S. Sacone, S. Siri - DIST 9 Il terminal container

Corso di
Gestione dei sistemi di trasporto
Cap. 9
I terminal container
S. Sacone, S. Siri - DIST
Lo sviluppo dei container
Vantaggi dell’utilizzo dei container:
Î
unitizzazione del carico (merci movimentate come un pezzo unico)
Î
movimentazione facile e veloce grazie alla standardizzazione e
all’innalzamento del tenore tecnologico delle attrezzature di handling
Î
trasporto intermodale (movimento da origine a destinazione attraverso
diverse modalità di trasporto)
Î
diminuzione del tempo di fermata della nave in porto (da più di 10
giorni a 2-3 giorni al massimo)
Î
maggior protezione del carico contro intemperie
Î
sovrapponibilità dei contenitori
Î
maggiore sicurezza e prevenzione dai furti (carico sigillato)
Î
operazioni di controllo e schedulazione più semplici
S. Sacone, S. Siri - DIST
2
Lo sviluppo dei container
Î
prima metà dell’800: idea di utilizzare unità di carico standardizzate
(trasporto di minerali e carbone in contenitori ben più piccoli di quelli
attuali)
Î
1956: la nave cisterna Ideal X trasporta da Newark (NJ) a Houston 58
contenitori di 35 piedi di lunghezza (1 piede = 0.3048 metri)
Î
1958: prima nave portacontainer tra California e Hawaii
Î
1960: primo trasporto internazionale di contenitori (da New York al
Venezuela) - primo terminal container nel porto di Newark
Î
1966: primo terminal container europeo (Rotterdam) – primo servizio
transatlantico tra Newark e Rotterdam (riduzione dei tempi di trasporto
di circa 4 settimane)
S. Sacone, S. Siri - DIST
3
Lo sviluppo dei container
Da allora il processo di containerizzazione si è diffuso sempre di più,
contribuendo all’innovazione delle aree portuali e all’automazione e
specializzazione delle operazioni di movimentazione
Oggi il 60% della merce trasportata via mare nel mondo viaggia in
container, mentre alcune tratte (tra paesi forti e stabili economicamente)
sono containerizzate al 100%
L’unità di misura per il container è il TEU (Twenty-Foot Equivalent Unit):
Î
un container da 20 piedi corrisponde ad 1 TEU – un container da 40
piedi corrisponde a 2 TEU
Î
il concetto di TEU nasce alla fine degli anni ’60 per la compilazione
di statistiche
S. Sacone, S. Siri - DIST
4
I porti mondiali (2002)
S. Sacone, S. Siri - DIST
5
I porti mondiali (2002)
Î
Più del 50% del traffico mondiale è gestito dai porti asiatici (elevati
spazi, efficienza organizzativa e forte sviluppo tecnologico)
Î
I porti europei vanno distinti tra Nord Europa (infrastrutture moderne,
elevata automazione e collegamenti terrestri efficienti con il Centro
Europa) e Mediterraneo (porti di transhipment altamente tecnologici e
porti import-export meno sviluppati)
Î
I porti degli Stati Uniti sono molto frammentati, hanno a disposizione
grandi spazi e l’automazione è in via di sviluppo
Î
In America Latina i porti sono caratterizzati da scarsi livelli di
automazione e connessioni terrestri inefficienti
Î
In Medio Oriente vi sono terminal molto recenti, altamente
automatizzati e con ampi spazi (la maggior parte sono porti di
transhipment)
S. Sacone, S. Siri - DIST
6
Il terminal container
Un terminal container è costituito da:
Î due interfacce esterne, verso la banchina (carico/scarico delle navi),
verso l’interno (carico/scarico da treni e camion)
Î sistema di stoccaggio
Î sistema di interconnessione interna
CAMION E TRENI
Hinterland operation
Internal operation
STOCCAGGIO CONTAINER
Quayside operation
NAVI
S. Sacone, S. Siri - DIST
7
Il terminal container
Trains
RAILWAY YARD
YARD
GATE
Trucks
QUAY
Ships
S. Sacone, S. Siri - DIST
8
Il terminal container
Le principali operazioni in un terminal container:
Î
quando una nave arriva in porto, deve essere assegnata ad una
banchina dotata di apposite strutture per carico/scarico ed i container
di import scaricati sono trasportati nel piazzale (waterside
transhipment process)
process
Î
i container che arrivano via gomma o ferro sono movimentati nelle
apposite aree e da qui presi e spostati nel piazzale (hinterland
transhipment process o landside transhipment process)
process
Î
movimentazioni ulteriori possono risultare necessarie (ad es.
movimentazione dei vuoti, movimentazioni di rehandling all’interno
del piazzale, ecc.)
S. Sacone, S. Siri - DIST
9
Il terminal container
Î
l’arrivo via gomma è costoso ma molto flessibile
Î
l’arrivo via rotaia è sicuramente meno costoso del precedente ma con
rigidità superiori
Î
l’arrivo via nave è decisamente il più rigido
La gestione di un terminal container marittimo si basa sul fatto che
la nave fa profitto se naviga e perde se è ferma in porto
Molte società terminaliste si dotano di terminal situati nell’hinterland (dry
port),
port dove la merce arriva via rotaia e via gomma, in modo da non
sovraccaricare eccessivamente il terminal a mare
S. Sacone, S. Siri - DIST
10
Il terminal container
Î
navi deep-sea vessel:
vessel
• servono i porti più grandi (hub ports)
• capacità di carico elevate
Î
navi feeder :
• collegano i porti principali con porti regionali più piccoli
• capacità di carico ridotte
Î
chiatte:
chiatte
• trasportano container nell’hinterland su fiumi o canali
• da un punto di vista funzionale, sono mezzi di trasporto per
l’hinterland e quindi assimilabili a treni e camion
• da un punto di vista più operativo, sono navi che devono essere
servite da gru di banchina
S. Sacone, S. Siri - DIST
11
Il terminal container
Î
Dagli anni ’50 e ’60 la dimensione delle navi è sempre aumentata
Î
Fino alla metà degli anni ’80 le dimensione massime erano imposte dal
passaggio nel Canale di Panama (4500 TEU)
Î
Dalla seconda metà degli anni ’80 è iniziata la progettazione delle navi
Post Panamax,
Panamax Super Post Panamax,
Panamax Ultra Large Container Ship (che
attualmente rappresentano il 30% della flotta mondiale)
Î
Esistono limiti infrastrutturali, relativi alle caratteristiche dei terminal
portuali, che non consentono attualmente di costruire navi oltre i 12.000
TEU di capacità
Î
Si ipotizza per la fine del decennio la costruzione di navi di capacità
intorno ai 15.000 TEU (per le rotte più lunghe e di traffico più intenso e
stabile, come i collegamenti fra Europa ed Asia)
S. Sacone, S. Siri - DIST
12
Il terminal container
S. Sacone, S. Siri - DIST
13
Il terminal container
Ulteriore classificazione delle navi portacontainer:
Î
navi portacontainer lo-lo (lift on-lift off),
off in cui l’imbarco e lo sbarco di
ogni contenitore avviene tramite movimentazione verticale con un
sistema di sollevamento (gru)
Î
navi portacontainer ro-ro (roll on-roll off),
off dotate di grandi portelloni,
in genere a poppa, che si aprono davanti alle banchine per permettere il
carico/scarico di merci tramite mezzi terrestri
Classificazione dei terminal in base al flusso delle merci:
Î
terminal di tipo import,
import se il flusso prevalente è da nave a camion/treni
Î
terminal di tipo export,
export se il flusso prevalente è da camion/treni a nave
Î
terminal di transhipment,
transhipment se il flusso prevalente è da navi “madre”
(deep-sea vessel) a navi più piccole (feeder vessel)
S. Sacone, S. Siri - DIST
14
Il terminal container
Un camion ha una capacità massima di 3 TEU
Un treno ha una capacità massima di 120 TEU
La suddivisione tra diverse modalità di trasferimento della merce
nell’hinterland varia molto da un porto ad un altro:
Î
Hamburg: 47% camion, 35% feeder, 18% treno
Î
Rotterdam: 50% camion, 40% feeder, 10% treno
Î
Hong Kong: più del 90% camion, meno del 10% feeder, 0% treno
Î
Singapore: 20% camion, 80% feeder, 0% treno
S. Sacone, S. Siri - DIST
15
Il terminal container
L’area di stoccaggio del terminal è suddivisa in diversi block,
block in cui la
locazione del container è definita in base alle tre coordinate spaziali row,
row
bay e tier
Alcune aree sono riservate a container speciali:
Î reefer container, che necessitano di energia elettrica
Î container con merce pericolosa
Î container di dimensioni non standard
Spesso l’area di stoccaggio è suddivisa in aree per:
Î container in export
Î container in import
Î container speciali
Î container vuoti
In alcuni casi vi sono apposite aree all’interno del piazzale, in cui i
container vengono aperti e la merce al loro interno lavorata
S. Sacone, S. Siri - DIST
16
Il terminal container
Risulta fondamentale, a livello strategico, valutare la domanda potenziale
di servizi portuali:
Î
se il sistema viene sovradimensionato rispetto agli effettivi flussi di
domanda, si rischia di non assorbire gli ingenti costi fissi relativi ai
capitali immobilizzati
Î
se il sistema viene sottodimensionato rispetto agli effettivi flussi di
domanda o se la rete di accesso-deflusso allo scalo è insufficiente a
smaltire il traffico, si possono verificare fenomeni di congestione,
con il conseguente allungamento del transit time
L’abbassamento della qualità del servizio fornito comporta:
Î
dirottamento dei carichi dei clienti tradizionali
Î
non acquisizione della potenziale domanda
S. Sacone, S. Siri - DIST
17
Il terminal container
La competitività di un terminal può essere misurata in termini di
movimentazione veloce, tariffe basse per carico e scarico, flessibilità,
affidabilità e sicurezza
Indicatori tecnico-economici per valutare la produttività e le performance
di un terminal container:
Î
grado di saturazione di banchina o produttività di banchina (si esprime
in termini di ore di occupazione su base giornaliera o in percentuale)
Î
numero di container manipolati per ora (dipende da aspetti
organizzativi, tecnologici, professionali, oltre che dall’ampiezza delle
aree di stoccaggio e dalla qualità dei raccordi con le infrastrutture
esterne)
Î
rotazione dei container (rapporto tra quantità di container manipolati
in entrata e in uscita e l’estensione dell’area di banchina)
S. Sacone, S. Siri - DIST
18
Il terminal container
Situazioni esterne, non direttamente controllabili, influenzano la
produttività del terminal:
Î
insufficienti infrastrutture di accesso al terminal
Î
incombenze doganali o di altra natura amministrativa
Î
situazione politico-sociale-sindacale
Il costo delle fasi portuali rappresenta dal 15% al 30% sul complesso dei
costi di trasferimento intermodale delle merci
Tale costo è uno degli elementi che le compagnie di navigazione tengono
maggiormente in considerazione quando devono decidere le rotte da
seguire
S. Sacone, S. Siri - DIST
19
Tecnologie elettronico-informatiche
Î
La movimentazione delle merci è da sempre accompagnata da un
ingente flusso di documenti e informazioni
Î
Con l’introduzione del container e con la crescita del commercio
internazionale, è ancora maggiore l’esigenza di utilizzare e scambiare
informazioni in modo rapido, sicuro e a basso costo
Î
Gli operatori dei terminal container devono comunicare continuamente
con l’esterno (agenti, spedizionieri, compagnie di navigazione,
ferroviarie o di autotrasportatori, guardia costiera, dogane, ecc.)
Î
La comunicazione elettronica si basa su standard internazionali
(Electronic Data Interchange For Administration, Commerce and
Transport = EDIFACT )
S. Sacone, S. Siri - DIST
20
Tecnologie elettronico-informatiche
Dal punto di vista dell’operatore del terminal, le informazioni più
importanti sono:
Î
il bayplan della nave, comunicato prima che la nave arrivi in porto,
contenente i dati precisi e la posizione dei container sulla nave
Î
la lista dei container da caricare/scaricare, con i dati specifici di ogni
container
Î
le informazioni sullo stivaggio della nave, indicanti la posizione che i
container in export dovranno occupare sulla nave (base di partenza su
cui costruire il piano di allocazione dei container nel piazzale)
Î
le informazioni riguardo agli arrivi di treni e camion
Î
le istruzioni per la schedulazione ed il carico dei treni
S. Sacone, S. Siri - DIST
21
Tecnologie elettronico-informatiche
Oltre alla comunicazione con l’esterno, molto importante per
l’ottimizzazione delle operazioni del terminal è la comunicazione interna:
Î
dalla metà degli anni ’80: comunicazione via radio, utilizzata per
assegnare i “job” alle gru e agli altri mezzi di movimentazione
Î
a partire dagli anni ’90: il GPS viene utilizzato al fine di identificare
automaticamente la posizione dei container nel piazzale
Î
a causa delle problematicità che si riscontrano in un terminal
container, si è passati all’utilizzo del sistema DGPS, che permette un
notevole miglioramento delle prestazioni, attraverso l’utilizzo di due
ricevitori
S. Sacone, S. Siri - DIST
22
La struttura tecnica del piazzale
Movimentazione dei container:
Î Carico e scarico di navi
Î Stoccaggio dei container
Î Carico e scarico di treni/ camion
Î Interconnessione interna
Il terminalista sceglie i mezzi di movimentazione in base a:
Î costo di acquisizione e tempi di messa in opera
Î prestazioni
Î costi operativi
Î costi di manutenzione ordinaria e di riparazione
Î affidabilità
Î velocità operativa
S. Sacone, S. Siri - DIST
23
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
Per l’imbarco/sbarco di navi Lo-Lo si utilizzano gru portainer o quay
crane o ship-to-shore crane:
crane sono generalmente su rotaia (RMG),
RMG in alcuni
casi su gomma (RTG)
RTG
S. Sacone, S. Siri - DIST
24
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
Î
Il trolley si muove lungo il braccio della gru ed è dotato di uno
spreader,
spreader che è il dispositivo atto a prelevare e trattenere il container
durante la movimentazione
Î Anche la cabina si muove orizzontalmente lungo il braccio della gru
per consentire all’operatore la migliore visuale nelle operazioni di
aggancio/sollevamento e abbassamento/sgancio
S. Sacone, S. Siri - DIST
25
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
I sistemi di funzionamento che caratterizzano le gru di banchina sono:
Î il sistema di traslazione orizzontale della gru lungo i binari
Î il sistema di traslazione orizzontale del carrello
Î il sistema di abbassamento/sollevamento del braccio lato mare (boom)
Î il sistema di abbassamento/sollevamento dello spreader
Le gru sono classificate in base al tipo di navi che possono servire: gru di
tipo Feeder,
Feeder Panamax,
Panamax Post Panamax,
Panamax Super Post Panamax (attualmente
in grado di raggiungere la ventiduesima fila di una nave portacontenitori)
La produttività teorica delle gru a trolley singolo è di 50–60 TEU/h,
mentre in condizioni operative è di 22-30 TEU/h.
Esistono diversi sistemi per aumentare la capacità di movimentazione delle
gru di banchina (spreader twin-lift, tandem-twin-twenties, tandem-forties e
le gru di tipo double-trolley)
S. Sacone, S. Siri - DIST
26
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
Sistema twin –lift:
lo spreader permette l’elevazione contemporanea di due contenitori da 20’
grazie alla presenza di otto twist-lock (meccanismo per l’aggangio/sgancio
dei contenitori)
S. Sacone, S. Siri - DIST
27
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
Sistemi tandem-twin-twenties e tandem-forties:
forties
consentono allo spreader di agganciare quattro container da 20’ oppure
due da 40’ in ogni operazione di sollevamento (sistema poco diffuso ed
ancora in fase di valutazione)
S. Sacone, S. Siri - DIST
28
Carico e scarico di navi (Lo-Lo)
Gru double-trolley:
trolley
il trolley principale (guidato da un operatore) muove il container dalla
nave ad una piattaforma da cui il secondo trolley (che può essere
automatico) muove il container fino alla banchina
Possono aumentare la produttività del 50% ma costano 30-50% in più
delle gru convenzionali (necessità di un altro gruista nel caso in cui il
secondo trolley non sia automatizzato)
S. Sacone, S. Siri - DIST
29
Stoccaggio dei container
La fase di stoccaggio è critica per il buon funzionamento del terminal,
dovendosi integrare con gli altri sottosistemi in modo da coordinare i ritmi
dei diversi flussi di container che devono essere impilati o disimpilati
La scelta dei mezzi è condizionata dalla disponibilità di spazio ed è legata
alla flessibilità e autonomia dei vari mezzi e a vincoli di tipo operativo
I mezzi dedicati allo stoccaggio di container sono:
Î straddle carrier
Î RTG (Rubber Tyred Gantry)
Î RMG (Rail Mounted Gantry)
Î OHBC (OverHead Bridge Crane)
Î reach stacker
Î forklift
Î front loader
S. Sacone, S. Siri - DIST
30
Stoccaggio dei container
Straddle carrier:
carrier
Î
carrelli elevatori a forma di portico, dotati di motori a combustione
interna, montati su ruote
Î
capacità di elevazione dei container limitata (da 2 a 4 tiri)
Î
dimensioni e ingombri limitati, elevata flessibilità (facilità nel
modificare le traiettorie grazie alle ruote sterzanti senza diminuire la
velocità) e elevata velocità
Î
Î
possono essere dotati di spreader twin-lift
8 movimenti/ora
S. Sacone, S. Siri - DIST
31
Stoccaggio dei container
Î
Gli straddle carrier possono essere utilizzati solo
movimentazione o per la movimentazione e lo stoccaggio
Î
L’area di stoccaggio viene divisa in row distanziate tra loro almeno di
1,5 m per permettere alla struttura esterna del mezzo di “sormontare” la
fila; inoltre i contenitori di una stessa fila sono leggermente distanziati
Î
La disposizione su tiri effettiva è inferiore rispetto a quella teorica (si
cerca di minimizzare il numero di operazioni di rehandling)
Î
Gli straddle carrier sono adeguati
nei terminal con ampi spazi
(sfruttamento non intensivo della
superficie)
S. Sacone, S. Siri - DIST
per
la
32
Stoccaggio dei container
Rubber Tyred Gantry (RTG) crane:
crane
Î
gru a portico concepite per lo stoccaggio e il disimpilaggio di
contenitori nel piazzale
Î
si muovono su gomme, tramite un motore a combustione interna
Î
si spostano su traiettorie rettilinee nell’area di stoccaggio a cui sono
dedicati e, in caso di necessità, possono spostarsi in altre aree (grazie
alle ruote)
Î
non trasportano ma impilano/disimpilano
solamente i container su diversi tiri,
quindi richiedono mezzi ausiliari
Î
12 movimenti/ora
S. Sacone, S. Siri - DIST
33
Stoccaggio dei container
Î
Le gru RTG permettono di sovrapporre i container fino a 6 tiri e
abbracciare fino a 8 file
Î
Normalmente è presente una corsia dedicata all’accesso dei camion
S. Sacone, S. Siri - DIST
34
Stoccaggio dei container
Rail Mounted Gantry (RMG) crane:
crane
Î
gru a portale installate su rotaie ed alimentate elettricamente
Î
si possono spostare solamente su traiettorie rettilinee nell’area di
stoccaggio a cui sono dedicate e non possono raggiungere aree
parallele
Î
capacità elevata di stoccaggio (larghezze superiori a 50 m – 15 file)
Î
elevata facilità di automazione
Î
18 movimenti/ora
S. Sacone, S. Siri - DIST
35
Stoccaggio dei container
Î
in un block si usano normalmente 2 RMG, per evitare lunghe
interruzioni in caso di guasti e quindi per incrementare produttività ed
affidabilità: i container che devono essere movimentati da una parte
all’altra sono temporaneamente stoccati in un’area intermedia
Î
i cosiddetti double-RMG systems sono i sistemi più avanzati, con una
produttività leggermente superiore rispetto ai sistemi tradizionali,
costituiti da due RMG di diverse larghezze e altezze che si
sovrappongono nel movimento
Î
nonostante molti RMG siano guidati da operatori, la tendenza attuale è
verso RMG automatici senza autista, come avviene nei terminal di
Rotterdam, Hamburg, Thamesport, al fine di automatizzare la
movimentazione nel piazzale
S. Sacone, S. Siri - DIST
36
Stoccaggio dei container
OverHead Bridge crane (OHBC):
(OHBC)
Î sono costituite da un insieme di travi di sostegno che formano una
struttura fissa sopra la quale viene installata la gru
Î rispetto alle altre gru a portico, le dimensioni e le velocità operative
possono essere maggiori
Î richiedono opere civili che riguardano la
struttura fissa e le opere di fondamenta
Î gru di nuova concezione attualmente
utilizzate in terminal con traffici molto
elevati (per esempio a Singapore)
Î sono i mezzi per lo stoccaggio nel
piazzale con prestazioni complessive
migliori
S. Sacone, S. Siri - DIST
37
Stoccaggio dei container
Reach stacker:
stacker
Î
elevata flessibilità
Î
bassi costi di acquisto
Î
sono dotati di uno spreader, in grado di agganciare/sganciare i
contenitori, collegato ad un braccio telescopico estensibile che
permette il raggiungimento della seconda e terza fila di contenitori
Î
produttività media di 13 TEU/h
S. Sacone, S. Siri - DIST
38
Stoccaggio dei container
Fork lift:
lift
Î
usati soprattutto per movimentare container vuoti
Î
riescono ad accatastare fino a 8 pile di container vuoti
Î
produttività media di 14 TEU/h
Î
alcuni sono dotati di spreader, in quel caso vengono utilizzati per
l’usuale movimentazione di contenitori pieni (12 TEU/h)
S. Sacone, S. Siri - DIST
39
Stoccaggio dei container
Front loader:
loader
Î
usati soprattutto per movimentare container vuoti
Î
riescono ad accatastare fino a 9 pile di container vuoti
Î
produttività media di 10 TEU/h
S. Sacone, S. Siri - DIST
40
Carico e scarico di treni/camion
Î
per movimentare i contenitori arrivati e in partenza su treno si
utilizzano RMG e/o carrelli elevatori (reach stacker, fork lift e front
loader) nel caso il flusso non sia elevato
Î
per movimentare i contenitori in arrivo e in partenza su camion si
utilizzano carrelli elevatori (reach stacker, fork lift e front loader) e/o
straddle carrier
Î
per velocizzare l’entrata e l’uscita dei contenitori su nave/camion si
utilizzano sistemi in grado di acquisire dati in modo automatico:
– i primi sistemi si basavano sulla lettura in radiofrequenza (RFID)
di etichette attive collocate sui contenitori o sui trailer
– poi sono stati sviluppati sistemi di acquisizione dati mediante
codice a barre o banda magnetica
– attualmente si utilizzano sistemi ottici di lettura dei dati mediante
riconoscimento di immagini
S. Sacone, S. Siri - DIST
41
Sistema di interconnessione interna
Î
il collegamento tra i vari sottosistemi del terminal viene effettuato da
mezzi di movimentazione orizzontale che trasferiscono i container
Î
se nel terminal si utilizzano straddle carrier, reach stacker o forklift,
questa funzione può essere svolta da tali mezzi
Î
se la gestione del piazzale è affidata a RMG e/o RTG, sono necessari
mezzi ausiliari
– trattori a ralla
– multitrailer
– veicoli automatici come gli AGV
S. Sacone, S. Siri - DIST
42
Sistema di interconnessione interna
Trattori a ralla:
ralla
Î
sono dotati di un pianale su cui possono essere caricati due container
da 20’ o uno da 40’
Î
questi pianali hanno caratteristiche diverse rispetto a quelli usati per il
trasporto stradale (questi ultimi devono sopportare lunghi viaggi ad
elevate velocità rispettando la regolamentazione imposta dalle norme
di circolazione)
S. Sacone, S. Siri - DIST
43
Sistema di interconnessione interna
Multi-trailer system (MTS):
(MTS)
Î
aggangio di più pianali, uno dietro l’altro, che vengono movimentati da
un trattore a ralla
Î
vi è un unico operatore che guida il multitrailer
Î
la capacità massima si ha con un trattore a ralla (che svolge la funzione
di trazione) e 4-7 pianali, ciascuno dei quali può trasportare 2 TEU
S. Sacone, S. Siri - DIST
44
Sistema di interconnessione interna
Î
nei multi-trailer, i pianali sono dotati di ruote autosterzanti che
consentono di seguire la traiettoria impostata dal trattore a ralla
(permettendo al multi-trailer di muoversi in spazi limitati)
Î
si utilizza uno specifico sistema di frenata, per cui quando l’operatore
aziona i freni, la forza frenante viene prima applicata all’ultimo trailer,
successivamente viene trasmessa ai pianali anteriori fino a che non
viene applicata al trattore a ralla
Î
la connessione tra i pianali, le connessioni elettriche e il sistema di
frenata sono totalmente controllabili in cabina dall’operatore
Î
può essere utilizzato sia per la connessione banchina-piazzale sia per
quella fascio di binari-piazzale
S. Sacone, S. Siri - DIST
45
Sistema di interconnessione interna
Automated Guided Vehicle (AGV):
(AGV)
Î
veicoli a funzionamento automatico in grado di muoversi, frenare ed
individuare gli ostacoli automaticamente, seguendo una rete costituita
da fili elettrici o transponder interrati
Î
non hanno bisogno di un operatore a bordo
Î
possono trasportare un container da 40’ o due da 20’
Î
richiedono elevati investimenti
S. Sacone, S. Siri - DIST
46