PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DELLA CORRUZIONE E DELL’ILLEGALITA’ EX ART.1, COMMA 8 DELLA LEGGE 6.11.2012, N.190 2014/2016 L’università assume come criteri guida per lo svolgimento delle proprie attività i principi di democrazia, partecipazione, semplificazione, efficienza, efficacia, trasparenza e promozione del merito, assicurando, mediante idonei strumenti di verifica, la qualità dei risultati. (art.3 dello Statuto dell’Università degli studi di Foggia) Sommario INTRODUZIONE .................................................................................................................3 Il Responsabile della prevenzione della corruzione .............................................................4 Comunicazione ....................................................................................................................5 Regolamentazione per il conferimento di incarichi istituzionali e/o l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra- istituzionali ...........................................................................5 Attività con rischio di corruzione ..........................................................................................5 Formazione, controllo e prevenzione del rischio..................................................................7 Disciplina del rischio di pantouflage o revolving doors.........................................................8 Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali ..............................................................8 Obblighi di trasparenza ......................................................................................................11 Vigilanza del responsabile della prevenzione e della corruzione .......................................11 Rotazione degli incarichi ....................................................................................................11 Tabella riepilogativa delle misure per la prevenzione della corruzione ..............................12 INTRODUZIONE Le Pubbliche Amministrazioni devono adottare il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (d’ora in avanti detto semplicemente P.T.P.C.) ai sensi dell’art. 1, commi 5 e 8 della Legge 6.11.2012 n.190. Trattasi di un vero e proprio documento di programmazione con indicazione di obiettivi, indicatori, misure, responsabili, tempistica, risorse che andrà rivisitato e attualizzato ogni anno. Infatti, entro il 31 gennaio di ogni anno, l’Università di Foggia dovrà adeguare il P.T.P.C. alle mutate esigenze normative e di contesto. Gli adempimenti, i compiti e le responsabilità inserite nel P.T.P.C. devono poi essere presenti nell’ambito del c.d. “ciclo delle performance”. Ogni anno, pertanto, gli organi di indirizzo politico della nostra Università (Rettore e Consiglio di Amministrazione) dovranno adottare un nuovo P.T.P.C. al quale sarà allegata una relazione, elaborata dal responsabile per la prevenzione della corruzione, che illustrerà l’attuazione delle misure di prevenzione definite nell’anno precedente. La relazione andrà pubblicata sul sito e trasmessa al Dipartimento della Funzione Pubblica, in allegato al P.T.P.C. dell’anno successivo. A seguito della adozione avvenuta lo scorso anno del primo P.T.P.C. dell’Università di Foggia per l’arco temporale 2013-2015, si rende ora necessario non solo aggiornare ma rivisitare integralmente l’impianto della programmazione in relazione al Piano Nazionale Anticorruzione (d’ora in avanti denominato semplicemente P.N.A.) emanato in data 11.09.2013, cioè successivamente alla approvazione del primo piano programmatico dell’Università di Foggia avvenuta in data 26.02.2013. Il P.N.A. ha infatti definito i contenuti minimi dei piani triennali. Nella stesura del seguente P.T.P.C. si è fatto riferimento non solo al suddetto documento ma anche a tutte le disposizioni normative vigenti e, in particolare, alla: - Legge 6.11.2012 n.190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” entrata in vigore il 28.11.2012; - Decreto Legge 22.06.2012 n.83 convertito in Legge 7.02.2012 n.134 “Misure urgenti per la crescita del Paese” che prevede l’obbligo della pubblicazione sul web di sovvenzioni e concessioni superiori al valore di 1000 euro; - Decreto Legislativo 14.03.2013 n.33 in attuazione della legge 190/2012; - Decreto Legislativo 8.04.2013 n.39 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico a norma dell’art.1, commi 49 e 50 della legge 6 novembre 2012, n.190”; - d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 “Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’art. 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165”; - Circolari del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 1 e n. 2 del 2013; - Delibera CiVIT (A.N.AC.) n.50/2013 “Linee guida per l’aggiornamento del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2014-2016”; - Delibera CiVIT (A.N.AC.) n.59/2013 “Pubblicazione degli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici a persone fisiche ed enti pubblici e privati” (artt.26 e 27 del D.Lgs. 33/2013) - Art.11 del D.Lgs 196/2003 con riferimento al principio di non eccedenza e pertinenza dei dati; - Artt. 4, commi 3-6 e 26, comma 4 del D.Lgs. 33/2013, prescrizioni in materia di protezione dei dati personali. Il P.T.P.C., sulla base delle indicazioni presenti nel P.N.A., effettua l’analisi e la valutazione dei rischi specifici di corruzione e indica gli interventi organizzativi atti a prevenirli. In particolare, identifica le aree maggiormente esposte al rischio corruzione, predispone piani formativi specifici per il personale appartenente alle aree a più alta intensità di esposizione al suddetto rischio, prevede una rotazione degli incarichi, sempre che ciò sia possibile in relazione alle esigenze organizzative generali. Il P.T.P.C., in definitiva, “rappresenta lo strumento attraverso il quale l’amministrazione sistematizza e descrive un “processo” - articolato in fasi tra loro collegate concettualmente e temporalmente - che è finalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno. In esso si delinea un programma di attività derivante da una preliminare fase di analisi che, in sintesi, consiste nell’esaminare l’organizzazione, le sue regole e le sue prassi di funzionamento in termini di “possibile esposizione” al fenomeno corruttivo. Ciò deve avvenire ricostruendo il sistema dei processi organizzativi, con particolare attenzione alla struttura dei controlli ed alle aree sensibili nel cui ambito possono, anche solo in via teorica, verificarsi episodi di corruzione” (pagina 10 dell’allegato 1 al P.N.A.). Ancora: “Attraverso la predisposizione del P.T.P.C., in sostanza, l'amministrazione è tenuta ad attivare azioni ponderate e coerenti tra loro capaci di ridurre significativamente il rischio di comportamenti corrotti. Ciò implica necessariamente una valutazione probabilistica di tale rischiosità e l’adozione di un sistema di gestione del rischio medesimo. Il P.T.P.C. quindi è un programma di attività, con indicazione delle aree di rischio e dei rischi specifici, delle misure da implementare per la prevenzione in relazione al livello di pericolosità dei rischi specifici, dei responsabili per l’applicazione di ciascuna misura e dei tempi. Il P.T.P.C. non è un documento di studio o di indagine, ma uno strumento per l’individuazione di misure concrete, da realizzare con certezza e da vigilare quanto ad effettiva applicazione e quanto ad efficacia preventiva della corruzione” (pagina 11 dell’allegato 1 al P.N.A.). Infine, esso si occuperà di definire anche altri adempimenti finalizzati a promuovere una cultura della legalità sempre più ampia e diffusa. Il responsabile del piano anticorruzione è il medesimo del piano per la trasparenza cosi come suggerito nei documenti della ex CiVIT (ora A.N.AC.) e identificato nel Direttore Generale. Per l’anno 2013, il piano è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 26 febbraio 2013 rispettando pienamente il termine fissato al 31 marzo per il solo primo anno di applicazione della legge 190/2012. Il Responsabile della prevenzione della corruzione Il Direttore generale è il responsabile dell’Università per la prevenzione della corruzione. Egli sarà adiuvato da tutte le Elevate Professionalità presenti nell’Amministrazione Centrale e nelle strutture decentrate. In particolare, egli si avvarrà di un comitato di monitoraggio dell’attuazione delle prescrizioni contenute nel documento programmatico che sarà nominato con apposito provvedimento entro il mese di febbraio. I componenti del Comitato costituiscono “i referenti per la corruzione” di cui al paragrafo 2.2 della Circolare n.1/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica. Ad essi sono affidati dal Responsabile specifici compiti di relazione e di segnalazione. Entro il 31 gennaio di ogni anno, il Direttore generale sottopone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, il Piano triennale di prevenzione della corruzione. Il Piano viene trasmesso dal Consiglio di Amministrazione, per il tramite della Direzione Generale, al Dipartimento della Funzione Pubblica unitamente alla relazione sull’attuazione del P.T.P.C. dell’anno precedente. Esso sarà inoltre pubblicato sul portale istituzionale di ateneo nella sezione relativa dell’Amministrazione Trasparente e trasmesso per email a tutto il personale. 4 Comunicazione Come raccomandato dal P.N.A., il responsabile dell’Area Comunicazione dell’Ateneo dovrà esperire una particolare azione incisiva di comunicazione - dentro e fuori l’amministrazione - finalizzata a diffondere un’immagine positiva all’amministrazione e della sua attività; a tal fine, è utile la comunicazione, anche attraverso il sito istituzionale, di buone prassi o di esempi di funzionari valorosi. E’ altresì auspicabile che ciascun dipendente, nell’ambito della propria sfera di competenza, segnali al suddetto responsabile articoli della stampa o comunicazioni sui media che appaiano ingiustamente denigratori dell’organizzazione o dell’azione dell’amministrazione affinché sia diffusa tempestivamente una risposta con le adeguate precisazioni o chiarimenti per mettere in luce il corretto agire dell’amministrazione. Così pure appare utile la segnalazione di informazioni di stampa su casi di buone prassi o di risultati positivi ottenuti dall’amministrazione affinché se ne dia notizia anche sul sito internet dell’amministrazione. Regolamentazione per il conferimento di incarichi istituzionali e/o l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extraistituzionali Sul portale istituzionale è pubblicato il regolamento contenente i criteri oggettivi e predeterminati per il conferimento o l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi. In particolare sono pubblicati sul portale istituzionale: - Il Regolamento per la disciplina degli incarichi didattici ( http://www.unifg.it/node/1558 ) - Il Regolamento per la disciplina dello svolgimento di incarichi non compresi nei compiti e nei doveri d'ufficio da parte dei docenti ( http://www.unifg.it/node/1556 ) - Il Regolamento per il conferimento di incarichi di collaborazione esterna ( http://www.unifg.it/sites/default/files/allegati/14-062013/regolamento_incarichi_esterni.pdf ) - Il Regolamento per il conferimento di incarichi retribuiti al personale tecnicoamministrativo (http://www.unifg.it/sites/default/files/allegati/14-062013/reg_incarichi_pta.pdf ) Attività con rischio di corruzione Le attività dell’Università degli studi di Foggia che possono presentare un rischio di corruzione, graduate per intensità del rischio medesimo, sono le seguenti: Struttura Area Affari Tecnici e Negoziali Area Biblioteche Area Programmazione, Valutazione, Controllo di Gestione e Statistica Area Risorse Umane Area Sistemi Informativi e Innovazione Tecnologica Attività Appalti di servizi e forniture Grado di rischio Alto Acquisizione materiale librario e banche dati Sistemi di valutazione dei servizi, del personale e controllo di gestione Reclutamento Verifica e monitoraggio delle esigenze in termini di Basso Basso Alto Basso 5 Area Comunicazione, Rapporti Istituzionali e Affari Legali Area Didattica, Servizi agli studenti e alta formazione Area programmazione finanziaria e affari generali Area Ricerca e Relazioni Internazionali Struttura di coordinamento del dipartimento di ECONOMIA Struttura di coordinamento del dipartimento di SCIENZE AGRARIE, DEGLI ALIMENTI E DELL’AMBIENTE Struttura di coordinamento del dipartimento di GIURISPRUDENZA Struttura di coordinamento del dipartimento di STUDI UMANISTICI. LETTERE, BENI CULTURALI, SCIENZE DELLA FORMAZIONE Struttura di coordinamento del dipartimento di SCIENZE MEDICHE E CHIRURGICHE Struttura di coordinamento del dipartimento di MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE innovazione tecnologica Rapporti con enti pubblici e privati Medio Rapporti con enti di formazione privati Pagamenti e scelta dei fornitori - economato Gestione dei progetti di ricerca – procedure selettive per mobilità internazionale Acquisizione beni e servizi Medio Acquisizione beni e servizi Alto Acquisizione beni e servizi Alto Acquisizione beni e servizi Alto Acquisizione beni e servizi Alto Acquisizione beni e servizi Alto Alto Basso Alto Nella tabella si riporta l’esito di un procedimento costituito da un’analisi fatta molto sommariamente e basata esclusivamente sulla percezione del Responsabile della prevenzione unitamente al Responsabile dell’Area delle Risorse Umane e operata su tutte le attività indicate come sicuramente a rischio dallo stesso Legislatore: quelle a presidio delle autorizzazioni e concessioni, scelta del contraente, concessione di contributi e vantaggi economici di qualsiasi tipo, concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale. L’attribuzione dell’intensità del rischio di corruzione correlata alla singola area procedimentale dovrà ora basarsi su un vero e proprio sistema di gestione del rischio sulla base delle indicazioni contenute nel P.N.A. e fondato sulla metodologia indicata nei principi e nelle linee guida UNI ISO 31000-2010. L’intero processo di gestione del rischio richiede la partecipazione e l’attivazione di meccanismi di consultazione con il coinvolgimento di tutti coloro che hanno la responsabilità di specifiche aree di competenza. Ciò è assicurato dalla formalizzazione che avverrà entro il mese di febbraio del 2014 del gruppo di monitoraggio incaricato di verificare l’adempimento di tutte le prescrizioni programmatiche contenute nel P.T.P.C. e nel Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità della Pubblica Amministrazione (d’ora in avanti 6 denominato semplicemente P.T.T.I). Ma la consultazione ed il coinvolgimento diffuso è assicurato anche per il tramite degli incontri periodici che il Direttore Generale, responsabile per la prevenzione della corruzione, organizza con tutto il personale apicale dell’Amministrazione Centrale e delle Strutture Dipartimentali. Considerata la necessità di partire da una prima mappatura dei procedimenti si è partiti da quella elaborata in modalità condivisa con tutte le figure apicali dell’Amministrazione e inserita nella sezione “Amministrazione Trasparente” del portale istituzionale. Ora occorrerà procedere, con l’ausilio dell’allegato 2 al P.N.A. (elenco minimale delle attività a rischio) a determinare quali siano, nello specifico, le strutture amministrative che svolgono quel tipo di attività e che devono prima degli altri effettuare la valutazione del rischio sulla scorta dell’allegato 5 al P.N.A. Bisognerà, cioè, procedere alla realizzazione di una tabella per ciascuna attività che in una colonna riporta gli indici di valutazione delle probabilità (es.: la maggiore o minore discrezionalità, la rilevanza esterna, la complessità, il valore economico, l’esistenza di un sistema di controlli) e nell’altra bisognerà indicare gli indici di valutazione dell’impatto (es.: la percentuale di personale utilizzato per l’attività, eventuali sentenze e articoli pubblicati sui giornali in relazione a fenomeni corruttivi negli ultimi 5 anni, il livello/ruolo al quale si può collocare il rischio); per ogni indice ci sono 5 risposte con una scala di valori da 1 a 5. Il grado di rischio è il prodotto delle due medie del valore della probabilità e del valore dell’impatto. Sulla base della prima sommaria analisi effettuata e cristallizzata nella tabella inserita in apertura di paragrafo si è quindi proceduto a identificare le prime misure utili a ridurre le probabilità di rischio, con indicazione degli obiettivi, tempistica e responsabili. Formazione, controllo e prevenzione del rischio Se nel corso del 2013 sono state effettuate le prime iniziative formative a beneficio delle elevate professionalità a presidio delle principali strutture dell’Amministrazione Centrale e di quelle decentrate cosi come esaurientemente indicato nella relazione allegata al presente piano, nel 2014 si procederà alla realizzazione di percorsi formativi più generalizzati a beneficio di tutto il personale e percorsi mirati alle singole professionalità maggiormente esposte al rischio corruttivo. In particolare, a partire dal mese di aprile del 2014, si terrà un primo modulo formativo di base che sarà svolto a cura del Dott. Tommaso Campagna, elevata professionalità. Il modulo di quattro ore verterà sui seguenti argomenti: - Cornice normativa generale in materia di anticorruzione - Contesto generale nazionale e internazionale di riferimento - Il concetto di corruzione nella disciplina di cui alla legge 190/2012 - Piano di Ateneo per la prevenzione della corruzione - Diritti e obblighi del pubblico dipendente Il corso sarà effettuato a tutto il personale tecnico-amministrativo e sarà organizzato per classi di 60 unità. Si svolgerà nell’Auditorium “Bruno Di Fortunato” nel periodo aprile-luglio 2014. Il materiale formativo sarà quindi messo a disposizione di tutti nell’apposita sezione “Amministrazione Trasparente”. In generale, anche per gli interventi formativi successivi si cercherà, per quanto è possibile, di utilizzare come formatori le competenze presenti all’interno dell’Ateneo. La formazione non comporterà oneri finanziari a carico del bilancio di Ateneo. Al fine di prevenire e controllare il rischio derivante da possibili atti di corruzione, il responsabile della prevenzione della corruzione può richiedere, in qualsiasi momento, ai dipendenti che hanno istruito il provvedimento di dare per iscritto adeguata motivazione 7 circa le circostanze di fatto e le ragione giuridiche che sottendono all’adozione del provvedimento. Il responsabile della prevenzione della corruzione può in ogni momento verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti su comportamenti non irreprensibili. Si costituirà apposito Ufficio Procedimenti Disciplinari nell’ambito dell’Area delle Risorse Umane che avrà la cura di tutti i procedimenti che saranno attivati dal responsabile della prevenzione della corruzione in assenza di una tempestiva ottemperanza alle sue richieste. Disciplina del rischio di pantouflage o revolving doors Al fine di evitare il rischio del verificarsi di fenomeni corruttivi particolarmente subdoli come la mobilità di docenti o funzionari pubblici verso il privato (fenomeni conosciuti con il termine francese di pantouflage o anglofono di revolving doors) si richiede al singolo dipendente di effettuare, all’atto del conferimento del nulla osta per lo svolgimento di un’attività a beneficio di altro ente o all’atto del conferimento di un incarico per l’Istituzione che comporti la collaborazione con altri enti, una dichiarazione sostitutiva di certificazione resa nei termini e alle condizioni dell’art. 46 del d.P.R. n. 445 del 2000 e pubblicata sul sito dell’amministrazione ai sensi dell’art. 20 d.lgs. n. 39 del 2013 in cui si manifesta l’insussistenza di una situazione di conflitto di interesse o di inconferibilità. Se all’esito della verifica risultasse la sussistenza di una o più condizioni ostative, l’amministrazione e/o l’ente pubblico e/o privato si asterranno dal conferire l’incarico e si provvederà a conferire l’incarico nei confronti di altro soggetto. In caso di violazione delle previsioni di inconferibilità, così come disposto dall’art. 17 d.lgs. n. 39, l’incarico è nullo e si applicano le sanzioni di cui all’art. 18 del medesimo decreto. L’ Università provvederà a: emanare direttive affinché negli avvisi per l’attribuzione degli incarichi siano inserite espressamente le condizioni ostative al conferimento; impartire direttive affinché i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di inconferibilità all’atto del conferimento dell’incarico. Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali L’Università al momento non dispone al suo interno di posizioni dirigenziali se si eccettua quella riferita al Direttore Generale. Al fine, tuttavia, di stabilire un orientamento univoco che sia in linea con le disposizioni del legislatore e con le linee guida tracciate nell’ambito del Piano Nazionale Anticorruzione, l’Università assume l’impegno di verificare la sussistenza di eventuali situazioni di incompatibilità nei confronti dei titolari di incarichi dirigenziali. Il controllo verrà effettuato: all’atto del conferimento dell’incarico; annualmente e su richiesta nel corso del rapporto. Se la situazione di incompatibilità emerge al momento del conferimento dell’incarico, la stessa deve essere rimossa prima del conferimento. Se la situazione di incompatibilità emerge nel corso del rapporto, il responsabile della prevenzione contesta la circostanza all’interessato ai sensi degli artt. 15 e 19 del d.lgs. n. 39 del 2013 e vigila affinché siano prese le misure conseguenti. L’Università provvederà a: 8 impartire direttive interne affinché negli avvisi per l’attribuzione degli incarichi siano inserite espressamente le cause di incompatibilità; impartire direttive affinché i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di incompatibilità all’atto del conferimento dell’incarico e nel corso del rapporto. Tali orientamenti saranno, nel corso dell’anno 2014, laddove già non precedentemente previsti, inseriti nelle disposizioni regolamentari attualmente vigenti. Attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro Ai fini dell’applicazione dell’ art. 53, comma 16 ter, del d.lgs. n. 165 del 2001, l’Università impartirà direttive interne affinché: nei contratti di assunzione del personale sia inserita la clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l’apporto decisionale del dipendente; nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, sarà inserita la condizione soggettiva di non aver concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex dipendenti che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dell’Università nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; sarà disposta l’esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente. L’Università, infine, agirà in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli ex dipendenti per i quali sia emersa la violazione dei divieti contenuti nell’art. 53, comma 16 ter, d.lgs. n. 165 del 2001. Tali orientamenti saranno, nel corso dell’anno 2014, laddove già non precedentemente previsti, inseriti nelle disposizioni regolamentari attualmente vigenti. Prevenzione del fenomeno della corruzione nella formazione di commissioni di concorso e di gara nonché nelle assegnazioni agli uffici Nel pieno rispetto della disciplina di cui all’art.35 bis del Decreto Legislativo 30.03.2001, n.165, l’Università richiederà una dichiarazione sostitutiva di certificazione resa nei termini e alle condizioni dell’art. 46 del D.P.R. n. 445 del 2000 nella quale il singolo dipendente, chiamato a far parte di una commissione di concorso o di gara o in predicato di essere assegnato a uffici particolarmente esposti al rischio corruzione, attesterà di non aver subito condanna anche con sentenza non passata in giudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione né di avere in corso un procedimento di indagine da parte dell’Autorità giudiziaria. Tali orientamenti saranno, nel corso dell’anno 2014, laddove già non precedentemente previsti, inseriti nelle disposizioni regolamentari attualmente vigenti. E’ già da tempo richiesta ai candidati a procedure selettive una dichiarazione nella quale essi attestano di non avere rapporti di parentela con alcuno dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo e del Consiglio del Dipartimento che ha richiesto l’unità di personale. 9 Strumenti di tutela a favore del dipendente che effettua segnalazioni di illecito L’Università di Foggia intende scongiurare il più possibile fenomeni corruttivi al proprio interno. A tal fine, si utilizzerà anche lo strumento della segnalazione operata da altro dipendente o da un utente o dal semplice cittadino. In particolare, per quanto riguarda le segnalazioni effettuate dal dipendente e dallo studente bisognerà fare particolare attenzione al fine di garantire che l’emersione del fatto illecito non comporti conseguenze negative per chi ne abbia consentita la rilevazione. Inoltre bisognerà prestare attenzione anche al sempre possibile rischio di segnalazioni pretestuose e in mala fede che possano pregiudicare il clima di serenità complessivo dell’organizzazione. Per scongiurare tale ultimo rischio, l’Università segnalerà nella comunicazione rivolta a tutti i dipendenti la potenziale esposizione alla responsabilità penale per i reati di calunnia e diffamazione oltre alla responsabilità civile extracontrattuale ex art. 2043 c.c. in capo al malae fidei possessor. Nel pieno rispetto della disciplina di cui all’art.54-bis del d.lgs. 30 marzo 2001, n.165, eccettuati i casi di denuncia illecita, il pubblico dipendente denunciante non potrà essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, laddove emerga anche velatamente la riconducibilità della medesima alla denuncia effettuata. La denuncia dovrà essere effettuata esclusivamente e direttamente al responsabile della prevenzione della corruzione. A tal fine viene creato apposito account [email protected] le cui credenziali sono in possesso esclusivo del responsabile. Il denunciante potrà quindi chiedere un appuntamento per l’esposizione del fatto e il responsabile è tenuto a riceverlo senza indugio e senza che la sua segreteria venga a conoscenza dell’appuntamento e delle ragioni di esso. In alternativa, il denunciante potrà comunicare il fatto corruttivo allegando anche il materiale che dimostri in modo chiaro il verificarsi dell’evento o il rischio di una sua futura verificazione. Nell’eventuale procedimento disciplinare conseguente alla denuncia, l’identità del segnalante non sarà in nessun caso rivelata, senza il suo consenso. Il denunciante o le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell’organizzazione alla quale appartenga il denunciante dovranno segnalare, senza indugio, l’eventuale adozione di misure discriminatorie al Dipartimento della Funzione Pubblica. La denuncia inoltre è sottratta alle disposizioni concernenti l’accesso di cui alla legge 7 agosto 1990, n.241 e, ovviamente, a quelle successive concernenti l’accesso civico. Strumenti di tutela a favore dello studente che effettua segnalazioni di illecito Ovviamente, la protezione accordata al dipendente che effettui segnalazioni di illecito viene garantita anche in capo allo studente. In tal caso la denuncia viene effettuata esclusivamente al Difensore degli studenti presentando apposita istanza a [email protected]. Non saranno accettate istanze anonime ma sarà garantita la massima riservatezza nonché il segreto di ufficio riguardo alle informazioni acquisite nell’esercizio delle funzioni. Il Difensore degli studenti oltre a cercare di trovare una soluzione al problema evidenziato assumerà precise garanzie in merito al rischio che lo studente o gli studenti segnalanti possano riceverne ripercussioni nell’ambito delle prove di verifica del proprio apprendimento. Anche in tal caso se dalla denuncia derivi l’abbrivio di un procedimento disciplinare in capo al responsabile o ai responsabili dell’illecito, l’identità del segnalante non sarà in nessun caso rivelata, senza il suo consenso. 10 Il denunciante segnalerà anche in questa circostanza l’eventuale adozione di misure discriminatorie al Dipartimento della Funzione Pubblica. La denuncia inoltre è sottratta alle disposizioni concernenti l’accesso di cui alla legge 7 agosto 1990, n.241 e, ovviamente, a quelle successive concernenti l’accesso civico. Obblighi di trasparenza Il Responsabile della prevenzione della corruzione dovrà ogni anno esporre una relazione sulle attività svolte nell’anno precedente. La relazione dovrà essere illustrata al Consiglio di Amministrazione ed allegato al piano triennale per la prevenzione della corruzione che dovrà essere inviato al dipartimento della Funzione Pubblica entro il 31 gennaio di ogni anno. La relazione avrà la funzione di costituire la premessa per l’aggiornamento del piano triennale per la prevenzione della corruzione. La relazione dovrà essere inoltre pubblicata sul portale istituzionale nell’apposita sezione dell’ “Amministrazione trasparente”. Vigilanza del responsabile della prevenzione e della corruzione Il Responsabile della prevenzione della corruzione vigilerà che sul portale istituzionale vengano pubblicate e costantemente aggiornate le informazioni concernenti gare, concessioni e agevolazioni. In particolare, verificherà che, in caso di contratto o affidamento di lavoro, servizi e forniture, si proceda alla pubblicazione di: - numero e data del provvedimento; - oggetto; - soggetto in favore del quale è rilasciato; - durata; - importo. Lo schema da seguire sarà il seguente: AREA/UFFICIO SOGGETTO BENEFICIARIO CONTRAENTE AFFIDATARIO ATTO / AMMINISTRATIVO / (OGGETTO) NUMERO DATA E DURATA IMPORTO Rotazione degli incarichi Il Responsabile della prevenzione della corruzione concorda con i Responsabili di struttura la rotazione, ove possibile, dei dipendenti che sono maggiormente a rischio secondo l’analisi che verrà effettuata e aggiornata ogni anno e comunque di tutti coloro che siano in qualche modo coinvolti nell’istruttoria o nel rilascio dei provvedimenti autorizzativi o concessori di benefici e agevolazioni. Ogni tre anni sarà tuttavia necessario procedere, ove possibile, alla rotazione di tutte le Elevate Professionalità tenendo conto, tuttavia, che il principio della rotazione, come strumento essenziale per una corretta 11 prevenzione dei fenomeni corruttivi, dovrà però essere armonizzato con il principio costituzionale del buon andamento dell’azione amministrativa. In altri termini, potrà affidarsi alla medesima persona e per un tempo considerevolmente non breve lo stesso incarico purché esso sia giustificato dall’ oggettivo specialismo richiesto per un corretto espletamento dell’attività e per una corretta imputazione della responsabilità. In tali casi tuttavia si prevede un adeguato sistema di controllo che consisterà, in una sua prima applicazione, in una sintetica relazione che andrà allegata al piano triennale in cui il dirigente o il funzionario confermato nel suo incarico dovrà offrire una rendicontazione sociale del suo operato. Il Direttore Generale dovrà tener conto di questa relazione in vista dell’ulteriore rinnovo. Tabella riepilogativa delle misure per la prevenzione della corruzione Obiettivi Indicatori Misure Responsabili Tempi di realizzazione Risorse Aggiornamento della Mappatura dei procedimenti Numero di aggiornamenti effettuati/ Numero di aggiornamenti richiesti dal gruppo di lavoro Direttore Generale 1.02.201431.12.2014 Individuazione puntuale delle aree a maggior rischio Numero di aree a rischio corruzione/Numero di aree complessive di ateneo e dei dipartimenti Costituzione permanente di un gruppo di lavoro costituito da tutto il personale EP Definizione di un piano di gestione del rischio Direttore Generale 30.03.2014 Formazione Numero dipendenti t/a formati/Numero dipendenti t/a Corso di formazione per tutto il personale t/a dipendente Comunicazioni di buone prassi e di comportamenti ‘esemplari’ Direttive al personale Direttore Generale I corsi inizieranno ad aprile e termineranno a luglio 2014 Tutto il personale EP dell’Amministra zione Centrale e dei Dipartimenti Tutto il personale EP dell’Amministra zione Centrale e dei Dipartimenti Direzione Generale – Provvedimenti di rotazione degli incarichi compatibilmente con l’esigenza di non pregiudicare il ‘buon andamento’ dell’agire amministrativo Facilitazione delle denunce ad opera dei ‘whistleblower’ Migliorare la Comunicazione in materia di trasparenza e di prevenzione della comunicazione Attenuazione del rischio di pantouflage Numero di comunicazioni operate pubblicate sul portale/numero di comunicazioni effettuate in questo ambito Numero di direttive comunicate/Numero di direttive effettuate Attenuazione del rischio corruzione legata alla posizione ricoperta Numero di provvedimenti adottati/Numero di aree e strutture considerate a maggior rischio Controllo diffuso ad opera di dipendenti e studenti Numero di strumenti adottati/Numero di strumenti adottabili Settore Formazione del personale Direttore Generale 1.02.201431.12.2014 Area Comunicazione e rapporti Istituzionali Direttore Generale 1.02.201431.12.2014 Direttore Generale 1.02.201431.12.2016 Staff della Direzione Generale e Area delle risorse umane Area Risorse Umane Direttore Generale 1.02.201431.12.2016 Staff della Direzione Generale 12
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