Aspetti e figure del Novecento Successo a Cesena della Biennale d’Arte Gianfranco Sama Dal Premio Fenati alla Biennale d’Arte Romagnola A partire dal 1960, la Banca Popolare di Cesena promosse il Premio di Pittura “Cassiano Fenati”, a cadenza biennale, rivolto ad artisti emilianoromagnoli ed intitolato alla memoria di uno dei suoi massimi dirigenti scomparso da pochi anni. Era quello un periodo di grande fermento artistico nel mondo pittorico romagnolo e quello cesenate in particolare, il quale, soprattutto nel corso delle prime edizioni, impose all’attenzione delle commissioni giudicatrici artisti come Osvaldo Piraccini, Luciano Caldari, Mario Bocchini, Obes Gazza, Giovanni Cappelli e Ugo Pasini. Nei dieci anni di vita del concorso, composero le commissioni studiosi d’arte ed affermati critici come Francesco Arcangeli e Raffaele De Grada, lo scrittore Giuseppe Raimondi ed artisti affermati come Domenico Purificato e Alberto Sughi. Dopo sei edizioni il Premio Fenati chiuse i battenti, ma, una ventina di anni dopo, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna ne raccolse l’eredità tramite la Fondazione intitolata alla Banca Popolare di Cesena, da poco incorporata, che istituì la Biennale d’Arte Romagnola, ora giunta alla quarta edizione. N el 1995, la Fondazione Banca Popolare di Cesena, Fondazione interna della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, inaugurò la prima edizione della Biennale d’Arte Romagnola, riservata ad artisti nati o residenti in Romagna e dedicata alla Pittura; vi aderirono 456 artisti di cui 118 di età inferiore a trent’anni. Alla seconda edizione del 1997, dedicata alla Scultura Alberto Bianchi (1882-1969) - Ritratto di donna con scialle (pastello su cartone) n. 70/2001 21 ed al Mosaico, presero parte 207 artisti di cui oltre un terzo avevano meno di trent’anni. L’edizione del 1999 fu nuovamente dedicata alla Pittura, ma con l’aggiunta di una sezione riservata alla Fotografia; vi presero parte 229 artisti romagnoli. Per l’edizione 2001, la quarta di questa Biennale d’arte, la Fondazione ha modificato le modalità di partecipazione, cedendo la formula del concorso e proponendo invece un’edizione sui generis, una sorta di resoconto storico degli avvenimenti caratterizzanti un secolo di attività artistica. Un secolo di pittura romagnola in centoquaranta tele in rappresentanza di cento tra i 22 n. 70/2001 maggiori artisti del 1900 che in Romagna hanno vissuto e operato. E’ la mostra “Pittura in Romagna, aspetti e figure del Novecento”, proposta a Cesena nell’autunno 2001. La mostra ha riscosso un autentico successo di pubblico, con circa cinquemila visitatori che dal 27 ottobre al 25 novembre si sono lasciati catturare dal percorso pittorico curato dal professor Claudio Spadoni. Il successo premia senza dubbio l’attività culturale della nostra Banca e della Fondazione Banca Popolare di Cesena e il forte e fecondo rapporto con l’arte del territorio, rapporto dal quale è nata un’iniziativa significativa come la Biennale Carlo Cola (1957) Casa dell’americano (olio su tela) d’arte Romagnola. L’allestimento, ospitato a Palazzo del Ridotto e alla Galleria Comunale d’arte di Cesena, frutto dell’impegnativo lavoro di cinque esperti di fama nazionale e forte della organizzazione de “Il Vicolo”, Sezione Arte, ha proposto un excursus attraverso le opere di protagonisti e figure rappresentative delle più rilevanti vicende pittoriche del territorio nel Novecento. Certo si è trattato di una proposta geograficamente circoscritta, la Romagna appunto, ma non per questo limitata da una prospettiva provinciale e piuttosto rivolta ad un secolo di storia di una “provincia del mondo”, come avrebbe detto Francesco Arcangeli. Una storia che nelle sue complesse sfaccettature e anche in certe sue inflessioni locali, in ogni caso si intreccia o si rapporta con le vicende della cultura visiva nazionale e, in diversi casi, soprattutto col Futurismo e poi, nel secondo dopoguerra e negli ultimi decenni, con situazioni di portata internazionale. L’ Umberto Folli (1919-1989) Autoritratto da giovane (olio su compensato) esposizione realizzata dopo l’impegnativo lavoro di selezione del professor Claudio Spadoni, coadiuvato da Alberta Fabbri, Sabina Ghinassi, Orlando Piraccini e Giordano Viroli parte da eventi in qualche modo già storicizzati, dal lento passaggio tra Otto e Novecento, che presto sembra assumere un’accelerazione attraverso il faentino Cenacolo Baccarini da un lato, e dall’altro la tempestiva adesione al movimento futurista dei fratelli Ginanni Corradini, Balilla Pratella, Vespignani, Malmerendi. E dopo questi momenti di grande apertura alle più vivaci vicende artistiche del momento, ecco il riemergere di caratterizzazioni più locali di un rapporto con la tradizione e un “mestiere” inteso in un’accezione anche morale. Dopo le fiammate d’avanguardia, il periodo fra le due guerre vede dunque il formarsi di alcune scuole cittadine intorno a figure di pittori sostanzialmente ai margini del “Novecento italiano”, eppure di non trascurabile profilo e in qualche caso divenuti maestri di intere generazioni di artisti. E’ il caso di un Romagnoli o, diversamente, di un Varoli, di un Gentilini. Il secondo dopoguerra offre uno spaccato composito di situazioni, ove convivono continuità di scuole – si pensi a figure come Folli, Ruffini, Maceo, per fare solo pochi nomi – e adesioni a nuove istanze artistiche di più urgente attualità, come la stagione del realismo impegnato, e in stretta continuità della figurazione esistenziale che trovano nell’area cesenate un terreno particolarmente fertile, mentre dall’altro lato si registra l’ingresso sulla scena di Romagna di una figura decisamente europea come Mattia Moreni, o di certi artisti “di confine” come Sartelli. Se nel ventennio ’60 - ’70, largamente segnato ormai a dimensione internazionale dalle neoavan- guardie e dalla crisi dichiarata delle tradizioni artistiche, si avverte come un salto di generazione per quanto concerne la pittura, gli ultimi decenni del secolo ne riportano invece una notevole rifioritura grazie al mutato clima internazionale e a una nuova e agguerrita generazione di artisti che sulla pittura hanno fatto la loro puntata di riconosciuta e nuovamente legittimata attualità. La mostra è stata accompagnata da un corposo catalogo edito da “Il Vicolo”, Divisione Libri, contenente la riproduzione delle opere esposte, saggi critici e apparati biobibliografici dei curatori, ognuno dei quali ha approfondito l’indagine su una specifica area geografico-culturale. A corollario dell’iniziativa culturale va ricordato il progetto didattico anch’esso sostenuto dalla Fondazione Banca Popolare di Cesena e realizzato dallo Studio Culturale Artemisia. Le visite didattiche per le scuole hanno coinvolto 20 classi, quindi circa 400 studenti, della Scuola dell’Obbligo e delle Superiori. n. 70/2001 23
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