RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 24 aprile 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 112 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 FRODI ALL’UE: 11 indagati nell’ultima inchiesta della Procura di Potenza CASO LAPENNA Il prestito del vescovo Avvisi per 2 ex consiglieri Con De Franchi e Robortella indagati anche il fratello e la moglie Superbo e i soldi dei poveri «Non mi aveva detto quanto altrimenti avrei detto no» AMATO a pagina 12 a pagina 13 Il listone di Polese con i Socialisti benedetto da Pittella (Gianni) #Potenza2014 Si rafforza la candidatura di Petrone: le novità dell’ultima ora in vista del simultaneo turno con le Europee Dopo le accuse reciproche tra i pittelliani tutto finisce in goliardia Aurelio Pace spiega perchè sosterrà De Luca e non Cannizzaro SANTORO alle pagine 6 e 7 FINANZIARIA Per il “SalvaPotenza” bagarre in aula: «E’ una vera schifezza» Santarsiero porta a casa 9 milioni per il capoluogo VI SEGNALIAMO: SANITA’ Al Sud la ricerca è penalizzata Basilicata fanalino di coda PANETTIERI a pagina 10 MATERA Mulino Alvino Benedetto non si tira indietro «Il Tar un incidente» QUARTO a pagina 25 SPADAFINO a pagina 30 AMATO a pagina 22 a pagina 19 Michele Sciarrillo Archibugi cerca giovani attori In morte di un povero mecenate di Maschito di PAOLO MAGELLI NON è vero che gli angeli non muoiono. Nel pomeriggio di Pasqua ne è morto uno, un figlio adottivo di Prato, Michele Sciarillo. segue a pagina 22 Francesca Archibugi a pagina 19 40424 9 771128 022007 L’Istituto Alberghiero POTENZA FALABELLA, CENTONZE e SIRAGO alle pagine 24, 29 e 31 La regista a Potenza Mozziconi di sigaretta MELFI Al laboratorio di pasticceria raid notturno Ladri di Scampia Nei piccoli Comuni candidature e liste già definite LABANCA a pagina 7 Mulino Alvino GRASSANO Tolleranza zero su cicche e chewingum per strada Per i 39 Auchan buone notizie Iper Potenza assume tutti Vito Santarsiero in consiglio didawdd due L’incontro in Regione RASSEGNASTAMPA Giovedì 24 aprile 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it "" " ' %%#'" ! B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 112 REGIONE PUGLIA ILLUSTRATO IL BANDO DALL’ASSESSORE LOREDANA CAPONE FONDI PER EVITARE IL «DEFAULT» «Zone franche» in Puglia ecco come funzioneranno Potenza, dalla Regione un contributo speciale di nove milioni di euro INCISO IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA IV >> Agevolazioni ed esenzioni per 59milioni di euro Interessati 11 comuni. Domande fino al 12 giugno SEDUTA Il consiglio regionale di ieri [foto T. Vece] SERVIZI A PAGINA 6 >> GOVERNO SÌ DELLA CAMERA AL TESTO SUL LAVORO, MA NCD ALZA LA VOCE. IL MINISTRO ALFANO: LA SINISTRA DEL PD FRENA IL CAMBIAMENTO L’INCHIESTA SI PARLA DI 500MILA TONNELLATE «Ora giù i prelievi a pensionati e partite Iva. Impegno per i più poveri» Berlusconi firma per i servizi sociali. E Forza Italia: il Senato sia elettivo della camorra tombati Renzi: meno tasse per tutti Ordona, nell’ex cava i rifiuti l Il governo incassa il voto di fiducia al decreto sul lavoro. Oggi il sì definitivo sul provvedimento. Ma lo scontro è solo rinviato: al Senato, dove i numeri sono più incerti. Il premier annuncia provvedimenti per abbassare le tasse a pensionati e partite Iva. Mentre il decreto Irpef conferma gli 80 euro in busta paga da maggio. Berlusconi ha firmato l’affidamento ai servizi sociali. Il suo impegno incomincerà la settimana prossima. Spera di fare i comizi elettorali. DAI TRASPORTI ALLE RIFORME ECCO L’ITALIA DELLA VETOCRAZIA di GIUSEPPE DE TOMASO SERVIZI DA PAGINA 2 A 5 >> È difficile dare torto a chi spiega così i tempi lunghi del declino italiano: Silvio Berlusconi non è stato Margaret Thatcher, Romano Prodi non è stato Gerhard Schroeder. Sia il centrodestra sia il centrosinistra, a differenza dei due leader stranieri sopra citati, hanno mostrato il braccino corto sul campo delle riforme. Il che costituisce tuttora la remora principale, da parte dei partner europei, nei confronti di tutti i progetti romani tesi ad allentare i vincoli della spesa pubblica. In sintesi: Matteo Renzi non fa mistero di voler bucare il muro del 3% nel rapporto deficit/pil, e l’Europa gli risponde picche; ma se Renzi si presentasse a Bruxelles con un bel pacchetto di riforme credibili (dal lavoro alle istituzioni, dalla giustizia al sistema industriale), probabilmente qualcuno gli presterebbe ascolto. SEGUE A PAGINA 25 >> PRESSIONE ED EVASIONE IL PAESE DEI RECORD di GIANFRANCO SUMMO A PAGINA 25 >> DAL 30 LA RASSEGNA CON 200 IMBARCAZIONI IN MOSTRA Brindisi sfida alla crisi dal Salone della nautica PORTOLANO A PAGINA 8 >> ULTIMI RITOCCHI Saranno esposte 200 imbarcazioni al Salone nautico di Brindisi che prenderà il via il prossimo 30 aprile e resterà aperto per 5 giorni ORDONA (FG) Gli scavi dei carabinieri nella cava dismessa SERVIZIO A PAGINA 7 >> CONCERTO SI AVVIA A DIVENTARE PIÙ IMPORTANTE DI QUELLO DI ROMA Primo Maggio a Taranto ci sarà anche Capossela l Non un concerto «contro» quello di Roma. Ma «un invito a chi di dovere a prendere la parola su una questione rimasta aperta». Tra musica e diritti, torna il concertone del Primo Maggio a Taranto. Ieri la presentazione a Roma con Michele Riondino e Roy Paci: tra gli ospiti e sostenitori, Vinicio Capossela, Caparezza (che aprirà il concertone alle 15,30), Afterhours, Paola Turci, Sud Sound System, Diodato. FLAVETTA A PAGINA 29 >> SALENTO RAGAZZINA DI 12 ANNI ROMA Baby-squillo ai Parioli in otto subito a giudizio A PAGINA 19 >> VENDITA ALITALIA Il governo in attesa di risposte da Ethiad A PAGINA 21 >> I DUE PAPI SANTI Anche Ratzinger alla canonizzazione LESTINGI E PARTIPILO IN CULTURA >> Riceve l’sms d’addio dal padre e corre a salvarlo dal suicidio l Una 12enne salentina ha salvato il padre dal suicidio. La ragazzina ha ricevuto un sms nel quale il padre le scriveva «Addio per sempre». Ha subito avvisato la madre che ha allertato i carabinieri. L’uomo è stato trovato in casa con una corda al collo: i militari l’hanno soccorso in extremis. L’uomo, da poco separato dalla moglie, attualmente non ha un lavoro fisso e soffre di una patologia cronica. MURRIERI A PAGINA 9 >> RASSEGNASTAMPA Giovedì 24 aprile 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 INCHIESTA UNDICI AVVISI DI CONCLUSIONE INDAGINI. COINVOLTI EX CONSIGLIERI REGIONALI Fondi in agricoltura frode all’Europa ARBEA L’ente regionale che eroga i finanziamenti europei in agricoltura [foto Tony Vece] L’accusa: finanziamenti ottenuti anche da chi non ne aveva diritto grazie a funzionari e istruttori delle pratiche l Undici avvisi di conclusione delle indagini sui contributi europei per il settore agricolo, notificati nei giorni scorsi dalla Squadra mobile di Potenza e dagli agenti del Corpo forestale dello Stato ad alcuni funzionari pubblici, ex consiglieri regionali e imprenditori. L’accusa: frode alla Ue sui finanziamenti per i rimboschimenti. Secondo la Procura le pratiche per i finanziamenti sarebbero passate nonostante l’assenza dei requisiti. SERVIZIO A PAGINA VII >> . POTENZA IL VERBALE DI MONS. SUPERBO SUL GIRO DEI FONDI PRESTATI ALL’AVV. LAPENNA E RICEVUTI DA DON CERVINO Vescovo sotto torchio per i soldi della Curia REGIONE: APPROVATA LA LEGGE DI STABILITÀ Le sue giustificazioni non convincono la Procura «I soldi erano di don Antonio Cervino. Il sacerdote è danaroso. Non tutti i preti lo sono» La Diocesi di Potenza precisa: «Nessun prestito è stato fatto con i fondi dell’8 per mille» l I soldi erano di don Antonio Cervino. «Soldi suoi», dice il vescovo. Perché il sacerdote è danaroso. «Non tutti i preti sono... lui ce li ha». Don Agostino Superbo, vescovo di Potenza, spiega al pubblico ministero Francesco Basentini da dove provengono i soldi usati per la carità dopo il prestito da 45mila euro - non rientrato - all’avvocato Sergio Lapenna, ex consigliere regionale. I passaggi sono particolarmente ingarbugliati. Per questo la Procura di Potenza ha deciso di vederci chiaro. E per capire con esattezza da dove provenissero quei soldi ha scoperto che la diocesi di Potenza ha a UNA GIORNATA POTENZA DAL PAPA A Piani del Mattino E IL MESSAGGIO scatta la protesta AI GIORNALISTI contro il parco eolico di MARCO FASULO * «P erché cercate tra i morti Colui che è vivo? È un pietra miliare della nostra fede, attenti che non diventi pietra d'inciampo». Questo il tema della riflessione proposta nell'Udienza generale del mercoledì dopo Pasqua, da papa Francesco che, nell'occasione, ha ricevuto anche gli auguri per l'onomastico nella giornata che la Chiesa dedica a san Giorgio. A formularglieli, insieme alle decine di migliaia di fedeli presenti in piazza san Pietro, anche diversi gruppi provenienti dalla Basilicata, tra questi una nutrita rappresentanza di giornalisti lucani iscritti all'Ucsi regionale. CONTINUA A PAGINA XII >> disposizione 30 conti bancari (alcuni risultati inattivi). E che per coprire il «buco» creato dal prestito all’avvocato (che ha affidato i suoi beni a un amministratore, il quale ha stabilito un piano di rientro con i creditori) il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, ha chiesto a sua volta un prestito a un sacerdote di Policoro, don Antonio Cervino. All’interno pubblichiamo la ricostruzione degli investigatori, partendo dal fatto che Superbo, in merito al prestito all’avvocato, ha riferito di non conoscere l’entità della somma. AMENDOLARA A PAGINA III >> POTENZA Cannizzaro-De Luca salta l’ultimo tentativo per un candidato unico FERRARA A PAGINA VI >> Passa la norma «salva Potenza» In arrivo 9 milioni l Via libera del Consiglio regionale all’art. 18 della legge di stabilità che istituisce un fondo per tutti i Comuni lucani al fine di garantire i principali servizi per i cittadini e riconosce il ruolo e le emergenze della città di Potenza, con un finanziamento straordinario di 9 milioni di euro in due anni. INCISO A PAGINA IV >> SERVIZIO A PAGINA V >> IL CASO DIVERGENZE CON GENTILE SU ASPETTI GESTIONALI SITO UNICO LA BASILICATA È TRA LE PROBABILI SEDI Acquedotto Lucano, bufera Torna l’incubo nucleare Mussuto si dimette dal Cda e Scanzano trema ancora VERDI Giovanni Mussuto l Giovanni Mussuto ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione di Acquedotto Lucano. La decisione di gettare la spugna potrebbe essere legata a tensioni tra lo stesso Mussuto e la presidente Rosa Gentile. Tra i due sarebbero volati stracci nel corso di diversi Cda. Mussuto, in particolare, contesterebbe la gestione «monocratica» dell’ente, la prima stazione appaltante della Basilicata. BRANCATI A PAGINA VII >> PROTESTA No al nucleare SINDACATI CGIL, CISL E UIL Festa dell’1 maggio sul tratto della A3 Lavoro e sicurezza l Torna l’incubo nucleare in Basilicata. Bruxelles obbliga ciascun Paese a gestire in modo autonomo i propri rifiuti nucleari. Sull’Italia incombe anche la scadenza dei contratti stipulati con Francia ed Inghilterra che, al momento, ospitano una parte delle nostre scorie per riprocessarle, cioè per estrarne plutonio e ed uranio. Tra le regioni che potrebbero ospitare il deposito di scorie c’è di nuovo la Basilicata. l Si svolgerà, a Lagonegro, nell’area della galleria Renazza, sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria – dove alcune settimane fa è morto un operaio di 55 anni – la manifestazione regionale organizzata da Cgil, Cisl e Uil per la Festa del Primo Maggio. Le manifestazioni organizzate per la festa dei lavoratori saranno dedicate alle battaglie per avere più lavoro, rafforzare la solidarietà, mettere al centro la sicurezza». MIOLLA A PAGINA II >> L’INTERVENTO A PAGINA XII >> RASSEGNASTAMPA Gli italiani devono fidarsi di più dei loro scienziati. Non dimenticate che avete una grande storia scientifica, non solo artistica. John Harris Direttore Institute for Science Ethics and Innovation 1,30 Anno 91 n. 111 Giovedì 24 Aprile 2014 U: Riforme, la partita più difficile Ghostbuster: il compleanno dei fantasmini Pasquini pag. 17 ● ● Quando i garofani invasero Lisbona Rossanda: 90 anni controcorrente Gravagnuolo pag. 18 Ferrari pag. 19 Scontro sul Senato tra Boschi e minoranza Pd ● Forza Italia specula e apre all’elezione dei senatori Lavoro: passa la fiducia. Renzi: ora meno tasse a pensionati e partite Iva. «Battaglia contro l’evasione» La Camera vota la fiducia al decreto lavoro. Ma si riapre lo scontro sulle riforme. Duello tra Boschi e la minoranza Pd con Forza Italia che specula. Renzi annuncia: meno tasse ai pensionati. Staino ANDRIOLO CARUGATI DI GIOVANNI ZEGARELLI A PAG. 2-6 Aprire gli occhi sul lavoro RINALDO GIANOLA ● mentre a Piombino deflagra la crisi delIL GOVERNO OTTIENE LA FIDUCIA ALLA CAMERA SUL DECRETO LAVORO la Lucchini. Migliaia di lavoratori dell’Acciaieria con le loro famiglie e la comunità locale, in ansia per il futuro, ricevono l’appoggio di Papa Francesco che trova la parole giuste. Chiede ai responsabili della politica e dell’economia di «aprire gli occhi» e di «non restare con le mani incrociate». Questi due fatti apparentemente distanti, un voto parlamentare su un provvedimento del ministro Poletti e la crisi di uno storico polo industriale, sono in realtà asSEGUE A PAG. 2 sai vicini. Il Cavaliere dimezzato a servizio dagli anziani ● Berlusconi firma per l’affido ai servizi sociali: da maggio al centro disabili ● 12 prescrizioni: vietato incontrare pregiudicati ● Scoppia il caso Bondi Troppi calci al buon senso IL CASO MARCO BUCCIANTINI L’altra sera è scomparso dalla televisione l’agronomo dell’azienda vinicola. Era Neri Ferrari, il padre di Silvia, la giovane già vedova che sogna il cognato ed è pure orfana di madre per un copione maligno e intricato. Adesso per legge è orfana anche di padre, falciato dalla par condicio: una persecuzione, povera lei. SEGUE A PAG. 7 Intesa su Piombino: si apre una speranza Via alla riconversione ecologica delle acciaierie. Il sostegno del Papa Intervista a Rossi: i lavoratori vera classe dirigente FRANCHI A PAG. 5 CHIUSA L’INCHIESTA Stamina, la truffa oscena ● Indagati Vannoni, l’ex direttore e otto medici di Brescia: malati come cavie Con un’ordinanza di 70 pagine e le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo della professione medica e violazione della privacy, si chiude il primo atto dell’inchiesta-Stamina. Indagati Vannoni, Andolina, l’ex direttore sanitario e 8 medici. TARQUINI A PAG.11 Una lezione per tutti PIETRO GRECO La Procura di Torino ha chiuso l’inchiesta sul caso Stamina. I reati contestati sono gravi. SEGUE A PAG.11 FRONTE DEL VIDEO Berlusconi ieri ha controfirmato il documento preparato dalla direttrice dell’Ufficio penale di Milano Severina Panarello che specifica le condizioni dei circa dieci mesi di pena residua da scontare ai servizi sociali. Dodici le «prescrizioni»: dal divieto di frequentare pregiudicati a quello di fare uscite notturne. Stasera il ritorno a Porta a Porta, da cui mancava da un anno. E scoppia il caso Bondi che dice: Forza Italia ha fallito, sosteniamo Renzi. Ma il premier risponde: resti dov’è. FANTOZZI A PAG.8 MARIA NOVELLA OPPO Se ottanta euro vi sembran pochi zistiMario Giordano ed Elisabetta Gardi● fino a ieri era- ni a Ballarò, dove hanno gufato contro no una bugia, oggi sono, come direbbe l’Italia e accusato il premier di non aver PER BERLUSCONES E GRILLINI, GLI 80 EURO INBUSTA PAGA Totò, una quisquiglia e domani soltanto «una tantum». In più, per Grillo, sono addirittura reato (voto di scambio!). Insomma, per avere rimpolpato le buste paga di dieci milioni di contribuenti (quelli che hanno sopportato finora il grosso del peso fiscale!), Renzi è diventato un cinico fuorilegge, che se ne frega di incapienti, pensionati e lavoratori autonomi. Questi, più o meno, gli argomenti dei for- fatto in due mesi quello che loro non hanno saputo fare in vent’anni. La Gardini prima ha sostenuto che i soldi per gli 80 euro non ci sono e poi che il governo deve trovare 100 miliardi per le aziende. A Floris che le faceva notare la vistosa incongruenza, la signora non ha saputo che cosa rispondere. Povero Berlusconi, con gente così non può vincere neanche alla tombola della casa di riposo. Elezioni, fronte della legalità IL COMMENTO MARIA CARMELA LANZETTA «Lottare contro le mafie nel nostro Paese significa difendere la democrazia, e nessuno sviluppo del Mezzogiorno sarà possibile fino a quando la criminalità mafiosa interagirà rubando i soldi pubblici e riciclandoli, moltiplicando la sua forza economica e sociale». Queste le parole pronunciate dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti. SEGUE A PAG. 15 RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Giovedì 24 aprile 2014 il voto finale. Renzi ottiene 344 sì LA RICETTA ANTI-CRISI Oggi rispetto i 325 voti delle ultime due fiducie alla Camera e i 378 dell’insediamento RIFORME E PROGRAMMI Lavoro, il primo round se lo aggiudica il governo Sì con il voto di fiducia. Alfano si adegua, ma la partita è al Senato l ROMA. È metà pomeriggio quando nell’Aula di Montecitorio arriva il sesto voto di fiducia per il governo Renzi, quello sul decreto lavoro (344 sì, 184 no) che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti. Renzi si impone e vince, con Ncd e Scelta Civica allineati e compatti nel voto. Ma al Senato, dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata. Protestano i grillini: si incollano su bocca e fronte un codice a barra, simbolo di «lavoratori trattati come merce». Per la Lega la fiducia aiuta Renzi a non mostrare le crepe della sua maggioranza, mentre Forza Italia denuncia «lo spettacolo indecente di Ncd che finge di opporsi» mentre «il premier deve piegarsi alla golden share della sinistra Pd». In attesa del voto finale sul provvedimento (previsto per oggi) Renzi porta intanto a casa un robusto voto di fiducia: 344 sì, dignitosis- ALFANO «Il governo non corre rischi al Senato» simo punto intermedio tra i 325 voti a favore delle ultime due fiducie alla Camera ed i 378 dell’insediamento. Il vertice di maggioranza fallito martedì, con l’avvilimento di Poletti invano impegnato in una mediazione, avrebbe potuto aprire scenari diversi. Ma a bagnare le polveri, al mattino, è lo stesso Angelino Alfano. «Il gover- l ROMA. Il decreto Irpef è oramai cosa fatta. Ecco alcune delle misure. IL BONUS 2014 -Riguarda i lavoratori dipendenti e sarà di 640 euro, 80 al mese fino a dicembre, per i contribuenti con reddito fino a 24.000 euro. Esclusi gli incapienti (chi non paga Irpef perché le detrazioni superano il dovuto) e i redditi sopra i 26.000 euro. Il bonus, invece, tra 24.000 a 26.000 euro decresce fino a zero. Arriverà nella busta paga di maggio. AL 26% TASSA RENDITE E CONTI CORRENTI -Scatta dal primo luglio l’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, nonché interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp. IRAP: QUEST’ANNO TAGLIO A METÀ -Non vale poco: 3,7 miliardi in due anni. L’aliquota principale dell’Irap passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per quest’anno è previsto un taglio a metà, un’aliquota no non corre alcun rischio al Senato», smorza i toni il segretario Ncd che riconosce pubblicamente a Renzi «il grande merito di rinnovare la sinistra italiana sui contenuti, spingendo avanti la palla in cdm mentre la sinistra Pd la rallenta in commissione». Parole che illuminano di luce diversa le dichiarazioni di guerra del Ncd: «Renzi non rischia la fiducia ma il logoramento dell’azione di governo»" (Sacconi); «Cambieremo il decreto al Senato, riportandolo vicino al testo originale» (Lorenzin); «Se il testo rimarrà quello di oggi, noi non lo voteremo, e Renzi non commetterà ancora l’errore di farci scegliere tra la stabilità dell’esecutivo ed un testo" (Quagliariello). Anche Scelta Civica, con Andrea Romano, protesta: «Non dovevano costringerci a votare la fiducia sulla vita del governo e non sulla sua prima vera riforma, è un fallimento politico». Relatore del provvedimento al Senato sarà Pietro Ichino, ma se Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che scade il 20 maggio. E mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le accuse di ingerenza della Cgil sul dl, il ministro Poletti spande ottimismo: "Credo che siamo nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel suo impianto ed è assolutamente di valore, le distanze sono alla portata". Di diverso avviso il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La fiducia sul decreto lavoro è un imbroglio. Renzi mette la fiducia perchè non ha la fiducia, perchè non ha i voti della sua maggioranza, perchè un partito, il Nuovo Centrodestra gli ha detto di “no”». Ora il secondo tempo della partita, al Senato. Milena Di Mauro CAMERA Il tabellone elettronico con il risultato del voto di fiducia sul decreto lavoro Il decreto lavoro APPRENDISTATO CONTRATTI A TERMINE In aziende con più di 30 dipendenti obbligo di assumere il 20% degli apprendisti 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento CONTRIBUTI mesi Proroghe possibili purchè nell’ambito della stessa attività Limite sul numero di contratti a termine à contributiva) 20% dell’organico complessivo (es.: 1 per impresa di 5 addetti) il limite di spesa statale passa da 5,6 milioni a 15 milioni di euro Semplificazione degli adempimenti burocratici richiesti alle imprese DONNE IN MATERNITÀ Conteggiato à per acquisire diritto di precedenza per contratti successivi presso la stessa azienda Gli 80 euro al mese per i dipendenti arriveranno a maggio evitare ricorsi, facendo riferimento al periodo d’imposta in corso all’entrata in vigore del decreto. TAGLI A MINISTERI -I tagli ai ministeri salgono da 200 a 240 milioni. I «risparmi» per gli acquisti di beni e servizi arriveranno soprattutto dalla Difesa: 75,3 milioni già quest’anno che saliranno a 112,8 milioni nel 2015. DA TETTO DIRIGENTI A RAI -Viene confermato a 240.000 euro il tetto per i dirigenti (vale 40 milioni) e i manager pubblici. Prevista forbiciata delle società di gestione dei servizi degli enti locali e una riorganizzazione dei centri di acquisto pubblici. Dalla Rai un «contributo» di 150 milioni, con cessione di società o riorganizzazione delle sedi. TASSA BANCHE A GIUGNO, FORMULA ANTI RICORSI -L’imposta sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia in mano agli istituti di credito, aumentata al 26%, si pagherà a giugno, con il saldo delle tasse sui redditi 2013. La norma è costruita per LOTTA ALL’EVASIONE, 15 MLD NEL 2015 -Il governo punta a incassare 15 miliardi dalla lotta all’evasione nel 2015, 2 miliardi più del previsto. A termine del Cdm le slide del governo ipotizzavano 3 miliardi di incassi. 5 CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ Decreto Irpef, ecco le novità dai precari ai super-manager intermedia del 3,75%. Calano anche le altre aliquote previste per banche e agricoltura: dal 4,2 al 3,8% del 2015, dal 5,9 al 5,3%, dall’1,9 all’1,7%. Anche per loro taglio dimezzato quest’anno. 36 Per contratto, patto di prova e piano formativo individuale (li usano al posto di altri tipi di ammortizzatori) criteri da definire da parte del ministero del Lavoro di concerto col Tesoro ANSA PAGAMENTI P.A -Nuove risorse e modalità finalizzate all’estinzione dei debiti. Previste norme per i debiti fuori bilancio, per anticipare liquidità dei comuni in dissesto, per garantire il rispetto dei tempi nel settore sanitario. TETTO A USO CONSULENTI E CO.CO.CO -Nel 2014 le amministrazioni pubbliche - tranne università e sanità - non potranno dare incarichi di consulenza quando il costo supera la spesa del proprio personale. Il tetto è al 4,2% per gli enti con spesa massima di 5 milioni di euro e all’1,4% per quelli che superano i 5 milioni. Limite previsto anche per i co.co.co: al 4,5% per le Pa entro 5 milioni di spesa e all’1,1% oltre i 5 milioni. TAGLIO 5% CONTRATTI -Si potranno ridurre del 5% gli importi dei contratti per beni e servizi. I contratti possono essere rinegoziare in funzione della riduzione ed è fatta salva la possibilità di recedere entro 30 giorni senza penali. Le amministrazioni potranno stipulare nuovi contratti usando le convenzioni-quadro della Consip S.p.A. DL IRPEF I GOVERNI LOCALI DEVONO CONTRIBUIRE AL RISANAMENTO DEI CONTI PUBBLICI. SE NON AGISCONO AUTONOMAMENTE, AGIRÀ COTTARELLI Spending, dalle Regioni «obolo» di 700 milioni Oggi la Conferenza straordinaria dei presidenti discuterà «come» e «dove» tagliare VASCO ERRANI Presidente della Conferenza delle Regioni l ROMA. Hanno evitato all’ultimo momento il temuto pericolo di perdere 2,4 miliardi destinati alla sanità ma non possono sottrarsi al dovere di contribuire con 700 milioni al risanamento dei conti. Sono le Regioni italiane, che oggi, in una Conferenza straordinaria dei presidenti, convocata da Vasco Errani, dovranno discutere sul come e dove tagliare. Il dl Irpef, infatti, presentato il 18 aprile scorso in conferenza stampa dal Governo dopo il Consiglio dei ministri, prevede che tra Stato, Regioni ed Enti locali i risparmi debbano ammontare complessivamente a 2,1 miliardi, 700 milioni ciascuno. Il premier Matteo Renzi ha dato a tutti 60 giorni di tempo per indicare dove procedere con i tagli, altrimenti a intervenire sarà il temuto commissario per la spending review, Carlo Cottarelli. «Noto con dispiacere che la promessa non è stata mantenuta, visto che a suo tempo era stato spiegato che la stagione dei tagli ai Comuni era finita e che comunque si sarebbe operata una redistribuzione tra Municipi virtuosi e non», commenta con una certa stizza il vicepresidente Anci e sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo. Ciò smentisce impegni già presi - aggiunge il primo cittadino lombardo - visto che si parla di cifre non indifferenti; ora aspettiamo i contenuti ma posso già dire che sicuramente, come al solito, chi meglio amministra viene trattato peggio, quindi essere seri e virtuosi non conviene, visto l’impianto delle leggi dello Stato». Al contrario, osserva ancora Cattaneo, «avrei voluto sentir parlare di leggi che potessero liberare le tantissime energie presenti nei Comuni con lo scopo di aumentare l’incisività dei sindaci. Cosa che in verità mi aspettavo da quello che viene considerato un governo dei sindaci». Sul fronte più proprio della spending review Cattaneo è piuttosto chiaro: «Come sempre, come amo ripetere anche al sottosegretario Delrio, sono tre gli ambiti su cui lavorare: le li- beralizzazioni, per le quali serve un quadro normativo chiaro, quindi senza vincoli; il patrimonio pubblico, dove si può fare ancora di più, con dismissioni con varianti in deroga. Infine la spesa del personale, nel cui ambito figura ancora l’enorme problema dei dirigenti: molti cittadini non lo sanno - ricorda il rappresentante dell’Anci - ma il più basso dirigente di un comune prende il doppio dei sindaco, mentre nei grandi municipi questa forbice è più attenuata». Sul fronte delle Regioni, il più battagliero è il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia: «Renzi dimostri di avere il coraggio fino in fondo e di fare in modo che i 30 miliardi dormienti di sprechi in Italia vengano fuori applicando un principio basilare, quello dei costi standard». E il governatore della Campania, Stefano Caldoro, afferma: «Con il Governo ci sarà un confronto costruttivo. Ma non possono esserci tagli lineari che penalizzerebbero solo i cittadini, quelli del Sud in particolare». RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Giovedì 24 aprile 2014 Il «fiorentino» nega d’aver varato norme elettoralistiche, però - a un mese dalle europee - i sondaggi premiano il Pd LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Leggi le istruzioni a pagina 25 Renzi: ora giù le tasse a pensionati e partite Iva Sotto il pressing di M5S, il premier rinuncia alla Partita del cuore Eurostat «Nel 2013 è “esploso” il debito dei Paesi Ue, Germania esclusa» . BRUXELLES - Le cure a base di austerità e tagli nella zona Euro hanno risanato il deficit, che nel 2013 nella Ue-18 è sceso al 3%, ma hanno fatto esplodere il debito che ha raggiunto il suo record storico e da 90,7% del 2012 è salito al 92,6%. Ed Eurostat conferma che, ancora una volta, i due Paesi con i debiti pubblici più elevati sono sempre la Grecia e l’Italia: con, rispettivamente, il 175,1% e il 132,6% di debito sul pil, continuano ad essere i più sotto pressione di Eurolandia. Ma la spesa pubblica è aumentata anche in molti altri Paesi nel corso del 2013: il debito in Italia passa da 127% a 132,6%, in Portogallo da 124% a 129%, in Irlanda da 117,4% a 123,7%, in Spagna da 86% a 93,9%, in Francia da 90,6% a 93,5%. E per la prima volta, Eurostat pubblica anche i dati che consentono di misurare il peso della «solidarietà Ue», cioè il contributo dei Paesi al fondo salva-Stati: per l’Italia, ad esempio, nel 2013 sono stati spesi 44 miliardi, pari al 2,8% del pil. Sono cifre elevate, che però non pesano sul deficit ma solo sul debito - precisano i tecnici - e di cui la Commissione non tiene conto quando quantifica gli sforzi strutturali che chiede ai Paesi. La Germania si conferma primo della classe: il debito è sceso dall’81% al 78,4%, e ha anche azzerato il suo surplus, tanto che per il 2013 può dichiararsi in pareggio di bilancio. l ROMA. Non indosserà la maglia numero 8 al fianco di Baggio e Batistuta. Matteo Renzi rinuncia «anche se mi costa caro», confessa, alla Partita del Cuore per chiudere le polemiche sulla par condicio. Ma non l’offensiva contro M5S che «non ha paura di me calciatore ma di chi vuole cambiare l’Italia». È un’altra la porta in cui il premier tenterà di mettere a segno un gol: vincere le europee dimostrando che fa sul serio e che, dopo aver dato 80 euro, «non un’elemosina», manterrà gli impegni con sgravi per incapienti, partite Iva e pensionati. I sondaggi confermano che il decreto Irpef è tutta salute per il Pd a quasi un mese dalle elezioni. Ma il premier non ci sta ad ascoltare chi critica le misure del governo come mossa elettorale. «Altro che misura elettorale - taglia corto nella prima diretta twitter #matteorisponde da quando è entrato a Palazzo Chigi - è una rivoluzione nel modo di concepire il TECNOLOGICO Matteo Renzi risponde alle domande su Twitter rapporto tra stato e cittadini. Datevi pace, i soldi arrivano e a chi fa polemica noi rispondiamo lavorando e non inseguendo le meschinità altrui». E nel mirino finisce il principale competitor del Pd: Beppe Grillo. «I comici milionari - attacca Renzi - dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1.200 euro al mese non lo direbbero». Polemiche a parte, il premier guarda avanti: ieri ha avuto a Palazzo Chigi un lungo vertice con il ministro Marianna Madia per chiudere entro aprile la riforma della pubblica amministrazione. Semplificare è la parola d’ordine del prossimo decreto con un occhio ai cittadini e alle imprese che «vanno aiutate riducendo la burocrazia». D’altra parte anche la riforma del lavoro, che ieri ha incassato la fiducia alla Camera rinviando eventuali modifiche al Senato, punta, secondo il premier, a togliere i lacci che ostacolano l’aumento dell’occupazione. Contro l’«emergenza» lavoro, Renzi non crede che la ricetta giusta sia l’introduzione del reddito minimo: «Non sono d’accordo sul fatto che il reddito minimo di cittadinanza crei posti di lavoro. Abbassare le tasse è giusto». In questa direzione si muove il governo: nei prossimi mesi, come annunciato approvando il decreto Irpef, si cercheranno le risorse per dare il bonus anche agli incapienti e per intervenire sulle partite Iva. Più lunghi i tempi per un aiuto ai pensionati sotto i mille euro: «Nel 2014 - aveva spiegato il premier aprendo la campagna elettorale a Torino - non ce la facciamo ma nel 2015 è un impegno». Cristina Ferrulli I SINDACATI PREVEDONO UN ASSEGNO PENSIONISTICO ANTICIPATO MA RIDOTTO. LA SETTIMANA PROSSIMA IL CONFRONTO Poletti affronta la grana-esodati Il ministro annuncia «misure strutturali per evitare ogni volta aspettative e ingiustizie» l ROMA. Flessibilità pensionistica, il governo al lavoro. Il ministero del Lavoro accende i riflettori su un’area vasta di persone che va sotto la definizione di «esodati», in pratica chi è vicino alla pensione ma non ancora pensionabile, che ha perso o perde il lavoro e per i quali intende studiare soluzioni strutturali. Dall’altra Palazzo Chigi annuncia l’ampliamento della platea dei benefici fiscali questa volta anche ai pensionati. Riguardo gli «esodati» servono soluzioni strutturali «per evitare di alimentare ad ogni round aspettative ed ingiustizie» ha spiegato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti annunciando «tra una settimana» il confronto con Inps, parti sociali, commissioni Lavoro di Camera e Senato. Un tavolo cui il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano (Pd), vuole anche il ministero dell’Economia. Tornando al popolo della «terra di mezzo», i «senza lavoro e senza pensione», certo è che «bisogna lavorare a soluzioni dinamiche, che producono delle condizioni strutturali, con un meccanismo mobile in grado di tenere tutti dentro» ha spiegato Poletti. Il ministro ne aveva parlato qualche giorno fa: «Stiamo costruendo uno scivolo che consenta di collegare la condizioni di queste persone al pensionamento». Senza ricorrere però a tu- tele parziali. «Bisogna fare una regola generale che dica che tutti quelli che arrivano a questa condizione possono avere questo tipo di trattamento. Naturalmente questa è un’operazione che ha dei costi» ha detto, ma va costruita tecnicamente bene per evitare di riprodurre problemi, trovando «un bilanciamento che consenta di fare quest’operazione in maniera efficace». Altri dettagli al momento non ci sono. Secondo i sindacati che si attendono di essere ascoltati dal ministro, potrebbe trattarsi di uno strumento flessibile che «prevede un assegno pensionistico anticipato ma ridotto». SINDACATI: MINI ASSEGNO IN ARRIVO Per i rappresentanti dei lavoratori, che si attendono di essere ascoltati dal ministro Giuliano Poletti (nella foto), la soluzione per gli esodati potrebbe sostanziarsi in uno strumento flessibile che «prevede un assegno pensionistico anticipato ma ridotto». . RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Giovedì 24 aprile 2014 tra i Democratici per la PARTITI E ISTITUZIONI Tensione determinazione di Chiti nel portare TRA RIFORME E POLEMICHE HANNO DETTO Zanda (Pd) . «All’elezione diretta del Senato non può non conseguire il voto di fiducia al governo e una potestà legislativa pari a quella della Camera». Guerini (Pd) . «Il Senato non elettivo è uno dei punti cardine dell’impianto dell’accordo contratto con Forza Italia. Confido che si arrivi presto a un approdo corrispondente al patto del Nazareno». Romani (FI) avanti il suo progetto alternativo Asse tra sinistra Pd e FI sulla difesa del Senato Chiti: accordo con il M5S. Gli azzurri: sia elettivo. Stop del governo l ROMA. Sale la tensione sulle riforme, con l'avvicinarsi del primo passaggio rilevante: l’adozione di un testo base da parte della commissione Affari costituzionali del Senato. Forza Italia strizza l’occhio alla minoranza Pd e alla sua battaglia per mantenere il Senato elettivo, e il numero due del Pd Guerrini la richiama all’osservanza dei patti. Ma la tensione è evidente anche all’interno del Pd, proprio per la determinazione della sinistra interna guidata da Vannino Chiti nel portare avanti la battaglia per il mantenimento di un Senato ad elezione popolare. La giornata si apre con toni aspri. In una lettera al Corriere della Sera il ministro Maria Elena Boschi accusa Chiti e quanti vogliono un Senato elettivo di «tentare di bloccare la riforma». «Il fatto che la proposta venga da parte della minoranza interna del Pd – scrive – è particolarmente stupefacente, essendo proprio la minoranza Pd quella che ha chiesto e ottenuto alla Camera di eliminare dall’Italicum ogni riferimento alla legge elettorale del Senato, proprio in forza dell’assunto che il Senato non sarebbe mai stato elettivo». Chiti replica al ministro intervenendo durante la discussione generale in commissione Affari Costituzionali: ribadisce punto per punto le sue ragioni e si dice «amareggiato» per l’accusa di voler bloccare le riforme. Al di là del merito, Chiti contesta l’impostazione politica del premier Matteo Renzi, basata sul patto esclusivo con Forza Italia. Il dialogo, dice Chiti, va cercato anche con M5s e Sel, che vogliono anche loro conservare un Senato elettivo. Na Renzi non intende cedere, e lo ribadisce ri- spondendo su Twitter alle domande dei cittadini. Il premier sottolinea che l'elettività del Senato «è una contraddizione con l’impostazione di fondo», cioè quella di una Camera in cui sono rappresentate le Autonomie; inoltre il ddl del governo «fa una rivoluzione e semplifica il procedimento legislativo». A scombussolare i piani ci si mette anche Forza Italia, il cui capogruppo Paolo Romani, pur ribadendo la validità del patto Renzi-Berlusconi, chiede una «ulteriore riflessione» sul Senato elettivo, magari con un nuovo incontro Renzi-Cavaliere. Romani ha una buona metà dei suoi 60 senatori sul piede di guerra: molti «azzurri» temono che con l’approvazione delle riforme Renzi tracimi elettoralmente rubando consensi anche a Forza Italia. Anche la riunione del gruppo prevista in giornata viene rinviata. Romani indica però una mediazione come via di uscita: sì all’approvazione delle riforme, purchè subito dopo le europee si approvi in Senato la riforma elettorale. Un altolà a Forza Italia lo dà il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerrini, il quale ricorda che il «Senato non elettivo» è uno dei punti cardine «dell’impianto dell’accordo contratto con Forza Italia»; ed aggiunge di "confidare che si arriverà a un approdo corrispondente al patto del Nazareno». In pratica, il fronte che chiede il mantenimento del senato elettivo può contare solo sul voto di Corradino Mineo (minoranza del Pd), Loredana De Petris (Sel) e di altri quattro senatori di M5s ed ex M5s. Troppo pochi. Così, conti alla mano, il ministro Boschi può dire a fine giornata che sulle riforme «non c'è assolutamente un problema di numeri». Giovanni Innamorati LA RIFORMA DELLA P.A. Cottarelli: gli 85.000 esuberi nel pubblico impiego «non è un numero elevato» l ROMA. - A palazzo Chigi si sono aperti i lavori sulla riforma della pubblica amministrazione, che il governo punta a chiudere per la fine di aprile. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha infatti incontrato il ministro della Pa, Marianna Madia, in una riunione che è andata avanti circa due ore e mezzo e che segna un’accelerata per tirare le somme sul capitolo. Prima del meeting istituzionale Renzi è però tornato a rispondere alle domande dei suoi followers su Twitter. E a chi gli domandava della dirigenza pubblica, ha risposto: «Più merito, più mobilità, più qualità». Contro lacci e laccioli che imbrigliano le imprese, ha ribadito: «Le aziende vanno aiutate riducendo la burocrazia». Di certo, ha assicurato il premier, «non deleghiamo le riforme ai prof». Le misure per rilanciare la Pa viaggiano su un binario parallelo a quello della Spending Review. E proprio mentre iniziava la riunione sulla riforma a Palazzo Chigi, che ha visto la partecipazione anche di altri membri del governo come Graziano Delrio, il commissario Carlo Cottarelli, è intervenuto in Parlamento per dire che gli 85.000 esuberi individuati nel pubblico impiego «non sono molto elevati» se valutati «in rapporto all’occupazione» nel comparto, che conta circa 3 mi- . «Prima del rush finale può essere una necessità un nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi. Ho ribadito la validità del patto, ma questo non significa che non ci siano problemi». Buccarella (M5S) . «Un progetto riproposto in maniera non difforme da Renzi nel suo patto con il piduista (tessera 1812) e condannato Berlusconi» Quagliariello (NCD) . «La questione dell’elettività o meno del Senato non va posta come un braccio di ferro. La fonte di legittimazione dipende dalle funzioni che dovrà assumere il Senato. Dobbiamo muoverci con attenzione per evitare che la Carta costituzionale diventi un regolamento condominiale». IL CASO E RENZI TORNA A PARLARE DELLA FINE DEL SEGRETO DI STATO IL CASO UNO SPAZIO PER I BAMBINI. RIVOLUZIONE ROSA DELLE MAMME E DEI PAPÀ Grasso: commissione Camera, ludoteca sugli anni delle stragi e poppata per i bebè l ROMA. Piero Grasso l’aveva chiesta con molta forza nel discorso di insediamento alla Presidenza del Senato: una commissione di inchiesta su tutte le stragi politiche e mafiose per far luce sugli intrecci che portano fin dentro alcune stanze dello Stato. Ora la declassifica degli atti sulle stragi, decisa ieri da Matteo Renzi, offre al Presidente del Senato l’occasione di rilanciare: «Anche il Parlamento può e deve – scrive su Fb- contribuire all’accertamento della verità: giudiziaria se ancora possibile, o storica. Per questo ribadisco con forza la necessità dell’Istituzione di una Commissione d’inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese, mafiose e terroristiche, con il compito di rendere pubblici i documenti delle Commissioni passate e continuare il lavoro d’inchiesta», aggiunge Grasso. «Dobbiamo avere il coraggio di guardarci indietro senza paura e senza omissioni, perchè un Paese che nasconde e teme la propria storia è un Paese senza futuro". Un invito che arriva quando proprio Palazzo Madama deve discutere della Commissione d’inchiesta sul caso Moro che, in questa ottica, potrebbe ampliare i suoi compiti istituzionali anche alle stragi politico-terroristiche e di mafia come chiede Grasso. E mentre arrivano sollecitazioni al Presidente del Consiglio affinchè su altri capitoli della storia più oscura della Repubblica (Moby Prince, Abu Omar, caso Mitrokhin) cada il cono di luce della declassifica totale degli atti in mano allo Stato, Matteo Renzi è sorpreso delle reazioni scatenate dalla sua «liberatoria» sulle carte delle stragi. Sorpreso, spiega su twitter, per una «una polemica incomprensibile». «Vogliamo un paese più trasparente possibile, SENATO Il presidente Piero Grasso con i dati accessibili online. Un sacco di faldoni sono stati portati fuori dagli archivi riservati nell’archivio di Stato a disposizione di tutti. Non dobbiamo essere il paese della nebbia ma della chiarezza. Dopodichè ho visto polemiche anche su questo, se siete nervosi ditelo. Che ci dobbiamo fare?". Un sostegno diretto alla scelta di Renzi arriva dal responsabile del Viminale, il "cuore occulto" del potere centrale dello Stato per molti anni: "La decisione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi" sulla declassificazione degli atti relativi alle stragi "è stata condivisa da tutti, e vedrà ciascuno impegnato per le proprie parti di competenza, e in prima fila il ministero dell’Interno. Saremo protagonisti di trasparenza nel versare agli archivi di Stato documenti che possano rendere nitida la storia del Paese, dice Alfano. Paolo Cucchiarelli l ROMA. Uno spazio per i bambini all’interno del vecchio palazzo che ospita la Camera dei deputati e, chissà, in futuro la possibilità di allattare in Aula i bebè. A Montecitorio è iniziata la rivoluzione rosa delle mamme e dei papà (non molto attivi, per la verità, questi ultimi). Finalmente, Montecitorio sarà dotato di una piccola ludoteca per i bimbi dei parlamentari e di coloro che lavorano nel «palazzo». La possibilità di portare i bebè in Aula e allattarli durante le sedute, invece, è per il momento soltanto una richiesta. La creazione di creare uno spazio per bambini alla Camera ha raccolto l’adesione bipartisan di parlamentari di tutti i partiti e, tra alti e bassi, è finalmente giunta a conclusione. Merito anche della vicepresidente della Camera Marina Sereni che ha coordinato il lavoro del gruppo di parlamentari in questi ultimi mesi: «E' un passo avanti», spiega la deputata del Pd che oggi guiderà un gruppetto in «un sopralluogo di uno degli spazi individuati». «In realtà – sottolinea la Sereni -, non si tratta di una vera e propria ludoteca o di un asilo, per il quale sarebbe necessaria una struttura ad hoc con permessi specifici; piuttosto, sarà uno spazio di ospitalità per rendere più facile ai genitori vedere i propri figli a Montecitorio». La vicepresidente ci tiene a sottolineare che la ludoteca non comporterà «alcun costo per la Camera», se non quelli per gli allestimenti minimi di sicurezza, e che sarà «autogestita dagli stessi genitori o da chi da loro indicato». Con l’ultima legislatura, l’età media dei parlamentari si è abbassata di molto ed è aumentato il numero di numero di neo-mamme e neo-papà: l’esigenza che prima era di pochi si è allargata a molti. Così lo MINISTRO Marianna Madia scorso anno la deputato di Scelta Civica e neo-mamma Valentina Vezzali aveva lanciato una sottoscrizione per aprire uno spazio per bimbi a Montecitorio, raccogliendo circa 200 firme. Piena condivisione all’iniziativa da parte di Nunzia De Girolamo che domani prenderà parte al sopralluogo. L’esponente di Ncd ed ex ministro giudica «l’apertura della ludoteca un gesto di civiltà e di buon esempio». «La vera battaglia per le donne non è metterle capolista ma coniugare i tempi di lavoro con la famiglia – afferma – Da politico non voglio rinunciare a fare la madre e ad amare mio figlio". Soddisfazione anche da parte delle mamme cinquestelle. La pattuglia M5S è una delle più nutrite: Mara Mucci, Gessica Rostellato, Roberta Lombardi sono madri da poco. «Era ora». Teodoro Fulgione RASSEGNASTAMPA 8 PUGLIA E BASILICATA LA KERMESSE UNA CINQUE GIORNI DI EVENTI Giovedì 24 aprile 2014 DUECENTO IMBARCAZIONI Spazio anche alla sezione accessori con 20 aziende che operano nel campo della manutenzione e dell’allestimento degli scafi Brindisi, il 30 prende il via il Salone nautico di Puglia Un calcio alla crisi, gli espositori aumentano del 30% BRINDISI La presentazione della XII edizione del Salone nautico di Puglia che si terrà a Brindisi dal 30 aprile al 4 maggio ANTONIO PORTOLANO l BRINDISI. Aprirà i battenti anche in barba ai venti di crisi - che negli ultimi tempi hanno costretto molti happening di settore a dare forfait e rinviare kermesse e fiere a tempi migliori – e con una crescita del 30% in termini di partecipanti alla XII edizione. Dal 30 aprile al 4 di maggio, sul lungomare Regina Margherita, prende il via il Salone nautico di Puglia. Saranno circa 200 le imbarcazioni esposte in acque e a terra, tutte di brand prestigiosi della nautica. Ci saranno tra le altre le tipiche imbarcazioni da pesca americane Boston Whaler ma anche una sezione dedicata ai battelli pneumatici ed ai gozzi di costruzione regionale ed un ampio spazio dedicato alla motoristica. Aziende di primo piano come Isotta Fraschini, Caterpillar, Volvo, Yamaha, Suzuki, Honda, Evinrude. E operatori provenienti da tutta Italia, in particolare dalla Sicilia, dalla Campania, dalle Marche, dal Lazio. E ancora spazio alla sezione accessori con circa 20 aziende che operano nel campo della manutenzione e nell’allestimento delle imbarcazioni. In occasione di Brindisi Città europea dello sport 2014, il Coni provinciale organizzerà nell’area fieristica un vero e proprio villaggio dello sport a cui parteciperanno altre 15 federazioni provinciali che daranno la possibilità di praticare e conoscere alcuni sport acquatici come surf, canottaggio, vela. L’enogastronomia pugliese e la cucina legata al mare saranno rappresentati dall’assessorato alle Politiche agricole e della pesca regionale. Il cuore della cinque giorni è rappresentato dalla convegnistica, ma non solo. Novità assoluta è data dall’apertura alla cultura con l’accordo sottoscritto con la Città del libro di Campi Salentina che organizzerà una rassegna bibliografica, . anche sul tema del mare, all’interno della Casa del turista, con il coinvolgimento delle principali case editrici della regione. Sempre in tema di cultura da non perdere I NUOVI SPAZI Saranno rappresentate anche l’enogastronomia e la cucina legata al mare come pure la cultura la mostra di archeologia marina organizzata dal Museo provinciale Ribezzo. Anche quest’anno si conferma e si rilancia la vocazione «all’inter nazionalizzazione» dello Snim. Un’area espositiva sarà dedicata ai porti di Croazia - rappresentati dall’Ente nazionale per il Turismo - men- tre si riconferma la presenza del porto di Montenegro. A Brindisi saranno in mostra anche le migliori strutture portuali turistica della regione. Quest’anno aderisce all’evento anche la Camera di Commercio di Foggia che, in uno spazio espositivo collettivo, ospiterà il meglio della produzione locale e le strutture turistiche di Marina del Gargano, Marina di Rodi Garganico e Vieste. Occhi puntati sulla 12esima edizione dello Snim anche da parte del governo come dimostra la presenza del sottosegretario alle Infrastrutture Umberto De Basso De Caro che aprirà la fiera partecipando alla tavola rotonda sul tema: «Nautica ed economia tra difficoltà e prospettive di sviluppo». Cresce l'interesse attorno allo Snim anche da parte di altri sistemi fieristici come dimostra la partnership sottoscritta con Fiera del Levante e Unioncamere Puglia. TRASPORTI OBIETTIVO MIGLIORARE I SERVIZI Turismo in bicicletta la Regione si attrezza l Uno studio sui bisogni di mobilità dei cicloturisti che vengono in Puglia per trascorrere le loro vacanze è stata avviato dall'amministrazione regionale in collaborazione con la cattedra di Economia politica del dipartimento di Scienze giuridiche dell'Università del Salento. Nella fase iniziale sono stati distribuiti 1.500 questionari. L'obiettivo è migliorare i servizi di trasporto regionali. L'iniziativa rientra nelle attività del progetto di cooperazione transfrontaliera Intermodal (Intermodality Model for the Development of the Adriatic Littoral zone) finanziato con fondi del programma Ipa Adriatic Cbc 2007-2013, di cui l'assessorato alle infrastrutture e mobilità della Regione Puglia è partner di progetto. «L'indagine - spiega l'assessore regionale Giovanni Giannini cui qualche giorno fa il presidente della giunta, Nichi Vendola, ha conferito le deleghe aggiuntive per la Difesa del suolo e Rischio Sismico. nonché per le Risorse Idriche - è finalizzata a conoscere le esigenze di intermodalità delle varie tipologie di cicloturisti che vengono nella nostra regione per trascorrere le loro vacanze e per migliorare l'offerta di trasporto combinato. Destinatari dell'indagine sono coloro che arrivano in Puglia con la bicicletta al seguito su un altro mezzo di trasporto, coloro che arrivano senza bicicletta e la noleggiano in loco, coloro che arrivano direttamente in bicicletta e da qui effettuano un successivo trasferimento con altri mezzi via terra, mare o aria». Il questionario in italiano e in inglese, disponibile in formato cartaceo o elettronico, sarà distribuito dalle strutture ricettive pugliesi o tramite il web. L'esito dell'indagine consentirà alla Regione Puglia di coordinare e rendere sinergiche le politiche di sviluppo del turismo con quelle di sviluppo della mobilità ciclistica. IL BUCO DI 45MILA EURO ANCORA DA CHIARIRE I MOVIMENTI DI DENARO. LA DIOCESI HA 30 CONTI Il vescovo sotto torchio per il prestito concesso all’avvocato coi soldi dei poveri Potenza, per ripianarlo un sacerdote ha usato i denari di una colonia FABIO AMENDOLARA l Da un conto della diocesi di Potenza vengono prelevati 45mila euro per un prestito a un avvocato in difficoltà. Su quel conto la Cei - la Conferenza episcopale italiana - versava ogni anno i «fondi anticrisi», quelli per aiutare le famiglie bisognose: 300mila euro. La Procura di Potenza ha cercato di capire come è stata tappata quella falla da 45mila euro. E ha messo il vescovo sotto torchio. I soldi erano di don Antonio Cervino. «Soldi suoi», dice don Agostino Superbo, ex vicepresidente della Cei. Perché il sacerdote è danaroso. «Non tutti i preti sono... lui ce li ha». Il vescovo, testimone dell’inchiesta, spiega al pubblico ministero Francesco Basentini da dove provengono i soldi usati per la carità dopo il prestito da 45mila euro non rientrato - all’avvocato Sergio Lapenna, ex consigliere regionale. I pas- saggi sono particolarmente ingarbugliati. Per questo la Procura di Potenza ha deciso di vederci chiaro. E per capire con esattezza da dove provenissero quei soldi ha scoperto che la diocesi di Potenza ha a disposizione 30 conti bancari (alcuni risultati inattivi). E che per coprire il «buco» creato dal prestito all’avvocato (che ha affidato i suoi beni a un amministratore, il quale ha stabilito un piano di rientro con i creditori) il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, ha chiesto a sua volta un prestito a un sacerdote di Policoro, don Antonio Cervino. Ecco la ricostruzione degli investigatori. Superbo, in merito al prestito all’avvocato, ha riferito di non conoscere l’entità della somma e che a don Pasquale Zuardi, l’economo della diocesi, aveva detto soltanto: «Don Pasquale, fai quello che puoi, tu conosci le nostre casse». MONS. SUPERBO «Non conoscevo l’entità della somma data a Lapenna» POTENZA Il vescovo mons. Agostino Superbo AVVISO DI DEPOSITO E PUBBLICAZIONE . Venuto a conoscenza dell’importo del prestito - 45mila euro - e dell’insolvenza dell’avvocato, «chiedeva a sua volta - si legge in un’informativa dei carabinieri - un prestito a titolo personale di pari importo a don Cervino, in modo da non trovarsi in difficoltà per il denaro da destinare alla carità». Don Cervino fa il bonifico. Ma non con soldi suoi, come invece aveva riferito il vescovo. I soldi sono stati spostati dal conto della società Charitas Christi colonia Stella maris di Policoro e sono finiti su uno dei conti bancari della diocesi potentina. Anche quelli erano soldi della Cei? I soldi finiti su quel conto corrente provengono dalle rette che i Comuni pagano per i bambini bisognosi ospitati nella colonia estiva di Policoro, in provincia di Matera. «Pertanto - annotano gli investigatori - non erano su un conto personale». Quel prestito di don Cervino, ha spiegato il vescovo al pm, è servito per non far mancare nulla ai poveri. «Ho chiesto all’amico», ha detto il monsignore. Era solo un anticipo. Poi il buco nel «fondo anticrisi» con molta probabilità lo ripianerà la Cei. Ma nei movimenti bancari, sospettano gli investigatori, c’è ancora qualcosa da chiarire. ai sensi della L.R. 11/2001 e del D.Lgs 152/2006 s.m.i. del Progetto esecutivo, Studio d’Impatto Ambientale e Sintesi in linguaggio non tecnico, relativo al Progetto di Ampliamento Cava di calcare in agro di Galatina (LE), loc. “S.Giovanni” La MINERMIX s.r.l., con sede in Fasano (BR), C.da Matarano 3/A ha depositato copia del Progetto al Comune di GALATINA (LE) ed allo Sportello Unico Regionale Attività Estrattive (SURAE) in Bari. L’area di cava è distinta nel N.C.T. di Galatina al Foglio 4 p.lla 25. Il progetto si riferisce all’Ampliamento di cava di calcare in esercizio e prevede l’asportazione progressiva della roccia calcarea con scavo a cielo aperto. La coltivazione della roccia avverrà contestualmente alle operazioni di recupero ambientale delle aree già coltivate e si esplicherà in n° 4 lotti successivi organizzati temporalmente in n° 4 fasi. Ai sensi degli artt. 23 e 24 del D.Lgs citato, gli elaborati sono disponibili presso gli Uffici del Comune di Galatina (LE) per 60 (sessanta) giorni dalla data della presente pubblicazione e chiunque abbia interesse nello stesso termine può presentare in forma scritta osservazioni o pareri, indirizzandoli allo stesso Comune. Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 25 Giovedì 24 aprile 2014 DE TOMASO Ecco l’Italia della vetocrazia >> CONTINUA DALLA PRIMA A nche se, obiettivamente è arduo sostenere che la crescita del debito potrebbe generare la ripresa dell’apparato produttivo. Lo stesso John Maynard Keynes (1883-1946), demiurgo del deficit spending, considerava temporanea la sua ricetta, fondata sul surplus di spesa, per svegliare un’economia addormentata. L’incremento delle uscite, anche a suo parere, non avrebbe dovuto essere a tempo indeterminato. Berlusconi poteva riformare da destra il Belpaese, Prodi poteva farlo da sinistra. Chi per una ragione, chi per un’altra, entrambi non lo hanno fatto, e lo Stivale si è inceppato definitivamente. Anzi, le poche riforme giunte a destinazione hanno peggiorato lo status quo , come testimonia ad esempio la revisione del Titolo Quinto della Costituzione, sfociata nella paralisi decisionale tra Stato e Regioni per colpa di una capillare e confusa legislazione concorrente in quasi tutte le materie-chiave affidate all’attività politica. Più che sulla votocrazia, la politica italiana si fonda sulla vetocrazia, degenerazione esasperata prima dalla sbornia federalistica successiva al boom elettorale leghista, e poi dalla conseguente riscrittura del Titolo Quinto della Carta Costituzionale. Già in condizioni normali, l’assenza in Italia di un sentimento nazionale comune rendeva complicato il varo di misure condivise da tutti, o perlomeno dalla maggioranza dell’opinione pubblica. L’avvento della cultura federalistica in salsa bossiana ha completato il quadro, dissestando ogni spirito unitario, per cui anche i partiti più lontani dal vangelo «padano» si sono sentiti autorizzati a scimmiottare i conati autonomistici della Lega in nome del primato del municipalismo sul resto del mondo. qualcuno, qualcosa, un cavillo giuridico, un È vero che l’Italia resta la patria dei Comuni, inghippo burocratico, che rimanderà alle cae che i Comuni hanno scandito per secoli la lende greche la questione. E il raddoppio ferstoria della nazione fino a ritardare l’approdo roviario sarà oggetto di studi e contenziosi all’unità della Penisola. Ma è altrettanto vero anche nel 2341. che il Risorgimento aveva ribaltato questa rafLogico che lo Stivale sia imballato. Se i refigurazione, consegnando allo Stato il mastice tropensieri speculativi o i calcoli affaristici dell’unione territoriale e lo scettro di decisore arrestano sul nascere un’opera auspicata da di ultima istanza. tutti, soprattutto dal buon In seguito, le spinte censenso, figuriamoci cosa trifughe, i conati secessiosuccede quando sono in nistici, le astruserie campacantiere interventi che rinilistiche hanno ripreso il scuotono un consenso mesopravvento, sino al punto no unanime, come ad esemche - di questo passo - un pio il gasdotto nel Salento. giorno verrà stoppata perIl presidente Obama ha sino l’apertura di un asilo suonato la sveglia all’Euronido, se a un comitato di pa, e all’Italia: ragazzi muoquartiere la cosa non garvetevi, sta per tornare la berà. guerra fredda, i rapporti Esaminiamo il caso del con la Russia di Putin non raddoppio della linea ferrogirano al bello, non perdete viaria Termoli-Lesina, pretempo sul gasdotto Tap, permessa di ogni discorso ché i conflitti del futuro sasull’alta velocità per la coranno di natura energetica, stiera adriatica. Nulla si di conseguenza conviene muove, perché il Molise non GAS Obama dà la sveglia all’Europa cautelarsi affrancandosi si decide a dare una risposta dalla dittatura di un solo al progetto delle Ferrovie, in nome dell’au- fornitore. Ma - scommettiamo - neppure un tonomia locale da rispettare. Va bene, le po- interesse pubblico superiore, com’è quello polazioni vanno ascoltate e coinvolte. Ad un dell’approvigionamento energetico, riuscirà certo punto però bisogna pure prendere una ad accelerare la realizzazione del gasdotto. Il decisione, se non si vuole trasformare ogni municipalismo è così radicato da condizionare assemblea da luogo della rappresentanza in o bloccare qualsiasi decisione. luogo della rappresentazione (parodia della deÈ vero. Berlusconi e Prodi non hanno imimocrazia). Adesso, di fronte alla melina mo- tato Thatcher e Schroeder. Ma il resto del Bellisana, più irritante di quella in uso sui terreni paese non può scagliare facilmente la prima di gioco sudamericani, si spera che lo Stato pietra. Giuseppe De Tomaso centrale faccia sentire la propria voce [email protected] mativa. Ma, inutile illudersi. Spunterà sempre GIANFRANCO SUMMO Pressione ed evasione record «S ull'evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz ma con l’innovazione e l’incrocio dei dati». Parola del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ieri ha lanciato un segnale di (apparente) incoraggiamento ai tartassati del fisco. Dunque, «no» ai teatrali blitz a Cortina d’Ampezzo d’inverno e in Costa Smeralda d’estate: non piacciono a chi teme che le divise della Guardia di finanza facciano scappare i turisti. E come la mettiamo con i controlli incrociati del Redditometro? Fanno storcere il naso ai sacerdoti della privacy che temono il Grande Fratello del Fisco. Potremmo chiudere qui il discorso e rassegnarci a rimanere il Paese europeo con la più alta pressione fiscale e la più alta evasione fiscale. Tanto non si può e non si deve fare niente. Ma viene voglia anche di prendere a prestito altre parole, quelle del segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi (ancora lui?) che nel «lontano» gennaio 2014 rispondeva «Male non fare paura non avere» a chi gli rimproverava il dialogo con Berlusconi sulla riforma elettorale. E quindi: se pago regolarmente le tasse, che cosa avrei da temere da un controllo fiscale? Per di più il Redditometro nel marzo scorso ha ottenuto anche il via libera del Garante per la privacy e prevede verifiche nel caso in cui le spese siano superiori almeno del 20% rispetto ai guadagni dichiarati. Per ora i controlli riguardano solo 20mila casi tra i più eclatanti scovati incrociando le varie banche dati a disposizione dell’Erario. E nelle spese «sospette» non rientrano quelle per alimenti, abbigliamento, alberghi e viaggi. Nessun voyerismo fiscale, dunque. Solo di fronte ad un tenore di vita «inspiegabile» l’Agenzia delle Entrate chiamerà il contribuente per un primo ed anche un eventuale secondo chiarimento. È questa la strada giusta? Si spera, anche perché il Paese è al collasso. Il boom economico del dopoguerra è il frutto del patto sociale che ha regalato l’evasione fiscale agli imprenditori del Nord e l’assistenzialismo statale ai cittadini del Sud; la crescita dei ruggenti Anni Ottanta e Novanta si è fondata sull’esplosione del debito pubblico che ha generato sprechi e privilegi; l’euro, l’Unione europea e la crisi globale hanno fatto cadere i veli e gli alibi. Ora l’Italia vive al di sopra delle proprie possibilità, abituata a considerare diritti i privilegi, con il comodo alibi che una pressione fiscale insostenibile giustifica l’evasione fiscale. Per non parlare di una rete di criminalità organizzata ormai ramificata in tutta Europa in grado di gestire una economia parallela sconosciuta al Fisco. Speriamo che lì dove hanno fallito l’ottimismo di Berlusconi, la sobria austerità di Monti e le palle d’acciaio di Letta riesca il volitivo attivismo di Renzi che il Redditometro l’ha ereditato e si accinge a gestirlo. Intanto si spera che nella rete dei controlli non finiscano solo i «pesci piccoli». A nevrotizzare il contribuente italiano non è tanto il controllo a tappeto quanto lo stillicidio di piccole dimenticanze che generano contenziosi ai limiti del demenziale per pochi euro che si moltiplicano per effetto di interessi e sanzioni. Dunque se deve essere caccia all’evasore, che almeno sia caccia grossa. E nella caccia grossa non si può avere timore dei pachidermi: banche, società finanziari, grandi imprese con fatturati miliardari sono i principali soggetti a rischio evasione ed elusione. Lo dicono le cronache, con i resoconti su transazioni al ribasso per il Fisco e pur sempre convenienti per chi ha nascosto gli imponibili. Il Redditometro, poi, fa scattare anche un paio di riflessioni accessorie: è lecito immaginare che i 20mila casi eclatanti sui quali l’Agenzia delle Entrate si sta concentrando siano solo la punta di un iceberg di controlli. Insomma, il sospetto che il Fisco sia perfettamente in grado di scovare tutti gli evasori e costringerli a pagare il dovuto è sempre più forte. Ma chi si assume la responsabilità storica di fare in Italia quello per cui non si verrebbe rieletti mai più neppure al consiglio di quartiere? Nel nostro Paese si stima (per difetto) una evasione fiscale di 180 miliardi di euro con il coinvolgimento di dieci milioni di contribuenti. Dieci milioni di voti. Di fronte a questa equazione impallidisce il ragionamento di giustizia sociale in base al quale pagando tutti, tutti pagheremmo meno. E quindi torniamo al comodo alibi della pressione fiscale che rende addirittura socialmente tollerabile (se non benvenuta) una fisiologica quota di evasione erariale. Non si può non concludere il discorso con il sogno americano. Un sistema fiscale, quello made in Usa, che nella percezione comune risolverebbe ogni problema. Nessuna trattenuta alla fonte (i lavoratori dipendenti ne sanno qualcosa...) ogni spesa documentata diventa deducibile, il contrasto di interessi come primaria fonte di controllo antifrode (la tua ricevuta diventa la mia deduzione quindi niente parcelle a nero) e pressione fiscale dimezzata rispetto a quella italiana. Ma non è tutto oro quello che luccica. Intanto l’assistenza sociale e previdenziale di stampo europeo non ha nulla a che vedere con quella statunitense, dove i minimi garantiti sono inferiori ai nostri. Poi il sistema di tassazione (tra imposte federali, statali e cittadine) non è meno complicato del nostro. Le deduzioni non sono poi così «assolute» e convenienti come si immagina. Però una cosa è certamente diversa rispetto all’Italia: per chi evade le tasse si spalancano le porte del carcere e il sistema di verifiche è più efficiente che in Italia, dove tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Equitalia, Sogei e le relative ramificazioni regionali sarebbe interessante sapere se i recuperi dell’evasione garantiscono almeno un euro in più di quanto tutto questo apparato ci costa. ATTENTI A NON GETTARE IL BAMBINO INSIEME CON L’ACQUA SPORCA di VITO SPADA F orse sembrerà strano, ma bisognerebbe ricordare che tutti gli strumenti finanziari che si sono succeduti nel tempo sul mercato, hanno avuto la loro crisi di identità e sono stati inizialmente giudicati inutili e dannosi dalla gente. Strumenti finanziari come la società per azioni, una cambiale o un mutuo, che sembrano a noi ovvi e necessari per la nostra vita economica , hanno infatti subito nel passato le loro sconfitte sui mercati. Il tempo e la comprensione degli eccessi che pure hanno accompagnato la loro apparizione , sono serviti successivamente alla riconferma della loro importanza. Lo stesso destino pare accompagnare le cartolarizzazioni. La Bce e la Bank of England hanno recentemente insistito sulla ripresa di questi strumenti finanziari per agevolare la ripresa del credito nel settore bancario. E anche la Banca d’Italia ha chiaramente riaffermato che “la cartolarizzazione è uno strumento importante per la ripresa del credito” nel nostro Paese. Il punto da cui bisogna partire per comprendere le motivazioni di tali scelte, è il funzionamento della cartolarizzazione sui bilanci delle banche. Se queste devono essere guidate nella concessione dei prestiti dall’ammontare del capitale da loro indicato in bilancio, e se è divenuto necessario richiedere alle banche un aumento della loro capitalizzazione, per fare fronte alle possibili perdite inattese in un ciclo economico, le vie principali che possono essere seguite per questa operazione di capitalizzazione sono due. La prima è ovviamente quella del puro e semplice aumento di capitale, che però è oggi molto costoso per via del rischio implicito di questo approccio. La seconda è la diminuzione da parte delle banche delle loro attività in bilancio. Diminuendo il peso delle loro attività sul capitale le banche possono ricostruire (far aumentare) automaticamente il valore del loro capitale. Non solo. Con la stessa operazione, ovvero con la vendita delle loro attività ( in maggioranza prestiti) la banca recupera oltre al capitale, anche la preziosa liquidità monetaria. Si trasformano così i precedenti prestiti, in denaro contante. Ottenere con la vendita delle attività sia un aumento implicito del loro capitale che una maggiore liquidità, genera di conseguenza la possibilità di effettuare nuove operazioni di prestito. E siccome il problema di oggi è quello di fare ripartire il credito, è evidente che questa via è quella più efficiente. PRESTITI -La cessione dei prestiti ( le attività della banca) è realizzata attraverso la trasformazione in titoli ( cartolarizzazione) dei crediti che si intendono cedere al mercato. L’incorporazione del credito in un titolo (come nella cambiale) consente un più facile trasferimento del credito ed una sua migliore diffusione sul mercato. Le nuove norme regolamentari sulle cartolarizzazioni sono oggi più stringenti per le banche, perché richiedono che la banca trattenga una quota della cartolarizzazione nel suo portafoglio, a dimostrazione che anche le eventuali perdite future saranno riflesse nel suo bilancio. Si è cercato così di evitare che le banche possano cartolarizzare crediti inaffidabili, senza subirne le conseguenze. Dopo la crisi finanziaria e le accuse a volte poco precise ed impietose sulle cartolarizzazioni, il mercato europeo per queste operazioni si è molto ristretto. Nel 2013 si sono cartolarizzati solo 180 miliardi contro gli 800 miliardi del solo 2008. E paradossalmente il mercato europeo ha sempre mostrato , diversamente da quello americano, che le cartolarizzazioni dei mutui hanno da noi un percentuale di “default” dell’1,5% , un valore estremamente basso a testimonianza della bontà di questa classe di attivi. Si possono ovviamente cartolarizzare non solo mutui immobiliari, ma anche prestiti alle pmi e persino prestiti dubbi, ovviamente con prezzi diversi e rapportati al loro rischio implicito. Anche nei casi di prestiti dubbi o in “sofferenza” bisogna ricordare che questi hanno comunque un “valore di recupero” seppure minimo, che è riflesso nel prezzo di vendita. Si stima che in tutta l’Europa ci siano 1.000 miliardi di prestiti della specie e che il mercato secondario per queste operazioni è fondamentalmente controllato da istituzioni finanziarie americane , da fondi sovrani ,dai ricchi gruppi familiari e dai fondi di “private equity”. Questo aspetto solleva il problema della mancanza in Europa di un efficiente mercato finanziario che possa funzionare per l’assorbimento di queste operazioni. Dovremmo convincerci comunque, che le banche non potranno mai da sole con i propri capitali, finanziare tutte le richieste delle imprese e dei privati, e che tale offerta deve necessariamente passare sul mercato finanziario. Di conseguenza dovremmo comprendere che gli errori passati commessi nel mondo finanziario non comportano una cancellazione di tutto quello che si è costruito. Non possiamo buttare , come si dice da noi, il bambino con l’acqua sporca. La finanza non è il diavolo e non può essere sempre e comunque demonizzata. Dobbiamo certamente evitarne gli eccessi e gli errori inevitabili. Ma soprattutto dovremmo , per criticarla, comprenderla meglio. RASSEGNASTAMPA 2 giovedì 24 aprile 2014 POLITICA Renzi annuncia: «Meno tasse ai pensionati» Misure ad hoc anche per lavoratori autonomi e partite Iva ● Il premier risponde su Twitter alle domande dei cittadini ● A Grillo: «Gli 80 euro sono una presa in giro? Possono dirlo soltanto dei comici milionari» ● MARIA ZEGARELLI ROMA Annuncia via Facebook che non parteciperà alla «partita del cuore» per non alimentare polemiche di cui non c’è bisogno, poi dà appuntamento ai suoi follower alle 14 per un’ora di botta e risposta a 360 gradi. Il presidente del Consiglio nel giorno in cui la Camera vota la fiducia al decreto Lavoro, riannoda i fili con i social da Palazzo Chigi e conferma la notizia a cui più tiene larga parte dei cittadini: «Ho preso un impegno con partite Iva, incapienti e pensionati nel proseguire nel lavoro di abbassamento tasse e lo manterrò». Misure che slitteranno molto probabilmente nella prossima legge di stabilità ma che Renzi intende portare fino in fondo grazie alla dieta dimagrante per smaltire gli sprechi che dal 2015 diventerà ancora più intensiva. Tante le domande, una sfilza, gli 80 euro vanno forte, come i tagli ai costi della politica, la scuola, il lavoro. E se su alcuni tweet risponde con ironia, su altri si sofferma con precisione puntigliosa. Come sul bonus che arriverà con la busta paga di maggio, su cui «i gufi», come li chiama il premier, si sono a lungo concentrati. Ora che è certo che arriveranno a maggio, che le coperture ci sono, ragiona il premier, l’accusa è che si tratta di una misura ad hoc per la campagna elettorale. «Arriveranno dopo le elezioni, è una rivoluzione nel concepire il rapporto tra Stato e cittadini, non c’entra niente con la campagna elettorale. La rivoluzione è iniziata», risponde. E affonda: «Ragazzi, datevi pace, questi soldi arriveranno». Ce l’ha soprattutto con Beppe Grillo e il M5S che in vista del 25 maggio sparano ad alzo zero. «Noi rispondiamo alle polemiche lavorando», replica durante la diretta twitter. Di prima mattina era stato ancora più diretto: «I comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero». Luigi Di Maio coglie la palla al balzo: «Non mi meraviglia che Renzi creda di poter comprare il voto dei cittadini italiani con 80 euro. Renzi non ha mai sudato un soldo in vita sua, a differenza di Grillo che se li guadagna da sempre con la sua professione e misurandola con il mercato». Immediata la controreplica: «Prende il doppio di me, ma non farei polemiche con nessuno. Sorridere costa meno». Il clima è da campagna elettorale, a Palazzo Chigi non sottovalutano ma nemmeno drammatizzano, è così nelle dinamiche interne alla maggioranza sul decreto Lavoro, con Ncd e Sc che minacciano battaglia al Senato, con il M5s che vuole a tutti i costi fare il botto alle urne e il vero nemico, adesso che Fi è in sofferenza, resta il Pd. Per questo Renzi da una parte tiene vivo il rapporto sui network, là dove tutto è iniziato, dall’altro incalza i ministri ad andare avanti con le riforme perché, spiega, «c’è solo un modo per convincere gli italiani che possiamo cambiare il Paese: cambiandolo, senza perdere ulteriore tempo». E infatti ieri a Palazzo Chigi ha convocato un vertice con le ministre Marianna Madia e Maria Elena Boschi, i sottosegretari Graziano Delrio e Angelo Rughetti, Patrizio Caligiuri, consigliere giuridico di Madia e il capo di Gabinetto Polverari per fare il punto sulla riforma della Pubblica amministrazione che molto probabilmen- .. . Vertice a Palazzo Chigi con il ministro Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione te Renzi annuncerà la prossima settimana per titoli e poi, come già accaduto per il Dl Poletti aprirà la consultazione. Due le linee su cui si articolerà: un decreto legge e un disegno di legge delega. Dopo due ore di confronto serrato si sono aggiornati a lunedì, ma intanto alcuni punti sono fissati: riforma della dirigenza, ricambio generazionale non traumatico, nessun ulteriore taglio agli stipendi dei dirigenti, nessun esubero. Renzi la riassume con poche parole: «Più merito, più mobilità, più qualità». Le domande che arrivano via twitter, però, sono per lo più il sintomo dell’insofferenza contro la politica e allora le risposte non possono che virare in quella direzione. Rivendica i tagli alla politica, «non tagliamo gli stipendi ai parlamentari, facciamo di più, tagliamo direttamente un terzo dei parlamentari con la riforma costituzionale», il superamento delle Province e quello del Senato elettivo con cui è ancora in corso un braccio di ferro interno al suo stesso partito ma ormai avviato. Poi, la scure sul numero delle auto blu, sui ministeriali che andranno a piedi o con i mezzi pubblici, e che permetterà agli autisti che sono poliziotti di tornare in servizio operativo, o la forbice sulla busta paga dei manager pubblici e delle voci della pubblica amministrazione, come i bandi di gara, una spesa da 100 milioni di euro che d’ora in poi sarà sacrificata perché ci si dovrà affidare ai social per gli annunci. Un lungo elenco di cose fatte e di cose in divenire, come lo sblocco dei 3,5 miliardi di euro che andranno all’edilizia scolastica, «abbiamo ricevuto 4500 richieste. Abbiamo tolto dal patto di stabilità gli interventi sulle scuole, sarà un grande lavoro che affronteremo da giugno e porterà cantierisu tutto il territorio». Della «complicata questione del quoziente familiare», in cui rientra anche il bonus degli 80 euro, si parlerà «nella delega fiscale», spiega. Annuncia anche un vertice per lunedì prossimo con i ministri di Esteri, Difesa, Interno e i servizi segreti per verificare l’operazione «mare nostrum», «ma è strano che l’immigrazione diventi un’emergenza sempre in campagna elettorale. Se c’è un’emergenza c’è anche prima...», chiude. #MATTEORISPONDE «Più duri sull’evasione» «Sud, al lavoro sui treni» «Sull’evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz ma con l’innovazione e l’incrocio dei dati». Così il premier Matteo Renzi durante #matteorisponde. Per la rete dei trasporti ferroviari al Sud «dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei che sono tanti e spesso non spesi o spesi male. Nei prossimi dieci giorni faremo un incontro ad hoc». Precari e «garantiti», è ora di aprire gli occhi IL COMMENTO RINALDO GIANOLA SEGUE DALLA PRIMA Sono fatti riconducibili allo stesso comun denominatore che è l’assenza di coerenti politiche di sviluppo, la mancanza di una strategia industriale nei settori chiave del nostro Paese, la svalutazione del lavoro come fattore economico, culturale, di emancipazione sociale. Diciamo subito, con il massimo rispetto per l’azione del governo, che in altri tempi, non lontani, il decreto lavoro avrebbe portato le persone in piazza e suscitato vaste critiche e proteste nel mondo politico e sindacale. Mentre in questo frangente non è successo quasi nulla. Il decreto offre una grande opportunità alle imprese di poter utilizzare lavoratori, senza l’impegno di assumerli a tempo indeterminato, in condizioni di ampia flessibilità contrattuale e normativa. Il progetto Poletti, nei fatti, è un nuovo passo nella direzione della liberalizzazione dei contratti a termine di cui le imprese hanno abusato in questi anni senza riuscire, tuttavia, a creare nuova occupazione stabile, nè ad avviare una nuova stagione di investimenti e di crescita. Probabilmente oggi il governo punta a dare una scossa all’occupazione offrendo alle aziende una carta formidabile, un autentico jolly. Un imprenditore può assumere un lavoratore con un contratto a tempo, questo rapporto può durare tre anni con cinque proroghe (prima della “rivoluzionaria” modifica in commissione lavoro erano otto...), non deve motivarle e naturalmente non deve rispettare lo Statuto dei lavoratori. Che cosa si vuole di più? Per i tre anni del possibile contratto il lavoratore precario non è tutelato dall’articolo 18, ormai largamente svuotato del suo valore originario che era quello di impedire licenziamenti ingiustificati, discriminanti o comportamenti vessatori da parte del datore di lavoro. L’articolo 18 era già stato abbattuto da Elsa Fornero, il ministro creatore degli esodati, con l’introduzione dell’indennizzo a fronte del licenziamento per motivi economici. Il precario, dunque, avrà il contratto a termine fino a tre anni, se gli va bene, e potrà magari essere mandato a casa con un tweet, segno della modernità trionfante. Per questi precari niente «tutele crescenti», che forse appariranno più avanti nel progetto di riforma più ampio, strutturale, fino alla scrittura de l nuovo codice del lavoro, di cui ha già parlato Matteo Renzi. Ora speriamo tutti quanti che questa dose di flessibilità da cavallo possa almeno svegliare il mercato del lavoro e le imprese, e abbattere il tasso di disoccupazione ufficialmente al 13%, ma che in realtà è più alto se si tiene conto dei lavoratori in mobilità e di quelli in cassa integrazione con poche o nulle possibilità di rientrare in fabbrica o in ufficio. Il governo ha ottenuto un successo, e tuttavia dovrebbe porsi qualche domanda, che altri in Europa si pongono. Che senso ha introdurre nel sistema ulteriori forme di flessibilità del lavoro quando si perdono milioni di posti? Perchè la flessibilità già esistente in Italia, la più varia e articolata, non è riuscita ad arginare l’emorragia di 1,8 milioni di occupati tra il 2007 e il 2013? I lavoratori flessibili sono stati i primi a pagare i costi della crisi, i primi a essere licenziati. Perchè la flessibilità, elemento essenziale in un mercato del lavoro efficiente, funziona quando il ciclo economico tira, in condizioni di buona occupazione. Ma la flessibilità, lo ha scritto pure il FinancialTimesnon l’Unità, non è in grado di proteggere i lavoratori dalla recessione. Il governo, nonostante gli schiamazzi di Alfano e Sacconi, dovrebbe valutare se la flessibilità ulteriore offerta su un piatto d’argento alle imprese è propedeutica allo sviluppo e a creare nuova occupazione o se, invece, diventa, come spesso è stata in passato, una forma di dumping salariale e sociale, una scorciatoia per recuperare margini di competività sulla pelle dei lavoratori avendo il sistema industriale rinunciato in parte a ricerca, innovazione, a un modello “alto” di sviluppo. E qui torniamo a Piombino, ai lavoratori dell’Acciaeria e delle grandi fabbriche che sarebbero i «garantiti», secondo il pensiero liberista che tanti danni ha prodotto anche a sinistra. L’Acciaieria si spegne così come si sono spente tante imprese industriali, spesso passate dalle mani dello Stato a quelle dei privati. Il «re del tondino» Lucchini si presentò più di vent’anni fa licenziando 900 lavoratori e la prima fila dei delegati Fiom. Ma la storia presenta il conto per tutti: il suo gruppo è finito male, nonostante le frequentazioni di Mediobanca e del Corriere della Sera. Dopo il passaggio dei russi di Severstal, dopo l’illusione di un‘improbabile offerta dal Nord Africa, oggi Piombino guarda con ansia al futuro. Agli operai dell’Acciaieria toccherà «riconventirsi» e lo faranno con impegno e lealtà, come hanno sempre fatto. I loro figli, intanto, si metteranno in fila per un contratto a tempo determinato. Non più di tre anni, però. RASSEGNASTAMPA 3 giovedì 24 aprile 2014 Lavoro, è tregua armata In Senato lo scontro finale Tutta la maggioranza vota la fiducia alla Camera ● Ma Sacconi (Ncd) annuncia un esame approfondito a Palazzo Madama ● A Ichino l’incarico di relatore ● B. DI G. ROMA Matteo Renzi twitta in tempo reale a Palazzo Chigi FOTO LAPRESSE «Niente slogan sui marò» «Stragi, basta nebbie» «Seguiamo la vicenda dei marò tutti i giorni, suggerirei di toglierla il prima possibile dalla campagna elettorale. Qualche partito lo ha usato ed è sbagliato: è un tema vero che riguarda il diritto». Sulla declassificazione degli atti sulle stragi: «Non dobbiamo essere il Paese della nebbia ma della chiarezza. Ho visto polemiche anche su questo, se siete nervosi ditelo...». Nessuna sorpresa nell’aula di Montecitorio, aspettando i «fuochi d’artificio» che Ncd promette in Senato. La fiducia che il governo ha posto sul decreto lavoro è passata con il sì di tutta la maggioranza (344 voti favorevoli, di Pd, Scelta civica, Ncd e Pi), e il no delle opposizioni (184 voti contrari di FI, Sel, M5S, Lega, Fratelli d’Italia). Oggi si procederà con il voto sugli ordini del giorno e il varo del testo, che passa così a Palazzo Madama. E lì il presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi, riapre la partita. «La commissione Lavoro del Senato svolgerà una seconda lettura approfondita del decreto lavoro - ha detto per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore». Il senatore alfaniano - tra i più intransigenti nei confronti delle modifiche introdotte alla Camera - assicura che garantirà «che i lavori si svolgano in tempi utili a che il Senato possa compiere le eventuali modifiche garantendo altresì la conversione del decreto legge nei tempi previsti. Sono certo che la maggioranza saprà operare una sintesi, aperta a recepire i contributi positivi delle stesse opposizioni». Non è complicato immaginare la direzione di marcia che Sacconi intende imprimere al decreto. «Il nostro mercato del lavoro, che allo stato si caratterizza per l’esclusione di troppe persone, ha evidente bisogno di misure urgenti per incrementare la propensione ad assumere - dichiara - L’esame dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato». Per gli addetti ai lavori il messaggio è chiaro: via lacci e lacciuoli per le aziende. Assumere apprendisti senza vincoli, così co- .. . Commercianti e industriali invocano meno vincoli su contratti a termine e apprendistato Giuliano Poletti, Teresa Bellanova FOTO LAPRESSE me rinnovare contratti a termine senza tetti. Detta così non si capisce con quali criteri lo Stato dovrebbe finanziare l’apprendistato per circa due miliardi l’anno. STRATEGIE PARLAMENTARI Ncd è sicura di riuscire a ritagliarsi un ruolo di protagonista nelle stanze del Senato, dove si discuterà del decreto proprio nei giorni di campagna elettorale per le europee. Un’occasione da non perdere per gli alfaniani, che tuttavia si espongono a un rischio molto forte. Il decreto infatti scade il 20 maggio, e considerando ponti e festivi, il tempo non è molto lungo per consentire altri due passaggi parlamentari. Senza contare anche il fatto che nessuna modifica sarà possibile senza l’accordo del Pd, per un semplice problema di numeri. Dunque, una mediazione sarà ineludibile. Sulle modifiche introdotte alla Camera il par- tito di Renzi si dice compatto: non ci dovrebbero essere incrinature al Senato. Certo, molto dipenderà da come Sacconi e sodali sapranno muoversi: non è affatto escluso che riescano a spuntare qualcosa. Soprattutto su quella norma che prevede l’obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti se si vuole procedere ad assumerne di nuovi. Il Sole24ore di ieri non nascondeva l’irritazione di Confindustria su questo punto, e non è detto che il pressing degli imprenditori non si faccia sentire in Senato. Intanto ci sono già i commercianti a suonare la gran cassa della deregulation. «Sull’apprendistato manca il coraggio di semplificare fino in fondo e sul contratto a termine si torna a ventilare il tema della precarietà, quando la disoccupazione è ormai a livelli record e occorrono risposte urgenti», scrive Confcommercio in una nota. Evidentemente non bastano i 36 mesi senza causale né articolo 18: è ancora troppo poco. Così come non basta che si possa scrivere un piano formativo di un rigo nel contratto per l’apprendistato. Tutto questo per Confcommercio è un passo indietro. Anche i commercianti se la prendono con le sanzioni: in particolare con quella che prevede l’assunzione se si supera il tetto del 20% dei contratti a termine. Per la verità in questo caso si tratta di rispettare una legge quadro, che impone dei vincoli al contratto a termine (vedi intervista sotto): altrimenti di fatto si cancella il contratto a tempo indeterminato in favore del termine. In tempi di precariato spinto non sembra proprio una brillante idea. Intanto il sindacato apre anche il confronto sul disegno di legge delega, che insieme al decreto completa il Jobs Act. «Sul ddl lavoro occorrerà discutere ogni singolo articolo perché così com’è rischia di ridurre le protezioni e creare ancora più complicazioni - il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino - in una materia su cui si interviene da anni senza mai ricostruire un disegno organico». Anche dalla Uil c’è allarme per l’incoerenza di alcuni aspetti della delega con il decreto. ... Il sindacato apre il duello sulla disegno di legge che completa il Jobs Act: «incoerente con il decreto» «L’atteggiamento di Ncd è sempre stato ambiguo» BIANCA DI GIOVANNI ROMA ne di piantare le proprie bandierine». «Devo dire che come relatore ho vissuto un atteggiamento piuttosto ambiguo da parte di Ncd». Carlo Dell’Aringa (Pd), relatore del decreto lavoro, parla con l’Unità mentre in aula prosegue la chiama sulla fiducia. E racconta la sua versione dei fatti in una vicenda che sta diventando un moderno Rashomon in cui ciascuno suona il suo spartito. Complici i tatticismi preelettorali. «Se i punti restano quelli esposti due giorni fa, credo che il compromesso sia a portata di mano. Perché quelle modifiche hanno una loro rilevanza, ma nessuna mette in discussione l’impianto di quello che è uscito dalla commissione, così come la commissione non ha stravolto l’impianto del decreto. In Senato si può trattare, ma attenzione che se poi si rilancia sorge il problema dei tempi e ci si assume una grossa responsabilità, perché le imprese vogliono questo decreto. Chi si comporterà in modo tale da intralciare l’approvazione si troverà in grande difficoltà». In che senso ambiguo? «Per tutta la fase della discussione in commissione Ncd si è detto contrario a qualsiasi forma di emendamento, nella convinzione che non si dovesse modificare il testo originario. Con una posizione di questo genere era difficile coinvolgerlo in qualche tipo di mediazione. Quindi di fatto non c’è stato un confronto. Poi solo alla fine, appena 5 minuti prima di andare in aula, è sembrato che ci fosse la volontà di mediare. Se l’avessero detto qualche giorno prima, forse si riusciva a trovare una soluzione di compromesso anche con Ncd. Fatto gli ultimi 5 minuti, è forte la tentazio- InSenatositroveràilcompromessooaumenteranno i dissidi? Ncd annuncia battaglia «In un primo momento il Ncd voleva una sostanziale deregulation dell’apprendistato, ma nell’ultimo confronto non è stato così: ha solo chiesto che la formazione possa essere organizzata all’interno dell’azienda, e questo si può fare, è previsto anche nelle linee guida della conferenza Stato Regioni. L’avremmo potuto fare benissimo anche in commissione se Ncd avesse aper- preoccupati sufficientemente della maggioranza, ma il Ncd sembrava essersi tirato fuori dal confronto». L’INTERVISTA Carlo Dell’Aringa Anche sulle 5 proroghe c’è stato l’accordo del governo? «Certo. Ricordo che le norme in vigore prevedevano una sola proroga e da un massimo di 12 mesi per i contratti a termine senza causale. Oggi ci sono 36 mesi e 5 proroghe: non mi pare che si sia reintrodotta rigidità». «Per tutta la fase della discussione si sono sottratti al confronto Al Senato si può trattare ma chi rilancia si assume una grossa responsabilità» to alle modifiche. Altra cosa è la sanzione per chi supera il tetto del 20% (di contratti a termine, ndr), che si vuole pecuniaria. Qui è più complicato, perché la legge dice che il contratto normale è a tempo indeterminato, ma che è possibile apporre un termine se vengono rispettati certi vincoli. In caso contrario il termine decade e quindi il contratto diventa a tempo indeterminato. Per questo è più difficile inserire la sanzione pecuniaria, ma ci si può provare a inserirla. Con le dovute cautele, perché anche la Commissione Ue è molto Confindustria Le ha chiesto qualcosa? attenta su questo punto». Il Pd è diviso sulle modifiche introdotte? «Assolutamente no. Io condivido le parole con cui Damiano ha avviato l’esame del testo all’interno del partito. Cioè che noi siamo in mezzo: da una parte ci sono quelli che vogliono abolire il decreto, dall’altra parte quelli che non vogliono neanche modificarlo. Il nostro impegno è stato quello di trovare una soluzione di equilibrio, condivisa dal governo. E abbiamo fatto proprio questo: tutto il Pd si è ritrovato su questo approccio. Forse non ci siamo «Confindustria ha chiesto di poter godere di alcune nuove norme fin da subito, come il tetto del 20% che può essere in certi casi favorevole alle imprese, perché la maggioranza dei contratti collettivi prevedono tetti più bassi o uguali. Il tetto era già previsto nel decreto, che però dice anche che i contratti collettivi possono modificare la quota. Quindi se Confindustria vuole cambiare quella soglia non deve far altro che aprire un negoziato». Il decreto riuscirà a fronteggiare la crisi occupazionale? «La flessibilità può aiutare, ma in una prospettiva di crescita, di consumi, altrimenti non serve». RASSEGNASTAMPA 5 giovedì 24 aprile 2014 LA BATTAGLIA DI PIOMBINO MASSIMO FRANCHI ROMA «Piombino non deve chiudere!». Il grido degli operai è arrivato forte a Roma. Ad ascoltarlo e a rilanciarlo sono stati le due autorità più importanti: Papa Francesco e Matteo Renzi. Se il primo durante l’udienza generale del mercoledì ha raccontato: «Ho ricevuto un video-appello da parte degli operai della Lucchini di Piombino che mi ha davvero commosso», ha detto nel suo intervento in piazza San Pietro. «Cari operai, cari fratelli - ha aggiunto -, sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza e preoccupazione di padri di famiglia che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente. Siate sicuri della mia vicinanza, della mia preghiera. Non scoraggiatevi. Il Papa è accanto a voi. Cari operai, cari fratelli, vi abbraccio fraternamente». «E a tutti i responsabili - ha detto il Papa - chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e generosità per riaccendere la speranze nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica. Per favore aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate». Poche ore dopo è stato Matteo Renzi ad annunciare - come richiesto martedì dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi - che la firma sull’Accordo di programma per Piombino si sarebbe tenuta a palazzo Chigi. In una serie di tweet il presidente del Consiglio ha rassicurato i lavoratori. «Lo spengimento dell’altoforno di Piombino è una brutta notizia per la città». «La ripartenza di Piombino - ha aggiunto - passa attraverso una serie di azioni puntiali inserite nel protocollo di intesa che firmiamo oggi (ieri, ndr) con i ministri e il presidente della Regione» ma tocca anche agli «investitori privati dare un futuro a Piombino». La firma arriverà questo pomeriggio, ma sostanzialmente l’accordo si è chiuso alle 19 di ieri. Manca la formalizzazione di 70 milioni di fondi del ministero delle Infrastrutture, rimandata a domani per l’assenza del ministro Maurizio Lupi. Il via libera è arrivato a fine pomeriggio, dopo una lunga maratona per limare i dettagli sul testo del Protocollo messi a punto dallo stesso Enrico Rossi e dal viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti presso la sede di via Veneto. Alla fine tutto si è sistemato: i 139 milioni previsti per la bonifica, la riconversione .. . A palazzo Chigi il «via libera» al Protocollo: 200 milioni per la bonifica e la riconversione Francesco sta con gli operai Ok l’accordo di programma Una giornata drammatica per il polo industriale toscano ● Le parole del Papa e il progetto di riconversione offrono ai lavoratori un po’ di speranza per il futuro ● verde dell’acciaeria, gli interventi per l’allargamento del porto - quasi impossibile però che la Concordia sia dismessa a Piombino -, la viabilità saranno finanziati per 60 milioni dalla Regione Toscana e per i restanti con fondi del ministero dell’Ambiente (50 milioni), del Mise, del ministero della Difesa per la dismissione di navi militari. A questi appunto vanno aggiunti i 70 milioni di Lupi per un totale di oltre 200 milioni. IL FORNO ELETTRICO È IL FUTURO Unaltro importante finanziamento importante dovrebbe arrivare dall’Unione europea: si tratta dei fondi per la riconversione verde del settore acciaio, fondi che servirebbero per permettere la sostituzione dell’altoforno con il forno elettrico corex, mantenendo a Piombino l’area a caldo. La stessa per cui - per ora - non ci sono offerte sulfronte Lucchini. La partita infatti è doppia: accanto all’Accordo di programma, il 30 maggio il ministero dello Sviluppo comunicherà quali gruppi si sono aggiudicati il bando per subentrare alla Lucchini. Messa da parte la bufala Khaled - l’imprenditore giordano che prometteva di salvare l’altoforno - la speranza ora viene dall’India. L’offerta del gruppo Jsw è ora limitata al laminatoio a freddo, ma è concreta la possibilità che si possa allargare a costruire un forno elettrico Corex. «Abbiamo insistito a lungo per inserire nel Protocollo un riferimento diretto a questa possibilità spiega Gianni Venturi della Fiom - è l’unico modo per mantenere livelli occupazionali simili agli attuali, sebbene servano al- meno tre anni e mezzo per una riconversione di questo tipo e quindi nel frattempo i lavoratori dovranno essere tutelati con i contratti di solidarietà (l’accordo è stato sottoscritto la scorsa settimana, ndr) e la cassa integrazione». La Fim Cisl invece annuncia la festa del primo maggio nella città toscana. «Piombino rappresenta il secondo polo siderurgico del nostro paese dopo l’Ilva di Taranto e dà lavoro a circa 2500 persone a cui si aggiungono 1500 lavoratori dell’indotto, 528 della Magona (Arcelor Mittal) e altri 110 di Tenaris Dalmine. Per queste ragioni la Festa del primo Maggio a Piombino assume un carattere strategico», ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, annunciando che sarà presente anche il sindaco Gianni Anselmi. «La priorità è e resta la tutela dei lavoratori», dichiarail segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro. IERI SCIOPERO, OGGI ASSEMBLEA Nelle stesse ore i lavoratori di Piombino erano in sciopero. Due ore contro lo spegnimento dell’altoforno. Ma una nuova speranza è arrivata da Roma. E questa mattina sarà lo stesso Enrico Rossi ad illustrarla ai lavoratori. LUCCHINI Arrivano offerte per il polo siderurgico di Trieste Servola Oltre a Piombino, il fallimento della Lucchini coinvolge altre città italiane. Anche per Trieste ieri sono arrivate buone notizie. All’ultimo giorno utile sono arrivate due manifestazioni di interesse per l’acquisto del Complesso di Trieste Servola, messa in vendita dal commissario straordinario della Lucchini Piero Nardi nell’ambito della stessa procedura che prevede anche lo spegnimento dell’altoforno di Piombino e la cessione degli impianti toscani. In una nota lo stesso commissario rivela che si tratta di una offerta italiana ed una estera. Entrambe le manifestazioni di interesse ricevute sono al momento incomplete rispetto. Il Commissario ha pertanto dato tempo fino a domenica 27 aprile per completarle. Precisando che il presupposto per partecipare era la volontà di proseguire con l’attività siderurgica nel sito di Servola», conclude la nota. I lavoratori di Piombino combattono per il loro futuro «I lavoratori di Piombino sono la vera classe dirigente» M. FR. Twitter @MassimoFranchi «Sono due anni e mezzo che aspettavo questo momento, che come Regione parliamo di riconversione ecologica dell’acciaieria con tecnologie all’avanguardia. Diamo una prospettiva ad un intero territorio e vogliamo che tutti i lavoratori siano coinvolti nella bonifica con un grande contratto di solidarietà. Ma se siamo arrivati a firmare questo Protocollo lo dobbiamo a loro che in questa vicenda sono stati la vera classe dirigente. E non certo a un bel pezzo del capitalismo italiano: se gli avessimo dato retta a quest’ora aPiombino l’area acaldo sarebbeun capitolo chiuso». Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha appena chiuso la sua 24ore di trattativaromana. Dal pomeriggio dimartedì è rimastochiuso alministero dello Sviluppo a battersi e limare il testo dell’Accordo di programma per Piombino assieme al viceminsitro Claudio De Vincenti. «Mancano ancora i 70 milioni del ministro Lupi, ma domani (oggi pomeriggio, dopo aver incontrato i lavoratori questa mattina, ndr) firmiamo». Presidente Rossi, alla fine ha avuto ragione lei. Ha chiesto l’intervento di palazzo Chigi e Matteo Renzi l’ha accontentata. Ma non eravate in cattivi rapporti? «La cosa che mi ha fatto più piacere è che Renzi abbia detto che su Piombino si fida di me. Ho chiesto il suo intervento per chiudere in fretta». L’INTERVISTA Enrico Rossi «Il capitalismo italiano ha fatto una pessima figura in questa drammatica pagina industriale. Renzi? Mi ha detto che si fida di me per salvare il lavoro» Ora Piombino ha una speranza concreta per un futuro di lavoro. «Per la città oggi è un giorno drammatico. Lo spegnimento dell’altoforno è la morte per migliaia di famiglie. Per questo ho lottato per far arrivare nella stessa giornata una notizia di segno opposto: le istituzioni si sono messe assieme e hanno dato un segnale di nuovo inizio». Sonostatesettimane convulseincittà. La bufala Khaled, gli operai che minacciavano di non votare alle Europee... «Sì, Khaled era un bluff. Ma è stato comprensibile che i lavoratori - che in questa vicenda sono stati la vera classe dirigente e che io ho solo ascoltato - l’abbiano voluto andare a vedere. Era l’unico che assicurava la sopravvivenza dell’altoforno che per gli operai significava la salvezza». Orapartonoilavoridibonifica.Realisticamentequantodureranno.Treanniemezzo sono una stima troppo ottimistica? «Direi una stima realistica. Ma noi partiremo subito e già da settembre gli interventi sul porto ci consentiranno di avere una profondità di 20 metri e di ospitare il refitting delle navi». Tardi però per ospitare la Costa Concordia in partenza dal vicino Giglio... «Sei tempidella movimentazionedella Concordiaslittassero,Piombinopotrebbe benissimo essere in grado di accoglierla». Torniamo alla riconversione. A fine maggio si saprà quale gruppo subentrerà alla Lucchini. Avete delle preferenze? «Chiunque sia dal primo giugno stileremo con lui un cronoprogramma per la bonifica e la riconversione». Siparlainsistentementedelgruppoindiano Jsw e della sua volontà di investire su unfornoelettricoCorexchepermetterebbe di riassorbire quasi tutti i lavoratori dell’altoforno. «Sì, questo gruppo indiano sembra interessato a sviluppare anche a Piombino questa tecnologia, che è il futuro verde dell’acciaio. Gli incentivi per utilizzare questa tecnologia sono contenuti nel Protocollo. Ci sono tutte le condizioni perché Piombino abbia di nuovo un’area a caldo. E mi lasci sfogare: se avessimo dato retta ad un bel pezzo del capitalismoitaliano (ilriferimentoè allacordata tricolore Arvedi-Marcegaglia, ndr), spalleggiato da un altro bel pezzo di gruppi editoriali, Piombino avrebbe già dato l’addio all’area a caldo e a migliaia di posti di lavoro». Gli indiani li ha già incontrati? «No, masono prontoa farlo appena possibile. Dobbiamo metterci al lavoro in fretta, la variabile tempo è decisiva». Leipoihalanciatounapropostaperlagestione della bonifica. «Sì,ho proposto un grande contratto di solidarietà che permetta a tutti i lavoratori della Lucchini, delle aziende dell’indotto ed esterne di fare parte del processo di bonificaericonversione.In più lo Statorisparmierebbe i soldi della cassa integrazione in deroga che invece servirebbero se la bonifica non riguardasse le aziende piccole dell’indotto ed esterne. Il piano io l’ho solo riproposto. Sono stati i lavoratori ad elaborarlo: vogliono lavorare alle bonifiche ambientali e vigilare che le nuove tecnologie vengano effettivamente installate. Speriamo di lavorarci anche qui al più presto». Cos’ha imparato da tutta questa vicenda? «Ho imparato dai lavoratori. Sono stati loro a portare perfino Papa Francesco dalla loro parte.Dopo anni disubordinazione culturale, la sinistra deve ripartire da lì: dalla centralità del lavoro e dall’idea della classe operaia come classe dirigente del Paese, in grado di mettere al centro gli interessi nazionali e una nuova idea di sviluppo. Piombino è una sfida e può essere un nuovo inizio». RASSEGNASTAMPA 6 giovedì 24 aprile 2014 POLITICA Riforme, scontro nel Pd E Forza Italia specula ● Boschi contro Chiti: «È stupefacente che la minoranza freni» ● La replica: «C’è una maggioranza favorevole al Senato elettivo» ● Il premier: «Non delego la materia ai professori» ANDREA CARUGATI ROMA «Stupefacente che la minoranza Pd cerchi di bloccare la riforma del Senato», attacca di primo mattino il ministro Maria Elena Boschi dalle colonne del Corriere della Sera. «Non si può dire che chi vuole l’elezione diretta dei senatori da parte dei cittadini non vuole le riforme», replica nel pomeriggio Vannino Chiti, capofila dei senatori ribelli alla linea del premier. «Come ho detto al ministro Boschi, se la maggior parte dei parlamentari vuole l’elezione diretta basta assumere questo e le riforme galoppano...». Il faccia a faccia tra il ministro e il senatore dissidente si realizza nel pomeriggio a Palazzo Madama, in una affollata riunione della commissione Affari costituzionali che oggi concluderà la prima parte della discussione sulla riforma. Boschi non interviene, ascolta una parte della discussione e poi scappa alla Camera per la fiducia. Chiti, a margine, sembra soddisfatto, perché l’idea del Senato eletto dai cittadini in questa prima fase dal dibattito ha riscontrato parecchi consensi. Dal M5S che si è detto .. . I berlusconiani aprono a modifiche sul sistema di elezione. Romani: «Ma resta l’accordo con Renzi» pronto a sostenere la proposta Chiti «con alcune modifiche», fino a Forza Italia che con il capogruppo Paolo Romani spiega che «intendiamo mantenere i patti con Renzi, ma un’ulteriore riflessione è necessaria sul sistema di elezione dei membri del Senato». Romani è sibillino. Prima annuncia che sul Senato elettivo «è d’accordo buona parte dei gruppi in commissione, anzi mi pare che ci sia la maggioranza in commissione e anche in aula». Poi spiega che «se il governo richiamerà all’ordine la sua maggioranza, sia la minoranza Pd sia le altre componenti, noi ci uniformeremo alla proposta del governo». Il vicesegretario Pd Guerini replica immediatamente: «Il Senato non elettivo è uno dei punti cardine dell’accordo tra noi e Fi». «Nessun problema di numeri, Fi mantiene i patti», gli fa eco la Boschi. Gaetano Quagliariello, ex ministro e plenipotenziario di Ncd sulle riforme, prova a fare da paciere: «Il problema non è l’elettività diretta del Senato ma le sue funzioni. Se dovrà avere una funzione di contrappeso e garanzia allora la fonte di legittimazione non potrà che essere popolare». Quagliariello rilancia la proposta di Ncd, che prevede l’elezione dei senatori in contemporanea con i consigli regionali. Un’idea che trova consensi trasversali e che alcuni vedono come un possibile punto di mediazione. Di certo la condivide Roberto Calderoli, che con Anna Finocchiaro è relatore del provvedimento. All’inizio della prossima settimana i due relatori dovranno partorire il testo base. Un’operazione complessa, con il governo e il capogruppo Pd Zanda che chiedono di adottare la bozza del governo, e molti altri, a partire da Chiti e M5S, che vorrebbero discutere su una base diversa. I due relatori non hanno ancora preso una decisione. «Alla luce della discussione che abbiamo sentito mi pare difficile poter adottare il testo del governo. Credo che ci saranno parti di quel testo con alcune integrazioni», spiega a l’Unità Calderoli. Che sintetizza con una battuta il dibattito di ieri: «Il testo del governo è stato disintegrato a pallettoni da tutti tranne che da Zanda...». Di paletti e distinguo ne sono stati posti molti. Qua- si nessuno vuole le 21 personalità illustri scelte dal Quirinale, Ncd non gradisce la presenza paritaria dei sindaci rispetto ai rappresentanti delle Regioni, il capogruppo M5s Maurizio Buccarella (in tandem con Grillo) spara a zero paragonando il progetto di Renzi a «quello della P2». Loredana de Petris di Sel sbotta e chiede copia del patto Renzi-Berlusconi. «Se ne parla da mesi, lo vogliamo vedere!». «Il muro contro muro del governo non aiuta il processo di riforma», avverte il bersaniano Miguel Gotor. Stefano Fassina replica a Boschi e Renzi: «Nessuno vuole bloccare le riforme. Invece di lanciare accuse di sabotaggio o ricerca di visibilità sarebbe utile che il governo facesse attenzione alle soluzioni indicate da Chiti». Luigi Zanda, politico d’esperienza, invita tutti alla prudenza. «Non mi sembra che ci sia stata sinora una prevalenza di opinioni a favore di un Senato eletto direttamente dai cittadini. Gli orientamenti diventeranno più chiari al momento del voto sugli emendamenti, quando le scelte dovranno essere esplicite». Sulla stessa linea anche Claudio Martini, vicino a Bersani: «Non vedo questa prevalenza per il Senato elettivo». Il capogruppo Pd infine ha auspicato che il ddl del governo sia adottato come testo base: «Ho dubbi che si possa trovare un altro testo che raccolga una base così ampia...». Renzi, dal canto suo, spiega di non voler «delegare le riforme ai professori», ribadisce il suo no all’elezione diretta e all’Anpi dice: «la mia riforma rispetta i valori che noi tutti difendiamo». Secondo il forzista Romani, una volta definito il testo base, sarà «utile» un nuovo round tra il premier e Berlusconi. Di certo, calano le chance di ottenere un via libera dell’Aula prima del 25 maggio. «Non possiamo stressare il calendario parlamentare», ammette Guerini. ... Zanda: «Il testo base sia quello del governo» Il relatore Calderoli: «A questo punto è difficile» GIUSTIZIA Orlando: «Subito le emergenze, poi la riforma Da rivedere il sistema di elezione del Csm» Prima le emergenze. Poi, da giugno, via a una riforma della giustizia «che abbia un respiro collettivo». Il ministro della Giustizia Andrea Orlando detta i tempi dei lavori e in commissione al Senato spiega che «affrontare le emergenze è solo un presupposto, una bonifica del campo e non un’alternativa a una riforma con un respiro complessivo». Quattro le priorità d’intervento indicate da Orlando: il sovraffollamento delle carceri, gli arretrati della giustizia civile, la situazione del personale amministrativo e l’affinamento degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. La premessa però è importante: «Nessuna riforma - dice Orlando - è possibile in assenza delle condizioni materiali per realizzarle, anche in presenza di emergenze che rischiano di assorbire tutte le energie necessarie, e le norme non bastano senza adeguate misure organizzative». Il problema della giustizia italiana, sottolinea il ministro, è che non ha un andamento uniforme in tutto il Paese, per esempio nei tempi «e questo non è il prodotto di criticità differenti ma dei processi organizzativi, nel buon uso delle risorse e dell’efficientamento del «Si eleggano i senatori insieme ai consiglieri regionali» NINNI ANDRIOLO ROMA Senatori eletti dai cittadini che scelgono per il Consiglio regionale anche i rappresentanti della Regione a Palazzo Madama. Né costi aggiuntivi, né elezione diretta: salvi i paletti posti da Renzi e salva anche la richiesta maggioritaria, e trasversale, di preservare il diritto degli elettori a scegliere i propri rappresentanti. Potrebbe essere questa la soluzione finale del rebus sul Senato che verrà. Per fare avanzare «la mediazione» è all’opera da tempo un gruppo di «facilitatori». Tra questi Francesco Russo, senatore Pd, già consigliere di Enrico Letta e membro della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. È convinto che anche Vannino Chiti potrebbe ritrovarsi in una proposta ben presente ai due relatori, Finocchiaro e Calderoli, e al ministro Boschi. «È diffusa l’esigenza che il Senato assuma protagonismo in relazione alla riforma, così come diffuso è l’apprezzamento per le aperture del governo - spiega Russo Siamo ottimisti sul fatto che le posizioni possono convergere». I tempi stringono però, ce la farete ad approvare la riforma entro il 25 maggio? «Vogliamo accettare la sfida. La velocità non è dettata dai tempi delle europee L’INTERVISTA Francesco Russo La mediazione ipotizzata prevede un «apposito listino» e «nessun aggravio di spesa»: «Una soluzione che non smentisce il disegno del governo» ma dal fatto che oggi soltanto il 3% dei cittadini esprime fiducia nel Parlamento e nei partiti. Una buona riforma serve a recuperare fiducia nei canali di rappresentanza. Queste preoccupazioni accomunano le posizioni di Chiti e quelle del governo, quelle della maggioranza e di settori importanti dell’opposizione. Esistono le condizioni per approvare la riforma, almeno in commissione, entro il 25 maggio. L’unico vero ostacolo è l’ostruzionismo del M5S». Che tipo di Senato potrebbe venir fuori a questo punto? «Penso che si possa agire dentro i quattro paletti posti da Renzi. Superiamo il bicameralismo perfetto, ma manterremo per il Senato un ruolo importante. Né voto di fiducia, né voto al bilancio, né reintroduzione di fondamentali fette di legislazione. Il Senato avrà competenza sulle leggi costituzionali, come prevede il governo, ma potrà occuparsi anche di leggi elettorali, di enti locali, di accordi internazionali, di rapporti tra Stato e Regioni. Tutto ciò salvaguarda l’impostazione di Renzi». Ma Chiti chiede un Senato di garanzia... «Dovrà essere uno strumento di garanzia importante ridefinendo le soglie per eleggere il presidente della Repubblica, i membri della Corte costituzionale, del Csm, ecc. Le autorità di garanzia sareb- bero di competenza del Senato, come si riportano a Palazzo Madama anche le commissioni d’inchiesta e i poteri per la valutazione delle politiche pubbliche. Molte di queste cose sono largamente condivise in commissione e si registra un’apertura del governo. La vocazione principale del nuovo Senato, però, potrebbe essere quella di “Camera europea”. Una istituzione molto moderna che valuta gli impatti della legislazione Ue e costruisce l’interfaccia con il Parlamento europeo». Sull’inelegibilità il governo non cambia idea però... «Si registrano anche qui molte convergenze in realtà. È necessario, innanzitutto, che i nuovi senatori abbiano il tempo di occuparsi dei compiti importanti che il nuovo Senato comporta...». Niente sindaci e governatori, quindi? «L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare una seconda Camera delle Regioni, va privilegiato il numero dei loro rappresentanti rispetto ai sindaci. Perché non si determini una istituzione “dopolavoristica” - oltre alla parità di genere, alla riduzione delle nomine che spettano al Capo dello Stato, al riequilibrio delle Regioni sulla base della popolazione - va evitata la duplicazione di cariche». E come verrebbero nominati i membri del Senato? «Potrebbero essere eletti direttamente dai cittadini chiamati alle urne per rinnovare i consigli regionali. Avremmo consiglieri regionali con il compito specifico di rappresentare la propria comunità in Senato. Non dovranno assumere compiti di giunta o di commissione. Potrebbero essere individuati e votati “a latere”. In un apposito listino di coalizione o di partito per esempio». Glielettori voterebberoconsiglieri regionali e consiglieri “senatori”? «Sì. Questi ultimi sarebbero consiglieri regionali a tutti gli effetti, ma nella divisione dei compiti avrebbero l’incarico specifico di sedere in Senato. Sarebbero pagati dalla loro Regione e non ci sarebbero aggravi di spesa. Una soluzione di questo genere non smentirebbe l’impostazione originaria del governo. Che, a questo punto, potrebbe raccogliere il lavoro proficuo fatto fin qui della commissione, potrebbe avanzare una seconda versione della propria proposta e far procedere su quella base il dibattito in vista del voto definitivo. Il governo manterrebbe il proprio protagonismo, i firmatari della proposta Chiti potrebbero veder raccolte molte loro istanze e si potrebbero determinare proficue convergenze facendo un passo in avanti. Non ci sarebbero così né vincitori né vinti». RASSEGNASTAMPA 7 giovedì 24 aprile 2014 Dalla partita del cuore quanti calci al buon senso SEGUE DALLA PRIMA Il senatore del Pd Vannino Chiti flusso di lavoro». Per quanto riguarda le condizioni delle carceri, «i risultati ottenuti sulla diminuzione della popolazione carceraria sono importanti ma non ancora sufficienti». Secondo i dati del Ministero si è passati da 21 mila detenuti in attesa giudizio del 2009 ai poco più di 10mila di adesso, e da 12 mila a 29mila i condannati a pene alternative. «Un trend apprezzabile ma ancora non comparabile con altri paesi europei», commenta Orlando. Che poi si sofferma sul Csm: «È opportuna una riflessione sul sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura - dice - per assicurare la sua piena neutralità e impermeabilità rispetto a interessi di parte e logiche di carattere corporativo». Ivano Marescotti è sparito dal telefilm Una buona stagione (non per lui, sembrerebbe) perché è candidato alle Europee per la Lista Tsipras e la sua apparizione violerebbe le regole. La sua sottrazione dalle scene trasmesse invece spazza via il buon senso e il gusto per un prodotto che perde interezza. Marescotti maneggia terra e ragiona fra i filari, consola una figlia tormentata e ama Elisabetta (scrivono così, nella trama). Tutte attività che potrebbero inquinare le elezioni, si capisce. Dentro quella televisione, su quello stesso canale - Rai 1 - proprio stasera riappare, accomodato sul divanetto niveo di Porta a Porta, il condannato Silvio Berlusconi. Soffierà sulla cenere di quel che resta della sua immagine. Parlerà proprio di questo, cercherà i voti perduti, lo farà per dovere e disperazione, questo è il ruolo che gli viene chiesto. La Rai non c’entra - è giusto scriverlo: è la legge che vieta l’agronomo e permette il pregiudicato. Qualche anno fa per lo stesso motivo e con un eccesso di zelo impareggiabile fu bloccata perfino una fiction su Falcone e Borsellino: doveva andare in onda il 23 maggio del 2006, anniversario della strage di Capaci. Fu rimandata perché in quei giorni si votava il rinnovo del parlamento siciliano e Rita Borsellino - sorella del giudice Paolo - era candidata alla presidenza della Regione. Ricordare l’eccezionale e triste epopea di quei giudici e di quel cognome poteva favorire Rita nella contesa elettorale. Per tornare all’attualità, nel mezzo c’è una partita di calcio dal titolo pacificatorio e benintenzionato: la partita del cuore. È un appuntamento datato, che si rinnova ogni anno, sempre per una buona e diversa causa: quest’anno si fa a Firenze ed è per Emergency, la nostra miglior ambasciata in giro per il pianeta. Ma è insufficiente il cuore degli uomini, scriveva qualcuno. E così diventa campo per prendersi a pedate perché .. . Gino Strada dal Sudan: «Questa è un’iniziativa di solidarietà, non diventi un terreno di scontro» IL CASO / 1 MARCO BUCCIANTINI [email protected] Si tagliano le fiction e si alza il polverone su Renzi, che si «toglie» dal match per la beneficenza: ma stasera vedremo un pregiudicato comiziare in tv da Vespa alla partita era “iscritto” Matteo Renzi, e tra l’altro ci teneva parecchio e lo ricordava quando poteva, lui fra Antognoni, Baggio e Batistuta, lui tifoso della Fiorentina. I grillini chiedono di bloccare la diretta Rai per un evento che si nutre della «pubblicità» che può riscuotere dalla televisione: a Emergency andrà l’incasso del botteghino ma l’associazione di Gino Strada vive dell’impegno dei volontari e si sostiene con i proventi del 5 per mille e un successo di pubblico può giovare alla causa. Non è argomento per i Cinque stelle, che quando partono a testa bassa non fanno prigionieri. Per loro la polpa della democrazia è questa. Per Grillo è testimonianza diretta, esclamativa: «Li abbiamo beccati! Siamo in un regime!», così, senza esagerare. Anche Forza Italia ha caricato a pallettoni i suoi pensatori. Come è suo costume, Maurizio Gasparri si è distinto: in peggio. «La soluzione migliore è rinviare la partita». Capovolge il senso perché lui stesso è un campione di questo tempo perverso, è l’autobiografia del nonsenso. Tutta la sua idea è questa: è certificare l’anormalità: restino i politici, si sposti la partita. C’è sempre un’occasione persa quando la realtà offre il tema per ragionare sulle regole, e magari levigarle delle Il premier Matteo Renzi sul campo di calcio in una foto d’archivio asprezze e riportarle a un’essenza più autentica, e distinguere, nel caso, sulla sostanza di un’apparizione televisiva, calcorare i vantaggi effettivi, e anche la propaganda. La partita del cuore non è contenitore politico, l’unico spazio consentito sotto elezioni, ma è altrettanto vero che Renzi - che non è candidato alle Europee - non avrebbe usato quei minuti per motivi elettorali, non avrebbe conversato di politica (anzi, forse sarebbe riuscito a evitare i microfoni, che lo attraggono quanto il calcio). Stiamo cospirando attorno a una legge pasticciata e contorta, questo va detto. E Renzi stesso ha evitato altri 20 giorni di polemiche, tirandosi fuori e scrivendo su Facebook: «Qualche giorno fa mi chiama Gino Strada e mi chiede di rilanciare l’attenzione dei media, di aiutare anche nel mio nuovo ruolo, per fare della partita un’occasione di sostegno per i progetti di Emergency. Lo faccio volentieri. E qui casca l’asino, anzi il grillo. Cinque stelle mi accusa di strumentalizzare il calcio in campagna elettorale, di volere la diretta tv per conquistare voti. La rabbia e la paura dei grillini sporcano un evento come la partita del cuore che da anni unisce gli italiani. Hanno paura di chi vuol cambiare l’Italia e cambiare la protesta in proposta. Strumentalizzare gli 80 euro, i segreti di Stato, gli investimenti sulle scuole è ancora polemica politica. Strumentalizzare la beneficenza no». Lapidario Gino Strada, che l’altro giorno aveva definito «follia» il fatto che Renzi non potesse giocare la partita, «visto che ha già partecipato lo scorso anno». Ieri ha aggiunto tre righe, dal Sudan dov’è impegnato a salvare la gente. «A me interessa che l’evento si svolga e che si raccolgano fondi per curare le persone, come facciamo da vent’anni. Tutto il resto sinceramente mi interessa poco». È vero, tutto il resto è perfino fastidioso se messo nei pressi di questo dottore e delle sublimi cose che fa. Lui direbbe: «Niente di straordinario, facciamo i medici, curiamo chi sta male». Lineare, normale. Ed è quella normalità che deve riguadagnare un Paese sdrucito dalle polemiche quotidiane alle quali ormai partecipa quel movimento a perdere radunato attorno a un volgare mitomane. Un Paese costretto a darsi regole d’emergenza, pensate quando un uomo sommava su di sé tutto l’etere, per paura di non saper rispettare neppure quelle minime. Un Paese da curare. .. . Il premier: «La rabbia e la paura dei grillini sporcano un evento che da anni unisce gli italiani» Marescotti: «Via dalla fiction perché candidato, assurdo» O ltre il danno la beffa. «E la dimostrazione lampante di cialtroneria», aggiunge Ivano Marescotti, attore teatrale e cinematografico, candidato alle Europee con la lista Tsipras, «cancellato» dai titoli di coda e da uno sceneggiato tv in onda su Rai Uno - “Una buona stagione” non appena dalla Rai si sono accorti che l’attore era anche candidato. Solo alla seconda puntata, però. Peccato tuttavia che proprio nei giorni in cui nasceva il caso - «a Pasqua» - un altro canale della tv pubblica, Rai Premium, mandava in onda un altro sceneggiato in cui Marescotti era interprete, “Raccontami”. Uno sì e l’altro no: misteri. O «cialtroneria», appunto, per Marescotti. Che nella fiction è il padre della protagonista. E racconta come sono andate le cose: «Io non mi sono accorto né dell’uno né dell’altro. Lo sceneggiato in questione l’ho girato nel 2012, due anni fa, e non sapevo neanche quando sarebbe andato in onda. I giorni di Pasqua li ho passati ininterrottamente al telefono, con agenti, responsabili... In sostanza si sono accorti, solo dopo che era andata in onda la prima puntata il primo aprile, che io ero interprete e candidato. Così mi hanno chiesto prima di ritirarmi dalle elezioni, ricor- IL CASO / 2 CHIARA AFFRONTE BOLOGNA L’attore corre alle Europee con la lista Tsipras. «La Rai se n’è accorta dopo la prima puntata: tagliate le mie scene e il mio nome dai titoli di coda. Cialtroneria» dandomi che lo aveva fatto a suo tempo Cristiana Capotondi, candidata con Rutelli nel 2008, e poi di firmare il nulla osta con cui li autorizzavo a tagliare le scene in cui ero presente». Marescotti, però, non ha fatto e non ha intenzione di fare né l’una né l’altra cosa. «La legge sulla par condicio ha i suoi limiti e questo è già un elemento spiega l’attore - ma al di là di questa considerazione resta il fatto che, vista la mia candidatura, si poteva anche decidere di rinviare la fiction». Girata due anni fa, appunto. «Mi hanno parlato di danni enormi, immagino pubblicitari», aggiunge Marescotti. «Ma può essere un problema mio? Ho fatto 70-80 film, una ventina di fiction, è pensabile che io possa avvertire tutti i soggetti coinvolti della mia candidatura?». SCOPRI LE DIFFERENZE Questa per lui, più che par condicio, è «censura bella e buona - tuona - è una vicenda a dir poco pietosa». E lo è per Marescotti soprattutto dopo che ha scoperto - e questa è stata una sua scoperta davvero - che Rai Premium contemporaneamente alla bufera per “Una buona stagione” in onda su Rai Uno, trasmetteva “Raccontami”. «Me l’ha detto mia sorella - fa sapere divertito l’attore -, mi ha detto, “ti ho visto io sai? Non sei stato cancellato!”». E quindi, qual è la differenza tra l’una e l’altra fiction? Si chiede Marescotti. Certo, essere in onda sulla tv ammira- .. . «Sceneggiato girato due anni fa. Non intendo ritirarmi dalle elezioni né autorizzare la censura» glia della Rai fa un po’ la differenza, in tempi di elezioni. Ma le motivazioni addotte da chi ha cancellato l’attore dovrebbero valere per l’uno e per l’altro sceneggiato: dimissioni o nulla osta alla cancellazione. «Che per altro stavano già facendo quando mi hanno chiesto di acconsentire, solo per liberarsi la coscienza...Folle pensare che l’avrei fatto», assicura l’attore. Che di battaglie politiche ne ha fatte molte: la più recente quella per la scuola pubblica e per la promozione del referendum che chiedeva l’eliminazione della convenzione comunale alle scuole paritarie private a Bologna. Ma da tempo in campo anche contro la violenza alle donne, in numerose campagne di comunicazione. Sul piano legale Marescotti sta cercando di chiarire alcuni punti: «Ad esempio non sono certo del fatto che il mio nome possa essere tagliato dai titoli di coda, perché si tratta di accordi contrattuali». Diverso, invece, il discorso sul piano contenutistico: «Ti può sempre venire detto che, per esigenze di montaggio, la tua parte è stata tagliata». Ma non è stato così in questo caso, perché il personaggio da lui interpretato è comparso nella prima puntata in onda “per errore” ma è poi sparito. RASSEGNASTAMPA 15 giovedì 24 aprile 2014 COMUNITÀ Il commento La lettera Il voto europeo: impegno contro le mafie Da un professore al Presidente Maria Carmela Lanzetta Ministro per gli Affari Regionali SEGUE DALLA PRIMA Parole che bastano per spiegare che la mafia non è un problema, ma il problema del nostro Paese. È il fronte sul quale concentrare tutti gli sforzi, se vogliamo liberare il presente e il futuro dei giovani - soprattutto dei tanti giovani del Meridione - dai condizionamenti della criminalità organizzata che paralizzano lo sviluppo culturale, sociale ed economico. Per farlo sono convinta che occorra un impegno rinnovato e trasversale, che vada oltre il grande sforzo che stanno compiendo con serietà e impegno ogni giorno la magistratura e le forze dell’ordine, e punti all’educazione nelle scuole, all’informazione, a risvegliare di nuovo un grande movimento civile in Italia. Perché le mafie e la corruzione sono i veri nemici da combattere se vogliamo realizzare a pieno la nostra Costituzione repubblicana, se vogliamo davvero un Paese che porti avanti i principi di uguaglianza, solidarietà e benessere. Ma sono fenomeni che non si sconfiggono solo con norme e condanne. Le energie positive e le forze sane della società e della cultura, insieme alla buona politica, devono riprendersi il loro spazio, tornare a far sentire la propria voce, nel dibattito pubblico e nella realtà concreta dove vivono ogni giorno, per difendere le nostre istituzioni democratiche, soprattutto in una fase di difficoltà economica in cui le realtà mafiose sono diventate sempre più forti, insidiose e penetranti. Occorre farlo adesso, alla vigilia di un importante appuntamento elettorale come quello che ci aspetta il 25 maggio e in cui milioni di cittadini sono chiamati a scegliere non solo i deputati europei ma anche centinaia di amministratori locali. In quell’occasione ricordiamoci che spesso sono proprio loro a dover affrontare per primi e più duramente gli attacchi di chi vuole piegare agli interessi cri- L’intervento Nonviolenza e disarmo Il nostro 25 aprile Flavio Mongelli Responsabile Cooperazione Internazionale Arci ● CORREVA L’ANNO 2003: DOPO L’ATTERRAGGIO A KABUL DEL PRIMO SCAGLIONE DEL CONTINGENTE militare italiano della missione internazionale «Libertà duratura»; dopo la conclusione dei lavori del Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre e la presentazione, da parte dell’allora Presidente degli Stati Uniti G. W. Bush, di documenti, rivelatesi poi falsi, a giustificazione dell’invasione in Iraq, all’anfiteatro veronese si organizzò l’ultima Arena di Pace. A distanza di alcuni anni, a fronte di una spesa militare annuale nel mondo di oltre 1.700 miliardi di dollari (quasi 26 miliardi di euro la spesa dell’Italia nel 2012) e di un bollettino di guerra che la crisi economica e sociale ci consegna (nel 2012, le famiglie italiane in condizione di povertà relativa Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 minali l’attività amministrativa. Adesso dobbiamo mostrare perché tenere la guardia molto alta contro le mafie, la criminalità e la corruzione sia fondamentale per uno sviluppo sano della nostra economia e dei nostri territori, da Sud a Nord. Perché ormai, ce lo dicono le cronache di tutti i giorni, il fenomeno della criminalità organizzata è radicato in ogni area del nostro Paese. Lo sanno bene i tanti amministratori onesti che ogni giorno svolgono il loro dovere difendendo la legalità con determinazione e passione civile, spesso subendo minacce e intimidazioni, come testimonia il rapporto dell’associazione Avviso Pubblico, che ha contato ben 351 atti di intimidazione e minaccia nel 2013 nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici, quasi uno al giorno, un aumento del 66% rispetto al 2010. La maggior parte degli episodi si registra ancora nel Mezzogiorno, ma si stanno diffondendo rapidamente anche in regioni dove fino a qualche anno fa queste realtà erano sconosciute. Un fenomeno preoccupante, che re- centemente ha spinto il Senato a istituire una Commissione di inchiesta in proposito, presieduta da Doris Lo Moro. Senza contare il numero dei Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, 243 dagli anni novanta ad oggi. Spero che il voto di fine maggio dia un segnale importante in questo senso, che gli elettori premino chi si impegna per la legalità e la trasparenza. Sarà un primo passo in quella che mi piacerebbe fosse una rinnovata battaglia contro le mafie e la corruzione. Una battaglia che aiuterebbe anche a riavvicinare i cittadini alla politica, recuperando quella fiducia nelle istituzioni che negli ultimi anni si è drammaticamente consumata, creando una frattura profonda nel nostro Paese. Il governo Renzi e il Parlamento hanno dato recentemente due importanti segnali nella giusta direzione, con la scelta di Raffaele Cantone alla guida dell’Autorità contro la Corruzione e l’approvazione della legge contro il voto di scambio. Occorre proseguire su questa strada, con uno slancio e un impegno rinnovati. Per la nostra democrazia. Maramotti erano il 12,7% e il 6,8% quelle in povertà assoluta), molte organizzazioni laiche e religiose si convocheranno domani a Verona per «Arena di Pace e Disarmo» perché, si legge nell’appello, «la Resistenza oggi si chiama nonviolenza, la Liberazione oggi si chiama disarmo». Il 25 aprile in Arena, attraverso la testimonianza di Lidia Menapace e gli interventi di molte altre personalità e artisti, salderà simbolicamente il tema della pace alla Festa della Liberazione e al centenario della Prima Guerra Mondiale. Lo sviluppo della tecnologia militare porta la guerra sulle vette altissime della disumanizzazione. Se si concorda che scienza e tecnologia non devono essere poste al servizio della violenza e della morte; se si intende garantire la piena applicazione dell’art. 11 («L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo») e dell’ art. 52 della Costituzione (che definendo la difesa della Patria come «sacro dovere del cittadino», contempla anche la promozione di una difesa civile), il dibattuto tema dell’acquisto degli F-35 diviene dirimente. Se si considera che l’Italia intende acquistare 90 cacciabombardieri, che presentano problematiche strutturali e il cui costo si aggira sui 130 milioni di euro ciascuno (15 miliardi il costo complessivo, 52 miliardi se si includono i costi di gestione e di mantenimento), i tagli di 400 milioni di euro alla difesa (150 milioni per il programma F-35) previsti dal decreto del governo sul bonus Irpef sono insufficienti: ridurre di 150 milioni il costo degli F-35 significa rinunciare a un solo F-35 più un pezzo d’ala, significa acquistarne 89 anziché 90, significa non scalfire quel formidabile sperpero di denaro pubblico rappresentato dalle spese militari. La Rete della Pace, che riunisce molte realtà del pacifismo italiano, ritiene esaurita la politica degli annunci e più che mai necessaria l’attuazione concreta di politiche che invertano la direzione intrapresa. In effetti, rinunciare ad un solo cacciabombardiere ci consentirebbe di disporre di risorse per costruire 387 asili nido, aiutare 14.742 famiglie con disabili e anziani non autosufficienti oppure impiegare in servizio civile per un anno 14.428 ragazzi e ragazze. Rinunciare all’intero programma di acquisto degli F-35, come altri Paesi hanno fatto, sarebbe probabilmente il volano per un’economia e una società diverse, come a Verona, domani 25 aprile, a gran voce chiederemo si realizzi. La tiratura del 23 aprile 2014 è stata di 68.213 copie Gianfranco Pasquino ● CARO PRESIDENTE, CAPISCOILTUORISERBOINMATERIADIPROPOSTEDIRIFORME ISTITUZIONALI. IN VERITÀ, PERÒ, IL RISERBO NON LO HAISEMPREMANTENUTO.PERESEMPIO,ANCHEDOPOLASENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, che ha fatto a pez- zettini il Porcellum, hai subito richiesto una riforma elettorale. Molti, invece, non a torto, pensano che l’esito di quella sentenza sia una legge elettorale proporzionale, il consultellum, quasi immediatamente praticabile. Sembra che tu desideri altro, ma, ecco una parte del tuo riserbo, non l’hai fatto trapelare. Vuol dire, dunque, che condividi le liste ancora bloccate, il premio di maggioranza e tutte le soglie di accesso al Parlamento? Per quel che concerne la riforma del Senato, hai dichiarato il tuo sostegno alla fine del bicameralismo paritario, ma, si sa, meglio, si dovrebbe sapere, che di bicameralismi differenziati ne esistono molte varianti. Possibile che quella prospettata da Renzi e Boschi sia la migliore? Qui stanno molti punti dolenti che, in parte, ti riguardano direttamente, in parte, riguardano l’istituzione Presidenza della Repubblica, il suo ruolo, i suoi compiti. Davvero pensi, una volta terminato il tuo secondo mandato, quando lo vorrai, ma, preferibilmente per me, il più tardi possibile, sia opportuno e istituzionalmente utile per te (e per i futuri presidenti della Repubblica) diventare deputato a vita? Davvero ritieni una buona soluzione che tu e i futu.. . ri Presidenti siate dotati del potere di nominare ventuno senaSull’Italicum tori per sette anni? Facendo un passo indietro, certamente sei vorrei consapevole che, una volta prichiedere vato il Senato del potere di eleggere il Presidente, toccherà ala Napolitano la sola Camera dei deputati se condivide procedere a questa importanelezione. Se il cosiddetle liste bloccate tissima to/maledetto Italicum sarà ape il premio di provato nella sua versione atnella prossima Camera maggioranza tuale, dei deputati ci sarà una maggioranza assoluta creata dal premio di maggioranza che potrà fare il bello e il cattivo tempo, pardon, che potrà da sola eleggere un Presidente che molto difficilmente apparirà Presidente di garanzia, rappresentante, come dice la Costituzione, della «unità nazionale». Per di più, quel Presidente di parte avrà molti poteri di nomina che, è fortemente presumibile, eserciterà non contro la maggioranza che lo ha eletto e neppure a prescindere da quella maggioranza (sono sicuro che hai apprezzato il mio understatement). Quindi, non soltanto quei ventuno senatori avranno un colore molto visibile, ma anche, punto molto dolente, i cinque giudici costituzionali di spettanza del Presidente non arriveranno al Palazzo della Consulta con tutti i crismi della loro autonomia di pensiero e di giudizio. Insomma, fra deputati nominati dai dirigenti del loro partito e delle loro correnti, quindi, ubbidientissimi, senatori nominati da te, forse in carriera, di sicuro tecnicamente irresponsabili (non dovranno rispondere a nessuno né politicamente né elettoralmente tranne alla loro personale ambizione), con giudici costituzionali probabilmente espressione di una parte politica, dove vanno a finire i pesi e i contrappesi che, ci insegni, sono il pregio delle democrazie, non soltanto di quelle parlamentari? Con riferimento alla tua storia istituzionale e ai tuoi comportamenti politici, parlamentari e presidenziali sono fiducioso che tu condivida le mie preoccupazioni. Non sono un «professorone» (copyright ministro Boschi), anche se sto tuttora impegnandomi per diventarlo; non sono neppure un «solone del diritto» (copyright Dario Nardella, candidato sindaco di Firenze), quindi, ho pochissime chance di essere ascoltato e preso in considerazione. Tu, caro Presidente, hai molte lauree adhonorem, ma è la tua autorevolezza personale che va anche oltre la carica istituzionale che ti consentirà, se ritieni degne di interesse almeno parte delle mie considerazioni, di essere ascoltato e, quel che più conta, di suggerire riforme che non siano uno spezzatino e che siano suscettibili, non di stravolgere i pesi e i contrappesi, togliendo potere agli elettori, ma di fare funzionare meglio (più velocemente…) la democrazia italiana. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA E RIFORME Protesta dei grillini che si incollano sulla fronte un codice a barre: «Lavoratori trattati come merce» Sul decreto lavoro fiducia a Renzi Maggioranza spaccata sulle modifiche imposte in Commissione. La battaglia riprende in Senato di MILENA DI MAURO ROMA - E’ metà pomeriggio quando nell’Aula di Montecitorio arriva il sesto voto di fiducia per il governo Renzi, quello sul decreto lavoro (344 sì, 184 no) che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti. Renzi si impone e vince, con Ncd e Scelta Civica allineati e compatti nel voto. Ma al Senato, dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata. Protestano i grillini: si incollano su bocca e fronte un codice a barre, simbolo di «lavoratori trattati come merce». Per la Lega la fiducia aiuta Renzi a non mostrare le crepe della sua maggioranza, mentre Forza Italia denuncia «lo spettacolo indecente di Ncd che finge di opporsi» mentre «il premier deve piegarsi alla golden share della sinistra Pd». In attesa del voto finale sul provvedimento (previsto per Poletti «Il decreto è rispettato nel suo impianto» oggi) Renzi porta intanto a casa un robusto voto di fiducia: 344 sì, dignitosissimo punto intermedio tra i 325 voti a favore delle ultime due fiducie alla Camera ed i 378 dell’insediamento. Il vertice di maggioranza fallito martedì scorso, con l’avvilimento di Poletti invano impegnato in una mediazione, avrebbe potuto aprire scenari diversi. Ma a bagnare le polveri, al mattino, è lo stesso Angelino Alfano. «Il governo non corre alcun rischio al Senato», smorza i toni il segretario Ncd che riconosce pubblicamente a Renzi «il grande merito di rinnovare la sinistra italiana sui contenuti, spingendo avanti la palla in cdm mentre la sinistra Pd la rallenta in commissione». Parole che illuminano di luce diversa le dichiarazioni di guerra del Ncd: «Renzi non rischia la fiducia ma il logoramento dell’azione di governo» (Sacconi); «Cambieremo il decreto al Senato, riportandolo vicino al testo originale» (Lorenzin); «Se il testo rimarrà quello di oggi, noi non lo voteremo, e Renzi non commetterà ancora l’errore di farci scegliere tra la stabilità dell’esecutivo ed un testo» (Quagliariello). Anche Scelta Civica, con Andrea Romano, protesta: «Non dovevano costringerci a votare la fiducia sulla vita del governo e non sulla sua prima vera riforma, è un fallimento politico». Relatore del provvedimento al Senato sarà Pietro Ichino, ma se Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che scade il 20 maggio. E mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le accuse di ingerenza della Cgil sul dl, il ministro Poletti spande ottimismo: «Credo che siamo nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel suo impianto ed è assolutamente di valore, le distanze sono alla portata». Di diverso avviso il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La fiducia sul decreto lavoro è un imbroglio. Renzi mette la fiducia perché non ha la fiducia, perché non ha i voti della sua maggioranza, perché un partito, il Nuovo Centrodestra gli ha detto di no». Ora il secondo tempo della partita, al Senato. PAR CONDICIO Il rottamatore rinuncia alla “Partita del cuore” Il premier: «Ora pensionati e partite Iva» di CRISTINA FERRULLI ROMA - Non indosserà la maglia numero 8 al fianco di Baggio e Batistuta. Matteo Renzi rinuncia «anche se mi costa caro», confessa, alla partita del Cuore per chiudere le polemiche sulla par condicio. Ma non l’offensiva contro M5S che «non ha paura di me calciatore ma di chi vuole cambiare l’Italia». E’ un’altra la porta in cui il premier tenterà di mettere a segno un gol: vincere le europee dimostrando che fa sul serio e che, dopo aver dato 80 euro, «non un’elemosina», manterrà gli impegni con sgravi per incapienti, partite Iva e pensionati. I sondaggi confermano che il decreto Irpef è tutta salute per il Pd a quasi un mese dalle elezioni. Ma il premier non ci sta ad ascoltare chi critica le misure del governo come mossa elettorale. «Altro che misura elettorale - taglia corto nella prima diretta twitter #matteorisponde da quando è entrato a Palazzo Chigi - è una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra stato e cittadini. Datevi pace, i soldi arrivano e a chi fa polemica noi rispondiamo lavorando e non inseguen- Il premier Matteo Renzi do le meschinità altrui». E nel mirino finisce il principale competitor del Pd: Beppe Grillo. «I comici milionari - attacca Renzi - dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero». Polemiche a parte, il premier guarda avanti: ieri ha avuto a Palazzo Chigi un lungo vertice con il ministro Marianna Madia per chiudere entro aprile la riforma della pubblica amministrazione. Semplificare è la parola d’ordine del prossimo decreto con un occhio ai cittadini e alle imprese che «vanno aiutate riducendo la burocra- zia». D’altra parte anche la riforma del lavoro, che ieri ha incassato la fiducia alla Camera rinviando eventuali modifiche al Senato, punta, secondo il premier, a togliere i lacci che ostacolano l’aumento dell’occupazione. Contro l’emergenza lavoro, Renzi non crede che la ricetta giusta sia l’introduzione del reddito minimo: «Non sono d’accordo sul fatto che il reddito minimo di cittadinanza crei posti di lavoro. Abbassare le tasse è giusto». In questa direzione si muove il governo: nei prossimi mesi, come annunciato approvando il decreto Irpef, si cercheranno le risorse per dare il bonus anche agli incapienti e per intervenire sulle partite Iva. Più lunghi, invece, i tempi per un aiuto ai pensionati sotto i mille euro: «nel 2014 - aveva spiegato il premier aprendo la campagna elettorale a Torino - non ce la facciamo ma nel 2015 è un impegno». L’obiettivo è “rilanciare l’economia” e un pil che «quest’anno è stato negativo, anzi disastroso» senza sforare i parametri europei. Risparmiando, in primis, sulla macchina statale. | LE MODIFICHE | Poletti pronto a rivedere 2 punti di FRANCESCO CARBONE ROMA- Incassata la fiducia a Montecitorio il decreto Lavoro si appresta ad essere consegnato all’esame di Palazzo Madama (dopo il voto finale sul provvedimento oggi alla Camera) dove si prospettano non troppe modifiche tecniche. O almeno sembrerebbe reggere la mediazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che al momento non ha incontrato opposizioni da Parte del Pd e di Ncd, che punterebbe a modificare il testo in soli 2 punti: la sanzione per lo sforamento del tetto del 20% e il preambolo sul contratto di inserimento. Ma da qui al Senato le posizioni potrebbero comunque cambiare. E il deputato di Ncd Sergio Pizzolante nella sua dichiarazione di voto spiega: «Il governo avrà la fiducia di Ncd ma ci prendiamo la libertà al Senato di tornare verso il testo originario del governo dicendo sì fin da oggi alla proposta di mediazione di Poletti». Il provvedimento arriverà la prossima settimana nelle mani del presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, Maurizio Sacconi dell’Ncd, che anche ieri ripeteva: «Sul decreto per il lavoro la maggioranza di governo non rischia» ma «la Commissione Lavoro svolgerà una seconda lettura approfondita del decreto lavoro per la quale ho incaricato il senatore Pietro Ichino di svolgere la funzione di relatore». Inoltre «l’esame dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato». Da quanto sembra almeno dal dibattito odierno si arriverebbe dunque a poche modifiche e concordate. In linea con la mediazione proposta dal ministro del Lavoro dopo una riunione alla Camera. Cioè le modifiche sarebbero solo 2 rispetto alle 4 ipotizzate. E riguarderebbero la trasformazione dell’obbligo di assumere (i contratti a termine se si sfora il tetto del 20%) con un risarcimento monetario a carico delle imprese insieme al preambolo (chiesto da Scelta Civica) che rafforza il contratto di inserimento a tempo indeterminato. Su queste modifiche - spiega il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano rigettando divisioni all’interno del partito - il Pd sarebbe d’accordo. Viceversa se si insistesse su altre modifiche il Pd chiederebbe anche la riduzione da 5 a 4 delle proroghe sui contratti a termine. Un altro punto sollevato dall’Ncd è la formazione per l’apprendistato. La formazione secondo il Nuovo Centro Destra sarebbe un appesantimento per le aziende. Per questo si punterebbe a coinvolgere anche i privati. Damiano (Pd) «Su questi cambiamenti tutti d’accordo» RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 IL CASO Parte a “Porta a porta” la maratona dell’ex premier In FI scoppia il caso Bondi ma Berlusconi pensa alla tv di YASMIN INANGIRAY Protesta dei deputati dell’M5s con un codice a barre sulla fronte I NUMERI Dl lavoro: per Renzi è la sesta fiducia ROMA - Con il voto della Camera sul decreto Lavoro, il governo Renzi incassa la sua sesta fiducia. Le prime due, quelle programmatiche, le aveva ottenute il 25 febbraio scorso. Ecco il quadro: Senato 25/02/2014 Governo 169 sì, 139 no, 0 astenuti. Camera 25/02/2014 Governo 378 sì, 220 no, 1 astenuto. Camera 13/03/2014 Dl Missioni 325 sì, 177 no, 2 astenuti. Senato 26/03/2014 Ddl Delrio 160 sì, 133 no, 0 astenuti. Camera 10/04/2014 Dl Salva Roma 325 sì, 176 no, 0 astenuti. LA POLEMICA Grillo continua l’attacco a Renzi ROMA - Il primo appuntamento sarà nel salotto di Porta a Porta. Ma stando alle intenzioni di Berlusconi la trasmissione condotta da Bruno Vespa è solo l’inizio di una «maratona televisiva» (così l’ha definita lui stesso) che lo impegnerà per tutta la campagna elettorale. Un ruolo che il Cavaliere ha intenzione di giocare da protagonista convinto che lo svolgimento dei servizi sociali (ieri la firma ufficiale) non gli impedirà di poter aiutare il suo partito a risalire la china dei sondaggi: la mia assenza ha portato i nostri militanti ad allontanarsi - ha spiegato ai fedelissimi -, ora conto di poter invertire il trend. Una strategia studiata a tavolino che prevede non solo l’apparizione in tv ma anche l’utilizzo di social media e laddove non fosse possibile anche i messaggi registrati, oltre all’idea di tenere comizi nelle piazze. L’ipotesi di organizzare qualcosa il primo maggio (mai ufficializzata) pare sia comunque accantonata, al massimo l’ex capo del governo potrebbe fare un blitz in qualche iniziativa organizzata dai candidati oppure in qualche club. Raccontano poi che l’ex premier in realtà abbia iniziato già da diverse settimane a registrare spot per le europee proprio in previsione dei servizi sociali. La richiesta fatta a tutti è quella di serrare i ranghi e spendersi il più possibile per la campagna elettorale. Ecco perchè la polemica sollevata ieri mattina dall’ex coordinatore e fedelissimo Sandro Bondi pare lo abbia molto irritato (basta con l’autolesionismo, è il commento con i suoi uomini). Le taglienti critiche del senatore azzurro, che arrivano nel giorno in cui l’ex portavoce storico Paolo Bonaiuti ufficializza il passaggio con Ncd, hanno offerto il fianco proprio agli ex compagni di partito ora con Alfano per poter puntare il dito contro Forza Italia decretandone ufficialmente la crisi. Ecco perchè ad intervenire è stato pro- prio Berlusconi: con Sandro ci parlo io - avrebbe detto ai suoi - voi evitate di attaccarlo. Ed infatti al di là del consigliere politico del Cavaliere Giovanni Toti che si è limitato a mettere in chiaro come le parole di Bondi siano «una sua posizione personale», nessuno del vertice azzurro ha rilasciato commenti. E così dopo la telefonata dell’ex capo del governo puntuale arriva la correzione di rotta dell’ex ministro della Cultura: «Sono stato frainteso, la mia fedeltà a Berlusconi non è in discussione». La precisazione però non serve a calmare le acque e a fornire un’ulteriore fotografia delle lacerazione interne al partito che rischiano di venire alla luce dopo le elezioni europee. Dopo l’addio di Bonaiuti, la presa di posizione di Bondi, resta da capire il destino di un altro big della prima ora come Claudio Scajola. L’ex coordinatore escluso dalla corsa alle europee non ha nessuna intenzione di lasciare il partito. Anzi, a quanto raccontano, l’esponente azzurro ha in programma una serie di riunioni in tutta la circoscrizione Nord-Ovest per individuare quei candidati su cui fa convogliare i voti. L’appoggio al partito non è in discussione - viene spiegato - ma dopo le europee si tireranno le somme. E con la firma del verbale delle prescrizioni è cominciato anche ieri l’affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. Per un anno, questa la pena netta da espiare per via della condanna definitiva per in caso Mediaset, dovrà attenersi alle 12 regole fissate una settimana fa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, compreso l’obbligo di assistere gli anziani ospiti nel centro di Cesano Boscone della Fondazione Sacra Famiglia dove si dovrebbe recare già lunedì prossimo. Arrivato attorno alle 17.30 all’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, il leader di Forza Italia, accompagnato dai suoi legali, è rimasto a colloquio con Severina Panarello, la responsabile dell’ente, per circa un’ora e mezza, il tempo per sottoscrivere il documento stilato dal giudice. Bonaiuti ufficializza il passaggio all’Ncd LO SCONTRO La minoranza passa alla difesa Il sindaco Pizzarotti si ribella FI tentata dal decreto Chiti «Impossibile verifica su di me» Pd fibrilla e richiama ai patti di TEODORO FULGIONE di GIOVANNI INNAMORATI ROMA - Continua il «botta e risposta» a distanza tra Federico Pizzarotti e Gianroberto Casaleggio all’interno del M5S. «La verifica? Non è tecnicamente fattibile. E poi cosa facciamo? Cominciamo ad amministrare una città e poi ce ne andiamo e lasciamo le cose a metà?». E’ la risposta che il sindaco di Parma invia al co-fondatore dei cinquestelle, chiudendo all’ipotesi, caldeggiata dal senatore Vito Crimi e, indirettamente, da Casaleggio, di una «consultazione» fra gli iscritti del Movimento per giudicare il lavoro del primo cittadino di Parma. Nel linguaggio del M5S si chiama «verifica» ed è uno strumento che viene usato dai militanti per controllare i consiglieri regionali e comunali. Per Pizzarotti la «consultazione» non è attuabile perché, prima, «andrebbe stabilito un preciso iter». «Non è chiaro - afferma - chi dovrebbe votare: tutti gli attivisti? Chi partecipa alle assemblee? Chi ha già votato on line?». «A noi piace essere misurati una volta completato il mandato per quello che ab- ROMA - Sale la tensione sulle riforme, con l’avvicinarsi del primo passaggio rilevante: l’adozione di un testo base da parte della commissione Affari costituzionali del Senato. Forza Italia strizza l’occhio alla minoranza Pd e alla sua battaglia per mantenere il Senato elettivo, e il numero due del Pd Guerrini la richiama all’osservanza dei patti. Ma la tensione è evidente anche all’interno del Pd, proprio per la determinazione della sinistra interna guidata da Vannino Chiti nel portare avanti la battaglia per il mantenimento di un Senato ad elezione popolare. La giornata si apre con toni aspri. In una lettera al Corriere della Sera il ministro Maria Elena Boschi accusa Chiti e quanti vogliono un Senato elettivo di «tentare di bloccare la riforma». «Il fatto che la proposta venga da parte della minoranza interna del Pd scrive - è particolarmente stupefacente, essendo proprio la minoranza Pd quella che ha chiesto e ottenuto alla Camera di eliminare dall’Italicum ogni riferimento alla legge elettorale del Senato, Gianroberto Casaleggio biamo effettivamente realizzato», conclude. Casaleggio aveva rinfacciato a Pizzarotti di non aver saputo evitare la costruzione dell’inceneritore a Parma (la sua sospensione era uno dei punti chiave del M5S nella campagna elettorale per le comunali nella città ducale)». Ma la questione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti appare marginale. Lo scontro tra Casaleggio e Pizzarotti è politico. Il sindaco ducale non ha fatto mancare critiche a Grillo e Casaleggio per la gestione delle espulsio- ni. E ai due cofondatori non sono piaciute iniziative come la riunione «preparatoria» dei candidati M5S per le prossime amministrative alle porte di Parma. Sulla questione, ieri, non sono intervenuti né Casaleggio né Beppe Grillo. Il comico, in vista delle Europee, preferisce concentrare tutta la sua attenzione su Matteo Renzi. Anche ieri dal suo blog ha attaccato il premier sull riforme (“una fotocopia di quelle della P2 di Licio Gelli”) e lavoro (“la dignità degli italiani vale più di 80 euro”). Gianni Cuperlo e Vannino Chiti proprio in forza dell’assunto che il Senato non sarebbe mai stato elettivo». Chiti replica al ministro intervenendo durante la discussione generale in commissione Affari Costituzionali: ribadisce punto per punto le sue ragioni e si dice «amareggiato» per l’accusa di voler bloccare le riforme. Al di là del merito, Chiti contesta l’impostazione politica del premier Matteo Renzi, basata sul patto esclusivo con Forza Italia. Il dialogo, dice Chiti, va cercato anche con M5s e Sel, che vogliono anche loro conservare un Senato elettivo. Ma Renzi non intende cedere, e lo ribadisce rispondendo su Twitter alle domande dei cittadini. Il premier sottolinea che l’elettività del Senato «è una contraddizione con l’impostazione di fondo», cioè quella di una Camera in cui sono rappresentate le Autonomie; inoltre il ddl del governo «fa una rivoluzione e semplifica il procedimento legislativo». FI pur ribadendo la validità del patto Renzi-Berlusconi, chiede una «ulteriore riflessione» sul Senato elettivo. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA LUCANA Polemiche e scontri verbali accesi tra Giuzio e Rosa per tutto il lungo dibattito. Pittella incassa il risultato E il sesto giorno fu “approvato” La manovra finanziaria che vale oltre 3 miliardi ha ottenuto il “sì” dei dodici della maggioranza di SALVATORE SANTORO POTENZA - Il sì dell’aula arriva al sesto giorno di consiglio regionale. La legge di bilancio complessiva è stata approvata con il voto favorevole di 12 consiglieri regionali su 21. La maggioranza che sostiene Marcello Pittella quindi alla prima votazione ha mostrato coesione. Hanno votato a favore i consiglieri del Pd, di “Pittella presidente”, di Realtà Italia, e del Psi. Contro 7 consiglieri dei gruppi consiliari di FI, FdI, M5S, Udc e PpI. Ma quello che colpisce è stata la durata. Un record assoluto. Difficile da battere. E’ stato un lunghissimo travaglio quello per approvare la legge finanziaria (la prima della decima legislatura partita dopo le elezioni dello scorso novembre) 2014. Una maratona dovuta sostanzialmente a 2 motivi: il noviziato di tantissimi legislatori alla loro prima esperienza che ovviamente ha rallentato i lavori con qualche errore di gioventù inevitabile e una durissima azione dell’opposizione (che questa volta è divisa in tre anime diverse). Ci sono state polemiche infinite. A volte anche su aspetti secondari. Ma molto spesso, invece, l’opposizione e la polemica è stata su questioni di sostanza. In questo quadro c’è da registrare la nascità di una nuova coppia di “sfidanti”. Gianni Rosa di Fratelli d’Italia e Vito Giuzio del Pd. I due evidentemente non si “amano”. E per tutta la durata del dibattito si sono beccati anche aspramente. E addirittura avendo comuni origini territoriali i due hanno dato vita a siparietti quasi “folkloristici”. Indimenticabile in tal senso il termine rammarro usato da Giuzio nei confronti di Rosa per indicare un colorito “verde” e il “bell bell” con tanto di gesticolazione rivolto da Roma nei confronti del consigliere del Pd. Non è stato semplice il compito di Piero Lacorazza, che nella veste di presidente del Consiglio, ha dovuto svolgere quasi il ruolo di arbitro dei due contendenti. Per il resto questa Finanziaria sarà ricordata per le sfide dialettiche tra Michele Napoli (Fi) e Franco Mollica (Udc) con i democratici Roberto Cifarelli e Vito Santarsiero. Del resto anche il presidente della giunta, Marcello Pittella è stato protagonista di scontri memorabili con Gianni Rosa. Questo per il clima e il colore. Per i numeri, la prima finanziaria dell’era Pittella vale circa 3 miliardi e 700 milioni. Per gli altri numeri è stato deciso che il limite massimo di indebitamento è di poco più di 97 milioni. Tra le più importanti voci di spesa ci sono i 31 milioni per l’istruzione. Per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali saranno finanziati circa 50 milioni. Per il settore Turismo sono stanziati, invece, circa 47 milioni di euro. In materia di “Assetto del territorio ed edilizia abitativa” vengono stanziati circa 90 milioni di euro. E ancora: per lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente sono stanziati circa 500 milionidi euro nei prossimi tre anni. A sostegno dei Trasporti e diritto alla mobilità nel triennio considerato vengono stanziati 377 milioni. Per interventi a seguito di calamità naturali e per il sistema di protezione civile sono stanziati circa 120 milioni. Rispetto alle politiche sociali e quelle rivolte alla famiglia c’è uno stanziamento complessivo di 60 milioni. La spesa più cospicua, come consuetudine è assorbita dalla Sanità: circa 980 milioni oltre ai 65 milioni di euro per il triennio in relazione agli investimenti sanitari. Per i prossimi tre anni vengono quindi stanziati circa 71 milioni di euro a favore del Programma Industria Pmi e Artigianato, 106 milioni per il Programma Reti e altri servizi di pubblica utilità e 225 mi- | lionidi euro il Programma Ricerca e Innovazione. Vengono ancora stanziati 140 milioni per le politiche del lavoro e la formazione professionale. Per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca si prevede uno stanziamento triennale di circa 112 milioni di euro. Circa 24 milioni di euro saranno infine impegnati negli anni 2014, 2015 e 2016 per l’energia e la diversificazione delle fonti energetiche. Novità sul piano fiscale. Come da anticipazioni è stato confermato l’aumento dell’Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro (0,50 %) e 75 mila euro (1,10%). Per i redditi fra i 55 e i 75 mila euro l’aumento non si applica alle famiglie con 2 figli a carico. Su proposta del consigliere Rosa è stato introdotto un aumento dell’Irap (dal 3,9 al 4,9%) per le imprese che di occupano di produzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto di idrocarburi. [email protected] PETROLIO | Latronico annuncia: delegazione a Roma Forza italia incontra il ministro Guidi IL deputato lucano di Forza Italia, Cosimo Latronico, che era arrivato in ritardo rispetto all’iniziativa promossa dai colleghi del Pd nei confronti del ministro del Guido, in fatto di petrolio, ora prova a recuperare. E annuncia: “come delegazione di Forza Italia Basilicata, assieme al capo gruppo in consiglio regionale, Michele Napoli, e al consigliere regionale, Paolo Castelluccio, incontreremo il prossimo 13 maggio a Roma il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi”. Latronico ricorda pure che nelle settimane passate avevano inviato una lettera al ministro ed al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, per chiedere la convocazione di un tavolo istituzionale che coinvolga il governo nazionale, quello regionale e i parlamentari lucani per mettere a tema la questione energetica della regione e la definizione degli strumenti per lo sviluppo e la protezione ambientale del territorio. «Il tavolo - aggiunge Latronico - è l’occasione per compie- Immagini d’archivio del Consiglio regionale © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ministro Guidi re una verifica sullo stato di attuazione degli accordi sino ad ora sottoscritti – scrive il parlamentare – e delle stesse previsioni normative che hanno accompagnato la storia del più grande giacimento petrolifero in terra ferma d’Europa. A 15 anni dalla stipula del primo accordo di programma ed alla luce delle scelte contenute nella strategia energetica nazionale, che assegna un ruolo rilevante alle risorse energetiche lucane, occorre ricapitolare lo stato di avanzamento di tutte le norme e degli strumenti di sviluppo». | ROYALTY | Il documento congiunto di sindaci e segretari No all’emendamento Benedetto «Non una vittoria della Val d’Agri ma del buon governo» CON un documento congiunto i sindaci e i segretari della Val d'Agri che avevano manifestato ilo loro totale disappunto sulla proposta di modifica della L.R. 40/95, esprimono la loro soddisfazione sull'esito della discussione in Consiglio Regionale e sulla relativa votazion che ha bocciato l’emendamento Benedetto sulla distribuzione delle royalty a tutti i comuni lucani. «Non è stata, come riportato da una parte della stampa, la vittoria della Val d'Agri - si legge nel documento - ma a vincere è stato il buon governo e la condivisione della necessità di un'approfondita discussione sulle questioni che riguardano le estrazioni petrolifere e la Val d'Agri, che da tempo attende, più che una mera suddivisione di prebende, programmi di sviluppo e di crescita. Si tratta, in definitiva, di definire un metodo più partecipativo che deve essere esteso anche agli altri territori, come la Valbasento, dove si vivono situazioni di eguale disagio e difficoltà. La stessa costituzione di un’apposita commissione consiliare regionale va verso questa direzione. Estrazioni Ora è necessario, e i Sindaci e i segretari del PD lo rivendicano con forza, un confronto serrato sulle questioni che sono state riportate nei precedenti documenti e sulle valutazioni emerse nel corso della seduta consiliare regionale. In primis le problematiche connesse alla tutela della salute pubblica (monitoraggio d'eccellenza, reparto di medicina ambientale nell’ospedale di Villa d’Agri). Subito dopo le questioni che attengono lo sviluppo e il lavoro». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 L’opposizione: «Vergogna. E’ una schifezza» “Nessuno tocchi Caino” infiamma l’aula UN contributo di 50 mila euro all’associazione di fama internazionale guidata dal leader dei Radicali Marco Pannella, “Nessuno tocchi Caino” previsto nel ddl di stabilità che ha infiammato l’aula. Al di là dell’indiscutibile validità l’associazione «perché soldi pubblici proprio a questa e alle altre no?». Questo l’interrogativo sollevato in aula dai consiglieri Mollica, Napoli e Rosa. Con quest’ultimo che accusa: «Forse la spiegazione sta solo nel voto del 25 maggio per le europee». Insomma, Fratelli d’Italia insinua he il contributo serva a favorire la corsa al Parlamento Ue del fratello del governatore, Gianni Pittella. Il Consiglio, con 11 voti a favore, ha infine approvato il contributo. | LA PRECISAZIONE DEL CONSIGLIERE GRILLINO | Gianni Perrino non ci sta a passare come il salvatore della maggioranza Dal gruppo consiliare dell’M5S POTENZA - In riferimento all’articolo a firma di Salvatore Santoro apparso ieri sul Quotidiano, il M5S Basilicata chiarisce la propria posizione in merito alle royalties del petrolio. Contrariamente a quanto maliziosamente riportato dal vostro cronista, naturalmente non vi è stato alcun appoggio né salvataggio della maggioranza e di Pittella da parte del sottoscritto sull’emendamento, a firma di Benedetto ed altri, che intendeva far giungere ad altri comuni lucani una piccola parte del già misero “piatto di lenticchie” rappresentato dalle royalties sul petrolio. L’interpretazione fornita dal vostro cronista è smentita dai fatti, per altro impressi nella registrazione della seduta del consiglio regionale del 22 aprile. Basta rivederla (o leggere la documentazione agli atti del consiglio regionale) per apprendere che il M5S Basilicata, tramite il sottoscritto, ha presentato – già alcuni giorni prima dell’emendamento presentato, come al solito, all’ultimo momento dalla giunta Pittella – un proprio emendamento che chiedeva la cancellazione della proposta elettorale di Benedetto. La posizione del M5S Basilicata sulle royalties del petrolio è, difatti, nota da tempo ed è scritta a chiare lettere nel programma elettorale regionale: il M5S è per il progressivo abbandono delle estrazioni petrolifere e per una graduale transizione verso un economia realmente “verde” che metta al primo posto ambiente e salute. Le “royalties” del petrolio sono solo un misero “piatto di lenticchie” che lascia ai lucani solo povertà, gravi danni ambientali e alla salute. Pensare di voler ripartire le (magrissime) royalties petrolifere fra tutti i comuni lucani è per il M5S la solita trovata elettoralistica, che può essere apparsa buona solo a chi è candidato alle Europee, come Benedetto. Un’idea fuorviante e, per questo, completamente inidonea a ricercare una seria e radicale soluzione ai gravi problemi che le attività estrattive hanno provocato alla salute e al territorio lucano, senza apportare né sviluppo né occupazione. Dal (presunto) Texas d’Italia (come la Basilicata è stata impunemente definita da taluni politicanti e da cosiddetti “analisti”) emigrano più di 3000 giovani ogni anno. La Basilicata è la regione più povera d’Italia: il 31,6% di chi ha tra 15 e 34 anni non lavora, e più del 28% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà. Numeri impietosi, inquietanti. La domanda sorge spontanea: che fine fanno le royalties? Dalle royalties la Basilicata, negli ultimi 11 anni, ha “racimolato” oltre 669 milioni, che diventano 800 se si calcolano anche quelli incassati dai comuni. Solo una piccola parte della ricchezza munta dal sottosuolo lucano dalle compagnie petrolifere e davvero poca cosa rispetto alla “royalty camuffata”, quel 42% di tasse che lo Stato centrale riscuote dalle compagnie petrolifere (450 milioni di euro solo per il 2010), Nel 2013 sono stati 168 i milioni di euro entrati nelle casse della regione e dei comuni lucani (so- prattutto della Val d’Agri). Soldi che, come ha denunciato la Corte dei Conti, sono stati completamente gettati al vento: le royalties vengono sistematicamente “bruciate” in spese correnti (ovvero nelle note filiere clientelari, oltre che in qualche inutile e deturpante “rondò”). Risorse sprecate, che non sono state mai utilizzate per creare posti di lavoro (di qualità e stabili), incentivando, ad esempio, i settori della autentica “green economy”, favorendo la migrazione dai combustibili fossili ad una economia basata sull’energie rinnovabili (micro impianti domestici), investendo nella ristrutturazione e riqualificazione energetica ed antisismica del patrimonio edilizio, nella manutenzione e nella cura sistematica del territorio lucano, sul quale pende un costante rischio idrogeologico, nella tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale e ambientale lucano, nella ricerca scientifica e tecnologica. Per tutti questi motivi, ben prima del volubile e ondivago Pittella, il M5S Basilicata ha rispedito al mittente (Benedetto) “il piatto di lenticchie” ed ha annunciato di voler elaborare e proporre un proprio progetto di legge (serio, ben articolato e strutturato) in materia di royalties e, soprattutto, di estrazioni petrolifere. Perché la Basilicata e i lucani meritano sempre il massimo rispetto: la salute e la tutela ambientale sono la vera ricchezza e non hanno prezzo! Nessuna malizia. Per carità. Mi attengo ai fatti e alla cronaca. E per evitare ulteriori fraintendimenti riprendo la parte “incriminata del mio articolo” dove scrivevo: “Il pentastellato di fatto ha salvato la maggioranza da ulteriori polemiche”. Il salvataggio della maggioranza non era inteso in termini assoluti ma “da ulteriori polemiche”. E lo ribadisco. L’emendamento del consigliere regionale Gianni Perrino (che aveva facoltà di ritirarlo in qualsiasi istante anche un secondo prima del voto) ha evitato che la maggioranza votasse sull’emendamento Benedetto. Una proposta che aveva impegnato il Consiglio regionale per oltre un’ora tra sospensioni e urla tra i banchi dei consiglieri. Un emendamento che era stato votato in Commissione da consiglieri del Pd ma che arrivato in aula era stato contestato e criticato dal presidente della giunta Pittella che aveva chiesto espressamente a Benedetto il suo ritiro e che al rifiuto dello stesso Benedetto era rimasto visibilmente contrariato. Senza contare che nello stesso dibattito conseguente Benedetto aveva parlato addirittura di dimissioni da consigliere e subito dopo c’era stato un alterco acceso - a stento frenato dal presidente del Consiglio Piero Lacorazza - tra Gianni Rosa e Vito Giuzio. Bene, in tutto questo bailamme, al netto delle nobili intenzioni, l’emendamento di Perrino votato prontamente da quelli del Pd (non accade mai!) ha di fatto messo a tacere tutte le polemiche che c’erano già state ed evitato tutte quelle che potevano ancora scoppiare. Tanto era dovuto. Salvatore Santoro “Salva Potenza” E’ bagarre, ma alla fine l’emendamento passa di MARIATEREASA LABANCA FINIRANNO per il 90 per cento (nove milioni di euro) nelle casse del Comune di Potenza, arrivano per la metà (5 milioni) dalle risorse che la Regione avrebbe dovuto trasferire ad Acquedotto lucano per consentire una riduzione delle tariffe. Per l’opposizione «soldi tolti direttamente dalle tasche dei lucani». Di fatto, risorse accantonate per appianare un debito, spostate su un altro debito. Ce lo si aspettava e alla fine è stato così: l’emendamento “salva Potenza” ieri ha infiammato il dibattito consiliare. Una lunga discussione, ripresa in più fasi, che però non ha cambiato l’esito piuttosto atteso: approvazione, a maggioranza, con dodici voti favorevoli e sei voti contrari (Rosa, Mollica, Napoli, Castelluccio, Perrini e Leggieri). Prima, però, l’opposizione di Fratelli d’Italia, Udc e Fi, ha provato a dare attaglia: una «schifezza» travestita con «un artefizio». A partire dal titolo del tanto controverso articolo 18 del ddl di Stabilità presentato in mattinata dalla relazione del consigliere ed ex primo cittadino del capoluogo che ha proposto l’emendamento, Vito Santarsiero: “Fondo di coesione territoriale”. Sulla carta un fondo destinato ai comuni per potenziare e incentivare quei servizi sovracomunali, come giustizia e sanità. Nella pratica un “regalo” alla città di Potenza per salvarla dal dissesto finanziario (quasi cento milioni di euro di debito): in due anni, nove dei dieci milioni della voce in bilancio saranno destinate al capoluogo di regione. Centomila euro all’Unione dei Comuni e pochi spicci (la rimanente parte è di 900.000 euro) a tutti gli altri comuni lucani. Il consigliere Rosa (FdI) che chiede conto della provenienza delle risorse per alimentare il fondo accusa la maggioranza di aver “scippato” quei soldi a tutti i lucani e di averli distratti rispetto ad altre reali priorità. «Il Pd è compatto su questo emenda- mento per coprire le schifezze fatte tanti anni di amministrazione del centrosinistra». Mollica (Udc) gli fa eco: «Mamma Regione non si può farsi carico della mala gestione dell’amministrazione comunale. E poi ci sono tanti altri comuni sull’orlo del collasso finanziario, magari quelli in cui Potenza va a portare la sua spazzatura». Anche Michele Napoli (Fi) affonda: «Una vergogna. Come ormai si ripete da anni. Solo che a fronte di questi trasferimenti non c’è stato alcun miglioramento dei servizi. In pratica soldi buttati». A difendere l’emendamento, «che ho contribuito a scrivere insieme a Santarsiero» è il capogruppo del Pd, Nicola Cifarelli: «Il problema e’ esattamente il contrario. I guai di Potenza derivano anche dal fatto che negli anni precedenti è stata sottovalutata nel suo ruolo di città di servizi. Qui, erroneamente, si sta solo provando a spostare la campagna elettorale per le prossime amministrative». Per Santarsiero un «attacco eccessivo» su città e l’amministrazione da parte dell’opposizione. E proprio all’ex primo cittadino spetta la difesa della gestione del capoluogo: «Non riceviamo contributi dal 2007. Due anni fa abbiamo ricevuto 6 milioni di euro. Il Comune di Potenza non ci sono spendaccioni. Abbiamo dimezzato il debito. Se l’Italia avesse fatto come noi, sarebbe la Germania». Fa dichiarazione di voto favorevole “per fede” il consigliere Paolo galante. E alla fine il fronte dell’opposizione non trova i numeri giusti per evitare l’approvazione della norma, insieme a quella del petrolio, più scottante di questa Finanziaria. E Santarsiero commenta soddisfatto: «Un atto particolarmente significativi, per tutti i comuni che erogano servizi sovracomunali, per Potenza. Un grazie al presidente Pittella e alla maggioranza che è stata compatta ed omogenea». [email protected] «I soldi che servivano a ridurre la bolletta di Al andranno al capoluogo» L’ATTACCO DI ROSA «Proroghe su proroghe per favorire gli amici» E IL consigliere di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa attacca la Giunta Pittella sull’articolo del Collegato alla legge di Bilancio 2014-2016, l’art. 10 comma 1, che prevede la proroga di un termine, contenuto in una legge del 2010, al 31.12.2014. «Cercando la legge del 2010 spiega - si scopre che l’articolo prorogato non è altro che la proroga di un altro termine, contenuto in una legge del 2009. Di legge in legge, di proroga in proroga salta fuori che il termine prorogato fa riferimento alla Legge regionale 19 gennaio 2005, n. 1 “Snellimento procedure istanze finanziate dalle LL.RR. 12 agosto 1986 n. 16 e 25 gennaio 1993 n. 5». «Ricapitolando, quindi – afferma l’esponente di Fratelli d’Italia - ci sono delle opere, finanziate con leggi del 1986 e del 1993, che nel 2005 hanno bisogno di uno snellimento del procedimento. Snellimento che consiste nel prorogare altri termini. Va bene. Una proroga non si nega a nessuno. Ma a chi giova? Ci chiediamo, cioè, chi ha partecipato ad un bando per il finanziamento di investimenti nel settore della industria alberghiera e degli impianti ad essa complementari nel lontano 1986 e nel 2005 che interesse ha al finanziamento di progetti oramai vetusti? Questa domanda ha una risposta ben precisa. Chi ha partecipato a quei bandi l’interesse alla proroga ce l’ha. Eccome. E l’interesse è quello di non dover restituire i fondi già ottenuti. Questa è la prova che «continuano i ‘favori’. Il Collegato ne è pieno». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it #POTENZA2014 Rinforzo socialista per i giovani pittelliani L’operazione che di certo non dispiace a Gianni Polese non cede anzi raddoppia AL COMUNE DI POTENZA Liste, come e quando DALComune di Potenza fanno sapere: la presentazione delle candidature alla carica di sindaco e delle liste dei candidati alla carica di consigliere comunale con i relativi allegati deve effettuarsi presso la segreteria generale del Comune, presso il Palazzo di Città di Piazza Matteotti, dalle ore 8 alle ore 20, di venerdì 25 aprile 2014 e dalle ore 8 alle ore 12 di sabato 26 aprile 2014. Sul sito del Ministero dell'Interno e sull'home page del Comune di Potenzaè pubblicata l'edizione 2014 delle " Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature". Con Petrone entra in gioco anche il Psi di Valvano Farà lista comune con “Potenza democratica” di SALVATORE SANTORO POTENZA - Il day after è contraddistinto da momenti di goliardia. C’è la riunione del Consiglio regionale e i vari Giuzio, Galante, Bradascio e Polese sono spesso molto vicini. Evitano altre polemiche. Sono trascorse poche ore dal botta e risposta e dalle polemiche tra “pittelliani divisi” che di certo infiammera la prossima campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Potenza. Mario Polese sta con Luigi Petrone (il candidato fortissimamente voluto dal Pd) e non con Roberto Falotico. Polese ovviamente è solo il “deus ex machina” di Potenza democratica. Dentro ci sono invece attivamente tanti giovani motivatissimi a dare battaglia in nome del rinnovamento. La cosa non è piaciuta ai “falotichiani”che in nome di quella rivoluzione democratica ideata da Marcello Pittella vorrebbero replicare il successo alle regionali in barba ai colonnelli del Pd. La scelta di Polese dunque non è piaciuta. Rischia di frantumare il sogno. E quindi le A sinistra i giovani di “Potenza democratica”, sopra il simbolo della lista a destra Valvano punte avanzate di Roberto Falotico in consiglio regionale (Galante, Giuzio e Bradascio) non le hanno mandate a dire a Polese. Che però nonostante sia chiaro che Marcello Pittella non faccia salti di gioia (per usare un eufemismo) va avanti per la propria strada e anzi raddoppia. Perchè la lista si rafforza: il Psi di Livio Valvano entra in gioco, si schiera con Luigi Petrone (che incassa altri sponsor) e farà una lista comune proprio con “Potenza democratica”. Saranno una quindicina i candidati socialisti in lista. Lista che di fatto diventa un “listone”. E appare anche il simbolo dei socialisti europei. Gianni Pittella che punta proprio a essere uomo fortissimo del Pse in Europa non può che sorridere. Detto questo, va registrato che ieri in Consiglio regionale il clima tra pittelliani si è disteso. Giuzio e Polese ci hanno riso sopra, anche se in campagna elettorale non mancheranno “stilettate”. Intanto Marcello Pittella ieri è parso molto concentrato sulla manovra finanziaria e si tiene volutamente fuori dalle polemiche. In tutto questo non poteva mancare l’ufficializzazione dell’operazione politica da parte del segretario regionale del Psi, Livio Valvano: «Non è una semplice intesa elettorale ma qualcosa di più. E' un’integrazione su visioni politiche e amministrative comuni, su progetti che riguardano la città capoluogo e l’intera comunità regionale che ci ha convinto a costruire una lista di candidati collegata al candidato sindaco Luigi Petrone. Dopo che il Centrosinistra si era perso sull'indecisione intorno alle primarie, soprattutto per le questioni interne al Pd, il Psi e Potenza Democratica, hanno deciso di presentare un'unica lista per dare un segno forte di unità alla città di Potenza e soprattutto per condividere il rinnovamento delle classi dirigenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista al candidato FdI-An alle prossime europee Alemanno a Potenza: «Solo noi abbiamo a cuore il Sud» POTENZA - L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno ieri a Potenza per la propria candidatura al Parlamento europeo nelle liste di Fratelli d’Italia - An, risponde alle domande del Quotidiano della Basilicata. Perchè i lucani dovrebbero sostenerla alle prossime europee? «La Basilicata è nel cuore del Mezzogiorno e risente di tutti i limiti del modello di sviluppo che è stato imposto in questi anni al Sud dal Nord Italia e dall'Europa. In più la questione Meridionale è scomparsa dall'agenda dei governi Monti, Letta e oggi Renzi. Nessuno parla più di Mezzogiorno, solo FdI An mette insieme la volontà di essere il Partito della Nazione italiana e la consapevolezza che tutto questo si realizza rilanciando lo sviluppo del Mezzogiorno. L'Italia può crescere soltanto puntando sulle regioni meridionali e aprendosi verso il Mediterraneo. Per quanto mi riguarda, ho dimostrato come Ministro dell'Agricoltura una grande attenzione per lo sviluppo del Mezzogiorno, anche in forza delle mie origini meridionali. Persino come sindaco di Roma ho avuto una grande attenzione per le comunità regionali provenienti dal Mezzogiorno che vivono nella nostra città. Insomma, penso che il mio possa essere un voto utile per il Sud per la mia storia personale e politica e per il mio attuale impegno nell'unico partito che parla oggi di Nazione e Mezzogiorno». Spieghi meglio la questione dell'euro... «Noi pensiamo che per salvare l'unità europea è necessario uscire dai vincoli stringenti che oggi ci vengono imposti in nome dell'euro. Basta pensare all'ultimo trattato firmato a Bruxelles, il Fiscal Compact che ci impone di tagliare il nostro debito dal 130% al 60% in venti anni, il che significa tagliare ogni anno di 50 miliardi il nostro bilancio, rinunciando ad ogni ipotesi di abbassamento delle tasse e ogni politica di investimento. Oppure pensiamo al Patto di stabilità, che impedisce agli enti locali di investire quasi 17,5 miliardi di euro che pure sono presenti nelle casse dei comuni e delle province. In realtà l'euro funziona bene solo per la Germania ma crea sottosviluppo e recessione in tutti gli altri Paesi a cominciare dall'Italia. Dobbiamo quindi portare nel Parlamento europeo una proposta politica per una dissoluzione concordata dell'eurozona, ovvero l'impegno di tutti i Paesi europei a superare la moneta unica e a tornare alle monete nazionali, sia pure in quadro di solidarietà europea. Nel prossimo Parlamento europeo gli eurocritici potrebbero essere la maggioranza e noi saremo protagonisti in questo schieramento per liberare l'Italia da vincoli che rischiano di massacrarla. La sua "ricetta" per il Sud? Ci sono quattro assi per lo sviluppo del Mezzogiorno. Il primo sono le politiche di valorizzazione del territorio, come l'agroalimentare, il turismo e le politiche ambientali. Il secondo sono i beni culturali e la cultura in genere in un territorio che raccoglie la grande eredità della Magna Grecia, la più antica forma di civilizzazione del nostro continente. Il terzo è il Made in Italy, che ereditiamo dalle nostre tradizioni produttive e che può essere sviluppato attorno alle nostre università attraverso ricerca e innovazione. Infine, il quarto asse è quello della logistica e della cooperazione aperta al Mediterraneo, portualità, infrastrutture, centri di servizio che possono realmente valorizzare la nostra centralità nel Mare Nostrum. Ma per rendere possibile tutto questo è necessario attuare una fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno che permetta alle imprese che operano nel Sud di pagare meno tasse perché hanno meno servizi e opportunità di quelle del Nord. Dobbiamo chiedere all'Unione Eu- Gianni Alemanno a Potenza ropea di poter utilizzare per questi obiettivi gli 11,5 miliardi di euro di fondi strutturali non spesi entro il 2013, che quindi non devono essere restituiti a Bruxelles ma neanche dilapidati in tanti inutili progetti i che non creano sviluppo ma servono solo ad arricchire qualcuno. Conosce bene la Basilicata. Cosa non va? E cosa invece è da salvare? «La Basilicata può essere un laboratorio per realizzare tutte le politiche del Mezzogiorno illustrate nella precedente risposta ma ha in più la grande potenzialità delle royalty del petrolio. Fino a oggi la regione Basilicata ha negoziato male queste royalty, ottenendo poco dalle multinazionali che estraggono il greggio. Ma soprattutto ha disperso queste risorse in tanti inutili progetti che non creano sviluppo. La nostra proposta è quella di concentrare queste proposte per risol- vere il grande gap infrastrutturale che caratterizza questa regione: le bretelle di autostradale di collegamento tra Sicignano e Potenza e tra Potenza e Melfi. Senza parlare di Matera che non è collegata nè con autostrade nè con ferrovie». Amministrative oltre che europee. FdI - An ha fatto una scelta solitaria. Lei ha parlato però nelle scorse settimane con Cannizzaro che è il candidato sindaco dell'altro centrodestra. Cosa non ha funzionato? «Forza Italia non ha accettato la nostra proposta di scegliere il candidato sindaco attraverso le primarie. Per cui, al di là della stima personale per Cannizzaro, non c'erano i presupposti politici per uno schieramento comune al primo turno. Il nostro candidato Dario De Luca è la grande speranza di riaggregare il centrodestra partendo da destra». sal.san © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 Il partito (non) decide sui consiglieri con più di tre mandati Deroghe sì, ma non più di 3 Sui nomi, il Pd prende tempo di MARIATERESA LABANCA Il Palazzo di Città di Potenza Denuncia di Ramunno contro un parlamentare del Cdx Il “ricatto” elettorale: «Candidati con noi e ti farò fare qualcosa a Roma» PROMESSE di lavoro in cambio di una can- stato questo. Ramunno, però, preferisce didatura. non fare nomi. E dopo qualche ora cancella L’accusa del consigliere comunale di Rio- anche la parte relativa al fatto che si tratti di nero ed esponente di rilievo di un onorevole. Rimane l’accuFratelli d’Italia di Basilicata è sa, molto pesante. Il consigliegrave. re dice di aver assistito persoUn post su facebook e in pochi nalmente alla telefonata. Cerminuti la pagina di Donato Rato, per quanto non ci sia il nomunno si riempie di commenme, c’è da dire che i lucani in ti. Parlamento del centro destra Si tratterebbe di un parlanon sono molti. Schierati alle mentare lucano del centrodeamministrative di Potenza, per stra che avrebbe provato a conaltro, non con il candidato di vincere una donna ad accettare Fratelli d’Italia, ma con quello la candidatura con metodi, si di Forza Italia, Michele Cannizpotrebbe dire, poco ortodossi: zaro. Chiara, quindi, la guer“dai scendi in campo con noi, ra politica che fa da sfondo a poi mandami il tuo curriculum Donato Ramunno questa vicenda. Ma di certo il che vede di farti fare qualcosa a tentativo di a convincere alla Roma”. candidatura tramite la promessa di un laIl tenore della telefonata dovrebbe essere voro non può fare onore a nessuno. | POTENZA - E sul nodo delle deroghe per la candidabilità dei consiglieri comunali con più di tre mandati alle amministrative di maggio, il Pd prende ancora tempo. Anche dalla riunione tecnica che si è tenuta ieri mattina non è emersa la linea definitiva. O meglio, le indicazioni ci sono, ma la certezza dei nomi no: dei ricandidabili ci saranno, ma non si ancora di chi si tratti. L’orientamento emerso è questo: rinnovamento sulle liste, ma con un margine di autonomia. Due, o al massimo tre consiglieri uscenti poter POPOLARI UNITI dovrebbero godere della “grazia”. A patto, però - ci tengono a precisare dal partito - di candidatura ispirate per OGGI, alle ore 11 e lo più da spirito di 30, presso la sala riu- servizio. Insomma, nione del Partito dei nessuna postazione "Popolari Uniti", in via da rivendicare ad Pretoria, si terrà la elezione avvenuta. conferenza stampa Sui nomi, dicevaper la presentazione mo, ancora alcuna delle idee program- ufficialità. matiche e delle iniziaFacile immaginative future che il partito re che si tratti anche intende promuovere di una scelta stratesul territorio in vista gica per rinviare delle prossime sca- eventuali polemidenze elettorali. che a tempi più maSarà presente an- turi. Si tratta pur che il candidato sinda- sempre di questione co del centrosinistra, calda su cui all’inLuigi Petrone. terno del Partito potrebbe aprirsi un nuovo fronte di guerra. Del resto, anche la lista del consigliere regionale Polese si è detta a sostegno del candidato sindaco Petrone a patto di un rinnovamento totale su liste e programmi. Incontro con Petrone IL CENTRODESTRA Il candidato sindaco del centrosinistra, Petrone Otto sono i consiglieri che hanno ha già svolto tre mandati al Comune di Potenza: Nicola Lovallo, Giuseppe Messina, Teodosio Ciriello, Donato Russo, Donato Coviello, Giuseppe Ginefra, Antonio Pesarini e Federico Pace. Quest’ultimo però, ha già annunciato ufficialmente di aver rinunciato alla sua personale ricandidatura. Oltre all’assessore al Bilancio uscente qualcun altro sta vagliando la possibilità del passo indietro per assecondare le esigenze del partito. Che però sarebbe pronto ad ammettere due, o al massimo tre, eccezioni sulla base della valutazione dei casi individuali e soprattutto sulla valutazione delle convenienze in termine elettorali. Con la precisazione, però, che «chi è stato già protagonista “consumato” della vita amministrativa cittadina, dovrà essere comunque disposto a fare largo agli altri». [email protected] | Aurelio Pace spiega la scelta dei Popolari per l’Italia Oggi al Principe di Piemonte: Fdi, PpI e lista civica «Proveremo fino alla fine a fare De Luca inaugura la campagna sintesi, ma Dario è il nuovo» «Liberiamo la città dall’arroganz» POTENZA - «Io cercherò la mediazione fino alla fine ma è chiaro che bisogna essere coerenti e andare avanti». Parla il consigliere regionale dei Popolari per l’Italia, Aurelio Pace che oggi sarà in conferenza stampa insieme al candidato sindaco Dario De Luca per presentare appunto la coalizione che sostiene l’ingegnere. La scelta è dunque fatta. I Popolari per l’Italia stanno con Fratelli d’Italia e De Luca ma Pace lascia ancora qualche spiraglio aperto (fino a domani alle 16 ndr). Difficile che accada il “miracolo” del centrodestra unito anche a onor del vero ieri pomeriggio alle 17 circa De Luca e Michele Cannizzaro (il candidato sindaco voluto da Forza Italia) si sono incontrati privatamente. Ma pare che dall’incontro non sia arrivato nessuna fumata bianca. Intanto Pace spiega perchè tra i due i Popolari per l’Italia stanno con l’ingegnere e non con l’ex dg del San carlo: «Io ho cercato tre mesi fa De Luca che mi disse sì. Cannizzaro in questa logica arriva dopo ed è una persona valida ma il centrodestra oggettivamente in questo momento ha bisogno di metodo e di uomini. Rispetto al centrosinistra diviso sento la responsabilità di tentare una mediazione perchè potrebbe essere un momento storico». Detto questo però, Aurelio Pace chiarisce: «Siamo di fatto a 24 ore dalla presentazione delle liste. Se la mediazione non Aurelio Pace porterà a nulla io dovrò scegliere. E a quel punto sceglierò un’azione di rinnovamento e un candidato sindaco che è molto vicino alle mie posizioni politiche». Aurelio Pace quindi spiega perchè De Luca e non Cannizzaro: «Da un punto di vista politico Dario è molto più vicino alle posizione del nostro partito. Ed è un uomo oggettivamente nuovo da offrire alla città di Potenza che a mio modo di vedere ha bisogno proprio di questo profilo di candidato». L’ultima domanda è sulle prospettive e sugli auspici. Così Pace: «Il mio augurio è quello di trovare l’unità del centrodestra anche nell’ultimo minuto utile. Così non fosse il nostro obiettivo politico ed elettorale con De Luca è quello di arrivare per lo meno al ballottaggio». s.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INGEGNERE potentino, Dario De Luca, scende ufficialmente in campo. Oggi, presso il teatro “Principe di Piemonte” al rione Santa Maria di Potenza, verrà inaugurata la campagna elettorale della coalizione “L’altra Potenza” e del candidato sindaco. Con De Luca i partiti che compongono il cartello elettorale: Fratelli d’Italia, Popolari per l’Italia e la lista civica “De Luca Sindaco”. Alla manifestazione parteciperanno i novantadue (92) candidati delle tre liste, i leader di partito e dirigenti nazionali e locali. L’ingegner De Luca spiegherà le ragioni politiche e culturali della sua candidatura. Accennerà al programma elettorale ed introdurrà i temi della campagna elettorale della sua coalizione. «La scelta di denominarla “L’altra Potenza” - si legge nella nota stampa di presentazione ribadisce l’idea di una forte discontinuità con modelli politici usurati, con prassi La campagna di Dario De Luca e sistemi di potere logori. potentini. L’impoverimen“De Luca realizza l’idea di to e l’imbruttimento cultuun cambiamento radicale e rale e urbanistico della citnel contempo di una forte tà. De Luca, con la sua prosuggestione: i vecchi sche- fessionalità collaudata ed mi sono superati. Il proble- un fortissimo legame con ma non è solo vincere ma la sua comunità, si impe“liberare” la città dalla me- gna a provocare un dibattidiocrità, dall’arroganza e to leale e severo senza fare da forme di potere più o me- sconti a nessuno. Con una no “occulte”, dove non si visione sociale che scaturicapisce bene cos’è la sini- sce dal suo impegno civile: provi Potenza a recuperare stra e cos’è la destra». «Questi ultimi vent’anni fiducia in una nuova forma - prosegue la nota - hanno di politica. Provino i potensegnato il declino di Poten- tini a credere che “un’altra za. La mortificazione dei Potenza” è possibile». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it SALUTE La Corte dei Conti sulla distribuzione dei finanziamenti in tutta Italia La Basilicata è ultima di VALERIO PANETTIERI POTENZA - Non è un dato rassicurante per il Sud, tantomeno per la Basilicata che attualmente ospita il centro di ricerca Crob di Rionero e va verso il riconoscimento di Irccs anche per il reparto di reumatologia del San Carlo di Potenza. In pratica i soldi pubblici destinati alla ricerca in campo sanitario vanno quasi tutti al Nord. A dirlo è la sezione centrale di controllo della Corte dei Conti, che in sostanza prende atto dell’enorme differenza strutturale tra regioni. E questa differenza, nelle percentuali, è assai pronunciata. Il Nord infatti fino al 2013 ha incassato il 73% dei fondi pubblici destinati alla ricerca, il 21% è destinato al Centro e soltanto il 7% al Sud. Stesso vale per quella che viene chiamata “ricerca finalizzata”: il 63% dei contributi va al Nord, il 32% al Centro e soltanto il 4% al Sud. I magistrati della Corte dei Conti hanno analizzato un periodo di tempo che va dal 2007 al 2011, con un aggiornamento al 2012. E le criticità non mancano, una su tutti, forse quella più evidente, è l’enorme quantità di soldi pubblici riversati all’interno del San Raffaele di Milano, che è l’istituto che prende più denaro in assoluto, quasi “fagocitando” il resto dell’Italia. Il quadro generale comunque non è affatto conciliante. Mentre i magistrati fanno notare che sulla questione trasparenza non c’è quasi nulla da dire, la “tempestività” del finanziamento resta ancora un problema, anche se le direttive ministeriali sono «in buona misura rispettati». Ma prima di tutto bisogna fare un po’ di ordine. C’è in primis una questione geografica: la maggior parte degli Irccs si trova nel Lazio e in Lombardia, ma c’è da tenere presente anche un altro fattore: i privati sono quelli che ricevono più finanziamenti da anni rispetto alle strutture pubbliche. E la forbice della discrepanza è matematicamente chiara: i due terzi dei finanziamenti totali vanno ai privati, un terzo soltanto alle strutture pubbliche. Ma è la stessa bilancia dei finanziamenti ad oscillare a favore di alcune discipline trattate nei progetti finanziati. per quanto riguarda la ricerca corrente il 28% è destinato all’oncologia e il 22% alle neuroscienze. Per quanto riguarda invece la ricerca finalizzata il 30% va alle neuroscienze e il 20% all’oncologia. Molte le criticità a partire dai tempi di erogazione L’Irccs Crob di Rionero in Vulture Sanità, al Sud penalizzata la ricerca La questione si fa critica quando si comincia a parlare di tempi di erogazione dei finanziamenti, soprattutto nella ricerca finalizzata. Tra il 2007 e il 2011, registra la Corte dei Conti, i residui di spesa si aggirano costantemente sui 160 milioni rispetto a stanziamenti di competenza che oscillano tra i 117 e i 53 milioni di euro. C’è quindi una sorta di tendenza generale che non fa altro che aumentare di gran lunga i tempi di erogazione: molte amministrazioni infatti preferiscono riportare all’esercizio successivo la competenza di spesa. E su questo la Corte è chiara: bisogna trovare dei metodi, già applicati in altri ambiti, per evitare questo continuo rimando delle competenze. Stesso vale per i tempi utili a chiudere le procedure di verifica dei risultati merita secondo i giudici «ulteriori ridimensionamenti». «Per quanto attiene in particolare la verifica del completamento dei progetti di ricerca – scrive la Corte dei Conti - è emerso che il Ministero compie periodici riscontri sullo stato di avanzamento dei progetti, cui è colle- gata l’erogazione delle tranches di finanziamento. In merito al riscontro degli "impatti" dei progetti, è particolarmente avvertita l’esigenza di predisporre strumenti di analisi innovativi, non solo per individuare le ricadute cliniche dei progetti medesimi, ma soprattutto per verificare l’accoglienza della comunità scientifica riservata ai risultati, sebbene i tempi di realizzazione di tali strumenti risultino in ogni caso particolarmente ampi». Ci sono diversi aspetti critici, a partire dai tempi, ma anche la mancanza di strumenti validi di verifica dei progetti. In conclusione la Corte fa anche capire l’altra necessità: quella di non disperdere le risorse in troppi progetti, ma la tendenza oggi è esattamente contraria. In tutto questo la Basilicata, con il Crob di Rionero, si trova praticamente all’ultimo posto per quantità di finanziamenti. Nel 2008 la struttura ha ricevuto circa 613mila euro, diventati circa 415 l’anno successivo. Nel 2010 si è passati a 515mila euro circa mentre nel 2011 la cifra di finanziamenti ricevuti si è assestata attorno ai 514mila euro circa. Il totale è di due milioni 055mila euro con una media di circa 411mila euro all’anno. Ma quanto incide in totale il Crob di Rionero sulla spesa totale? Quasi nulla, solo lo 0,23%, mentre al Nord solo il San Raffaele in cinque anni ha incassato quasi 92 milioni di euro. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il decreto della Giunta regionale non rileva criticità importanti sul territorio Medici di base, ecco dove si registrano le carenze in termini di personale Una foto di un medico a lavoro POTENZA - La Regioen Basilicata, con delibera della giunta regionale, ha pubblicato il bando e l’elenco delle carenze di medici di base in tutto il territorio della Basilicata. E la situazione, in relazione al secondo semestre del 2013, che permette in questo modo lo spostamento di al- cuni medici di base in altri ambiti territoriali, non è negativa. Ci sono, certamente, delle eccedenze ed alcune carenze in diversi ambiti territoriali, compresi Matera e Potenza, ma a volte non si tratta di numeri alti. Il massimo è di 3-4 medici circca in meno in alcune strutture, ma molti di questi sono già in fase avanzata di ricollocamento. Per quando riguarda la provincia di Potenza alcune criticità sono registrate nell’ambito territoriale che comprende Marsico Nuovo, Paterno e Tramutola, dove si registra un medico in meno rispetto a quanto richiesto e l’area di Grumento Nova, Moliterno, Montemurro, Sarconi e Spinoso. Anche qui la richiesta è di un medico di base in più, già in fase di ricollocamento. Nell’Asl di Matera la situazione è contraria: nel senso che ci sono due medici in eccedenza rispetto a quanto richiesto. Diversa la questione a Venosa: mentre si segnala un’eccedenza di due medici di base in diversi ambiti viene sengnalata una carenza consistente. Mancano 5 medici da distribuire nell’ambito territoriale di Venosa. Nell’ex Asl 3 di Lagonegro invece la situazione è tutto sommato bilanciata. In eccedenza ci sono tre medici in tutto l’ambito territoriale, mentre si registrano situazioni carenti tra Noepoli, Cersosimo, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Senise e Terranova di Pollino. Qui mancano due medici utili a ga- rantire un servizio costante. E a proposito di servizi c’è da segnalare la situazione della guardia medica di Potenza, che in questo periodo di feste a lavorato a pieno regime in presenza di un solo medico, peraltro diviso in diverse competenze. ma anche su questo è previsto un rafforzamento complessivo della forza lavoro. Intanto fino alla fine del mese i medici potranno presentare domanda di assegnazione dell’incarico per uno o più ambiti territoriali, solo dopo si procederà alla riorganizzazione complessiva che durerà per tutto il 2014. v. p. Fino alla fine del mese i dottori potranno presentare la domanda di assegnazione degli incarichi © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PRIMO MAGGIO 11 Manifestazione di Cgil, Cisl e Uil a galleria Renazza in onore dell’operaio 55enne morto sul cantiere «Più lavoro e più sicuro» I sindacati chiedono difesa dell’occupazione e politiche attive per nuovi posti SONO diverse le manifestazioni organizzate per il 1 maggio in Basilicata da Cgil, Cisl e Uil. Tutte dedicate, quest'anno, alle battaglie per avere più lavoro, rafforzare la solidarietà, mettere al centro la sicurezza nelle aziende e nei cantieri, anche dopo l'ennesimo tragico accadimento presso la Galleria Renazza in località Lagonegro, in cui ha perso la vita Giuseppe Palagano, operaio di 55 anni. Si inizierà con la manifestazione regionale che si terrà alle ore 10 con concentramento e comizio proprio nell'area antistante la Galeria Renazza (Lagonegro) sulla “canna Nord della Salerno-Reggio Calabria”, con gli interventi dei segretari generali regionali Genovesi, Falotico e Vaccaro, per poi proseguire con le tradizionali manifestazioni in provincia di Matera, ad Irsina (Piazza XXV Luglio alle ore 12,00) e Montescaglioso (Piazza Roma alle ore 18,00), con la partecipazione dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. «Mettere al centro la creazione di buona e stabile occupazione – spiegano i sindacati – vuol dire rilanciare non solo le proposte concrete contenute nel Piano del Lavoro di Cgil, Cisl e Uil, ma sfidare le imprese e le istituzioni locali, a partire dalla Regione, affinchè si assuma il tema del lavoro come tema centrale, in un'ottica di difesa non solo di quello che c'è, ma soprattutto di programmazione di interventi che già nel breve periodo creino occupazione e riattivino quindi consumi, redditi e speranza. Il tutto dentro un'idea di intervento pubblico volto a creare realmente maggiore solidarietà, maggiore tutela e partecipazione a partire dai soggetti più deboli: pensionati, giovani, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E questo anche in relazione alle scelte | BRINDISI | Ritorna l’appuntamento alla Grancia del Governo Nazionale che deve tornare ad investire sulle politiche industriali, su una maggiore redistribuzione, dopo il lavoro dipendente, anche a favore di pensionati, famiglie ed incapienti e fare del Welfare non una spesa da tagliare ma un settore dove investire per creare occupazione e maggiore coesione sociale». «Ovviamente creare lavoro vuol dire non un lavor purchè sia, ma un lavoro con diritti e dignità, con tutele vere a partire dalla prima tutela che deve essere la sicurezza. Ancora oggi oltre mille lavoratrici e lavoratori muoiono ogni anno nelle aziende, per le strade, nei cantieri: la crisi ha colpito anche i minimi e fondamentali investimenti per prevenzione ed informazione, per dispositivi di protezione fondamentali, ecc. Non sono tollerabili queste condi- In alto il Primo Maggio dei sindacati a Corleto P. In basso i cantieri della A3 Varie iniziative sul territorio regionale zioni e siamo stufi di dover ogni giorno, dover denunciare questo o quell'incidente, questa o quella organizzazione del lavoro che sfrutta e mette a rischio la vita dei lavoratori». «Per questo - concludono Cgil, Cisl e Uil - ripartiamo dal cantiere della Gallerina Renazza dove solo poche settimane fa un lavoratore edile ha perso la vita. Perchè serva sempre da ammonimento e sia sprone perchè tutti i giorni si combatta, come fa il sindacato, la battaglia per la sicurezza sul lavoro e per migliori condizioni di lavoro: perchè è una battaglia di civiltà che vale per tutti, sempre. E questo ripeteremo in tutte le piazze il prossimo Primo Maggio. Ammonimento per tutti, in Basilicata come nel resto del Paese». BRINDISI DI MONTAGNA Tutto pronto per la seconda edizione del Primo Maggio al Parco Grancia- Basilicata in vetrina 2014 con molte conferme e tante novità. Tra queste ultime il lancio del concorso “Il tuo spazio Grancia”ideato dall'associazione Spazio Grancia, in collaborazione con Proloco di Brindisi Montagna e il Comune di Brindisi Montagna. Una nuova formula che concilia la modalità ormai sperimentata della Residenza artistica con l’esigenza di sostenere con più energia il lavoro artistico – culturale della Basilicata. Aperta a tutti gli artisti italiani e stranieri, il concorso si propone di attivare una modalità inedita di approfondimento sull’operare artistico, offrendo una borsa di studio a totale copertura delle spese di vitto e alloggio destinato a favorire la ricerca di nuove forme di arte e spettacoli. Durante la giornata 1° maggio, che dalle ore 10 si protrarrà sino a notte inoltrata, si potranno visitare gli stand espositivi delle varie associazioni aderenti, degustare prodotti tipici lucani presso il "Borgo dei Sapori", partecipare al workshop mattutino sulla “Programmazione Europea 2014-2020 sistema naturale e culturale”, assistere al "percorso Rapaci" e ascoltare l'esibizione, dal vivo, di più di quindici band lucane nell'auditorium naturale della Grancia. Presentata anche a Potenza l’iniziativa nazionale: «Noi esclusi da tutte le politiche» I pensionati scrivono a Renzi: «Non stiamo affatto tranquilli» “Caro Matteo, noi non stiamo sereni”. È questo lo slogan (che è diventato anche un hashtag da usare sui social network) della campagna nazionale di mobilitazione, che i segretari regionali di Spi Cgil, Fnp Cisll e Uil pensionati(Allegretti, Zuardi, Tortorelli) hanno illustrato ieri e che sarà articolata in numerose iniziative sul territorio (la prima nella mattinata del 29 aprile prossimo sul piazzale della Regione Basilicata), per chiedere al Governo Nazionale risposte serie estrutturatesui temi principali della piattaforma rivendicativa unitaria (lavoro, sviluppo, tutela del reddito, occupazione, welfare pubblico e solidale, legge sulla non autosufficienza, lotta agli sprechi e ai privilegi, estensione delle riduzione delle tasse anche ai pensionati) attraverso una raccolta firme e l'invio di una cartolina (intuttosaranno più di 1 milione) da consegnare al Presidente del Consiglio entro il mese di giugno,in una manifesta- zione che sarà organizzataad-hoc. «Dopo le promesse - dichiarano le categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil - arrivano le amarezze, e i pensionati lucani sono i primi a non aver apprezzato le parole del primo ministro MatteoRenzisui famosi 80 euro. Esclusi dai proclami del premier, che ha annunciato di voler aiutare i lavoratori dipendenti con stipendi inferiori ai 1500 euro mensili, i pensionati (molti al minimo, come in Basilicata, con pensioni intorno ai 5-600 euro) non ci stanno e chiedono di estendere anche a loro, ai lavoratori precari, agli incapienti (cioè coloro che hanno meno di 8.000.00 euro di reddito l'anno) i nuovi benefici. «A livello regionale abbiamo scritto al presidente Pittella per aprire un confronto, a tutto tondo, in coerenza con quanto contenuto nel Piano del Lavoro unitario e nei contributi inseriti proprio dai pensionati. Appena la finanziaria regionale sarà approvata, inoltre, chiederemo che si dia corso ad un tavolo di confronto e di lavoro per la soluzione dei problemi relativi alla non autosufficienza ed ai piani sociali di zona». Alla conferenza stampa hanno anchepartecipato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Genovesi, Falotico e Vaccaro, che hanno sottolineato come ilGoverno nazionale stia lavorando in manie- La conferenza stampa nella sede della Cgil ra schizofrenica. Da una parte ha la lafinta partita IVA, gli autonomi ben un terzo (la seconda guerra buona intuizione di rilanciare i costrettiadesserlo solo per necessi- mondiale ne distrusse il44%).Bisoconsumi interni con “l’operazione tà dettata dall’unico committente e gna guardare al futuro con tanta voglia di valorizzare le persone e di 80 Euro” (fino a oggi tutti erano non per scelta". «Quello di cui realmente abbia- credere inun nuovo modello che sia convinti che l’economia del Paese si potesse reggere solo sulle esporta- mo bisogno, hanno continuato in inclusivo e non esclusivo assumenzioni, oggi si comincia a parlare an- coro Cgil, Cisl e Uil regionali e rela- do settori come la cura del territoche di mercato interno e di rilancio tive federazioni dei pensionati, so- rio, del patrimonio ambientale e delle spese fondamentali), ma dal- no delle strutturatepolitiche indu- culturale, dei servizi alla persona, l'altra riducendo la platea dei bene- striali e di sviluppo, che assumano della formazione, come i settori ficiari limita la funzione anticiclica come strategici i nuovi settori a va- principali su cui investire. Su base regionale, poi, la situadella scelta. "La povertà e il bisogno lore aggiunto e il welfare come vonon sonouna condizione legata al lano occupazionale. Le politiche in- zione non cambia di molto, anzi se tipo di contratto o all'età, ma deve dustriali devono servire a riattiva- può peggiora, con una legge finannecessariamente essere connessa re l’offerta, attraverso il rinnova- ziaria regionale che impostata su alreddito. Povero può essere il pen- mento di un apparato produttivo poche e chiare emergenze, su sesionato, il lavoratore precario, che dalla crisi è uscito ridotto per gnali importanti». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it L’INCHIESTA Avvisi di garanzia per 11 persone tra cui i fratelli De Franchi e i coniugi Robortella di LEO AMATO POTENZA - Ci risiamo: il biologico farlocco; l’imprenditore agricolo che imprenditore non è; i dirupi che diventano boschi; i terreni affittati soltanto sulla carta eccetera eccetera. Sono 11 i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini per l’ultima tranche di verifiche sull’erogazione dei fondi comunitari di sostegno all’agricoltura lucana. Sul registro degli indagati sono finiti anche due ex consiglieri regionali, l’ex presidente Prospero De Franchi (Popolari) e Pasquale Robortella (Pd). Entrambi in passato erano stati già coinvolti in inchieste sui contributi intascati per le rispettive aziende, e se il primo è stato prosciolto il secondo risulta ancora tra i 54 imputati del processo sul “sistema Arbea”. Poi ci sono le famiglie: così con Prospero c’è il fratello Sergio e con Robortella la moglie Rosa D’Aquaro. Le accuse per cui il pm Francesco Basentini, che ha ereditato un fascicolo del collega Salvatore Colella, si accinge a chiedere il rinvio a giudizio vanno dalla falsità ideologica commessa dal privato al pubblico ufficiale alla la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale passando per la truffa aggravata perché in danno delle istituzioni. Non è chiaro di quanto si sarebbero appropriati ingiustamente i fratelli De Franchi mentre ai coniugi Robortella sono addebitati complessivamente oltre 44 mila euro di contributi indebiti. In particolare alla signora che stando all’accusa avrebbe dichiarato falsamente la «conduzione» di alcuni terreni a titolo di proprietà e di aver ritirato la cultura di seminativi su alcuni di questi, intascando il relativo contributo, mentre in realtà la produzione sarebbe andata avanti lo stesso. Risultano indagati per oltre 10mila euro di incassi indebiti anche Giovanni Votta di Marsiconuovo e Tommaso Romeo di Potenza a cui ne vengono contestati oltre 36mila. Poi ci sono dirigenti, funzionari dell’Arbea ed ex responsabili del Caa di Confagricoltura: Ermanno Pennacchio (responsabile dell’ufficio tecnico di Arbea), Eugenio Tropeano, Fortunato Gian- Le accuse: falso ideologico e truffa aggravata Frodi all’Ue nel mirino due ex consiglieri La questura di Potenza. Nei riquadri in alto Prospero De Franchi. Sotto Pasquale Robortella L’ex presidente si difende: «Non hanno preso tutti i dati in possesso dell’Arbea» nuzzi e Francesco Guarini. Le indagini sono state condotte dagli agenti del Corpo forestale dello Stato e della Squadra mobile di Potenza a partire dalla denuncia di un agricoltore che avrebbe segnalato una forzatura nella sua pratica inserita nel sistema informatico che gestisce le erogazioni dei contributi. I fatti si riferiscono al 2008 e il 2009. De Franchi ha già fatto sapere di essere sicuro di chiarire la questione in tempi brevi. «Gli investigatori non hanno acquisito nemmeno gli atti dei controlli già effettuati dall’Arbea». Ha spiegato al Quotidiano. «Comunque i terreni sono ancora lì. Basta solo effettuare un sopralluogo». ACQUEDOTTO Mossuto si dimette Intanto Pittella prepara il taglio POTENZA –La notizia ufficiale del giorno è che Giovanni Mussuto, ex segretario dei Verdi, lascia il consiglio di amministrazione di Acquedotto lucano, con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato (aprile 2015). Ma nella società che gestisce il servizio idrico integrato la “rivoluzione” in arrivo è di ben altra portata. Una lettera del presidente Pittella (in qualità di rappresentate del socio di maggioranza, la Regione) ai vertici della Spa dell’acqua chiede la convocazione di un’assemblea per il mese di maggio, con all’ordine del giorno l’istituzione della figura dell’amministratore unico. Dopo gli annunci che lo stesso governatore aveva fatto in varie occasioni, si passa quindi ai fatti. Nelle settimane scorse Pittella aveva detto di aver richiesto un parere notarile per come cambiare la formula societaria: dal Cda, appunto, all’amministratore unico. Non è chiaro quali saranno i tempi necessari per attuare questa trasformazione. Ma di certo c’è che nella società ormai gravata da un pesantissimo debito, le cose stanno per cambiare. In maniera definitiva. ‘NDRANGHETA L’evoluzione criminale dei clan in Italia e non solo Una holding criminale con un Cda e un presidente di MASSIMO LAPENDA CATANZARO - La ‘ndrangheta ha una sua struttura tendenzialmente unitaria, con una sorta di «consiglio di amministrazione» che elegge il suo «Presidente». E’ questo il quadro che emerge dalle indagini delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro e riportate nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia. Da una recente indagine dell’istituto di ricerca Demoskopika è emerso che la ‘ndrangheta ha un giro d’affari complessivo Un potere economico pari al 3,5% del Pil 2013 di 53 miliardi di euro. L’enorme potere economico della mafia calabrese è pari al 3,5% del Pil italiano del 2013. Il maggiore introito è costituito dal traffico di stupefacenti che determinerebbe guadagni per 24,2 miliardi di euro. Un’altra importante fonte di profitto è costituita dall’attività di riciclaggio, che ha assicurato alle cosche calabresi un profitto di 19,6 miliardi di euro. Risultano significativi anche i guadagni criminali relativi a estorsioni e usura (2,9 miliardi di euro), agli appalti pubblici (2,4 miliardi di euro) ed al gioco d’azzardo (1,3 miliardi di euro). Meno rilevanti invece i proventi dal traffico di armi (700 milioni di euro) e di rifiuti illeciti (670 milioni di euro), dalla prostituzione (370 milioni di euro), dalla contraffazione (330 milioni di euro) e dall’immigrazione clandestina (130 milioni di euro). Le diverse sentenze ed ordinanze di custodia cautelare emesse negli anni dalla magistratura confermano questa impostazione. E non poteva essere altrimenti. Una compiuta valutazione del fenomeno della ‘ndrangheta non poteva condurre a pensare che gli esponenti delle cosche, per amministrare «bilanci» di centinaia di milioni di euro e governare dinamiche economiche in decine di comparti in Italia e all’estero, si potessero affidare ai singoli “locali” disseminati e slegati. Le inchieste hanno eviden- Il blitz al termine di una delle ultime operazioni internazionali di contrasto ai clan ziato la presenza di vere e proprie cosche di ‘ndrangheta, oltre che in Italia e, segnatamente, in Lombardia, Piemonte e Liguria, anche all’estero in Svizzera, in Germania, in Canada e in Australia, e cioè proprio nei paesi e nei territori in cui, statisticamente, esistono consistenti comunità calabresi. E tuttavia non in tutti i territori che hanno conosciuto l’emigrazione calabrese la ‘ndrangheta si è strutturata secondo gli schemi che le sono propri e che hanno il loro mo- dello in Calabria. Secondo i magistrati di Reggio Calabria e Catanzaro, la ‘ndrangheta mantiene l’assoluta supremazia nel traffico internazionale di stupefacenti. Le cosche calabresi, grazie alla presenza di qualificati broker in tutti i principali snodi del traffico della cocaina, mantengono rapporti privilegiati con i principali gruppi fornitori in Sud America e con gli emissari di questi ultimi in Olanda, Spagna e Germania. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it CASO LAPENNA 13 Il vescovo sul prestito dal fondo destinato ai poveri Per l’economo della diocesi era stato lui a dare l’ok «Non sapevo di tutti quei soldi» Ma Superbo nega: «E’ troppo, una somma del genere non l’avrei mai concessa» di LEO AMATO POTENZA - «Pasquale è un uomo leale. Lui ha supposto che il Lapenna avesse parlato con me anche del quantitativo, ma con me non aveva parlato ecco perché... Io l’ho mandato da lui senza sapere...» Sono parole del vescovo di Potenza Agostino Superbo raccolte nel verbale agli atti dell’inchiesta partita dalla denuncia dell’avvocato Sergio Lapenna, che adesso si ritrova indagato per millantato credito e voto di scambio. Superbo è stato sentito dagli inquirenti agli inizi di gennaio dopo che era stato indicato dallo stesso Lapenna come uno dei suoi creditori, assieme all’economo della diocesi del capoluogo, don Pasquale Zuardi, che è chi gli ha consegnato materialmen- stiti ad alcuno ma solo daziote 45mila euro dal fondo del ni di piccole somme di denaro “culto caritativo”, destinato a titolo caritatevole che non alle esigenze dei più poveri. devono superare i 6mila euL’ex consigliere regionale ro». Questo è quanto aveva ridi Forza Italia, fallito il tenta- ferito al pm precisando di tivo di un secondo mandato non essere a conoscenza delle alle elezioni di novembre, «motivazioni che hanno aveva raccontato agli investi- spinto il vescovo a disporre» gatori che quei soldi gli erano quel prestito. Solo che a riserviti perché era vittima di guardo anche Superbo ha estorsione. Ma a distanza di raccontato di essere cascato qualche mese il suo presunto dalle nuvole una volta scoaguzzino, il trentenne poten- perto quanti soldi aveva pretino Antonio Guglielmi, è di- so davvero l’avvocato. ventato il suo grande accusa«Io ho mandato Lapenna tore. Di fatto il pm Francesco senza sapere di quale quantiBasentini, credendolo né più tà fosse il prestito richiesto. né meno che Sapendo solo un «presta- LA LETTERA AL PAPA che era in diffinome», ha coltà. Decidi chiesto l’artu. Dall’econochiviazione mo a fiducia. della denunLui suppone cia nei suoi sempre la «SONO indignato, da cristia- mia... Lui ha confronti, ma gli ha in- no convinto oltre che da sem- supposto che viato un avvi- plice cittadino, per quanto ri- io sapessi ma so di garan- portato dalle cronache dei io non sapevo zia per voto di quotidiani sul cattivo utilizzo assolutamenscambio, per dei soldi sperperati dalla Dio- te niente...» le preferenze cesi di Potenza, per sostenCosì si è difetare millantatori e losche figu- so il vescovo “pilotate” sull’avvocato re, piuttosto che i tanti poveri aggiungendo in cambio e le famiglie bisognose che che se avesse della promes- continuano a crescere anche saputo l’amtra le Parrocchie della nostra montare della sa di denaro. Tre giorni Basilicata». E’ l’incipit della richiesta non prima del ve- lettera aperta indirizzata a avrebbe mai scovo gli in- Papa Francesco da Gianluigi acconsentito. Laguardia dopo le ultime no- Di fatto per vestigatori avevano in- tizie sul caso Lapenna. «Oc- compensare il corre riportare serenità e tra- buco avrebbe terrogato don Pasquale sparenza - aggiunge Laguar- chiesto a sua Zuardi, di cui dia - superando quelle omer- volta un preaveva parlato tà ingiustificate che nascon- stito a un saa lungo an- dono, anche tra le mura di cerdote di Poliche Gugliel- antiche Chiese della città, coro che ha dimi. Solo che tanti misteri e atti ignobili». chiarato di una volta daaverli attinti vanti ai magistrati il sacerdo- da un conto corrente dove te ha negato di conoscerlo co- confluivano i risparmi e i verme pure avergli confidato il samenti di alcuni comuni per suo problema con Lapenna, la colonia Stella Maris, semche da un po’si negava al tele- pre di Policoro. fono e non restituiva quei sol«E’ stato un errore». Si è di . giustificato Superbo. «In vi«Dall’anno 1999, data in sta della persona che si ritecui io ho assunto la carica di neva stimabile che capisce coecconomo della diocesi di Po- me sono le nostre cose (...) ma tenza, non sono mai stati fatti è un errore non è come si può prestiti di denaro a nessuno. dire una illegalità». Aggiungo altresì che nel noMa anche su questo prima stro regolamento ecclesiasti- di chiudere le indagini gli inco non è assolutamente con- quirenti hanno voluto vedertemplata l’elargizione di pre- ci chiaro. «Io cristiano indignato» A sinistra monsignor Agostino Superbo. Sopra l’articolo con la replica di Lapenna alle prime notizie sull’ammanco dal fondo per i poveri della diocesi di Potenza. | TRAFFICO DI RIFIUTI | Maxi discarica illegale Prime conferme dai carotaggi ORDONA - Arrivano le prime conferme all’esistenza di un traffico illegale di rifiuti dalla Campania alla Puglia scoperto dalla Dda di Bari che ha portato ogni genere di scarto, anche di tipo ospedaliero, speciale e pericoloso, nella mega discarica illegale di Ordona, in un’area agricola nel foggiano. Qui, dove si stima siano state sotterrate 500.000 tonnellate di rifiuti, oggi è cominciata una campagna di scavi volta proprio ad individuare l’entità e la pericolosità del materiale “tombato”. Ricostruendo il flusso campano, i carabinieri del Noe, che stanno conducendo le indagini, si aspettavano sì di trovare nel sito di Ordona enormi quantità di materiale, ma solo prodotto della frazione umida. Nei primi carotaggi eseguiti oggi hanno scoperto invece che nell’enorme cratere parzialmente colmato c’è di tutto: anche i rifiuti indifferenziati e non trattati ospeda- Il sopralluogo di uno degli investigatori sul sito sospetto lieri e chissà che altro. Saranno le di euro. Tra gli arrestati c’era anche zione secca, invece, sarebbero state analisi a stabilirne esattamente la un indagato che figurava nella lista disperse tra Puglia, Molise e Camdi persone consegnata il 7 ottobre pania e Basilicata, in particolare tipologia e forse la provenienza. Le ruspe che ieri hanno comin- 1997 dal pentito Carmine Schiavo- l’area industriale di San Nicola di ciato a scandagliare la discarica ne alla Commissione d’inchiesta sul Melfi, dove il capannone abbandonato della Ceramica Normanna rihanno potuto lavorare per poche ciclo dei rifiuti. Secondo quanto accer- sulta essere stato utilizzato a luore perchè la pioggia tato dagli investigatori, i glio dell’anno scorso per smaltire giunta in mattinata ha rifiuti erano prodotti in illegalmente un carico di “frazioimpedito di proseguidiversi Comuni della ne secca”, re i lavori. RiprendeIn alcuni casi lo sversamento saprovince di Salerno e di ranno lunedì prossiCaserta e seguivano due rebbe avvenuto vicino a zone lacumo, ma tanto è bastato percorsi distinti. La fra- stri o corsi d’acqua di grande rileper avere conferme di zione umida dopo essere vanza paesaggistica e faunistica, quanto ipotizzato nelstata trasportata nei siti ovvero aree protette. l’inchiesta della Dda Per Legambiente, la scoperta di di stoccaggio della “Sele che l’11 aprile scorso Ambiente”, veniva tra- Ordona dimostra «ancora una volha portato in carcere sferita nell’impianto di ta la gravità della situazione» e 14 persone tra ammicompostaggio della conferma «come l’ecomafia sia dinistratori, soci e autotrasportatori di società che lavora- “Biocompost Irpino” di Bisaccia e ventata una piaga per il nostro no allo smaltimento e al trattamen- senza alcun tipo di trattamento, con Paese». Legambiente ribadisce falsi documenti di accompagna- quindi che è «urgente approvare il to dei rifiuti. L’inchiesta ha portato anche al mento, veniva definitivamente disegno di legge sui reati ambiensequestro di aziende, stabilimenti, smaltita nell’enorme cratere di Or- tali per colpire in maniera più efficace chi specula contro l’ambienautomezzi pesanti e discariche dona, gestito dalla “Edil.C.”. Almeno 12.000 tonnellate di fra- te». abusive per un valore di 25 milioni Sarebbero stati smaltiti anche scarti di origine ospedaliera RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Economia Italia / Mondo Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it ALITALIA I nodi restano esuberi e debito. Del Torchio incontra i sindacati Il Governo aspetta, Etihad pure Renzi vuol vedere l’offerta, ma gli arabi attendono prima fatti concreti di DANIELA NAVI ROMA - Il Governo aspetta la proposta di Etihad. Ma la compagnia degli Emirati Arabi avrebbe chiesto di vedere i fatti, prima di presentare la propria offerta: soluzione del nodo debito, altri risparmi sul costo del lavoro e manleva sui contenziosi pregressi. Rischia quindi di avvitarsi la trattativa in corso tra Alitalia e il vettore arabo, con il fattore tempo che diventa sempre più decisivo. Per questo l’ad Gabriele Del Torchio, a poche ore dal cda, ha incontrato i segretari generali dei sindacati. Che, insieme alle banche, sono la controparte con cui l’azienda deve ora trattare per risolvere i due principali nodi (costo del lavoro e debito) che sono la chiave per arrivare all’accordo. Ieri sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del consiglio Matteo Renzi che, via twitter, ha indicato la posizione del Governo: «Aspettiamo la proposta Etihad poi agiremo di conseguenza». «Prima vediamo se questo matrimonio s’ha da fare», ha detto anche il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, spiegando che il Governo sta seguendo «con attenzione», ma lasciando «lavorare le due imprese»: «speriamo che si trovi un accordo», ha aggiunto Lupi, definendo l’intesa «strategica». E rassicurando anche sul rischio esuberi: «non ho mai sentito parlare di tremila tagli» (le indiscrezioni parlano una richiesta di esuberi da un minimo di mille ad un massimo di 3 mila unità). La trattativa, però, al momento sembra congelata. Del Torchio, secondo quanto si apprende, avrebbe detto ai sindacati che la situazione con Etihad non è compromessa, né interrotta, ma la posizione della compagnia di Abu Dhabi sarebbe durissima. Prima di presentare l’offerta vuole vedere fatti concreti: ovvero ripresa della trattativa con i sindacati sul costo del lavoro (mancano all’appello 48 milioni di risparmi, dopo gli 80 già ottenuti con l’accordo i metà febbraio per 1.900 esuberi), soluzione dell’ostacolo del debito (Etihad chiede la rinegoziazione per 400 milioni ma le banche traccheggiano, in particolare Intesa SanPaolo che si sarebbe messa di traverso) e il decreto per la liberalizzazione degli slot di Linate. Ma ad ostacolare la trattativa ci sarebbero anche i contenziosi con Air One e WindJet, su cui Etihad vorrebbe garanzie. I problemi dei debiti pregressi, del ruolo delle banche e del costo del lavoro «devono essere risolte contemporaneamente in modo che si possa sul serio arrivare a un accordo», ha confermato dopo l’incontro con Del Torchio il leader della Uil Luigi Angeletti, che lancia un appello: «se tutti i soggetti, compresi i sindacati, fanno la loro parte, l’accordo è a portata di mano. E noi lavoriamo per un accordo». Angeletti «Faremo il necessario» TOKYO Il periodo di riferimento è aprile 2013-marzo 2014 Toyota brucia un altro record in 12 mesi vende oltre 10 milioni di auto I giapponesi sono i primi produttori mondiali subito dopo ci sono i tedeschi della Volkswagen di TITO GIABARRI TOKYO - Toyota brucia un altro record e, dopo il superamento dei 10 milioni di auto prodotte in un anno, centra quello sulle vendite globali, salite nei dodici mesi del 2013/14 a 10,133 milioni, diventando anche in questo caso la prima compagnia al mondo a battere il target di 10 milioni. Includendo i brand Daihatsu e Hino, la perfomance del gruppo di Nagoya segna un progresso del 4,5%, grazie alla spinta delle attività in Nord America e Cina, insieme al miglioramento in mercati da tempo in difficoltà, come l’Europa. Il periodo di riferimento è aprile 2013-marzo 2014, ma Toyota è stata già a un passo dallo storico traguardo: nell’anno solare 2013, le vendite hanno toccato i 9,98 milioni di unità (+2%). Un dato che ha consentito al gruppo di Nagoya di mantenere lo scorso anno la leadership mondiale e di staccare, sia pure per poche migliaia di unità, la tedesca Volkswagen (9,73 milioni) e l’americana General Motors (9,71 milioni), una delle Big Three di Detroit. Seguono, nella classifica dei principali player globali, l’alleanza nippofrancese NissanRenault (8,3 milioni) e la coreana Hyundai-Kia (7,6 milioni). Lo scorso anno il colosso giapponese ha prodotto 10,12 milioni di veicoli, al ritmo di 28.000 unità al giorno, con un organico di oltre 325.000 dipendenti e 50 impianti in 30 Paesi su tutti i continenti. L’obiettivo di Toyota per il 2014 è vendere 10,32 milioni di veicoli (+4% sul 2013), con la principale minaccia che sembra arrivare da Volkswagen che punta a superare quota 10 milioni e, possibilmente, a conquistare la leadership grazie al boom in Cina dove è leader con oltre 3 milioni di veicoli, nel primo mercato mondiale da quasi 22 milioni, secondo i dati del 2013. I primi dati del trimestre gennaio-marzo fotografano una corsa molto serrata: Toyota, secondo quanto riportato in una nota, tiene la posizione di vertice con 2,583 milioni di veicoli venduti contro GM e Volkswagen che s’attestano, rispettivamente a 2,420 (+2%) e 2,4 milioni (+6%). Il 6% in più della casa nipponica nei tre mesi frutta però l’11,6% sul mercato domestico, come anticipazione della tassa sui consumi portata il primo aprile dal 5 all’8%. Per rispettare il passo nel corso dell’anno e tenere a distanza le rivali, Toyota deve rafforzare le posizioni in Cina dove il target di 1 milione di pezzi annui è vicino, ma all’ apparenza sempre difficile da superare. La ripresa è solo negli ultimi mesi, dopo le difficoltà seguite alle turbolenze della crisi diplomatica tra Tokyo e Pechino scoppiata a settembre 2012 a causa della sovranità delle isole Senkaku/Diaoyu. Ora i giapponesi puntano sulla Cina FOCUS Presto fuori dal bailout anche Grecia e Irlanda Il Portogallo torna sui mercati vanno a ruba i 750 milioni di titoli di BEPPE COLONNA ROMA - E’ la rivincita dei “Pigs”, i Paesi colpiti dalla crisi dei mercati dal 2010 che, a quattro anni di distanza, tornano sui mercati, rivedono spiragli di crescita e possono permettersi di uscire dall’assistenza della “troika” o persino di rinegoziare i termini del salvataggio. Il Portogallo nella sua asta di ieri in cui offriva 750 milioni di euro di titoli di Stato decennali, ha riscosso una domanda massiccia di 2,6 miliardi con un tasso sceso poco sotto il 3,60%. Un livello mai toccato da quando la Grecia scatenò il panico sui mercati nel 2010 infiammando ben presto anche il Paese iberico. Merito degli sforzi di risanamento di Lisbona, che visto al risultato di ieri dovrebbe seguire l’Irlanda annunciando il prossimo mese l’uscita dall’odiato “bailout”, il salvataggio da 78 miliardi di euro che le costò la sottomissione alle ricette di Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea. Ma anche merito della Bce, il cui impegno a fare «qualsiasi cosa servirà» per difendere gli Stati che hanno adottato l’euro potrebbe essere rimpolpato da acquisti sui titoli di Stato se il rischio di deflazione si facesse concreto. Per i mercati, i rendimenti ancora alti dei “Pigs” paiono dunque scommessa con garanzia. L’economia portoghese per il momento mostra segnali ancora timidi di ripresa, con una disoccupazione sopra il 15%. Ma il ritorno alla crescita nel 2013 è stato migliore del previsto, le partite correnti sono in surplus per la prima volta dagli anni ’60, il deficit pubblico (escludendo i costi per ricapitalizzare le banche) sta facendo meglio del previsto. Atene, dopo gli anni neri della crisi e dopo aver saggiato i mercati poche settimane fa con un bond da 2,5 miliardi che ha visto offerte pari a quasi otto volte tanto, ieri si è vista certificare da Eurostat un surplus primario 2013 migliore del previsto a 1,5 miliardi, che anticipa di un anno le attese e supera l’obiettivo concordato con i creditori. I conti 2013 vanno «molto al di sopra dell’obiettivo», ha fatto sapere la Commissione Ue. Ci sono le condizioni per discutere con i partner europei, cioè il grosso dei creditori, un alleggerimento delle condizioni del prestito ricevuto. Il negoziato potrebbe partire già al prossimo Eurogruppo di maggio a Bruxelles e concretizzarsi in una estensione del periodo di tempo per rimborsare i prestiti tagliando i tassi d’interesse. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 17 Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Bocciato l’emendamento alla finanziaria che voleva ritoccare al ribasso la legge regionale Non cambierà costruire nell’Asi Un anno fa la norma modificata con più flessibilità alle volumetrie da realizzare degli oneri di urbanizzazione da parte POTENZA - Il limite di superficie edifidegli imprenditori. Dopo un tentativo cabile all’interno dei lotti delle aree indi mediazione in maggioranza l’idea è dustriali rimmarrà fissato al 50 per censtata limitata. La versione successiva to della superficie dell’intero lotto, sedell’emendamento alla finanziaria precondo quanto stabilito un anno fa da vedeva così di ritoccare quella legge aluna legge regionale. L’emendamento meno tenendo conto di alcuni parameproposto in sede di finanziaria dal contri (definiti standard) come verde, spasigliere Santarsiero (Pd) per rivedere al zio pubblico, distanze, viabilità, accesribasso quel limite non è passato. Tropsi. po pochi i sì. In assenza di maggioranza Tornati in aula, però, il voto non ha semplice, con l’astensione di Galante dato i risultati sperati. I dissidi interni (Realtà italia), Romaniello (Sel), Bradaal centrosinistra legati alle vicende eletscio (Pittella presidente), Giuzio (Pd) e torali sembrano ormai avere un peso con il voto contrario dell’opposizione, le importante anche in decisioni amminicose rimarranno così come sono. Almestrative. no per un po’. Dettagliata la motivazione dell’astenLa vicenda va avanti da diversi mesi. sione di Romaniello che ha suggerito di Quasi un anno fa il effettuare un’analisi prima di modificaconsiglio regionare di nuovo una norma tanto tecnica. le ha approvato «Un anno fa modificammo la legge reuna legge di modigionale per provare a dare premialità a fica della norma L’area industriale in zona Asi quegli imprenditori pronti a investire già esistente. La superficie delle sago- perficie ammessa, si possa edificare più a vocazione commerciale, che desti- nell’aree industriali. Ora non ha senso ricambiare tutto senza prima capire che me (cioè la porzione molto di più delle previsioni storiche. nata all’industria pesante. Una prima proposta di Santarsiero effetti abbiamo avuto, dove ha funzionasu cui si può alzare Senza contare che, soprattutto a Potenl’edificio) è stata za, l’area industriale è ormai una zona suggeriva di ripristinare il pagamento to e dove no». portata dal 30 al 50 per cento della diAUTOMOTIVE mensione del lotto (su 1000 metri quadrati di lotto, 500 metri quadrati di sagoma). È stato poi abolito il pagamento degli oneri di urbanizzazione da parte degli imprenditori che volessero ripristinare MELFI - Il consorzo Acm - che raccoglie Ugl: «Noi - ha spiegato De Nicola - abbiamo capannoni o realizzarne di nuovi. Per i le chiesto che non si proceda ad azioni unilaprivati un incentivo all’investimento: 13 aziende dell’indotto dello sta- terali ma che si percorra la strada gli oneri di urbanizzazione sono la tasbilimento di Melfi della Fiat - ha della discussione sugli aspetti sazione sulla realizzazione di quei serviannunciato in serata ai sindaca- produttivi ed occupazionali». zi, spesso costosi, come la rete fognaria ti, durante una riunione svoltaNelle 13 aziende del consore l’illuminazione pubblica. Più complisi a Napoli, il recesso dagli accor- zio lavorano 1.650 persone: cato far quadrare i conti per Comuni e di a partire dal prossimo 1 lu«La volontà di Acm di giungeAsi che non incassano la cifra. glio. re ad un nuovo accordo più in Il punto su cui si è aperto il dibattito Lo ha reso noto il segretario relinea con il punto di vista della nei mesi successivi è stato quello delle gionale della Basilicata della Fiom- Fiat - ha aggiunto De Nicola - è volumetrie. In zona industriale, infatti, In alto De Cgil, Emanuele De Nicola, che ha partechiara, ma deve essere altretnon c’è limite di altezza dell’edificato, se Nicola cipato alla riunione insieme a rappresentanti tanto chiaro che i lavoratori devonon rispetto alla distanza dai confini. Il della Fiom nazionale, e di Fim, Uilm, Fismic e no essere garantiti». timore è quello che, aumentando la su- Il consorzio Acm recede dagli accordi dal primo luglio L’annuncio a Napoli durante una riunione coi sindacati | IL RACCONTO | Una reporter tra i clochard L’esperienza della giornalista lucana Francesca Barra in un libro di Michele Russomanno Che cos’è la povertà? Cos’è diventata in un tempo di crisi mai così lungo, così schiacciante dall’ultimo dopoguerra ad oggi? Chi sono i nuovi poveri? Che storie hanno? E come sono le loro vite senza prospettiva, ricche spesso solo di rabbia e d’abbandono? Lo racconta nel suo ultimo libro, che dopo Policoro e Potenza farà tappa oggi, alle 18, nella sala consiliare della Provincia di Matera, la giornalista Francesca Barra. L’autrice, che già ai tempi de “La bellezza contro le mafie” s’era impegnata nel dar voce alle vittime della criminalità organizzata e alle loro storie, torna a raccontare la quotidianità dei “bisognosi“, delle persone in difficoltà. Lo fa attraverso una “inside story” cominciata 4 anni fa alla stazione Centrale di Milano. Una inchiesta durata un mese, durante la quale la Barra ha vissuto tra i clochard del terzo millennio, «condividendone la sopravvivenza ai margini di Milano e la sensazione d’essere diventata invisibile; di provare cosa significa perdere tutto.» Del suo libro, edito da Rizzoli, l’autrice d’origine lucana ha parlato ieri a Potenza con il presidente della Giunta regionale Pittella e con la giornalista Angela Divincenzo. “Tutta la vita in un giorno - Viaggio fra la gente che sopravvive mentre nessuno se ne accorge”, nasce come risposta ad una domanda: può la verità fare ancora notizia? Deve far notizia se, come ha detto il governatore Pittella: «Oggi la povertà è più diffusa di quanto avremmo mai potuto immaginare. Lo è in Basilicata non meno che nel resto d’Italia». «I dati Istat sono chiari in proposito. Parlano di sette milioni di poveri relativi, che vivono In alto Francesca Barra (a destra) e a lato la copertina del libro (f. MATTIACCI) con 500 euro al mese, e quattro deguatezza causato da un fallimilioni di indigenti assoluti. sono salvare dalla deriva.» «Come giornalista mi sono mento al quale una società e una L’idea della pubblicazione nasce proprio per questo, ha spie- sentita responsabile», ha con- politica più attenta possono gato Francesca Barra, «per re- cluso la Barra: «ho vissuto a porre rimedio.» «Tutta la vita in stituire una dignità a persone stretto contatto con persone dal un giorno», insomma, è un libro che la crisi ha marginalizzato. passato scomodo e dal futuro utile a scorgere i mali che la soPerchè le storie contenute al suo impossibile. Persone che vivono cietà post moderna, nella cieca interno sono talmente vicine a il presente come unico tempo di rincorsa dei suoi assurdi ritmi quelle di noi tutti da mostrare vita; che covano rabbia toccan- forsennati, produce. È una piccome basti un nulla, a volte, per do l’altrui indifferenza ma che cola spina nel fianco d’uno “stafar prendere alla vita una brutta possono essere ‘recuperate’ se tus quo” che non potrà migliopiega. Ed in questo caso solo la non si lasciano sprofondare nel- rare senza aver guardato bene solidarietà, il recupero di un la depressione, nell’isolamento, in faccia la miseria che produforte legame di prossimità, pos- nella vergogna, nel senso d’ina- ce. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 18 Basilicata Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Al lavoro sul mantenimento degli operai nel servizio idrico e un piano di rientro sul Tpl Ex Aato e trasporti, due incontri in regione I lavoratori dell’ex Aato sono stati ricevuti in regione per capire quali saranno le strategie a tutela del lavoratori e sul futuro del servizio idrico integrato. Ma non è stato l’unico incontro di ieri: c’è infatti, come chiaramente espresso dal collegato alal legge di bilancio, da discutere anche sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale. Anche qui, mentre si va verso una riforma sostanziale del settore, è stato dato un tempo preciso alle amministrazioni per poter operare sulle proproghe dei rispettivi contratti di servizio. Ma ritornando alla questione Aato c’è da partire da un presupposto: per i sindacati la questione occupazionale e di nuova governance del settore idrico lucano sono due priorità assolute. All’incontro di ieri mattina al dipartimento ambiente della Regione hanno partecipato alcuni lavoratori ex Aato assieme ai sindacati. La preoccupazione degli operai, dopo la conversione dell’Aato in Conferenza interistituzionale del servizio idrico, sta proprio su una loro eventuale ricollocazione. La Regione ha assicurato la continuità del dato occupazionale e ha evidenziato la necessità di portare a compimento un iter di trasformazione non ancora ultimato. Oltre ad affrontare l’emergenza degli occupati, è volontà del governo regionale avviare un percorso che porti alla creazione di un modello organizzativo virtuoso che possa garantire l’efficientamento del settore idrico in Basilicata, evitando sovrapposizioni di compiti e assicurando la qualità di servizi e funzioni. Subito dopo l’incontro con i dipendenti dell’ex Aato, sono stati ricevuti i rappresentanti di alcuni dei soggetti coinvolti nella riforma del Trasporto pubblico. La Regione ha comunicato che sta studiando un meccanismo finanziario che possa consentire il rientro dall'esposizione debitoria. Un passo necessario verso la riforma del trasporto pubblico che preveda la riorganizzazione del settore e la razionalizzazione dei costi. La Regione ha anche annunciato che si procederà con incontri cadenzati a cui parteciperanno i soggetti interessati, fino a quando la riforma non sarà ultimata. La sede della Regione Basilicata Si farà il punto di tutti gli accordi sottoscritti dalla Regione con le società petrolifere Petrolio, a maggio incontro al Mise Latronico annuncia la presenza una delegazione lucana di Forza Italia POTENZA - Il centrodestra lucano va a discutere di petrolio a Roma. Lo ha annunciato Cosimo Latronico che si presenterà il 13 maggio a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico inesieme a Michele napoli e Paolo Castelluccio. Il tutto a pochi giorni dalla lettera inviata da latronico al ministro ed al presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, per chiedere la convocazione di un tavolo istituzionale che coinvolga il governo nazionale, quello regionale e i parlamentari lucani per mettere a tema la questione energetica della regione e la definizione degli strumenti per lo sviluppo e la protezione ambientale del territorio. «Il tavolo è l’occasione per compiere una verifica sullo stato di attuazione degli accordi sino ad ora sottoscritti – scrive il parlamentare – e delle stesse previsioni normative che hanno accompagnato la storia del più grande giacimento petrolifero in terra ferma d’Europa. A 15 anni dalla stipula del primo accordo di programma ed alla luce delle scelte contenute nella strategia energetica nazionale, che assegna un ruolo rilevante alle risorse energetiche lucane, occorre ricapitolare lo stato di avanzamento di tutte le norme e degli strumenti di sviluppo». Non sarà un’impresa semplice quindi, perché bisognerà mettere sul tavolo tutto ciò che è stato effettivamente fatto stando agli accordi tra Regione e compagnie petrolifere almeno fino ad oggi. E la questione energetica, con la riforma del titolo V, ha già suscitato un dibattito senza fine, a partire pro- Il progetto “Sirni” di Unioncamere Un nuovo bando per l’imprenditoria Cosimo Latronico prio dagli impegni presi da Eni e Total con la Regione sul territorio. Il risultato è molto altalenante. Molto infatti, a partire dai primi accordi dio 15 anni fa, non è stato fatto o soltanto auspicato. «A livello parlamentare Forza Italia ed il centro destra ha detto latronico - hanno lavorato per ottenere una legislazione di favore nel campo energetico per la Basilicata. Dal fondo per la riduzione del prezzo del carburante (al momento ci sono 160 milioni di euro disponibili nelle casse del Mise) all'articolo 16 del dl liberalizzazioni che assegna una quota di risorse fiscali ai territori dove avvengono le estrazioni petrolifere pur in un quadro di rigorosa compatibilità ambientale. Il decreto ministeriale attuativo va assolutamente rivisto per preservare il senso del contenuto che il legislatore ha voluto stabilire legando la strategia energetica nazionale a strumenti di sviluppo reale dei territori che contribuiscono a mitigare la dipendenza energetica del Paese» Mercato energetico liberalizzato se ne discute nei seminari della Cisl POTENZA - Si terrà oggi alle 16, nella sala Ugo Bianchi della Cisl regionale, in Via del Gallitello 56, a Potenza, il primo di un ciclo di incontri formativi sul mercato elettrico e del gas messo a punto dall'Adiconsum nell'ambito di un progetto nazionale sostenuto dal ministero dello Sviluppo economico e dal Consiglio nazionale dei consumatori e utenti. L'obiettivo è trasferire ai cittadini, in particolare alla clientela domestica, le conoscenze necessarie per utilizzare al meglio le opportunità offerte dalla liberalizzazione del mercato elettrico e del gas. Il corso sarà tenuto da due esperti del settore: Vincenzo Telesca, presidente provinciale di Adiconsum, e Anna Michela Martone. Si discuterà, in particolare, delle diverse tipologie di contratti (mercato libero, tutelato, a fasce orarie), della gestione dei reclami e delle procedure extragiudiziali per la soluzione delle controversie, di come comportarsi in caso di attivazione di un contratto non richiesto, etc. Ogni incontro sarà introdotto dalla proiezione di slide contenen- ti la presentazione degli argomenti trattati e prevede il coinvolgimento attivo del pubblico nella discussione. La liberalizzazione accanto a indubbi vantaggi, ha portato ai clienti domestici anche alcune criticità, che occorre superare affinché i benefici effetti della maggiore concorrenza possano coinvolgere appieno anche le famiglie. Nonostante gli interventi regolamentari e sanzionatori dell'Autorità per l'energia, infatti, si registrano ancora numerosi comportamenti commerciali scorretti, contratti non richiesti, reclami per doppie fatturazioni in caso di cambio di fornitore, bollette stimate (specialmente nel settore gas) con consumi eccessivi e anomali, insieme alle difficoltà che l'utente è costretto ad affrontare nel passaggio da un operatore all'altro. Accanto ai disagi ascrivibili ai comportamenti delle società energetiche, i clienti domestici trovano difficoltà ad affrontare anche questioni molto semplici, come la comprensione delle bollette, l'ottenimento dei bonus sociali. La sede della Camera di Commercio POTENZA - È rivolto a 35 aspiranti imprenditori il bando denominato “Sirni Servizi integrati reali per la nuova imprenditorialità”, di cui la Camera di Commercio di Potenza è partner, realizzato con il contributo di Unioncamere nazionale e del Ministero dello Sviluppo Economico ed avviato in collaborazione con altre sei tra Camere e Unioni Regionali. Nell’ambito del progetto, la Forim – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Potenza, mette a disposizione degli aspiranti imprenditori e dei neo-imprenditori un’azione finalizzata all’accrescimento delle competenze imprenditoriali necessarie all’avvio o al consolidamento di una nuova impresa o di un’attività di auto impiego sul territorio della provincia di Potenza attraverso un percorso di formazione imprenditoriale in aula su tematiche come assessment dell’idea imprenditoriale, ascolto del mercato, business plan, strumenti di finanziamento, strumenti telematici per la gestione amministrativa, web marketing, social media marketing. Previsti anche moduli successivi alla giornata di formazione come l’assistenza alla predisposizione del business plan, il supporto continuativo a distanza attraverso webinar o strumenti interattivi, un ulteriore servizio di assistenza tecnica personalizzata e specialistica per la messa a punto del business plan (su richiesta). Tra coloro che abbiano preso parte ad almeno il 60% del monte ore complessivo del percorso formativo e di assistenza tecnica e che abbiano avviato un’attività di impresa, verranno selezionati 10 potenziali beneficiari di un contributo in conto capitale di importo massimo di 5mila euro. Nel 2013, sono state 37 le candidature (di cui 31 di imprese da costituire e 6 di imprese costituite da non oltre un anno); all’attività di formazione hanno partecipato 25 imprenditori e al termine delle attività sono giunte a maturazione 7 proposte imprenditoriali. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Subentra il gruppo Sgaramella che procederà a riassumere i dipendenti Auchan, tutti salvi i 39 lavoratori Positiva risoluzione della vertenza in Regione. Assunzioni entro maggio C’ERA l’Auchan, o meglio l’Europa Cash, ci sarà l’Iper Potenza srl (gruppo Sgaramella). Si conclude positivamente la vertenza che in queste settimane ha fatto tremare non solo il capoluogo ma tutto l’hinterland di Potenza. I trentanove lavoratori saranno assunti dalla società che subentra, con un nuovo contratto di lavoro e con le stesse mansioni e livelli di inquadramento, in maniera graduale entro e non oltre il mese di maggio. E’ questo l’esito delle trattative in corso tra la proprietà immobiliare e la società Iper Potenza Srl. Quest’ultima avvierà la propria attività negli stessi locali in cui esercita Europa Cash fino al 30 aprile l’attività di ipermercato presso la struttura del Polo acquisti Lucania di Tito Scalo. E’ quanto comunicato dal rappresentante della società Europa Cash nel corso dell’incontro che si è svolto ieri presso il dipartimento Politiche di Sviluppo convocato dall’assessore Raffaele Liberali per una verifica della situazione occupazionale e produttiva dell’azienda commerciale. Dal tavolo, al quale hanno partecipato, oltre all’assessore e la Task Force Occupazione della Regione, i rappresentanti di Confesercenti Potenza, Iper Potenza Srl, Filcams – Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs – Uil e Uil, è emerso un dato positivo per il futuro dei lavoratori sancito nel verbale della riunione: “La Iper Potenza Srl – si legge – all’unico fine di consentire una ricollocazione dei lavoratori licenziati che attenui l’impatto sotto il profilo occupazionale, al momento dell’avvio della propria attività – prevista entro fine maggio 2014 – manifesta la propria disponibilità ad assumere ex novo i lavoratori già in forza alla società Europa Cash (39 unità lavorative) in maniera graduale fino all’apertura dell’esercizio, a condizione – condivisa da parte delle organizzazioni sindacali e dai singoli lavoratori interessati – che la stessa avverrà al di fuori degli ambiti di operatività dell’articolo 2112 C.C., con esclusione di ogni forma di responsabilità solidale e di continuità con il precedente rapporto di lavoro». La società ha inoltre manifestato la disponibilità ad assumere anche i due lavoratori assunti ex legge 68/99. «Le parti – conclude il verbale sottoscritto – nel prendere atto positivamente della conclusione della vertenza, concordano che i 39 lavoratori saranno assunti con un nuovo contratto di lavoro in linea con il Ccnl di categoria con le stesse mansioni e livelli di inquadramento, in maniera graduale ed entro e non oltre il mese di maggio 2014». sgaramella Sma di corato Dal primo maggio si cambia: Iper Potenza al posto di Europa Cash Casting a Potenza Francesca Archibugi seleziona piccoli attori I partecipanti all’incontro in Regione (Foto Andrea Mattiacci) VOLONTARIATO Il Regolamento c’era ma non era rispettato Associazioni: una Commissione stilerà una graduatoria per i locali LA lettera ufficiale risale al 6 febbraio scorso. La risposta, altrettanto ufficiale, è dell’11 aprile e annuncia la costituzione di una “Commissione intersettoriale per l’assegnazione di immobili alle associazioni senza scopo di lucro”. La vicenda - di cui ci siamo occupati più volte lo scorso anno - nasce allorquando alcune associazioni di volontariato meno “fortunate” mettono in evidenza la differenza di trattamento riservata dai diversi enti locali. In pratica ci sono alcune associazioni che hanno una sede, altre che devono rimetterci di tasca propria, pagando il fitto di un locale. A chiedere con insistenza che si faccia chiarezza e soprattutto che si rispettino principi di trasparenza, il presidente del “Ponte”, Rocco Casella. La sua sollecitazione è stata raccolta poi dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Rocco Coviello. Ed è sua, infatti, la lettera del 6 febbraio indirizzata al sindaco, al segretario generale, all’assessore al Patrimonio, in cui molto semplice- Rocco Coviello mente si chiede che venga una volta per sempre rispettato l’articolo 10 di un Regolamento già esistente ma che, evidentemente, nessuno rispettava. Il Regolamento è quello sulla vendita e l’uso da parte di terzi di beni immobili del Comune. «Si invita - scrive Coviello - il commissario generale a nominare la commissione intersettoriale così come prevista dallo stesso articolo 10. E si sollecita l’amministrazione ad attenersi rigorosamente alle indicazioni e modalità stabilite nel citato artico- lo». E la risposta si è fatta attendere, ma finalmente è arrivata. Il segretario generale Giovanni Moscatiello, infatti, ha disposto di «costituire una commissione intersettoriale per l’assegnazione di immobili comunali ad associazioni senza scopo di lucro», composta dai dirigenti delle diverse unità di direzione (Sport, Protezione civile, Cultura e servizi sociali). E la Commissione dovrà vigilare proprio sul rispetto di quel famoso articolo 10, secondo cui «per l’affidamento si procede attraverso la formazione di una graduatoria con validità biennale». Insomma, nessuno più potrà infilare l’associazione amica, «dovrà essere rispettato - dice Coviello - un principio di trasparenza finora non rispettato. E l’affidamento sarà poi biennale, non è che i locali devono restare in eterno a una sola associazione. Certo, toccherà ora alla prossima amministrazione e al prossimo sindaco far rispettare le regole, ma è questo un primo atto concreto». Antonella Giacummo LA REPLICA La Cisl risponde al San Carlo: «Sei lavoratori alla porta» «È STUPEFACENTE che un’azienda seria come il San Carlo dimentichi il suo 'ruolo di mediazione' e si sostituisca alla controparte sindacale, in questo caso la ditta aggiudicataria del bando Consip per la manutenzione degli impianti, la Manutencoop, per polemizzare con il sindacato con una ricostruzione dei fatti piuttosto lacunosa». Così replica il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Salvatore Troiano, alla nota diffusa dal San Carlo, ribadendo che gli addetti al servizio di esercizio e manutenzio- ne degli impianti elettrici e speciali dei due nosocomi, il San Carlo di Potenza e il San Francesco da Paola di Pescopagano, «erano 23 e non 16». Per il segretario della Fim «i numeri sono dunque incontrovertibili e attaccarsi alla spending review non serve a giustificare il fatto che 6 lavoratori sono stati messi alla porta. Nessuno ha mai contestato il diritto-dovere del San Carlo di ottenere consistenti risparmi con il ricorso alla Consip, ma i risparmi non si possono fare sulla pelle dei lavoratori». Francesca Archibugi E’ stata la Lucana Film commission a ospitare, nei suoi locali in corso Umberto a Potenza, la regista Francesca Archibugi. Nel pomeriggio, infatti, si sono svolti i casting per una pellicola d’autore che verrà girata nei prossimi mesi. Il progetto, realizzato dalla Indiana Production Company, vedrà protagonista proprio la Archibugi che, nel capoluogo lucano, ha personalmente selezionato alcuni attori non professionisti. La regista ha incontrato ragazzini tra i 6 e i 18 anni e ricercato una figura maschile tra i 40 ed i 50 anni, indispensabili per raccontare una storia ancora senza nome e che da qui in avanti farà sicuramente parlare di sé. Il lavoro di pre-produzione è stato condotto nel massimo riserbo ma tra i “rumors” più insistenti si parla della partecipazione di due grandi della settimana arte italiana: il lucano Rocco Papaleo e Alessandro Gassman, già compagni sul set in “Basilicata Coast to Coast” e che potrebbero far parte di questo nuovo lavoro che muove i primi passi proprio in regione. Una terra, la Basilicata, che parla sempre più al cinema nazionale. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 AVIGLIANO La memoria della prima guerra mondiale affidata a un restauro Il cannone solitario nel viale Tra lettere storiche e l’arma da recuperare, un ricordo locale del conflitto AVIGLIANO - «Da quattro mesi niente campane, solo il rombo del cannone. (…) Voi non dovete credere che tutta la Patria si limita alla sola nostra famiglia, ma la Patria nostra, quella che è chiamata a combattere, è grande e più grande noi la faremo. Noi siamo sempre allegri e quando non siamo disturbati dal nemico facimo a pallittile di neve come se fossimo nella piazza del Casale». Così scriveva alla madre e alla figlia, quasi 100 anni fa, Francescantonio D’Andrea, contadino aviglianese, caporal maggiore nella Grande Guerra. In un’altra lettera annotava: «Se domani dovreste sapere che sono morto, non dovete piangere, perché sono morto per la Patria». Leonardo Coviello, soldato del glorioso ventinovesimo Battaglione, rivolgendosi al padre in una lettera descriveva la sua vita al fronte: «Caro padre vi vorrei un po’ nascosto per farti vedere la vita che facciamo. Si sta sempre allegro, sempre candando, la moneta non manca mai adesso abbiamo 50 centesimi al giorno, la sera andiamo sempre a mangiare e a candare e si fa sempre viva Trieste, viva l’Italia viva il re». In questa guerra gli aviglianesi diedero prove di grande attaccamento verso la Patria. Con un alto senso del dovere, molti si sacrificarono, e il tutto è testimoniato dal lungo elenco di nomi sulle lapidi commemorative. Decenni dopo, ad Avigliano, nel ricordo della prima guerra mondiale, sono rimasti il cannone di medio calibro e il monumento ai caduti con il larghetto delle lapidi, custoditi nella villa comunale. Ma, a dispetto della storia, da qualche anno, quello che era chiamato “viale della Vittoria”è stato ribattezzato “Vincenzo Verrastro”. AVIGLIANO Acqua potabile, un bene su cui vigilare Il cannone di viale Verrastro ad Avigliano Negli ultimi tempi c’è un volontario, Luciano, che in solitudine sta lavorando alla ristrutturazione del cannone. È possibile riaprire un di- battito su quel pezzo di storia? Magari servirebbe a riportare a galla un racconto che riguarda anche al comunità aviglianese. E magari riusciremmo a conoscere la vera storia del cannone e del primo colpo esploso sul campo di battaglia, segnando l’inizio di una guerra, a cui, d’allora, sono seguite tante altre, inutili e “disumane”. In fondo, “solo i morti hanno visto la fine della guerra”. Enzo Claps Il Gal Vulture Alto Bradano sostiene la formazione del marchio collettivo Se la Podolica si fa brand Il marketing territoriale mettendo in rete le piccole realtà esistenti AVVICINARE il cliente ai prodotti e ai territori in cui si originano, attrarre i consumatori attraverso la creazione di un’esperienza, sostenere lo sviluppo dei territori attraverso alcuni dei prodotti di punta dell’agroalimentare, dare attenzione e valore a piccole realtà produttive mettendole a sistema, tra loro e con gli altri anelli della filiera. C’è tutto questo dietro l’obiettivo della creazione di un marchio collettivo della Podolica lucana, voluto dal Gal Sviluppo Vulture Alto Bradano che ha indetto un bando pubblico aggiudicato da un Ati (Associazione Temporanea di Imprese) composta da Confagricoltura Basilicata e Tab Consulting. «Il mercato dei prodotti podolici ha un alto potenziale di crescita ma occorre organizzare la filiera – ha sottolineato il presidente del Gal Sviluppo Vulture Alto Bradano, Francesco Perillo, durante un incontro tenuto con gli allevatori –. È quindi necessario lavorare ad un progetto di sistema per favorire una maggiore tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, una maggiore promozione dell’immagine dei territori, un sostegno allo sviluppo della commercializzazione. Questa operazione è il segnale di come, nonostante la crisi, si possa fare quadrato intorno a chi ha voluto continuare a scommettere su un mestiere difficile, puntando su una razza che ha sempre rappresentato una assoluta eccellenza del nostro territorio, da tutelare e valorizzare, per garantire in primis un adeguato reddito agli allevatori». L’azione di marketing territoriale si svilupperà mettendo in rete le piccole realtà produttive esistenti in Basilicata e utilizzando un marchio collettivo per valorizzare la qualità dei prodotti ma anche chi e cosa c’è dietro: «il legame, forte e indissolubile, con i territori, e la storia di quei caparbi allevatori che non hanno mai mollato, nonostante il rischio di estinzione della razza». Attraverso il marchio collettivo si potranno tutelare il territorio e alcuni dei suoi prodotti di eccellenza, favorendo uno sviluppo delle aree locali e aumentando la competitività delle produzioni, per cercare nuovi sbocchi sui mercati. Oggi la celebrazione in onore del predicatore Ferrer Bella in festa per San Vincenzo BELLA – Bella in festa oggi in occasione della celebrazione di San Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano invocato dal popolo per la pioggia. La giornata in onore del santo comincerà in mattinata con le note della banda musicale di Camerota (Sa) che allieterà per le vie del paese l’aria di festa in omaggio al santo. La giornata seguirà con la processione a partire dalle 16.30 dalla cappella dedicata al santo per poi attraversare tutte le vie del paese. E si concluderà con la concelebrazione eucaristica ufficiata dal parroco Don Semphrien Ntumba e dal vice parroco Don Ovidio Duarte. In serata invece l’atteso live show del gruppo musicale “I diavoli del sud” e lo spettacolo di cabaret animato dal noto comico Michele Caputo, già protagonista alla popolare trasmissione televisiva Zelig. A conclusione della festa il tradizionale spettacolo La chiesa di San Vincenzo a Bella pirotecnico ad illuminare il cielo bellese. Un momento di aggregazione molto importante per la comunità bellese in quanto la cappella, autentico gioiello artistico risa- lente al 1759, è stata da poco aperta al pubblico. Infatti una volta al mese si celebrerà la santa messa e in funzione della prossima estate sarà aperta per i visitatori. Davide Di Vito BREVI VIABILITÀ Chiude di notte la variante di Tito-Brienza L’ANAS ha comunicato che da lunedì 28 a mercoledì 30 aprile 2014 , nella fascia oraria notturna compresa tra le ore 22:00 e le ore 6:00 del giorno successivo, sarà chiusa al traffico, in entrambe le direzioni, la strada statale 95 “Variante di Tito Brienza”, nel tratto compreso fra il km 0,000 e il km 7,900, nel comune di Satriano di Lucania, in provincia di Potenza. Il provvedimento sarà necessario - spiega una nota dell’Anas - per eseguire lavori di manutenzione e verifica agli impianti tecnologici delle gallerie “Serra S. Vito”, "La Badia" e “Serra delle Macine” . Nelle ore di chiusura il traffico sarà deviato sul vecchio percorso della statale 95 “Di Brienza” dallo svincolo di Tito (km 1,900) allo svincolo di Sant'Angelo Le Fratte (km 14,800). Rubinetti sotto indagine AVIGLIANO - Si chiama “Progetto Earth. Punto 0 della Terra” e sarà l’occasione per discutere della salvaguardia del pianeta Terra. L’appuntamento arriva a pochi giorni dalla giornata mondiale della terra. La conferenza stampa che si svolgerà alle 18 del prossimo 26 aprile, nella sala consiliare di Avigliano, sarà moderata da Francesco Giordano e sarà l’occasione per rendere noti i dati riguardanti le analisi condotte dalla associazione sulle acque potabili di rubinetto nel comune. Proprio l’acqua è una delle risorse su cui si concentra più attenzione in questi tempi: risorsa necessaria, ma scarsa da tutelare. Si discuterà anche dei rischi provenienti dalle acque non in linea con la norma, «ben chiari alle associazioni ambientaliste ma ancora sconosciuti alla popolazione». «Quando a rischio è la potabilità dell’acqua, è a rischio la salute di un’intera comunità. Non è tutto. La riflessione prosegue. «Quando le istituzioni preposte al controllo ed alla tutela della salute dei cittadini non danno risposte certe e verificabili conclude la nota inviata dall’associazione - ognuno di noi ha il dovere di concorrere alla ricerca della verità per garantire la salvaguardia del bene comune». I dati possono aiutare. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 22 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] E sulla Melfi-Foggia in fiamme un mezzo. Traffico in tilt per due ore Piove e sulla Potenza-Melfi altro incidente MELFI - Non c’è pace per gli automobilisti che percorrono la strada Potenza-Melfi. Ieri nel pomeriggio un altro bruttissimo incidente, causato probabilmente dall’asfalto reso viscido dal maltempo. Il sinistro si è verificato in prossimità dell’uscita di Rapolla, nello stesso punto dove 20 giorni fa si è registrato un altro incidente con due morti. Coinvolte alcune autovetture, i cui autisti sono stati subito soccorsi dalla polizia stradale, Vigili del fuoco e Croce rossa. Sono state bloccate le varie uscite in direzione Melfi, tutte le strade deviate. I soccorritori hanno lavo- rato fino a sera per liberare la strada dal pericolo. Gli automobilisti che percorrono quotidianamente questa strada sono esasperati. Chiedono la messa in sicurezza, perchè basta un po’ di pioggia e si finisce fuori strada. Ma i problemi si verificano anche più avanti. Alle 17 dello scorso 22 aprile, infatti, un altro incidente si è verificato sulla superstrada Melfi-Foggia. A pochissimi chilometri dal comune pugliese, infatti, alcune autovetture, dopo aver urtato alcune macchine ed il guard-rail, hanno preso fuoco. Traffico in tilt per circa 2 ore. Tra gli automobilisti A sinistra il mezzo sulla Melfi-Foggia. Nelle altre foto l’incidente di ieri bloccati, anche dei lucani, che dovevano raggiungere la stazione di Foggia. Ambulanze, vigili del fuoco e polizia stradale arrivano sul posto dopo oltre mezz’ora. Per for- tuna l’autista della Passat, che ha preso fuoco, ha avuto la prontezza di mettersi in salvo. Lorenzo Zolfo © RIPRODUZIONE RISERVATA Melfi: arrestato 29enne di Scampia scoperto a rubare macchinari all’Istituto alberghiero Raid al laboratorio di pasticceria Recuperata la refurtiva, è caccia a 3 complici e a un possibile basista Parte domani il Certamen a Venosa POTENZA - Avevano già caricato sul furgone una grossa impastatrice, un forno e una gelatiera, quando hanno visto arrivare i carabinieri e hanno provato a darsela alle gambe. Ma il più corpulento dei quattro non ce l’ha fatta, e per un po’ di dolci e pasticcini c’è da giurarci che non vorrà neanche sentirne parlare. E' agli arresti da ieri notte Antonio Cilento, 29enne di Scampia, fermato dai militari del Nucleo operativo di Melfi durante un raid nel laboratorio di pasticceria dell’Istituto alberghiero Gasperrini. Ad allertare gli uomini ai comandi del tenente Marco Sannino era stata una segnalazione di qualche giorno fa, quando un cittadino ha notato quel furgone bianco aggirarsi nelle strade del centro cittadino e si è insospettito perché il conducente non sembrava per nulla una persona del posto. Per questo poco prima della mezzanotte di martedì, quando è arrivata un’altra segnalazione identita in tutto e per tutto, i militari coordinati dal maresciallo Marco Soricelli non si sono fatti pregare e un quarto d’ora dopo erano già in strada nel punto dell’ultimo avvistamento, solo che il furgone era già sparito. L’Istituto Alberghiero A quel punto si trovavano all'altezza del cancello dell’Istituto alberghiero, chiuso come se niente fosse. Ma hanno deciso di controllare lo stesso il lucchetto scoprendo che era stato tranciato e rimesso lì soltanto per fare scena. Così hanno capito che i ladri potevano essere ancora lì dentro e si sono preparati per l'irruzione. E' stata questione di istanti e appena svoltato l’angolo dell’edificio il furgone bianco è ricomparso, fermo all’ingresso del laboratorio col portellone posteriore aperto. I ladri avevano già caricato materiale per un valore stimato sui 50mila euro ma per terra, smontato, ce n’era anche dell’altro. Si sono resi conto che erano stati scoperti e hanno iniziato a correre in tutte le direzioni. Con Cilento le ombre avvistate dai carabinieri sono state quattro e non è escluso che nei prossimi giorni venga ne venga identificata qualcun'altra. Infatti, ieri mattina, è stata ritrovata anche un auto, poco distante dal centro cittadino, che potrebbe essere servita per arrivare sul posto. Un auto senza segni di forzatura alle portiere di proprietà di una donna di Scampia che non risulta averne ancora denunciato il furto. Poi resta da capire se qualcuno ha fatto da basista suggerendo l’obiettivo del raid, dato che i ladri sembrano andati “a colpo sicuro”, dritti al laboratorio di pasticceria. Si sarebbero potuti perdere nei corridoi dell’istituto cercando qualcosa da portare via, invece hanno preso di mira subito le macchine da cucina. Va bene che alla gola non si comanda, ma il sospetto che abbiano avuto una dritta sembra tutt’altro che campato in aria. [email protected] VENOSA - Parte domani, con la gara di latino, e si conclude domenica 28, con la premiazione dei vincitori, la XXVIII edizione del Certemen Horatianum. La manifestazione, organizzata dall’Iiss “Q. Orazio Flacco di Venosa”, ruota intorno alla la gara di traduzione dal latino di un brano oraziano e si articola in una serie di eventi finalizzati allo studio e all’approfondimento di tematiche specifiche e in iniziative per il tempo libero. “Tres Dies Domi Horatii” dedicati alla cultura, all’arte e alla musica. Questi gli ingredienti che hanno determinato ogni anno il successo della manifestazione e il suo radicamento nella tradizione. Il concorso da quest’anno si è aperto anche ai Licei Scientifici, delle Scienze umane e Artistici (Indirizzo Arti Figurati- ve) d’Italia. La novità, introdotta con la XXVIII edizione, riguarda i candidati dei Licei Artistici (Indirizzo Arti Figurative), ai quali verrà assegnato un testo oraziano in latino, accompagnato da una traduzione in italiano d’autore. Numerose anche quest’anno le delegazioni straniere, che provengono dal Portogallo, dalla Romania, dalla Bulgaria, dall’Austria e dalla Germania. I tre giorni ufficiali del Certamen sono preceduti dall’ “Open day della cultura” di oggi. Con inizio alle 17 esperti relazioneranno su: Romanizzazione della Valle del Basento (Myles Mccallum); Prima di Venusia: gli Italici tra Melfese e Valle del Bradano (Massimo Osanna); Scienza su Tela (a cura Liberascienza); Parla Gaber (Mirada). Giuseppe Orlando In morte di un mecenate povero di soldi ma ricco di cuore DOMENICA scorsa, dopo una lunga malattia, è morto Michele Sciarillo, storico gestore del Caffè al Teatro di Prato, originario però di Maschito, dove è deceduto. Michele, che non ha mai dimenticato le sue origini diventando il promotore di tante iniziative proprio a Maschito, era però una persona molto amata e conosciuta anche negli ambienti culturali pratesi. Per ricordarlo Paolo Magelli, direttore del teatro Metastasio di Prato, ha scritto questo delicato ricordo. segue dalla prima di PAOLO MAGELLI Tutta la città lo conosceva perchè aveva fondato insieme a suo fratello Pasquale un locale che era divenuto leggendario, il Caffè al Teatro. Michele è morto a Maschito, un paese della Lucania conosciuto non solo perchè nel 1943 fu per alcune settimane la prima Repubblica libera d’Italia a causa di una famosa rivolta popolare antifascista, ma perchè la storia di questa terra iniziò all’epoca romana con il nome “masculetum” ovvero “terra di viti maschie, Aglianico”. Michele Sciarillo era fiero delle sue origini e oltre al pratese parlava perfettamente la lingua Arbëreshë, lingua nobile, albanese antico, che oggi solo intellettuali raffinati praticano.Michele aveva fondato dunque il Caffè al Teatro nella storica sede dell’ex Circolo socialista e, d’estate in giardino e d’inverno in cantina, investiva tutti i suoi guadagni in attività culturali che servivano non a dare lustro a lui, ma a proteggere, finanziare, aiutare artisti giovani e vecchi che se lo meritavano e che anche ne avevano bisogno. Era un mecenate povero di soldi ma ricco di anima e quando non poteva più aiutare apriva la cucina e amava dire «siediti, ti do una cosa e un bicchiere di vino». Univa il nostro carissimo Michele la nobiltà e la fierezza degli ospiti discendenti di Skanderberg alla generosità pratese di una volta, quando questa voleva e poteva dare agli altri. A lui non interessava la decadenza di questo territorio, lui continuava con la sua generosità e insisteva nel soddisfare i bisogni degli artisti. Perchè sapeva che gli artisti veri sono in realtà spesso povera gente. Ora che quest’angelo è morto è arrivato il tempo che le genti pratesi sappiano che al vecchio Caffè al Teatro sono stati amati e protetti Moni Ovadia, Claudio Morganti, Eimuntas Nekrošius, Massimo Castri, Remondi e Caporossi, Pippo Delbono, tutta la nostra Compagnia Stabile al completo, pittori, scultori, cantanti d’opera che sono poi diventati famosissimi, attori di tutte le sorti e categorie. Caro Michele, ci sentivamo due volte la settimana e dall’ospedale avevi la forza di organizzare nel teatro di Maschito spettacoli di beneficienza, ce l’hai fatta anche a comprare un defibrillatore per il tuo paese. Mi spaventava il tuo non voler parlare della malattia. Mi arrabbiavo con te perchè al telefono eri il primo a domandare “come stai?”. Ti ho risposto male un paio di volte, perchè ti voglio bene, un bene che m’impedisce di credere che tu sia morto. Un bene che mi costringe a credere ancora una volta che di là ci sia qualcosa, perchè la gente come te non Michele Sciarillo con Moni Ovadia merita di morire. L’ultima volta che ci siamo sentiti pochi giorni fa, non avevi più voce e mi hai detto «Paolo, Lisiana ti porterà un pezzetto del nostro formaggio, provalo!». Ti ho risposto «Michele, sei pazzo». E tu «macchè pazzo, ti voglio tanto bene Paolo, ci sentiamo». Sì Michele, ci sentiamo. E ci vediamo, angelo mio. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] RIVELLO L’attuale sindaco Antonio Manfredelli si ripresenta per il terzo mandato Si va al voto con tre candidati A provarci per la prima volta saranno Franco Altieri e Gianluca Piviero RIVELLO - Si voterà anche a Rivello alle prossime amministrative, perché siamo alla scadenza naturale della consiliatura, al termine del secondo mandato consecutivo del sindaco Antonio Manfredelli, il quale approfitterà della deroga legislativa per i comuni inferiori a 3.000 abitanti e potrà candidarsi ancora una volta. Non ha ancora ufficializzato la sua lista il primo cittadino, c’è tempo fino a mezzogiorno di sabato prossimo, ma è certo che si tratterà di una formazione organica ai partiti di centro-sinistra che sostengono la sua maggioranza, a cominciare dal Pd, il suo partito; e le forze della coalizione dovrebbero schierarsi compatte a sostegno della sua candidatura, dal momento che pare l’unica schierata in maniera netta in quel versante politico. «La novità sarà costituita dalla lista “Rivello Rinnovata” – afferma l’attore e consigliere di minoranza uscente Ulderico Pesce –cui andrà il mio sostegno per dare una svolta alla situazione di stallo e alle condizioni di vita della nostra comunità, divenute ormai insostenibili. L’attuale amministrazione prende decisioni discutibili in stanze chiuse lontano dai cittadini; in questi dieci anni, di cui cinque hanno visto il mio impegno politico diretto sul campo, il sindaco Manfredelli non ha fatto nulla di buono: siamo l’unico paese a vocazione turistica della Basi- Una veduta dall’alto di Rivello, l’affascinante e suggestivo borgo medievale licata senza uno sportello per preRaggiunto telefonicamente levare danaro, che si disponga di l’avvocato ci ha confermato la sua una carta postamat o bancomat, candidatura, insistendo sulla perché hanno chiuso sia quello «equidistanza della sua lista da delle Poste che quello della filiale qualsivoglia schieramento politidel gruppo Carime, senza che in co precostituito, a prescindere merito fosse indetta nemmeno dalle convinzioni personali di ciaun’assemblea pubblica, è inaccet- scuno. Io ho quarantacinque anni tabile. Siamo passati da 3.600 a so- e faccio eccezione per anzianità, li 2.800 residenti e, soprattutto, siamo tutte persone giovani e casiamo una comunità divisa: due paci, senza trascorsi nell’amminipro loco e due sezioni di protezio- strazione e qualcuno alla prima ne civile, è un caso unico al mon- esperienza in assoluto, tutti con do! Abbiamo bisogno innanzitut- una strada tracciata dal punto di to di una riappacificazione negli vista professionale, per cui intenanimi e poi di una carica di ener- diamo il nostro impegno come gia nuova, di gente giovane: pen- azione di servizio per il nostro paeso che la persona adatta sia l’avvo- se. Nessuno ci credeva, le confesso cato Franco Altieri, professioni- che nemmeno io ne ero certo al sta giovane e brillante, a capo di cento per cento, poi abbiamo deciuna lista di ragazzi molto validi». so di prestarci a questa sfida per- ché a Rivello c’è bisogno di una svolta metodologica sostanziale in fase di elaborazione delle decisioni che riguardano tutta la collettività. Sarà questo il mio obiettivo principale, al di là delle iniziative che pensiamo di adottare nei vari settori di competenza, e di cui parleremo sicuramente in maniera approfondita durante la campagna elettorale. Per adesso abbiamo già approntato delle commissioni tematiche che continueranno ad operare anche dopo il voto e che anzi io intendo istituzionalizzare, secondo quanto previsto dallo statuto comunale, proprio al fine di stimolare la partecipazione degli elettori nelle scelte importanti ed avvalerci dell’intelligenza collettiva dei nostri concittadini». Il terzo competitor sarà Gianluca Piviero, anch’egli a capo di una lista civica probabilmente più vicina al centro-destra, i cui contorni non sono ancora ben definiti perché sono ancora in corso trattative e colloqui per arrivare alla rosa dei nomi definitiva e, pare, che qualche candidato in consiglio abbia fatto registrare la propria defezione nelle ultime ore. «Quello che è certo è che ci saremo – sostiene Piviero – con un gruppo che formalizzeremo nelle prossime ore, composto di giovani che niente hanno avuto a che fare con le passate amministrazioni e che hanno a cuore solo il popolo di Rivello». Fabio Falabella Bagni pubblici chiusi al rione inferiore a Lauria LAURIA –Bagni pubblici chiusi al rione inferiore di Lauria, il rischio è quello di lunghe file nei bar. Anche se la toilette dei bar sono ad uso esclusivo del cliente e non un servizio pubblico a disposizione di tutti i passanti come da tradizione. Un principio che in città può assumere connotazioni pesanti dato che al rione inferiore da diversi giorni non esistono bagni pubblici funzionanti in piazza Insorti d’Ungheria. O meglio i bagni esistono, ma sono stati chiusi dal Comune di Lauria, senza alcun cartello, per manutenzione ordinaria o straordinaria. Da martedì mattina il nucleo manutentivo del Comune di Lauria ha transennato l’ingresso con tavole di legno facendo presagire che gli stessi resteranno chiusi per molto tempo. Emilia Manco RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] L’imprenditore che ha acquisito l’immobile non blocca il proprio investimento Mulino Alvino, Benedetto insiste «Non mi tiro certo indietro, vorrà dire che si andrà in Consiglio comunale» NON CAMBIA nulla la sentenza del tar per Nicola Benedetto. L’imprenditore che aveva annunciato nei giorni scorsi di aver acquistato il Mulino Alvino e di essere pronto ad investire neel progetto tra i 5 e i 7 milioni di euro non si tira indietro e non si lascia spaventare dallo stop al permesso a costruire anzi è pronto ad andare avanti. Chi pensava ad un Benedetto che potesse farsi condizionare da questa decisioni si sbaglia di grosso. «Non viene detto che quel progetto non si può più fare ma molto semplicemente che bisognerà farlo attuandouna procedura diversa. Vorrà dire che questa volta verrà percorsa la strada giusta che prevede il passaggio in Consiglio comunale». L’imprenditore non sembra essere affatto sorpreso o distratto dall’eventualità che il Tar ha messo in pratica: «un imprenditore è pronto ad affrontare inconvenienti ed incidenti di percorso ed io quando ho acquistato il Mulino sapevo che questo poteva succedere. L’avevo previsto e messo in conto, ora vorrà dire che sarà megio e che potremo percorrere una procedura lineare per ottenere il permesso che serve. Sono anche convinto» ha continuato ancora lo stesso Benedetto, «che il sindaco e il Consiglio credano davvero in questo tipo di investimento. Si tratta di un progetto importante che punta a ridare vita ad un monumento della città e a renderla più bella. Non credo che si vorrà andare contro questo tipo di soluzione e di risultato complessivo». Le parole di Benedetto confermano tra l’altro la possibilità di arrivare ancora ad una soluzione. Almeno nella volontà dell’imprenditore che dunque non molla la presa come pure si era ventilato in queste ultime ore dopo la sentenza del Tar ed il rincorrersi di una serie di chiacchiere. E’ chiaro che nel tempo l’approdo in Consiglio comunale non potrà essere semplice vista anche l’ampia discussione che vi è stata in questi mesi dulla vicenda e dunque i problemi che ne sono nati. Ma Benedetto è pronto ancora ad andare avanti e certo non si lascia condizionare di fronte alle decisioni ed agli stop in arrivo. Il progetto però per quanto complesso ha bisogno di essere avviato davvero in un brevissimo tempo. Al momento dell’acquisto del Mulino Benedetto aveva indicato le sue intenzioni. «L’obiettivo rimane quel- L’edificio in via Dante che è stato l’oggetto del ricorso vinto poi al Tar dai residenti di via Venezia e legato anche all’autorizzazione al Mulino Alvino. A lato l’imprenditore Nicola Benedetto «E’ incidente di percorso che era stato messo già in conto» «Il sindaco e poi il Consiglio credono in questo progetto da completare» IL DIBATTITO SUL WEB I post su facebook di Cotugno scatenano un acceso dibattito Cosa succederà ora al Mulino? NON manca il confronto aperto su facebook circa la sentenza del Tar, il Comune, il destino del Mulino Alvino e le relative responsabilità politiche. Un confronto a più voci, spesso autorevoli o che comunque svolgono o hanno svolto un ruolo all’interno delle scelte politiche e partitiche della città e dunque hanno qualcosa da dire. Il punto di partenza sono alcuni post di Angelo Cotugno che scatenano una serie di opinioni e di reazioni ed un ampio dibattito. Proviamo a fare una sintesi esemplificativa che non potrà risultare esaustiva dei ragionamenti ma che riassume opinioni e sensibilità diverse sulla questione. «Forse non riesco a esprimermi efficacemente;» dice Espedito Moliterni, «ripeto: sono talmente tante le porcherie alle quali abbiamo assistito che questa mi sembra una banalità. Certo, se ci fosse stato confronto nel partito, forse tutto questo non sarebbe avvenuto. Ricordi quando evitammo la speculazione edilizia sull'alo di far tornare a produrre pasta, valorizzando i grani della filiera cerealicola lucana, formando le professionalità di settore e aprendo spazi e occasioni per la degustazione dei prodotti tipici, l’ex Mulino «Alvino» di Matera, che fino agli Ottanta è stato uno dei luoghi e dei simboli dell’attività molitoria della «Città dei Sassi». rea del dispensario grazie ad un confronto partecipato in piazza Firrao?». E se da Moliterni viene una sorta di autocritica partitica rivolta al Pd Angelo Angelastri scrive: «mi meraviglierei dei consiglieri comunali che continuano a "reggere" questa amministrazione Comunale, di cui anche Angelo Cotugno fa parte, e non di certo nel "settore ospiti" o opposizione.. L'unico Ashtag che mi viene è un pò grillino #tuttiacasa, ma non l'amministrazione, ma la classe dirigente di questo comune schiava di qualche imprenditore...». In questo senso un messaggio arriva anche dal consigliere comunale Doriano Manuello che commentando le dichiarazioni di ieri del sindaco spiega: «Cotugno, hai spiegato al Tuo Sindaco che il "parere" del MInistero è diverso perchè il quesito posto dal Comune non atteneva, specificatamente, alla questione discussa al TAR ??». Non manca poi la posizione-provocazione di Nella struttura sarà realizzato anche un museo dell’arte bianca e delle tecniche di produzione e saranno ospitate attività legate alla cultura gastronomica del territorio. «Il modello Eataly avviato da Oscar Farinetti - ha detto Benedetto - è un esempio concreto di promozione, valorizzazione e tutela della tipicità italiana a tavo- la. La Basilicata si contraddistingue per la unicità e genuinità di molti prodotti. L'ex Mulino Alvino diventerà il punto di riferimento per la filiera agroalimentare lucana in una città come Matera che è la punta avanzata del turismo lucano nel mondo. Senza dimenticare le ricadute positive per le aziende e per l’occupazio- Giuseppe Cancelliere: «Angelo vedo Che su questo tema attacchi l'amministrazione più del solito. Ci stai comunicando indirettamente che ti candiderai a Sindaco inserendo nel programma elettorale questo tema? ..#chiarezza #amministrative2015 se così fosse, non sarebbe più logico uscire dalla maggioranza e fare opposizione insieme a Manuello, Pedicini ecc. almeno i cittadini, ad iniziare da me, hanno le posizioni chiare di ciascun consigliere». E Cotugno che risponde e parla di cose fuori luogo. «Sul piano casa 1 e 2 si sono registrate divergenze che non si è voluto approfondire. Nel nostro programma del 2010 questi temi erano proposti in modo chiaro , l'amministrazione ha fatto esattamente il contrario. Non sono io che ho tradito il mandato degli elettori. E comunque il TAR mi pare non dà ragione al sindaco». Ed il dibattito sembra aver toccato tutti i temi presenti e futuri con una varietà di analisi e di constatazioni. ne». Programmi e obiettivi che subiscono uno stop ma a cui l’imprenditore materano non rinuncia. Starà ora, più che mai, all’amministrazione cercare di capire davvero cosa fare anche se su un punto già ieri con il “Quotidiano”il sindaco Adduce era stato abbastanza chiaro: «la priorità da cui siamo partiti è la salvaguardia del Mulino alvino. Noi dobbiamo essenzialmente capire come è possibile salvare il Mulino Alvino senza perdere la memoria storica di un intero settore». Parole che, unite a quelle di Benedetto, preannunciano un approdo della questione, più o meno prossima, in Consiglio comunale? Piero Quarto [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 28 Matera Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Trombetta: «Serviranno a rendere più scorrevole il traffico, evitando le code» Tre rotatorie cambiano la città Da lunedì al via i lavori al Pino, poi in via Moro e via XX Settembre UN nuovo volto alla città. Tre rotatorie in punti decisamente strategici del traffico cittadino sono l’obiettivo che l’Amministrazione comunale è pronta a cogliere e definire nel corso dei prossimi mesi. La prima, con i lavori che partirano già ’unedì prossimo 28 aprile è la rotatoria che verrà creata al Pino, in un punto di grande traffico soprattutto nell’uscita dalla città e durante il periodo scolastico. Lavori per 120 giorni complessivi sono stati preventivati con un intervento che dovrà trovare la massima celerità in modo da avere il minimo impatto possibile. Nei giorni scori è stato sottoscritto il "verbale di consegna" con l'impresa appaltatrice dei lavori per la costruzione della nuova "rotatoria del Pino". «Si tratta di un importante intervento sul piano della mobilità stradale urbana che permettera, oltre ad una immagine più bella del sito, una migliore scorrevolezza del traffico cittadino in un nodo nevralgico della città spesso oggetto di lunghe code e incomprensioni tra automobilisti» ha spiegato l’assessore comunale Nico Trombetta. Il progetto della rotatoria del Pino, in alto Nicola Trombetta Non ci sarà nessuna interruzzione al traffico veicolare nei giorni previsti per i lavori». L’assessore ha tenuto chiaramente a sottolineare ed evidenziare l’importanza dell’intervento ed anche la convinzione che i lavori possano essere conclusi anche ben prima del tempo che è già stato previsto per l’interven- to. Molto probabilmente la forma della rotatoria sarà ovale e permetterà dunque di far confluire adeguatamente il traffico. Di certo quel punto risulta molto importante e pericoloso anche perchè il principale ingresso nel centro della città e dunque l’intervento quantomai necessario. Ma l’Amministrazione sembra avere in serbo anche un altro paio di soluzioni che nel giro di qualche settimana saranno avviate anche in altri punti della città. Il primo in questione è tra via Moro e via Lamalfa nel pieno del centro e della presenza delle macchina che si recano al centro dal Comune e passando per la stazione. Si tratta di un altro momento fondamentale del traffico cittadino per il quale una nuova rotatoria viene considerata la migliore soluzione possibile. Infine c’è anche una terza soluzione già predisposta per una rotatoria che dovrebbe snellire il traffico all’altezza della Villa Comunale nel punto nodale che intraccia via XX Settembre con via Rosselli e via Annunziatella e che risulta un altro veicolo di collegamento fondamentale per chi vuole arrivare nel centro della città di Matera. «Sono interventi che avevamo predisposto e che costituiscono innesti importanti all’interno della città, in punti fondamentali di transito» ricorda ancora l’assessore Trombetta. Nei prossimi giorni si avvieranno i lavori al pino e poi si capiranno gli ulteriori interventi che comunque sembrano avere tutti una durata massima di 120 giorni. L’impatto sul traffico cittadino, visti i punti di forte impatto, rimarrà tutto da verificare giorno per giorno. [email protected] A quattro corsie la SS 96 a Mellitto, passo in avanti atteso Grieco e Cantisani di Idv Matera più vicina a Bari MATERA è più vicina a Bari. Ed il proseguimento dei lavori sulla statale 96 in territorio pugliese è la principale e più importante dimostrazione di un collegamento che viaggia ormai verso le quattro corsie. Nei giorni scorsi l’Anas ha annunciato di aver aperto le quattro corsie, almeno fino al prossimo 30 giugno all'altezza di di Mellitto. Non solo la strada principale ma anche le bretelle di collegamento, evitando così una pericolosa deviazione che rallentava non poco il tragitto e rendeva necessaria la massima attenzione alla guida. «A partire dal 19 aprile 2014, alle ore 18 e fino alle ore 18 del 30 giugno 2014, saranno provvisoriamente aperte al traffico la nuova carreggiata Bari-Matera della strada statale 96 "Barese" a doppio senso di marcia, tra il km 96,000 e il km 99,000» è la comunicazione dell’Anas, «la rampa di immissione del nuovo svincolo di Mellitto, in direzione Matera; la rampa di uscita del nuovo svincolo di Mellitto, per il traffico proveniente da Bari; la variante della strada provinciale 89, dal km 25,000 della Sp89 fino al km 10,100 della Sp97; la rampa di immissione sulla SS96 dalla strada provinciale 97, in direzione Bari, e la rampa di uscita dalla SS96 sulla strada provinciale 97 per i veicoli provenienti da Matera. Allo stesso tempo rimarrà chiusa l'uscita sulla Non solo la statale 99 a quattro corsie ma anche la statale 96 all’altezza di Mellitto strada statale 96 dalla strada provinciale 89, in direzione Bari e Altamura». Le comunicazioni dell’Anas confermano che un nuovo importante passo nella direzione di un collegamento veloce tra Matera e Bari e dunque con la direttrice adriatica in senso più ampio è arrivata oramai in una fase nevralgica e probabilmente anche decisiva. Nei prossimi giorni dovrebbe avere una svolta importante anche il collegamento e le tre varianti previsti all’altezza di Altamura e dovrebbe dunque subire anche questo ulteriore tratto nevralgico l’ultima accelerata come sperano e non poco anche dai paesi pugliesi e non solo dalla città di Matera. Anche in ottica futura quindi questo diventa un ottimo biglietto da visita per la città e le sue infrastrutture. AIA DEL CAVALLO La chiusura per lavori FINO al 10 ottobre, l’Anas ha chiuso la strada provinciale “Aia del Cavallo” in entrambe le direzioni, nel tratto compreso tra lo svincolo di “Matera Centro” e lo svincolo di “Papalione”. Nel periodo di chiusura della provinciale “Aia del Cavallo”, in attesa della fine dei lavori, sono stati istituiti dei percorsi alternativi. I veicoli provenienti da Grassano, in direzione Matera-statale 7 “Appia”, potranno percorrere la strada provinciale sino allo svincolo di “Matera Zona Industriale/La Martella” per poi proseguire lungo la strada statale 7 “Appia”. Percorso inverso per i veicoli provenienti da Matera. I veicoli provenienti dalla S.S. n. 407 in direzione Matera/Altamura e diretti a Grassano, dovranno proseguire sino allo svincolo di “Matera Zona Industriale-La Martella” della strada statale 7 “Appia” e percorrere la vecchia sede della “Grassano – Matera”. «Più sforzi da tutti per puntare sul turismo» L’assessore provinciale ed esponente di Idv, Michele Grieco “L’AFFLUSSO di turisti a Matera per il ponte di Pasqua deve incoraggiare gli operatori del settore a continuare ogni sforzo per accrescere la qualità dell’ospitalità e dei servizi. Alle istituzioni invece spetta il compito di accompagnare le iniziative di imprenditori ed associazioni ed investire nel turismo e nella cultura in maniera più efficace specie in termini di programmazione”. E’ il commento, in una nota congiunta, di Michele Grieco dirigente regionale di IdV, nonchè assessore provinciale di Matera e Maria Luisa Cantisani, segretaria regionale IdV. “I primi dati di presenze ed arrivi che testimoniano come la città di Matera sia stata la meta preferita di tantissimi visitatori nei giorni di Pasqua e Pasquetta, anche in rapporto agli stessi dati di altre città italiane d’arte da molti più anni tradizionali mete delle vacanze di Pasqua, è la riprova – continua- no i dirigenti di IdV - che avevamo visto giusto nel proporre e sostenere il trasferimento dell'APT a Matera, così come si appresta a fare il Consiglio Regionale. La Città dei Sassi è di fatti il punto di partenza di un viaggio turistico-culturale in tutta la Basilicata, che si estende sino ai castelli del Vulture-Melfese e alle altre bellezze artistico-monumentali della regione, dotandosi, ovviamente, di servizi e strutture, che possono certamente dare lavoro e opportunità a molti lucani. E’ il turismo culturale che meglio degli altri segmenti turistici regge meglio alla crisi. Presso il DICEM dell'UNIBAS è attivo un corso di laurea specialistica in scienze del turismo. Siamo convinti – sostengono Grieco e Cantisani - che valorizzando queste potenzialità, tanti giovani possono trovare il loro futuro nel territorio in cui sono nati”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. PISTICCI Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 29 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] Il Movimento 5 Stelle contrasterà il gruppo coeso e rinnovato dell’uscente Buono A Miglionico sarà sfida a due Quasi certi gli schieramenti per le Amministrative del 25 maggio MIGLIONICO - Competizione elettorale ai nastri di partenza. Mancano poche ore alla scadenza della presentazione ufficiale delle liste dei candidati alle Amministrative del 25 maggio. A partire dalle ore 8 di domani e fino alle ore 12 di sabato le liste devono essere definite. Dopo settimane di intensi movimenti per la messa in campo delle menti, che guideranno Miglionico per il prossimo quinquennio, sia per il centrosinistra che, per il momento, unico antagonista, Movimento 5 Stelle, i candidati alla sfida ci sono. Della lista civica di centrodestra, che sembrava volersi formare con l’attivismo di Nicola Aspriello, Emanuele Salerno e qualche altro si sono perse le tracce. Sarà, il condizionale è d’obbligo, una sfida a due. Davide che sfiderà Golia, viste le forze in campo. Davide è rappresentato ovviamente dal M5S, che con la sua lista certificata potrà fregiarsi dello stemma a 5 Stelle. Candidato a sindaco per i pentastellati è il consulente legale Antonio Digioia, che si avvarrà non di 10 candidati consiglieri ma solo di 8, per sfidare il sindaco uscente, l’ingegner Angelo Buono. Una ricandidatura, quella di Buono, con una lista di centrosinistra, per un secondo mandato in cui sarà accompagnato dallo storico del Pd, Domenico Musillo che dopo aver manifestato l’intenzione di lasciare spazio ad altri, è di nuovo in campo per un al- tro quinquennio. Della vecchia amministrazione, si ricandidano i piddini Michele Pace e Antonella Rondinone con la rappresentante Sel, Mariangela Bertugno. Fa notizia la non ricandidatura dell’assessore indipendente Michelangelo Piccinni e quella di Domenico Guidotti. A quelli della vecchia guardia si aggiungono nuovi elementi. Il bancario Michele Piccinni, in compagnia dello scrittore Gabriele Scarcia, il professore di filosofia Tonio Perrino e la professoressa Anna Maria Manzara, cantante lirica, danno qualità alla lista. Completano il quadro dei 10 candidati consiglieri, Agata Ca- sella Cecere, impegnata nel sociale e Antonio Corleto. «Una squadra, quella del sindaco uscente Buono –spiega Digioia- che pur non temendo la concorrenza della nostra lista, è stata impostata presumo anche con l’intento di rubare voti ai nostri candidati, magari inserendo persone a loro vicine. A noi questo importa poco. I nostri candidati sono cittadini che, pur se osteggiati o malvisti per le loro idee leggermente diverse dal vecchio modo di fare politica, desiderano ugualmente partecipare alla gestione del bene pubblico e coinvolgere più gente possibile al suo controllo». Con Digioia ci saranno: Orazio Si- gnorella, Tommaso Consoli, Giuseppe Lascaro ed un tris di Francesco, Ventura, Bevilacqua e Cinnella, in compagnia delle due donne del gruppo, Arianna Guidotti e Ivana Dimucci. Con due persone in meno in lista, meno voti? La domanda che poniamo a Digioia. «Saremo in campo con un numero di consiglieri inferiori a quelli stabiliti con il recentissimo decreto di Renzi, quello che ha abolito le province diminuendo di 3.000 unità i consiglieri provinciali ma aumentando di oltre 25.600 unità il numero dei consiglieri comunali». Antonio Centonze © RIPRODUZIONE RISERVATA Antonio Digioia e Roberto Fico MONTESCAGLIOSO In scena la pièce “Sons of the Earth, sons of Elders” Barbaro racconta il suo Sud Serata speciale al cineteatro “Andrisani” con il comico calabrese MONTESCAGLIOSO - Il Cineteatro “Andrisani” di Montescaglioso, diretto da Nunzio Nicola Disabato, oggi (ingresso ore 20.30, sipario alle 21), ospiterà la prima iniziativa organizzata dal gruppo “Sons of the Earth, sons of Elders”(Figli della Terra, figli dei Saggi), costituitosi due anni fa su Facebook. Sul palcoscenico della storica struttura montese salirà Rocco Barbaro, il quale proporrà “Menefotto Cabaret”, spettacolo basato sul suo omonimo libro. Il cabarettista e comico di origine calabrese racconta in maniera ironica, acuta e coinvolgente, la sua esperienza di emigrante alle prese con la stressante realtà di Milano. Barbaro ha maturato diverse esperienze, oltre che in teatro, nel cinema e nella televisione, lavorando per la Rai, Mediaset, La 7, Telemontecarlo e Radio 105. Ha partecipato a trasmissioni come Pippo Chennedy Show (Rai 2, 1997); Maurizio Costanzo Show (Canale 5), Superconvenscion (Rai 2); Convenscion a Colori (Rai 2), Colorado Café (Italia 1, 2007); Bulldozer (Rai 2); Wikitaly (Rai Noemi chiuderà la festa di San Rocco La cantante giudice di “The Voice” sarà ufficialmente ospite d’onore in città L’incanto della voce ruvida della rossa grazie alla collaborazione con una grandissima artista come Fiorella Mannoia che, con Noemi, dà vita a uno straordinario duetto. Il brano rimane per mesi ai vertici delle classifiche di vendita ed airplay, guadagnando il disco multiplatino. L’album ha un fantastico esordio, debuttando direttamente al terzo posto della classifica vendite. Noemi partecipa al Festival di Sanremo 2010 con il brano “Per tutta la vita”ed esce la special edition dell’album “Sulla mia pelle”. Ancora un grande successo per singolo e album: disco di platino per il brano, mentre l’album vende oltre 100.000 copie e rimane ai vertici della classifica per oltre trenta settimane aggiudicandosi il multiplatino. L’album “RossoNoemi” esce a marzo 2011: nove brani inediti, tra cui “Vuoto a perdere”, già disco di platino, scritto per Noemi da Vasco Rossi e Gaetano Curreri. Noemi stessa, per la prima volta, si occupa della stesura di gran parte dei testi delle nuove canzoni e segue l’intero processo creativo, lavo- Carriero coordinerà Confesercenti 2), Cuork (La 7, 2009 e 2010); Zelig (Canale 5, 2012) e alla serie TV Romanzo criminale (2008). Sul grande schermo è stato protagonista dei film "Voglio una donnaaa!" (1997); “500!” (2001), “Lisa d’Agosto” (2003), oltre ad un cameo ne "Il 7 e l'8" (2007) del duo comico siciliano Ficarra e Picone. L’iniziativa, organizzata da “Il Mezzo Network”, sarà basata sulla comicità ma conterrà anche momenti di riflessione su tematiche attuali. Per informazioni è possibile chiamare il numero telefonico 0835.208046. PISTICCI Concerto gratuito il 18 agosto in piazza Lombardi, c’è già grande attesa PISTICCI - E' ufficiale: sarà Noemi a chiudere i festeggiamenti 2014 in onore di san Rocco a Pisticci. Si esibirà in concerto gratuito in piazza Lombardi il prossimo 18 agosto. Pisticci, dunque, va ad aggiungersi a piazze di qualità come quelle di Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, in cui Noemi sarà in tournèe. Voce ruvida e profonda, un po’ roca e tremendamente coinvolgente: questa è Noemi. Al secolo Veronica Scopelliti, con il suo primo singolo “Briciole” entra direttamente al primo posto nella classifica ufficiale del download dei singoli e in altissima rotazione in tutte le radio, diventando la colonna sonora dell’estate 2009. L’Ep, che esce nell’aprile 2009 ed è intitolato con il nome dell’artista, conquista il disco d’oro.Sempre nel 2009 esce il nuovo album “Sulla mia pelle” con dieci brani inediti. Il primo singolo “L’amore si odia” è una canzone che lascia il segno, Montescaglioso Noemi rando negli Stati Uniti con Corrado Rustici, produttore dell’album. Il secondo singolo estratto,"Odio tutti i cantanti", brano ironico ed energico, è accompagnato da un video in cui Noemi riveste per la prima volta il ruolo di sceneggiatrice e diventa la colonna sonora dell’estate 2011. A settembre entra in rotazione radiofonica"Poi inventi il modo", il terzo singolo estratto dall'album "RossoNoemi", nato dalla penna di Federico Zampaglione. Il videoclip, diretto per la prima volta dalla stessaNoemi, conquista lo “Special Award” al Premio Roma Videoclip. Partecipa alla 62° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Sono solo parole”, scritto da Fabrizio Moro ed arrangiato da Corrado Rustici, classificandosi al terzo posto. A febbraio esce la nuova edizione di “RossoNoemi” con i brani “Sono solo parole” e “In un giorno qualunque”. “Sono solo Parole” ottiene il consenso del pubblico e della critica musicale e si piazza nei primi tre singoli più venduti su iTunes e conquista il platino mentre l’album è già disco d’oro. Noemi si trasferisce a Londra alla ricerca di nuovi stimoli per scrivere i brani del nuovo album. Nel 2013 partecipa in veste di coach a The Voice, un format che mette al centro la voce. L’esperienza è stata positiva e Noemi riconferma la sua partecipazione anche per la seconda edizione del programma. [email protected] Montescaglioso MONTESCAGLIOSO Domenico Carriero è il nuovo rappresentante della Confesercenti nel comune di Montescaglioso. Nei giorni, Carriero scorsi ha accettato l'incarico propostogli dal presidente provinciale della Confesercenti di Matera, Francesco Lisurici, risultando così essere ufficialmente il delegato comunale di Montescaglioso. Domenico Carriero, nei mesi scorsi, si è contraddistinto per aver proposto alcuni eventi riguardanti il rilancio del commercio in quel comune duramente provato dagli eventi alluvionali dello scorso autunno e per essere diventato un riferimento sindacale per i commercianti che hanno bisogno di qualsivoglia informazione o servizio riguardante le proprie attività. E’ attiva l’interlocuzione intrapresa con l'Amministrazione comunale per le problematiche riguardanti la categoria. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] GRASSANO Locali pubblici obbligati a dotarsi di posacenere, previste multe salate Vietato buttare cicche per strada L’ordinanza del sindaco Sanseverino per limitare l’inquinamento da sigarette GRASSANO - Il convegno sui rischi del fumo è servito a lanciare un doppio messaggio. Ad organizzarlo l’assessorato alla Sanità del Comune di Grassano, con l’obiettivo di promuovere corretti stili di vita per la salvaguardia della salute della persona ma anche dare consigli comportamentali per rispettare l’ambiente. Ad aprire i lavori il sindaco, Francesco Sanseverino, che ha letto l’ordinanza da lui emessa proprio in occasione del convegno, per vietare la dispersione di mozziconi di sigarette nell’ambiente. “E’ fatto divieto -si legge nell’ordinanza sindacale- di disperdere pacchetti e/o mozziconi di sigarette (cicche) e chewing-gum su strade, marciapiedi, bordi di essi e suolo pubblico; svuotare posacenere dalle auto o da ogni altro mezzo sul suolo pubblico, strade, marciapiedi, bordi di marciapiedi; lanciare sul suolo pubblico pacchetti e/o mozziconi di sigaretta da finestre, balconi e terrazze e da ogni luogo. A tutti i titolari delle attività per la somministrazione di alimenti e bevande, bar ristoranti, uffici postali, banche, distributori e attività artigianali del settore alimentare, che operano nel comune, di dotarsi durante l’orario di apertura di adeguati posacenere da collocare all’esterno del proprio esercizio. Si invita altresì i titolari delle attività commerciali non coinvolti direttamente dal presente provvedimento di dotarsi di appositi posacenere e provvedere costantemente e prima della chiusura notturna alla rimozione di ogni forma di rifiuto, carta, tovaglioli, bottiglie, pacchetti e mozziconi di sigarette lasciato a terra dagli avventori nell’area antistante e prossima al proprio esercizio commerciale”. Francesco Sanseverino Nell’ordinanza sono state previste anche le relative sanzioni; difatti la sanzione amministrativa pecuniaria parte da Euro 25,00 fino a 500 euro con il pagamento in misura ridotta pari a 50 euro. Mentre la seconda parte della serata, dedicata all’approfondimento medico scientifico, da parte di relatori esperti è servita per analizzare il problema del fumo a 360° passando dal dottor Giuseppe Montesano pneumologo che ha relazionato del fumo e delle malattie broncopolmorai croniche; alla dottoressa Marina Susi oncologa che ha approfondito delle problematiche del cancro polmonare; al dottor Tommaso Scandiffio, cardiologo che ha spiegato le conseguenze cardiovascolari che provoca il fumo; fino alle conclusioni affidate alle dottoresse Maria Franca Rina e Mariella Acciaro rispettivamente direttore medico dell’ospedale di Policoro e dirigente Psicologo sempre dell’Ospedale Policoro che hanno trattato il tema delle tecniche per la disassuefazione dell’uso di sigarette. Il fumo in sostanza, quanto asserito da tutti i relatori, non è un vizio ma una malattia e come tale deve essere considerata e non sottovalutata perché una sana prevenzione, ma soprattutto evitarne l’utilizzo di tabacco, non può fare altro che bene al proprio organismo. Alla fine dell’incontro sono stati distribuiti gratuitamente ai fumatori presenti in sala, degli “Ecoastucci” personali tascabili, dove spegnere le sigarette evitando di buttarle per terra, come recita l’ordinanza, evitando di inquinare. Giovanni Spadafino Il divieto vale anche per gomme da masticare e cenere © RIPRODUZIONE RISERVATA UN PEZZO DI STORIA DI TRICARICO GORGOGLIONE L’addio a Rivelli il guardiano delle strade Semi di canapa in tasca, arrestato TRICARICO ha dato addio ieri a Rocco Rivelli, classe 1911, già combattente nella seconda guerra mondiale, prigioniero nei lager di Germania e Russia, insignito di due medaglie d’oro al valor militare. Aveva studiato sino alla sesta elementare, ma si acculturava leggendo e scrivendo; ha lavorato come custode di strade comunali, collaboratore e fiduciario delle Poste (apponeva firme al posto dei suoi concittadini che non sapevano farlo). Vedovo, ha avuto due mogli e 5 figli. E’ stato lucido e cosciente sino alla fine. Le Sue uniche passioni il vigneto e il gioco del Tresette. [email protected] GORGOGLIONE - Continuano i controlli dei carabinieri del Comando provinciale di Matera finalizzati al contrasto dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti nel territorio della provincia. Ieri i militari della Stazione di Gorgoglione, unitamente ai colleghi del Nucleo cinofili di tito ed al personale del comando Compagnia, hanno arrestato un pregiudicato 30enne, perchè trovato in possesso, a seguito di perquisizione domiciliare, di un contenitore metallico con all’interno 120 semi per la coltivazione di marjuana, un bilancino di precisione per la pesatura ed il successivo confezionamento di sostanze stupefacenti e 4 piantine del medesimo tipo. Terminate le formalità di rito, l’arrestato è stato trattenuto a disposizione dell’Ag presso gli uffici del comando Stazione. [email protected] Rocco Rivelli STIGLIANO Continua la paura tra i residenti a valle La frana sta ancora avanzando Sgomberato il Centro sociale STIGLIANO - La frana che ha colpito Stigliano nell'ultimo periodo preoccupa sempre più. Dopo lo sgombero di otto unità immobiliari nel centro storico del paese, in via Magenta, il sindaco, Antonio Barisano, al termine di un colloquio con i Vigili del fuoco, e la Protezione civile del Nucleo a difesa del suolo, ha ordinato la chiusura del Centro sociale cittadino. La decisione è stata presa al termine di un sopralluogo effettuato durante il pomeriggio di ieri 23 aprile, in presenza dei tecnici del Comune. La pericolosità della frana continua a suscitare panico fra i cittadini; l'ultima ordinanza è stata emessa a causa di un'accelerazione della situazione di dissesto del fronte della frana esteso per circa cento metri. Ora a temere il peggio sono i cittadini che abitano a pochi metri dalla frana, che si fa largo tra il Centro sociale e la pompa di benzina. Il sindaco ha, inoltre, annunciato per la prossima settimana un incontro con i rappresentanti regionali della Protezione civile, al fine di varare un progetto immediato e di trovare soluzioni efficienti. Il movimento franoso si era fatto largo durante il periodo pasquale e aveva portato allo sgombero di otto unità immobiliari, tra cui abitazioni e locali, e alla chiusura al traffico delle strade di accesso, per la quale l’amministrazione comunale sta lavorando a una perizia di somma urgenza per una varian- te alternativa che garantisca l’effettuazione di pubblici servizi e gli interventi di eventuali emergenze. Come se non bastasse, altri movimenti franosi si fanno largo nel piccolo comune lucano, in via Commiserazione, adiacente al parco giochi comunale, la viabilità è messa a dura prova a causa del terreno sconnesso, ancor più grave se si pensa che questa stessa strada dovrebbe garantire il funzionamento per il passaggio delle vetture del pronto soccorso. Michele Ungolo [email protected] Altri effetti della frana che da Pasqua sta assediando Stigliano © RIPRODUZIONE RISERVATA IRSINA Domani il secondo mega raduno di auto d’epoca in città Le vecchie signore in passerella IRSINA - Secondo raduno di auto d’epoca a Irsina. Si terrà il prossimo 25 aprile, dopo la prima riuscitissima edizione in considerazione del tema proposto, sicuramente innovativo per il territorio irsinese, quest’anno l’associazione Se Montepeloso, con l’ausilio dei commercianti di Irsina, lo sponsor ufficiale “Imballaggi Policarpo di San Giuliano Milanese”, ha organizzato la seconda edizione, migliorandola in tutti i suoi aspetti. Dall’esposizione dei mezzi, alla filodiffusione Raffaele Policarpo vocale e musicale durante tutto il percorso espositivo; alla novità, dedicata ai più piccoli, rappresentata dalla presenza di alcuni figuranti travestiti da miti di Walt Disney, che si esibiranno lungo tutto il percorso. «In questa edizione -ha spiegato il presidente Raffaele Policarpo- in virtù del fatto di non voler fare un torto a nessuno, la premiazione riguarderà tutte le associazioni presenti alla manifestazione la nostra è un idea che si pone soprattuto l’obiettivo di far conoscere attraverso queste iniziative il nostro paese, alfine di attrarre sempre più visitatori, pertanto in questa manifestazione non c’è una vera e propria competizione, e noi tutti accogliamo con stima e gratitudine coloro che ci omaggiano della loro pre- senza e, soprattutto, delle loro preziose auto e moto d’epoca. L’idea di realizzare un evento di questo genere -conclude– prende vita dalla voglia di affiorare ricordi da trasmette ai più piccoli, proprio attraverso tutti gli anedoti e le storie legate alle automobili e le moto in esposizione lungo Corso Canio Musacchio ad Irsina». Dopo la mattinata, alle ore 13 ci sarà la consueta consegna delle targhe ai partecipanti; dopodiché, grazie al fattivo coinvolgimento di tutti i ristoratori del posto, chiunque volesse approfittare, al costo fisso di venti euro, le strutture recettive del posto, hanno predisposto un menù speciale, che prevede la degustazioni di piatti tipici locali. Mimmo Donvito RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA [email protected] COMUNALI A BERNALDA «Vogliamo rappresentare la novità dopo anni di malgoverno» Barberio avanti senza Forza Italia E’ ufficiale, gli azzurri non appoggeranno la lista di “Patto per la svolta” BERNALDA - Nel “Patto per la Svolta per Bernalda e Metaponto”, sono ancora aperte le trattative per definire le alleanze e la lista, che si presenterà il prossimo maggio per le Amministrative 2014 al Comune di Bernalda. Di per certo le sigle che comporranno la lista, che quasi sicuramente verrà guidata da Vito Barberio, sono Nuovo centrodestra, Fratelli d'ItaliaAn e Patto per la Svolta, mentre per quanto riguarda Forza Italia non c'è stata nessuna stretta di mano. Quindi, come confermato da Barberio, l'alleanza per ora vede i simboli di Ncd, FdI-An e Patto per la Svolta. «Del patto di centrodestra -ha detto Barberio- che porta avanti il mio nome come candidato sindaco, ci sono le sigle con le quali abbiamo stretto un'alleanza e che abbiamo già diramato con comunicati alla città; alleanza che non registra l'avvallo di FI che in questo momento è orfana di un coordinatore cittadino. Noi continuiamo a lavorare per mettere su una squadra che sia la giusta alternativa a un ventennio di centrosinistra che non ha portato nulla di costruttivo per la città, e i numeri negativi sono tutti a conferma di questo. Il nostro tavolo resta aperto e in questi giorni ultimi per la presentazione della lista, stiamo definendo le alleanze affinchè - conclude Barberio- la nostra squadra sia perfetta ed all'altezza per la città di Bernalda e Metaponto». Quindi, Forza Italia non ha aderito alla lista; poi Barberio conferma delle trattative e della quasi definizione della lista che si presenterà alle amministrative di maggio a Bernalda. Nel programma si legge di un momento importante per la città che ha necessità di certezze. Innanzi tutto il «lavoro, l'agricoltura, lo sport, la cultura, l'industria e il turismo. Elementi importati, da mettere in campo e non solo sulla carta -come ha sottolineato Barberioper un rilancio effettivo di Bernalda e Metaponto». Nella parte conclusiva del programma si legge: «Votarci, per il semplice fatto che nessuno negli ultimi 30 anni vi ha fatto vivere la cosa pubblica come vogliamo farvela vivere noi. In più, affinchè gli uffici comunali, siano ancor più efficienti studieremo con i responsabili degli stessi un premio legati a parametri. Con la sana competitività cercheremo anche di creare armonia tra il consiglio e i dipendenti comunali. Con spirito di sacrificio e obiettivi condivisi ed ecologici possiamo uscire dal baratro in cui qualcuno o qualcosa ci ha trascinati». Fabio Sirago Nell’alleanza restano Ncd e Fratelli d’Italia COMUNALI A SAN GIORGIO LUCANO Labollita in duello con i giovani L’ex primo cittadino ci riprova contro una donna “figlia d’arte” SAN GIORGIO LUCANO - Con l'ultimo consiglio comunale, convocato ieri dal presidente, la giunta Cirigliano termina il suo mandato politico. In questi giorni fervono i preparativi per le nuove candidature, in vista del termine ultimo per la presentazione delle liste, prevista per il 26 aprile. Poichè l'intenzione di © RIPRODUZIONE RISERVATA Cirigliano e della sua giunta è di non ricandidarsi alla prossima tornata elettorale del 25 maggio, anche se le operazioni di reclutamento delle nuove leve vengono fatte in gran segreto per non favorire gli avversari; indiscrezioni, ancora non confermate, indicherebbero opposte due liste civiche, una capeggiata da Gennaro Labollita, già noto ai sangiorgesi per aver ricoperto la carica di sindaco in passato, l'altra da Silvia Ventimiglia, che per la prima volta si affaccia al panorama politico sangiorgese, figlia del ben più noto Egidio Ventimiglia, militante storico del partito socialista, che per molti anni in passato ha guidato il paese ricoprendo anche incarichi a livello provinciale. Lo stesso Labollita è figlio della politica del Ventimiglia padre, in quanto lo ha affiancato negli anni del suo operato. Entrambe le liste puntano sulla presenza di giovani, con una percentuale femminile rilevante tra le file della civica Ventimiglia. Per adesso non sono noti i loghi e i nomi delle liste sebbene la lista Ventimiglia è nata da un movimento giovanile presente sul chiamato "cambiamento", così denominato per il gioco di parole cambia-mente che vuole sottolineare la volontà di cambiare la politica che da ormai 40 anni domina la scena sangiorgese. I cittadini sangiorgesi così come conoscono molto bene la politica di Labollita, che in passato non ha prodotti grossi risultati, allo stesso modo sono molto scettici sulla nuova lista, temendo l'inesperienza di questi giovani, tenendo conto anche che entrambi i capolista non vivono stabilmente a San Giorgio seppur hanno garantito la loro presenza. L'attesa è breve, il 26 aprile, con l'ufficializzazione delle liste, finiranno le strategie e necessariamente si dovrà passare al confronto dei programmi in base ai quali i cittadini sceglieranno i propri rappresentanti. Luigi Drogo COMUNALI A ROTONDELLA Già definite le compagini con gli uomini giusti Una grande sfida tra ex sindaci Cucari ed Agresti si fronteggeranno senza altri rivali alla poltrona municipale ROTONDELLA - A Rotondella il quadro si fa più chiaro e soprattutto si semplifica. Quasi certamente non ci sarà, salvo imprevedibili aggregazioni dell'ultima ora, una terza lista. Solo due sfidanti, quelli annunciati: Vito Agresti e Mario Cucari, entrambi già sindaci di Rotondella. Cucari ha fatto tandem con un partito che a Rotondella conta molto, l'Udc, Agresti con un altro cartello importante, quella legato a Pasquale Gentile, fratello di Rosa (Presidente di Acquedotto Lucano e già assessore regionale). Dovrebbe essere una sfida equilibrata; anche perché i due sono stati bravi a comporre squadre che coprono diverse fette di elettorato e una rappresentanza allargata sia alle generazioni che alle diverse aree territoriali del Comune. Nelle competizioni elettorali di Rotondella, si sa, c’è un fattore che pesa tantissimo: il consenso degli abitanti delle aree rurali. I due candidati lo sanno bene e hanno scelto gli uomini in lista anche in virtù di questo. C’è poi la questione giovanile, sempre più sentita negli ultimi anni, anch’essa ben rappresentata. Le candidature non sono state ancora ufficializzate, ma alcuni nomi già cominciano a essere diffusi. Con Mario Cucari dovrebbero Da sinistra Pasquale Dimatteo e Mimmo Cavallo Con Agresti, come è già noto, essere in campo Rudy Marranchelli, in quota Udc, Giulia Pi- sarà in campo Pasquale Gentile, trelli, Domenico Cuccarese, Ve- già designato come vicesindaco turio Viola (uno di quelli che do- in caso di vittoria, in base a un acvrebbero esprimere l'area del Pd cordo di alleanza. Del gruppo dosconfitta alle Primarie, fedele al vrebbe essere parte anche il giopartito ma che cercherà di farsi vane Luigi D’Alessandro, sem“riconoscere” attraverso i voti di pre vicino a Gentile. Tra i giovani preferenza), Nicola Santarcan- in campo anche Cosimo Cavallo gelo, Alberto Manolio e Ma- (detto Mimmo), Laura Pastore rianna Viviani (che dovranno (già consigliere), Pietro Lacatalizzare il voto delle aree rura- guardia e Mario Bianco dovrebli), Salvatore Tufaro e Pasquale bero catalizzare il consenso delle Dimatteo (questi ultimi più vici- campagne. In forse, fino a qualni al sindaco Cucari, e l’ultimo, in che ora fa, c’erano anche i nomi di particolare, catalizzatore di voto Giovanni Gentile e Stefania Bucello. Al netto di possibili camgiovanile). © RIPRODUZIONE RISERVATA Gennaro Labollita biamenti i candidati dovrebbero essere questi, ma ci sono ancora spazi vuoti. Un po’ per l’incertezza, un po’ per non chiudere porte ad aree di consenso o personalità che non hanno ancora trovato espressione. Tra questi ci sono quelli, come Francesco Dilorenzo e Antonio Pastore (già assessori con Vito Agresti), che avevano contribuito ad animare la cosiddetta terza lista a trazione giovanile, poi abortita. Con questo equilibrio anche i posizionamenti dell’ultima ora potrebbero risultare decisivi. Pino Suriano BREVI POLICORO I Barresi Project in concerto A quasi un anno dalla loro ultima esibizione sul palco dell’Absolute Cafè, oggi ritornano a Policoro iBarresi Project.La band è attualmente impegnata nella promozione dell’ultimo lavoro discografico “Dna”, coprodotto da Gruppo Teorema Edizioni, C.n.i. Music e Materiali Musicali, e uscito a fine 2013 in tutti gli store. L’inconfondibile sound dei BPrj è frutto di un innovativo ed originale mix tra world music, elettronica e folk-jazz, con echi cantautorali e progressive, che ne fanno un progetto unico nel panorama nazionale. Leader e front-man del progetto musicale che porta il suo nome è il tursitanoAntonino Barresi, le cui melodie di flauto traverso e ciaramella disegnano atmosfere tipiche della world-music che si spingono fino al funk-blues, poi incalzate dagli arrangiamenti ritmico-melodici e dai “beats electro”, che diventano il filo conduttore che accompagna il viaggio dell’ascoltatore tra stili e generi musicali diversi. AUTOVELOX Una settimana di controlli AL fine di fornire un'adeguata informazione all'utenza, la Polizia Stradale di Matera ed i Vigili urbani hanno predisposto una settimana di controlli con l’autovelox sulle strade della provincia. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Giovedì 24 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] NOVA SIRI La segretaria Bucello: «Puntiamo a una lista forte, tutti sono meritevoli» Comunali, l’accordo ancora non c’è Pd abbottonato sulla scelta del candidato sindaco per il centrosinistra NOVA SIRI - E' alta, anzi altissima la febbre elettorale a Nova Siri. Sono tanti i pretendenti virtuali e non per una candidatura a sindaco in vista delle imminenti elezioni comunali del 25 maggio. Se il centrodestra pare aver già deciso sulla candidatura a sindaco dell'avvocato (di origini rotondellesi) Antonio Acinapura, 40 anni, sposato e padre di cinque figli, il centrosinistra è alle prese con la definizione del programma elettorale. Un ruolo determinante all'interno della coalizione lo gioca, ovviamente, il Partito democratico, che consta di un gruppo consiliare di cinque unità che ha fatto un'opposizione sui contenuti e poco demagogica all'amministrazione uscente di centrodestra guidata dal sindaco Pino Santarcangelo. «Abbiamo non solo il dovere di vincere -ha detto al Quotidiano, Filomena Bucello, segretaria di circolo del Pd, nonché consigliera alla Provincia di Materama anche quello di governare bene il paese. L'amministrazione uscente, purtroppo, criticata da tutti, persino da pezzi importanti che l'avevano sostenuta cinque anni fa, ci lascia un ente in forti difficoltà finanziarie che noi dovremo colmare con impegno e senza gravare sui cittadini, già vessati negli ultimi anni da una tassazione comunale importante. Ciononostante siamo certi di poter superare grazie alle tante personalità ed esperienze politiche e professionali di cui la coalizione di centrosinistra gode, il non facile momento. Vogliamo rilanciare non solo economicamente il Comune, bensì dare fiducia ai cittadini, stabilendo regole uguali per tutti e Filomena Bucello Nel centrodestra resta stabile l’indicazione di Tonino Acinapura pari opportunità. Vogliamo creare un municipio aperto e ristabilire la fiducia della gente nell'amministrazione comunale. Per fare questo stiamo allestendo una compagine coesa e forte, in grado di cogliere tutte le istanze della società senza tralasciare alcuno e dando voce a tutti». Ma il candidato sindaco? Chiediamo. «A noi interessa il progetto -ha risposto la segretaria mantenendo massimo riserbo su ogni probabile indicazione- ci appassiona di più l'approccio ai problemi piuttosto che sui nomi. Il fallimento politico-amministrativo in cui Nova Siri è piombata nell'ultimo decennio, merita un'attenzione non indifferente. Io parlo con la gente, che si lamenta su tutto. Dobbiamo dare subito le risposte che questa ci chiede. Comunque, quanto al candidato sindaco -ha concluso - disponiamo di una rosa talmente ampia che tutti meriterebbero la candidatura a primo cittadino». Sembra che il Pd, a sentire la segretaria abbottonatissima, non intenda fare il nome per non dare vantaggi e punti di riferimento agli avversari. Tornando ad Acinapura qualcuno é pronto a scommettere che non si tratti del candidato sindaco definitivo, ma per ora solo probabile. Se così fosse sarebbe solo il penultimo dopo i nomi di Francesco Gabriele, Valter Basile e Antonio Stigliano, che sono circolati fino a "bruciarsi". Chi sará l'ultimo? Acinapura é un fedelissimo dell'onorevole Cosimo Latronico e appartiene al movimento cattolico Comunione e Liberazione, come Tommaso Simonetti, (che ne é autorevole esponente), il quale, dopo lo strappo con il centrodestra politico ha tenuto a precisare a scanso di equivoci "Io procedo". Tra le indiscrezioni sui suoi candidati pare rientri tra essi anche l'assessore uscente (per pochi mesi), Dino Padula, svincolatosi a "parametro zero" da per usare il gergo calcistico. Ora resta da vedere cosa faranno gli altri assessori uscenti, in particolare Pavese, Suriano, ma anche Tarsia e Toscani e il presidente del Consiglio, Melidoro, sacrificati sull'altare del rinnovamento. Unica eccezione é per Mitidieri, che ha annunciato in tempi non sospetti di voler passare la mano. Pierantonio Lutrelli Nuovi spazi tra “questione Favale” e delusi L’eccessivo attendismo ha compromesso l’intesa PER loro il Pd doveva fare prima: scegliere un candidato sindaco in modo definitivo, condividerlo con decisione e farlo condividere all’esterno, anche agli alleati di una eventuale coalizione. E invece, fino a ieri, quel nome sul piatto ancora non c’era: il Direttivo del partito non lo ha comunicato in modo definitivo, troppo a lungo bloccato sulla “questione Pasquale Favale” (il capogruppo, vincitore delle ultime Primarie, che invece era uscito allo scoperto e rivendicava il diritto a una ricandidatura però non del tutto condivisa in sezione). Tempi troppo lunghi per i potenziali alleati, dal Partito Socialista al Centro democratico, fino all’area che fa riferimento a Michele Laddomata. Tutti, perciò, piuttosto in fibrillazione nei due giorni post-festivi; qualcuno già in dialogo con altre forze. Avevano inizialmente accettato la rivendicazione di autorevolezza del Pd nello scegliere un candidato, ma poi hanno preso atto della sua incapacità di farlo e condividerlo in tempi ragionevoli. E lo hanno fatto capire: difficile, per loro, a tre giorni dalla presentazione delle liste, la scelta di correre al buio, senza il nome del comandante della nave. E così, a un certo punto, hanno cominciato a ipotizzare nuove strade e nuovi nomi. Prima singolarmente, poi, pare, con la convergenza sul nome di un giovane e stimato professionista, Antonello Mele. L’ipotesi, però, non sarebbe andata in porto. A questo punto, perciò, non appare più scontato come prima che queste forze concorrano compatte con la lista civica a trazione Pd. Proprio nel pomeriggio di ieri, del resto, autorevoli esponenti del Partito democratico erano attivi in un’azione di scuoting per intercettare nuovi gruppi di consenso; il che lascia intendere che all’interno della coalizione potrebbe essersi liberato qualche spazio. Molte cose, insomma, sono in evoluzione, e molte potrebbero cambiare in questi ultimi giorni. Anche nell’area opposta, si sa, lo scontento sta facendo sentire il suo peso. Diviene prevedibile un relativo stravolgimento dei posizionamenti, e più di qualcuno domani potrebbe trovarsi in uno schieramento opposto a quello in cui ci si aspettava di trovarlo. Con i gruppi non del tutto compatti, potrebbe profilarsi un certo equilibrio: peseranno l’orientamento dei delusi e le aree di consenso nuove e non ancora posizionate fino a ieri, come il network giovanile di “Scintilla & Futura”, due movimenti giovanili che nei giorni scorsi si sono compattati in un unico cartello potenzialmente rilevante. Resta da vedere, inoltre, se e quanto di questo scontento potrà nutrire il vessillo elettorale issato nelle scorse settimane da Tommaso Simonetti. Saranno giorni di fuoco. Pino Suriano © RIPRODUZIONE RISERVATA NOVA SIRI Aveva nascosto la cocaina negli indumenti intimi, a casa altra droga in alcune scatole Carabinieri, 28enne pizzicato con la droga nelle mutande NOVA SIRI - I carabinieri del Comando Stazione di Nova Siri Scalo, al termine di un’operazione finalizzata al contrasto dei reati connessi alle sostanze stupefacenti e psicotrope, hanno tratto in arresto C.L.F. (classe 1986), incensurato, nella flagranza del reato di detenzione illecita di stupefacenti per un uso non esclusivamente personale. Il fermo è avvenuto venerdì scorso, alle ore 20.30 circa, quando i militari, diretti dal comandante Michele Margherita, nel corso di un servizio di controllo del territorio eseguito nel centro urbano, hanno proceduto al controllo dell’arrestato e di un suo conoscente. Dopo un preliminare controllo finalizzato all’identificazione, insospettiti dall’atteggiamento dei due giovani, hanno proceduto alla perquisizione personale dei due e del veicolo sul quale viaggiavano. L’esito delle operazioni si rivelava positivo relati- Viale Siris a Nova Siri e la droga sequestrata vamente 28enne, il quale aveva occultato all’interno degli indumenti intimi 15 grammi di cocaina, confezionati in un unico involucro. Una successiva e tempestiva attività di perquisizione, eseguita dai militari presso il domicilio dell’arrestato, ha consentito il rinvenimento, abilmente occultati nella sua camera da letto, di ulteriori 3 contenitori al cui interno erano stati celati rispettivamente 5 grammi e negli altri due 1 ciascuno, nonché ulteriori due involucri contenenti il primo 20 grammi di hashish ed il secondo 2 di marijuana. Le operazioni si sono concluse alle ore 3 circa, quando l’uomo è stato tratto in arresto per il reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente, che per modalità di confezionamento e quantità, appariva destinata a un uso non esclusivamente personale. Espletate le formalità di rito, l’arrestato è sta- to tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa del giudizio di convalida dell’arresto su disposizione del Sostituto procuratore della Repubblica presso Tribunale di Matera, Annunziata Cazzetta. Martedì il Tribunale di Matera, nella persona del giudice Angela Rosa Nettis, dopo aver convalidato l’arresto, ha applicato all’arrestato la misura cautelare degli arresti domiciliari. «L’operazione -si legge in una nota dei carabinieri- certifica, ancora una volta, l’incessante impegno dell’Arma nell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio nel Comune di Nova Siri, con particolare attenzione ai reati connessi alle sostanze stupefacenti e psicotrope, che colpiscono le fasce più giovani della società». [email protected] RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO SCANZANO TREMA LE SCORIE CHE NESSUNO VUOLE Giovedì 24 aprile 2014 POKER... ATOMICO L’Europa ci impone di costruire un grande «sarcofago» e sarebbero quattro le regioni candidate ad ospitarlo Ritorna l’incubo del cimitero radioattivo La Basilicata è tra le regioni indicate per ospitare il deposito INCUBO A sinistra la grande mobilitazione dei lucani per fermare la costruzione del deposito di scorie nucleari a Scanzano. In alto l’area individuata per ospitare il sito PIERO MIOLLA l Sarà grande come un campo di calcio ed alto quanto un palazzo di cinque piani. Sono le caratteristiche del nuovo deposito delle scorie nucleari, descritte direttamente dalla Sogin, l’azienda pubblica che gestisce lo scomodo «patrimonio radioattivo» del Bel Paese. L’incubo del sito unico, vissuto sulla propria pelle dai lucani nel 2003, quando il governo Berlusconi individuò le miniere di salgemma tra Pisticci e Scanzano quale sito ideale per seppellire la monnezza nucleare, dunque, torna ad essere vivo. Non è un mistero, infatti, che si stia lavorando alla realizzazione del cimitero radioattivo con la costruzione di un grande sarcofago che dovrà ospitare i rifiuti atomici: una necessità cui l’Italia sarebbe costretta da normative europee. Bruxelles, infatti, obbliga ciascun Paese a gestire in modo autonomo i propri rifiuti nucleari. In realtà, sull’Italia incombe anche la scadenza dei contratti stipulati con Francia ed Inghilterra che, al momento, ospitano una parte delle nostre scorie per riprocessarle, cioè per estrarne plutonio e ed uranio: gli accordi prevedono che, al termine della complessa operazione di riprocessamento, le scorie tornino in Italia. Ancora una volta, quindi, il messaggio è chiaro: fare presto. La fretta, però, è da sempre cattiva consigliera. Più nel dettaglio, il sarcofago che dovrà ospitare le scorie (circa 90mila metri cubi) dovrà conservarle per almeno 300 anni: in caso contrario, potrebbero esserci conseguenze devastanti per l’ambiente e l’uomo. Il termine che ci si è dati è di sette mesi da quando l’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) avrà reso note le direttive per la localizzazione del sito unico: entro questo breve lasso di tempo sapremo dove verrà realizzato il deposito che ospiterà le scorie nucleari. Al momento ci sono solo indiscrezioni. Esse, però, non . sono per niente rassicuranti, visto che tra le aree astrattamente idonee per la realizzazione del mega sarcofago si parla soprattutto di quattro regioni: Basilicata, Lazio, Puglia e SCENARIO Il sito di Scanzano sarebbe ancora «appetibile». In Svezia ci sono Comuni che si candidano Toscana. Insomma, il sito di Scanzano sarebbe ancora «appetibile», anche se dalla Sogin hanno spiegato che nell’individuazione del deposito andranno considerate anche le difficoltà di natura logistica, prima tra tutte quelle legate al trasporto delle scorie. La strategia della Sogin è chiara: l’ammi- nistratore delegato Enrico Casale auspica un modello tipo Svezia, dove gli amministratori di due paesini hanno avanzato autonomamente la propria candidatura, facendosi addirittura concorrenza. Accadrà anche in Italia? Difficile, anche se il territorio che si troverà ad ospitare le scorie avrà in cambio un parco tecnologico e compensazioni sul cui ammontare, però, sarà sempre il governo a decidere. Ed anche se Casale paventa addirittura mille posti di lavoro, tra assunzioni dirette ed indotto, al momento l’unica cosa certa sembra essere un aumento del costo dell’elettricità: Sogin, infatti, si finanzia proprio attraverso due voci della bolletta. Oltre al danno, rappresentato dagli ipotetici danni ambientali ed alla salute dell’uomo, dunque, c’è anche la beffa: sono i cittadini a finanziare l’attività della Sogin, quel colosso di Stato che potrebbe regalare loro la scomoda eredità delle scorie. È stata la madre delle proteste l Il 13 novembre 2003 il governo Berlusconi decise di creare il deposito unico delle scorie nucleari, individuandolo in un’area vicina al mare, a Scanzano Jonico. Nelle miniere di salgemma, ai confini tra il centro jonico e Pisticci, fu deciso di trasportare tutte le scorie nucleari italiane per ovviare alla decisione di non realizzare più 20 depositi sparsi per l’Italia, essendo tale progetto antieconomico. Scanzano fu scelta perché aveva le caratteristiche geologiche ideali per un deposito di profondità. Il 16 novembre la prima manifestazione di protesta: 10mila persone si riversarono a Terzo Cavone, in prossimità del sito, e la 106 Jonica venne bloccata per 25 chilometri. Il giorno dopo venne bloccata la stazione ferroviaria di Metaponto, mentre presidi vennero creati al centro Enea di Rotondella ed al bivio di Pisticci sulla Basentana. Dopo il fallimento di un vertice a Palazzo Chigi, la protesta si estese in Puglia, Calabria e Campania: a Lauria occupata la Salerno-Reggio. Il 19 novembre il consiglio regionale di Basilicata ricorse alla Corte Costituzionale contro il decreto e riclassificò il territorio di Scanzano a media sismicità. Il 23 novembre più di 100mila persone sfilarono, da Policoro a Scanzano, per la più grande manifestazione di tutti i tempi in Basilicata. Il movimento incassò anche l’assist del governatore della Puglia, Raffaele Fitto, che si dichiarò totalmente e fortemente contrario alla scelta. La protesta, poi si spostò a Roma, con numerosi lucani arrivati nella capitale. Il 27 novembre il governo modificò il decreto che individuava Scanzano Jonico come unico deposito nazionale per le scorie radioattive, sprigionando la festa del popolo lucano che festeggiò con caroselli di macchine e la [p.miol.] rimozione dei blocchi stradali. LE INDISCREZIONI DAL BLOG «SU LA TESTA» DI GIANNI LANNES. IL MATERIALE DESTINATO A LATINA LA PROVOCAZIONE PARLA DI UN’OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO Combustibile nucleare per 18 anni a Rotondella Casale choc (Sogin) «Le scorie sistemiamole nei parchi nazionali» l Eni ha fabbricato combustibile nucleare in Basilicata? Con quali autorizzazioni? E per conto di chi? Lo spettro che aleggia sulla nostra regione sembra trovare conferma sul blog “Su la testa”, di Gianni Lannes, che pubblica un reportage sul tema con tanto di documenti ufficiali. I quali attesterebbero come in Basilicata, precisamente a Rotondella, nel centro Enea della Trisaia, «vi sia stato per 18 anni un sito di produzione industriale di combustibile nucleare mimetizzato dentro un centro di ricerca». Più precisamente, nel centro jonico l’Eni avrebbe «fabbricato combustibile nucleare destinato alla centrale atomica di Latina, per produrre plutonio». La centrale di Latina fu costruita dalla Agip Nucleare, del gruppo Eni, e dalla società inglese Nuclear Power Plant Company, su know-how inglese. «Il combustibile per alimentare centrali a grafite come quella laziale – si legge sul blog - era fornito esclusivamente dall’Ukaea, ente di Stato inglese per l’energia atomica. Proprio l’Ukaea, insieme alla Somiren, del gruppo Eni, «il 7 ottobre del 1967 diede vita alla Combustibili Nucleari con quote paritetiche del capitale sociale, almeno fino al 22 aprile 1988 quando l’Agip acquisì l’intera quota inglese divenendone azionista unico. Attività prevista per la società: l’assemblaggio e la fornitura all’Enel del combustibile nucleare necessario per alimentare la centrale a sistema Magnox». Nel luglio 1968, poi, l’Enea (all’epoca Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) «concesse in locazione ad Eni un’area del centro Trisaia, per installarci un impianto per la fabbricazione di combustibile nucleare. Successivamente, Eni cedette il contratto e tutti gli obblighi conseguenti alla Combustibili Nucleari». A questo punto mancava solo l’autorizzazione statale per produrre il combustibile nucleare, arrivata puntuale «il 15 febbraio del 1969. Lo stabilimento di assemblaggio fu costruito dalla Combustibili Nucleari (sede legale a Milano ed operativa a Rotondella) su un terreno di proprietà dell’Enea, sito nel centro Ricerche Enea della Trisaia, in riva al mar BLOGGER Il giornalista investigativo Gianni Lannes . Jonio: su di esso la Combustibili Nucleari ha svolto attività di assemblaggio e fornitura di combustibile nucleare ad Enel per la centrale di Latina». Ora è in liquidazione dal 1994, mentre la licenza di esercizio è stata sospesa nell’aprile del 1988. «L’organico della Combustibili Nucleari è stato assunto in blocco dall’Enea, cioè dallo Stato, nel 1988. Oggi per lo Stato – spiega Lannes - in ragione dei soliti giochi di prestigio, questo fantasma nucleare dell’Eni che ha operato per 18 anni non esiste. La popolazione, però, è obbligata a farci i conti in termini di [p.miol.] salute per sempre». l Le scorie nucleari nei parchi nazionali? La proposta è di Riccardo Casale, amministratore delegato della Sogin, a parere del quale il deposito è «un’opportunità anche per la popolazione locale sia perché l’area avrà un indennizzo che per il parco tecnologico con eccellenze scientifiche» che sarà realizzato. Sul tema, però, il presidente di «NoScorie Trisaia», Felice Santarcangelo ha ironizzato: «Se Casale è convinto di realizzare il deposito nazionale nei parchi nazionali perché non chiede al premier di ospitarlo nel parco della Maremma Toscana o nei pressi del Monte Amiata? In virtù dell’accentramento dei poteri in materia di energia allo Stato, infatti, per Renzi non dovrebbe essere difficile rifiutare la possibilità offerta dalla Sogin con la realizzazione del deposito unico in termini di compensazioni e parco tecnologico e, soprattutto, d’interventi che il paese chiede. Sulla questione – ha proseguito Santarcangelo potrebbe dare manforte la giunta Tosco-Lucana di Pittella-Berlinguer, visto che Pittellla ha già maturato esperienze simili nel Mercure». In realtà, ha precisato il leader di NoScorie «in Basilicata le compensazioni non ci interessano: ci abbiamo rinunciato perché vogliamo che le barre di Elk River vadano via e Sogin lasci l’Itrec a prato verde per favorire lo sviluppo di un centro ricerche che esiste già e che può trasformarsi in una scuola per il mediterraneo sulle energie rinnovabili. Ci interessa realizzare un grande parco per valorizzare e far conoscere a tutto il mondo il secondo patrimonio archeologico italiano: quello Magna Grecia». Infine, Santarcangelo ha preannunciato che «per seguire la vicenda deposito scorie nucleari partirà a breve un osservatorio indipendente, fatto da esperti [p.miol.] ed associazioni». RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Giovedì 24 aprile 2014 IL «TESORETTO» INCHIESTA DELLA PROCURA PASSAGGI DI DENARO Prestito all’avvocato in difficoltà con il «fondo anticrisi» ripianato dal conto della colonia estiva per bimbi bisognosi Movimenti bancari della curia Vescovo sotto torchio in Procura Sotto la lente dei magistrati i 30 conti correnti della Diocesi FABIO AMENDOLARA l I soldi erano di don Antonio Cervino. «Soldi suoi», dice il vescovo. Perché il sacerdote è danaroso. «Non tutti i preti sono... lui ce li ha». Don Agostino Superbo, vescovo di Potenza, testimone dell’inchiesta, spiega al pubblico ministero Francesco Basentini da dove provengono i soldi usati per la carità dopo il prestito da 45mila euro - non rientrato - all’avvocato Sergio Lapenna, ex consigliere regionale. I passaggi della storia sono particolarmente ingarbugliati. Per questo la Procura di Potenza ha deciso di vederci chiaro. E per capire con esattezza da dove provenissero quei soldi ha scoperto che la diocesi di Potenza ha a disposizione 30 conti bancari (alcuni risultati inattivi). E che per coprire il «buco» creato dal prestito all’avvocato (che ha affidato i suoi beni a un amministratore, il quale ha stabilito un piano di rientro con i creditori) il vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, ha chiesto a sua volta un prestito a un sacerdote di Policoro, don Antonio Cervino. Ecco la ricostruzione degli investigatori. Superbo, in merito al prestito all’avvocato, ha rife- rito di non conoscere l’entità della somma e che a don Pasquale Zuardi, l’economo della diocesi, aveva riferito soltanto: «Don Pasquale, fai quello che puoi, tu conosci le nostre casse». Venuto a conoscenza dell’importo del prestito - 45mila euro - e dell’insolvenza dell’avvocato, «chiedeva a sua volta - si legge in un’informativa dei carabinieri - un prestito a titolo personale di pari importo a don Cervino, in modo da non trovarsi in difficoltà per il denaro da destinare alla carità». Don Cervino fa il bonifico. Ma non con soldi suoi, come invece aveva riferito il vescovo. I soldi sono stati spostati dal conto della società Charitas Christi colonia Stella maris di Policoro e sono finiti su uno dei conti bancari della diocesi potentina. Anche quelli erano soldi della Cei? I soldi finiti su quel conto corrente provengono dalle rette che i Comuni pagano per i bambini bisognosi ospitati nella colonia estiva di Policoro. «Pertanto - annotano gli investigatori - non erano su un conto personale». Quel prestito di don Cervino, ha spiegato il vescovo al pm, è servito per non far mancare nulla ai poveri. «Ho chiesto all’amico», ha detto il monsignore. Era solo un anticipo. Poi il buco con molta probabilità lo ripianerà la Cei. Ma nei movimenti bancari, sospettano gli investigatori, c’è ancora qualche passaggio da chiarire. La nota ufficiale della Diocesi «Non erano i fondi dell’8 per mille» Non erano i soldi dell’8 per mille, come spiegato dagli stessi esponenti della diocesi ai magistrati e riportato nei verbali della Procura, ma i fondi «Cei 8per mille Italia 2013 iniziative anticrisi». Lo precisa in un comunicato ufficiale l’Arcidiocesi di Potenza. Ecco la nota. «Nessun prestito è stato elargito con i fondi dell’8 per mille. Pertanto la notizia è destituita di ogni fondamento. I soldi prestati all’avvocato Lapenna sono stati presi da un fondo dell’economato che non ha nulla a che fare con l’8 per mille. Pertanto nessun buco dovuto alla suddetta vicenda è stato appianato con i soldi dell'Opera diocesana Charitas Christi. Tali fondi - in parte già restituiti dalla Caritas Nazionale alla Caritas Diocesana - sono serviti come anticipo per il cosiddetto “Fondo Cei 8xmille Italia 2013 iniziative anticrisi” promosso dalla Caritas Nazionale. Per ogni spiegazione su tale fondo rimandiamo al documento allegato della stessa Caritas dove è spiegata la modalità per accedervi. In pratica per chiedere il finanziamento, le Caritas diocesane dovevano anticipare le spese per attività di carità che poi sarebbero rientrate nel momento in cui, dopo giusta rendicontazione, il finanziamento veniva approvato. Pertanto i soldi chiesti e ottenuti dall’Opera “Charitas Christi” sono serviti come anticipo per il fondo Cei e per altre opere di carità. Sono tante, infatti, le famiglie che ogni giorno bussano alle porte della curia e della Caritas di Potenza per chiedere un aiuto economico. L’Arcidiocesi nel nascondimento che i singoli casi richiedono, non ha mai fatto mancare tale tipo di aiuto. I membri dell’Arcidiocesi che a vario titolo si occupano di tali questioni, sono a disposizione degli inquirenti qualora richiedessero ulteriori chiarimenti». Il «mea culpa» di monsignor Agostino Superbo Le verità del prelato in un lungo verbale di «sommarie informazioni testimoniali» «Per prestare quella cifra all’avvocato avremmo dovuto chiedere un’autorizzazione» VESCOVO Superbo [foto Tony Vece] l Le verità del vescovo di Potenza Monsignor Agostino Superbo - per gli investigatori «sommarie informazioni testimoniali» - sono contenute in un verbale di una decina di pagine. Ecco cosa spiega il monsignore sul prestito da 45mila euro all’avvocato Sergio Lapenna. «La diocesi ha un fondo cassa che io lascio gestire all’economo don Pasquale Zuardi. Il fondo della carità rientra nell’8 per mille e da questo don Zuardi ha preso il denaro da prestare a Lapenna. Lapenna non mi ha specificato la somma di cui aveva bisogno. In genere non elargiamo prestiti ma in questo caso vista la fiducia che nutrivamo la somma è stata prestata. Considerato che il denaro non è stato restituito io mi sono prodigato per reperire il denaro da utilizzare nelle offerte ai poveri chiedendo un prestito personale a un amico. Il denaro me lo ha prestato don Antonio Cervino di Policoro. Io non ho preso alcuna decisione sulla quantità del prestito ma ho solo detto a Lapenna di andare da don Zuardi, chiedendo a quest’ultimo di decidere se elargire o meno il prestito. Se avessi saputo che si trattava di una cifra così alta non avrei prestato il denaro, anche perché sono soldi che provengono da un fondo per la carità. Secondo me per prestare quella cifra avremmo dovuto chiedere l’autorizzazione al Consigio degli affari economici. Il denaro che possiamo prestare non è soggetto ad alcuna limitazione per quanto riguarda la [fab. ame.] carità». Accoppiate vincenti. 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RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO Giovedì 24 aprile 2014 REGIONE IL DEFAULT Il capoluogo ha 100 milioni di euro di frutto di debiti pregressi APPROVATA LA LEGGE DI STABILITÀ debiti, e di tagli ai finanziamenti statali Passa il «Salva Potenza» avrà 9 milioni di euro Parte dei soldi presi dai fondi per l’abbassamento delle bollette Al CONSIGLIO Ancora un’altra lunghissima giornata dedicata all’approvazione della legge Finanziaria [foto Tony Vece] ANTONELLA INCISO l Come Catania. Come Roma. Fedele al clichè dei provvedimenti finanziari regionali Potenza ottiene, anche quest’anno, i soldi che la salvano dal default. Nove milioni di euro che arrivano con l’approvazione di un emendamento presentato dal suo ex primo cittadino ed attuale consigliere regionale Vito Santarsiero. Un atto «dovuto» secondo alcuni, «un atto particolarmente significativo» per il consigliere Santarsiero. Perchè «da un lato istituisce un fondo per tutti i paesi lucani al fine di garantire i principali servizi per i cittadini, nonché per sostenere quelle amministrazioni che svolgono funzioni sovracomunali, e dall’altro riconosce il ruolo e le emergenze della città di Potenza, con un finanziamento straordinario di 9 milioni di euro in due anni proprio per meglio garantire quelle funzioni e quei servizi che la città rende ai suoi cittadini e alle cinquantamila persone che quotidianamente giungono nel capoluogo per vari motivi». Tuttavia nonostante il risultato non sono pochi i consiglieri che puntano il dito contro il provvedimento ed avvertono che «la fiducia forzata» su quella decisione (maturata dopo non poche fibrillazioni nella maggioranza e il ritiro in “zona Cesarini” di un emendamento del giovane consigliere Robortella che chiedeva la ripartizione dei IL SÌ Il Consiglio approva l’emendamento del consigliere Santarsiero soldi tra tutti i comuni della Basilicata) non può essere considerata un successo pieno. Semplicemente, perchè parte della maggioranza è stata costretta a «rinfoderare le sciabole» per disciplina di coalizione ed a votare per «fede» come sottolinea il consigliere Galante «più che per convinzione». E poi perchè la partita non è ancora definitivamente chiusa. O meglio è chiusa sull’assegnazione della posta finanziaria (5 milioni di euro per il 2014 e 4 per il 2015) ma non sulla voce da cui sono stati recuperati i finanziamenti. Parte di quei soldi destinati al capoluogo, infatti, provengono dal fondo di accantonamento per il servizio idrico integrato e sono diretti ad Acquedotto lucano che - come spiega il consigliere d’opposizione, Gianni Rosa - li deve utilizzare «per il potenziamento del servizio e per abbassare le tariffe agli utenti». «Se non si recupereranno nell’assestamento di bilancio, quindi, sa- I consiglieri discutono sulle modifiche ai fondi per lo sport [foto Tony Vece] APPROVATO LO STANZIAMENTO PER LA SOCIETÀ SPORTIVA LUCANA Sì ai 100mila euro per il Melfi calcio . ranno soldi presi ai cittadini e dati al Comune di Potenza» taglia corto Rosa, evidenziando la necessità di recuperare a luglio quelle somme. L’avvertimento, quindi, è lanciato. Il «Salva Potenza» passa, ma sul futuro si dovrà affrontare la questione diversamente. E passa l’intera legge di bilancio, manovra finanziaria di circa 3 miliardi e 700 milioni di euro, con un limite massimo di indebitamento di oltre 97 milioni. Tra i provvedimenti adottati l’aumento dell’Irpef per i redditi superiori a 55 mila euro (0,50 per cento) e 75 mila euro (1,10 per cento), ma con l’esclusione delle famiglie con due figli a carico. E, poi, l’introduzione di un aumento dell’Irap (dal 3,9 al 4,9 per cento) per le imprese che di occupano di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica e di estrazione e trasporto di petrolio greggio e di gas naturale e servizi connessi. l «Melfi calcio» non è scritto da nessuna parte, ma che quei 100mila euro, o parte dei essi, siano destinati alla società sportiva del Vulture lo capiscono tutti. Perchè è - al momento l’unica società sportiva professionistica sul territorio lucano, perchè con la sua partecipazione al campionato di Lega Pro potrà promuovere l’immagine della Basilicata. Il «Melfi calcio» incassa il sostegno regionale grazie all’approvazione dell’emendamento che prevede uno stanziamento di 100mila euro per le società sportive che contribuiscono a promuovere l’immagine della regione. Un sì a maggioranza arrivato dopo non poche fibrillazioni e dopo una mediazione che ha portato all’eliminazione dall’articolo dell’indicazione «professionistiche» per un più semplice «società sportive» (una scelta legata anche alla preoccupazione che la norma venisse successivamente ritenuta incostituzionale, non potendo per legge le Regioni prevedere sponsorizzazioni). Ora quei soldi gli serviranno per sostenere le spese per il prossimo campionato, forse per le trasferte ed i viaggio. E poco importa che si tratta del 10 per cento dell’intero fondo per lo sport, come ha spiegato il consigliere Rosa. Perchè di fronte a quei 100mila euro il governatore ha assicurato che in fase di assestamento si cercherà [a.i.] di aumentare il plafond dell’intero Piano per lo sport. PROVVEDIMENTI IL PROGETTO COLLEGATO AD UN EMENDAMENTO SULLA VALORIZZAZIONE DELL’AREA DEL VULTURE CHE METTE INSIEME MELFI, ATELLA E RIONERO Monticchio, funivia tra i 2 laghi Sì del Consiglio anche all’istituzione di una commissione sulle royalty e a un piano rifiuti l C’è la funivia che collegherà i laghi di Monticchio e il monte Vulture, c’è la commissione speciale che si occuperà delle royalty, ci sono i nuovi indirizzi in materia di rifiuti. Comporta interventi in tutti i settori ed in tutti i territori la lunga «maratona» del Consiglio regionale per approvare la Finanziaria. In particolare, ad essere approvato all’unanimità è stato l’emendamento proposto dai consiglieri Pietrantuono (Psi), Castelgrande (Pd), Mollica (Udc) e Pace (Gm) sulla valorizzazione e la promozione dell’area del Vulture. Nel dettaglio, nella norma Monticchio viene inquadrato come nucleo centrale dell’offerta turistica dell’area del Vulture, e attraverso accordi di cooperazione tra i comuni di Melfi, Atella e Rionero, si cercheranno di potenziare i flussi turistici verso il vulcano con la creazione di funivie tra i due laghi di origine vulcanica. Un nuovo modo per attrarre turisti, ma anche una scelta che viene vista come «un valore aggiunto rispetto alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019» e che deve portare - secondo i consiglieri firmatari - la Giunta «a reperire risorse finanziarie sufficienti a sostenere un progetto complessivo di rilancio del Vulture». A maggioranza, invece, è stato approvato l’emendamento firmato dai consiglieri Cifarelli, Giuzio (Pd), Romaniello (Sel), Galante (Ri), Bradascio (Pp) e Pietrantuono che prevede l’istituzione di un «Commissione speciale sull’utilizzo delle royalties». «Il Consiglio regionale – si legge nel dispositivo – preso atto dell’articolato dibattito sul Collegato al bilancio sul tema dell’utilizzo delle royalties derivanti dalle estrazioni petrolifere, impegna la Giunta regionale ad istituire ai sensi degli articoli 44 e 45 del regolamento consiliare una Commissione spe- SCENARIO I laghi di Monticchio . ciale con il compito di studio, valutazione ed elaborazione di proposte sullo stato di attuazione degli accordi sottoscritti ed utilizzazione delle royalties petrolifere». Questo avverrà senza costi aggiuntivi e la Commissione, composta da consiglieri di tutti gli schieramenti, dovrà concludere i propri lavori entro 180 giorni dalla data dell’ istituzione. L’intera questione rifiuti e la sua riorganizzazione è al centro di un altro ordine del giorno a firma dei consiglieri Pietrantuono , Cifarelli, Robortella, Spada, Castelgrande, Giu- zio, Santarsiero, Polese (Pd), Bradascio, Pace, Benedetto (Cd), Romaniello, Rosa (Lb.Fdi) e Galante. «Considerato che si attende ancora la definizione del Piano regionale di gestione dei rifiuti ed una nuova legge regionale di regolazione della materia – si legge nel dispositivo - e visto che in occasione delle bonifiche delle Sin Val Basento e Tito Scalo, sarà opportuno predisporre le necessarie misure di stoccaggio funzionali al contenimento dei materiali derivanti dalle bonifiche, occorre scongiurare gestioni emergenziali in materie sensibili per l’incolumità pubblica e possibili aumenti di costi a carico della collettività». Per questo la Giunta dovrà «predisporre entro il 30 maggio 2014 un’apposita relazione, puntuale e circostanziata, sullo stato attuale del ciclo dei rifiuti in regione con particolare riferimento ai Piani provinciali dei rifiuti adottati e non approvati, ai residui di capienza volumetrica nelle discariche in esercizio, allo stato delle procedure in atto riguardanti gli ampliamenti autorizzati o in via di autorizzazione, alle percentuali di raccolta differenziata». Oltre ad una più celere «verifica sui tempi di realizzazione del Piano regionale, sulla sua realizzazione e sugli obiettivi di raccolta differenziata a regime, sull’impiantistica prevista e sui costi». Una volta ultimata la relazione verrà portata in aula entro il 30 giugno 2014; mentre entro il 31 dicembre sarà presentata una legge regionale organica sulla materia e la proposta di Piano. Prima di tali date, però, entro il 15 giugno saranno proposte soluzioni normative anche provvisorie per scongiurare situazioni emergenziali. Come quelle che potrebbero essere provocate dal raggiungimento della capienza massima delle quantità dimensionali autorizzate per gli impianti già in esercizio sul territorio lucano. [a.i.] RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Giovedì 24 aprile 2014 POLITICA GLI SCENARI Fibrillazioni e tensioni in attesa della delle liste che avverrà VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE presentazione entro mezzogiorno del prossimo 26 aprile VOTO DISGIUNTO E tra prese di posizioni e tensioni compare anche l’ombra del voto disgiunto per il candidato sindaco Centrosinistra, fuoco sotto la cenere Prova di muscoli tra le anime Pd. Pittella tace e i suoi ufficializzano il legame col Psi ANTONELLA INCISO l Nel Centrosinistra tornano a soffiare i venti della divisione, alimentati dalla guerra intestina nel partito democratico. Non è un episodio isolato la dura presa di posizione degli antezziani e dei minori di Realtà Italia contro le decisioni prese dagli uomini di Marcello Pittella, di sostenere il candidato sindaco del Centrosinistra, Luigi Petrone. Dietro c'è una strategia studiata a tavolino per far uscire allo scoperto gli esponenti più autorevoli del partito, per far capire prima della presentazione delle liste posizionamenti e «apparentamenti». In attesa di comprendere fin dove si spingeranno i fedelissimi di Maria Antezza sulle amministrative nel capoluogo, non solo i pittelliani ma tutti i dem quindi, devono fare i conti con un atteggiamento di aperta ostilità che lascia aperti pochi spiragli per una ricomposizione (con tanto di riflessi anche in Consiglio regionale). E che può avere come conseguenza estrema, se non la presentazione di una lista, quanto meno il sostegno al candidato sindaco «dell’Altro Centrosinistra» scelto con le primarie, Roberto Falotico. Certo, molti degli interrogativi e molte delle perplessità si chiariranno entro sabato, quando le liste saranno ufficializzate, quando i collegamenti saranno confermati. Sino ad allora, e forse anche dopo, però, sarà una «prova di muscoli». Esattamente come quella che si è consumata con la nota di Bradascio, Giuzio e Galante. Uno «strappo» che - secondo indiscrezioni - è solo il primo di una serie di segnali che si avranno almeno sino alla fine della settimana se non oltre (tra cui, secondo alcuni, l’ufficializzazione del voto alla primarie dell’Altro Centrosinistra espresso da un esponente pittelliano). Certo, ufficialmente, nessuno parla. Tace il presidente Pittella che a più di qualche autorevole esponente dem avrebbe confidato di «non voler dire nulla sulle amministrative» e di «volere stare fuori dalle elezioni nei comuni». Si limita a poche parole il consigliere Giuzio sottolineando di «appoggiare il suo candidato nella lista del partito democratico», non commenta il consigliere di Realtà Italia, Paolo Galante. A parlare, invece, sono gli atti. Come l’ufficializzazione dell’intesa tra i pittelliani che fanno riferimento a Polese e il Partito socialista. Una scelta che porta alla presentazione di una lista unitaria proprio alle amministrative nel capoluogo, conferma l’appoggio a Luigi Petrone, ma soprattutto ridisegna il quadro delle alleanze all’interno del Centrosinistra lucano. Certo da chiarire è la questione rinnovamento, condizione ritenuta indispensabile da Polese, ma che si scontra apertamente con la scelta dei dem di ricandidare tutti i consiglieri comunali uscenti, compresi quelli con più di tre legislature. In questo scenario, però, da definire è soprattutto se l'ala dura degli antezziani sia del tutto sicura di voler compiere l’ultimo passo: ossia sfilarsi dal Centrosinistra, appoggiare apertamente Falotico insieme a Realtà Italia e Italia dei Valori, e lavorare ad un’ipotesi di voto disgiunto in modo da evitare di incorrere nelle «sanzioni» del partito. Il tema è delicato, anzi delicatissimo, e nessuno sembra intenzionato ad affrontarlo apertamente. «Aspettiamo la presentazione delle liste» commentano fonti dem, ma in lontananza proprio l’ombra del voto disgiunto sembra essere il nuovo incubo che agita i sonni del Centrosinistra in vista delle amministrative nel capoluogo. PIAZZA SEDILE Il Municipio del capoluogo. Si vota il 25 maggio prossimo per il rinnovo del consiglio comunale Valvano (Psi) «Un’unica lista per dare un segnale di unità alla città di Potenza» l «Non è una semplice intesa elettorale ma qualcosa di più. È un'integrazione su visioni politiche e amministrative comuni, su progetti che riguardano la città capoluogo e l’intera comunità regionale che ci ha convinto a costruire una lista di candidati collegata al candidato sindaco Luigi Petrone. Dopo che il Centrosinistra si era perso sull'indecisione intorno alle primarie, soprattutto per le questioni interne al Partito Democratico, il PSI e Potenza Democratica, hanno deciso di presentare un'unica lista per dare un segno forte di unità alla città di Potenza e soprattutto per condividere il rinnovamento delle classi dirigenti». È quanto sostiene in una nota il seSEGRETARIO PSI gretario regionale del Psi, Livio ValLivio Valvano vano. «Socialisti e democratici sono insieme per iniettare all'alleanza la spinta riformista e l’energia rinnovatrice, indispensabile per governare in una diversa direzione la città capoluogo continua il segretario - una direzione che recuperi relazioni con il territorio e che sappia aggiornare i servizi ai nuovi . bisogni, forti anche del coinvolgimento di giovani e donne, professionisti, imprenditori e funzionari che mettono al servizio della comunità potentina capacità e saperi». «Siamo insieme per un progetto politico per Potenza, che guarda all’Europa e al Pes, con la consapevolezza di aver scelto la via della responsabilità, anteposta a quella più egoistica della conquista di postazioni di potere che è ancora presente trasversalmente nella testa di singoli esponenti politici aggiunge Valvano - L’incombente stato emergenziale delle casse comunali e la necessità di un cambiamento ci chiamano tutti a responsabilità, non si può determinare un governo cittadino affliggendolo prima con i conflitti interni alla coalizione. Per le stesse ragioni, però, non bisogna temere il cambiamento». «Non bisogna aver paura di cambiare rotta nella amministrazione della città capoluogo, anzi- conclude l' esponente politico - I cambiamenti intorno a noi ci costringono ad una continua rivisitazione di visioni e strategie e sicuramente Potenza oggi ha bisogno di novità, di rinnovamento negli uomini e nella politica. Per questo contribuiremo alla costruzione di un programma del centrosinistra, che recepisca le nostree istanze, quelle sul ruolo della città capoluogo di regione e su una nuova visione urbana di città che ne valorizzi i punti di forza». Faccia a faccia Cannizzaro-De Luca salta l’ultimo tentativo di mediazione MASSIMO BRANCATI l Si sono incontrati solo loro due in una stanza del palazzo del consiglio regionale. L’estremo tentativo di trovare una mediazione per arrivare alle elezioni compatti, con un unico candidato sindaco del centrodestra. Un confronto molto franco, quello di ieri pomeriggio tra Michele Cannizzaro e Dario De Luca, volutamente organizzato a quattrocchi per evitare condizionamenti e ingerenze di una politica che non è riuscita a trovare la quadra. Il centrodestra, resta spaccato: da una parte Forza Italia, Ncd e Udc appoggiano Cannizzaro, dall’altra Fratelli d’Italia e Popolari per l’Italia che spingono per De Luca. I due si erano lasciati con l’impegno di incontrare le rispettive sponde politiche per sondare se ci fossero ancora margini di mano- vra da mettere a frutto al più presto. Ma tra i sostenitori di De Luca c’è un gruppo di «ultras» che non ha voluto analizzare le ragioni dell’unità, chiudendo all’ipotesi di un’intesa. Posizione che il capogruppo regionale Gianni Rosa traduce in un didascalico: «Non è successo nulla. Tutto come prima». Oggi, insomma, De Luca si presenterà alla città con la coalizione che lo sostiene, «L’altra Potenza», costituita da Fdi, Popolari per l’Italia e una lista civica. L’appuntamento è nel teatro Principe di Piemonte, alle 18. Alla manifestazione parteciperanno i novantadue candidati delle tre liste, i leader di partito e dirigenti nazionali e locali. De Luca molto probabilmente riferirà dell’ultimo incontro avuto con Cannizzaro e spiegherà le ragioni politiche e culturali della INCONTRO Dario De Luca e Michele Cannizzaro, candidati sindaco del centrodestra. Si sono incontrati per tentare una mediazione in extremis [foto Tony Vece] . sua candidatura. Accennerà al programma elettorale ed introdurrà i temi della campagna elettorale della sua coalizione. La scelta di denominarla «L’altra Potenza» ribadisce l’idea di una forte discontinuità con modelli politici usurati, con prassi e sistemi di potere logori. «De Luca - sottolineano Gianni Rosa e Aurelio Pace - realizza l’idea di un cambiamento radicale e nel contempo di una forte suggestione: i vecchi schemi sono superati. Il problema non è solo vincere ma «liberare» la città dalla mediocrità, dall’arroganza e da forme di potere più o meno «occulte», dove non si capisce bene cos’è la sinistra e cos’è la destra. Questi ultimi vent’anni hanno segnato il declino di Potenza. La mortificazione dei potentini». Comune La presentazione delle liste La presentazione delle candidature alla carica di sindaco e delle liste dei candidati alla carica di consigliere comunale con i relativi allegati deve effettuarsi presso la segreteria generale del Comune, Palazzo di Città-piazza Matteotti n. 1 dalle 8 alle 20 di domani e dalle 8 alle 12 del 26 aprile. Sul sito del Ministero dell'Interno e sull'home page del Comune di Potenzaè pubblicata l'edizione 2014 delle «Istruzioni per la presentazione e l'ammissione delle candidature». Per accelerare le operazioni di ammissione delle liste bisogna presentare, su supporto informatico, oltre alla documentazione prevista dalle istruzioni ministeriali: l'elenco dei candidati alla carica di consigliere comunale con luogo e data di nascita; il contrassegno di lista la descrizione del contrassegno di lista riportato. RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Giovedì 24 aprile 2014 ENERGIA E AMBIENTE QUEI PALI DELLA DISCORDIA LE RAGIONI DEL NO Il progetto interessa anche Costa della Gaveta. Timori per l’inquinamento acustico e i campi elettromagnetici PROTESTA Gli abitanti e i titolari di un centro ippico in contrada Piani del Mattino si oppongono alle pale eoliche [foto Tony Vece] La «guerra» del vento a Piani del Mattino Un comitato di cittadini si schiera contro il nuovo parco eolico EMANUELA FERRARA l Lo definiscono mini-eolico. Chi, però, ha tentato di vederci chiaro ed approfondire la questione, ha scoperto che di mini c’è solo il nome. L’impatto ambientale è decisamente macro. Ecco dunque spiegato il motivo della nascita del comitato spontaneo. Cittadini ed associazioni sportive, operanti nella zona Costa della Gaveta e Piani del Mattino, uniti per dire no alla costruzione del parco eolico già approvato e di prossima nascita. Sia chiaro, informano i cittadini, niente in contrario alla cosiddetta «energia pulita». Il problema risiede tutto nelle ricadute che impianti simili potrebbero avere sulla vita quotidiana e sulle attività commerciali. La chiamano difesa della salute e dell’ambiente perché qualcosa, secondo il loro ragionamento, non quadra. Si sente tanto parlare di mini-eolico, produzione di minor quantitativo di energia e minori beghe burocratiche da affrontare per la messa in opera di tali impianti, in realtà a livello visivo non c’è nulla di diverso rispetto a quanto siamo abituati a vedere. Il comitato spontaneo «cittadini di Piani del Mattino», in una riunione operativa atta al raccoglimento di firme, ha spiegato tutte le criticità riscontrate. È vero che quello previsto nelle zone citate sarà un parco di mini-eolico, con potenza generata di 60 kw, ma è pur vero che le macchine sono quelle adoperate per generazioni energetiche superiori. Una pala eolica di questo tipo arriva ad un’altezza che si aggira attorno ai 40 metri. Ora, altezza a parte, quello che preoccupa i cittadini non è solo il deturpamento ambientale ma anche, e soprattutto, l’inquinamento acustico e i campi elettromagnetici procurati dagli impianti. La messa in opera di tali impianti riguarda, e riguarderà nel futuro più prossimo, aree densamente popolate. Senza contare, dicono sempre i membri del comitato, che si tratta di zone ricchissime dal punto di vista faunistico. Istallare queste pale eoliche comporterà, oltre al disturbo per la popolazione residente, l’abbandono di alcune specie di animali da quella zona. Una perdita che nessuno vorrebbe affrontare. La richiesta è delle più semplici. Si è proceduto ad informare anche i cittadini di contrada Botte e di contrada Dragonara per unirsi sotto un unico comitato. L’intento è portare l’istanza in Comune, affinché l’amministrazione non proceda con le autorizzazioni necessarie per il prosieguo dei lavori. Lo chiamano «scempio» e provano a darne una connotazione precisa. L’associazione sportiva «centro ippico Riding Star» ha fatto, ad esempio, un elenco det- La scheda Impianti non superiori ai trenta metri Quando si parla di mini-eolico si fa riferimento a tutti quegli impianti di piccole dimensioni, generalmente non superiori ai 30 metri, che consentono di produrre energia elettrica sfruttando la fonte rinnovabile vento. Grazie a questi aerogeneratori di dimensioni ridotte, si può ottenere l’approvvigionamento elettrico necessario per uso domestico o per piccole imprese, risparmiando su consumi e costi proprio perché in grado di funzionare anche a regimi ventosi ridotti. L’ultima tendenza, però, è quella di considerare mini-eolico anche macchine potenzialmente in grado di produrre, grazie alle loro dimensioni, un quantitativo di energia maggiore. TRACCIATO Cominciati i lavori di installazione [foto Tony Vece] tagliato di ciò che la costruzione del parco comporterebbe. Il centro ippico si occupa di tecnica equestre, doma ed addestramento cavalli, nonché di attività ludiche e, a breve, di ippoterapia (si è in attesa dei certificati per iniziare le attività con i diversamente abili). La zona in cui sorgono i campi addestramento e lavoro è interessata, ad una distanza di 100 metri, dalla realizzazione prossima di impianti eolici. Tale condizione, spiegano il presidente ed i soci di Riding Star, è incompatibile con le attività svolte dal centro, considerata la natura di “preda” del cavallo, animale sensibile a rumori e movimenti. I rischi sarebbero reazioni incontrollabili degli animali con possibilità di causare danni a chiunque frequenti il centro, bambini e disabili compresi. Se non verranno revocati i permessi già dati e ne verranno concessi ulteriori, Riding Star sarà costretto ad interrompere le attività. Al momento sono state raccolte un centinaio di firme ma con ogni probabilità il numero è destinato a crescere nei prossimi giorni. È diventata, dicono, una questione vitale. Tutti sono a favore di uno stile di vita sano e responsabile ma i cittadini di queste aree discutono proprio i principi di «sanità» e «responsabilità» legati ai parchi eolici. La loro sarà un’aspra battaglia di cui, sicuramente, si sentirà ancora parlare. UNIVERSITÀ OGGI A POTENZA UN CONVEGNO DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE UNIVERSITARIA «GEOBAS» Economia e geologia per creare posti di lavoro l Si può creare lavoro sviluppando la vocazione turistica del patrimonio geologico? Stando agli esempi di alcune regioni d’Italia, sembra di si. Anche la Basilicata ha ampi margini di crescita turistica, ma deve attivarsi. È questo il tema centrale del convegno, aperto al pubblico, dal titolo Econgeo, che si terrà oggi all’Università degli Studi della Basilicata, nell’Aula A4 di Scienze (plesso di Agraria), dalle 9 alle 18. L’evento, finanziato dall’Ateneo lucano, è un progetto dell’Associazione culturale universitaria GeoBas, in collaborazione con GeoBas-Italia (Associazione Culturale di ricerca e divulgazione delle Geoscienze), Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale) e Progeo (Associazione Europea per la Conservazione del Patrimonio Geologico). Circa 10 gli interventi previsti nel programma di lavori, in cui docenti e neolaureati esporranno geositi noti e non del territorio, le loro potenzialità e alcuni casi di studio. Come valorizzare il patrimonio geologico? «Basta individuare le grandi bellezze del territorio e poi renderle fruibili ai turisti», afferma Fabio Olita, studente di geologia e coautore del convegno. «Invito tutti i cittadini ad essere presenti alla manifestazione perché è soprattutto a loro che ci rivolgiamo. Crediamo che conoscere le potenzialità geo-turistiche lucane sia il primo passo per creare sviluppo e lavoro in questo campo» aggiunge infine Olita. La giornata si aprirà e chiuderà con un tavolo tecnico di politici e amministratori locali (assessore regionale Aldo Berlinguer, i consiglieri Vincenzo Robortella, Francesco Pietrantuono e Mario Polese), ai quali verranno comunicati spunti e istanze di promozione dei geositi: luoghi di grande valore geologico ed estetico. Trampolino di lancio della geologia come nuova forma di green economy, il convegno pubblico Econgeo porta una doppia firma. Gli autori dell’associazione Geobas hanno coinvolto i colleghi della Facoltà di Economia, con lo scopo di dare corpo a richieste e valutazioni più concrete, coerenti e fattibili. «Esistono ampi margini di crescita turistica in Basilicata», spiega Angela Lisanti, coautrice del progetto e laureata in economia all’Unibas, «la domanda dei turisti è sempre più orientata alla riscoperta dei luoghi naturali e incontaminati, ma per soddisfarla c’è bisogno di impegno, programmazione e approccio trasversale». Secondo Aurelio Abbruzzese, presidente dell’associazione promotrice GeoBas «la scommessa con il pub- blico è che chiunque sceglierà di passare qualche ora con noi domani scoprirà un volto nuovo e sorprendente della Basilicata, convincendosi dei vantaggi multisettoriali che il geoturismo porta: tutela e valorizzazione del territorio, protezione delle risorse naturalistiche, zero ricadute ambientali e massimo profitto per la comunità lucana. Sembra un paradosso ma è proprio così». MACCHIA ROMANA In alto il plesso universitario che ospita anche la facoltà di Agraria . SABATO IN UN INCONTRO Prelievi di acqua ad Avigliano «Punto zero» li rende pubblici l Dopo aver scatenato un putiferio con l’analisi delle acque di Tito, tra denuncia di inquinamento e risposta di Arpab e Asp che hanno rassicurato i cittadini, l'associazione Progetto Earth G Basilicata-Punto 0 della nostra Terra allarga il suo raggio d’azione e coinvolge altri comuni della Basilicata. Al fine di condividere e approfondire pubblicamente, con cittadini e amministratori locali, importanti elementi di riflessione sullo stato effettivo di salubrità dell'acqua pubblica a seguito delle analisi effettuate di recente ad Avigliano, organizzano un incontro che si terrà presso l’aula consiliare del Comune di Avigliano sabato prossimo, alle 18. Interverranno, tra gli altri, l’ing. Silvana Baldantoni, presidente dell’associazione «Punto Zero» e il tentente Giuseppe Di Bello. La conferenza stampa, moderata da Francesco Giordano, è stata convocata per rendere noti i dati riguardanti le analisi condotte dall’associazione alle acque potabili di rubinetto ad Avigliano, i rischi provenienti dalle acque non in linea con il d.lgs. 31/2001, ben chiari alle associazioni ambientaliste ma ancora sconosciuti alla popolazione. «Quando a rischio è la potabilità dell'acqua - dice Baldantoni - è a rischio la salute di un'intera comunità. Quando le istituzioni preposte al controllo ed alla tutela della salute dei cittadini non danno risposte certe e verificabili, ognuno di noi ha il dovere di concorrere alla ricerca della verità per garantire la salvaguardia del bene comune». Si apre così un altro fronte destinato ad accendere ulteriori polemiche sulla reale qualità dell’acqua in Basilicata. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I VII Giovedì 24 aprile 2014 FINANZIAMENTI L’INCHIESTA DELLA PROCURA EX CONSIGLIERI REGIONALI Tra gli indagati ci sono due ex consiglieri regionali: Pasquale Robortella e l’allora presidente del consiglio Prospero De Franchi COINVOLTI I FUNZIONARI Secondo l’accusa i funzionari e gli istruttori delle pratiche hanno fatto sì che ottenesse i finanziamenti anche chi non aveva diritto L’iter burocratico I controlli erano duplici L’Unione europea finanziava l’imboschimento di terreni. E in tanti avevano presentato la domanda di ammissione. Le pratiche, tramite i patronati, venivano trasmesse all’Arbea per l’istruttoria. L’Agea avrebbe dovuto fare le verifiche e disporre il finanziamento. I controlli quindi erano duplici. Secondo l’accusa però le pratiche erano passate comunque, nonostante i beneficiari non avessero i requisiti. Addirittura in qualche caso gli investigatori ritengono che non esistessero proprio le piantagioni. I controlli sono stati effettuati tramite foto aeree e satellitari. I fatti risalgono agli anni 2008-2011. E nel mirino della Procura sono finiti i beneficiari, coloro che hanno presentato le pratiche, i funzionari che le hanno istruite e approvate e anche chi avrebbe dovuto controllare. La materia è spinosa e sono insorte non poche contestazioni da parte degli indagati. le altre notizie ANCORA UN INCIDENTE Due persone ferite sulla «Potenza-Melfi» n Ancora un incidente sulla famigerata «Potenza-Melfi». Il terzo nel giro di una decina di giorni di cui uno mortale. Stavolta per fortuna il sinistro ha fatto registrare... soltanto due feriti lievi. L’incidente quasi nello stesso punto dove sono accaduti gli ultimi due, cioè tra Melfi e Rapolla. Ieri nel tardo pomeriggio, forse complice la pioggia, o forse l’alta velocità, un’auto deve essere sbandata andando a cozzare contro un’altra vettura. Come detto per fortuna le conseguenze non sono state tragiche con soli due feriti leggeri. Il traffico è rimasto interrotto per un’ora circa per permettere la rimozione dei veicoli incidentati. Sul posto oltre a Polizia e carabinieri anche il «118» e i vigili del fuoco. ARBEA L’ente regionale che eroga i finanziamenti Ue in agricoltura [foto Tony Vece] Fondi Ue per i rimboschimenti Undici le persone indagate Sbotta De Franchi: «Ulteriore errore investigativo. Le mie piante esistono» l Sono complessivamente undici gli avvisi di conclusione delle indagini sui contributi europei per il settore agricolo, notificati nei giorni scorsi dalla Squadra mobile di Potenza e dagli agenti del Corpo forestale dello Stato ad alcuni funzionari pubblici, ex consiglieri regionali e imprenditori. Secondo quanto si è appreso a Potenza, gli avvisi di conclusione delle indagini si riferiscono a un’inchiesta della Procura della Repubblica sui finanziamenti dell’Unione europea per l’agricoltura e la forestazione percepiti da alcune aziende e da alcuni imprenditori. L’accusa: frode alla Ue sui finanziamenti per i rimboschimenti. Secondo la Procura le pratiche per i finanziamenti sarebbero passate nonostante l’assenza dei requisiti. Gli indagati: Pasquale Robortella, PRATICHE SISTEMATE Secondo l’accusa gli imprenditori hanno ottenuto i finanziamenti senza avere i requisiti ex consigliere regionale, Prospero De Franchi, ex presidente del consiglio regionale, suo fratello Antonio Sergio De Franchi, Ermanno Pennacchio, dirigente Arbea (ente regionale che eroga i finanziamenti europei in agricoltura), Gerardo Lovito, ex funzionario di Confagricoltura, Eugenio Tropeano, ex funzionario di Confagricoltura, Giovanni Votta, imprenditore agricolo, Tommaso Romeo, imprenditore agricolo, Fortunato Giannuzzi, informatico, Rosa D’Acquaro, imprenditore agricolo, Francesco Giuseppe Guarino, dipendente Agea (l’ente nazionale che si occupa dei finanziamenti europei in agricoltura). «Ben due controlli hanno confermato l’esistenza delle piante nella mia proprietà», sbotta Prospero De Franchi, contattato in serata dalla Gaz- zetta. Sostiene De Franchi: «Ho ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini relativamente al rimboschimento realizzato in agro di Spinoso e Guardia Perticara. Sono sorpreso e ritengo che ci sia stato un ulteriore errore di indagine. L’impianto - precisa Prospero De Franchi - è stato collaudato nel giugno del 2009 e successivamente controllato e riconosciuto esistente, con piante attecchite, attraverso sopralluoghi e controlli operati da Agea di Roma nel luglio del 2009 e dicembre 2012. C’è anche un sopralluogo effettuato dal mio tecnico nel marzo del 2009 che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori. Sono sereno ha concluso De Franchi - e fiducioso che la magistratura accerterà la completa estraneità mia e di mio fratello alle contestazioni mosse». IL CASO DIVERGENZE CON LA PRESIDENTE GENTILE SULLA CONDUZIONE DELLA SOCIETÀ l Poche righe ufficiali pubblicate sul sito istituzionale della Regione: il componente del consiglio di amministrazione di Acquedotto Lucano, Giovanni Mussuto, ha rassegnato le dimissioni dalla carica. Mussuto - spiega la nota diffusa da Al - era stato eletto nel Cda di Acquedotto Lucano dall'assemblea dei soci del 5 aprile 2012. Cosa abbia determinato questa scelta non è dato saperlo. Mussuto rinuncia d’un botto a 50mila euro l’anno e si sgancia da una poltrona nell’era in cui amministra- tori e politici si farebbero amputare le gambe piuttosto che abbandonare il posto di comando. Ecco perché fanno ancora più rumore le dimissioni di Mussuto che di fronte alla nostra richiesta di spiegazioni preferisce trincerarsi dietro il «no comment». La decisione di gettare la spugna potrebbe essere legata a tensioni tra lo stesso Mussuto e la presidente Rosa Gentile. Tra i due sarebbero volati stracci nel corso di diversi Cda. C’è chi, all’interno di Acquedotto Lucano, parla di diverbi piuttosto accesi, di litigi a voce alta. Mussuto non aveva mai fatto mistero della sua avversione verso una gestione «monocratica» dell’ente. Non condivideva il modus operandi di Gentile. Ma su cosa in particolare c’erano divergenze? Questioni di bilancio? Di personale? E se c’entrasse l’inchiesta portata avanti dalla Dda di Potenza? Sono ancora in corso le indagini scaturite due anni fa da alcune denunce che descrivevano le «relazioni» in base alle quali sarebbe stato possibile ottenere una «segnalazione» per un posto di lavoro e svelavano le «amicizie» che avrebbero «garantito» un «aiuto» per uno dei lavori Fiat Melfi, dall’Acm disdetta accordi n Il consorzo Acm – che raccoglie le 13 aziende dell’indotto dello stabilimento di San Nicola di Melfi della Fiat – ha annunciato ieri sera ai sindacati, durante una riunione svoltasi a Napoli, il recesso dagli accordi a partire dal prossimo primo luglio. Lo ha reso noto il segretario regionale della Basilicata della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola, che ha partecipato alla riunione insieme a rappresentanti della Fiom nazionale, e di Fim, Uilm, Fismic e Ugl: «Noi – ha spiegato De Nicola – abbiamo chiesto che non si proceda ad azioni unilaterali ma che si percorra la strada della discussione sugli aspetti produttivi ed occupazionali». Nelle 13 aziende del consorzio lavorano 1.650 persone: «La volontà di Acm di giungere ad un nuovo accordo più in linea con il punto di vista della Fiat – ha aggiunto De Nicola – è chiara, ma deve essere altrettanto chiaro che i lavoratori devono essere garantiti». SCONTRO Nelle foto a sinistra Giovanni Mussuto, dimissionario dal Cda, e Rosa Gentile Mussuto lascia il Cda di Acquedotto Lucano MASSIMO BRANCATI L’ANNUNCIO A NAPOLI . da affidare. Gli investigatori stanno cercando di accertare se qualche intervento esterno abbia «turbato» le gare d’appalto. Probabilmente Mussuto contesta a Gentile un approccio discrezionale rispetto alla gestione di un ente che è la prima stazione appaltante della Basilicata. Accu- sa che avrebbe più volte sollevato nel recente passato. Dopo giorni di riflessione e di travasi di bile, Mussuto ha deciso di rompere gli indugi e di lanciare un segnale forte, di rottura, lasciando il consiglio di amministrazione. Naturalmente ci si aspetta da lui una spiegazione chiara, inequivocabile sulla sua decisione. La prossima assemblea dei soci potrebbe essere il momento e il luogo giusto per argomentare i motivi che lo hanno indotto a dissociarsi dalla conduzione dell’ente. Aprendo la strada a congetture dal sapore giudiziario. RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA POTENZA Giovedì 24 aprile 2014 CARTOLINE ANCHE DALLA BASILICATA SARANNO INDIRIZZATE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI «Benefici anche a pensionati incapienti e lavoratori precari» La campagna di mobilitazione presentata ieri da Spi Cgil, Fnp Cisl eUil PENSIONATI LUCANI I segretari regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, hanno illustrato ieri a Potenza i termini della protesta dal titolo «Caro Matteo noi non stiamo sereni» ALESSANDRO BOCCIA l Ci saranno anche cartoline dalla Basilicata indirizzate al presidente del consiglio Matteo Renzi per chiedere al governo nazionale risposte serie e strutturate sui temi principali della piattaforma rivendicativa unitaria, a cominciare dal lavoro, per continuare poi con lo sviluppo, la tutela del reddito, l’occupazione, il welfare pubblico e solidale, la legge sulla non autosufficienza, la lotta agli sprechi e ai privilegi e l’estensione delle riduzione delle tasse anche ai pensionati. L’iniziativa, attuata in tutta Italia, ha per slogan «Caro Matteo noi non stiamo sereni», che è diventato anche un hashtag da usare sui social network, e rientra nell’ambito della campagna nazionale di mobilitazione, che i segretari regionali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, Nicola Allegretti, Enzo Zuardi e Vincenzo Tortorelli, hanno illustrato ieri a Potenza. Una campagna che sarà articolata in numerose iniziative sul territorio attraverso una raccolta firme e l’invio di una cartolina da consegnare al Presidente del Consiglio entro il mese di giugno, in occasione di una manifestazione che sarà organizzata a Roma. «All’indomani delle promesse – hanno spiegato i segretari lucani delle tre organizzazioni sindacali - arrivano le amarezze, e i pensionati di Basilicata sono i primi a non aver apprezzato le parole di Renzi sui famosi 80 euro. Esclusi dai proclami del premier, che ha annunciato di voler aiutare i lavoratori dipendenti con stipendi inferiori ai 1500 euro mensili, i pensionati non ci stanno e chiedono di estendere anche a loro, ai lavoratori precari e agli incapienti i nuovi benefici». Dati alla mano, i sindacati, hanno ricordato che «un terzo dei lucani non riceve alcun bonus poichè si tratta di pensionati, che subiscono quindi un danno da far presente al governo, e il 28 per cento vive con circa 400 euro al mese». Alla conferenza stampa hanno anche partecipato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, i quali hanno sottolineato come «il governo nazionale da un lato ha la buona intuizione di rilanciare i consumi interni con l’operazione 80 euro, ma dall’altra riducendo la platea dei beneficiari limita la funzione anticiclica della scelta». Per questo Genovesi, Falotico e Vaccaro invitano i pensionati, i giovani e i lavoratori «a sostenere la raccolta firme, che verrà attuata sul territorio, anche attraverso iniziative mirate davanti alla sede della Regione Basilicata, delle Prefetture di Potenza e Matera, e nei maggiori comuni lucani». POTENZA TITO SCALO L’iniziativa sostenuta anche da IdV «In tanti nella soglia di povertà» «L'iniziativa dei sindacati dei pensionati lucani ha un significato particolare racchiuso in pochi dati: per i 147mila pensionati residenti in Basilicata il reddito pensionistico medio è stato nel 2012 di 12.670 euro l'anno; il divario di quanto percepiscono i pensionati lucani e la media nazionale è di circa 240 euro al mese, nei confronti dei residenti in Lazio è di quasi 430 euro al mese». A sostenerlo è Italia dei Valori che con la segretaria regionale Maria Luisa Cantisani aggiunge: «se pensiamo che ci sono da noi migliaia di pensionati che percepiscono fra i 500 e i 600 euro, ci rendiamo conto che costoro vivono nella soglia di poverta». «Noi – dice il segretario nazionale dell'IdV, Ignazio Messina - stiamo raccogliendo le firme per un proposta di legge d'iniziativa popolare volta, fra l'altro, a rivalutare al costo della vita le pensioni che valgono almeno cinque volte il minimo. Prevediamo anche di coprire i buchi previdenziali per tutti i giovani precari e per le partite Iva mono committenti e di distinguere nel bilancio Inps la previdenza dall'assistenza, cosa che non ha fatto l'Istat nella sua rilevazione». «Inoltre - sottolinea Messina - proponiamo di reperire risorse immediate stabilendo un tetto alle pensioni d'oro per i parlamentari, i consiglieri regionali, i manager pubblici. Costoro devono restituite al Paese una parte dei privilegi di cui hanno goduto per anni. Dai dati Istat emerge l'enorme discriminazione verso le donne che fruiscono solo in minima parte delle pensioni d'anzianità ed hanno una pensione media annua inferiore di circa mille euro rispetto a quella degli uomini». GLI ADDETTI EX AUCHAN SARANNO IMPIEGATI DALLA «IPER POTENZA» ENTRO IL PROSSIMO MESE DI MAGGIO «Sì all’assunzione dei 39 lavoratori» È stato il rappresentante dell’Europa Cash, ieri in Regione, a fornire la notizia positiva l Un sospiro di sollievo per i dipendenti dell’Auchan di Tito scalo dopo l’annuncio della chiusura del sito. Si sono concluse positivamente le trattative in corso tra la proprietà immobiliare e la società Iper Potenza Srl. Quest’ultima avvierà «la propria attività negli stessi locali in cui esercita Europa Cash fino al 30 aprile l’attività di ipermercato presso la struttura del Polo acquisti Lucania di Tito Scalo». È quanto comunicato dal rappresentante della società Europa Cash nel corso dell’incontro che si è svolto ieri mattina presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata, convocato dall’assessore Raffaele Liberali per una verifica della situazione occupazionale e produttiva dell’azienda commerciale. Dal tavolo, al quale hanno partecipato, oltre all’assessore e la Task Force Occupazione della Regione, i rappresentanti di Confesercenti Potenza, Iper Potenza Srl, Filcams – Cgil, Fisascat UN BANDO DEL GAL VULTURE-ALTO BRADANO Un marchio collettivo per la «Podolica lucana» AUCHAN Vertenza risolta a Tito Scalo Cisl, Uiltucs – Uil e Uil, è emerso un dato positivo per il futuro dei lavoratori sancito nel verbale della riunione: «La Iper Potenza Srl – si legge – all’unico fine di consentire una ricollocazione dei lavoratori licenziati che attenui l’impatto sotto il profilo occupazionale, al momento dell’avvio della propria attività – GENZANO prevista entro fine maggio 2014 – manifesta la propria disponibilità ad assumere ex novo i lavoratori già in forza alla società Europa Cash (39 unità lavorative) in maniera graduale fino all’apertura dell’esercizio, a condizione – condivisa da parte delle organizzazioni sindacali e dai singoli lavoratori interessati – che la stessa avverrà al di fuori degli ambiti di operatività dell’art. 2112 contratto collettivo, con esclusione di ogni forma di responsabilità solidale e di continuità con il precedente rapporto di lavoro». La società ha inoltre manifestato la disponibilità ad assumere anche i due lavoratori assunti ex legge 68/99. Le parti – conclude il verbale sottoscritto – nel prendere atto positivamente della conclusione della vertenza, concordano che i 39 lavoratori saranno assunti con un nuovo contratto di lavoro in linea con il Ccnl di categoria con le stesse mansioni e livelli di inquadramento, in maniera graduale ed entro il mese di maggio». DISARMARONO ETTORE BRUSCELLA VENOSA le altre notizie SE NE PARLA OGGI Tito, competenze dell’ Unione Europea n I centri EuropeDirect della Basilicata, in collaborazione con Sviluppo Basilicata, la Regione Basilicata e l’associazione Basilicon Valley, hanno accolto l’invito della Commissione Europea a lanciare sul territorio Lucano tre dibattiti sul futuro dell’Unione Europea. Dalla giornata odierna dalle ore 10.45 si svolgerà a Tito, presso il centro per la creatività Cecilia, il primo di questi dibattiti e affronterà il tema relativo alle competenze dell’Unione Europea. DEL «CAMPANIA» DI NAPOLI La strage di Natale 2011 ricordata La Fanfara dei carabinieri con i premi alla Benemerita festeggia i Padri Trinitari Per qualità dei prodotti e immagine del territorio Riconoscimenti a Vincenzo Servedio e Sebastiano Troia L’Istituto ha celebrato il 45^ anniversario l Avvicinare il cliente ai prodotti e ai territori in cui si originano, attrarre i consumatori attraverso la creazione di un’esperienza, sostenere lo sviluppo dei territori attraverso i dei prodotti di punta dell’agroalimentare, dare attenzione a piccole realtà produttive mettendole a sistema, tra loro e con gli altri anelli della filiera. C’è tutto questo dietro l’obiettivo della creazione di un marchio collettivo della Podolica lucana, fortemente voluto dal Gal Sviluppo Vulture Alto Bradano che ha indetto un bando pubblico aggiudicato da un Ati (Associazione Temporanea di Imprese) composta da Confagricoltura Basilicata e Tab Consulting. «Il mercato dei prodotti Podolici ha un alto potenziale di crescita ma occorre organizzare la filiera – ha detto il presidente del Gal Sviluppo Vulture Alto Bradano, Francesco Perillo –. E’ quindi necessario lavorare ad un progetto di sistema per favorire una maggiore tutela dell’origine e della qualità dei prodotti e promozione dell’im- magine dei territori, un sostegno allo sviluppo della commercializzazione. È è il segnale di come, nonostante la crisi, si possa fare quadrato intorno a chi ha voluto continuare a scommettere su un mestiere difficile, puntando su una razza che ha sempre rappresentato una assoluta eccellenza del territorio». L’azione di marketing territoriale si svilupperà mettendo in rete le piccole realtà produttive esistenti in Basilicata e utilizzando un marchio collettivo per valorizzare la qualità dei prodotti. Non solo ma anche il legame, forte e indissolubile, con i territori, e la storia di quei caparbi allevatori che non hanno mai mollato, nonostante il rischio di estinzione della razza. Con il marchio collettivo si tutela il territorio e alcuni dei suoi prodotti di eccellenza, favorendo uno sviluppo delle aree locali e aumentando la competitività delle produzioni, per cercare nuovi sbocchi sui mercati. Ma si punterà anche al turismo enogastronomico. l GENZANO. Una strage quella operato nell’ospedale San Carlo di della vigilia di Natale del 2011 che ha Potenza. In questi giorni a distanza segnato profondamente il centro di ben due anni e quattro mesi da bradanico. Quel 24 dicembre è stato quel terribile fatto di sangue, la strail più brutto della storia genzanese. ge della Notte di Natale è tornata Persero la vita, crivellati di colpi, alla ribalta per la premiazione degli madre e due figli. Il triplice omicidio appuntati scelti della stazione cacompiuto per rabinieri di Genquestioni di vicizano che appunnato da Ettore to in quella sera Bruscella, di vigilia disarall’epoca 77 anni, marono il Bruda tempo protascella. La pregonista di liti con miazione di Vinla famiglia Mencenzo Servedio e chise, che gestiva Sebastiano una lavanderia, Troia è avvenuta al piano terra in a Potenza presso via Vulture. Aril comando promato di un fucile vinciale dell’ArPREMIATO L’appuntato Servedio ma. Il tutto in ocsemi-automatico, il pensionato, casione della viossessionato dai vapori e dalla can- sita in Basilicata del generale di corna fumaria della lavanderia, uccise po d’armata Franco Mottola. Il coMaria Antonietta Di Palma, 55 anni, mandante interregionale carabie i suoi figli Maria Donata (30) e nieri «Ogaden» ha espresso il suo Matteo Menchise (28). Si salvò il ca- «vivo apprezzamento per le attività pofamiglia, Leonardo Menchise, 61 delle stazioni dell’Arma, quelle più anni, che colpito ad una gamba fu a contatto con i cittadini». [a.mass.] CELEBRAZIONE La fanfara dei Cc ieri a Venosa l Concerto ieri a Venosa, all’interno del teatro «Lovaglio», della fanfara dell’Arma dei Carabinieri di stanza presso il 10^ Battaglione «Campania» di Napoli. I musicisti, in grande uniforme, si sono esibiti deliziando, oltre alle autorità presenti, anche tutta la cittadinanza con un vasto repertorio che ha già entusiasmato migliaia di piazza italiane. Il concerto è stato organizzato per festeggiare il 45^ anniversario del locale Istituto dei Padri Trinitari, diretto da padre Angelo Cipollone, che offre [a. bocc.] assistenza e formazione ai giovani disabili. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I IX Giovedì 24 aprile 2014 BENI CULTURALI DOPO IL BOOM DI PASQUETTA UN INTERESSE CHE CRESCE Una fila lunga un centinaio di metri all’ingresso. Due mila i visitatori. De Rosa: «Siamo pronti a presentare un progetto di gestione» «Apriamo il Castello nei fine settimana» La proposta dal web stimolata dalle visite guidate del Fai IN CODA PER ENTRARE La fila di visitatori in attesa dell’ingresso nel castello Tramontano. I più interessati erano i materani. Hanno fatto da ciceroni gli studenti delle quarte classi del Liceo classico. In alto, nella foto di Genovese un’altra veduta della fortezza militare mai ultimata EMILIO OLIVA l Trent’anni fa qualcuno progettava di farne un osservatorio per astrofili, senza fare i conti con l’inquinamento luminoso. Oppure se ne parlava come sede di mostre e musei tematici. E ancora oggi c’è chi vorrebbe riproporvi il museo della tortura emigrato altrove, sottovalutando le difficoltà di accesso che lo rendono fruibile, e con grandi cautele, solo per piccoli gruppi di visitatori. Ma alla stragrande maggioranza il castello Tramontano o, per meglio dire, ciò che esiste di una fortezza militare mai ultimata, piace così com’è. L’interesse e la curiosità per questo monumento simbolo della città, collocato in un invidiabile punto panoramico, circondato dal verde, sono in continua crescita. Per quattro volte il Fai, Fondo ambiente italiano, ha organizzato visite guidate in primavera contribuendo a far conoscere un sito che è rimasto chiuso e inutilizzato per troppo tempo. A Pasquetta si calcola siano state circa due mila le persone che sono riuscite a entrarci, guidate da studenti delle quarte classi del Liceo classico. Un record. La fila di materani e turisti, anche stranieri, in attesa, per dieci ore di seguito, è stata lunga un centinaio di metri. Molti hanno rinunciato e non si sa quando potranno avere l’opportunità di tornarci. Ma ora anche dal «popolo» dei social network viene la richiesta di favorire le visite al castello. È Antonio Serravezza, fondatore e animatore del gruppo di Facebook “Sei di Matera se... “ a lanciare la proposta di «aprirlo al pubblico almeno ogni fine settimana e/o nei giorni festivi». Vuol dire che l’iniziativa del Fondo ambiente ha colpito nel segno. «È come chiedere ad una persona innamorata di baciare la fidanzata», scherza Giuseppe De Rosa, capo della delegazione materana del Fai, che si batte per «sdoganare» il castello Tramontano dal patrimonio di beni sotto chiave. «I materani sono curiosissimi di conoscerne la storia. Al di là di leggende e schiocchezze fondate sullo ius primae noctis o sull’esistenza di gallerie e cunicoli», chiarisce De Rosa. Sulle favole costruite intorno al castello hanno giocato molto le guide abusive. Ma più in generale, almeno per ciò che concerne lo ius primae noctis, cioè il diritto del feudatario a trascorrere la prima notte di nozze con la sposa del proprio servo della gleba, è la diceria popolare ad aver fomentato l’odio contro il tirannicida, il conte Gian Carlo Tramontano. «Le diavolerie delle gallerie da cui avrebbe potuto fuggire – precisa ancora De Rosa – si spiegano con l’esistenza del camminamento dell’acquedotto. Esisteva già dal 1250 la rete che dalla collina del castello portava l’acqua alla fontana in piazza. Poi la condotta fu fatta ampliare da monsignor Sigismondo Saraceno, che la rese più funzionale e nel 1832 la vecchia fontana degradata fu sostituita dall’attuale». A Pasquetta la postazione del Fai, che con i contributi volontari dei visitatori ha incassato quasi tre mila euro, ha ricevuto la visita del sindaco Salvatore Adduce e in questa occasione riferisce De Rosa – è stato fatto il punto sui lavori destinati a consolidare e mettere in sicurezza il castello. «All’interno sono conclusi. Si tratta di sistemare le adiacenze, a cominciare dal fossato. Un’operazione assolutamente necessaria perché il posto è incantevole, oltre a godere di un microclima favorevole», spiega De Rosa. Il Fai vorrebbe che il progetto fosse portato a termine e ha evitato finora di metterci il cappello scontato e abusato di Matera 2019. «Il Comune ha pronti 700 mila euro per ultimare i lavori. Si attende però il via libera della Finanziaria che dovrà consentirne l’utilizzo. Noi – assicura De Rosa – siamo pronti a presentare un progetto di gestione, che non sarà in perdita, ma dimostrerà che la cultura può produrre economia». PARERI IN CITTÀ SEDE LEGALE MA NON OPERATIVA Apt a Matera: tanto rumore per nulla? l Nonostante l’ottimismo di Cosimo Muscaridola, segretario del Pd cittadino, che esprime «piena soddisfazione per la decisione del Consiglio regionale di spostare l'Azienda di Promozione territoriale della Basilicata da Potenza alla città dei Sassi», il movimento “Matera si muove” gela gli entusiasmi. Il gruppo, infatti, sottolinea che «non possiamo non registrare il sostanziale svuotamento, di fatto, di questa significativa decisione con il trasferimento della sola sede legale a Matera. Il trasferimento dell’Apt a Matera era e rimane un fatto di intelligenza politica ,prima ancora di un riequilibrio oggettivo territoriale tre le due Provincie . Leggere in questi giorni le prese di posizione di taluni consiglieri regionali potentini contrari a trasferire l’Apt a Matera, e da ultima la decisione politichese di trasferirne solo la sede legale ,sta a significare la mancanza di coraggio politico ,ma soprattutto di poca lungimiranza nel non comprendere che tali posizioni e decisioni a metà, certamente non rafforzano lo spirito identitario - unitario di un Regione già fortemente messa in discussione dai processi economici e di revisione costituzionale. Il riequilibrio territoriale tre le due province - secondo “Matera si muove” - è una necessità anche per la sopravvivenza della stessa Potenza capoluogo di regione e non certo può o poteva bastare il solo trasferimento della sede legale dell’Apt». Insomma, per il movimento, spostare la sola sede legale dell’Apt e non quella operativa serve davvero a poco. Tanto rumore, e pubblicità, per nulla? ASSISTENZA AMBULANZA, UNO SPORTELLO DI ASCOLTO E PROGETTI PER LA SOCIALIZZAZIONE ECONOMIA PREVISTA L’OFFERTA DI UN PERCORSO FORMATIVO La nuova associazione sarà operativa con dieci volontari La Camera di commercio incentiva e supporta la nuova imprenditorialità Un «Raggio di sole» porterà servizi a disabili, anziani e agli ammalati CARMELA COSENTINO l Offrire servizi di assistenza ai disabili, agli anziani, agli ammalati. Garantire il trasporto in ambulanza h24 grazie all’accordo con la Croce Bianca Matera e uno sportello di ascolto per il sostegno morale, e realizzare progetti didattici, artistici e formativi. Sono queste le finalità dell’associazione di volontariato “Raggio di sole” presentata ieri mattina nella sala Arrigoni del Palazzo di Città. Un incontro a cui hanno partecipato il sindaco Salvatore Adduce, l’assessore comunale alle Politiche sociali, Simonetta Guarini, il presidente del Consiglio comunale, Brunella Massenzio, e Antonio Giordano, presidente onorario dell’Associazione. A spiegare come è nata l’idea di istituire l’associazione, è Pietro Aresta, fondatore e presidente. «Per 20 anni – ha detto – ho lavorato al servizio degli altri. Poi ho deciso di creare una mia as- sociazione culturale ricreativa e socio assistenziale, con lo scopo di offrire alle persone meno fortunate una serie di servizi garantiti da un team di professionisti composto da infermieri, psicologici e guide turistiche. Un sogno che avevo da anni nel cassetto e che sono riuscito a realizzare con il contributo di Smaldone turismo e Croce Bianca Matera che garantirà il servizio di ambulanza h24». I giovani volontari dell’Associazione, in tutto 10, garantiranno assistenza infermieristica a domicilio e ospedaliera, il disbrigo delle pratiche amministrative non solo a Matera ma anche nella provincia, e assistenza fiscale e legale. Attivato anche uno Sportello di ascolto per garantire sostegno morale alle persone in difficoltà, aperto il lunedì mattina, dalle 9.30 alle 12.30 mentre il martedì nelle stesse ore si potrà richiedere la consulenza infermieristica. La sede dell’Associazione è in via San Pardo 100. Gli orari di apertura sono dal lunedì al RAGGIO D’AZIONE Infermierieri a domicilio e in ospedale, disbrigo di pratiche VICINO AI DEBOLI Pietro Aresta, fondatore e presidente dell’associazione “Raggio di sole” venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e il pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30. Oltre ai servizi previsti dall’Associazione e in fase di attuazione, Aresta ha in cantiere un altro progetto il “Dopo di noi”. «Si tratta – ha aggiunto Aresta – di un progetto rivolto ai ragazzi che hanno perso i genitori. L’obiettivo è quello di aiutarli, di offrire loro un valido sostegno e un punto di riferimento». Per ricevere informazioni contattare il numero di telefono 342 / 755.08.90 oppure vistare il sito www.raggiodisolemt.it. Il sabato e la domenica il personale è reperibile solo al numero 329 / 737.51.00. l Imprenditori con una idea valida e supportata, perché diventi impresa, da servizi diversificati e di qualità. Con questo obiettivo la Camera di commercio promuove il progetto “Servizi integrati reali per la nuova imprenditorialità” (Sirni) rivolto ad aspiranti imprenditori. Si può aderire, consultando il bando sul sito www.mtcamcom.it , in scadenza il 16 maggio. Il progetto, che punta a promuovere la nascita di nuove imprese, partendo dalla formazione e dalla redazione del business plan fino alle agevolazioni creditizie per chi arriverà a concretizzare davvero l’idea di impresa, è stato realizzato con il contributo dell’Unione Nazionale delle Camere di commercio e del Ministero dello Sviluppo Economico, e avviato in collaborazione con le Camere di commercio di Rieti, Campobasso, Cuneo, Frosinone, Latina, Lecce, Matera, Po- tenza, Teramo, Viterbo e l’Unione Regionale Umbria. «Il progetto – ha detto il presidente dell’ente camerale materano, Angelo Tortorelli – offre una opportunità e un percorso concreti a quanti intendono realizzare una iniziativa imprenditoriale, fruendo di una fase formativa e di assistenza che consentirà loro di far crescere l’impresa con l’utilizzo di strumenti innovativi». Tra i partecipanti al percorso formativo che avranno avviato un’attività di impresa, verranno selezionati fino ad un massimo di 40 potenziali beneficiari di contributi. Le domande di adesione e i relativi allegati vanno inviati all’indirizzo email [email protected] o consegnati a mano al CESP - Azienda Speciale della Camera di commercio entro il 16 maggio. Per maggiori informazioni, tel. 0835 / 33.84.37. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Giovedì 24 aprile 2014 DENTRO LA CITTÀ TEMA CHE CONTINUA A DIVIDERE COSA È CAMBIATO INTANTO Adesso c’è un nuovo proprietario ma non può più muovere neppure un dito se non andando contro la legge Volevano capire Perchè a Villa Longo hanno fatto ricorso Due casalinghe e un pensionato. Poteri forti? Sono residenti di Villa Longo. Quando hanno appreso che davanti a casa loro sarebbe sorto un palazzo di cinque piani più attico, si sono chiesti che fine avrebbe fatto il verde, la cui sistemazione attendevano da anni. Qualcuno, spiegò loro che sarebbe stata sistemata a verde l’area contigua all’ex mulino Alvino e, quindi, a conti fatti il verde non sarebbe diminuito. Non capivano i residenti, però. Perchè il verde che avevano sotto casa avrebbero dovuto andarlo a cercarlo altrove, lontano da lì? Così, hanno iniziato a discutere tra loro. Civismo, niente altro. Se si vuol enfatizzare, questa immagine ne potrebbe richiamare un’altra, quella di Wang Weilin, il ragazzo di piazza Tienanmen che si parò davanti ai carri armati per fermarli. Anche i residenti di Villa Longo si sono opposti a una «gioiosa macchina da guerra». Non è la stessa cosa. Ma forse significa che non c’è potere, per quanto granitico, che non possa essere messo in discussione. È un male questo? [p.d.] VIA DANTE I lavori in corso a Villa LOngo. A lato, foto d‘epoca e più recenti del mulino Alvino Che pasticcio quel cantiere tra via dei Bizantini e via Dante Lavori bloccati anche all’ex mulino, il Tar ha dato ragione ai cittadini PASQUALE DORIA l Rimane l’argomento del giorno e, con tutta probabilità, se ne parlerà ancora a lungo. Si tratta di un permesso a costruire rilasciato dal Comune senza previa discussione in Consiglio comunale, assemblea sovrana in materia di decisioni urbanistiche. Il permesso a edificare, che è stato annullato dal Tar di Basilicata nelle scorse ore, autorizzava il costruttore e lo abilitava a trasferire i volumi dell’ex mulino Alvino sull’area verde di via Dante, angolo via dei Bizantini, praticamente a ridosso del quartiere «Ina Casa» di Villa Longo. Un palazzo di cinque piani più attico che ai residenti della zona non è piaciuto dal primo momento. Lo considerano una sorta di saracinesca calata sulla loro serena quotidianità, turbata da una decisione che non li ha visti minimamente coinvolti. Ma loro non si sono lasciati im- AL POSTO DEL PASTIFICIO L’Accademia della farina figura anche tra i progetti indicati nel Dossier 2019 pressionare. Sono andati avanti, hanno presentato ricorso e il Tar ha detto che le loro perplessità non erano per niente infondate. L’iniziativa, per la cronaca, è strettamente legata al destino dell’ex Mulino Alvino, che si trova alla fine di via Marconi, al rione Piccianello. Qui sono stati abbattuti i silos e altre parti dell’impianto produttivo per rilocarle, per trasferirle nella parte nord di via Dante. Nel sito dell’ex Mulino si sarebbe dovuta realizzare, secondo le intenzioni progettuali annunciate, una sorta di accademia della farina. Un tentativo di promuovere quello che la cultura dei cereali ha rappresentato soprattutto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per Matera, che allora era uno tra i poli pastai più rinomati d’Europa. Iniziativa che è stata proposta anche tra i punti di forza del Dossier Matera 2019 e che adesso, per quante proroghe del per- messo a costruire abbia collezionato fino ad oggi, in realtà, è un iter bloccato, perchè bisogna rispettare la sentenza del Tar, che ha revoca ogni permesso a edificare. Nel frattempo, l’immobile ha cambiato anche proprietà, e la cosa s’ingarbuglia ulteriormente, perchè l’ente locale dovrebbe mantenere in atto un «percorso contrattuale» con il vecchio proprietario (il condizionale è d’obbligo), mentre quello nuovo non può più muovere neppure un dito, se non andando contro la legge. Un pasticcio di notevoli dimensioni, non c’è che dire, che mette in guardia sulle modalità dei permessi a costruire da concedere in base alla legge 106, il piano casa Due almeno per il futuro. Anche se, a quanto pare, altri ne siano stati già concessi, per esempio in via Tacito, non lontano dalla sede dell’Istituto tecnico industriale, seguendo la stessa procedura seguita per l’ex Mulino Alvino. IL PRECEDENTE NELLA SEDUTA DEL 10 SETTEMBRE DEL 2012 SI ESPRESSERO 17 CONSIGLIERI COMUNALI È meglio coinvolgere di più i cittadini e ascoltare anche i consiglieri comunali l Dialogare un poco di più con i cittadini non è mai tempo perso. Forse anche con i consiglieri comunali. Del resto qualche volta il tentativo è stato fatto, ma non da tutti. Per esempio, nella seduta del 10 settembre del 2012, diciassette di loro un precedente interessante perchè la mozione, facendo riferimento anche ad altre esperienze già maturate altrove, si richiamava alla rilevanza dei fenomeni di delocalizzazione, «come, ad esempio, la riqualificazione del mulino Alvino - si legge nel documento - che prevedrebbe il trasferimento dei volumi industriali, che nello specifico si trasformerebbero in volumi residenziali, oppure al riconoscimento della destinazione d’uso finale come “compatibile o complementare”». La prosa non è delle migliori, IN CONSIGLIO COMUNALE Cittadinanza onoraria all’arcivescovo Ligorio n Convocata dal presidente Brunella Massenzio, si svolgerà oggi, nella sala Pasolini del centro commerciale di via Sallustio, alle 16, la seduta del Consiglio comunale per il conferimento della cittadinanza onoraria all’arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, mons. Salvatore Ligorio, nel giorno del decimo anniversario del suo arrivo in città. IL PROGRAMMA DI DOMANI Festa della Liberazione, via Lucana e in piazza n Domani, 25 aprile, Festa della Liberazione. Il programma. S’inizia alle 9.30 con la deposizione delle corone di alloro al Cippo di via Lucana. Alle 10, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, l’arcivescovo, Salvatore Ligorio, celebrerà la Santa Messa. Alle 11, in piazza San Francesco, raduno delle autorità e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Seguirà il corteo verso piazza Vittorio Veneto. MULINO ALVINO Il momento dell’abbattimento di una parte dei vecchi silos, «torri» della città ora scomparse Ma una mozione approvata anticipò la sentenza del Tar (trasversalmente rappresentati) si schierarono a favore di una mozione che anticipava in parte la sentenza del Tar di Basilicata, resa pubblica nelle scorse ore. Le cose non cadono mai dal cielo, ma il difetto di memoria non deve essere paravento per non ammettere che qualche tentativo di ragionamento fu proposto. A conti fatti, non ha sortito l’effetto sperato, ma fu detto chiaramente che sarebbe stato un errore rilasciare permessi a costruire in deroga, in assenza della previa deliberazione da parte del Consiglio comunale. È le altre notizie . ma è chiara nei contenuti. Meno chiari appaiono altri aspetti. Un ente locale che ricorre contro i propri cittadini, per quanto sia legittimo dal punto di vista formale un simile passo, politicamente qualche dubbio lo alimenta. Ora si può ricorrere pure al Consiglio di Stato, non c’è dubbio. Ma rimane in piedi l’opportunità o meno da parte del Comune di schierarsi nuovamente contro i suoi cittadini per decidere su cosa? Per stabilire se le norme procedurali prevedano o meno la titolarità del Consiglio sulle decisioni come quelle riguardanti l’ex mulino Alvino? Ma allora, i 17 voti raccolti nel 2012 da esponenti di vari gruppi politici, che in quella occasione per quanto eterogenea costituirono una maggioranza politica (14 votarono contro), da questo punto di vista, non hanno proprio alcun valore [p.d.] legale? RASSEGNASTAMPA MATERA PROVINCIA I XI Giovedì 24 aprile 2014 STIGLIANO DOPO IL PROVVEDIMENTO DEI GIORNI SCORSI PER OTTO ABITAZIONI, ORA ANCHE IL PROBLEMA PER LA STRUTTURA PUBBLICA La frana fa un’altra «vittima» sgomberato il Centro sociale Ordinanza del Comune per il dissesto della strada comunale Acinello l STIGLIANO. Ordinanza di sgombero per il Centro sociale del paese a causa dell’importantissimo movimento franoso che ha riguardato la strada comunale di Acinello. Un’altra ferita mortale per la Comunità già seriamente messa alla prova dagli eventi degli ultimi giorni. Anche quest’ultima una decisione sofferta ma necessaria per il primo cittadino, Antonio Barisano, giunta a seguito della Conferenza di servizio e dei sopralluoghi effettuati ieri mattina dai tecnici del Comune e dai Vigili del Fuoco. Pare che nei locali sottostanti la struttura siano comparsi i primi ma preoccupanti segni di cedimento. Il centro si trova, infatti, proprio a ridosso del fronte franoso che nei giorni scorsi ha letteralmente cancellato la strada comunale che porta ad Acinello. Fondamentale centro di aggregazione, il centro sociale è sede di numerose associazioni culturali. Al suo interno, inoltre,si trova la sala utilizzata per la proiezione di film e per lo svolgimento di spettacoli teatrali. Un altro punto di riferimento fondamentale spazzato via dalla furia degli eventi. E c’è ancora incredulità negli occhi e nelle parole dei componenti della famiglia Valentino, costretta ad abbandonare la propria abitazione sabato scorso a causa di un altro movimento franoso che ha riguardato via Vittorio Emanuele e che ha aperto nei muri delle abitazioni vistose e preoccupanti crepe. Movimento che pare essersi fermato per il momento ma che, data l’entità, causa serissime preoccupazioni nei tecnici del Comune. «Le ragioni alla base della frana non sono ancora chiare – afferma il sindaco – e sarà necessario eseguire nuove perizie. Al momento non me la sento di escludere nulla». Da tempo i residenti lamentavano perdite d’acqua importanti nelle condutture dell’acquedotto e sabato sera, affermano, i paurosi scricchiolii sono cessati poco tempo dopo la chiusura dell’acqua da parte dei tecnici. Difficile non mettere in relazione i due eventi e l’impressione netta è che la verità sull’accaduto sia ancora piuttosto lontana. Nel frattempo, dopo la piccolissima tregua concessa dal maltempo, ieri pomeriggio ha ripreso a piovere. Fuori casa rimane anche la famiglia Romano, ospite dai genitori. Grandi i disagi vissuti dai quattro componenti, due dei quali minori. La giovane famiglia aveva ristrutturato da poco l’abitazione, impegnando somme importanti. Anche se meno danneggiato rispetto all’adiacente casa dei Valentino, l’appartamento rimane inagibile e anche in questo caso non è possibile fare previsioni. Amareggiata per la spiacevolissima sorpresa pasquale è anche la signora Sinisgallo, proprietaria del terzo immobile e residente fuori. Nel paese natio per una breve vacanza, ha visto trasformarsi il sogno in incubo ed ora dovrà anche lei fare i conti con una situazione da gestire a distanza. Un piccolo spiraglio si è aperto ieri mattina per la famiglia Valentino. Occupatasi personalmente BERNALDA di reperire un appartamento da occupare per i prossimi mesi, pare aver raggiunto un accordo con il Comune, il quale sosterrà le spese per l’affitto. Poca cosa rispetto all’idea di aver perduto la propria casa ma comunque un piccolo passo avanti rispetto ai primissimi giorni. E ancora un incubo rimane per gli stiglianesi affrontare il problema del rifornimento di benzina e gasolio. Sembra essere sprofondati indietro nel tempo. L’unico distributore, rimasto isolato a causa della frana, viene raggiunto, quando possibile vista la pioggia, a piedi con taniche e bottiglie. Esiste una strada alternativa ma è molto più lunga e anch’essa martoriata dalle frane. Sembra di parlare di eventi di due secoli fa. Invece accade a [d.rip.] Stigliano. Oggi. LA LISTA FRATELLI D’ITALIA-AN HA DECISO. LA CIVICA “FIEREZZA E RISCATTO BERNALDESE” PRESENTEREBBE OTELLO CARRIERI Barberio candidato sindaco ma la destra è spaccata in tre ANGELO MORIZZI L’ALLARME Pare che nei locali sottostanti siano comparsi segni di cedimento NOVA SIRI MUNICIPIO Il Comune di Bernalda FERMATO DI NOTTE CON UN AMICO AD UN POSTO DI CONTROLLO Quindici grammi di cocaina negli slip arrestato dai carabinieri un 28enne Nell’abitazione rinvenuti altri 30 grammi di sostanze stupefacenti PIERO MIOLLA FRANA La zona di Acinello interessata al dissesto lucro. Successivamente, la perquisizione si è spostata nel l POLICORO. Aveva nasco- domicilio dell’arrestato ed ha sto 15 grammi di cocaina negli consentito il rinvenimento di indumenti intimi: con l’accusa altri tre contenitori al cui indi detenzione illecita di stupefacenti per un uso non esclusivamente personale, i Carabinieri della Stazione di Nova Siri hanno arrestato in flagranza di reato il 28enne C.L.F., incensurato. Il giovane, sottoposto a perquisizione personale dopo essere stato fermato nella frazione di Nova Siri marina in compagnia di un’altra persona, ha mostrato uno strano atteggiamento non sfuggito DROGA La cocaina sequestrata agli uomini dell’Ar ma che, per questo, hanno deciso terno era celata altra droga: di perquisire anche l’auto sulla nel primo cinque grammi e quale i due viaggiavano. negli altri due un grammo All’esito della perquisizione ciascuno. Ritrovati, nel corso personale, il reo è stato trovato della stessa perquisizione, altri in possesso di cocaina con- due involucri contenenti, il fezionata in un unico invo- primo venti grammi di ha- shish, ed il secondo due di marijuana. Al termine della brillante operazione, conclusa a tarda notte, l’uomo è stato tratto in arresto per detenzione illecita di sostanza stupefacente che, per le modalità di confezionamento e le quantità, è apparsa destinata ad un uso non esclusivamente personale. Dopo aver espletato le formalità di rito, il giovane jonico è stato tradotto nella propria abitazione al regime degli arresti domiciliari su disposizione del sostituto procuratore Annunziata Cazzetta del Tribunale di Matera. L’arresto è stato poi convalidato dal giudice Angela Rosa Nettis, che ha confermato la misura cautelare dei domiciliari. L’operazione certifica l’incessante impegno dell’Arma nei servizi di controllo del territorio. l BERNALDA. Ultime giornate di fibrillazione politica tra gli schieramenti che correranno alle elezioni amministrative del 25 maggio. Circolano i primi nomi dei candidati sindaci. Il centrodestra ha indicato il nome del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Vito Barberio, 36 anni, imprenditore agricolo e commerciale. «Il mio nome – dice Barberio – è stato lanciato come Patto di centrodestra, che utilizzerà il simbolo di “Patto per la svolta”. La situazione politica locale ha bisogna di certezze e obiettivi condivisi. La visione personale dell’amministrare la cosa pubblica nasce da un senso di appartenenza al territorio. Viaggiare in tutto il Sud Italia ha migliorato la mia concezione della politica GORGOGLIONE intesa come governare per il popolo. L’opportunità di coordinare a livello provinciale FdI-An mi ha reso consapevole che la gente si aspetta onestà e trasparenza dai politici. Parto dal presupposto che la mia dinamicità aiuti a capire a tanti giovani che la politica vera, fatta con passione e spirito di appartenenza, può portare a tante soddisfazioni». La civica “Fierezza e Riscatto Bernaldese”, in un comunicato stampa, si dice invece pronta a presentare la propria lista con il coordinatore Otello Carrieri, candidato sindaco o, in ultima istanza, a rimanere in stand by. Quest’ultima ipotesi sarà presa in considerazione «se non ci saranno le convergenze su opportune linee programmatiche e l’accettazione di presupposti, che consentano al movimento di fare un passo indietro. «Fierezza e Ri- ARRESTATO In casa 120 semi di marijuana e quattro piantine l GORGOGLIONE. Si è conclusa con un arresto per spaccio di droga l’ennesima operazione condotta dai Carabinieri del Comando provinciale nell’ambito dell’azione di contrasto allo spaccio ed al consumo delle sostanze stupefacenti e psicotrope nel territorio materano. Ieri mattina, gli uomini dell’Arma della Stazione di Gorgoglione con la collaborazione e l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di Tito e del personale della Compagnia di Pisticci, nell’ambito di uno specifico servizio effettuato proprio nel piccolo centro lucano, hanno tratto in arresto un pregiudicato 30enne trovato in possesso di un contenitore metallico con all’interno 120 semi per la coltivazione di marjiuana, un bilancino di precisione per la pesatura ed il successivo confezionamento di sostanze stupefacenti. Nel corso della perquisizione domiciliare che ha consentito il ritrovamento della citata sostanza stupefacente, inoltre, i Carabinieri hanno anche ritrovato quattro piantine di marjuana. Il 30enne, al termine delle formalità di rito, è stato trattenuto a disposizione dell’autorità giudiziaria negli uffici del Comando Stazione. Non è che l’ennesimo arresto perfezionato in questi primi mesi dell’anno dai Carabinieri del Comando provinciale per reati connessi alle sostanze stupefacenti: un’attività continua, costante e certosina che ha consentito fino ad ora di combattere efficacemente il fenomeno dello spaccio e del consumo di droga, specie nei centri dell’interno [p.miol.] dove sembra essere molto diffuso. scatto – osserva Carrieri – vuole essere voce di un popolo che crede nella democrazia partecipata e nella sovranità popolare e che è insoddisfatto dell’attività amministrativa pubblica comunale degli ultimi anni». In lizza anche una lista di estrema destra. Si chiamerà “Destre riunite” e avrà come riferimento politico il Movimento sociale-Fiamma tricolore. Sarà coordinata da un esponente storico di Metaponto, Pietro Minervini, anche se solo nelle prossime ore si deciderà sul nome del candidato sindaco. «Stiamo pensando a un nome esterno», afferma Minervini. Che aggiunge: «Vogliamo segnalarci per coerenza e serietà, in una corsa alle poltrone e cambi di casacca che sta, invece, contraddistinguendo gli altri, in queste ultime ore che precedono l’ufficializzazione delle liste». le altre notizie A PISTICCI E A TURSI DOPO UNA FRANA Termineranno stamane i disagi per l’erogazione idrica sospesa n Dovrebbero terminare questa mattina, alle 7, i disagi per la sospensione dell’erogazione idrica a Pisticci, anche nelle zone rurali limitrofe comprese quelle afferenti San Leonardo, Castelluccio, Terranova e Caporotondo, e Tursi, comprese le contrade Anglona-Panevino. La sospensione, causata da una frana sulla condotta adduttrice del Frida, è stata necessaria per consentire i lavori di riparazione e le attività di approvvigionamento e recupero delle riserve cittadine. A Pisticci è stata operativa già dalle 11 di ieri [p.miol.] mattina, mentre a Tursi dalle 19. FERRANDINA LABORATORIO CREATIVO, VIDEO E CONCERTI Rassegna dedicata alla Resistenza su iniziativa del Circolo Arci n Una rassegna dedicata alla Resistenza è in programma da domani a Ferrandina, in corso Vittorio Emanuele, su iniziativa del Circolo Arci “Linea Gotica” con la partecipazione ed il patrocinio di Arci Basilicata e Anpi provinciale. Si parte alle 11 con il laboratorio creativo per bambini dai 4 ai 10 anni a cura di Katia Leone. Alle 12.30 ed in replica alle 19.30, proiezione del video “Filorosso. Arrigo Diodati. La Resistenza, l’Arci”. Alle 22.30 il live di Enrico Capuano, capostipite del nuovo folk-rock italiano. Sabato, invece, ancora musica alle 22.30 con il live della Krikka Reggae. [p.miol.] RASSEGNASTAMPA XII I LETTERE E COMMENTI Giovedì 24 aprile 2014 GIANLUIGI LAGUARDIA * MARCO FASULO * Appello al papa sul caso Diocesi Diario di un giorno S ua Santità, sono indignato, da cristiano convinto oltre che da semplice cittadino, per quanto riportato dalle cronache dei quotidiani sul cattivo utilizzo dei soldi sperperati dalla Diocesi di Potenza, per sostentare millantatori e losche figure, piuttosto che i tanti poveri e le famiglie bisognose che continuano a crescere anche tra le Parrocchie della nostra Basilicata. Senza voler entrare nel merito delle decisioni del Vescovo di Potenza, mons. Agostino Superbo, che ha autorizzato, bontà sua, l’economo della Diocesi, don Pasquale Zuardi, ad elargire, dai soldi rivenienti dalla Cei dell’8 per mille, ben 45.000,00 euro ad un avvocato azzeccagarbugli, ritengo che possa indignare anche Lei apprendere poi che ai veri bisognosi, venga concesso un prestito massimo di soli 200 euro. Il mondo intero Santità, si è commosso alla notizia che nel mentre Lei presiedeva la Via Crucis di venerdì scorso, ha disposto che il suo elemosiniere distribuisse piccoli ma importanti aiuti economici ai senzatetto, ai GIORNALISTA Gianluigi Laguardia clochard della stazione Termini, ai poveri della Capitale, svuotando di fatto la cassaforte della Elemosiniera apostolica. Credo che anche la Sua reazione sia di indignazione, così come per tanti fedeli lucani, nell’apprendere dai verbali delle inchieste giudiziarie che la Curia potentina abbia destinato ingenti proventi, frutto della carità di tanti credenti, ad un libero professionista, dimenticandosi delle tante situazioni di bisogno in cui versano molte famiglie della città. I comportamenti del vescovo di Potenza, già molto chiacchierato per altre brutte vicende, a Lei ben note e su cui la Magistratura sta ancora indagando, continuano a ingenerare sentimenti di incredulità e sconforto che contribuiscono ad allontanare i fedeli dalla Chiesa, proprio nel momento in cui, il Suo Alto Magistero, Santità, si sta caratterizzando per l’attenzione agli ultimi, ai poveri, ai tanti bisognosi della nostra società opulenta ed egoista. Ci aiuti, Santo Padre, a ritrovare con la preghiera e la fede il senso di quella carità cristiana e umana caratterizzata da nobili gesti come quelli di un grande ed umile Vescovo, mons. Augusto Bertazzoni, che ancora oggi, a distanza di molti anni, è fortemente amato e venerato nella Diocesi di Potenza. [* già consigliere comunale] da papa Francesco >> CONTINUA DA PAGINA I A DIREZIONE OSPEDALE SAN CARLO DI POTENZA Il bando per gli impianti elettrici D esta meraviglia la nota diffusa dalla Fim Cisl in presso il San Carlo per sostituzioni, periodi di ferie, ecc., merito all’affidamento della gestione degli im- come si evince dalle loro quote orarie; pianti elettrici del San Carlo. Pur avendo par3. peraltro, grazie all’accordo raggiunto con la Matecipato al tavolo di concertazione in cui l’azien- nutencoop su una copertura del servizio H24, è stato da ha svolto un ruolo di mediazione possibile assumere altre tre unità, tra rappresentanti dei lavoratori e portando i dipendenti a tempo pieazienda aggiudicataria e in preno a quota 19; senza di evidenti benefici pubblici 4. due dei nuovi assunti sono in termini di minori costi e di lavoratori in mobilità della stessa maggiore occupazione, la Fim Cisl ditta aggiudicataria che rientrano esprime il proprio dissenso non in servizio in applicazione di una tenendo conto della verità dei fatti. norma, ben nota e sempre sosteIn particolare è opportuno rinuta dai sindacati, che prevede levare che: l’obbligo per le aziende di attingere 1. l’attuale quadro normativo renai propri dipendenti in mobilità de obbligatoria l’adesione alle gare prima di effettuare nuove assunConsip per l’assegnazione dei ser- OSPEDALE Il San Carlo di Potenza zioni; vizi; 5. il nuovo contratto assicura un 2. nel precedente cantiere i dipendenti stabilizzati e a consistente risparmio rispetto al precedente a invarianza tempo pieno erano 16 (e non già 23 come asserito nel dei servizi, in applicazione della spending review e delle comunicato sindacale), gli altri erano utilizzati dalla regole dell’efficienza e della buona amministrazione azienprecedente ditta in cantieri diversi e solo saltuariamente dale. ALESSANDRO GENOVESI, NINO FALOTICO E CARMINE VACCARO * La nostra festa dei lavoratori S e diverse manifestazioni organizzate per il 1 maggio in Basilicata da Cgil, Cisl e Uil saranno quest'anno dedicate alle battaglie per avere più lavoro, rafforzare la solidarietà, mettere al centro la sicurezza nelle aziende e nei cantieri, anche dopo l'ennesimo tragico accadimento presso la Galleria Renazza in località Lagonegro, in cui ha perso la vita Giuseppe Palagano, operaio di 55 anni. Si inizierà con la manifestazione regionale che si terrà alle ore 10 con concentramento e comizio proprio nell'area antistante la Galeria Renazza (Lagonegro) sulla «canna Nord della Salerno-Reggio Calabria», con gli interventi dei Segretari Generali regionali per poi proseguire con le tradizionali manifestazioni in provincia di Matera, ad Irsina (Piazza XXV Luglio alle ore 12) e Montescaglioso (Piazza Roma alle ore 18), con la partecipazione dei segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Mettere al centro la creazione di buona e stabile occupazione vuol dire rilanciare non solo le proposte concrete contenute nel Piano del Lavoro di Cgil, Cisl e Uil, ma sfidare le imprese e le istituzioni locali, a partire dalla Regione, affinchè si assuma il tema del lavoro come tema centrale, in un'ottica di difesa non solo di quello che c'è, ma soprattutto di programmazione di in- MOBILITAZIONE Sindacati in piazza terventi che già nel breve periodo creino occupazione e riattivino quindi consumi, redditi e speranza. Il tutto dentro un'idea di intervento pubblico volto a creare realmente maggiore solidarietà, maggiore tutela e partecipazione a partire dai soggetti più deboli: pensionati, giovani, disoccupati, percettori di ammortizzatori sociali in deroga. E questo anche in relazione alle scelte del Governo Nazionale che deve tornare ad investire sulle politiche industriali, su una maggiore redistribuzione, dopo il lavoro dipendente, anche a favore di pensionati, famiglie ed incapienti e fare del Welfare non una spesa da tagliare ma un settore dove investire per creare occupazione e maggiore coesione sociale. Ovviamente creare lavoro vuol dire non un lavor purchè sia, ma un lavoro con diritti e dignità, con tutele vere a partire dalla prima tutela che deve essere la sicurezza. Ancora oggi oltre mille lavoratrici e lavoratori muoiono ogni anno nelle aziende, per le strade, nei cantieri: la crisi ha colpito anche i minimi e fondamentali investimenti per prevenzione ed informazione, per dispositivi di protezione fondamentali, ecc. Non sono tollerabili queste condizioni e siamo stufi di dover ogni giorno, dover denunciare questo o quell'incidente, questa o quella organizzazione del lavoro che sfrutta e mette a rischio la vita dei lavoratori. Per questo ripartiamo dal cantiere della Gallerina Renazza dove solo poche settimane fa un lavoratore edile ha perso la vita. Perchè serva sempre da ammonimento e sia sprone perchè tutti i giorni si combatta, come fa il sindacato, la battaglia per la sicurezza sul lavoro e per migliori condizioni di lavoro: perchè è una battaglia di civiltà che vale per tutti, sempre. E questo ripeteremo in tutte le piazze il prossimo Primo Maggio. Ammonimento per tutti, in Basilicata come nel resto del Paese. [* segretari generali Cgil, Cisl e Uil] PONTEFICE Ieri all’udienza di Papa Francesco anche una delegazione di giornalisti dell’Ucsi di Basilicata . formularglieli, insieme alle decine di migliaia di fedeli presenti in piazza san Pietro, anche diversi gruppi provenienti dalla Basilicata, tra questi una nutrita rappresentanza di giornalisti lucani iscritti all'Ucsi regionale. Per i soci dell'Unione cattolica stampa italiana, la giornata è cominciata alle 23 di martedì sera, quando ci si è ritrovati in piazza Zara, per affrontare insieme un pellegrinaggio che per molti è stata l'occasione per partecipare per la prima volta a un incontro col Papa «venuto dalla fine del mondo». Qualche ora in pullman per raggiungere il Vaticano, dove ad attendere la comitiva organizzata dalla presidente Ucsi, Maria De Carlo, un canonico della Basilica di San Pietro, molto caro ai lucani, per le esperienze vissute alla guida delle diocesi di Matera dal 1988 al 1993 e di Potenza fino al 2001, l'arcivescovo emerito, monsignor Ennio Appignanesi. Con la verve che gli è propria, ancora di più oggi alla soglia del suo ottantanovesimo compleanno, ha fatto da cicerone nei diversi luoghi dello Stato Pontificio, sia all'ester no, incurante di una leggera pioggia, interrottasi durante l'Udienza, sia negli ambienti interni, celebrando per i convenuti anche una messa nella cripta che ospita le salme di molti dei 263 vescovi di Roma successori di Pietro. Le Grotte Vaticane, poste sotto la navata centrale della Basilica, formano una chiesa sotterranea che occupa lo spazio tra l'attuale pavimento di San Pietro e quello della antica basilica costantiniana del IV secolo e sono ricche di opere d'arte provenienti proprio dalla basilica paleocristiana. «Le due letture di Luca – ha spiegato monsignor Appignanesi durante l'omelia – sia negli Atti degli Apostoli sia nel capitolo 24 del suo vangelo, ci esortano a riconoscere il Signore, a farci ardere il cuore di gioia dalla Sua parola, come i discepoli di Emmaus, per arrivare a compiere il bene nel Suo nome come Pietro fa con lo storpio seduto accanto alla porta «Bella» del tempio. Siate testimoni autentici, riportando fedelmente i fatti come fanno i bravi giornalisti e voi lo siete”. Ultimata la celebrazione il gruppo si è spostato sul sagrato di piazza San Pietro, vivendo un altro momento di grande emozione e preghiera: sentirsi parte di quel multiforme mondo che è la Chiesa universale che, anche in quest'occasione, ha affollato l'intera piazza racchiusa dal colonnato del Bernini, oltre alla prima parte di via della Conciliazione. La papamobile che si ferma vicino a ogni singolo gruppo per scambiarsi, sguardi, saluti, sorrisi, abbracci, carezze, immagini alle quali Papa Bergoglio ci ha abituato in questo suo primo anno di pontificato. Canti, inni, ritornelli, foulard colorati, cartelloni, bandiere, messaggi scritti su lenzuola o su fogli A4, comunità rappresentate da migliaia di persone come la diocesi di Milano, ma anche piccolissime come quelle dei diaconi irlandesi, giovani brasiliani, colombiani, mediorientali, tutto ha contribuito a dipingere quel caleidoscopio di colori, quella fusione di voci, di suoni, di preghiere in una sorta di mappamondo vivente. «Ripetiamo insieme tre volte «Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?», Questa frase deve entrare nel cuore e dobbiamo ripeterla, «l'invito di papa Francesco, rivolto in tutte le lingue, «usciamo dai nostri spazi di tristezza e apriamoci agli orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova per gli altri”. La mattinata si è conclusa con la recita comunitaria della preghiera del «Padre nostro» in latino e la consegna di alcuni doni da parte della delegazione lucana dell'Ucsi al Santo Padre, una poesia di Cesira Ambrosio e il dipinto «Mater» (Madonna con Bambino) di Patrizia Monacò. [* giornalista iscritto all’Ucsi - Unione stampa cattolica] RASSEGNASTAMPA corriere.it Lavoro, l’Aula vota l’ok alla fiducia Renzi: giù le tasse per i pensionati Il premier alla «diretta twitter»: «Proseguirò nel lavoro» di sgravio fiscale. Ora la battaglia si sposta al Senato di Redazione Online 3 MATTEO RENZI Renzi mentre twitta in diretta, rispondendo ai cittadini coinvolti nell’hashtag #matteorisponde Renzi mentre twitta in diretta, rispondendo ai cittadini coinvolti nell’hashtag #matteorisponde shadow L’abbassamento delle tasse, il rebus Alitalia, l’emergenza immigrazione e quella sui marò. Twittando in diretta dopo aver lanciato l’hashtag #matteorisponde, Renzi ha risposto a trecentosessanta gradi alle domande dei giornalisti. E soprattutto a quelle dei cittadini-follower. Finito l’incontro, nel pomeriggio, il governo incassa anche la fiducia sul decreto lavoro che modifica le norme sui contratti a termine e l’apprendistato: 344 sì e 184 no. Vinta quella della Camera, ora la battaglia si sposta al Senato. Battaglia al Senato Quello di oggi - il sesto voto di fiducia per il governo Renzi - ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti. Renzi si impone e vince, con Ncd e Scelta Civica allineati e compatti nel voto. Ma al Senato, dove i numeri sono diversi, la battaglia è annunciata. Protestano i grillini: si incollano su bocca e fronte un codice a barra, simbolo di «lavoratori trattati come merce». Per la Lega la fiducia aiuta Renzi a non mostrare le crepe della sua maggioranza, mentre Forza Italia denuncia «lo spettacolo indecente di Ncd che finge di opporsi» mentre «il premier deve piegarsi alla golden share della sinistra Pd». In attesa del voto finale sul provvedimento (previsto per venerdì) Renzi porta intanto a casa un robusto voto di fiducia: 344 sì, dignitosissimo punto intermedio tra i 325 voti a favore delle ultime due fiducie alla Camera ed i 378 dell’insediamento. Relatore del provvedimento al Senato sarà Pietro Ichino, ma se Ncd insisterà nel chiedere il ripristino delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato, il nuovo passaggio alla Camera mette a rischio la conversione del decreto, che scade il 20 maggio. E mentre il Pd, con Cuperlo e Damiano, respinge con sdegno le accuse di ingerenza della Cgil sul dl, il ministro Poletti spande ottimismo: «Credo che siamo nelle condizioni di chiudere, il decreto è rispettato nel suo impianto ed è assolutamente di valore, le distanze sono alla portata». Di diverso avviso il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, che chiosa: «La fiducia sul decreto lavoro è un imbroglio. Renzi mette la fiducia perché non ha la fiducia, perché non ha i voti della sua maggioranza, perché un partito, il Nuovo Centrodestra gli ha detto di `no´». Ora il secondo tempo della partita, al Senato. «Incapienti, partite iva e pensionati, tasse giù» Alla conferenza stampa il premier parla innanzitutto di sgravi fiscali e rilancio dell’economia. «Ho preso un impegno con le partite Iva, gli incapienti e i pensionati di proseguire il lavoro iniziato con i dipendenti di abbassamento delle tasse». Quanto al debito, c’è un «ragionamento complesso. Le cifre che citi si riferiscono al rapporto sul Pil che in questo anno è stato negativo. Comunque sì» ha detto Renzi rispondendo a chi gli chiede se con il debito in aumento dal 127% del 2012 al 132,6% del 2013 il governo saprà rispettare i vincoli Ue. E ancora, rispondendo direttamente a un follower , il cui nonno detiene Buoni del Tesoro: «L’Italia non corre il rischio di una ristrutturazione del debito pubblico come è successo in Grecia e quindi i possessori di Bot possono stare tranquillo». «Nonno può non preoccuparsi», scrive Renzi. E sui fondi Ue: «Dobbiamo utilizzare meglio i fondi europei, che sono tanti e spesso sono non spesi o spesi mal». Renzi ha annunciato che tra circa dieci giorni «faremo un incontro ad hoc, nei prossimi dieci giorni lanceremo un’iniziativa puntuale». «Pochi gli 80 euro? Lo dicono i comici milionari» La polemica sul bonus? «Gli 80 euro arriveranno dopo le elezioni, non è un provvedimento elettorale ma una rivoluzione nel modo di concepire il rapporto tra stato e cittadini, la campagna elettorale non c’entra niente. Datevi pace, i soldi arrivano e la rivoluzione nel rapporto tra cittadini e Stato è iniziato e a chi fa polemica rispondiamo lavorando e non inseguendo le meschinità altrui». Così Matteo Renzi in diretta su twitter. «Noi rispondiamo alle polemiche lavorando», scrive il presidente del Consiglio. Poi c’è anche un tweet al vetriolo tutto dedicato a Grillo:«Icomici milionari dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero #lavoltabuona» «Sull’evasione fiscale possiamo fare di più, non con i blitz ma con l’innovazione e l’incrocio dei dati» ha detto Renzi nel corso della diretta Twitter dove ha alternato risposte ai giornalisti e «chattate» con i cittadini. «Taglio stipendi? No taglio parlamentari» Altro botta e risposta su twitter sul taglio delle spese: «Perché non tagliate anche gli stipendi dei parlamentari? Facciamo di più. Tagliamo direttamente il numero dei parlamentari» con la riforma del Senato. Poi twitta più precisamente: «Abbiamo eliminato i politici dalle provincie intanto, poi andremo sugli uffici periferici. Faccio un esempio: che senso ha che la Ragioneria centrale dello Stato abbia le sedi in tutte le province? Ho fatto un esempio». Bondi? Sta dall’altra parte... RASSEGNASTAMPA «I fatti parlano per noi: la nostra manovra è incentrata sulla giustizia sociale. Bondi? Sta dall’altra parte del campo, no problem». Così Renzi su Twitter si rivolge a un utente che gli chiede cosa risponde a coloro che dicono che è di destra e sulla possibilità che Sandro Bondi approdi nella maggioranza. Spazio anche a una replica riguardante la partita del cuore. «Ho spiegato su Facebook perché non giocherò alla partita del cuore. Quindi può tirare tranquillamente Roberto» (riferendosi a Baggio, ndr). Il dossier Alitalia Il tweet sul destino della compagnia di bandiera è stringatissimo. «Aspettiamo la proposta Etihad poi agiremo di conseguenza». Riforme costituzionali «Da iscritto all’Anpi dico che la riforma costituzionale proposta va nella direzione dei valori che tutti noi difendiamo». Lo dice Matteo Renzi nella diretta twitter #matteorisponde rispondendo all’Anpi di Brescia a proposito di perplessitá sulle riforme costituzionali. Adozioni in Congo «Ho alle 15 appuntamento telefonico con Kabila (il presidente del Congo Joseph Kabila, ndr)». Così Matteo Renzi risponde su Twitter ad una madre che gli chiede di impegnarsi per riportare in Italia i figli adottati in Congo e rimasti bloccati nel Paese africano dopo lo stop, da parte del governo locale, alle adozioni internazionali. «Mare nostrum» da verificare «In Italia si pone sempre il problema dell’immigrazione in campagna elettorale. Nel merito non c’è dubbio che c’è un problema. L’Operazione ‘Mare Nostrum’ va verificata e aggiornata» ha detto Renzi in diretta twitter. «Lunedì mattina ci sarà una riunione con i vertici dei servizi segreti, i ministri degli Interni e della Difesa», dice il premier sottolineando che l’operazione «Mare nostrum» è stata portata avanti dal precedente governo. Il dl sul lavoro Ecco in sintesi i contenuti del testo che modifica profondamente l’attuale normativa sull’apprendistato e i contratti a termine. Il contratto a termine non può avere una durata superiore a trentasei mesi, comprensiva di eventuali proroghe, per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione. Il numero complessivo di contratti a tempo determinato stipulati da ciascun datore di lavoro non può eccedere il limite del 20 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell’anno di assunzione. 23 aprile 2014 | 14:37
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