Ambasciata d’Italia ad Ankara Ufficio Economico e Commerciale Ultimi Sviluppi Ferrero presenta il rapporto sulla responsabilità sociale presso l’Ambasciata d’Italia ad Ankara Frecce Trenitalia, agevolazioni per i clienti Turkish Airlines Karsan compra la marca Bertone La crescita dei centri commerciali potrebbe rallentare Sondaggio Eurochambres-Tobb: tre imprese turche su quattro a favore dell’adesione a UE Dopo i Brics arrivano i Mint: emergenti pronti alla ripartenza nonostante la recente frenata N.9 03 -14/04/2014 Prot. Nr. 922 Focus settore Il settore delle automotive Economia e Politica Economica Bilancia commerciale del periodo febbraio 2013-febbraio 2014 Principali indicatori macroeconomici 2013 e previsioni per il 2014 Fitch: rating della Turchia a lungo termine BBB- con outlook stabile FMI: prevista crescita del 2,3 per cento del PIL nel 2014 L’indice prezzi al consumo in crescita a marzo 2014 Annunci e Gare Vai direttamente alla pagina Indicatori Macroeconomici Vai direttamente alla pagina Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ; [email protected] ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282 Responsabile: Dott. Francesco Varriale Ultimi sviluppi Ferrero presenta il rapporto sulla responsabilità sociale presso l’Ambasciata d’Italia ad Ankara Ferrero crede nella Turchia e vuole contribuire al benessere sociale del Paese. Si può riassumere così il contenuto del resoconto annuale sulla Responsabilità Sociale d’Impresa che Ferrero ha reso noto nella giornata di martedì 8 aprile in un evento ospitato dall’Ambasciatore d’Italia in Turchia presso la propria residenza ad Ankara. Nel suo discorso di saluto, l’Ambasciatore Gianpaolo Scarante ha ricordato la notorietà dei prodotti Ferrero anche in Turchia e sottolineato come la responsabilità sociale d’impresa sia nel DNA della società italiana. Il Rappresentante della Ferrero in Turchia, Ambasciatore Carlo Marsili, ha quindi illustrato i progetti che l’azienda intende realizzare per i bambini della Turchia. Tra questi ultimi figura il programma educativo “Kinder+Sport”, un progetto che si prefigge di educare bambini e adolescenti ad una vita sana e all’attività fisica. Sull’importanza di una vita salutare e attiva, hanno discusso durante l’incontro anche il campione di basket Huseyin Besok, la nutrizionista Banu Topalakci, l’ecologista Ugur Zeydanli e il Responsabile di Ferrero in Grecia, Turchia, Malta e Cipro, Renato Danna. L’interesse di Ferrero verso il benessere sociale della Turchia è un esempio di come la società italiana dà importanza a questioni sociali, alla sicurezza alimentare e al benessere delle comunità locali in cui opera nel mondo. Frecce Trenitalia, agevolazioni per i clienti Turkish Airlines Italia e Turchia ancora più vicine grazie all’accordo siglato fra Trenitalia e Turkish Airlines. Entrambe le Società offrono nuove e migliori opportunità di viaggio ai rispettivi clienti grazie alla vendita combinata, e a prezzo agevolato, di biglietti aerei e ferroviari, attraverso la rete delle Agenzie di Viaggio italiane. L’accordo consolida la strategia di Trenitalia che punta a una sempre maggiore ed efficace integrazione fra aerei e Frecce. Allo stesso tempo consente a Turkish Airlines di continuare a incrementare la qualità e la ricchezza della propria offerta. I clienti di Turkish Airlines possono acquistare nelle Agenzie di Viaggio abilitate, a condizioni particolarmente vantaggiose, biglietti Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca e InterCity per raggiungere o partire dalle stazioni di Roma, Milano, Venezia, Bologna, Genova, Torino, Napoli, Catania e Pisa vicine agli aeroporti dove fanno scalo gli aerei della compagnia. Non rientrano nella promozione i biglietti dei servizi regionali. Trenitalia consente inoltre ai Tour Operator, partner di Turkish Airlines, di offrire speciali pacchetti “door to door”. Yurdagul Altinoz, General Manager a Roma di Turkish Airlines, ha espresso la soddisfazione della compagnia aerea al raggiungimento dell’accordo, enfatizzando che: “L’Italia è un Paese molto importante per noi. È il nostro secondo mercato in Europa per numero di destinazioni e sarà ulteriormente ampliato nei prossimi mesi con l’inaugurazione delle nuove rotte da Catania e Pisa. Questo strategico accordo con Trenitalia ci consentirà, da un lato, di migliorare il servizio offerto ai viaggiatori italiani in partenza con i nostri voli e, dall’altro, di incrementare la completezza dell’offerta per i turisti stranieri che atterrano in Italia dal nostro hub internazionale di Istanbul. Lavoriamo quotidianamente per garantire la massima efficienza e comodità nei trasporti di destinazione in destinazione e, proprio per questo scopo, in Trenitalia abbiamo trovato un ottimo partner”. “Siamo soddisfatti di quest’accordo che apre nuove e interessanti opportunità per entrambe le Società e per l’intero sistema turistico nazionale” sottolinea Gianfranco Battisti, Direttore Divisione Passeggeri Long Haul Trenitalia. “Turkish Airlines è, infatti, uno dei principali vettori aerei internazionali, con un network globale in costante espansione che ha il suo baricentro nell’area mediterranea. La collaborazione avviata da Trenitalia con Turkish Airlines è destinata a 2 estendersi e potenziarsi sia con l’ingresso nei sistemi di distribuzione globale, sia sviluppando sempre maggiori sinergie e una vera integrazione modale. L’obiettivo – ha concluso Battisti – è creare i migliori presupposti per sviluppare a pieno l’enorme potenzialità del mercato turistico, soprattutto nel segmento dell’incoming”. Turkish Airlines opera attualmente collegamenti tra 246 destinazioni in 106 Paesi, offrendo ai propri passeggeri il network più grande al mondo per numero di nazioni raggiunte. Una delle compagnie aeree in maggiore crescita al mondo, Turkish Airlines nel 2013 ha trasportato circa 50 milioni di passeggeri, con un incremento del 23,6% rispetto al 2012. (comunicato stampa Trenitalia) Karsan compra la marca Bertone L’italiana Bertone ha ceduto i propri diritti di marchio a Karsan, una casa automobilistica turca che produce veicoli commerciali per grandi marche, in cambio di un supporto finanziario pari a 2 milioni di euro finalizzato al pagamento dei debiti a breve termine contratti dalla stessa. Karsan aveva accettato la proposta nella speranza di trovarsi in una posizione di vantaggio nel caso in cui il gruppo italiano decidesse di vendere anche i diritti commerciali. Tuttavia, i debiti di Bertone ammontano a più di quanto dichiarato dalla compagnia italiana e, per il momento, il gruppo non è intenzionato a vendere i propri diritti commerciali. Karsan ha quindi annunciato di voler vendere i diritti di marchio in suo possesso per recuperare i prestiti concessi nel caso in cui Bertone non cedesse anche i diritti commerciali. La crescita dei centri commerciali potrebbe rallentare Lo scorso anno il numero dei centri commerciali è cresciuto del 10% e ha registrato un volume totale di investimenti pari a 310 miliardi di dollari. La città che detiene il primato del settore è Ankara Per i prossimi cinque anni si prevede che il totale delle attività commerciali eccederà i 12 milioni di m2 e che il numero di centri commerciali raggiungerà la cifra di 440. Secondo un sondaggio condotto da Cushman&Wakefield’s, la forte crescita del settore registrata lo scorso anno potrebbe però subire un calo nel medio termine. Cushman&Wakefield’s mettono infatti in guardia contro i fattori di rischio che potrebbero portare ad un rallentamento dell’espansione del settore, come ad esempio le recenti normative che limitano l’utilizzo di carte di credito per i pagamenti rateali e l’aumento dei tassi di cambio. Sondaggio Eurochambres-Tobb: tre imprese turche su quattro a favore dell’adesione a UE Secondo il sondaggio condotto dall’Associazione europea delle camere di commercio e dell’industria (Eurochambers) e dall’Unione delle camere di commercio turche (TOBB) su 3.700 imprese turche, tre aziende su quattro (75%) sono a favore dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Un risultato simile è emerso anche da un sondaggio parallelo condotto su 1.700 aziende europee, le quali hanno sostenuto con forza un miglioramento delle relazioni con la Turchia. Tra le aziende comunitarie persistono tuttavia delle preoccupazioni relative all’impatto che un eventuale ingresso della Turchia nell’Unione Europea potrebbe avere. Dopo i Brics arrivano i Mint: emergenti pronti alla ripartenza nonostante la recente frenata La fuga dei capitali dagli emergenti verso l'Europa causata dal tapering della Fed è un segnale temporaneo o di lunga durata? È finita una stagione o è solo un pausa di riflessione? Jim O'Neill, economista britannico ed ex chief economist della Goldman Sachs, a margine del Workshop Ambrosetti, non ha dubbi: sentiremo ancora parlare a lungo dei mercati emergenti. O'Neil è l'inventore nel 2001 del fortunato acronimo Brics (Brasile, Russia, India e Cina), ma oggi ha 3 appena coniato un nuovo termine MINT, i prossimi giganti dell'economia, che sta ad indicare Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, identificando in queste giovani nazioni le nuove 4 economie emergenti del pianeta. Per spiegare la sua tesi mostra un grafico del Fmi e Edymar projections sulle maggiori economie del pianeta nel 2050 dove al primo posto c'è la Cina, con il 23% del Pil mondiale, al secondo gli Usa (13%), seguiti da India (8%), Brasile (4%), Giappone (3%), Russia (3%), Indonesia (3%), Messico (2%), Gran Bretagna (2%) e al decimo posto la Germania (2%). I suoi vecchi Bric sono tutti nelle prime sei posizioni, mentre i nuovi Mint, nei primi quindici posti. Questi sono i nuovi punti di forza del mondo e da questo non si può prescindere. Si parla molto anche del re-shoring, il ritorno della manifattura dall'Asia negli Stati Uniti come un ulteriore motivo di indebolimento dei Paesi emergenti dove i salari sono aumentati negli ultimi venti anni(seppure in termini relativi), la produttività è scesa e l'energia costa a volte troppo cara, rispetto alla rivoluzione tecnologica del gas di scisto esplosa negli Stati Uniti. Nani Beccalli Falco, presidente della GE Europa invita alla prudenza sul fenomeno del re-shoring, cioè il ritorno a casa degli investimenti occidentali nei Paesi emergenti: «Non è facile disinvestire e tornare in Occidente. Parlerei piuttosto di un nuovo fenomeno, il cosiddetto" nearshoring", cioè la delocalizzazione di linee di produzione in luoghi più vicine ai mercati di origine». Più pessimista sullo stato di salute degli emergenti è la "Cassandra" dell'economia mondiale, Nouriel Roubini, l'economista che predisse la crisi del mutui subprime nel 2007, che ricorda sempre a margine del Workshop Ambrosetti, come «il recente rallentamento dei mercati emergenti con il conseguente calo delle relative monete, è causato da quattro fattori economici: il calo dei prezzi delle materie prime, la frenata del Pil della Cina che potrebbe essere né hard landing né soft landing ma comunque di atterraggio si tratta; da squilibri nelle partite correnti e di disavanzi nei conti pubblici interni e da una difficoltà di operare le riforme strutturali nei mercati del lavoro, dei beni e servizi, scelte che sono sempre impopolari ad ogni latitudine». Bertrand Badré, chief financial officer della Banca mondiale di origine francese, punta il dito sulla necessità di modernizzare la struttura finanziaria dei Paesi emergenti, «un punto chiave per lo sviluppo e per dare la liquidità necessaria all'economia reale e allo sviluppo di infrastrutture, vero volano della crescita». La Cina ad esempio deve migliorare il suo sistema finanziario, dove si nascondono ancora troppi elementi di fragilità nel sistema bancario tutto in mano allo Stato, all'opacità dello shadow banking. Un lungo cahier de doleance che è venuto al pettine, ma che secondo O'Neill non impedirà la ripartenza. (Fonte: V. da Rold, Il Sole 24 Ore, 7 apr 2014. Produzione riservata) FOCUS SETTORE Il settore delle automotive Quello dell’automobile e’ tra i settori trainanti dell’industria turca ed affonda le sue radici nel tempo, visto che la prima automobile e’ stata prodotta in Turchia circa 50 anni fa. Oggi, l’industria automobilistica conta 17 imprese produttrici (joint-ventures tra gruppi esteri e locali), più di 4.000 società che lavorano nell’indotto e circa 300.000 lavoratori. L’importanza del settore è confermata anche dalle molte associazioni esistenti, tra le quali le più importanti sono l’Automotive Manufacturers Association (OSD), l’Association of Automotive Distributors (ODD), l’Association of Automotive Parts and the Components Exporters Associations (UTAYSiB).Scendendo nel dettaglio, nel 2013 l’industria dell’automobile è stata uno dei settori che ha fatto registrare la maggior crescita. In particolare, la produzione è aumentata dell’11,8% rispetto all’anno precedente e le esportazioni hanno raggiunto un valore pari a 21,3 miliardi di dollari (le maggiori imprese esportatrici del settore sono state Ford, Renault e Tofaş, una joitventure che vede coinvolta al 50% la FIAT). In particolare, sul totale delle esportazioni turche, l’industria automobilistica ha pesato per il 14%, ovvero un valore complessivo di 151,71 miliardi 4 di dollari. Secondo l’Automotive Manufacturers Association, inoltre, le entrate del settore sono cresciute dagli 8 miliardi di dollari del 2012 ai 9 miliardi del 2013. Sebbene i flussi commerciali si siano diretti soprattutto verso il Nord America, il Nord Africa e i Paesi del Golfo, anche l’Italia è risultata un partner commerciale fondamentale, in particolare per quanto riguarda il commercio di autoveicoli, trattori e pezzi di ricambio. Per quanto riguarda le previsioni per il 2104, vi e’ la preoccupazione che l’anno in corso possa non rivelarsi così positivo come il 2013. Nei primi tre mesi del 2014, infatti, le vendite di automobili e veicoli commerciali leggeri è diminuita del 24,46% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Automotive Distribution Association ha in particolare annunciato che nei primi tre mesi del 2014 sono stati venduti 115.272 veicoli, a fronte dei 152.604 venduti nello stesso periodo del 2013. Tale calo è probabilmente in parte dovuto anche alle restrizioni del pagamento rateale introdotte a febbraio 2014 dalla Banking Regulation and Supervision Agency (BDDK), con lo scopo di far fronte al crescente tasso d’inflazione e di correggere il disavanzo delle partite correnti. Per quanto riguarda il futuro, la Turchia è intenzionata a perseguire obiettivi molto ambiziosi in tempi brevi, fra i quali vi sono una produzione di 2 milioni di veicoli, esportazioni per 50 miliardi di dollari, la realizzazione di importanti progetti di ricerca e sviluppo e la creazione di un hub produttivo con 600.000 lavoratori per una produzione di alta qualità. Economia e Politica Economica Bilancia commerciale del periodo febbraio 2013-febbraio 2014 A fine marzo 2014, l’Istituto di Statistica turco ha pubblicato la bilancia commerciale annuale del periodo febbraio 2013-febbraio 2014. Secondo i dati, l’interscambio della Turchia con il resto del mondo nel periodo considerato è aumentato del 1,7% per un valore globale di 63,1 miliardi di dollari. Le esportazioni (25,5 miliardi di dollari) sono aumentate dell’7,2%, mentre le importazioni (37,5 miliardi di dollari) sono diminuite dell’1,7 %. L’interscambio della Turchia con la UE, che rappresenta il 38% del commercio totale del Paese, è aumentato del 1,7 % rispetto a febbraio 2013, raggiungendo un valore di 24 miliardi di dollari. Le esportazioni verso l’UE (10,9 miliardi di dollari) sono cresciute del 10,4%, mentre le importazioni (13 miliardi di dollari) sono calate del 4,6%. Al quarto posto della graduatoria internazionale dei principali partner commerciali della Turchia (dietro Germania, Russia e Cina), si colloca l’Italia con 3 miliardi di interscambio. In particolare, nel periodo considerato le esportazioni dalla Turchia verso l’Italia sono pari a 1,2 miliardi di dollari (+9,4%), mentre le importazioni dall’Italia si attestano sugli 1,7 miliardi (-0,5%) per un saldo negativo della Turchia pari a 561 milioni di dollari. I prodotti esportati in maggior misura dalla Turchia nel mese di febbraio 2014 sono stati: autoveicoli, trattori e parti di ricambio (2,6 miliardi di dollari, +5,8%), macchinari ed apparecchiature meccaniche (2,1 miliardi di dollari, +11,7%), pietre preziose e semipreziose, metalli preziosi, perle, bigiotteria (1,6 miliardi, +9,9%), ferro ed acciaio (1,6 miliardi di dollari, -4,7%), abbigliamento ed accessori (1,5 miliardi di dollari, +12,2%), articoli in ferro ed acciaio (1 miliardo di dollari, +7,9%), combustibili minerali, oli minerali (977 milioni di dollari, -10,4%). I prodotti maggiormente importati dalla Turchia sono stati invece: combustibili, minerali, oli minerali (9,4 miliardi di dollari, +3,5%), macchinari ed apparecchiature meccaniche (4,3 miliardi di dollari, -1%), Ferro ed acciaio (2,8 miliardi di dollari, -2,3%), macchinari di precisione (2,7 miliardi di dollari, +4,7%), materie plastiche (2,3 miliardi di dollari, +3,7%), autoveicoli, trattori e parti di ricambio (1,8 miliardi di dollari, -5,5%), prodotti chimici organici (914 milioni di dollari, +7,8%), pietre preziose e semi preziose (750 milioni di dollari, -60,4%), apparecchi medicali, ottici, per fotografia (719 milioni, +6,2%), prodotti farmaceutici (630 milioni di dollari, -1,7%). (Fonte: Ufficio Ice di Istanbul, elaborazione dati Türkstat) 5 Principali indicatori macroeconomici 2013 e previsioni per il 2014 Con la pubblicazione da parte dell’Istituto di Statistica turco (Türkstat) dei dati definitivi sui principali dati macroeconomici per il 2013, è possibile tratteggiare un bilancio più completo dell’andamento dell’economia turca nello scorso anno. Nel 2013, la crescita del PIL è stata pari al 4% (nei 4 trimestri: 2,9%, 4,5%, 4,3% e 4,4%), un valore leggermente superiore rispetto alle previsioni dei mercati, sebbene inferiore a quel 5% che viene considerato la soglia minima della forbice, compresa fra il 5 ed il 7%, che nel lungo periodo può assicurare la stabilità del sistema. Venendo agli altri principali dati macroeconomici, il 2013 si è chiuso con un’inflazione al 7,4%, valore superiore all’obiettivo governativo ed anche al 6,16% fatto registrare nel 2012, ed un disavanzo della bilancia commerciale che ha toccato quasi i 100 miliardi di dollari (99,7), contro gli 84 miliardi di dollari del 2012, con un incremento del 18,7% rispetto all’anno precedente. La disoccupazione, invece, si è attestata sul 10%, meno 0,1% rispetto al 2012, facendo registrate valori più alti nelle zone urbane rispetto a quelle rurali, e la Lira turca, infine, ha perso, nei confronti dell’Euro, più del 25% in un anno. In termini generali, si può dire che anche i dati definitivi del 2013 confermano le tendenze che hanno caratterizzato l’economia della Turchia negli ultimi anni. Da un lato, un’economia che cresce a tassi sostenuti e, dall’altro, rimangono però i problemi cronici dell’economia turca e cioè un deficit delle partite correnti particolarmente preoccupante oltre ad una struttura produttiva caratterizzata da uno scarso valore aggiunto e che necessita di prodotti intermedi in provenienza dall’estero. A tutto ciò, si aggiunge la forte svalutazione che ha subito la Lira turca nel 2013, tendenza che è proseguita nel primo periodo del 2014 e che ha portato la Banca Centrale ad innalzare il tasso di interesse, dopo aver difeso la moneta nazionale con massicce cessioni di valuta che avevano però sortito effetti relativi. Tale perdita di valore ha avuto certamente conseguenze negative sul deficit della bilancia commerciale del Paese, sul quale pesano molto le importazioni dei beni energetici e di quelli intermedi per la produzione industriale. Di fronte a tale quadro, non e’ facile fare previsioni per il 2014 e vi sono pareri discordanti da parte degli analisti. Alcuni di questi temono un calo dei consumi interni e degli investimenti, anche per gli effetti di tassi di interesse più alti rispetto al passato e delle misure adottate a febbraio dalla Banking Regulation and Supervision Agency volte a limitare i pagamenti rateali su diversi beni di consumo. Altri osservatori prospettano addirittura la possibilità che tali tendenze provochino un avvitamento dell’economia su se stessa, a causa di un effetto a catena fra rallentamento dei consumi, difficoltà delle imprese a rientrare dalle proprie posizioni debitorie e fallimenti delle imprese maggiormente esposte. Altri ancora, invece, ritengono che il Paese abbia tutte le carte in regola per continuare a crescere, aiutato anche da una moneta debole che sostenga le esportazioni e dalla ripresa delle economie dell’Unione Europea alle quali la Turchia è strettamente legata. Fitch: rating della Turchia a lungo termine BBB- con outlook stabile Secondo una recente analisi condotta dall’agenzia internazionale di rating Fitch, il rating della Turchia a lungo termine si confermerebbe a BBB- con outlook stabile. A causa del rallentamento della crescita economica e della diminuzione del tasso di fiducia dei consumatori e degli investitori registrati negli ultimi mesi, l’agenzia ha inoltre rivalutato i valori di crescita che aveva previsto per il 2014 e il 2015. In particolare, secondo Fitch la crescita della Turchia nel 2014 sarà pari a 2,5% e non più a 3,2%. FMI: prevista crescita del 2,3 per cento del PIL nel 2014 Nella giornata di mercoledì 8 aprile 2014, il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il resoconto “World economic outlook” contenente le stime per i prossimi anni relative al PIL, all’indice dei consumo ai prezzi e al conto delle partite correnti dei singoli paesi. Secondo quanto 6 emerge da tali previsioni, in Turchia il tasso di crescita del PIL crescerà del 2,3 % nel 2014, del 3,1% nel 2015 e del 3,5% nel 2019. L’indice dei prezzi al consumo aumenterà invece dell’8% nel 2014 e del 6% nel 2015 e, infine, le proiezioni riguardanti il conto delle partite correnti per il 2014, il 2015 e il 2019 parlano rispettivamente di un -6,3%, -6% e -5,4% del PIL. L’indice prezzi al consumo in crescita a marzo 2014 A marzo 2014, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato dell’1,13% rispetto al mese precedente e dell’8,39% rispetto a marzo dello scorso anno. Paragonando i CPI di marzo e febbraio 2014, si può osservare che l’indice ha registrato la crescita maggiore nei settori alimentare e delle bevande analcoliche (+2,10%), degli hotel e ristoranti (+1,33%), dei servizi (+1,20%) e degli elettrodomestici (+0,90%). L’unico settore che ha visto un calo del CPI è stato quello delle bevande alcoliche e del tabacco. Rispetto a marzo dell’anno precedente, invece, la crescita maggiore del CPI è stata registrata dal settore trasporti (+13,74%). Annunci e Gare Modalità PPP: Tokat Turhal State Hospital Tokat Turhal State Hospital has been included in the list of PPP Model Hospital Projects to be tendered by the Ministry of Health. Project preparations are ongoing for the hospital in question and the Project will soon be presented to the approval of the SPC (Supreme Planning Council) of the Ministry of Development. The prequalification tender is expected to be announced within the year. Tokat Turhal State hospital is planned to have a 200 beds-capacity which may be increased upon the requirement analysis. TCDD: Treni ad alta velocità The General Directorate of Turkish Railways (TCDD) announced the international tender for the procurement of 10 ea High speed train sets to be used for Marmaray crossing tube. The tender has been published in the public procurement bulletin with the following registration number: 2014/36067. Interested companies can obtain the tender documents from TCDD General Directorate, Talatpaşa Bulvarı No.3 06330 Gar – Ankara, in return for 500 TL. The deadline for bids is set to 9 May 2014. TCDD: Leasing di 9 vagoni elettrici e manutenzione di locomotive elettriche The General Directorate of Turkish Railways (TCDD) announced an international tender for the leasing of 9 electrical wagon sets for a period of 3 years and the maintenance of electrical locomotives and train sets for 5 years. The tender has been published in the public procurement bulletin on 31 March 2014. Interested companies can obtain the tender documents from TCDD General Directorate, Talatpaşa Bulvarı No.3 06330 Gar – Ankara, in return for 200 TL. The deadline for bids is set to 30 April 2014. Indicatori Macroeconomici PIL Nel 2013, il tasso di crescita del PIL è stato pari al 4% (nei 4 trimestri: 2,9%, 4,5%, 4,3% e 4,4%). Dopo la crescita tumultuosa del 2010 (+9,2%) e del 2011 (+8,5%), che ha proiettato la Turchia ai primi posti al mondo fra i Paesi con la più alta crescita del PIL, nel 2012 il ritmo di crescita del PIL turco, in rallentamento per effetto delle politiche governative di contenimento e della congiuntura internazionale, si è attestato al 2,2%. 7 Inflazione Nel mese di marzo 2014, l’inflazione relativa ai beni al consumo in Turchia ha raggiunto il valore più alto negli ultimi sei mesi: il tasso d’inflazione è infatti cresciuto del 8,39% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, e del 1,13% rispetto a febbraio 2014. Nel 2013, l’inflazione relativa ai beni al consumo in Turchia è stata pari al 7,4%. Nel 2012 l’inflazione aveva mostrato una tendenza in calo, con un dato finale pari al 6,16%. Interscambio con l’Italia Nel mese di marzo 2014, l’Italia si è collocata al quarto posto fra i partner commerciali della Turchia, con un interscambio di 3 miliardi di dollari. Le importazioni dall’Italia hanno un valore di 1,7 miliardi di dollari (-0,5% rispetto al periodo 2013), mentre le esportazioni hanno raggiunto un volume di 1,2 miliardi (+9,4%), per un saldo negativo per la Turchia pari a 561 milioni di dollari. Nel 2013 l’Italia si era posizionata al quarto posto nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia, dopo Germania, Russia e Cina, con un interscambio pari a 19,6 miliardi di dollari. Borsa di Istanbul Borsa di Istanbul (BIST-100) 73.877 al 14 aprile 2014 Cambio al 14 aprile 2014 1 Euro = 2,9234 TL 1 Dollaro = 2,1160 TL Cronache Economiche A cura di: Filippo Manara Redazione: Anna Crivellato Zeynep Demirtaş In collaborazione con: ICE Agenzia Ufficio Istanbul Per info: [email protected] 8
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