo meritavano e che anche ne avevano bisogno.
Era un mecenate povero di soldi
ma ricco di anima e quando non poteva più aiutare apriva la cucina e
amava dire «siediti, ti do una cosa e
un bicchiere di vino». Univa il nostro carissimo Michele la nobiltà e
la fierezza degli ospiti discendenti
di Skanderberg alla generosità
pratese di una volta, quando questa voleva e poteva dare agli altri. A
lui non interessava la decadenza di
questo territorio, lui continuava
con la sua generosità e insisteva nel
soddisfare i bisogni degli artisti.
Perchè sapeva che gli artisti veri sono in realtà spesso povera gente.
Ora che quest’angelo è morto è arrivato il tempo che le genti pratesi
sappiano che al vecchio Caffè al
Teatro sono stati amati e protetti
Moni Ovadia, Claudio Morganti,
Eimuntas Nekrošius, Massimo Castri, Remondi e Caporossi, Pippo
Delbono, tutta la nostra Compagnia Stabile al completo, pittori,
scultori, cantanti d’opera che sono
poi diventati famosissimi, attori di
tutte le sorti e categorie. Caro Michele, ci sentivamo due volte la settimana e dall’ospedale avevi la forza di organizzare nel teatro di Maschito spettacoli di beneficienza, ce
l’hai fatta anche a comprare un defibrillatore per il tuo paese. Mi spaventava il tuo non voler parlare della malattia. Mi arrabbiavo con te
perchè al telefono eri il primo a domandare “come stai?”. Ti ho risposto male un paio di volte, perchè ti
voglio bene, un bene che m’impedisce di credere che tu sia morto. Un
bene che mi costringe a credere ancora una volta che di là ci sia qualcosa, perchè la gente come te non
Michele Sciarillo con Moni Ovadia
merita di morire. L’ultima volta
che ci siamo sentiti pochi giorni fa,
non avevi più voce e mi hai detto
«Paolo, Lisiana ti porterà un pezzetto del nostro formaggio, provalo!». Ti ho risposto «Michele, sei
pazzo». E tu «macchè pazzo, ti voglio tanto bene Paolo, ci sentiamo».
Sì Michele, ci sentiamo. E ci vediamo, angelo mio.
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RIVELLO L’attuale sindaco Antonio Manfredelli si ripresenta per il terzo mandato
Si va al voto con tre candidati
A provarci per la prima volta saranno Franco Altieri e Gianluca Piviero
RIVELLO - Si voterà anche a Rivello alle prossime amministrative, perché siamo alla scadenza naturale della consiliatura, al termine del secondo mandato consecutivo del sindaco Antonio Manfredelli, il quale approfitterà della
deroga legislativa per i comuni inferiori a 3.000 abitanti e potrà
candidarsi ancora una volta.
Non ha ancora ufficializzato la
sua lista il primo cittadino, c’è
tempo fino a mezzogiorno di sabato prossimo, ma è certo che si tratterà di una formazione organica
ai partiti di centro-sinistra che sostengono la sua maggioranza, a
cominciare dal Pd, il suo partito; e
le forze della coalizione dovrebbero schierarsi compatte a sostegno
della sua candidatura, dal momento che pare l’unica schierata
in maniera netta in quel versante
politico.
«La novità sarà costituita dalla
lista “Rivello Rinnovata” – afferma l’attore e consigliere di minoranza uscente Ulderico Pesce –cui
andrà il mio sostegno per dare
una svolta alla situazione di stallo
e alle condizioni di vita della nostra comunità, divenute ormai insostenibili. L’attuale amministrazione prende decisioni discutibili
in stanze chiuse lontano dai cittadini; in questi dieci anni, di cui
cinque hanno visto il mio impegno politico diretto sul campo, il
sindaco Manfredelli non ha fatto
nulla di buono: siamo l’unico paese a vocazione turistica della Basi-
Una veduta dall’alto di Rivello, l’affascinante e suggestivo borgo
medievale
licata senza uno sportello per preRaggiunto
telefonicamente
levare danaro, che si disponga di l’avvocato ci ha confermato la sua
una carta postamat o bancomat, candidatura, insistendo sulla
perché hanno chiuso sia quello «equidistanza della sua lista da
delle Poste che quello della filiale qualsivoglia schieramento politidel gruppo Carime, senza che in co precostituito, a prescindere
merito fosse indetta nemmeno dalle convinzioni personali di ciaun’assemblea pubblica, è inaccet- scuno. Io ho quarantacinque anni
tabile. Siamo passati da 3.600 a so- e faccio eccezione per anzianità,
li 2.800 residenti e, soprattutto, siamo tutte persone giovani e casiamo una comunità divisa: due paci, senza trascorsi nell’amminipro loco e due sezioni di protezio- strazione e qualcuno alla prima
ne civile, è un caso unico al mon- esperienza in assoluto, tutti con
do! Abbiamo bisogno innanzitut- una strada tracciata dal punto di
to di una riappacificazione negli vista professionale, per cui intenanimi e poi di una carica di ener- diamo il nostro impegno come
gia nuova, di gente giovane: pen- azione di servizio per il nostro paeso che la persona adatta sia l’avvo- se. Nessuno ci credeva, le confesso
cato Franco Altieri, professioni- che nemmeno io ne ero certo al
sta giovane e brillante, a capo di cento per cento, poi abbiamo deciuna lista di ragazzi molto validi».
so di prestarci a questa sfida per-
ché a Rivello c’è bisogno di una
svolta metodologica sostanziale
in fase di elaborazione delle decisioni che riguardano tutta la collettività. Sarà questo il mio obiettivo principale, al di là delle iniziative che pensiamo di adottare nei
vari settori di competenza, e di cui
parleremo sicuramente in maniera approfondita durante la campagna elettorale. Per adesso abbiamo già approntato delle commissioni tematiche che continueranno ad operare anche dopo il voto e che anzi io intendo istituzionalizzare, secondo quanto previsto
dallo statuto comunale, proprio al
fine di stimolare la partecipazione
degli elettori nelle scelte importanti ed avvalerci dell’intelligenza
collettiva dei nostri concittadini».
Il terzo competitor sarà Gianluca Piviero, anch’egli a capo di una
lista civica probabilmente più vicina al centro-destra, i cui contorni non sono ancora ben definiti
perché sono ancora in corso trattative e colloqui per arrivare alla
rosa dei nomi definitiva e, pare,
che qualche candidato in consiglio abbia fatto registrare la propria defezione nelle ultime ore.
«Quello che è certo è che ci saremo
– sostiene Piviero – con un gruppo
che formalizzeremo nelle prossime ore, composto di giovani che
niente hanno avuto a che fare con
le passate amministrazioni e che
hanno a cuore solo il popolo di Rivello».
Fabio Falabella
Bagni pubblici chiusi
al rione inferiore
a Lauria
LAURIA –Bagni pubblici chiusi
al rione inferiore di Lauria, il rischio è quello di lunghe file nei
bar. Anche se la toilette dei bar
sono ad uso esclusivo del cliente
e non un servizio pubblico a disposizione di tutti i passanti come da tradizione. Un principio
che in città può assumere connotazioni pesanti dato che al rione inferiore da diversi giorni
non esistono bagni pubblici funzionanti in piazza Insorti d’Ungheria. O meglio i bagni esistono, ma sono stati chiusi dal Comune di Lauria, senza alcun
cartello, per manutenzione ordinaria o straordinaria.
Da martedì mattina il nucleo
manutentivo del Comune di
Lauria ha transennato l’ingresso con tavole di legno facendo
presagire che gli stessi resteranno chiusi per molto tempo.
Emilia Manco
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L’imprenditore che ha acquisito l’immobile non blocca il proprio investimento
Mulino Alvino, Benedetto insiste
«Non mi tiro certo indietro, vorrà dire che si andrà in Consiglio comunale»
NON CAMBIA nulla la sentenza del tar per Nicola Benedetto. L’imprenditore
che aveva annunciato nei
giorni scorsi di aver acquistato il Mulino Alvino e di
essere pronto ad investire
neel progetto tra i 5 e i 7 milioni di euro non si tira indietro e non si lascia spaventare dallo stop al permesso a costruire anzi è
pronto ad andare avanti.
Chi pensava ad un Benedetto che potesse farsi condizionare da questa decisioni
si sbaglia di grosso.
«Non viene detto che quel
progetto non si può più fare
ma molto semplicemente
che bisognerà farlo attuandouna procedura diversa.
Vorrà dire che questa volta
verrà percorsa la strada
giusta che prevede il passaggio in Consiglio comunale».
L’imprenditore non sembra essere affatto sorpreso
o distratto dall’eventualità
che il Tar ha messo in pratica: «un imprenditore è
pronto ad affrontare inconvenienti ed incidenti di percorso ed io quando ho acquistato il Mulino sapevo
che questo poteva succedere. L’avevo previsto e messo
in conto, ora vorrà dire che
sarà megio e che potremo
percorrere una procedura
lineare per ottenere il permesso che serve.
Sono anche convinto» ha
continuato ancora lo stesso
Benedetto, «che il sindaco e
il Consiglio credano davvero in questo tipo di investimento. Si tratta di un progetto importante che punta
a ridare vita ad un monumento della città e a renderla più bella. Non credo che
si vorrà andare contro questo tipo di soluzione e di risultato complessivo». Le
parole di Benedetto confermano tra l’altro la possibilità di arrivare ancora ad una
soluzione. Almeno nella volontà dell’imprenditore che
dunque non molla la presa
come pure si era ventilato
in queste ultime ore dopo la
sentenza del Tar ed il rincorrersi di una serie di
chiacchiere.
E’ chiaro che nel tempo
l’approdo in Consiglio comunale non potrà essere
semplice vista anche l’ampia discussione che vi è stata in questi mesi dulla vicenda e dunque i problemi
che ne sono nati. Ma Benedetto è pronto ancora ad andare avanti e certo non si lascia condizionare di fronte
alle decisioni ed agli stop in
arrivo. Il progetto però per
quanto complesso ha bisogno di essere avviato davvero in un brevissimo tempo.
Al momento dell’acquisto del Mulino Benedetto
aveva indicato le sue intenzioni.
«L’obiettivo rimane quel-
L’edificio in via Dante che è stato l’oggetto del ricorso vinto poi al Tar dai residenti di via Venezia
e legato anche all’autorizzazione al Mulino Alvino. A lato l’imprenditore Nicola Benedetto
«E’ incidente
di percorso che
era stato messo
già in conto»
«Il sindaco e poi
il Consiglio credono
in questo progetto
da completare»
IL DIBATTITO SUL WEB
I post su facebook di Cotugno scatenano un acceso dibattito
Cosa succederà ora al Mulino?
NON manca il confronto aperto su facebook circa
la sentenza del Tar, il Comune, il destino del Mulino Alvino e le relative responsabilità politiche.
Un confronto a più voci, spesso autorevoli o che
comunque svolgono o hanno svolto un ruolo all’interno delle scelte politiche e partitiche della
città e dunque hanno qualcosa da dire. Il punto di
partenza sono alcuni post di Angelo Cotugno che
scatenano una serie di opinioni e di reazioni ed un
ampio dibattito. Proviamo a fare una sintesi
esemplificativa che non potrà risultare esaustiva
dei ragionamenti ma che riassume opinioni e
sensibilità diverse sulla questione.
«Forse non riesco a esprimermi efficacemente;» dice Espedito Moliterni, «ripeto: sono talmente tante le porcherie alle quali abbiamo assistito che questa mi sembra una banalità.
Certo, se ci fosse stato confronto nel partito,
forse tutto questo non sarebbe avvenuto. Ricordi
quando evitammo la speculazione edilizia sull'alo di far tornare a produrre
pasta, valorizzando i grani
della filiera cerealicola lucana, formando le professionalità di settore e aprendo spazi e occasioni per la
degustazione dei prodotti
tipici, l’ex Mulino «Alvino»
di Matera, che fino agli Ottanta è stato uno dei luoghi
e dei simboli dell’attività
molitoria della «Città dei
Sassi».
rea del dispensario grazie ad un confronto partecipato in piazza Firrao?».
E se da Moliterni viene una sorta di autocritica
partitica rivolta al Pd Angelo Angelastri scrive:
«mi meraviglierei dei consiglieri comunali che
continuano a "reggere" questa amministrazione
Comunale, di cui anche Angelo Cotugno fa parte,
e non di certo nel "settore ospiti" o opposizione..
L'unico Ashtag che mi viene è un pò grillino
#tuttiacasa, ma non l'amministrazione, ma la
classe dirigente di questo comune schiava di
qualche imprenditore...».
In questo senso un messaggio arriva anche dal
consigliere comunale Doriano Manuello che
commentando le dichiarazioni di ieri del sindaco
spiega: «Cotugno, hai spiegato al Tuo Sindaco
che il "parere" del MInistero è diverso perchè il
quesito posto dal Comune non atteneva, specificatamente, alla questione discussa al TAR ??».
Non manca poi la posizione-provocazione di
Nella struttura sarà realizzato anche un museo dell’arte bianca e delle tecniche di produzione e saranno ospitate attività legate
alla cultura gastronomica
del territorio.
«Il modello Eataly avviato da Oscar Farinetti - ha
detto Benedetto - è un esempio concreto di promozione, valorizzazione e tutela
della tipicità italiana a tavo-
la.
La Basilicata si contraddistingue per la unicità e
genuinità di molti prodotti.
L'ex Mulino Alvino diventerà il punto di riferimento
per la filiera agroalimentare lucana in una città come
Matera che è la punta avanzata del turismo lucano nel
mondo. Senza dimenticare
le ricadute positive per le
aziende e per l’occupazio-
Giuseppe Cancelliere: «Angelo vedo Che su questo tema attacchi l'amministrazione più del solito. Ci stai comunicando indirettamente che ti
candiderai a Sindaco inserendo nel programma
elettorale questo tema? ..#chiarezza #amministrative2015 se così fosse, non sarebbe più logico
uscire dalla maggioranza e fare opposizione insieme a Manuello, Pedicini ecc. almeno i cittadini,
ad iniziare da me, hanno le posizioni chiare di ciascun consigliere». E Cotugno che risponde e parla di cose fuori luogo. «Sul piano casa 1 e 2 si sono
registrate divergenze che non si è voluto approfondire. Nel nostro programma del 2010 questi
temi erano proposti in modo chiaro , l'amministrazione ha fatto esattamente il contrario. Non
sono io che ho tradito il mandato degli elettori. E
comunque il TAR mi pare non dà ragione al sindaco». Ed il dibattito sembra aver toccato tutti i temi presenti e futuri con una varietà di analisi e di
constatazioni.
ne». Programmi e obiettivi
che subiscono uno stop ma
a cui l’imprenditore materano non rinuncia. Starà
ora, più che mai, all’amministrazione cercare di capire davvero cosa fare anche
se su un punto già ieri con il
“Quotidiano”il sindaco Adduce era stato abbastanza
chiaro: «la priorità da cui
siamo partiti è la salvaguardia del Mulino alvino.
Noi dobbiamo essenzialmente capire come è possibile salvare il Mulino Alvino senza perdere la memoria storica di un intero settore». Parole che, unite a
quelle di Benedetto, preannunciano un approdo della
questione, più o meno prossima, in Consiglio comunale?
Piero Quarto
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Matera
Giovedì 24 aprile 2014
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Trombetta: «Serviranno a rendere più scorrevole il traffico, evitando le code»
Tre rotatorie cambiano la città
Da lunedì al via i lavori al Pino, poi in via Moro e via XX Settembre
UN nuovo volto alla città. Tre rotatorie in punti decisamente
strategici del traffico cittadino
sono l’obiettivo che l’Amministrazione comunale è pronta a
cogliere e definire nel corso dei
prossimi mesi. La prima, con i lavori che partirano già ’unedì
prossimo 28 aprile è la rotatoria
che verrà creata al Pino, in un
punto di grande traffico soprattutto nell’uscita dalla città e durante il periodo scolastico. Lavori per 120 giorni complessivi sono stati preventivati con un intervento che dovrà trovare la
massima celerità in modo da avere il minimo impatto possibile.
Nei giorni scori è stato sottoscritto il "verbale di consegna"
con l'impresa appaltatrice dei lavori per la costruzione della nuova "rotatoria del Pino".
«Si tratta di un importante intervento sul piano della mobilità
stradale urbana che permettera,
oltre ad una immagine più bella
del sito, una migliore scorrevolezza del traffico cittadino in un
nodo nevralgico della città spesso oggetto di lunghe code e incomprensioni tra automobilisti»
ha spiegato l’assessore comunale Nico Trombetta.
Il progetto della rotatoria del Pino, in alto Nicola Trombetta
Non ci sarà nessuna interruzzione al traffico veicolare nei
giorni previsti per i lavori».
L’assessore ha tenuto chiaramente a sottolineare ed evidenziare l’importanza dell’intervento ed anche la convinzione che i
lavori possano essere conclusi
anche ben prima del tempo che è
già stato previsto per l’interven-
to. Molto probabilmente la forma della rotatoria sarà ovale e
permetterà dunque di far confluire adeguatamente il traffico.
Di certo quel punto risulta
molto importante e pericoloso
anche perchè il principale ingresso nel centro della città e
dunque l’intervento quantomai
necessario.
Ma l’Amministrazione sembra avere in serbo anche un altro
paio di soluzioni che nel giro di
qualche settimana saranno avviate anche in altri punti della
città.
Il primo in questione è tra via
Moro e via Lamalfa nel pieno del
centro e della presenza delle
macchina che si recano al centro
dal Comune e passando per la
stazione.
Si tratta di un altro momento
fondamentale del traffico cittadino per il quale una nuova rotatoria viene considerata la migliore soluzione possibile.
Infine c’è anche una terza soluzione già predisposta per una rotatoria che dovrebbe snellire il
traffico all’altezza della Villa Comunale nel punto nodale che intraccia via XX Settembre con via
Rosselli e via Annunziatella e
che risulta un altro veicolo di collegamento fondamentale per chi
vuole arrivare nel centro della
città di Matera.
«Sono interventi che avevamo
predisposto e che costituiscono
innesti importanti all’interno
della città, in punti fondamentali di transito» ricorda ancora
l’assessore Trombetta.
Nei prossimi giorni si avvieranno i lavori al pino e poi si capiranno gli ulteriori interventi
che comunque sembrano avere
tutti una durata massima di 120
giorni. L’impatto sul traffico cittadino, visti i punti di forte impatto, rimarrà tutto da verificare giorno per giorno.
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A quattro corsie la SS 96 a Mellitto, passo in avanti atteso Grieco e Cantisani di Idv
Matera più vicina a Bari
MATERA è più vicina a Bari. Ed il proseguimento dei
lavori sulla statale 96 in
territorio pugliese è la
principale e più importante dimostrazione di un collegamento che viaggia ormai verso le quattro corsie.
Nei giorni scorsi l’Anas ha
annunciato di aver aperto
le quattro corsie, almeno fino al prossimo 30 giugno
all'altezza di di Mellitto.
Non solo la strada principale ma anche le bretelle di
collegamento, evitando così una pericolosa deviazione che rallentava non poco
il tragitto e rendeva necessaria la massima attenzione alla guida.
«A partire dal 19 aprile
2014, alle ore 18 e fino alle
ore 18 del 30 giugno 2014,
saranno provvisoriamente
aperte al traffico la nuova
carreggiata Bari-Matera
della strada statale 96 "Barese" a doppio senso di marcia, tra il km 96,000 e il km
99,000» è la comunicazione dell’Anas, «la rampa di
immissione del nuovo
svincolo di Mellitto, in direzione Matera; la rampa di
uscita del nuovo svincolo
di Mellitto, per il traffico
proveniente da Bari; la variante della strada provinciale 89, dal km 25,000 della Sp89 fino al km 10,100
della Sp97; la rampa di immissione sulla SS96 dalla
strada provinciale 97, in
direzione Bari, e la rampa
di uscita dalla SS96 sulla
strada provinciale 97 per i
veicoli provenienti da Matera.
Allo stesso tempo rimarrà chiusa l'uscita sulla
Non solo la statale 99 a quattro corsie ma anche la statale 96 all’altezza di Mellitto
strada statale 96 dalla strada provinciale 89, in direzione Bari e Altamura».
Le comunicazioni dell’Anas confermano che un
nuovo importante passo
nella direzione di un collegamento veloce tra Matera
e Bari e dunque con la direttrice adriatica in senso più
ampio è arrivata oramai in
una fase nevralgica e probabilmente anche decisiva.
Nei prossimi giorni dovrebbe avere una svolta importante anche il collegamento e le tre varianti previsti all’altezza di Altamura e dovrebbe dunque subire anche questo ulteriore
tratto nevralgico l’ultima
accelerata come sperano e
non poco anche dai paesi
pugliesi e non solo dalla città di Matera.
Anche in ottica futura
quindi questo diventa un
ottimo biglietto da visita
per la città e le sue infrastrutture.
AIA DEL CAVALLO
La chiusura per lavori
FINO al 10 ottobre, l’Anas ha chiuso la strada provinciale “Aia del Cavallo” in entrambe le direzioni, nel tratto compreso tra lo svincolo di “Matera
Centro” e lo svincolo di “Papalione”. Nel periodo di chiusura
della provinciale “Aia del Cavallo”, in attesa della fine dei lavori, sono stati istituiti dei percorsi alternativi. I veicoli provenienti da Grassano, in direzione Matera-statale 7 “Appia”,
potranno percorrere la strada
provinciale sino allo svincolo di
“Matera Zona Industriale/La
Martella” per poi proseguire
lungo la strada statale 7 “Appia”. Percorso inverso per i veicoli provenienti da Matera. I
veicoli provenienti dalla S.S. n.
407 in direzione Matera/Altamura e diretti a Grassano,
dovranno proseguire sino allo svincolo di “Matera Zona
Industriale-La Martella” della strada statale 7 “Appia” e
percorrere la vecchia sede della “Grassano – Matera”.
«Più sforzi da tutti
per puntare sul turismo»
L’assessore provinciale ed esponente di Idv, Michele Grieco
“L’AFFLUSSO di turisti a
Matera per il ponte di Pasqua
deve incoraggiare gli operatori del settore a continuare
ogni sforzo per accrescere la
qualità dell’ospitalità e dei
servizi. Alle istituzioni invece spetta il compito di accompagnare le iniziative di imprenditori ed associazioni ed
investire nel turismo e nella
cultura in maniera più efficace specie in termini di programmazione”. E’ il commento, in una nota congiunta, di Michele Grieco dirigente regionale di IdV, nonchè
assessore provinciale di Matera e Maria Luisa Cantisani,
segretaria regionale IdV.
“I primi dati di presenze ed
arrivi che testimoniano come la città di Matera sia stata
la meta preferita di tantissimi visitatori nei giorni di Pasqua e Pasquetta, anche in
rapporto agli stessi dati di altre città italiane d’arte da
molti più anni tradizionali
mete delle vacanze di Pasqua, è la riprova – continua-
no i dirigenti di IdV - che avevamo visto giusto nel proporre e sostenere il trasferimento dell'APT a Matera, così come si appresta a fare il
Consiglio Regionale.
La Città dei Sassi è di fatti il
punto di partenza di un viaggio turistico-culturale in
tutta la Basilicata, che si
estende sino ai castelli del
Vulture-Melfese e alle altre
bellezze artistico-monumentali della regione, dotandosi,
ovviamente, di servizi e
strutture, che possono certamente dare lavoro e opportunità a molti lucani. E’ il turismo culturale che meglio
degli altri segmenti turistici
regge meglio alla crisi. Presso il DICEM dell'UNIBAS è
attivo un corso di laurea specialistica in scienze del turismo. Siamo convinti – sostengono Grieco e Cantisani
- che valorizzando queste potenzialità, tanti giovani possono trovare il loro futuro
nel territorio in cui sono nati”.
RASSEGNASTAMPA
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PISTICCI
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Il Movimento 5 Stelle contrasterà il gruppo coeso e rinnovato dell’uscente Buono
A Miglionico sarà sfida a due
Quasi certi gli schieramenti per le Amministrative del 25 maggio
MIGLIONICO - Competizione elettorale ai nastri di partenza.
Mancano poche ore alla
scadenza della presentazione ufficiale delle liste dei candidati alle Amministrative
del 25 maggio. A partire dalle
ore 8 di domani e fino alle ore
12 di sabato le liste devono essere definite. Dopo settimane
di intensi movimenti per la
messa in campo delle menti,
che guideranno Miglionico
per il prossimo quinquennio,
sia per il centrosinistra che,
per il momento, unico antagonista, Movimento 5 Stelle,
i candidati alla sfida ci sono.
Della lista civica di centrodestra, che sembrava volersi
formare con l’attivismo di Nicola Aspriello, Emanuele
Salerno e qualche altro si sono perse le tracce. Sarà, il
condizionale è d’obbligo, una
sfida a due. Davide che sfiderà Golia, viste le forze in campo. Davide è rappresentato
ovviamente dal M5S, che con
la sua lista certificata potrà
fregiarsi dello stemma a 5
Stelle. Candidato a sindaco
per i pentastellati è il consulente legale Antonio Digioia, che si avvarrà non di
10 candidati consiglieri ma
solo di 8, per sfidare il sindaco uscente, l’ingegner Angelo Buono.
Una ricandidatura, quella
di Buono, con una lista di centrosinistra, per un secondo
mandato in cui sarà accompagnato dallo storico del Pd,
Domenico Musillo che dopo
aver manifestato l’intenzione di lasciare spazio ad altri, è
di nuovo in campo per un al-
tro quinquennio. Della vecchia amministrazione, si ricandidano i piddini Michele
Pace e Antonella Rondinone con la rappresentante Sel,
Mariangela Bertugno. Fa
notizia la non ricandidatura
dell’assessore indipendente
Michelangelo Piccinni e
quella di Domenico Guidotti. A quelli della vecchia
guardia si aggiungono nuovi elementi. Il bancario Michele Piccinni, in compagnia dello scrittore Gabriele
Scarcia, il professore di filosofia Tonio Perrino e la professoressa Anna Maria
Manzara, cantante lirica,
danno qualità alla lista. Completano il quadro dei 10 candidati consiglieri, Agata Ca-
sella Cecere, impegnata nel
sociale e Antonio Corleto.
«Una squadra, quella del sindaco uscente Buono –spiega
Digioia- che pur non temendo la concorrenza della nostra lista, è stata impostata
presumo anche con l’intento
di rubare voti ai nostri candidati, magari inserendo persone a loro vicine. A noi questo importa poco. I nostri
candidati sono cittadini che,
pur se osteggiati o malvisti
per le loro idee leggermente
diverse dal vecchio modo di
fare politica, desiderano
ugualmente partecipare alla
gestione del bene pubblico e
coinvolgere più gente possibile al suo controllo». Con Digioia ci saranno: Orazio Si-
gnorella, Tommaso Consoli, Giuseppe Lascaro ed un
tris di Francesco, Ventura,
Bevilacqua e Cinnella, in
compagnia delle due donne
del gruppo, Arianna Guidotti e Ivana Dimucci. Con
due persone in meno in lista,
meno voti? La domanda che
poniamo a Digioia. «Saremo
in campo con un numero di
consiglieri inferiori a quelli
stabiliti con il recentissimo
decreto di Renzi, quello che
ha abolito le province diminuendo di 3.000 unità i consiglieri provinciali ma aumentando di oltre 25.600 unità il
numero dei consiglieri comunali».
Antonio Centonze
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Antonio Digioia e Roberto Fico
MONTESCAGLIOSO In scena la pièce “Sons of the Earth, sons of Elders”
Barbaro racconta il suo Sud
Serata speciale al cineteatro “Andrisani” con il comico calabrese
MONTESCAGLIOSO - Il Cineteatro
“Andrisani” di Montescaglioso, diretto da Nunzio Nicola Disabato, oggi (ingresso ore 20.30, sipario alle 21), ospiterà la prima iniziativa organizzata
dal gruppo “Sons of the Earth, sons of
Elders”(Figli della Terra, figli dei Saggi), costituitosi due anni fa su Facebook.
Sul palcoscenico della storica struttura montese salirà Rocco Barbaro, il
quale proporrà “Menefotto Cabaret”,
spettacolo basato sul suo omonimo libro. Il cabarettista e comico di origine
calabrese racconta in maniera ironica,
acuta e coinvolgente, la sua esperienza di emigrante alle prese con la stressante realtà di Milano. Barbaro ha maturato diverse esperienze, oltre che in
teatro, nel cinema e nella televisione,
lavorando per la Rai, Mediaset, La 7,
Telemontecarlo e Radio 105. Ha partecipato a trasmissioni come Pippo
Chennedy Show (Rai 2, 1997); Maurizio Costanzo Show (Canale 5), Superconvenscion (Rai 2); Convenscion a
Colori (Rai 2), Colorado Café (Italia 1,
2007); Bulldozer (Rai 2); Wikitaly (Rai
Noemi chiuderà la festa di San Rocco
La cantante giudice di “The Voice” sarà ufficialmente ospite d’onore in città
L’incanto
della voce
ruvida
della rossa
grazie alla collaborazione con una
grandissima artista come Fiorella
Mannoia che, con Noemi, dà vita a
uno straordinario duetto. Il brano
rimane per mesi ai vertici delle classifiche di vendita ed airplay, guadagnando il disco multiplatino.
L’album ha un fantastico esordio,
debuttando direttamente al terzo
posto della classifica vendite.
Noemi partecipa al Festival di Sanremo 2010 con il brano “Per tutta
la vita”ed esce la special edition dell’album “Sulla mia pelle”.
Ancora un grande successo per
singolo e album: disco di platino
per il brano, mentre l’album vende
oltre 100.000 copie e rimane ai vertici della classifica per oltre trenta
settimane aggiudicandosi il multiplatino.
L’album “RossoNoemi” esce a
marzo 2011: nove brani inediti, tra
cui “Vuoto a perdere”, già disco di
platino, scritto per Noemi da Vasco
Rossi e Gaetano Curreri.
Noemi stessa, per la prima volta,
si occupa della stesura di gran parte dei testi delle nuove canzoni e segue l’intero processo creativo, lavo-
Carriero
coordinerà
Confesercenti
2), Cuork (La 7, 2009 e 2010); Zelig (Canale 5, 2012) e alla serie TV Romanzo
criminale (2008). Sul grande schermo
è stato protagonista dei film "Voglio
una donnaaa!" (1997); “500!” (2001),
“Lisa d’Agosto” (2003), oltre ad un cameo ne "Il 7 e l'8" (2007) del duo comico
siciliano Ficarra e Picone. L’iniziativa,
organizzata da “Il Mezzo Network”,
sarà basata sulla comicità ma conterrà
anche momenti di riflessione su tematiche attuali. Per informazioni è possibile chiamare il numero telefonico
0835.208046.
PISTICCI Concerto gratuito il 18 agosto in piazza Lombardi, c’è già grande attesa
PISTICCI - E' ufficiale: sarà Noemi a
chiudere i festeggiamenti 2014 in
onore di san Rocco a Pisticci. Si esibirà in concerto gratuito in piazza
Lombardi il prossimo 18 agosto. Pisticci, dunque, va ad aggiungersi a
piazze di qualità come quelle di Roma, Milano, Torino,
Firenze, Napoli, in cui
Noemi sarà in tournèe. Voce ruvida e
profonda, un po’ roca
e
tremendamente
coinvolgente: questa
è Noemi. Al secolo Veronica Scopelliti, con
il suo primo singolo
“Briciole” entra direttamente al primo posto nella classifica ufficiale del download dei singoli e in altissima rotazione in tutte
le radio, diventando la colonna sonora dell’estate 2009. L’Ep, che
esce nell’aprile 2009 ed è intitolato
con il nome dell’artista, conquista il
disco d’oro.Sempre nel 2009 esce il
nuovo album “Sulla mia pelle” con
dieci brani inediti.
Il primo singolo “L’amore si odia”
è una canzone che lascia il segno,
Montescaglioso
Noemi
rando negli Stati Uniti con Corrado
Rustici, produttore dell’album. Il
secondo singolo estratto,"Odio tutti i cantanti", brano ironico ed energico, è accompagnato da un video
in cui Noemi riveste per la prima
volta il ruolo di sceneggiatrice e diventa la colonna sonora dell’estate
2011. A settembre entra in rotazione radiofonica"Poi inventi il modo",
il terzo singolo estratto dall'album
"RossoNoemi", nato dalla penna di
Federico Zampaglione. Il videoclip,
diretto per la prima volta dalla stessaNoemi, conquista lo “Special
Award” al Premio Roma Videoclip.
Partecipa alla 62° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Sono solo parole”, scritto da Fabrizio
Moro ed arrangiato da Corrado Rustici, classificandosi al terzo posto.
A febbraio esce la nuova edizione di
“RossoNoemi” con i brani “Sono solo parole” e “In un giorno qualunque”. “Sono solo Parole” ottiene il
consenso del pubblico e della critica
musicale e si piazza nei primi tre
singoli più venduti su iTunes e conquista il platino mentre l’album è
già disco d’oro. Noemi si trasferisce
a Londra alla ricerca di nuovi stimoli per scrivere i brani del nuovo
album.
Nel 2013 partecipa in veste di
coach a The Voice, un format che
mette al centro la voce. L’esperienza è stata positiva e Noemi riconferma la sua partecipazione anche per
la seconda edizione del programma.
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Montescaglioso
MONTESCAGLIOSO Domenico Carriero è il
nuovo rappresentante
della Confesercenti nel
comune di Montescaglioso.
Nei giorni, Carriero
scorsi ha accettato l'incarico propostogli dal
presidente provinciale
della Confesercenti di
Matera, Francesco Lisurici, risultando così
essere ufficialmente il
delegato comunale di
Montescaglioso. Domenico Carriero, nei
mesi scorsi, si è contraddistinto per aver
proposto alcuni eventi
riguardanti il rilancio
del commercio in quel
comune
duramente
provato dagli eventi alluvionali dello scorso
autunno e per essere diventato un riferimento
sindacale per i commercianti che hanno
bisogno di qualsivoglia
informazione o servizio riguardante le proprie attività. E’ attiva
l’interlocuzione intrapresa con l'Amministrazione
comunale
per le problematiche riguardanti la categoria.
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TRICARICO
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GRASSANO Locali pubblici obbligati a dotarsi di posacenere, previste multe salate
Vietato buttare cicche per strada
L’ordinanza del sindaco Sanseverino per limitare l’inquinamento da sigarette
GRASSANO - Il convegno sui rischi del fumo è servito a lanciare un doppio messaggio. Ad organizzarlo l’assessorato alla Sanità del Comune di Grassano, con l’obiettivo di promuovere corretti stili di vita per la
salvaguardia della salute della persona
ma anche dare consigli comportamentali
per rispettare l’ambiente.
Ad aprire i lavori il sindaco, Francesco
Sanseverino, che ha letto l’ordinanza da
lui emessa proprio in occasione del convegno, per vietare la dispersione di mozziconi di sigarette nell’ambiente.
“E’ fatto divieto -si legge nell’ordinanza
sindacale- di disperdere pacchetti e/o mozziconi di sigarette (cicche) e chewing-gum
su strade, marciapiedi, bordi di essi e suolo
pubblico; svuotare posacenere dalle auto o
da ogni altro mezzo sul suolo pubblico,
strade, marciapiedi, bordi di marciapiedi;
lanciare sul suolo pubblico pacchetti e/o
mozziconi di sigaretta da finestre, balconi
e terrazze e da ogni luogo. A tutti i titolari
delle attività per la somministrazione di
alimenti e bevande, bar ristoranti, uffici
postali, banche, distributori e attività artigianali del settore alimentare, che operano
nel comune, di dotarsi
durante l’orario di
apertura di adeguati
posacenere da collocare all’esterno del proprio esercizio. Si invita
altresì i titolari delle attività commerciali non
coinvolti direttamente
dal presente provvedimento di dotarsi di appositi posacenere e
provvedere costantemente e prima della
chiusura notturna alla
rimozione di ogni forma di rifiuto, carta, tovaglioli, bottiglie, pacchetti e mozziconi di sigarette lasciato a terra
dagli avventori nell’area antistante e prossima al proprio esercizio
commerciale”.
Francesco Sanseverino
Nell’ordinanza sono
state previste anche le
relative sanzioni; difatti la sanzione amministrativa pecuniaria parte da Euro 25,00
fino a 500 euro con il pagamento in misura
ridotta pari a 50 euro. Mentre la seconda
parte della serata, dedicata all’approfondimento medico scientifico, da parte di relatori esperti è servita per analizzare il problema del fumo a 360° passando dal dottor
Giuseppe Montesano pneumologo che ha
relazionato del fumo e delle malattie broncopolmorai croniche; alla dottoressa Marina Susi oncologa che ha approfondito
delle problematiche del cancro polmonare; al dottor Tommaso Scandiffio, cardiologo che ha spiegato le conseguenze cardiovascolari che provoca il fumo; fino alle
conclusioni affidate alle dottoresse Maria
Franca Rina e Mariella Acciaro rispettivamente direttore medico dell’ospedale di
Policoro e dirigente Psicologo sempre dell’Ospedale Policoro che hanno trattato il
tema delle tecniche per la disassuefazione
dell’uso di sigarette. Il fumo in sostanza,
quanto asserito da tutti i relatori, non è un
vizio ma una malattia e come tale deve essere considerata e non sottovalutata perché una sana prevenzione, ma soprattutto
evitarne l’utilizzo di tabacco, non può fare
altro che bene al proprio organismo.
Alla fine dell’incontro sono stati distribuiti gratuitamente ai fumatori presenti
in sala, degli “Ecoastucci” personali tascabili, dove spegnere le sigarette evitando di
buttarle per terra, come recita l’ordinanza,
evitando di inquinare.
Giovanni Spadafino
Il divieto
vale anche
per gomme
da masticare
e cenere
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UN PEZZO DI STORIA DI TRICARICO
GORGOGLIONE
L’addio a Rivelli
il guardiano
delle strade
Semi di canapa
in tasca, arrestato
TRICARICO ha dato addio
ieri a Rocco Rivelli, classe
1911, già combattente nella
seconda guerra mondiale,
prigioniero nei lager di Germania e Russia, insignito di
due medaglie d’oro al valor
militare. Aveva studiato sino alla sesta elementare, ma
si acculturava leggendo e
scrivendo; ha lavorato come
custode di strade comunali,
collaboratore e fiduciario
delle Poste (apponeva firme
al posto dei suoi concittadini che non sapevano farlo).
Vedovo, ha avuto due mogli
e 5 figli. E’ stato lucido e cosciente sino alla fine. Le Sue
uniche passioni il vigneto e
il gioco del Tresette.
[email protected]
GORGOGLIONE - Continuano i controlli dei carabinieri del Comando provinciale di Matera finalizzati al contrasto dello spaccio e consumo di sostanze
stupefacenti nel territorio della provincia. Ieri i militari della Stazione di
Gorgoglione, unitamente ai colleghi
del Nucleo cinofili di tito ed al personale del comando Compagnia, hanno arrestato un pregiudicato 30enne, perchè trovato in possesso, a seguito di
perquisizione domiciliare, di un contenitore metallico con all’interno 120
semi per la coltivazione di marjuana,
un bilancino di precisione per la pesatura ed il successivo confezionamento
di sostanze stupefacenti e 4 piantine
del medesimo tipo. Terminate le formalità di rito, l’arrestato è stato trattenuto a disposizione dell’Ag presso gli
uffici del comando Stazione.
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Rocco Rivelli
STIGLIANO Continua la paura tra i residenti a valle
La frana sta ancora avanzando
Sgomberato il Centro sociale
STIGLIANO - La frana che ha colpito
Stigliano nell'ultimo periodo preoccupa sempre più. Dopo lo sgombero di otto unità immobiliari nel centro storico
del paese, in via Magenta, il sindaco,
Antonio Barisano, al termine di un
colloquio con i Vigili del fuoco, e la
Protezione civile del Nucleo a difesa
del suolo, ha ordinato la chiusura del
Centro sociale cittadino.
La decisione è stata presa al termine
di un sopralluogo effettuato durante
il pomeriggio di ieri 23 aprile, in presenza dei tecnici del Comune.
La pericolosità della frana continua
a suscitare panico fra i cittadini; l'ultima ordinanza è stata emessa a causa di
un'accelerazione della situazione di
dissesto del fronte della frana esteso
per circa cento metri. Ora a temere il
peggio sono i cittadini che abitano a
pochi metri dalla frana, che si fa largo
tra il Centro sociale e la pompa di benzina.
Il sindaco ha, inoltre, annunciato
per la prossima settimana un incontro con i rappresentanti regionali della Protezione civile, al fine di varare un
progetto immediato e di trovare soluzioni efficienti.
Il movimento franoso si era fatto largo durante il periodo pasquale e aveva
portato allo sgombero di otto unità immobiliari, tra cui abitazioni e locali, e
alla chiusura al traffico delle strade di
accesso, per la quale l’amministrazione comunale sta lavorando a una perizia di somma urgenza per una varian-
te alternativa che
garantisca l’effettuazione di pubblici servizi e gli interventi di eventuali emergenze.
Come se non bastasse, altri movimenti franosi si fanno largo nel piccolo comune lucano, in via Commiserazione, adiacente al parco giochi comunale, la viabilità è messa a dura prova a
causa del terreno sconnesso, ancor
più grave se si pensa che questa stessa
strada dovrebbe garantire il funzionamento per il passaggio delle vetture
del pronto soccorso.
Michele Ungolo
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Altri effetti
della frana
che da
Pasqua sta
assediando
Stigliano
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IRSINA Domani il secondo mega raduno di auto d’epoca in città
Le vecchie signore in passerella
IRSINA - Secondo raduno di auto d’epoca
a Irsina. Si terrà il prossimo 25 aprile, dopo la prima riuscitissima edizione in considerazione del tema proposto, sicuramente innovativo per il territorio irsinese, quest’anno l’associazione Se Montepeloso, con l’ausilio
dei commercianti di
Irsina, lo sponsor
ufficiale “Imballaggi Policarpo di San
Giuliano Milanese”,
ha organizzato la seconda edizione, migliorandola in tutti i
suoi aspetti. Dall’esposizione dei mezzi, alla filodiffusione
Raffaele Policarpo
vocale e musicale durante tutto il percorso espositivo; alla novità, dedicata ai più
piccoli, rappresentata dalla presenza di
alcuni figuranti travestiti da miti di Walt
Disney, che si esibiranno lungo tutto il
percorso. «In questa edizione -ha spiegato il presidente Raffaele Policarpo- in virtù del fatto di non voler fare un torto a
nessuno, la premiazione riguarderà tutte le associazioni presenti alla manifestazione la nostra è un idea che si pone soprattuto l’obiettivo di far conoscere attraverso queste iniziative il nostro paese,
alfine di attrarre sempre più visitatori,
pertanto in questa manifestazione non
c’è una vera e propria competizione, e noi
tutti accogliamo con stima e gratitudine
coloro che ci omaggiano della loro pre-
senza e, soprattutto, delle loro preziose
auto e moto d’epoca. L’idea di realizzare
un evento di questo genere -conclude–
prende vita dalla voglia di affiorare ricordi da trasmette ai più piccoli, proprio
attraverso tutti gli anedoti e le storie legate alle automobili e le moto in esposizione lungo Corso Canio Musacchio ad
Irsina». Dopo la mattinata, alle ore 13 ci
sarà la consueta consegna delle targhe ai
partecipanti; dopodiché, grazie al fattivo
coinvolgimento di tutti i ristoratori del
posto, chiunque volesse approfittare, al
costo fisso di venti euro, le strutture recettive del posto, hanno predisposto un
menù speciale, che prevede la degustazioni di piatti tipici locali.
Mimmo Donvito
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BERNALDA
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COMUNALI A BERNALDA «Vogliamo rappresentare la novità dopo anni di malgoverno»
Barberio avanti senza Forza Italia
E’ ufficiale, gli azzurri non appoggeranno la lista di “Patto per la svolta”
BERNALDA - Nel “Patto per la
Svolta per Bernalda e Metaponto”,
sono ancora aperte le trattative
per definire le alleanze e la lista,
che si presenterà il prossimo maggio per le Amministrative 2014 al
Comune di Bernalda. Di per certo
le sigle che comporranno la lista,
che quasi sicuramente verrà guidata da Vito Barberio, sono Nuovo centrodestra, Fratelli d'ItaliaAn e Patto per la Svolta, mentre
per quanto riguarda
Forza Italia non c'è
stata nessuna stretta
di mano. Quindi, come
confermato da Barberio, l'alleanza per ora
vede i simboli di Ncd,
FdI-An e Patto per la
Svolta.
«Del patto di centrodestra -ha
detto Barberio- che porta avanti il
mio nome come candidato sindaco, ci sono le sigle con le quali abbiamo stretto un'alleanza e che abbiamo già diramato con comunicati alla città; alleanza che non registra l'avvallo di FI che in questo
momento è orfana di un coordinatore cittadino. Noi continuiamo a
lavorare per mettere su una squadra che sia la giusta alternativa a
un ventennio di centrosinistra
che non ha portato nulla di costruttivo per la città, e i numeri negativi sono tutti a conferma di
questo. Il nostro tavolo resta aperto e in questi giorni ultimi per la
presentazione della lista, stiamo
definendo le alleanze affinchè -
conclude Barberio- la nostra squadra sia perfetta ed all'altezza per la
città di Bernalda e Metaponto».
Quindi, Forza Italia non ha aderito alla lista; poi Barberio conferma delle trattative e della quasi definizione della lista che si presenterà alle amministrative di maggio a Bernalda.
Nel programma si legge di un
momento importante per la città
che ha necessità di certezze. Innanzi tutto il «lavoro,
l'agricoltura, lo sport,
la cultura, l'industria e
il turismo. Elementi
importati, da mettere
in campo e non solo
sulla carta -come ha
sottolineato Barberioper un rilancio effettivo di Bernalda e Metaponto». Nella parte conclusiva del programma si legge: «Votarci, per il semplice fatto che nessuno negli ultimi 30 anni vi ha fatto vivere la cosa
pubblica come vogliamo farvela
vivere noi. In più, affinchè gli uffici comunali, siano ancor più efficienti studieremo con i responsabili degli stessi un premio legati a
parametri. Con la sana competitività cercheremo anche di creare
armonia tra il consiglio e i dipendenti comunali. Con spirito di sacrificio e obiettivi condivisi ed ecologici possiamo uscire dal baratro
in cui qualcuno o qualcosa ci ha
trascinati».
Fabio Sirago
Nell’alleanza
restano Ncd
e Fratelli d’Italia
COMUNALI A SAN GIORGIO LUCANO
Labollita in duello con i giovani
L’ex primo cittadino ci riprova contro una donna “figlia d’arte”
SAN GIORGIO LUCANO - Con
l'ultimo consiglio comunale,
convocato ieri dal presidente, la
giunta Cirigliano termina il suo
mandato politico. In questi giorni fervono i preparativi per le
nuove candidature, in vista del
termine ultimo per la presentazione delle liste, prevista per il
26 aprile. Poichè l'intenzione di
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Cirigliano e della sua giunta è di
non ricandidarsi alla prossima
tornata elettorale del 25 maggio, anche se le operazioni di reclutamento delle nuove leve vengono fatte in gran segreto per
non favorire gli avversari; indiscrezioni, ancora non confermate, indicherebbero opposte
due liste civiche, una capeggiata
da Gennaro Labollita, già noto
ai sangiorgesi per aver ricoperto la carica di sindaco in passato,
l'altra da Silvia Ventimiglia,
che per la prima volta si affaccia
al panorama politico sangiorgese, figlia del ben più noto Egidio
Ventimiglia, militante storico
del partito socialista, che per
molti anni in passato ha guidato
il paese ricoprendo anche incarichi a livello provinciale. Lo
stesso Labollita è figlio della politica del Ventimiglia padre, in
quanto lo ha affiancato negli anni del suo operato. Entrambe le
liste puntano sulla presenza di
giovani, con una percentuale
femminile rilevante tra le file
della civica Ventimiglia. Per
adesso non sono noti i loghi e i
nomi delle liste sebbene la lista
Ventimiglia è nata da un movimento giovanile presente sul
chiamato "cambiamento", così
denominato per il gioco di parole cambia-mente che vuole sottolineare la volontà di cambiare la
politica che da ormai 40 anni domina la scena sangiorgese. I cittadini sangiorgesi così come conoscono molto bene la politica di
Labollita, che in passato non ha
prodotti grossi risultati, allo
stesso modo sono molto scettici
sulla nuova lista, temendo l'inesperienza di questi giovani, tenendo conto anche che entrambi
i capolista non vivono stabilmente a San Giorgio seppur
hanno garantito la loro presenza. L'attesa è breve, il 26 aprile,
con l'ufficializzazione delle liste,
finiranno le strategie e necessariamente si dovrà passare al
confronto dei programmi in base ai quali i cittadini sceglieranno i propri rappresentanti.
Luigi Drogo
COMUNALI A ROTONDELLA Già definite le compagini con gli uomini giusti
Una grande sfida tra ex sindaci
Cucari ed Agresti si fronteggeranno senza altri rivali alla poltrona municipale
ROTONDELLA - A Rotondella il
quadro si fa più chiaro e soprattutto si semplifica. Quasi certamente non ci sarà, salvo imprevedibili aggregazioni dell'ultima ora, una terza lista. Solo due
sfidanti, quelli annunciati: Vito
Agresti e Mario Cucari, entrambi già sindaci di Rotondella.
Cucari ha fatto tandem con un
partito che a Rotondella conta
molto, l'Udc, Agresti con un altro
cartello importante, quella legato a Pasquale Gentile, fratello
di Rosa (Presidente di Acquedotto Lucano e già assessore regionale). Dovrebbe essere una sfida
equilibrata; anche perché i due
sono stati bravi a comporre squadre che coprono diverse fette di
elettorato e una rappresentanza
allargata sia alle generazioni che
alle diverse aree territoriali del
Comune.
Nelle competizioni elettorali di
Rotondella, si sa, c’è un fattore
che pesa tantissimo: il consenso
degli abitanti delle aree rurali. I
due candidati lo sanno bene e
hanno scelto gli uomini in lista
anche in virtù di questo. C’è poi la
questione giovanile, sempre più
sentita negli ultimi anni, anch’essa ben rappresentata. Le
candidature non sono state ancora ufficializzate, ma alcuni nomi già cominciano a essere diffusi. Con Mario Cucari dovrebbero
Da sinistra Pasquale Dimatteo e Mimmo Cavallo
Con Agresti, come è già noto,
essere in campo Rudy Marranchelli, in quota Udc, Giulia Pi- sarà in campo Pasquale Gentile,
trelli, Domenico Cuccarese, Ve- già designato come vicesindaco
turio Viola (uno di quelli che do- in caso di vittoria, in base a un acvrebbero esprimere l'area del Pd cordo di alleanza. Del gruppo dosconfitta alle Primarie, fedele al vrebbe essere parte anche il giopartito ma che cercherà di farsi vane Luigi D’Alessandro, sem“riconoscere” attraverso i voti di pre vicino a Gentile. Tra i giovani
preferenza), Nicola Santarcan- in campo anche Cosimo Cavallo
gelo, Alberto Manolio e Ma- (detto Mimmo), Laura Pastore
rianna Viviani (che dovranno (già consigliere), Pietro Lacatalizzare il voto delle aree rura- guardia e Mario Bianco dovrebli), Salvatore Tufaro e Pasquale bero catalizzare il consenso delle
Dimatteo (questi ultimi più vici- campagne. In forse, fino a qualni al sindaco Cucari, e l’ultimo, in che ora fa, c’erano anche i nomi di
particolare, catalizzatore di voto Giovanni Gentile e Stefania Bucello. Al netto di possibili camgiovanile).
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Gennaro Labollita
biamenti i candidati dovrebbero
essere questi, ma ci sono ancora
spazi vuoti. Un po’ per l’incertezza, un po’ per non chiudere porte
ad aree di consenso o personalità
che non hanno ancora trovato
espressione. Tra questi ci sono
quelli, come Francesco Dilorenzo e Antonio Pastore (già assessori con Vito Agresti), che avevano contribuito ad animare la cosiddetta terza lista a trazione giovanile, poi abortita. Con questo
equilibrio anche i posizionamenti dell’ultima ora potrebbero risultare decisivi.
Pino Suriano
BREVI
POLICORO
I Barresi Project
in concerto
A quasi un anno dalla loro ultima
esibizione sul palco dell’Absolute Cafè, oggi ritornano a Policoro iBarresi Project.La band è attualmente impegnata nella promozione dell’ultimo lavoro discografico “Dna”, coprodotto da Gruppo Teorema Edizioni, C.n.i. Music e Materiali Musicali, e uscito a fine 2013 in tutti gli
store. L’inconfondibile sound dei BPrj è frutto di un innovativo ed originale mix tra world music, elettronica e folk-jazz, con echi cantautorali e
progressive, che ne fanno un progetto unico nel panorama nazionale.
Leader e front-man del progetto musicale che porta il suo nome è il tursitanoAntonino Barresi, le cui melodie di flauto traverso e ciaramella disegnano atmosfere tipiche della
world-music che si spingono fino al
funk-blues, poi incalzate dagli arrangiamenti ritmico-melodici e dai
“beats electro”, che diventano il filo
conduttore che accompagna il viaggio dell’ascoltatore tra stili e generi
musicali diversi.
AUTOVELOX
Una settimana
di controlli
AL fine di fornire un'adeguata informazione all'utenza, la Polizia
Stradale di Matera ed i Vigili urbani
hanno predisposto una settimana di
controlli con l’autovelox sulle strade
della provincia.
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NOVA SIRI La segretaria Bucello: «Puntiamo a una lista forte, tutti sono meritevoli»
Comunali, l’accordo ancora non c’è
Pd abbottonato sulla scelta del candidato sindaco per il centrosinistra
NOVA SIRI - E' alta, anzi altissima la febbre elettorale a Nova Siri.
Sono tanti i pretendenti virtuali e non per una candidatura
a sindaco in vista delle imminenti elezioni comunali del 25
maggio. Se il centrodestra pare
aver già deciso sulla candidatura a sindaco dell'avvocato (di
origini rotondellesi) Antonio
Acinapura, 40 anni, sposato e
padre di cinque figli, il centrosinistra è alle prese con la definizione del programma elettorale.
Un ruolo determinante all'interno della coalizione lo gioca,
ovviamente, il Partito democratico, che consta di un gruppo
consiliare di cinque unità che
ha fatto un'opposizione sui contenuti e poco demagogica all'amministrazione uscente di
centrodestra guidata dal sindaco Pino Santarcangelo.
«Abbiamo non solo il dovere di
vincere -ha detto al Quotidiano,
Filomena Bucello, segretaria
di circolo del Pd, nonché consigliera alla Provincia di Materama anche quello di governare
bene il paese. L'amministrazione uscente, purtroppo, criticata
da tutti, persino da pezzi importanti che l'avevano sostenuta
cinque anni fa, ci lascia un ente
in forti difficoltà finanziarie che
noi dovremo colmare con impegno e senza gravare sui cittadini, già vessati negli ultimi anni
da una tassazione comunale importante. Ciononostante siamo
certi di poter superare grazie alle tante personalità ed esperienze politiche e professionali di cui
la coalizione di centrosinistra
gode, il non facile momento. Vogliamo rilanciare non solo economicamente il Comune, bensì
dare fiducia ai cittadini, stabilendo regole uguali per tutti e
Filomena Bucello
Nel centrodestra
resta stabile l’indicazione
di Tonino Acinapura
pari opportunità. Vogliamo
creare un municipio aperto e ristabilire la fiducia della gente
nell'amministrazione comunale. Per fare questo stiamo allestendo una compagine coesa e
forte, in grado di cogliere tutte
le istanze della società senza tralasciare alcuno e dando voce a
tutti». Ma il candidato sindaco?
Chiediamo. «A noi interessa il
progetto -ha risposto la segretaria mantenendo massimo riserbo su ogni probabile indicazione- ci appassiona di più l'approccio ai problemi piuttosto
che sui nomi. Il fallimento politico-amministrativo in cui Nova
Siri è piombata nell'ultimo decennio, merita un'attenzione
non indifferente. Io parlo con la
gente, che si lamenta su tutto.
Dobbiamo dare subito le risposte che questa ci chiede. Comunque, quanto al candidato sindaco -ha concluso - disponiamo di
una rosa talmente ampia che
tutti meriterebbero la candidatura a primo cittadino». Sembra
che il Pd, a sentire la segretaria
abbottonatissima, non intenda
fare il nome per non dare vantaggi e punti di riferimento agli
avversari. Tornando ad Acinapura qualcuno é pronto a scommettere che non si tratti del candidato sindaco definitivo, ma
per ora solo probabile. Se così
fosse sarebbe solo il penultimo
dopo i nomi di Francesco Gabriele, Valter Basile e Antonio
Stigliano, che sono circolati fino a "bruciarsi". Chi sará l'ultimo? Acinapura é un fedelissimo
dell'onorevole Cosimo Latronico e appartiene al movimento
cattolico Comunione e Liberazione, come Tommaso Simonetti, (che ne é autorevole esponente), il quale, dopo lo strappo
con il centrodestra politico ha
tenuto a precisare a scanso di
equivoci "Io procedo". Tra le indiscrezioni sui suoi candidati
pare rientri tra essi anche l'assessore uscente (per pochi mesi), Dino Padula, svincolatosi a
"parametro zero" da per usare il
gergo calcistico. Ora resta da
vedere cosa faranno gli altri assessori uscenti, in particolare
Pavese, Suriano, ma anche Tarsia e Toscani e il presidente del
Consiglio, Melidoro, sacrificati
sull'altare del rinnovamento.
Unica eccezione é per Mitidieri,
che ha annunciato in tempi non
sospetti di voler passare la mano.
Pierantonio Lutrelli
Nuovi spazi tra “questione Favale” e delusi
L’eccessivo attendismo
ha compromesso l’intesa
PER loro il Pd doveva fare prima:
scegliere un candidato sindaco in
modo definitivo, condividerlo con
decisione e farlo condividere all’esterno, anche agli alleati di una
eventuale coalizione. E invece, fino
a ieri, quel nome sul piatto ancora
non c’era: il Direttivo del partito
non lo ha comunicato in modo definitivo, troppo a lungo bloccato sulla “questione Pasquale Favale”
(il capogruppo, vincitore delle ultime Primarie, che invece era uscito
allo scoperto e rivendicava il diritto
a una ricandidatura però non del
tutto condivisa in sezione). Tempi
troppo lunghi per i potenziali alleati, dal Partito Socialista al Centro democratico, fino all’area che fa
riferimento a Michele Laddomata. Tutti, perciò, piuttosto in fibrillazione nei due giorni post-festivi;
qualcuno già in dialogo con altre
forze. Avevano inizialmente accettato la rivendicazione di autorevolezza del Pd nello scegliere un candidato, ma poi hanno preso atto
della sua incapacità di farlo e condividerlo in tempi ragionevoli. E lo
hanno fatto capire: difficile, per loro, a tre giorni dalla presentazione
delle liste, la scelta di correre al
buio, senza il nome del comandante della nave.
E così, a un certo punto, hanno
cominciato a ipotizzare nuove strade e nuovi nomi. Prima singolarmente, poi, pare, con la convergenza sul nome di un giovane e stimato
professionista, Antonello Mele.
L’ipotesi, però, non sarebbe andata
in porto. A questo punto, perciò,
non appare più scontato come prima che queste forze concorrano
compatte con la lista civica a trazione Pd. Proprio nel pomeriggio di
ieri, del resto, autorevoli esponenti
del Partito democratico erano attivi in un’azione di scuoting per intercettare nuovi gruppi di consenso; il che lascia intendere che all’interno della coalizione potrebbe essersi liberato qualche spazio.
Molte cose, insomma, sono in
evoluzione, e molte potrebbero
cambiare in questi ultimi giorni.
Anche nell’area opposta, si sa, lo
scontento sta facendo sentire il suo
peso. Diviene prevedibile un relativo stravolgimento dei posizionamenti, e più di qualcuno domani
potrebbe trovarsi in uno schieramento opposto a quello in cui ci si
aspettava di trovarlo. Con i gruppi
non del tutto compatti, potrebbe
profilarsi un certo equilibrio: peseranno l’orientamento dei delusi e le
aree di consenso nuove e non ancora posizionate fino a ieri, come il
network giovanile di “Scintilla &
Futura”, due movimenti giovanili
che nei giorni scorsi si sono compattati in un unico cartello potenzialmente rilevante. Resta da vedere, inoltre, se e quanto di questo
scontento potrà nutrire il vessillo
elettorale issato nelle scorse settimane da Tommaso Simonetti. Saranno giorni di fuoco.
Pino Suriano
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NOVA SIRI Aveva nascosto la cocaina negli indumenti intimi, a casa altra droga in alcune scatole
Carabinieri, 28enne pizzicato
con la droga nelle mutande
NOVA SIRI - I carabinieri del Comando Stazione di Nova Siri Scalo, al termine di un’operazione finalizzata al contrasto dei reati
connessi alle sostanze stupefacenti e psicotrope, hanno tratto
in arresto C.L.F. (classe 1986),
incensurato, nella flagranza del
reato di detenzione illecita di stupefacenti per un uso non esclusivamente personale.
Il fermo è avvenuto venerdì
scorso, alle ore 20.30 circa,
quando i militari, diretti dal comandante Michele Margherita,
nel corso di un servizio di controllo del territorio eseguito nel
centro urbano, hanno proceduto
al controllo dell’arrestato e di un
suo conoscente.
Dopo un preliminare controllo
finalizzato all’identificazione,
insospettiti dall’atteggiamento
dei due giovani, hanno proceduto alla perquisizione personale
dei due e del veicolo sul quale
viaggiavano. L’esito delle operazioni si rivelava positivo relati-
Viale Siris a Nova Siri e la droga sequestrata
vamente 28enne, il quale aveva
occultato all’interno degli indumenti intimi 15 grammi di cocaina, confezionati in un unico involucro. Una successiva e tempestiva attività di perquisizione,
eseguita dai militari presso il domicilio dell’arrestato, ha consentito il rinvenimento, abilmente
occultati nella sua camera da letto, di ulteriori 3 contenitori al cui
interno erano stati celati rispettivamente 5 grammi e negli altri
due 1 ciascuno, nonché ulteriori
due involucri contenenti il primo 20 grammi di hashish ed il
secondo 2 di marijuana. Le operazioni si sono concluse alle ore 3
circa, quando l’uomo è stato tratto in arresto per il reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente, che per modalità di confezionamento e quantità, appariva
destinata a un uso non esclusivamente personale. Espletate le
formalità di rito, l’arrestato è sta-
to tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa del giudizio di
convalida dell’arresto su disposizione del Sostituto procuratore della Repubblica presso Tribunale di Matera, Annunziata
Cazzetta.
Martedì il Tribunale di Matera,
nella persona del giudice Angela
Rosa Nettis, dopo aver convalidato l’arresto, ha applicato all’arrestato la misura cautelare
degli arresti domiciliari. «L’operazione -si legge in una nota dei
carabinieri- certifica, ancora
una volta, l’incessante impegno
dell’Arma nell’intensificazione
dei servizi di controllo del territorio nel Comune di Nova Siri,
con particolare attenzione ai reati connessi alle sostanze stupefacenti e psicotrope, che colpiscono le fasce più giovani della società».
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RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
SCANZANO TREMA
LE SCORIE CHE NESSUNO VUOLE
Giovedì 24 aprile 2014
POKER... ATOMICO
L’Europa ci impone di costruire un grande
«sarcofago» e sarebbero quattro le
regioni candidate ad ospitarlo
Ritorna l’incubo
del cimitero radioattivo
La Basilicata è tra le regioni indicate per ospitare il deposito
INCUBO
A sinistra la
grande
mobilitazione
dei lucani per
fermare la
costruzione
del deposito
di scorie
nucleari a
Scanzano. In
alto l’area
individuata
per ospitare il
sito
PIERO MIOLLA
l Sarà grande come un campo di calcio ed
alto quanto un palazzo di cinque piani. Sono
le caratteristiche del nuovo deposito delle
scorie nucleari, descritte direttamente dalla
Sogin, l’azienda pubblica che gestisce lo scomodo «patrimonio radioattivo» del Bel Paese.
L’incubo del sito unico, vissuto sulla propria pelle dai lucani nel 2003, quando il governo Berlusconi individuò le miniere di
salgemma tra Pisticci e Scanzano quale sito
ideale per seppellire la monnezza nucleare,
dunque, torna ad essere vivo. Non è un mistero, infatti, che si stia lavorando alla realizzazione del cimitero radioattivo con la
costruzione di un grande sarcofago che dovrà ospitare i rifiuti atomici: una necessità
cui l’Italia sarebbe costretta da normative
europee. Bruxelles, infatti, obbliga ciascun
Paese a gestire in modo autonomo i propri
rifiuti nucleari. In realtà, sull’Italia incombe anche la scadenza dei contratti stipulati
con Francia ed Inghilterra che, al momento,
ospitano una parte delle nostre scorie per
riprocessarle, cioè per estrarne plutonio e ed
uranio: gli accordi prevedono che, al termine della complessa operazione di riprocessamento, le scorie tornino in Italia. Ancora una volta, quindi, il messaggio è chiaro:
fare presto. La fretta, però, è da sempre
cattiva consigliera. Più nel dettaglio, il sarcofago che dovrà ospitare le scorie (circa
90mila metri cubi) dovrà conservarle per
almeno 300 anni: in caso contrario, potrebbero esserci conseguenze devastanti per
l’ambiente e l’uomo.
Il termine che ci si è dati è di sette mesi da
quando l’Ispra (l’Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale) avrà
reso note le direttive per la localizzazione del
sito unico: entro questo breve lasso di tempo
sapremo dove verrà realizzato il deposito
che ospiterà le scorie nucleari. Al momento
ci sono solo indiscrezioni. Esse, però, non
.
sono per niente rassicuranti, visto che tra le
aree astrattamente idonee per la realizzazione del mega sarcofago si parla soprattutto
di quattro regioni: Basilicata, Lazio, Puglia e
SCENARIO
Il sito di Scanzano sarebbe
ancora «appetibile». In Svezia ci
sono Comuni che si candidano
Toscana. Insomma, il sito di Scanzano sarebbe ancora «appetibile», anche se dalla
Sogin hanno spiegato che nell’individuazione del deposito andranno considerate anche
le difficoltà di natura logistica, prima tra
tutte quelle legate al trasporto delle scorie.
La strategia della Sogin è chiara: l’ammi-
nistratore delegato Enrico Casale auspica
un modello tipo Svezia, dove gli amministratori di due paesini hanno avanzato autonomamente la propria candidatura, facendosi addirittura concorrenza. Accadrà anche in Italia? Difficile, anche se il territorio
che si troverà ad ospitare le scorie avrà in
cambio un parco tecnologico e compensazioni sul cui ammontare, però, sarà sempre
il governo a decidere. Ed anche se Casale
paventa addirittura mille posti di lavoro, tra
assunzioni dirette ed indotto, al momento
l’unica cosa certa sembra essere un aumento del costo dell’elettricità: Sogin, infatti, si
finanzia proprio attraverso due voci della
bolletta. Oltre al danno, rappresentato dagli
ipotetici danni ambientali ed alla salute
dell’uomo, dunque, c’è anche la beffa: sono i
cittadini a finanziare l’attività della Sogin,
quel colosso di Stato che potrebbe regalare
loro la scomoda eredità delle scorie.
È stata la madre
delle proteste
l Il 13 novembre 2003 il governo Berlusconi
decise di creare il deposito unico delle scorie nucleari, individuandolo in un’area vicina al mare, a
Scanzano Jonico. Nelle miniere di salgemma, ai
confini tra il centro jonico e Pisticci, fu deciso di
trasportare tutte le scorie nucleari italiane per
ovviare alla decisione di non realizzare più 20
depositi sparsi per l’Italia, essendo tale progetto
antieconomico.
Scanzano fu scelta perché aveva le caratteristiche geologiche ideali per un deposito di profondità. Il 16 novembre la prima manifestazione di
protesta: 10mila persone si riversarono a Terzo
Cavone, in prossimità del sito, e la 106 Jonica
venne bloccata per 25 chilometri. Il giorno dopo
venne bloccata la stazione ferroviaria di Metaponto, mentre presidi vennero creati al centro
Enea di Rotondella ed al bivio di Pisticci sulla
Basentana. Dopo il fallimento di un vertice a Palazzo Chigi, la protesta si estese in Puglia, Calabria
e Campania: a Lauria occupata la Salerno-Reggio.
Il 19 novembre il consiglio regionale di Basilicata
ricorse alla Corte Costituzionale contro il decreto
e riclassificò il territorio di Scanzano a media
sismicità. Il 23 novembre più di 100mila persone
sfilarono, da Policoro a Scanzano, per la più grande manifestazione di tutti i tempi in Basilicata. Il
movimento incassò anche l’assist del governatore
della Puglia, Raffaele Fitto, che si dichiarò totalmente e fortemente contrario alla scelta. La
protesta, poi si spostò a Roma, con numerosi lucani arrivati nella capitale. Il 27 novembre il governo modificò il decreto che individuava Scanzano Jonico come unico deposito nazionale per le
scorie radioattive, sprigionando la festa del popolo
lucano che festeggiò con caroselli di macchine e la
[p.miol.]
rimozione dei blocchi stradali.
LE INDISCREZIONI DAL BLOG «SU LA TESTA» DI GIANNI LANNES. IL MATERIALE DESTINATO A LATINA
LA PROVOCAZIONE PARLA DI UN’OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO
Combustibile nucleare
per 18 anni a Rotondella
Casale choc (Sogin)
«Le scorie sistemiamole
nei parchi nazionali»
l Eni ha fabbricato combustibile
nucleare in Basilicata? Con quali autorizzazioni? E per conto di chi? Lo
spettro che aleggia sulla nostra regione sembra trovare conferma sul
blog “Su la testa”, di Gianni Lannes,
che pubblica un reportage sul tema
con tanto di documenti ufficiali. I
quali attesterebbero come in Basilicata, precisamente a Rotondella, nel
centro Enea della Trisaia, «vi sia stato
per 18 anni un sito di produzione
industriale di combustibile nucleare
mimetizzato dentro un centro di ricerca». Più precisamente, nel centro
jonico l’Eni avrebbe «fabbricato combustibile nucleare destinato alla centrale atomica di Latina, per produrre
plutonio».
La centrale di Latina fu costruita
dalla Agip Nucleare, del gruppo Eni, e
dalla società inglese Nuclear Power
Plant Company, su know-how inglese.
«Il combustibile per alimentare centrali a grafite come quella laziale – si
legge sul blog - era fornito esclusivamente dall’Ukaea, ente di Stato
inglese per l’energia atomica. Proprio
l’Ukaea, insieme alla Somiren, del
gruppo Eni, «il 7 ottobre del 1967 diede
vita alla Combustibili Nucleari con
quote paritetiche del capitale sociale,
almeno fino al 22 aprile 1988 quando
l’Agip acquisì l’intera quota inglese
divenendone azionista unico. Attività
prevista per la società: l’assemblaggio
e la fornitura all’Enel del combustibile
nucleare necessario per alimentare la
centrale a sistema Magnox». Nel luglio
1968, poi, l’Enea (all’epoca Comitato
Nazionale per l’Energia Nucleare)
«concesse in locazione ad Eni un’area
del centro Trisaia, per installarci un
impianto per la fabbricazione di combustibile nucleare. Successivamente,
Eni cedette il contratto e tutti gli
obblighi conseguenti alla Combustibili Nucleari».
A questo punto mancava solo l’autorizzazione statale per produrre il
combustibile nucleare, arrivata puntuale «il 15 febbraio del 1969. Lo stabilimento di assemblaggio fu costruito
dalla Combustibili Nucleari (sede legale a Milano ed operativa a Rotondella) su un terreno di proprietà
dell’Enea, sito nel centro Ricerche
Enea della Trisaia, in riva al mar
BLOGGER
Il giornalista
investigativo
Gianni
Lannes
.
Jonio: su di esso la Combustibili Nucleari ha svolto attività di assemblaggio e fornitura di combustibile
nucleare ad Enel per la centrale di
Latina». Ora è in liquidazione dal 1994,
mentre la licenza di esercizio è stata
sospesa nell’aprile del 1988. «L’organico della Combustibili Nucleari è
stato assunto in blocco dall’Enea, cioè
dallo Stato, nel 1988. Oggi per lo Stato
– spiega Lannes - in ragione dei soliti
giochi di prestigio, questo fantasma
nucleare dell’Eni che ha operato per 18
anni non esiste. La popolazione, però,
è obbligata a farci i conti in termini di
[p.miol.]
salute per sempre».
l Le scorie nucleari nei parchi nazionali? La proposta è di
Riccardo Casale, amministratore delegato della Sogin, a parere del quale il deposito è
«un’opportunità anche per la
popolazione locale sia perché
l’area avrà un indennizzo che
per il parco tecnologico con eccellenze scientifiche» che sarà
realizzato. Sul tema, però, il
presidente di «NoScorie Trisaia», Felice Santarcangelo ha
ironizzato: «Se Casale è convinto di realizzare il deposito nazionale nei parchi nazionali
perché non chiede al premier di
ospitarlo nel parco della Maremma Toscana o nei pressi del
Monte Amiata? In virtù dell’accentramento dei poteri in materia di energia allo Stato, infatti, per Renzi non dovrebbe
essere difficile rifiutare la possibilità offerta dalla Sogin con
la realizzazione del deposito
unico in termini di compensazioni e parco tecnologico e, soprattutto, d’interventi che il
paese chiede. Sulla questione –
ha proseguito Santarcangelo potrebbe dare manforte la giunta Tosco-Lucana di Pittella-Berlinguer, visto che Pittellla ha
già maturato esperienze simili
nel Mercure». In realtà, ha precisato il leader di NoScorie «in
Basilicata le compensazioni
non ci interessano: ci abbiamo
rinunciato perché vogliamo
che le barre di Elk River vadano
via e Sogin lasci l’Itrec a prato
verde per favorire lo sviluppo di
un centro ricerche che esiste
già e che può trasformarsi in
una scuola per il mediterraneo
sulle energie rinnovabili. Ci interessa realizzare un grande
parco per valorizzare e far conoscere a tutto il mondo il secondo patrimonio archeologico
italiano: quello Magna Grecia».
Infine, Santarcangelo ha preannunciato che «per seguire la vicenda deposito scorie nucleari
partirà a breve un osservatorio
indipendente, fatto da esperti
[p.miol.]
ed associazioni».
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Giovedì 24 aprile 2014
IL «TESORETTO»
INCHIESTA DELLA PROCURA
PASSAGGI DI DENARO
Prestito all’avvocato in difficoltà con il
«fondo anticrisi» ripianato dal conto della
colonia estiva per bimbi bisognosi
Movimenti bancari della curia
Vescovo sotto torchio in Procura
Sotto la lente dei magistrati i 30 conti correnti della Diocesi
FABIO AMENDOLARA
l I soldi erano di don Antonio
Cervino. «Soldi suoi», dice il vescovo. Perché il sacerdote è danaroso. «Non tutti i preti sono...
lui ce li ha». Don Agostino Superbo, vescovo di Potenza, testimone dell’inchiesta, spiega al
pubblico ministero Francesco
Basentini da dove provengono i
soldi usati per la carità dopo il
prestito da 45mila euro - non
rientrato - all’avvocato Sergio
Lapenna, ex consigliere regionale. I passaggi della storia sono
particolarmente ingarbugliati.
Per questo la Procura di Potenza ha deciso di vederci chiaro. E per capire con esattezza da
dove provenissero quei soldi ha
scoperto che la diocesi di Potenza ha a disposizione 30 conti bancari (alcuni risultati inattivi). E
che per coprire il «buco» creato
dal prestito all’avvocato (che ha
affidato i suoi beni a un amministratore, il quale ha stabilito
un piano di rientro con i creditori) il vescovo di Potenza,
monsignor Agostino Superbo,
ha chiesto a sua volta un prestito
a un sacerdote di Policoro, don
Antonio Cervino.
Ecco la ricostruzione degli investigatori. Superbo, in merito
al prestito all’avvocato, ha rife-
rito di non conoscere l’entità della somma e che a don Pasquale
Zuardi, l’economo della diocesi,
aveva riferito soltanto: «Don Pasquale, fai quello che puoi, tu
conosci le nostre casse». Venuto
a conoscenza dell’importo del
prestito - 45mila euro - e dell’insolvenza dell’avvocato, «chiedeva a sua volta - si legge in un’informativa dei carabinieri - un
prestito a titolo personale di pari
importo a don Cervino, in modo
da non trovarsi in difficoltà per
il denaro da destinare alla carità». Don Cervino fa il bonifico.
Ma non con soldi suoi, come invece aveva riferito il vescovo. I
soldi sono stati spostati dal conto della società Charitas Christi
colonia Stella maris di Policoro e
sono finiti su uno dei conti bancari della diocesi potentina. Anche quelli erano soldi della Cei? I
soldi finiti su quel conto corrente provengono dalle rette che i
Comuni pagano per i bambini
bisognosi ospitati nella colonia
estiva di Policoro. «Pertanto - annotano gli investigatori - non
erano su un conto personale».
Quel prestito di don Cervino,
ha spiegato il vescovo al pm, è
servito per non far mancare nulla ai poveri. «Ho chiesto all’amico», ha detto il monsignore. Era
solo un anticipo. Poi il buco con
molta probabilità lo ripianerà la
Cei. Ma nei movimenti bancari,
sospettano gli investigatori, c’è
ancora qualche passaggio da
chiarire.
La nota ufficiale della Diocesi
«Non erano i fondi dell’8 per mille»
Non erano i soldi dell’8 per mille, come spiegato dagli stessi esponenti della diocesi ai magistrati
e riportato nei verbali della Procura, ma i fondi «Cei
8per mille Italia 2013 iniziative anticrisi». Lo precisa
in un comunicato ufficiale l’Arcidiocesi di Potenza.
Ecco la nota.
«Nessun prestito è stato elargito con i fondi dell’8
per mille. Pertanto la notizia è destituita di ogni fondamento. I soldi prestati all’avvocato Lapenna sono stati presi da un fondo dell’economato che non
ha nulla a che fare con l’8 per mille. Pertanto nessun buco dovuto alla suddetta vicenda è stato appianato con i soldi dell'Opera diocesana Charitas
Christi. Tali fondi - in parte già restituiti dalla Caritas
Nazionale alla Caritas Diocesana - sono serviti come anticipo per il cosiddetto “Fondo Cei 8xmille
Italia 2013 iniziative anticrisi” promosso dalla Caritas Nazionale. Per ogni spiegazione su tale fondo
rimandiamo al documento allegato della stessa
Caritas dove è spiegata la modalità per accedervi.
In pratica per chiedere il finanziamento, le Caritas
diocesane dovevano anticipare le spese per attività di carità che poi sarebbero rientrate nel momento in cui, dopo giusta rendicontazione, il finanziamento veniva approvato. Pertanto i soldi chiesti e
ottenuti dall’Opera “Charitas Christi” sono serviti
come anticipo per il fondo Cei e per altre opere di
carità. Sono tante, infatti, le famiglie che ogni giorno bussano alle porte della curia e della Caritas di
Potenza per chiedere un aiuto economico. L’Arcidiocesi nel nascondimento che i singoli casi richiedono, non ha mai fatto mancare tale tipo di aiuto. I
membri dell’Arcidiocesi che a vario titolo si occupano di tali questioni, sono a disposizione degli inquirenti qualora richiedessero ulteriori chiarimenti».
Il «mea culpa» di monsignor Agostino Superbo
Le verità del prelato in un lungo verbale di «sommarie informazioni testimoniali»
«Per prestare quella cifra all’avvocato avremmo dovuto chiedere un’autorizzazione»
VESCOVO Superbo [foto Tony Vece]
l Le verità del vescovo di Potenza Monsignor Agostino Superbo - per gli investigatori «sommarie informazioni testimoniali» - sono contenute in un verbale di una
decina di pagine.
Ecco cosa spiega il monsignore sul prestito da 45mila euro all’avvocato Sergio
Lapenna. «La diocesi ha un fondo cassa che
io lascio gestire all’economo don Pasquale
Zuardi. Il fondo della carità rientra nell’8
per mille e da questo don Zuardi ha preso il
denaro da prestare a Lapenna. Lapenna
non mi ha specificato la somma di cui
aveva bisogno. In genere non elargiamo
prestiti ma in questo caso vista la fiducia
che nutrivamo la somma è stata prestata.
Considerato che il denaro non è stato
restituito io mi sono prodigato per reperire
il denaro da utilizzare nelle offerte ai
poveri chiedendo un prestito personale a
un amico. Il denaro me lo ha prestato don
Antonio Cervino di Policoro. Io non ho
preso alcuna decisione sulla quantità del
prestito ma ho solo detto a Lapenna di
andare da don Zuardi, chiedendo a quest’ultimo di decidere se elargire o meno il
prestito. Se avessi saputo che si trattava di
una cifra così alta non avrei prestato il
denaro, anche perché sono soldi che provengono da un fondo per la carità. Secondo
me per prestare quella cifra avremmo
dovuto chiedere l’autorizzazione al Consigio degli affari economici. Il denaro che
possiamo prestare non è soggetto ad alcuna limitazione per quanto riguarda la
[fab. ame.]
carità».
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RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
Giovedì 24 aprile 2014
REGIONE
IL DEFAULT
Il capoluogo ha 100 milioni di euro di
frutto di debiti pregressi
APPROVATA LA LEGGE DI STABILITÀ debiti,
e di tagli ai finanziamenti statali
Passa il «Salva Potenza»
avrà 9 milioni di euro
Parte dei soldi presi dai fondi per l’abbassamento delle bollette Al
CONSIGLIO
Ancora
un’altra
lunghissima
giornata
dedicata
all’approvazione della
legge
Finanziaria
[foto Tony Vece]
ANTONELLA INCISO
l Come Catania. Come Roma. Fedele al clichè dei provvedimenti finanziari regionali
Potenza ottiene, anche quest’anno, i soldi che la salvano
dal default. Nove milioni di
euro che arrivano con l’approvazione di un emendamento presentato dal suo ex primo
cittadino ed attuale consigliere regionale Vito Santarsiero.
Un atto «dovuto» secondo alcuni, «un atto particolarmente
significativo» per il consigliere Santarsiero. Perchè «da un
lato istituisce un fondo per
tutti i paesi lucani al fine di
garantire i principali servizi
per i cittadini, nonché per
sostenere quelle amministrazioni che svolgono funzioni
sovracomunali, e dall’altro riconosce il ruolo e le emergenze della città di Potenza,
con un finanziamento straordinario di 9 milioni di euro in
due anni proprio per meglio
garantire quelle funzioni e
quei servizi che la città rende
ai suoi cittadini e alle cinquantamila persone che quotidianamente giungono nel capoluogo per vari motivi».
Tuttavia nonostante il risultato non sono pochi i consiglieri che puntano il dito
contro il provvedimento ed
avvertono che «la fiducia forzata» su quella decisione (maturata dopo non poche fibrillazioni nella maggioranza e il
ritiro in “zona Cesarini” di un
emendamento del giovane
consigliere Robortella che
chiedeva la ripartizione dei
IL SÌ
Il Consiglio approva
l’emendamento del
consigliere Santarsiero
soldi tra tutti i comuni della
Basilicata) non può essere
considerata un successo pieno. Semplicemente, perchè
parte della maggioranza è stata costretta a «rinfoderare le
sciabole» per disciplina di coalizione ed a votare per «fede»
come sottolinea il consigliere
Galante «più che per convinzione». E poi perchè la partita
non è ancora definitivamente
chiusa. O meglio è chiusa
sull’assegnazione della posta
finanziaria (5 milioni di euro
per il 2014 e 4 per il 2015) ma
non sulla voce da cui sono
stati recuperati i finanziamenti.
Parte di quei soldi destinati
al capoluogo, infatti, provengono dal fondo di accantonamento per il servizio idrico
integrato e sono diretti ad
Acquedotto lucano che - come
spiega il consigliere d’opposizione, Gianni Rosa - li deve
utilizzare «per il potenziamento del servizio e per abbassare
le tariffe agli utenti». «Se non
si recupereranno nell’assestamento di bilancio, quindi, sa-
I consiglieri discutono sulle modifiche ai fondi per lo sport [foto Tony Vece]
APPROVATO LO STANZIAMENTO PER LA SOCIETÀ SPORTIVA LUCANA
Sì ai 100mila euro
per il Melfi calcio
.
ranno soldi presi ai cittadini e
dati al Comune di Potenza»
taglia corto Rosa, evidenziando la necessità di recuperare a
luglio quelle somme. L’avvertimento, quindi, è lanciato. Il
«Salva Potenza» passa, ma sul
futuro si dovrà affrontare la
questione diversamente.
E passa l’intera legge di
bilancio, manovra finanziaria
di circa 3 miliardi e 700 milioni di euro, con un limite
massimo di indebitamento di
oltre 97 milioni. Tra i provvedimenti adottati l’aumento
dell’Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro (0,50 per
cento) e 75 mila euro (1,10 per
cento), ma con l’esclusione
delle famiglie con due figli a
carico. E, poi, l’introduzione
di un aumento dell’Irap (dal
3,9 al 4,9 per cento) per le
imprese che di occupano di
produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto
di petrolio greggio e di gas
naturale e servizi connessi.
l «Melfi calcio» non è scritto da nessuna parte, ma che quei
100mila euro, o parte dei essi, siano destinati alla società
sportiva del Vulture lo capiscono tutti. Perchè è - al momento l’unica società sportiva professionistica sul territorio lucano,
perchè con la sua partecipazione al campionato di Lega Pro
potrà promuovere l’immagine della Basilicata. Il «Melfi calcio»
incassa il sostegno regionale grazie all’approvazione
dell’emendamento che prevede uno stanziamento di 100mila
euro per le società sportive che contribuiscono a promuovere
l’immagine della regione. Un sì a maggioranza arrivato dopo
non poche fibrillazioni e dopo una mediazione che ha portato
all’eliminazione dall’articolo dell’indicazione «professionistiche» per un più semplice «società sportive» (una scelta legata
anche alla preoccupazione che la norma venisse successivamente ritenuta incostituzionale, non potendo per legge le
Regioni prevedere sponsorizzazioni). Ora quei soldi gli serviranno per sostenere le spese per il prossimo campionato,
forse per le trasferte ed i viaggio. E poco importa che si tratta del
10 per cento dell’intero fondo per lo sport, come ha spiegato il
consigliere Rosa. Perchè di fronte a quei 100mila euro il governatore ha assicurato che in fase di assestamento si cercherà
[a.i.]
di aumentare il plafond dell’intero Piano per lo sport.
PROVVEDIMENTI IL PROGETTO COLLEGATO AD UN EMENDAMENTO SULLA VALORIZZAZIONE DELL’AREA DEL VULTURE CHE METTE INSIEME MELFI, ATELLA E RIONERO
Monticchio, funivia tra i 2 laghi
Sì del Consiglio anche all’istituzione di una commissione sulle royalty e a un piano rifiuti
l C’è la funivia che collegherà i laghi di
Monticchio e il monte Vulture, c’è la commissione speciale che si occuperà delle royalty,
ci sono i nuovi indirizzi in materia di rifiuti.
Comporta interventi in tutti i settori ed in tutti
i territori la lunga «maratona» del Consiglio
regionale per approvare la Finanziaria. In
particolare, ad essere approvato all’unanimità
è stato l’emendamento proposto dai consiglieri
Pietrantuono (Psi), Castelgrande (Pd), Mollica
(Udc) e Pace (Gm) sulla valorizzazione e la
promozione dell’area del Vulture. Nel dettaglio, nella norma Monticchio viene inquadrato come nucleo centrale dell’offerta turistica dell’area del Vulture, e attraverso accordi di cooperazione tra i comuni di Melfi,
Atella e Rionero, si cercheranno di potenziare
i flussi turistici verso il vulcano con la creazione di funivie tra i due laghi di origine
vulcanica.
Un nuovo modo per attrarre turisti, ma
anche una scelta che viene vista come «un
valore aggiunto rispetto alla candidatura di
Matera a capitale europea della cultura 2019» e
che deve portare - secondo i consiglieri firmatari - la Giunta «a reperire risorse finanziarie sufficienti a sostenere un progetto
complessivo di rilancio del Vulture».
A maggioranza, invece, è stato approvato
l’emendamento firmato dai consiglieri Cifarelli, Giuzio (Pd), Romaniello (Sel), Galante
(Ri), Bradascio (Pp) e Pietrantuono che prevede l’istituzione di un «Commissione speciale
sull’utilizzo delle royalties».
«Il Consiglio regionale – si legge nel dispositivo – preso atto dell’articolato dibattito
sul Collegato al bilancio sul tema dell’utilizzo
delle royalties derivanti dalle estrazioni petrolifere, impegna la Giunta regionale ad istituire ai sensi degli articoli 44 e 45 del regolamento consiliare una Commissione spe-
SCENARIO I laghi di Monticchio
.
ciale con il compito di studio, valutazione ed
elaborazione di proposte sullo stato di attuazione degli accordi sottoscritti ed utilizzazione delle royalties petrolifere».
Questo avverrà senza costi aggiuntivi e la
Commissione, composta da consiglieri di tutti
gli schieramenti, dovrà concludere i propri
lavori entro 180 giorni dalla data dell’ istituzione.
L’intera questione rifiuti e la sua riorganizzazione è al centro di un altro ordine del
giorno a firma dei consiglieri Pietrantuono ,
Cifarelli, Robortella, Spada, Castelgrande, Giu-
zio, Santarsiero, Polese (Pd), Bradascio, Pace,
Benedetto (Cd), Romaniello, Rosa (Lb.Fdi) e
Galante. «Considerato che si attende ancora la
definizione del Piano regionale di gestione dei
rifiuti ed una nuova legge regionale di regolazione della materia – si legge nel dispositivo - e visto che in occasione delle
bonifiche delle Sin Val Basento e Tito Scalo,
sarà opportuno predisporre le necessarie misure di stoccaggio funzionali al contenimento
dei materiali derivanti dalle bonifiche, occorre
scongiurare gestioni emergenziali in materie
sensibili per l’incolumità pubblica e possibili
aumenti di costi a carico della collettività». Per
questo la Giunta dovrà «predisporre entro il 30
maggio 2014 un’apposita relazione, puntuale e
circostanziata, sullo stato attuale del ciclo dei
rifiuti in regione con particolare riferimento ai
Piani provinciali dei rifiuti adottati e non
approvati, ai residui di capienza volumetrica
nelle discariche in esercizio, allo stato delle
procedure in atto riguardanti gli ampliamenti
autorizzati o in via di autorizzazione, alle
percentuali di raccolta differenziata». Oltre ad
una più celere «verifica sui tempi di realizzazione del Piano regionale, sulla sua realizzazione e sugli obiettivi di raccolta differenziata a regime, sull’impiantistica prevista
e sui costi». Una volta ultimata la relazione
verrà portata in aula entro il 30 giugno 2014;
mentre entro il 31 dicembre sarà presentata
una legge regionale organica sulla materia e la
proposta di Piano. Prima di tali date, però,
entro il 15 giugno saranno proposte soluzioni
normative anche provvisorie per scongiurare
situazioni emergenziali. Come quelle che potrebbero essere provocate dal raggiungimento
della capienza massima delle quantità dimensionali autorizzate per gli impianti già in
esercizio sul territorio lucano.
[a.i.]
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Giovedì 24 aprile 2014
POLITICA
GLI SCENARI
Fibrillazioni e tensioni in attesa della
delle liste che avverrà
VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE presentazione
entro mezzogiorno del prossimo 26 aprile
VOTO DISGIUNTO
E tra prese di posizioni e tensioni compare
anche l’ombra del voto disgiunto
per il candidato sindaco
Centrosinistra, fuoco sotto la cenere
Prova di muscoli tra le anime Pd. Pittella tace e i suoi ufficializzano il legame col Psi
ANTONELLA INCISO
l Nel Centrosinistra tornano a
soffiare i venti della divisione,
alimentati dalla guerra intestina
nel partito democratico. Non è un
episodio isolato la dura presa di
posizione degli antezziani e dei
minori di Realtà Italia contro le
decisioni prese dagli uomini di
Marcello Pittella, di sostenere il
candidato sindaco del Centrosinistra, Luigi Petrone.
Dietro c'è una strategia studiata a tavolino per far uscire allo
scoperto gli esponenti più autorevoli del partito, per far capire
prima della presentazione delle
liste posizionamenti e «apparentamenti».
In attesa di comprendere fin
dove si spingeranno i fedelissimi
di Maria Antezza sulle amministrative nel capoluogo, non solo
i pittelliani ma tutti i dem quindi,
devono fare i conti con un atteggiamento di aperta ostilità che
lascia aperti pochi spiragli per
una ricomposizione (con tanto di
riflessi anche in Consiglio regionale). E che può avere come
conseguenza estrema, se non la
presentazione di una lista, quanto meno il sostegno al candidato
sindaco «dell’Altro Centrosinistra» scelto con le primarie, Roberto Falotico.
Certo, molti degli interrogativi
e molte delle perplessità si chiariranno entro sabato, quando le
liste saranno ufficializzate, quando i collegamenti saranno confermati. Sino ad allora, e forse
anche dopo, però, sarà una «prova di muscoli». Esattamente come quella che si è consumata con
la nota di Bradascio, Giuzio e
Galante.
Uno «strappo» che - secondo
indiscrezioni - è solo il primo di
una serie di segnali che si avranno almeno sino alla fine della
settimana se non oltre (tra cui,
secondo alcuni, l’ufficializzazione del voto alla primarie dell’Altro Centrosinistra espresso da un
esponente pittelliano).
Certo, ufficialmente, nessuno
parla. Tace il presidente Pittella
che a più di qualche autorevole
esponente dem avrebbe confidato
di «non voler dire nulla sulle
amministrative» e di «volere stare fuori dalle elezioni nei comuni». Si limita a poche parole il
consigliere Giuzio sottolineando
di «appoggiare il suo candidato
nella lista del partito democratico», non commenta il consigliere di Realtà Italia, Paolo Galante.
A parlare, invece, sono gli atti.
Come l’ufficializzazione dell’intesa tra i pittelliani che fanno
riferimento a Polese e il Partito
socialista. Una scelta che porta
alla presentazione di una lista
unitaria proprio alle amministrative nel capoluogo, conferma l’appoggio a Luigi Petrone, ma soprattutto ridisegna il quadro delle alleanze all’interno del Centrosinistra lucano. Certo da chiarire è la questione rinnovamento,
condizione ritenuta indispensabile da Polese, ma che si scontra
apertamente con la scelta dei
dem di ricandidare tutti i consiglieri comunali uscenti, compresi quelli con più di tre legislature.
In questo scenario, però, da
definire è soprattutto se l'ala dura
degli antezziani sia del tutto sicura di voler compiere l’ultimo
passo: ossia sfilarsi dal Centrosinistra, appoggiare apertamente
Falotico insieme a Realtà Italia e
Italia dei Valori, e lavorare ad
un’ipotesi di voto disgiunto in
modo da evitare di incorrere nelle «sanzioni» del partito. Il tema è
delicato, anzi delicatissimo, e
nessuno sembra intenzionato ad
affrontarlo apertamente. «Aspettiamo la presentazione delle liste» commentano fonti dem, ma
in lontananza proprio l’ombra
del voto disgiunto sembra essere
il nuovo incubo che agita i sonni
del Centrosinistra in vista delle
amministrative nel capoluogo.
PIAZZA SEDILE Il Municipio del capoluogo. Si vota il 25 maggio prossimo per il rinnovo del consiglio comunale
Valvano (Psi) «Un’unica lista per dare
un segnale di unità alla città di Potenza»
l «Non è una semplice intesa elettorale ma qualcosa di
più. È un'integrazione su visioni politiche e amministrative
comuni, su progetti che riguardano la città capoluogo e
l’intera comunità regionale che ci ha convinto a costruire
una lista di candidati collegata al candidato sindaco Luigi
Petrone. Dopo che il Centrosinistra
si era perso sull'indecisione intorno
alle primarie, soprattutto per le
questioni interne al Partito Democratico, il PSI e Potenza Democratica, hanno deciso di presentare
un'unica lista per dare un segno forte di unità alla città di Potenza e
soprattutto per condividere il rinnovamento delle classi dirigenti». È
quanto sostiene in una nota il seSEGRETARIO PSI
gretario regionale del Psi, Livio ValLivio Valvano
vano. «Socialisti e democratici sono
insieme per iniettare all'alleanza la
spinta riformista e l’energia rinnovatrice, indispensabile
per governare in una diversa direzione la città capoluogo continua il segretario - una direzione che recuperi relazioni
con il territorio e che sappia aggiornare i servizi ai nuovi
.
bisogni, forti anche del coinvolgimento di giovani e donne,
professionisti, imprenditori e funzionari che mettono al servizio della comunità potentina capacità e saperi». «Siamo
insieme per un progetto politico per Potenza, che guarda
all’Europa e al Pes, con la consapevolezza di aver scelto la
via della responsabilità, anteposta a quella più egoistica
della conquista di postazioni di potere che è ancora presente
trasversalmente nella testa di singoli esponenti politici aggiunge Valvano - L’incombente stato emergenziale delle
casse comunali e la necessità di un cambiamento ci chiamano tutti a responsabilità, non si può determinare un
governo cittadino affliggendolo prima con i conflitti interni
alla coalizione. Per le stesse ragioni, però, non bisogna temere il cambiamento». «Non bisogna aver paura di cambiare rotta nella amministrazione della città capoluogo, anzi- conclude l' esponente politico - I cambiamenti intorno a
noi ci costringono ad una continua rivisitazione di visioni e
strategie e sicuramente Potenza oggi ha bisogno di novità,
di rinnovamento negli uomini e nella politica. Per questo
contribuiremo alla costruzione di un programma del centrosinistra, che recepisca le nostree istanze, quelle sul ruolo
della città capoluogo di regione e su una nuova visione
urbana di città che ne valorizzi i punti di forza».
Faccia a faccia Cannizzaro-De Luca
salta l’ultimo tentativo di mediazione
MASSIMO BRANCATI
l Si sono incontrati solo loro
due in una stanza del palazzo del
consiglio regionale. L’estremo
tentativo di trovare una mediazione per arrivare alle elezioni
compatti, con un unico candidato
sindaco del centrodestra. Un confronto molto franco, quello di ieri
pomeriggio tra Michele Cannizzaro e Dario De Luca, volutamente
organizzato a quattrocchi per evitare condizionamenti e ingerenze
di una politica che non è riuscita a
trovare la quadra. Il centrodestra,
resta spaccato: da una parte Forza
Italia, Ncd e Udc appoggiano Cannizzaro, dall’altra Fratelli d’Italia
e Popolari per l’Italia che spingono per De Luca.
I due si erano lasciati con l’impegno di incontrare le rispettive
sponde politiche per sondare se ci
fossero ancora margini di mano-
vra da mettere a frutto al più presto. Ma tra i sostenitori di De Luca
c’è un gruppo di «ultras» che non
ha voluto analizzare le ragioni
dell’unità, chiudendo all’ipotesi
di un’intesa. Posizione che il capogruppo regionale Gianni Rosa
traduce in un didascalico: «Non è
successo nulla. Tutto come prima».
Oggi, insomma, De Luca si presenterà alla città con la coalizione
che lo sostiene, «L’altra Potenza»,
costituita da Fdi, Popolari per
l’Italia e una lista civica. L’appuntamento è nel teatro Principe di
Piemonte, alle 18. Alla manifestazione parteciperanno i novantadue candidati delle tre liste, i leader di partito e dirigenti nazionali
e locali.
De Luca molto probabilmente
riferirà dell’ultimo incontro avuto con Cannizzaro e spiegherà le
ragioni politiche e culturali della
INCONTRO
Dario De
Luca e
Michele
Cannizzaro,
candidati
sindaco del
centrodestra.
Si sono
incontrati per
tentare una
mediazione in
extremis
[foto Tony Vece]
.
sua candidatura. Accennerà al
programma elettorale ed introdurrà i temi della campagna elettorale della sua coalizione.
La scelta di denominarla «L’altra Potenza» ribadisce l’idea di
una forte discontinuità con modelli politici usurati, con prassi e
sistemi di potere logori.
«De Luca - sottolineano Gianni
Rosa e Aurelio Pace - realizza
l’idea di un cambiamento radicale
e nel contempo di una forte suggestione: i vecchi schemi sono superati.
Il problema non è solo vincere
ma «liberare» la città dalla mediocrità, dall’arroganza e da forme di potere più o meno «occulte»,
dove non si capisce bene cos’è la
sinistra e cos’è la destra. Questi
ultimi vent’anni hanno segnato il
declino di Potenza. La mortificazione dei potentini».
Comune
La presentazione
delle liste
La presentazione delle candidature alla carica
di sindaco e delle liste dei
candidati alla carica di
consigliere comunale
con i relativi allegati deve
effettuarsi presso la segreteria generale del Comune, Palazzo di Città-piazza Matteotti n. 1
dalle 8 alle 20 di domani e
dalle 8 alle 12 del 26 aprile. Sul sito del Ministero
dell'Interno e sull'home
page del Comune di Potenzaè pubblicata l'edizione 2014 delle «Istruzioni per la presentazione
e l'ammissione delle candidature». Per accelerare
le operazioni di ammissione delle liste bisogna
presentare, su supporto
informatico, oltre alla documentazione prevista
dalle istruzioni ministeriali: l'elenco dei candidati
alla carica di consigliere
comunale con luogo e
data di nascita; il contrassegno di lista la descrizione del contrassegno di lista riportato.
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
Giovedì 24 aprile 2014
ENERGIA E AMBIENTE
QUEI PALI DELLA DISCORDIA
LE RAGIONI DEL NO
Il progetto interessa anche Costa della
Gaveta. Timori per l’inquinamento
acustico e i campi elettromagnetici
PROTESTA Gli abitanti e i titolari di un centro ippico in contrada Piani del Mattino si oppongono alle pale eoliche [foto Tony Vece]
La «guerra» del vento
a Piani del Mattino
Un comitato di cittadini si schiera contro il nuovo parco eolico
EMANUELA FERRARA
l Lo definiscono mini-eolico. Chi, però, ha tentato di vederci chiaro ed approfondire la questione, ha scoperto che
di mini c’è solo il nome. L’impatto ambientale è decisamente macro. Ecco dunque spiegato il motivo della nascita del
comitato spontaneo. Cittadini ed associazioni sportive, operanti nella zona Costa
della Gaveta e Piani del Mattino, uniti per
dire no alla costruzione del parco eolico
già approvato e di prossima nascita.
Sia chiaro, informano i cittadini, niente in contrario alla cosiddetta «energia
pulita». Il problema risiede tutto nelle
ricadute che impianti simili potrebbero
avere sulla vita quotidiana e sulle attività
commerciali. La chiamano difesa della
salute e dell’ambiente perché qualcosa,
secondo il loro ragionamento, non quadra.
Si sente tanto parlare di mini-eolico,
produzione di minor quantitativo di energia e minori beghe burocratiche da affrontare per la messa in opera di tali
impianti, in realtà a livello visivo non c’è
nulla di diverso rispetto a quanto siamo
abituati a vedere. Il comitato spontaneo
«cittadini di Piani del Mattino», in una
riunione operativa atta al raccoglimento
di firme, ha spiegato tutte le criticità riscontrate. È vero che quello previsto nelle
zone citate sarà un parco di mini-eolico,
con potenza generata di 60 kw, ma è pur
vero che le macchine sono quelle adoperate per generazioni energetiche superiori. Una pala eolica di questo tipo
arriva ad un’altezza che si aggira attorno
ai 40 metri. Ora, altezza a parte, quello che
preoccupa i cittadini non è solo il deturpamento ambientale ma anche, e soprattutto, l’inquinamento acustico e i
campi elettromagnetici procurati dagli
impianti.
La messa in opera di tali impianti riguarda, e riguarderà nel futuro più prossimo, aree densamente popolate. Senza
contare, dicono sempre i membri del comitato, che si tratta di zone ricchissime
dal punto di vista faunistico. Istallare
queste pale eoliche comporterà, oltre al
disturbo per la popolazione residente,
l’abbandono di alcune specie di animali
da quella zona. Una perdita che nessuno
vorrebbe affrontare.
La richiesta è delle più semplici. Si è
proceduto ad informare anche i cittadini
di contrada Botte e di contrada Dragonara per unirsi sotto un unico comitato.
L’intento è portare l’istanza in Comune,
affinché l’amministrazione non proceda
con le autorizzazioni necessarie per il
prosieguo dei lavori.
Lo chiamano «scempio» e provano a
darne una connotazione precisa. L’associazione sportiva «centro ippico Riding
Star» ha fatto, ad esempio, un elenco det-
La scheda
Impianti non superiori ai trenta metri
Quando si parla di mini-eolico si fa riferimento a tutti quegli impianti di piccole dimensioni, generalmente non superiori ai 30 metri, che consentono di produrre energia elettrica sfruttando la fonte
rinnovabile vento. Grazie a questi aerogeneratori di dimensioni ridotte, si può ottenere l’approvvigionamento elettrico necessario
per uso domestico o per piccole imprese, risparmiando su consumi e costi proprio perché in grado di funzionare anche a regimi
ventosi ridotti. L’ultima tendenza, però, è quella di considerare mini-eolico anche macchine potenzialmente in grado di produrre,
grazie alle loro dimensioni, un quantitativo di energia maggiore.
TRACCIATO Cominciati i lavori di installazione [foto Tony Vece]
tagliato di ciò che la costruzione del parco
comporterebbe. Il centro ippico si occupa
di tecnica equestre, doma ed addestramento cavalli, nonché di attività ludiche
e, a breve, di ippoterapia (si è in attesa dei
certificati per iniziare le attività con i
diversamente abili). La zona in cui sorgono i campi addestramento e lavoro è
interessata, ad una distanza di 100 metri,
dalla realizzazione prossima di impianti
eolici. Tale condizione, spiegano il presidente ed i soci di Riding Star, è incompatibile con le attività svolte dal centro,
considerata la natura di “preda” del cavallo, animale sensibile a rumori e movimenti. I rischi sarebbero reazioni incontrollabili degli animali con possibilità
di causare danni a chiunque frequenti il
centro, bambini e disabili compresi. Se
non verranno revocati i permessi già dati
e ne verranno concessi ulteriori, Riding
Star sarà costretto ad interrompere le
attività.
Al momento sono state raccolte un centinaio di firme ma con ogni probabilità il
numero è destinato a crescere nei prossimi giorni. È diventata, dicono, una questione vitale. Tutti sono a favore di uno
stile di vita sano e responsabile ma i
cittadini di queste aree discutono proprio
i principi di «sanità» e «responsabilità»
legati ai parchi eolici. La loro sarà
un’aspra battaglia di cui, sicuramente, si
sentirà ancora parlare.
UNIVERSITÀ OGGI A POTENZA UN CONVEGNO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE UNIVERSITARIA «GEOBAS»
Economia e geologia
per creare posti di lavoro
l Si può creare lavoro sviluppando la vocazione turistica del patrimonio geologico? Stando agli esempi
di alcune regioni d’Italia, sembra di
si. Anche la Basilicata ha ampi margini di crescita turistica, ma deve
attivarsi. È questo il tema centrale
del convegno, aperto al pubblico, dal
titolo Econgeo, che si terrà oggi
all’Università degli Studi della Basilicata, nell’Aula A4 di Scienze
(plesso di Agraria), dalle 9 alle 18.
L’evento, finanziato dall’Ateneo lucano, è un progetto dell’Associazione culturale universitaria GeoBas,
in collaborazione con GeoBas-Italia
(Associazione Culturale di ricerca e
divulgazione delle Geoscienze), Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale) e Progeo (Associazione Europea per la Conservazione del Patrimonio Geologico). Circa 10 gli interventi previsti nel programma di
lavori, in cui docenti e neolaureati
esporranno geositi noti e non del
territorio, le loro potenzialità e alcuni casi di studio. Come valorizzare
il patrimonio geologico? «Basta individuare le grandi bellezze del territorio e poi renderle fruibili ai turisti», afferma Fabio Olita, studente
di geologia e coautore del convegno.
«Invito tutti i cittadini ad essere presenti alla manifestazione perché è
soprattutto a loro che ci rivolgiamo.
Crediamo che conoscere le potenzialità geo-turistiche lucane sia il primo
passo per creare sviluppo e lavoro in
questo campo» aggiunge infine Olita. La giornata si aprirà e chiuderà
con un tavolo tecnico di politici e
amministratori locali (assessore regionale Aldo Berlinguer, i consiglieri Vincenzo Robortella, Francesco
Pietrantuono e Mario Polese), ai
quali verranno comunicati spunti e
istanze di promozione dei geositi:
luoghi di grande valore geologico ed
estetico. Trampolino di lancio della
geologia come nuova forma di green
economy, il convegno pubblico Econgeo porta una doppia firma. Gli autori dell’associazione Geobas hanno
coinvolto i colleghi della Facoltà di
Economia, con lo scopo di dare corpo
a richieste e valutazioni più concrete, coerenti e fattibili. «Esistono ampi margini di crescita turistica in
Basilicata», spiega Angela Lisanti,
coautrice del progetto e laureata in
economia all’Unibas, «la domanda
dei turisti è sempre più orientata
alla riscoperta dei luoghi naturali e
incontaminati, ma per soddisfarla
c’è bisogno di impegno, programmazione e approccio trasversale». Secondo Aurelio Abbruzzese, presidente dell’associazione promotrice
GeoBas «la scommessa con il pub-
blico è che chiunque sceglierà di passare qualche ora con noi domani scoprirà un volto nuovo e sorprendente
della Basilicata, convincendosi dei
vantaggi multisettoriali che il geoturismo porta: tutela e valorizzazione del territorio, protezione delle risorse naturalistiche, zero ricadute
ambientali e massimo profitto per la
comunità lucana. Sembra un paradosso ma è proprio così».
MACCHIA
ROMANA
In alto il
plesso
universitario
che ospita
anche la
facoltà di
Agraria
.
SABATO IN UN INCONTRO
Prelievi di acqua
ad Avigliano
«Punto zero»
li rende pubblici
l Dopo aver scatenato un
putiferio con l’analisi delle
acque di Tito, tra denuncia di
inquinamento e risposta di
Arpab e Asp che hanno rassicurato i cittadini, l'associazione Progetto Earth G Basilicata-Punto 0 della nostra
Terra allarga il suo raggio
d’azione e coinvolge altri comuni della Basilicata.
Al fine di condividere e
approfondire pubblicamente,
con cittadini e amministratori locali, importanti elementi di riflessione sullo stato effettivo di salubrità dell'acqua pubblica a seguito
delle analisi effettuate di recente ad Avigliano, organizzano un incontro che si terrà
presso l’aula consiliare del
Comune di Avigliano sabato
prossimo, alle 18.
Interverranno, tra gli altri,
l’ing. Silvana Baldantoni,
presidente dell’associazione
«Punto Zero» e il tentente
Giuseppe Di Bello.
La conferenza stampa, moderata da Francesco Giordano, è stata convocata per rendere noti i dati riguardanti le
analisi condotte dall’associazione alle acque potabili di
rubinetto ad Avigliano, i rischi provenienti dalle acque
non in linea con il d.lgs.
31/2001, ben chiari alle associazioni ambientaliste ma
ancora sconosciuti alla popolazione.
«Quando a rischio è la potabilità dell'acqua - dice Baldantoni - è a rischio la salute
di un'intera comunità. Quando le istituzioni preposte al
controllo ed alla tutela della
salute dei cittadini non danno risposte certe e verificabili, ognuno di noi ha il
dovere di concorrere alla ricerca della verità per garantire la salvaguardia del bene
comune». Si apre così un
altro fronte destinato ad accendere ulteriori polemiche
sulla reale qualità dell’acqua
in Basilicata.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I VII
Giovedì 24 aprile 2014
FINANZIAMENTI
L’INCHIESTA DELLA PROCURA
EX CONSIGLIERI REGIONALI
Tra gli indagati ci sono due ex consiglieri
regionali: Pasquale Robortella e l’allora
presidente del consiglio Prospero De Franchi
COINVOLTI I FUNZIONARI
Secondo l’accusa i funzionari e gli istruttori
delle pratiche hanno fatto sì che ottenesse
i finanziamenti anche chi non aveva diritto
L’iter burocratico
I controlli
erano duplici
L’Unione europea finanziava
l’imboschimento di terreni. E in
tanti avevano presentato la domanda di ammissione. Le pratiche, tramite i patronati, venivano trasmesse all’Arbea per
l’istruttoria. L’Agea avrebbe dovuto fare le verifiche e disporre
il finanziamento. I controlli quindi erano duplici. Secondo l’accusa però le pratiche erano passate comunque, nonostante i
beneficiari non avessero i requisiti. Addirittura in qualche caso
gli investigatori ritengono che
non esistessero proprio le piantagioni. I controlli sono stati effettuati tramite foto aeree e satellitari.
I fatti risalgono agli anni
2008-2011. E nel mirino della
Procura sono finiti i beneficiari,
coloro che hanno presentato le
pratiche, i funzionari che le hanno istruite e approvate e anche
chi avrebbe dovuto controllare.
La materia è spinosa e sono insorte non poche contestazioni
da parte degli indagati.
le altre notizie
ANCORA UN INCIDENTE
Due persone ferite
sulla «Potenza-Melfi»
n Ancora un incidente sulla
famigerata «Potenza-Melfi».
Il terzo nel giro di una decina di giorni di cui uno
mortale. Stavolta per fortuna il sinistro ha fatto registrare... soltanto due feriti
lievi. L’incidente quasi nello
stesso punto dove sono accaduti gli ultimi due, cioè
tra Melfi e Rapolla. Ieri nel
tardo pomeriggio, forse
complice la pioggia, o forse
l’alta velocità, un’auto deve
essere sbandata andando a
cozzare contro un’altra vettura. Come detto per fortuna le conseguenze non sono
state tragiche con soli due
feriti leggeri. Il traffico è rimasto interrotto per un’ora
circa per permettere la rimozione dei veicoli incidentati. Sul posto oltre a Polizia
e carabinieri anche il «118»
e i vigili del fuoco.
ARBEA L’ente regionale che eroga i finanziamenti Ue in agricoltura [foto Tony Vece]
Fondi Ue per i rimboschimenti
Undici le persone indagate
Sbotta De Franchi: «Ulteriore errore investigativo. Le mie piante esistono»
l Sono complessivamente undici gli
avvisi di conclusione delle indagini
sui contributi europei per il settore
agricolo, notificati nei giorni scorsi
dalla Squadra mobile di Potenza e
dagli agenti del Corpo forestale dello
Stato ad alcuni funzionari pubblici, ex
consiglieri regionali e imprenditori.
Secondo quanto si è appreso a Potenza, gli avvisi di conclusione delle
indagini si riferiscono a un’inchiesta
della Procura della Repubblica sui
finanziamenti dell’Unione europea
per l’agricoltura e la forestazione percepiti da alcune aziende e da alcuni
imprenditori.
L’accusa: frode alla Ue sui finanziamenti per i rimboschimenti. Secondo la Procura le pratiche per i
finanziamenti sarebbero passate nonostante l’assenza dei requisiti.
Gli indagati: Pasquale Robortella,
PRATICHE SISTEMATE
Secondo l’accusa gli imprenditori
hanno ottenuto i finanziamenti
senza avere i requisiti
ex consigliere regionale, Prospero De
Franchi, ex presidente del consiglio
regionale, suo fratello Antonio Sergio
De Franchi, Ermanno Pennacchio,
dirigente Arbea (ente regionale che
eroga i finanziamenti europei in agricoltura), Gerardo Lovito, ex funzionario di Confagricoltura, Eugenio
Tropeano, ex funzionario di Confagricoltura, Giovanni Votta, imprenditore agricolo, Tommaso Romeo, imprenditore agricolo, Fortunato Giannuzzi, informatico, Rosa D’Acquaro,
imprenditore agricolo, Francesco
Giuseppe Guarino, dipendente Agea
(l’ente nazionale che si occupa dei
finanziamenti europei in agricoltura).
«Ben due controlli hanno confermato l’esistenza delle piante nella mia
proprietà», sbotta Prospero De Franchi, contattato in serata dalla Gaz-
zetta.
Sostiene De Franchi: «Ho ricevuto
l’avviso di conclusione delle indagini
relativamente al rimboschimento realizzato in agro di Spinoso e Guardia
Perticara. Sono sorpreso e ritengo che
ci sia stato un ulteriore errore di
indagine. L’impianto - precisa Prospero De Franchi - è stato collaudato
nel giugno del 2009 e successivamente
controllato e riconosciuto esistente,
con piante attecchite, attraverso sopralluoghi e controlli operati da Agea
di Roma nel luglio del 2009 e dicembre
2012. C’è anche un sopralluogo effettuato dal mio tecnico nel marzo del
2009 che ha curato la progettazione e
la direzione dei lavori. Sono sereno ha concluso De Franchi - e fiducioso
che la magistratura accerterà la completa estraneità mia e di mio fratello
alle contestazioni mosse».
IL CASO DIVERGENZE CON LA PRESIDENTE GENTILE SULLA CONDUZIONE DELLA SOCIETÀ
l Poche righe ufficiali pubblicate sul sito istituzionale della Regione: il componente del consiglio
di amministrazione di Acquedotto Lucano, Giovanni Mussuto, ha
rassegnato le dimissioni dalla carica. Mussuto - spiega la nota diffusa da Al - era stato eletto nel Cda
di Acquedotto Lucano dall'assemblea dei soci del 5 aprile 2012.
Cosa abbia determinato questa
scelta non è dato saperlo. Mussuto
rinuncia d’un botto a 50mila euro
l’anno e si sgancia da una poltrona nell’era in cui amministra-
tori e politici si farebbero amputare le gambe piuttosto che abbandonare il posto di comando.
Ecco perché fanno ancora più
rumore le dimissioni di Mussuto
che di fronte alla nostra richiesta
di spiegazioni preferisce trincerarsi dietro il «no comment». La
decisione di gettare la spugna potrebbe essere legata a tensioni tra
lo stesso Mussuto e la presidente
Rosa Gentile. Tra i due sarebbero
volati stracci nel corso di diversi
Cda. C’è chi, all’interno di Acquedotto Lucano, parla di diverbi
piuttosto accesi, di litigi a voce
alta. Mussuto non aveva mai fatto
mistero della sua avversione verso una gestione «monocratica»
dell’ente. Non condivideva il modus operandi di Gentile. Ma su
cosa in particolare c’erano divergenze? Questioni di bilancio? Di
personale? E se c’entrasse l’inchiesta portata avanti dalla Dda
di Potenza? Sono ancora in corso
le indagini scaturite due anni fa
da alcune denunce che descrivevano le «relazioni» in base alle
quali sarebbe stato possibile ottenere una «segnalazione» per un
posto di lavoro e svelavano le
«amicizie» che avrebbero «garantito» un «aiuto» per uno dei lavori
Fiat Melfi, dall’Acm
disdetta accordi
n Il consorzo Acm – che raccoglie le 13 aziende dell’indotto dello stabilimento di
San Nicola di Melfi della
Fiat – ha annunciato ieri
sera ai sindacati, durante
una riunione svoltasi a Napoli, il recesso dagli accordi a partire dal prossimo
primo luglio. Lo ha reso noto il segretario regionale
della Basilicata della
Fiom-Cgil, Emanuele De
Nicola, che ha partecipato
alla riunione insieme a
rappresentanti della Fiom
nazionale, e di Fim, Uilm,
Fismic e Ugl: «Noi – ha
spiegato De Nicola – abbiamo chiesto che non si proceda ad azioni unilaterali
ma che si percorra la strada della discussione sugli
aspetti produttivi ed occupazionali». Nelle 13 aziende del consorzio lavorano
1.650 persone: «La volontà
di Acm di giungere ad un
nuovo accordo più in linea
con il punto di vista della
Fiat – ha aggiunto De Nicola – è chiara, ma deve essere altrettanto chiaro che
i lavoratori devono essere
garantiti».
SCONTRO
Nelle foto a
sinistra
Giovanni
Mussuto,
dimissionario
dal Cda, e
Rosa Gentile
Mussuto lascia il Cda
di Acquedotto Lucano
MASSIMO BRANCATI
L’ANNUNCIO A NAPOLI
.
da affidare. Gli investigatori stanno cercando di accertare se qualche intervento esterno abbia «turbato» le gare d’appalto.
Probabilmente Mussuto contesta a Gentile un approccio discrezionale rispetto alla gestione di
un ente che è la prima stazione
appaltante della Basilicata. Accu-
sa che avrebbe più volte sollevato
nel recente passato.
Dopo giorni di riflessione e di
travasi di bile, Mussuto ha deciso
di rompere gli indugi e di lanciare
un segnale forte, di rottura, lasciando il consiglio di amministrazione. Naturalmente ci si
aspetta da lui una spiegazione
chiara, inequivocabile sulla sua
decisione. La prossima assemblea dei soci potrebbe essere il
momento e il luogo giusto per argomentare i motivi che lo hanno
indotto a dissociarsi dalla conduzione dell’ente. Aprendo la strada
a congetture dal sapore giudiziario.
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
POTENZA
Giovedì 24 aprile 2014
CARTOLINE ANCHE DALLA BASILICATA SARANNO INDIRIZZATE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI
«Benefici anche a pensionati
incapienti e lavoratori precari»
La campagna di mobilitazione presentata ieri da Spi Cgil, Fnp Cisl eUil
PENSIONATI
LUCANI I
segretari
regionali di
Spi Cgil, Fnp
Cisl e Uil
Pensionati,
hanno
illustrato ieri
a Potenza i
termini della
protesta dal
titolo «Caro
Matteo noi
non stiamo
sereni»
ALESSANDRO BOCCIA
l Ci saranno anche cartoline dalla Basilicata
indirizzate al presidente del consiglio Matteo Renzi per chiedere al governo nazionale risposte serie
e strutturate sui temi principali della piattaforma
rivendicativa unitaria, a cominciare dal lavoro,
per continuare poi con lo sviluppo, la tutela del
reddito, l’occupazione, il welfare pubblico e solidale, la legge sulla non autosufficienza, la lotta
agli sprechi e ai privilegi e l’estensione delle riduzione delle tasse anche ai pensionati.
L’iniziativa, attuata in tutta Italia, ha per slogan
«Caro Matteo noi non stiamo sereni», che è diventato anche un hashtag da usare sui social network, e rientra nell’ambito della campagna nazionale di mobilitazione, che i segretari regionali
di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, Nicola Allegretti, Enzo Zuardi e Vincenzo Tortorelli, hanno
illustrato ieri a Potenza. Una campagna che sarà
articolata in numerose iniziative sul territorio
attraverso una raccolta firme e l’invio di una cartolina da consegnare al Presidente del Consiglio
entro il mese di giugno, in occasione di una manifestazione che sarà organizzata a Roma.
«All’indomani delle promesse – hanno spiegato i
segretari lucani delle tre organizzazioni sindacali
- arrivano le amarezze, e i pensionati di Basilicata
sono i primi a non aver apprezzato le parole di
Renzi sui famosi 80 euro. Esclusi dai proclami del
premier, che ha annunciato di voler aiutare i lavoratori dipendenti con stipendi inferiori ai 1500
euro mensili, i pensionati non ci stanno e chiedono
di estendere anche a loro, ai lavoratori precari e
agli incapienti i nuovi benefici».
Dati alla mano, i sindacati, hanno ricordato che
«un terzo dei lucani non riceve alcun bonus poichè
si tratta di pensionati, che subiscono quindi un
danno da far presente al governo, e il 28 per cento
vive con circa 400 euro al mese». Alla conferenza
stampa hanno anche partecipato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Genovesi,
Nino Falotico e Carmine Vaccaro, i quali hanno
sottolineato come «il governo nazionale da un lato
ha la buona intuizione di rilanciare i consumi
interni con l’operazione 80 euro, ma dall’altra
riducendo la platea dei beneficiari limita la funzione anticiclica della scelta».
Per questo Genovesi, Falotico e Vaccaro invitano i pensionati, i giovani e i lavoratori «a sostenere la raccolta firme, che verrà attuata sul
territorio, anche attraverso iniziative mirate davanti alla sede della Regione Basilicata, delle Prefetture di Potenza e Matera, e nei maggiori comuni
lucani».
POTENZA
TITO SCALO
L’iniziativa sostenuta anche da IdV
«In tanti nella soglia di povertà»
«L'iniziativa dei sindacati dei pensionati lucani ha
un significato particolare racchiuso in pochi dati: per i
147mila pensionati residenti in Basilicata il reddito
pensionistico medio è stato nel 2012 di 12.670 euro
l'anno; il divario di quanto percepiscono i pensionati
lucani e la media nazionale è di circa 240 euro al mese, nei confronti dei residenti in Lazio è di quasi 430
euro al mese». A sostenerlo è Italia dei Valori che con
la segretaria regionale Maria Luisa Cantisani aggiunge: «se pensiamo che ci sono da noi migliaia di pensionati che percepiscono fra i 500 e i 600 euro, ci rendiamo conto che costoro vivono nella soglia di poverta». «Noi – dice il segretario nazionale dell'IdV,
Ignazio Messina - stiamo raccogliendo le firme per un
proposta di legge d'iniziativa popolare volta, fra l'altro, a rivalutare al costo della vita le pensioni che valgono almeno cinque volte il minimo. Prevediamo anche di coprire i buchi previdenziali per tutti i giovani
precari e per le partite Iva mono committenti e di distinguere nel bilancio Inps la previdenza dall'assistenza, cosa che non ha fatto l'Istat nella sua rilevazione».
«Inoltre - sottolinea Messina - proponiamo di reperire
risorse immediate stabilendo un tetto alle pensioni
d'oro per i parlamentari, i consiglieri regionali, i manager pubblici. Costoro devono restituite al Paese
una parte dei privilegi di cui hanno goduto per anni.
Dai dati Istat emerge l'enorme discriminazione verso
le donne che fruiscono solo in minima parte delle
pensioni d'anzianità ed hanno una pensione media
annua inferiore di circa mille euro rispetto a quella
degli uomini».
GLI ADDETTI EX AUCHAN SARANNO IMPIEGATI DALLA «IPER POTENZA» ENTRO IL PROSSIMO MESE DI MAGGIO
«Sì all’assunzione dei 39 lavoratori»
È stato il rappresentante dell’Europa Cash, ieri in Regione, a fornire la notizia positiva
l Un sospiro di sollievo per i dipendenti dell’Auchan di Tito scalo dopo
l’annuncio della chiusura del sito. Si
sono concluse positivamente le trattative in corso tra la proprietà immobiliare e la società Iper Potenza Srl.
Quest’ultima avvierà «la propria attività negli stessi locali in cui esercita
Europa Cash fino al 30 aprile l’attività
di ipermercato presso la struttura del
Polo acquisti Lucania di Tito Scalo». È
quanto comunicato dal rappresentante
della società Europa Cash nel corso
dell’incontro che si è svolto ieri mattina
presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca
della Regione Basilicata, convocato
dall’assessore Raffaele Liberali per una
verifica della situazione occupazionale
e produttiva dell’azienda commerciale.
Dal tavolo, al quale hanno partecipato, oltre all’assessore e la Task Force
Occupazione della Regione, i rappresentanti di Confesercenti Potenza, Iper
Potenza Srl, Filcams – Cgil, Fisascat
UN BANDO DEL GAL VULTURE-ALTO BRADANO
Un marchio collettivo
per la «Podolica lucana»
AUCHAN Vertenza risolta a Tito Scalo
Cisl, Uiltucs – Uil e Uil, è emerso un dato
positivo per il futuro dei lavoratori sancito nel verbale della riunione: «La Iper
Potenza Srl – si legge – all’unico fine di
consentire una ricollocazione dei lavoratori licenziati che attenui l’impatto
sotto il profilo occupazionale, al momento dell’avvio della propria attività –
GENZANO
prevista entro fine maggio 2014 – manifesta la propria disponibilità ad assumere ex novo i lavoratori già in forza
alla società Europa Cash (39 unità lavorative) in maniera graduale fino
all’apertura dell’esercizio, a condizione
– condivisa da parte delle organizzazioni sindacali e dai singoli lavoratori
interessati – che la stessa avverrà al di
fuori degli ambiti di operatività
dell’art. 2112 contratto collettivo, con
esclusione di ogni forma di responsabilità solidale e di continuità con il precedente rapporto di lavoro». La società
ha inoltre manifestato la disponibilità
ad assumere anche i due lavoratori assunti ex legge 68/99. Le parti – conclude
il verbale sottoscritto – nel prendere
atto positivamente della conclusione
della vertenza, concordano che i 39 lavoratori saranno assunti con un nuovo
contratto di lavoro in linea con il Ccnl di
categoria con le stesse mansioni e livelli di inquadramento, in maniera graduale ed entro il mese di maggio».
DISARMARONO ETTORE BRUSCELLA
VENOSA
le altre notizie
SE NE PARLA OGGI
Tito, competenze
dell’ Unione Europea
n I centri EuropeDirect della
Basilicata, in collaborazione con Sviluppo Basilicata,
la Regione Basilicata e l’associazione Basilicon Valley,
hanno accolto l’invito della
Commissione Europea a
lanciare sul territorio Lucano tre dibattiti sul futuro
dell’Unione Europea.
Dalla giornata odierna dalle
ore 10.45 si svolgerà a Tito,
presso il centro per la creatività Cecilia, il primo di
questi dibattiti e affronterà
il tema relativo alle competenze dell’Unione Europea.
DEL «CAMPANIA» DI NAPOLI
La strage di Natale 2011 ricordata La Fanfara dei carabinieri
con i premi alla Benemerita
festeggia i Padri Trinitari
Per qualità dei prodotti e immagine del territorio Riconoscimenti a Vincenzo Servedio e Sebastiano Troia L’Istituto ha celebrato il 45^ anniversario
l Avvicinare il cliente ai prodotti e ai territori in cui si originano, attrarre i consumatori attraverso la creazione di un’esperienza, sostenere lo sviluppo dei
territori attraverso i dei prodotti di
punta dell’agroalimentare, dare attenzione a piccole realtà produttive mettendole a sistema, tra loro
e con gli altri anelli della filiera. C’è
tutto questo dietro l’obiettivo della
creazione di un marchio collettivo
della Podolica lucana, fortemente
voluto dal Gal Sviluppo Vulture
Alto Bradano che ha indetto un
bando pubblico aggiudicato da un
Ati (Associazione Temporanea di
Imprese) composta da Confagricoltura Basilicata e Tab Consulting. «Il mercato dei prodotti Podolici ha un alto potenziale di crescita ma occorre organizzare la filiera – ha detto il presidente del Gal
Sviluppo Vulture Alto Bradano,
Francesco Perillo –. E’ quindi necessario lavorare ad un progetto di
sistema per favorire una maggiore
tutela dell’origine e della qualità
dei prodotti e promozione dell’im-
magine dei territori, un sostegno
allo sviluppo della commercializzazione. È è il segnale di come,
nonostante la crisi, si possa fare
quadrato intorno a chi ha voluto
continuare a scommettere su un
mestiere difficile, puntando su una
razza che ha sempre rappresentato
una assoluta eccellenza del territorio». L’azione di marketing territoriale si svilupperà mettendo in
rete le piccole realtà produttive esistenti in Basilicata e utilizzando
un marchio collettivo per valorizzare la qualità dei prodotti. Non
solo ma anche il legame, forte e
indissolubile, con i territori, e la
storia di quei caparbi allevatori
che non hanno mai mollato, nonostante il rischio di estinzione
della razza. Con il marchio collettivo si tutela il territorio e alcuni
dei suoi prodotti di eccellenza, favorendo uno sviluppo delle aree
locali e aumentando la competitività delle produzioni, per cercare
nuovi sbocchi sui mercati. Ma si
punterà anche al turismo enogastronomico.
l GENZANO. Una strage quella operato nell’ospedale San Carlo di
della vigilia di Natale del 2011 che ha Potenza. In questi giorni a distanza
segnato profondamente il centro di ben due anni e quattro mesi da
bradanico. Quel 24 dicembre è stato quel terribile fatto di sangue, la strail più brutto della storia genzanese. ge della Notte di Natale è tornata
Persero la vita, crivellati di colpi, alla ribalta per la premiazione degli
madre e due figli. Il triplice omicidio appuntati scelti della stazione cacompiuto
per
rabinieri di Genquestioni di vicizano che appunnato da Ettore
to in quella sera
Bruscella,
di vigilia disarall’epoca 77 anni,
marono il Bruda tempo protascella. La pregonista di liti con
miazione di Vinla famiglia Mencenzo Servedio e
chise, che gestiva
Sebastiano
una lavanderia,
Troia è avvenuta
al piano terra in
a Potenza presso
via Vulture. Aril comando promato di un fucile
vinciale dell’ArPREMIATO L’appuntato Servedio ma. Il tutto in ocsemi-automatico, il pensionato,
casione della viossessionato dai vapori e dalla can- sita in Basilicata del generale di corna fumaria della lavanderia, uccise po d’armata Franco Mottola. Il coMaria Antonietta Di Palma, 55 anni, mandante interregionale carabie i suoi figli Maria Donata (30) e nieri «Ogaden» ha espresso il suo
Matteo Menchise (28). Si salvò il ca- «vivo apprezzamento per le attività
pofamiglia, Leonardo Menchise, 61 delle stazioni dell’Arma, quelle più
anni, che colpito ad una gamba fu a contatto con i cittadini». [a.mass.]
CELEBRAZIONE La fanfara dei Cc ieri a Venosa
l Concerto ieri a Venosa, all’interno del teatro «Lovaglio», della fanfara dell’Arma dei Carabinieri di stanza
presso il 10^ Battaglione «Campania» di Napoli. I musicisti, in grande uniforme, si sono esibiti deliziando,
oltre alle autorità presenti, anche tutta la cittadinanza
con un vasto repertorio che ha già entusiasmato migliaia
di piazza italiane. Il concerto è stato organizzato per
festeggiare il 45^ anniversario del locale Istituto dei Padri
Trinitari, diretto da padre Angelo Cipollone, che offre
[a. bocc.]
assistenza e formazione ai giovani disabili.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I IX
Giovedì 24 aprile 2014
BENI CULTURALI
DOPO IL BOOM DI PASQUETTA
UN INTERESSE CHE CRESCE
Una fila lunga un centinaio di metri all’ingresso. Due mila i visitatori. De Rosa: «Siamo
pronti a presentare un progetto di gestione»
«Apriamo il Castello
nei fine settimana»
La proposta dal web stimolata dalle visite guidate del Fai
IN CODA PER
ENTRARE
La fila di visitatori in attesa dell’ingresso nel castello Tramontano. I più
interessati erano i materani. Hanno fatto
da ciceroni gli studenti
delle quarte classi del Liceo classico. In alto, nella foto di Genovese un’altra veduta
della fortezza
militare
mai ultimata
EMILIO OLIVA
l Trent’anni fa qualcuno progettava di
farne un osservatorio per astrofili, senza fare
i conti con l’inquinamento luminoso. Oppure
se ne parlava come sede di mostre e musei
tematici. E ancora oggi c’è chi vorrebbe riproporvi il museo della tortura emigrato altrove, sottovalutando le difficoltà di accesso
che lo rendono fruibile, e con grandi cautele,
solo per piccoli gruppi di visitatori. Ma alla
stragrande maggioranza il castello Tramontano o, per meglio dire, ciò che esiste di una
fortezza militare mai ultimata, piace così
com’è.
L’interesse e la curiosità per questo monumento simbolo della città, collocato in un
invidiabile punto panoramico, circondato
dal verde, sono in continua crescita. Per quattro volte il Fai, Fondo ambiente italiano, ha
organizzato visite guidate in primavera contribuendo a far conoscere un sito che è rimasto chiuso e inutilizzato per troppo tempo.
A Pasquetta si calcola siano state circa due
mila le persone che sono riuscite a entrarci,
guidate da studenti delle quarte classi del
Liceo classico. Un record. La fila di materani
e turisti, anche stranieri, in attesa, per dieci
ore di seguito, è stata lunga un centinaio di
metri. Molti hanno rinunciato e non si sa
quando potranno avere l’opportunità di tornarci. Ma ora anche dal «popolo» dei social
network viene la richiesta di favorire le visite
al castello. È Antonio Serravezza, fondatore
e animatore del gruppo di Facebook “Sei di
Matera se... “ a lanciare la proposta di «aprirlo al pubblico almeno ogni fine settimana e/o
nei giorni festivi». Vuol dire che l’iniziativa
del Fondo ambiente ha colpito nel segno.
«È come chiedere ad una persona innamorata di baciare la fidanzata», scherza Giuseppe De Rosa, capo della delegazione materana del Fai, che si batte per «sdoganare» il
castello Tramontano dal patrimonio di beni
sotto chiave. «I materani sono curiosissimi di
conoscerne la storia. Al di là di leggende e
schiocchezze fondate sullo ius primae noctis
o sull’esistenza di gallerie e cunicoli», chiarisce De Rosa. Sulle favole costruite intorno
al castello hanno giocato molto le guide abusive. Ma più in generale, almeno per ciò che
concerne lo ius primae noctis, cioè il diritto
del feudatario a trascorrere la prima notte di
nozze con la sposa del proprio servo della
gleba, è la diceria popolare ad aver fomentato
l’odio contro il tirannicida, il conte Gian
Carlo Tramontano. «Le diavolerie delle gallerie da cui avrebbe potuto fuggire – precisa
ancora De Rosa – si spiegano con l’esistenza
del camminamento dell’acquedotto. Esisteva
già dal 1250 la rete che dalla collina del castello portava l’acqua alla fontana in piazza.
Poi la condotta fu fatta ampliare da monsignor Sigismondo Saraceno, che la rese più
funzionale e nel 1832 la vecchia fontana degradata fu sostituita dall’attuale».
A Pasquetta la postazione del Fai, che con i
contributi volontari dei visitatori ha incassato quasi tre mila euro, ha ricevuto la visita
del sindaco Salvatore Adduce e in questa
occasione riferisce De Rosa – è stato fatto il
punto sui lavori destinati a consolidare e
mettere in sicurezza il castello. «All’interno
sono conclusi. Si tratta di sistemare le adiacenze, a cominciare dal fossato. Un’operazione assolutamente necessaria perché il posto è incantevole, oltre a godere di un microclima favorevole», spiega De Rosa. Il Fai
vorrebbe che il progetto fosse portato a termine e ha evitato finora di metterci il cappello scontato e abusato di Matera 2019. «Il
Comune ha pronti 700 mila euro per ultimare
i lavori. Si attende però il via libera della
Finanziaria che dovrà consentirne l’utilizzo.
Noi – assicura De Rosa – siamo pronti a
presentare un progetto di gestione, che non
sarà in perdita, ma dimostrerà che la cultura
può produrre economia».
PARERI IN CITTÀ SEDE LEGALE MA NON OPERATIVA
Apt a Matera: tanto
rumore per nulla?
l Nonostante l’ottimismo di Cosimo Muscaridola, segretario del Pd cittadino, che
esprime «piena soddisfazione per la decisione
del Consiglio regionale di spostare l'Azienda
di Promozione territoriale della Basilicata da
Potenza alla città dei Sassi», il movimento
“Matera si muove” gela gli entusiasmi. Il
gruppo, infatti, sottolinea che «non possiamo
non registrare il sostanziale svuotamento, di
fatto, di questa significativa decisione con il
trasferimento della sola sede legale a Matera.
Il trasferimento dell’Apt a Matera era e
rimane un fatto di intelligenza politica ,prima
ancora di un riequilibrio oggettivo territoriale tre le due Provincie .
Leggere in questi giorni le prese di posizione di taluni consiglieri regionali potentini contrari a trasferire l’Apt a Matera, e
da ultima la decisione politichese di trasferirne solo la sede legale ,sta a significare la
mancanza di coraggio politico ,ma soprattutto di poca lungimiranza nel non comprendere che tali posizioni e decisioni a metà,
certamente non rafforzano lo spirito identitario - unitario di un Regione già fortemente
messa in discussione dai processi economici
e di revisione costituzionale.
Il riequilibrio territoriale tre le due province - secondo “Matera si muove” - è una
necessità anche per la sopravvivenza della
stessa Potenza capoluogo di regione e non
certo può o poteva bastare il solo trasferimento della sede legale dell’Apt». Insomma,
per il movimento, spostare la sola sede legale
dell’Apt e non quella operativa serve davvero
a poco. Tanto rumore, e pubblicità, per nulla?
ASSISTENZA AMBULANZA, UNO SPORTELLO DI ASCOLTO E PROGETTI PER LA SOCIALIZZAZIONE
ECONOMIA PREVISTA L’OFFERTA DI UN PERCORSO FORMATIVO
La nuova associazione sarà operativa con dieci volontari
La Camera di commercio
incentiva e supporta
la nuova imprenditorialità
Un «Raggio di sole» porterà servizi
a disabili, anziani e agli ammalati
CARMELA COSENTINO
l Offrire servizi di assistenza ai disabili, agli anziani, agli ammalati. Garantire il trasporto in ambulanza h24
grazie all’accordo con la Croce Bianca
Matera e uno sportello di ascolto per il
sostegno morale, e realizzare progetti
didattici, artistici e formativi. Sono queste le finalità dell’associazione di volontariato “Raggio di
sole” presentata ieri
mattina nella sala Arrigoni del Palazzo di
Città. Un incontro a cui
hanno partecipato il
sindaco Salvatore Adduce, l’assessore comunale alle Politiche
sociali,
Simonetta
Guarini, il presidente del Consiglio
comunale, Brunella Massenzio, e Antonio Giordano, presidente onorario
dell’Associazione.
A spiegare come è nata l’idea di
istituire l’associazione, è Pietro Aresta,
fondatore e presidente. «Per 20 anni – ha
detto – ho lavorato al servizio degli altri.
Poi ho deciso di creare una mia as-
sociazione culturale ricreativa e socio
assistenziale, con lo scopo di offrire alle
persone meno fortunate una serie di
servizi garantiti da un team di professionisti composto da infermieri, psicologici e guide turistiche. Un sogno che
avevo da anni nel cassetto e che sono
riuscito a realizzare con il contributo di
Smaldone turismo e Croce Bianca Matera che garantirà il servizio di ambulanza h24».
I giovani volontari
dell’Associazione, in
tutto 10, garantiranno
assistenza infermieristica a domicilio e ospedaliera, il disbrigo delle pratiche amministrative non solo a Matera ma anche nella
provincia, e assistenza fiscale e legale.
Attivato anche uno Sportello di ascolto
per garantire sostegno morale alle persone in difficoltà, aperto il lunedì mattina, dalle 9.30 alle 12.30 mentre il martedì nelle stesse ore si potrà richiedere la
consulenza infermieristica. La sede
dell’Associazione è in via San Pardo 100.
Gli orari di apertura sono dal lunedì al
RAGGIO D’AZIONE
Infermierieri a domicilio e in ospedale,
disbrigo di pratiche
VICINO AI
DEBOLI
Pietro Aresta, fondatore e presidente
dell’associazione
“Raggio di
sole”
venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30.
Oltre ai servizi previsti dall’Associazione e in fase di attuazione, Aresta
ha in cantiere un altro progetto il “Dopo
di noi”. «Si tratta – ha aggiunto Aresta –
di un progetto rivolto ai ragazzi che
hanno perso i genitori. L’obiettivo è
quello di aiutarli, di offrire loro un
valido sostegno e un punto di riferimento».
Per ricevere informazioni contattare
il numero di telefono 342 / 755.08.90
oppure vistare il sito www.raggiodisolemt.it. Il sabato e la domenica il
personale è reperibile solo al numero 329
/ 737.51.00.
l Imprenditori con una idea
valida e supportata, perché
diventi impresa, da servizi diversificati e di qualità. Con
questo obiettivo la Camera di
commercio promuove il progetto “Servizi integrati reali
per la nuova imprenditorialità” (Sirni) rivolto ad aspiranti imprenditori. Si può aderire, consultando il bando sul
sito www.mtcamcom.it , in
scadenza il 16 maggio. Il progetto, che punta a promuovere
la nascita di nuove imprese,
partendo dalla formazione e
dalla redazione del business
plan fino alle agevolazioni creditizie per chi arriverà a concretizzare davvero l’idea di
impresa, è stato realizzato con
il contributo dell’Unione Nazionale delle Camere di commercio e del Ministero dello
Sviluppo Economico, e avviato in collaborazione con le
Camere di commercio di Rieti,
Campobasso, Cuneo, Frosinone, Latina, Lecce, Matera, Po-
tenza, Teramo, Viterbo e
l’Unione Regionale Umbria.
«Il progetto – ha detto il presidente dell’ente camerale materano, Angelo Tortorelli –
offre una opportunità e un
percorso concreti a quanti intendono realizzare una iniziativa imprenditoriale, fruendo di una fase formativa e di
assistenza che consentirà loro
di far crescere l’impresa con
l’utilizzo di strumenti innovativi».
Tra i partecipanti al percorso formativo che avranno
avviato un’attività di impresa,
verranno selezionati fino ad
un massimo di 40 potenziali
beneficiari di contributi. Le
domande di adesione e i relativi allegati vanno inviati
all’indirizzo
email
[email protected] o consegnati a mano al CESP - Azienda
Speciale della Camera di commercio entro il 16 maggio. Per
maggiori informazioni, tel.
0835 / 33.84.37.
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Giovedì 24 aprile 2014
DENTRO LA CITTÀ
TEMA CHE CONTINUA A DIVIDERE
COSA È CAMBIATO INTANTO
Adesso c’è un nuovo proprietario
ma non può più muovere neppure un dito
se non andando contro la legge
Volevano capire
Perchè a Villa Longo
hanno fatto ricorso
Due casalinghe e un pensionato. Poteri forti? Sono residenti di Villa Longo. Quando hanno appreso
che davanti a casa loro sarebbe sorto un palazzo di cinque piani più attico, si sono chiesti che fine avrebbe
fatto il verde, la cui sistemazione attendevano da anni. Qualcuno, spiegò loro che sarebbe stata sistemata
a verde l’area contigua all’ex mulino
Alvino e, quindi, a conti fatti il verde
non sarebbe diminuito. Non capivano i residenti, però. Perchè il verde
che avevano sotto casa avrebbero
dovuto andarlo a cercarlo altrove,
lontano da lì? Così, hanno iniziato a
discutere tra loro. Civismo, niente
altro. Se si vuol enfatizzare, questa
immagine ne potrebbe richiamare
un’altra, quella di Wang Weilin, il ragazzo di piazza Tienanmen che si
parò davanti ai carri armati per fermarli. Anche i residenti di Villa Longo si sono opposti a una «gioiosa
macchina da guerra». Non è la stessa cosa. Ma forse significa che non
c’è potere, per quanto granitico, che
non possa essere messo in discussione. È un male questo?
[p.d.]
VIA DANTE I lavori in corso a Villa LOngo. A lato, foto d‘epoca e più recenti del mulino Alvino
Che pasticcio quel cantiere
tra via dei Bizantini e via Dante
Lavori bloccati anche all’ex mulino, il Tar ha dato ragione ai cittadini
PASQUALE DORIA
l Rimane l’argomento del giorno e, con
tutta probabilità, se ne parlerà ancora a
lungo. Si tratta di un permesso a costruire
rilasciato dal Comune senza previa discussione in Consiglio comunale, assemblea sovrana in materia di decisioni urbanistiche. Il permesso a edificare, che è
stato annullato dal Tar di Basilicata nelle
scorse ore, autorizzava il costruttore e lo
abilitava a trasferire i volumi dell’ex mulino Alvino sull’area verde di via Dante,
angolo via dei Bizantini, praticamente a
ridosso del quartiere «Ina Casa» di Villa
Longo. Un palazzo di cinque piani più attico che ai residenti della zona non è piaciuto dal primo momento. Lo considerano
una sorta di saracinesca calata sulla loro
serena quotidianità, turbata da una decisione che non li ha visti minimamente
coinvolti. Ma loro non si sono lasciati im-
AL POSTO DEL PASTIFICIO
L’Accademia della farina
figura anche tra i progetti
indicati nel Dossier 2019
pressionare. Sono andati avanti, hanno
presentato ricorso e il Tar ha detto che le
loro perplessità non erano per niente infondate.
L’iniziativa, per la cronaca, è strettamente legata al destino dell’ex Mulino Alvino, che si trova alla fine di via Marconi,
al rione Piccianello. Qui sono stati abbattuti i silos e altre parti dell’impianto
produttivo per rilocarle, per trasferirle
nella parte nord di via Dante. Nel sito
dell’ex Mulino si sarebbe dovuta realizzare, secondo le intenzioni progettuali annunciate, una sorta di accademia della
farina. Un tentativo di promuovere quello
che la cultura dei cereali ha rappresentato
soprattutto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per Matera, che allora
era uno tra i poli pastai più rinomati d’Europa. Iniziativa che è stata proposta anche
tra i punti di forza del Dossier Matera 2019
e che adesso, per quante proroghe del per-
messo a costruire abbia collezionato fino
ad oggi, in realtà, è un iter bloccato, perchè
bisogna rispettare la sentenza del Tar, che
ha revoca ogni permesso a edificare. Nel
frattempo, l’immobile ha cambiato anche
proprietà, e la cosa s’ingarbuglia ulteriormente, perchè l’ente locale dovrebbe mantenere in atto un «percorso contrattuale»
con il vecchio proprietario (il condizionale
è d’obbligo), mentre quello nuovo non può
più muovere neppure un dito, se non andando contro la legge.
Un pasticcio di notevoli dimensioni,
non c’è che dire, che mette in guardia sulle
modalità dei permessi a costruire da concedere in base alla legge 106, il piano casa
Due almeno per il futuro. Anche se, a quanto pare, altri ne siano stati già concessi, per
esempio in via Tacito, non lontano dalla
sede dell’Istituto tecnico industriale, seguendo la stessa procedura seguita per l’ex
Mulino Alvino.
IL PRECEDENTE NELLA SEDUTA DEL 10 SETTEMBRE DEL 2012 SI ESPRESSERO 17 CONSIGLIERI COMUNALI
È meglio coinvolgere
di più i cittadini
e ascoltare anche
i consiglieri comunali
l Dialogare un poco di più
con i cittadini non è mai tempo
perso. Forse anche con i consiglieri comunali. Del resto
qualche volta il tentativo è stato
fatto, ma non da tutti. Per esempio, nella seduta del 10 settembre del 2012, diciassette di loro
un precedente interessante perchè la mozione, facendo riferimento anche ad altre esperienze già maturate altrove, si richiamava alla rilevanza dei fenomeni di delocalizzazione, «come, ad esempio, la riqualificazione del mulino Alvino - si legge nel documento - che prevedrebbe il trasferimento dei volumi industriali, che nello specifico si trasformerebbero in volumi residenziali, oppure al riconoscimento della destinazione d’uso finale come “compatibile o complementare”».
La prosa non è delle migliori,
IN CONSIGLIO COMUNALE
Cittadinanza onoraria
all’arcivescovo Ligorio
n Convocata dal presidente Brunella Massenzio, si svolgerà
oggi, nella sala Pasolini del
centro commerciale di via Sallustio, alle 16, la seduta del
Consiglio comunale per il conferimento della cittadinanza
onoraria all’arcivescovo della
diocesi di Matera-Irsina,
mons. Salvatore Ligorio, nel
giorno del decimo anniversario del suo arrivo in città.
IL PROGRAMMA DI DOMANI
Festa della Liberazione,
via Lucana e in piazza
n Domani, 25 aprile, Festa della
Liberazione. Il programma.
S’inizia alle 9.30 con la deposizione delle corone di alloro
al Cippo di via Lucana. Alle
10, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, l’arcivescovo,
Salvatore Ligorio, celebrerà
la Santa Messa. Alle 11, in
piazza San Francesco, raduno
delle autorità e delle associazioni combattentistiche e
d’arma. Seguirà il corteo verso piazza Vittorio Veneto.
MULINO
ALVINO
Il momento
dell’abbattimento di
una parte dei
vecchi silos,
«torri» della
città ora
scomparse
Ma una mozione approvata
anticipò la sentenza del Tar
(trasversalmente rappresentati) si schierarono a favore di una
mozione che anticipava in parte
la sentenza del Tar di Basilicata,
resa pubblica nelle scorse ore.
Le cose non cadono mai dal
cielo, ma il difetto di memoria
non deve essere paravento per
non ammettere che qualche tentativo di ragionamento fu proposto. A conti fatti, non ha sortito l’effetto sperato, ma fu detto
chiaramente che sarebbe stato
un errore rilasciare permessi a
costruire in deroga, in assenza
della previa deliberazione da
parte del Consiglio comunale. È
le altre notizie
.
ma è chiara nei contenuti. Meno
chiari appaiono altri aspetti. Un
ente locale che ricorre contro i
propri cittadini, per quanto sia
legittimo dal punto di vista formale un simile passo, politicamente qualche dubbio lo alimenta. Ora si può ricorrere pure al Consiglio di Stato, non c’è
dubbio. Ma rimane in piedi l’opportunità o meno da parte del
Comune di schierarsi nuovamente contro i suoi cittadini per
decidere su cosa? Per stabilire
se le norme procedurali prevedano o meno la titolarità del
Consiglio sulle decisioni come
quelle riguardanti l’ex mulino
Alvino? Ma allora, i 17 voti raccolti nel 2012 da esponenti di
vari gruppi politici, che in quella occasione per quanto eterogenea costituirono una maggioranza politica (14 votarono contro), da questo punto di vista,
non hanno proprio alcun valore
[p.d.]
legale?
RASSEGNASTAMPA
MATERA PROVINCIA I XI
Giovedì 24 aprile 2014
STIGLIANO
DOPO IL PROVVEDIMENTO DEI GIORNI SCORSI PER OTTO ABITAZIONI, ORA ANCHE IL PROBLEMA PER LA STRUTTURA PUBBLICA
La frana fa un’altra «vittima»
sgomberato il Centro sociale
Ordinanza del Comune per il dissesto della strada comunale Acinello
l STIGLIANO. Ordinanza di sgombero per il
Centro sociale del paese a causa dell’importantissimo movimento franoso che ha riguardato la
strada comunale di Acinello. Un’altra ferita mortale per la Comunità già seriamente messa alla
prova dagli eventi degli ultimi giorni. Anche quest’ultima una decisione sofferta ma necessaria per
il primo cittadino, Antonio Barisano, giunta a
seguito della Conferenza di servizio e dei sopralluoghi effettuati ieri mattina dai tecnici del Comune e dai Vigili del Fuoco. Pare che nei locali
sottostanti la struttura siano comparsi i primi ma
preoccupanti segni di cedimento. Il centro si trova, infatti, proprio a ridosso del fronte franoso che
nei giorni scorsi ha letteralmente cancellato la
strada comunale che porta ad Acinello.
Fondamentale centro di aggregazione, il centro
sociale è sede di numerose associazioni culturali.
Al suo interno, inoltre,si trova la sala utilizzata
per la proiezione di film e per lo svolgimento di
spettacoli teatrali. Un altro punto di riferimento
fondamentale spazzato via dalla furia degli eventi.
E c’è ancora incredulità negli occhi e nelle
parole dei componenti della famiglia Valentino,
costretta ad abbandonare la propria abitazione
sabato scorso a causa di un altro movimento franoso che ha riguardato via Vittorio Emanuele e
che ha aperto nei muri delle abitazioni vistose e
preoccupanti
crepe. Movimento che pare
essersi fermato
per il momento
ma che, data
l’entità, causa
serissime
preoccupazioni nei tecnici
del Comune. «Le ragioni alla base della frana non
sono ancora chiare – afferma il sindaco – e sarà
necessario eseguire nuove perizie. Al momento
non me la sento di escludere nulla». Da tempo i
residenti lamentavano perdite d’acqua importanti nelle condutture dell’acquedotto e sabato sera,
affermano, i paurosi scricchiolii sono cessati poco
tempo dopo la chiusura dell’acqua da parte dei
tecnici. Difficile non mettere in relazione i due
eventi e l’impressione netta è che la verità sull’accaduto sia ancora piuttosto lontana.
Nel frattempo, dopo la piccolissima tregua concessa dal maltempo, ieri pomeriggio ha ripreso a
piovere.
Fuori casa rimane anche la famiglia Romano,
ospite dai genitori. Grandi i disagi vissuti dai
quattro componenti, due dei quali minori. La giovane famiglia aveva ristrutturato da poco l’abitazione, impegnando somme importanti. Anche
se meno danneggiato rispetto all’adiacente casa
dei Valentino, l’appartamento rimane inagibile e
anche in questo caso non è possibile fare previsioni.
Amareggiata per la spiacevolissima sorpresa
pasquale è anche la signora Sinisgallo, proprietaria del terzo immobile e residente fuori. Nel
paese natio per una breve vacanza, ha visto trasformarsi il sogno in incubo ed ora dovrà anche lei
fare i conti con una situazione da gestire a distanza.
Un piccolo spiraglio si è aperto ieri mattina per
la famiglia Valentino. Occupatasi personalmente
BERNALDA
di reperire un appartamento da occupare per i
prossimi mesi, pare aver raggiunto un accordo
con il Comune, il quale sosterrà le spese per l’affitto. Poca cosa rispetto all’idea di aver perduto la
propria casa ma comunque un piccolo passo avanti rispetto ai primissimi giorni.
E ancora un incubo rimane per gli stiglianesi
affrontare il problema del rifornimento di benzina
e gasolio. Sembra essere sprofondati indietro nel
tempo. L’unico distributore, rimasto isolato a causa della frana, viene raggiunto, quando possibile
vista la pioggia, a piedi con taniche e bottiglie.
Esiste una strada alternativa ma è molto più lunga
e anch’essa martoriata dalle frane. Sembra di
parlare di eventi di due secoli fa. Invece accade a
[d.rip.]
Stigliano. Oggi.
LA LISTA FRATELLI D’ITALIA-AN HA DECISO. LA CIVICA “FIEREZZA E RISCATTO BERNALDESE” PRESENTEREBBE OTELLO CARRIERI
Barberio candidato sindaco
ma la destra è spaccata in tre
ANGELO MORIZZI
L’ALLARME
Pare che nei locali sottostanti siano comparsi segni di cedimento
NOVA SIRI
MUNICIPIO Il Comune di Bernalda
FERMATO DI NOTTE CON UN AMICO AD UN POSTO DI CONTROLLO
Quindici grammi di cocaina negli slip
arrestato dai carabinieri un 28enne
Nell’abitazione rinvenuti altri 30 grammi di sostanze stupefacenti
PIERO MIOLLA
FRANA La zona di Acinello interessata al dissesto
lucro. Successivamente, la perquisizione si è spostata nel
l POLICORO. Aveva nasco- domicilio dell’arrestato ed ha
sto 15 grammi di cocaina negli consentito il rinvenimento di
indumenti intimi: con l’accusa altri tre contenitori al cui indi detenzione illecita di
stupefacenti per un uso
non esclusivamente personale, i Carabinieri della Stazione di Nova Siri
hanno arrestato in flagranza di reato il 28enne
C.L.F., incensurato. Il giovane, sottoposto a perquisizione personale dopo essere stato fermato
nella frazione di Nova Siri marina in compagnia
di un’altra persona, ha
mostrato uno strano atteggiamento non sfuggito DROGA La cocaina sequestrata
agli uomini dell’Ar ma
che, per questo, hanno deciso terno era celata altra droga:
di perquisire anche l’auto sulla nel primo cinque grammi e
quale i due viaggiavano. negli altri due un grammo
All’esito della perquisizione ciascuno. Ritrovati, nel corso
personale, il reo è stato trovato della stessa perquisizione, altri
in possesso di cocaina con- due involucri contenenti, il
fezionata in un unico invo- primo venti grammi di ha-
shish, ed il secondo due di
marijuana. Al termine della
brillante operazione, conclusa
a tarda notte, l’uomo è stato
tratto in arresto per detenzione illecita di sostanza
stupefacente che, per le
modalità di confezionamento e le quantità, è
apparsa destinata ad un
uso non esclusivamente
personale. Dopo aver
espletato le formalità di
rito, il giovane jonico è
stato tradotto nella propria abitazione al regime
degli arresti domiciliari
su disposizione del sostituto procuratore Annunziata Cazzetta del
Tribunale di Matera.
L’arresto è stato poi convalidato dal giudice Angela
Rosa Nettis, che ha confermato la misura cautelare dei
domiciliari. L’operazione certifica l’incessante impegno
dell’Arma nei servizi di controllo del territorio.
l BERNALDA. Ultime giornate
di fibrillazione politica tra gli
schieramenti che correranno alle elezioni amministrative del 25
maggio. Circolano i primi nomi
dei candidati sindaci. Il centrodestra ha indicato il nome del
coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale
Vito Barberio, 36 anni, imprenditore agricolo e commerciale.
«Il mio nome – dice Barberio –
è stato lanciato come Patto di centrodestra, che utilizzerà il simbolo di “Patto per la svolta”. La
situazione politica locale ha bisogna di certezze e obiettivi condivisi. La visione personale
dell’amministrare la cosa pubblica nasce da un senso di appartenenza al territorio. Viaggiare
in tutto il Sud Italia ha migliorato
la mia concezione della politica
GORGOGLIONE
intesa come governare per il popolo. L’opportunità di coordinare
a livello provinciale FdI-An mi ha
reso consapevole che la gente si
aspetta onestà e trasparenza dai
politici. Parto dal presupposto
che la mia dinamicità aiuti a capire a tanti giovani che la politica
vera, fatta con passione e spirito
di appartenenza, può portare a
tante soddisfazioni».
La civica “Fierezza e Riscatto
Bernaldese”, in un comunicato
stampa, si dice invece pronta a
presentare la propria lista con il
coordinatore Otello Carrieri,
candidato sindaco o, in ultima
istanza, a rimanere in stand by.
Quest’ultima ipotesi sarà presa
in considerazione «se non ci saranno le convergenze su opportune linee programmatiche e
l’accettazione di presupposti, che
consentano al movimento di fare
un passo indietro. «Fierezza e Ri-
ARRESTATO
In casa 120 semi
di marijuana
e quattro piantine
l GORGOGLIONE. Si è conclusa con un arresto per
spaccio di droga l’ennesima operazione condotta dai
Carabinieri del Comando provinciale nell’ambito
dell’azione di contrasto allo spaccio ed al consumo
delle sostanze stupefacenti e psicotrope nel territorio
materano. Ieri mattina, gli uomini dell’Arma della
Stazione di Gorgoglione con la collaborazione e l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di Tito e del
personale della Compagnia di Pisticci, nell’ambito di
uno specifico servizio effettuato proprio nel piccolo
centro lucano, hanno tratto in arresto un pregiudicato 30enne trovato in possesso di un contenitore
metallico con all’interno 120 semi per la coltivazione
di marjiuana, un bilancino di precisione per la pesatura ed il successivo confezionamento di sostanze
stupefacenti. Nel corso della perquisizione domiciliare che ha consentito il ritrovamento della citata
sostanza stupefacente, inoltre, i Carabinieri hanno
anche ritrovato quattro piantine di marjuana. Il 30enne, al termine delle formalità di rito, è stato trattenuto
a disposizione dell’autorità giudiziaria negli uffici
del Comando Stazione. Non è che l’ennesimo arresto
perfezionato in questi primi mesi dell’anno dai Carabinieri del Comando provinciale per reati connessi
alle sostanze stupefacenti: un’attività continua, costante e certosina che ha consentito fino ad ora di
combattere efficacemente il fenomeno dello spaccio e
del consumo di droga, specie nei centri dell’interno
[p.miol.]
dove sembra essere molto diffuso.
scatto – osserva Carrieri – vuole
essere voce di un popolo che crede nella democrazia partecipata
e nella sovranità popolare e che è
insoddisfatto dell’attività amministrativa pubblica comunale degli ultimi anni».
In lizza anche una lista di estrema destra. Si chiamerà “Destre
riunite” e avrà come riferimento
politico il Movimento sociale-Fiamma tricolore. Sarà coordinata da un esponente storico di
Metaponto, Pietro Minervini,
anche se solo nelle prossime ore
si deciderà sul nome del candidato sindaco. «Stiamo pensando
a un nome esterno», afferma Minervini. Che aggiunge: «Vogliamo segnalarci per coerenza e serietà, in una corsa alle poltrone e
cambi di casacca che sta, invece,
contraddistinguendo gli altri, in
queste ultime ore che precedono
l’ufficializzazione delle liste».
le altre notizie
A PISTICCI E A TURSI DOPO UNA FRANA
Termineranno stamane i disagi
per l’erogazione idrica sospesa
n Dovrebbero terminare questa mattina, alle 7,
i disagi per la sospensione dell’erogazione
idrica a Pisticci, anche nelle zone rurali limitrofe comprese quelle afferenti San Leonardo, Castelluccio, Terranova e Caporotondo, e Tursi, comprese le contrade Anglona-Panevino. La sospensione, causata da una
frana sulla condotta adduttrice del Frida, è
stata necessaria per consentire i lavori di riparazione e le attività di approvvigionamento e recupero delle riserve cittadine. A Pisticci è stata operativa già dalle 11 di ieri
[p.miol.]
mattina, mentre a Tursi dalle 19.
FERRANDINA
LABORATORIO CREATIVO, VIDEO E CONCERTI
Rassegna dedicata alla Resistenza
su iniziativa del Circolo Arci
n Una rassegna dedicata alla Resistenza è in programma da domani a Ferrandina, in corso Vittorio Emanuele, su iniziativa del Circolo Arci “Linea Gotica” con la partecipazione ed il patrocinio
di Arci Basilicata e Anpi provinciale. Si parte alle
11 con il laboratorio creativo per bambini dai 4 ai
10 anni a cura di Katia Leone. Alle 12.30 ed in
replica alle 19.30, proiezione del video “Filorosso.
Arrigo Diodati. La Resistenza, l’Arci”. Alle 22.30
il live di Enrico Capuano, capostipite del nuovo
folk-rock italiano. Sabato, invece, ancora musica
alle 22.30 con il live della Krikka Reggae. [p.miol.]
RASSEGNASTAMPA
XII I LETTERE E COMMENTI
Giovedì 24 aprile 2014
GIANLUIGI LAGUARDIA *
MARCO FASULO *
Appello al papa sul caso Diocesi Diario di un giorno
S
ua Santità, sono indignato, da
cristiano convinto oltre che da
semplice cittadino, per quanto
riportato dalle cronache dei
quotidiani sul cattivo utilizzo dei soldi
sperperati dalla Diocesi di Potenza, per
sostentare millantatori e losche figure,
piuttosto che i tanti poveri e le famiglie
bisognose che continuano a crescere
anche tra le Parrocchie della nostra
Basilicata.
Senza voler entrare nel merito delle
decisioni del Vescovo di Potenza, mons.
Agostino Superbo, che ha autorizzato,
bontà sua, l’economo della Diocesi, don
Pasquale Zuardi, ad elargire, dai soldi
rivenienti dalla Cei dell’8 per mille, ben
45.000,00 euro ad un avvocato azzeccagarbugli, ritengo che possa indignare
anche Lei apprendere poi che ai veri
bisognosi, venga concesso un prestito
massimo di soli 200 euro.
Il mondo intero Santità, si è commosso alla notizia che nel mentre Lei
presiedeva la Via Crucis di venerdì
scorso, ha disposto che il suo elemosiniere distribuisse piccoli ma importanti aiuti economici ai senzatetto, ai
GIORNALISTA Gianluigi Laguardia
clochard della stazione Termini, ai poveri della Capitale, svuotando di fatto la
cassaforte della Elemosiniera apostolica.
Credo che anche la Sua reazione sia di
indignazione, così come per tanti fedeli
lucani, nell’apprendere dai verbali delle
inchieste giudiziarie che la Curia potentina abbia destinato ingenti proventi,
frutto della carità di tanti credenti, ad
un libero professionista, dimenticandosi delle tante situazioni di bisogno in
cui versano molte famiglie della città.
I comportamenti del vescovo di Potenza, già molto chiacchierato per altre
brutte vicende, a Lei ben note e su cui la
Magistratura sta ancora indagando,
continuano a ingenerare sentimenti di
incredulità e sconforto che contribuiscono ad allontanare i fedeli dalla Chiesa, proprio nel momento in cui, il Suo
Alto Magistero, Santità, si sta caratterizzando per l’attenzione agli ultimi,
ai poveri, ai tanti bisognosi della nostra
società opulenta ed egoista.
Ci aiuti, Santo Padre, a ritrovare con
la preghiera e la fede il senso di quella
carità cristiana e umana caratterizzata
da nobili gesti come quelli di un grande
ed umile Vescovo, mons. Augusto Bertazzoni, che ancora oggi, a distanza di
molti anni, è fortemente amato e venerato nella Diocesi di Potenza.
[* già consigliere comunale]
da papa Francesco
>> CONTINUA DA PAGINA I
A
DIREZIONE OSPEDALE SAN CARLO DI POTENZA
Il bando per gli impianti elettrici
D
esta meraviglia la nota diffusa dalla Fim Cisl in presso il San Carlo per sostituzioni, periodi di ferie, ecc.,
merito all’affidamento della gestione degli im- come si evince dalle loro quote orarie;
pianti elettrici del San Carlo. Pur avendo par3. peraltro, grazie all’accordo raggiunto con la Matecipato al tavolo di concertazione in cui l’azien- nutencoop su una copertura del servizio H24, è stato
da ha svolto un ruolo di mediazione
possibile assumere altre tre unità,
tra rappresentanti dei lavoratori e
portando i dipendenti a tempo pieazienda aggiudicataria e in preno a quota 19;
senza di evidenti benefici pubblici
4. due dei nuovi assunti sono
in termini di minori costi e di
lavoratori in mobilità della stessa
maggiore occupazione, la Fim Cisl
ditta aggiudicataria che rientrano
esprime il proprio dissenso non
in servizio in applicazione di una
tenendo conto della verità dei fatti.
norma, ben nota e sempre sosteIn particolare è opportuno rinuta dai sindacati, che prevede
levare che:
l’obbligo per le aziende di attingere
1. l’attuale quadro normativo renai propri dipendenti in mobilità
de obbligatoria l’adesione alle gare
prima di effettuare nuove assunConsip per l’assegnazione dei ser- OSPEDALE Il San Carlo di Potenza
zioni;
vizi;
5. il nuovo contratto assicura un
2. nel precedente cantiere i dipendenti stabilizzati e a consistente risparmio rispetto al precedente a invarianza
tempo pieno erano 16 (e non già 23 come asserito nel dei servizi, in applicazione della spending review e delle
comunicato sindacale), gli altri erano utilizzati dalla regole dell’efficienza e della buona amministrazione azienprecedente ditta in cantieri diversi e solo saltuariamente dale.
ALESSANDRO GENOVESI, NINO FALOTICO E CARMINE VACCARO *
La nostra festa dei lavoratori
S
e diverse manifestazioni organizzate per il 1 maggio in Basilicata da Cgil, Cisl e Uil saranno quest'anno dedicate alle
battaglie per avere più lavoro, rafforzare
la solidarietà, mettere al centro la sicurezza nelle aziende e nei cantieri,
anche dopo l'ennesimo tragico accadimento presso la Galleria Renazza in
località Lagonegro, in cui ha perso la
vita Giuseppe Palagano, operaio di 55
anni.
Si inizierà con la manifestazione regionale che si terrà alle ore 10 con
concentramento e comizio proprio nell'area antistante la Galeria Renazza (Lagonegro) sulla «canna Nord della Salerno-Reggio Calabria», con gli interventi dei Segretari Generali regionali
per poi proseguire con le tradizionali
manifestazioni in provincia di Matera,
ad Irsina (Piazza XXV Luglio alle ore 12)
e Montescaglioso (Piazza Roma alle ore
18), con la partecipazione dei segretari
provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
Mettere al centro la creazione di buona e stabile occupazione vuol dire rilanciare non solo le proposte concrete
contenute nel Piano del Lavoro di Cgil,
Cisl e Uil, ma sfidare le imprese e le
istituzioni locali, a partire dalla Regione, affinchè si assuma il tema del
lavoro come tema centrale, in un'ottica
di difesa non solo di quello che c'è, ma
soprattutto di programmazione di in-
MOBILITAZIONE Sindacati in piazza
terventi che già nel breve periodo creino
occupazione e riattivino quindi consumi, redditi e speranza. Il tutto dentro
un'idea di intervento pubblico volto a
creare realmente maggiore solidarietà,
maggiore tutela e partecipazione a partire dai soggetti più deboli: pensionati,
giovani, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E questo
anche in relazione alle scelte del Governo Nazionale che deve tornare ad
investire sulle politiche industriali, su
una maggiore redistribuzione, dopo il
lavoro dipendente, anche a favore di
pensionati, famiglie ed incapienti e fare
del Welfare non una spesa da tagliare
ma un settore dove investire per creare
occupazione e maggiore coesione sociale.
Ovviamente creare lavoro vuol dire
non un lavor purchè sia, ma un lavoro
con diritti e dignità, con tutele vere a
partire dalla prima tutela che deve
essere la sicurezza. Ancora oggi oltre
mille lavoratrici e lavoratori muoiono
ogni anno nelle aziende, per le strade,
nei cantieri: la crisi ha colpito anche i
minimi e fondamentali investimenti per
prevenzione ed informazione, per dispositivi di protezione fondamentali,
ecc. Non sono tollerabili queste condizioni e siamo stufi di dover ogni
giorno, dover denunciare questo o quell'incidente, questa o quella organizzazione del lavoro che sfrutta e mette a
rischio la vita dei lavoratori.
Per questo ripartiamo dal cantiere
della Gallerina Renazza dove solo poche
settimane fa un lavoratore edile ha
perso la vita. Perchè serva sempre da
ammonimento e sia sprone perchè tutti
i giorni si combatta, come fa il sindacato, la battaglia per la sicurezza sul
lavoro e per migliori condizioni di lavoro: perchè è una battaglia di civiltà
che vale per tutti, sempre. E questo
ripeteremo in tutte le piazze il prossimo
Primo Maggio. Ammonimento per tutti,
in Basilicata come nel resto del Paese.
[* segretari generali Cgil, Cisl e Uil]
PONTEFICE
Ieri
all’udienza di
Papa
Francesco
anche una
delegazione di
giornalisti
dell’Ucsi di
Basilicata
.
formularglieli, insieme alle decine di
migliaia di fedeli presenti in piazza
san Pietro, anche diversi gruppi provenienti dalla Basilicata, tra questi
una nutrita rappresentanza di giornalisti lucani
iscritti all'Ucsi regionale. Per i soci dell'Unione
cattolica stampa italiana, la giornata è cominciata alle 23 di martedì sera, quando ci si è
ritrovati in piazza Zara, per affrontare insieme
un pellegrinaggio che per molti è stata l'occasione per partecipare per la prima volta a un
incontro col Papa «venuto dalla fine del mondo».
Qualche ora in pullman per raggiungere il
Vaticano, dove ad attendere la comitiva organizzata dalla presidente Ucsi, Maria De Carlo,
un canonico della Basilica di San Pietro, molto
caro ai lucani, per le esperienze vissute alla
guida delle diocesi di Matera dal 1988 al 1993 e di
Potenza fino al 2001, l'arcivescovo emerito, monsignor Ennio Appignanesi. Con la verve che gli è
propria, ancora di più oggi alla soglia del suo
ottantanovesimo compleanno, ha fatto da cicerone nei diversi luoghi
dello
Stato
Pontificio, sia
all'ester no,
incurante di
una leggera
pioggia, interrottasi durante l'Udienza, sia negli
ambienti interni,
celebrando per i
convenuti anche una messa nella cripta
che ospita le
salme di molti dei 263 vescovi di Roma
successori di
Pietro.
Le
Grotte Vaticane, poste sotto
la navata centrale della Basilica, formano una
chiesa sotterranea che occupa lo spazio tra
l'attuale pavimento di San Pietro e quello della
antica basilica costantiniana del IV secolo e sono
ricche di opere d'arte provenienti proprio dalla
basilica paleocristiana.
«Le due letture di Luca – ha spiegato monsignor Appignanesi durante l'omelia – sia negli
Atti degli Apostoli sia nel capitolo 24 del suo
vangelo, ci esortano a riconoscere il Signore, a
farci ardere il cuore di gioia dalla Sua parola,
come i discepoli di Emmaus, per arrivare a
compiere il bene nel Suo nome come Pietro fa
con lo storpio seduto accanto alla porta «Bella»
del tempio. Siate testimoni autentici, riportando
fedelmente i fatti come fanno i bravi giornalisti
e voi lo siete”. Ultimata la celebrazione il gruppo
si è spostato sul sagrato di piazza San Pietro,
vivendo un altro momento di grande emozione e
preghiera: sentirsi parte di quel multiforme
mondo che è la Chiesa universale che, anche in
quest'occasione, ha affollato l'intera piazza racchiusa dal colonnato del Bernini, oltre alla
prima parte di via della Conciliazione.
La papamobile che si ferma vicino a ogni
singolo gruppo per scambiarsi, sguardi, saluti,
sorrisi, abbracci, carezze, immagini alle quali
Papa Bergoglio ci ha abituato in questo suo
primo anno di pontificato. Canti, inni, ritornelli,
foulard colorati, cartelloni, bandiere, messaggi
scritti su lenzuola o su fogli A4, comunità rappresentate da migliaia di persone come la diocesi di Milano, ma anche piccolissime come
quelle dei diaconi irlandesi, giovani brasiliani,
colombiani, mediorientali, tutto ha contribuito
a dipingere quel caleidoscopio di colori, quella
fusione di voci, di suoni, di preghiere in una
sorta di mappamondo vivente. «Ripetiamo insieme tre volte «Perché cercate tra i morti Colui
che è vivo?», Questa frase deve entrare nel cuore
e dobbiamo ripeterla, «l'invito di papa Francesco, rivolto in tutte le lingue, «usciamo dai
nostri spazi di tristezza e apriamoci agli orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova per gli altri”. La
mattinata si è conclusa con la recita comunitaria
della preghiera del «Padre nostro» in latino e la
consegna di alcuni doni da parte della delegazione lucana dell'Ucsi al Santo Padre, una
poesia di Cesira Ambrosio e il dipinto «Mater»
(Madonna con Bambino) di Patrizia Monacò.
[* giornalista iscritto all’Ucsi - Unione stampa cattolica]
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Lavoro, l’Aula vota l’ok alla fiducia
Renzi: giù le tasse per i pensionati
Il premier alla «diretta twitter»: «Proseguirò nel lavoro» di sgravio fiscale. Ora la battaglia si sposta al Senato
di Redazione Online
3 MATTEO RENZI
Renzi mentre twitta in diretta, rispondendo ai cittadini coinvolti nell’hashtag #matteorisponde Renzi mentre twitta
in diretta, rispondendo ai cittadini coinvolti nell’hashtag #matteorisponde shadow
L’abbassamento delle tasse, il rebus Alitalia, l’emergenza immigrazione e quella sui marò. Twittando in diretta dopo
aver lanciato l’hashtag #matteorisponde, Renzi ha risposto a trecentosessanta gradi alle domande dei giornalisti. E
soprattutto a quelle dei cittadini-follower. Finito l’incontro, nel pomeriggio, il governo incassa anche la fiducia sul
decreto lavoro che modifica le norme sui contratti a termine e l’apprendistato: 344 sì e 184 no. Vinta quella della
Camera, ora la battaglia si sposta al Senato.
Battaglia al Senato
Quello di oggi - il sesto voto di fiducia per il governo Renzi - ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte
in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti. Renzi si impone e vince, con Ncd e Scelta Civica allineati e compatti nel voto. Ma al Senato, dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata. Protestano i grillini: si
incollano su bocca e fronte un codice a barra, simbolo di «lavoratori trattati come merce». Per la Lega la fiducia aiuta
Renzi a non mostrare le crepe della sua maggioranza, mentre Forza Italia denuncia «lo spettacolo indecente di Ncd
che finge di opporsi» mentre «il premier deve piegarsi alla golden share della sinistra Pd». In attesa del voto finale sul
provvedimento (previsto per venerdì) Renzi porta intanto a casa un robusto voto di fiducia: 344 sì, dignitosissimo
punto intermedio tra i 325 voti a favore delle ultime due fiducie alla Camera ed i 378 dell’insediamento. Relatore
del provvedimento al Senato sarà Pietro Ichino, ma se Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai
contratti a termine e di apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che
scade il 20 maggio. E mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le accuse di ingerenza della Cgil sul
dl, il ministro Poletti spande ottimismo: «Credo che siamo nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel suo
impianto ed è assolutamente di valore, le distanze sono alla portata». Di diverso avviso il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La fiducia sul decreto lavoro è un imbroglio. Renzi mette la fiducia perché non ha
la fiducia, perché non ha i voti della sua maggioranza, perché un partito, il Nuovo Centrodestra gli ha detto di `no´».
Ora il secondo tempo della partita, al Senato.
«Incapienti, partite iva e pensionati, tasse giù»
Alla conferenza stampa il premier parla innanzitutto di sgravi fiscali e rilancio dell’economia. «Ho preso un impegno
con le partite Iva, gli incapienti e i pensionati di proseguire il lavoro iniziato con i dipendenti di abbassamento delle
tasse». Quanto al debito, c’è un «ragionamento complesso. Le cifre che citi si riferiscono al rapporto sul Pil che in
questo anno è stato negativo. Comunque sì» ha detto Renzi rispondendo a chi gli chiede se con il debito in aumento
dal 127% del 2012 al 132,6% del 2013 il governo saprà rispettare i vincoli Ue. E ancora, rispondendo direttamente a
un follower , il cui nonno detiene Buoni del Tesoro: «L’Italia non corre il rischio di una ristrutturazione del debito
pubblico come è successo in Grecia e quindi i possessori di Bot possono stare tranquillo». «Nonno può non preoccuparsi», scrive Renzi. E sui fondi Ue: «Dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei, che sono tanti e spesso sono
non spesi o spesi mal». Renzi ha annunciato che tra circa dieci giorni «faremo un incontro ad hoc, nei prossimi dieci
giorni lanceremo un’iniziativa puntuale».
«Pochi gli 80 euro? Lo dicono i comici milionari»
La polemica sul bonus? «Gli 80 euro arriveranno dopo le elezioni, non è un provvedimento elettorale ma una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra stato e cittadini, la campagna elettorale non c’entra niente. Datevi pace, i
soldi arrivano e la rivoluzione nel rapporto tra cittadini e Stato è iniziato e a chi fa polemica rispondiamo lavorando
e non inseguendo le meschinità altrui». Così Matteo Renzi in diretta su twitter. «Noi rispondiamo alle polemiche
lavorando», scrive il presidente del Consiglio. Poi c’è anche un tweet al vetriolo tutto dedicato a Grillo:«Icomici
milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero
#lavoltabuona»
«Sull’evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz ma con l’innovazione e l’incrocio dei dati» ha detto Renzi
nel corso della diretta Twitter dove ha alternato risposte ai giornalisti e «chattate» con i cittadini.
«Taglio stipendi? No taglio parlamentari»
Altro botta e risposta su twitter sul taglio delle spese: «Perché non tagliate anche gli stipendi dei parlamentari? Facciamo di più. Tagliamo direttamente il numero dei parlamentari» con la riforma del Senato. Poi twitta più precisamente: «Abbiamo eliminato i politici dalle provincie intanto, poi andremo sugli uffici periferici. Faccio un esempio:
che senso ha che la Ragioneria centrale dello Stato abbia le sedi in tutte le province? Ho fatto un esempio».
Bondi? Sta dall’altra parte...
RASSEGNASTAMPA
«I fatti parlano per noi: la nostra manovra è incentrata sulla giustizia sociale. Bondi? Sta dall’altra parte del campo, no
problem». Così Renzi su Twitter si rivolge a un utente che gli chiede cosa risponde a coloro che dicono che è di destra e
sulla possibilità che Sandro Bondi approdi nella maggioranza. Spazio anche a una replica riguardante la partita del cuore.
«Ho spiegato su Facebook perché non giocherò alla partita del cuore. Quindi può tirare tranquillamente Roberto» (riferendosi a Baggio, ndr).
Il dossier Alitalia
Il tweet sul destino della compagnia di bandiera è stringatissimo. «Aspettiamo la proposta Etihad poi agiremo di conseguenza».
Riforme costituzionali
«Da iscritto all’Anpi dico che la riforma costituzionale proposta va nella direzione dei valori che tutti noi difendiamo». Lo
dice Matteo Renzi nella diretta twitter #matteorisponde rispondendo all’Anpi di Brescia a proposito di perplessitá sulle
riforme costituzionali.
Adozioni in Congo
«Ho alle 15 appuntamento telefonico con Kabila (il presidente del Congo Joseph Kabila, ndr)». Così Matteo Renzi risponde
su Twitter ad una madre che gli chiede di impegnarsi per riportare in Italia i figli adottati in Congo e rimasti bloccati nel
Paese africano dopo lo stop, da parte del governo locale, alle adozioni internazionali.
«Mare nostrum» da verificare
«In Italia si pone sempre il problema dell’immigrazione in campagna elettorale. Nel merito non c’è dubbio che c’è un
problema. L’Operazione ‘Mare Nostrum’ va verificata e aggiornata» ha detto Renzi in diretta twitter. «Lunedì mattina ci
sarà una riunione con i vertici dei servizi segreti, i ministri degli Interni e della Difesa», dice il premier sottolineando che
l’operazione «Mare nostrum» è stata portata avanti dal precedente governo.
Il dl sul lavoro
Ecco in sintesi i contenuti del testo che modifica profondamente l’attuale normativa sull’apprendistato e i contratti a termine. Il contratto a termine non può avere una durata superiore a trentasei mesi, comprensiva di eventuali proroghe, per
lo svolgimento di qualunque tipo di mansione. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non può eccedere il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza
al 1 gennaio dell’anno di assunzione.
23 aprile 2014 | 14:37