Criticità di carattere tributario per le imprese immobiliari

S.A.F.
SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO
DAL VALORE CATASTALE AL VALORE DI MERCATO E
FISCALITA’ IMMOBILIARE
Criticità di carattere tributario per le imprese
immobiliari
Considerazioni sulla crisi d’impresa alla luce
della fiscalità immobiliare
PATRIZIA RIVA – MASSIMILIANO SIRONI
Milano – 11 Aprile 2014
Premessa
“ La fiscalità immobiliare è da sempre oggetto privilegiato delle
attenzioni del policy maker.
Ciò è dovuto a diverse ragioni. In primo luogo, secondo i recenti
orientamenti della letteratura economica, nell’attuale contesto
congiunturale, caratterizzato da una profonda recessione, appare
particolarmente rilevante introdurre nei sistemi fiscali forme di tassazione
più growth-friendly. In linea con questo approccio, le imposte sui beni
immobili rappresenterebbero una delle forme di imposizione meno
dannosa per la crescita […]. Le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione
Europea e dell’Annual Growth Survey del 2012 si sono perciò concentrate
sulla necessità per gli Stati Membri di spostare gradualmente l’asse del
prelievo dalle imposte sul lavoro e sul capitale, che scoraggiano
occupazione e deprimono gli investimenti, alle imposte sui consumi e le
proprietà”
[“Gli immobili in Italia 2012 – Agenzia delle Entrate”]
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La fiscalità immobiliare – un quadro d’insieme
Contesto economico
Imposte
dirette
Persone
fisiche
Imposte
ricorrenti
Fiscalità
locale
Tax rate
Fiscalità
immobiliare
totale
Impresa
Altre
indirette
Altri
Enti
transfer
taxes
IVA
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I numeri della fiscalità immobiliare
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Le criticità
Indeducibilità interessi passivi
Società non operative
Rivalutazioni economiche e fiscali
Fiscalità locale
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Indeducibilità interessi passivi
Art. 96 T.U.I.R.
Interessi
Attivi
-
Oneri
finanziari
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X
30% R.O.L.
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Società non operative
1° Hp.: non operativa “classica”
2° Hp.: non operativa “ da perdita sistematica”:
a. per tre periodi consecutivi
b. per due periodi e un terzo con
reddito inferiore al minimo
– Norma di riferimento: art. 30 L. n.
724/1994
– Ulteriori modifiche:
• Art. 27 D.L. n. 41/1995 (L. n.
85/1995)
• Art. 2 D.L. n. 437/1996 (L. n.
556/1996)
• Art. 3 co. 37 L. n. 662/1996
• Art. 35 co. 15 e 16 D.L. n.
223/2006 (L. n.248/2006)
• Art. 1 co. 109 L. n. 296 del
27/12/2006
• L. n. 244 del 24/12/2007
• Art. 2 co. da 36-quinquies a 36duodecies D.L. n. 138/2011 (L.
n.148/2011)
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Norma antielusiva specifica
• Finalizzata ad evitare un “uso improprio
della struttura societaria” al solo scopo di
“consentire l’anonimato degli effettivi
proprietari”, nonché la “deduzione di costi
che poco hanno a che fare con l’attività”
(rel. accomp. L. n.662/1996; cfr. anche da
ultimo circ. Ag. Entrate n. 25/E del
4/5/2007)
Ris. 101/E del 2013
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Rivalutazioni economiche e fiscali
Contesto economico
Sono convenienti?
Aspetti civilistici
Caratteri
generali
Posizioni soggettive
fiscali
OIC n.16
facoltativo
beni o partecipazioni
risultanti dal bilancio
per l'esercizio in corso
al 31.12.2012
(co. 140)
fiscale
temporaneo
"Il maggior valore attribuito ai beni in
sede di rivalutazione si considera
riconosciuto a fini delle imposte sui
redditi e dell'imposta regionale sulle
attività produttive" (art. 1 co. 143)
rivalutazione nel
bilancio/rendiconto
dell'esercizio
successivo
(co. 141)
formulazione
analoga
art. 1 co. 470 L.
n.266/2005
(cfr. Telefisco 2014
risposta nr.9)
termine di approvazione
successivo all'entrata in vigore
legge stabilità
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Fiscalità locale/imposta Unica
Comunale (I.U.C.)
art. 1 co. 639 – 640
I.U.C.
(imposta unica
comunale)
Erogazione e
fruizione servizi
comunali
Possesso di
immobili
(natura e valore)
I.M.U.
(imposta
patrimoniale)
T.A.S.I.
(tributo per servizi
indivisibili)
Possessore degli
immobili
- Possessore degli
immobili
- Utilizzatore degli
immobili
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T.A.R.I.
(tassa sui rifiuti)
- Utilizzatore degli
immobili
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L’effetto crisi
a) Rivalutazioni dei beni dell’impresa:
-
Le verifiche ex ante del collegio sindacale
Il vaglio ex post del comportamento degli amministratori e
del collegio sindacale da parte:
del COMMISSARIO GIUDIZIALE
nel caso – diffusissimo – di
CONCORDATO PREVENTIVO
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del CURATORE
in caso di
FALLIMENTO
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L’effetto crisi
a) Rivalutazioni dei beni dell’impresa - le
domande fondamentali:
1. La società ha deciso di accedere all’istituto per
evitare l’immissione di nuova liquidità da parte dei
soci e migliorare la posizione dell’impresa nei
confronti dei terzi e del sistema creditizio?
-
-
Qualora l’utilizzo dell’istituto abbia questa finalità si è in presenza
di un utilizzo improprio e distorto della legge di rivalutazione: i
sindaci dovrebbero invitare gli amministratori a non effettuare la
rivalutazione e l’assemblea a non approvare il bilancio
In caso di manifestazione della crisi le verifiche ex post degli
organi preposti potrebbero individuare specifiche responsabilità
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L’effetto crisi
a) Rivalutazioni dei beni dell’impresa - le
domande fondamentali:
2. La rivalutazione è stata correttamente effettuata in
termini quantitativi ossia la rivalutazione non eccede
il limite di valore costituito dal minore tra il «valore
interno d’uso» e il «valore corrente o di mercato»?
-
Questa è la maggiore criticità
E’ necessario assicurarsi che il limite di valore sia rispettato
In caso di manifestazione della crisi le verifiche ex post degli
organi preposti potrebbero individuare specifiche responsabilità
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L’effetto crisi
a) Rivalutazioni dei beni dell’impresa - le
domande fondamentali:
3. Il collegio sindacale se incaricato del controllo
contabile ha vigilato sulla corretta contabilizzazione?
-
-
Il maggior valore non è transitato per il conto economico ed è
stato accantonato ad apposita riserva di rivalutazione nel
patrimonio netto?
Sono state contabilizzate le imposte differite a riduzione del saldo
di rivalutazione?
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L’effetto crisi
b) Gli immobili nei piani redatti dalle aziende in
crisi (per accedere alle procedure di ristrutturazione del
debito ex art. 182 bis lf e ai concordati preventivi ex art.
160 lf o per impostare un piano attestato ex art. 67 lf)
– Punto di forza o Punto di debolezza?
– Quale valore considerare nel piano in assenza di offerte
irrevocabili di acquisto?
– La criticità delle valutazioni peritali
– Il caso dell’abbattimento del privilegio
– La corretta quantificazione dell’effetto della maturazione in
prededuzione delle imposte sugli immobili in caso di CP
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L’effetto crisi
b) Gli immobili nei piani redatti dalle aziende in
crisi
Principi di attestazione dei piani di risanamento
–documento ad oggi in bozza, pubblicato per commenti sul sito
http://www.accademiaaidea.it/g-s-a-attivi/consultazione-su-principi-diattestazione-dei-piani-di-risanamento/ che costituisce un utile riferimento
per la corretta impostazione del lavoro di due diligence sui piani da parte
dell’attestatore.
– è stato redatto a cura di AIDEA (Accademia Italiana Di Economia Aziendale),
IRDCEC (Istituto di ricerca dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) ANDAF
(Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari), APRI (Associazione
Professionisti Risanamento Imprese), OCRI (Osservatorio Crisi e Risanamento delle
Imprese).
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L’effetto crisi
b) Gli immobili nei piani redatti dalle aziende in
crisi
Principi di attestazione dei piani di risanamento
6.1.5. Laddove il Piano abbia un contenuto liquidatorio o si basi comunque su
significative dismissioni di parti del patrimonio esistente (partecipazioni, immobili,
ecc.), è opportuno che l’Attestatore verifichi che nel Piano sia menzionata la
manifestazione di interessi di potenziali acquirenti o, quantomeno, l’indicazione
del tipo di acquirenti ai quali il management intende rivolgersi. Al fine di accertare
la fondatezza di tali ipotesi, per i beni con maggiore grado di fungibilità (p.es.
immobili civili, capannoni industriali, crediti monetari), è opportuno che
l’Attestatore, anche ricorrendo a perizie tecniche indipendenti redatte da soggetti
terzi, si informi sulle recenti dinamiche dei volumi e dei prezzi scambiati.
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L’effetto crisi
b) Gli immobili nei piani redatti dalle aziende in
crisi
Principi di attestazione dei piani di risanamento
Immobilizzazioni materiali:
•
•
Disamina del libro dei cespiti ammortizzabili;
Verifica delle procedure di inventariazione e dell'effettiva esistenza fisica, della reale titolarità e della disponibilità in capo
all’azienda (per i beni immobili o i beni mobili registrati, mediante ad esempio indagini presso i pubblici registri immobiliari o il
P.R.A), nonché dell'inesistenza di vincoli o gravami che ne impediscano o limitino l'alienabilità o la concessione in godimento a
terzi;
Controllo dei contratti di leasing in essere;
Analisi generale dello specifico mercato di riferimento dei beni che dovranno essere ceduti a terzi, delle peculiarità e
dell’eventuale suscettibilità di rapida obsolescenza economica o tecnologica degli stessi, dei tempi presumibilmente necessari per
addivenire alla cessione e degli effetti che tale tempistica potrebbe generare sull'attuazione del programma di liquidazione;
Verifica delle valutazioni medie del mercato dell'usato desumibili da riviste od altre fonti specializzate o fornite direttamente da
aziende rivenditrici o dai rispettivi fornitori;
Controllo dei saldi di apertura sulle carte di lavoro del periodo precedente
Esame della documentazione a supporto per gli incrementi di periodo e prospettive di recupero delle attività;
•
Controllo degli storni contabili effettuati nell’esercizio.
•
•
•
•
•
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L’effetto crisi
b) Gli immobili nei piani redatti dalle aziende in
crisi
LE MODALITA’ OPERATIVE DI REALIZZO:
La previsione di un mandato a vendere vincolante a specifico
soggetto qualificato nei piani attestati e accordi di ristrutturazione
• Le verifiche del Commissario Giudiziale nel concordato preventivo
•
• La verifica del valore attribuito mediante ulteriore perizia in contraddittorio con
l’azienda da parte di esperto qualificato
• Se esiste una offerta, l’utilizzo del mercato per la ricerca di offerte migliorative
e, nel caso ne siano presentate, l’impostazione di asta competitiva
• Se non esiste una offerta, la ricerca di soggetti interessati da parte del
liquidatore giudiziale anche con mandato senza esclusiva e la successiva
procedura competitiva
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