Usura allo sportello – abbiamo denunciato

L'OFFENSIVA DI CONFEDERCONTRIBUENTI
«Usura allo sportello, abbi
o den
dato»
L'ex bancario: «Attenzione all'azione massiva, 99 correntisti su cento subiscono zitti»
1 PADOVA
Si chiama «azione massiva sulle condizioni di prestito». E un
"aggiustamento" che le banche praticano senza battere ciglio. Una circolare interna aumenta a capocchia, con effetto
retroattivo, l'interesse su tutti i
conti: un punto, due punti,
uno zero virgola qualcosa.
Quello che serve per la chiusura trimestrale, guardandosi bene dall'informare i clienti. «Su
100 correntisti, 99 non se ne accorgono» racconta Vincenzo
Imperatore «E quell'uno che
protesta, si sente dire che è stato un errore: gli ripristinano le
condizioni con mille scuse.
Questo ho visto succedere, fino a due anni fa, quando ho lasciato la mia banca».
Imperatore lavorava Napoli,
era dirigente di «un primario
istituto di credito nazionale»
(niente nomi, non si usa). Adesso è passato dall'altra parte della barricata: ha una società di
consulenza, sfrutta la conoscenza interna al sistema bancario per assistere correntisti
nella ristrutturazione del debito.
Imperatore è a Padova per la
presentazione del libro di Mario Bortoletto «La rivolta del
correntista». Con metamorfosi
dell'autore, che da imprenditore edile si trova sbalzato a conferenziere. Col rischio di trasformarsi in un nuovo Silvio
Pellico, se è vero che nell'Ottocento il libro «Le mie prigioni»
fece più male all'Austria di una
guerra perduta. Dopo un passaggio in tv a La 7, martedì
scorso, Bortoletto è stato subissato da telefonate e mail: «Mi
chiamano da Palermo, da Torino, dalla Sardegna, da Aosta.
Tutti pressati da istanze di falli-
mento, ordinanze di sequestro, decreti ingiuntivi. Ora
mando ai nostri consulenti la
richiesta di 40 perizie econometriche su conti bancari». I
consulenti sono due commercialisti di Pescara, che probabilmente si pentono di aver firmato la convenzione con il movimento «Delitto d'usura», di
cui Bortoletto è vicepresidente
nazionale, perché il settore ribolle ormai di professionisti
pronti a lavorare anche gratis
pur di dividere l'incasso che
verrà fatto scucire alle banche,
una volta dimostrati usura e
anatocismo (interessi sugli interessi). Il movimento riesce a
contenere il costo dei riconteggi tra un minimo di 300-400 euro e un massimo di 2000. «Con-
sidero il ricalcolo bancario una
polizza sulla vita» sentenzia
Bortoletto «Dico a tutti fatelo e
tenetelo in cassaforte. Oggi la
banca vi è amica, domani potrebbe cambiare».
Il contenzioso finisce di norma con la firma di un patto di
riservatezza: la banca paga in
cambio di silenzio sul nome.
Ma ci sono eccezioni. L, il caso
di Paolo Sinigaglia, l'imprenditore padovano della Simod,
messa in liquidazione, che non
ha problemi a far vedere il ricalcolo operato sui conti che aveva aperti alla Banca Popolare
di Verona e alla Popolare di Vicenza. Occhio: non sono cifre
di parte ma ricostruzioni del
consulente tecnico d'ufficio,
nominato dal giudice istrutto-
re d'intesa con le parti.
Nel caso della Popolare di
Verona, il consulente Roberto
Mometto, nominato dal g.i. Caterina Zambotto, al termine
della perizia su un conto ordinario e uno anticipi sbf per il
periodo 2003 -11, ha stabilito
che la banca si deve accontentare di 379.445,28 euro contro i
674.543,76 che richiedeva.
Per la Vicentina il perito
Chiara Marchetto, nominata
dal giudice istruttore Maria Antonia Maiolino, del tribunale
di Padova, come la Zambotto,
ha chiuso il ricalcolo degli interessi su un conto ordinario del
periodo 2002-10, su un conto
anticipi sbf del 2004 e su un
conto estero 2002-10, stabilendo che l'imprenditore ha diritto ad avere 135.121,38 giuro e
non a pagarne 239,60 come recitava il suo estratto conto fina-
le.
Ma il ricorso in sede civile
non basta a tutti. Ricordando
che l'usura è un reato penale,
aggravato se esercitato da una
banca, Confedercontribuenti
ha illustrato nel municipio di
Padova, in una conferenza
stampa, una denuncia penale
presentata contro una banca
veneta, nelle persone del presidente del Cda, dell'amministratore delegato, di un direttore e di un vicedirettore di filiale. «La procura di Padova archivia queste denunce perché sostiene che manca l'elemento
soggettivo», dice il presidente
veneto Alfredo Belluco «Non
riescono a individuare le persone? Gliele indichiamo noi. Abbiamo quattro perizie econometriche che dimostrano usura ed estorsione ai danni di una
commerciante di Prato della
Valle».
Renzo Mazzaro