comunicato stampa case rosse

PAGINA 1 DI 2
Da
: Comitati dei Cittadini di Settecamini e Case Rosse
email
: [email protected]
Web
: http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/
Facebook : http://www.facebook.com/pages/Comitato-Cittadini-Case-Rosse/288230334572152
COMUNICATO STAMPA
La Provincia di Roma, complice l’inerzia del Comune di Roma e dell’ARPA Lazio, aumenta la
quantità e la varietà di rifiuti pericolosi bruciati nell’inceneritore BASF alle porte della Capitale. I
Cittadini, sempre più preoccupati, indignati ed arrabbiati, protestano e ricorrono al T.A.R. del Lazio.
Roma, 5 Febbraio 2014. Crescono la paura e la rabbia dei cittadini di Case Rosse e Settecamini, popolosi
quartieri in espansione alla periferia est di Roma. In quell’area, la società BASF brucia ogni giorno
tonnellate di rifiuti chimici tossici, nocivi e pericolosi nell’inceneritore di uno stabilimento qualificato
come “industria insalubre di prima classe”.
La Provincia di Roma, con il colpevole silenzio di altre istituzioni come il Comune e l’ARPA, ha
recentemente concesso un aumento del 254% (da 240 a 850t/anno) dei rifiuti pericolosi bruciati
nell’inceneritore. Non solo. La Provincia autorizza il trattamento di nuove tipologie di rifiuti (catalizzatori
esausti liquidi) che prima non potevano essere trattati a Roma. I rifiuti totali da bruciare
nell’inceneritore aumentano così del 45% (da 1100 a 1600 t/anno).
Tutto ciò nonostante la presenza di un asilo nido e centinaia di famiglie con bambini che vivono nei
pressi dello stabilimento.
La reazione iniziale è stata di incredulità: anni di lotte e di pressioni dei Cittadini avevano indotto la
Provincia ad autorizzazioni sempre più prescrittive, con una sia pur minima e lenta riduzione delle
quantità di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi stoccati e lavorati.
I Cittadini delle zone limitrofe allo stabilimento, da anni riuniti nei Comitati di Case Rosse e
Settecamini, oggi si chiedono sgomenti che bisogno c’era di autorizzare nuovi tipi di smaltimento ed
incrementare la quantità e varietà di sostanze chimiche pericolose bruciate a via di Salone, in una zona
così densamente popolata con case, asili, scuole, esercizi commerciali.
Il tutto mentre il Sindaco Ignazio Marino, facendo seguito a quanto pubblicamente promesso in un
incontro con Comitati e Cittadini lo scorso 22 novembre, ha già avviato un tavolo per trattare la
delocalizzazione dello stabilimento e ha in agenda un incontro con BASF il 7 febbraio prossimo.
Ma non si possono aspettare i tempi lunghi di un’eventuale delocalizzazione e nel frattempo aumentare i
rifiuti tossici. Per questo i Comitati continuano a chiedere al Sindaco Marino, responsabile della salute
pubblica, di prendere chiaramente posizione contro il provvedimento e di salvaguardare la salute dei
Cittadini avviando subito anche il promesso tavolo per il monitoraggio permanente e serie indagini
epidemiologiche.
FOR RELEASE 9 A.M. PST, 5 FEBBRAIO 2014
PAGINA 2 DI 2
Intanto, il Comitato di Quartiere di Case Rosse, supportato da un legale dell’associazione ambientalista
Raggio Verde, ha depositato ricorso al TAR del Lazio contro il provvedimento, con contestuale richiesta
di fissazione dell'udienza di sospensiva.
Anche per coordinare la protesta, confrontare le proposte ed informare i tanti cittadini che continuano
ignari a respirare i fumi tossici, i Comitati organizzeranno nei sabati di Febbraio una serie di assemblee
pubbliche sul territorio di Case Rosse ed annunceranno una serie di iniziative, anche clamorose e
visibili, per sensibilizzare Cittadini, istituzioni ed opinione pubblica su un problema che da almeno dieci
anni aspetta una soluzione che oggi non è più rinviabile.
###
IL COMITATO DI QUARTIERE DI CASE ROSSE
Il Coordinatore - Dr. Rocco Margapoti
tel. 340 1403190
IL COMITATO DI QUARTIERE DI SETTECAMINI
Il Coordinatore – Ing. Emilio Montuori
tel. 328 4743644
Per ulteriori informazioni sull’argomento o per un intervista con il coordinamento dei Comitati di
Quartiere di Settecamini e Case Rosse, contattare i Comitati inviando una email a
[email protected] o visitate il sito http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/.
Di seguito alcune ulteriori informazioni sintetiche fondamentali sul caso BASF‐Settecamini. Nel suo stabilimento “insalubre di prima classe” di Via di Salone a Settecamini, a meno di 10 Km dal centro di Roma, la società BASF (ex Engelhard) deposita e brucia ogni giorno, dal 1956, tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti da stabilimenti chimici di tutto il mondo, recuperando e riciclando i metalli preziosi residui della combustione. Un business molto interessante e remunerativo per la multinazionale, che però non è compatibile con la realtà ed i numeri del territorio circostante: oltre allo stoccaggio di sostanze nocive e pericolose e alle emissioni tossiche nell’aria di Settecamini, le acque reflue dei processi chimici vengono versate nel fiume Aniene, affluente del Tevere, anch’esso già ampiamente inquinato. In questo contesto, l’allora Presidente della Provincia di Roma, On. Nicola Zingaretti, si assunse il 30 dicembre 2011 la responsabilità di concedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) 1 alla BASF Italia S.r.L, consentendole di continuare a bruciare sostanze tossiche e nocive nel suo impianto alle porte di Roma, a ridosso di alcune centinaia di abitazioni e un asilo nido. Con precise motivazioni, i Comitati dei Cittadini di Settecamini e Case Rosse denunciarono 2 tale Autorizzazione come illegittima. I Cittadini che risiedono o lavorano esposti ai rischi dalle attività di incenerimento di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi che hanno luogo presso l’inceneritore, da anni vivono nella preoccupazione per la propria salute. Il ricordo di eventi drammatici, come quello avvenuto alle porte di Milano il 4 Novembre 2010 3 , o la tragedia dell’ILVA di Taranto, dovrebbero far riflettere da subito sull’opportunità di proseguire simili attività di smaltimento di rifiuti tossici e pericolosi in un centro abitato. Fintantoché la BASF continuerà a bruciare sostanze tossiche alle porte di casa, questo dovrà essere fatto con tutte le precauzioni ed i controlli del caso, senza compromessi per il diritto alla vita e alla salute. Quale che sia il costo in denaro di tali precauzioni, esso dovrà essere sopportato dalla collettività e, principalmente, dalla stessa BASF, anche erodendo una quota dei lauti profitti che tale attività porta alle sue casse. I Comitati auspicano perciò una campagna di monitoraggio approfondito e permanente, visto anche lo stoccaggio di sostanze tossiche e pericolose. Ciò dovrebbe rappresentare la consuetudine, non l’eccezione: solo un piano di sorveglianza permanente, esteso da altre attività come studi epidemiologici e bio‐monitoraggio, consente di identificare gli inquinanti e neutralizzarli. Inoltre i Comitati sostengono con forza l’obiettivo fondamentale della delocalizzazione dello stabilimento in aree industriali idonee in provincia di Roma, nel rispetto dei livelli occupazionali (l’inceneritore impiega circa 25 operai), del legittimo diritto a fare impresa in modo sostenibile e del diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini che risiedono nell’area di Settecamini e Case Rosse. Infine i Comitati appoggiano l’adozione di tecnologie alternative prive di emissioni tossiche, già esistenti ed identificate, in sostituzione dell’inceneritore. ###
1
http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/engelhard/2012/aia_10374_cittadini_30-dic-2011.pdf
2
http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/engelhard/2012/punti_critici_dell%27aia.pdf
3
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2010/11/04/esplosione_paderno_azienda_impianto_chimico_ustionati.html
FOR RELEASE 9 A.M. PST, 5 FEBBRAIO 2014