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Il marmo ricorre al Tar
no alla chiusura delle cave
nel Parco delle Apuane
LE IMPRESE del marmo impugnano al Tar della Toscana il Pit regionale contro la chiusura delle
cave nel Parco regionale delle
Alpi Apuane. E attaccano con
straordinaria durezza, chiedendone le dimissioni, l'assessore
regionale all'ambiente Marson.
Che sceglie la linea del silenzio,
ma è difesa dal presidente della
RegioneEnricoRossi. «Halamia
fiducia» dice il governatore.
Il coordinamento delle imprese lapidee, che «punta» anche
Legambiente e Italia Nostra per
il «numero spropositato di menzogne», afferma che «il dato più
sconcertante dell'intera vicenda è riferibile all'assessore regionale Anna Marson, responsabile di un' azione violenta, illegittima, fortemente difettata
sotto l'aspetto giuridico-legislativo, istruttorio e procedurale».
E di Marson le imprese chiedono
le dimissioni «per i gravi danni
che già sta provocando ad una
realtà territoriale salda e solida». «L'assessore - proseguono
le imprese -dica quali somme ha
investito per la redazione di un
Pit pieno zeppo di errori procedurali, istruttori e legislativi».
L'impugnazione al Tar è diretta contro la proposta di legge
Le imprese che
lavorano nell'area
protetta impugnano
la proposta di legge
toscana
Rossi: vogliamo
regolare le
escavazioni nel
rispetto della
montagna
con cui la Regione intende regolarizzare l'attività estrattiva all'interno dell'area protetta.
«Impugniamo la proposta-ha
spiegato l'avvocato Cristiana
Carcelli - perché è accompagnata da una serie di prescrizioni, che sono già indirizzi precisi
agli uffici, e che riteniamo già lesive delle imprese; chiederemo
un risarcimento perché le voci
sui presunti danni ambientali
all'interno del parco avrebbero
già gravemente leso le aziende
sul piano economico, finanziario e di immagine».
Pronta la risposta del presidente della Regione Enrico Rossi. «Impugnano un documento
che, almomento, haefficaciapari a zero e su cui abbiamo deciso
di ritornare, per ridiscutere alcuni passaggi insieme ai sindaci
e anche alle imprese. Il mio
obiettivo non è chiudere le cave.
Vogliamo mantenere le attività,
venire incontro agli imprenditori che hanno investito, far crescere l'occupazione, valorizzare
il marmo e d'altro canto regolarizzare l'attività di escavazione,
trovare un equilibrio con il paesaggio el'ambiente, nel rispetto
delle nostre montagne». Più tardi, letto il comunicato delle im-
prese, Rossi ha usato toni meno
concilianti. «La violenza con cui
le imprese lapidee del parco delle Apuane si scagliano contro l'operato dell'assessore all'urbanistica, cui riconfermo la più completa fiducia, e dell'intera giunta regionale rendono ancora più
evidente che è necessaria una
svolta nel governo e nella regolazione delle cave. Se con le gravi dichiarazioni delle imprese si
volesse raggiungere l'obiettivo
di bloccare il dialogo perla ricerca di soluzioni più avanzate, è
bene sapere che il governo regionale continuerà a lavorare
con le forze istituzionali e sociali
con senso di responsabilità e
equilibrio».
(ma.bo. )